La nascita di una kunoichi

[Free GdR] Harumi - Ayuuki - Kairi

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    La nascita di una kunoichi

    Post i ~ Oni





    Dense nubi scure coprirono il cielo sopra il villaggio, quasi a voler manifestare l'ira dei kami. L'abitato era composto da una dozzina di piccole case dai tetti di paglia, raccolte intorno ad una capanna più grande dalla forma allungata, davanti cui si apriva una sorta di cortile in terra battuta definibile piazza. Un raggio di luce filtrò tra le nuvole, colpendo in viso la ragazza che giaceva raggomitolata al centro dello spiazzo. A fatica, riaprì gli occhi. Un sasso l'aveva colpita sulla tempia, facendole perdere i sensi per qualche minuto. Altre pietre si trovavano tutto intorno al suo corpo martoriato. Dal braccio le scendeva un sottile rivolo di sangue che, goccia dopo goccia, macchiava il suolo. I capelli neri erano scarmigliati, le vesti insozzate da un misto di terra e sudore. Appoggiò incerta entrambe le mani al suolo, cercando di rimettersi dritta, ma le ginocchia le cedettero e rimase seduta. Si sentiva debole, erano giorni che non mangiava. Faceva parte del rituale, dicevano. Non osava alzare gli occhi sugli uomini che la circondavano, ma percepiva comunque i loro sguardi carichi di odio e paura. Erano stati loro, dopo averla trascinata fuori dall'angusta stanza dove l'avevano rinchiusa, a ricoprirla di insulti, sputi ed infine pietre, finché un uomo più vecchio degli altri, percuotendo un elaborato bastone al suolo, li aveva fatti smettere. Figlia dell'oscurità, pagherai per tutte le tue colpe e così ci libererai dalla maledizione che grava sul nostro villaggio. Iniziate i preparativi per la purificazione. I popolani, senza esitare, iniziarono ad accatastare fascine a pochi metri da dove stava la giovane, incapace di spostarsi, rassegnata al suo destino. Quando il cumolo fu sufficentemente alto il vecchio, brandendo un otre d'olio, iniziò a irrorare la pira, pronunciando formule rituali, il cui reale significato era stato ormai da lungo tempo dimenticato. Dalle finestre delle case più vicine, le donne e i membri più giovani della comunità osservavano la scena in silenzio con distacco, quasi non fosse affar loro. Solo i bambini continuavano a vociare, ripetendo gli epiteti uditi dai grandi nei giorni precedenti. Il più ricorrente era oni, demone. Nei giorni che aveva passato da sola nell'oscurità Harumi si era convinta che, in fondo, avessero ragione. Non potevano che avere ragione. Lei era un mostro che, per venire al mondo, aveva ucciso la sua stessa madre. Aveva portato la cattiva sorte su chiunque si fosse presa cura di lei, come l'anziano capovillaggio e sua moglie. I due, ormai in età avanzata e senza figli, l'avevano accolta nella loro dimora come un dono. Ma nei sedici anni che erano seguiti il villaggio aveva sofferto una serie di disgrazie come mai a memoria d'essere umano. Prima una violenta siccità aveva distrutto il raccolto di riso, costringendo gli abitanti a indebitarsi per comprare il cibo e non morire di fame; poi le piogge eccessive avevano rotto gli argini dei canali, lasciandoli nuovamente senza sostentamento. Ed ancora, una frana aveva travolto e ucciso un'intera famiglia; un branco di lupi selvaggi durante un severo inverno era scesa dalle montagne circostanti divorando gli armenti; e gli animali sopravvissuti erano morti poco dopo per un'epidemia. In ogni caso la causa, agli occhi dei contadini, era lei. Il capo espriatorio, la spiegazione logica per ciò che logico non è. Solo la protezione e l'affetto dei due genitori adottivi l'avevano protetta. Ma infine il capovillaggio era morto, stroncato da un malore, e la moglie lo aveva seguito nel giro di qualche mese, prima vittima di un morbo sconosciuto che si era diffuso nel villaggio provocando uno o più morti per famiglia. Gli animi della gente erano esasperati, e quella era stata la goccia che aveva fatto trabocchare il vaso. Avevano accusato la ragazza di stregoneria, di aver avvelenato la donna con cui viveva tramite arti oscure e, non soddisfatta, aver poi esteso la maledizione all'intero abitato. A quel punto, la sua sorte era segnata. Ora, immobilizzata dalla paura, aspettava il suo destino ad occhi chiusi, con le mani giunte in preghiera, chiedendo perdono per essere nata. Dietro di lei il vecchio che dirigeva la cerimonia aveva deposto il suo bastone per impugnare una fiaccola. Due uomini le si fecero incontro per portarla sull'altare sacrificale dove sarebbe arsa.
    Le due kunoichi erano state coinvolte dall'Accademia nell'imminente missione nel Paese del Ferro con un ruolo, tutto sommato, secondario. Insieme ad altre tre squadre avevano il compito di garantire le comunicazioni e la sicurezza del campo base sito nel Paese delle Risaie. Quel giorno dovevano svolgere una ricognizione alle spalle dell'accampamento, assicurandosi che le cinquanta miglia circostanti fossero sgombre da eventuali infiltrati dei ribelli, e impedendo l'accesso a persone non autorizzate. Il tempo stava rapidamente cambiando in quell'angolo del continente e le nuvole facevano presumere che un temporale di quelli violenti era in arrivo. Il vento freddo soffiava da nord, proveniente dal mare. Erano ormai giunte al limite estremo del perimetro da controllare, quando diverse colonne di fumo attrassero la loro attenzione. Se, insospettite, avessero risalito la vallata da cui provenivano, avrebbero trovato uno spettacolo desolante. Ogni centro abitato posto lungo lo stesso torrente era infatti stato colpito dalla stessa epidemia, e ovunque si bruciavano i cadaveri per impedire che si diffondesse, tanto che l'odore acre di carne che ardeva ammorbava l'aria. In uno di questi alcuni uomini con la bocca e il naso coperti da un fazzoletto, intenti a seppellire alcuni morti, avrebbero raccontato loro come, nell'ultimo paese della vallata, si stava per eseguire un rito antico per debellare il male che affliggeva tutti loro, e che si auguravano che funzionasse. Se avessero insistito per chiedere spiegazioni tuttavia quelli si sarebbero fatti stranamenti evasivi, finché il più giovane di essi, abbassando la voce, avrebbe rivelato la verità. Solo con la morte si poteva ottenere la vita. Le kunoichi si trovavano di fronte ad una scelta: ignorare la questione per far rapporto al campo base, oppure intervenire per scoprire cosa le sibilline parole dell'uomo significassero. Entrambe le scelte avrebbero comunque cambiato il destino di Harumi, per sempre.
     
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    La Nascita di una Kunoichi

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    Pensato
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    Kairi quel giorno si era svegliata ancora prima del solito, pronta per una nuova missione: garantire le comunicazioni e la sicurezza del campo base dell'accademia sito nel Paese delle Risaie, un compito che almeno in apparenza non sembrava troppo complicato ma che avrebbe richiesto un'ottima dose di attenzione da parte sua.
    Era la prima volta che usciva di fuori del paese del fuoco in maniera ufficiale da quando Raizen aveva scartato la sua domanda per entrare a far parte nelle squadre speciali, ed aveva tutta l'intenzione di fare del suo meglio per apprendere il più possibile e provare man mano all'hokage quanto avesse intenzione di migliorarsi e quanto in futuro potesse essere adatta alla squadra.
    Fortunatamente e per la prima volta da quando era diventata kunoichi questa volta l'accademia aveva deciso di affiancarla ad una genin veterana di Konoha, Ayuuki, che Kairi aveva avuto modo di conoscere qualche tempo prima a casa di Shin: la ragazza si era dimostrata molto disponibile, e sapeva di poter apprendere molto da lei. Era inoltre curiosa di vederla all'opera, l'amico l'aveva descritta come un'ottima stratega e combattente, anche se aveva specificato più volte quanto fosse fondamentale non farla arrabbiare troppo.


    Dopo aver eseguito i suoi soliti esercizi mattutini, questa volta più leggeri del solito per essere fresca e per la giornata, si concesse una buona doccia calda e rigenerante, per poi dirigersi verso la sala da pranzo e fare colazione assieme al padre. L'uomo come ogni volta prima di una missione le aveva preparato la sua colazione preferita, pancake con marmellata di prugne che la stessa ragazza aveva preparato mesi prima, seguendo un'antica ricetta tramandata da generazioni che aveva trovato in uno dei tanti libri di sua madre: ormai era diventata esperta nel farla.
    Mangiò con calma, scambiando un paio di chiacchere con Izuna prima di dargli un caldo abbraccio e dirigersi verso la sua stanza dove preso tutto l'equipaggiamento necessario indossò la classica divisa che utilizzava durante quasi tutte le sue missioni: decise però di coprirsi anche con un buon mantello da viaggio, nel caso in cui il tempo fosse peggiorato o vi fossero state delle intemperie.

    Uscita dal quartiere Uchiha raggiunse in pochi minuti le porte del villaggio, luogo in cui aveva appuntamento con Ayuuki. In attesa che arrivasse la ragazza evocò Kiba e Tsume, i due cuccioli del branco che ormai erano diventati compagni inseparabili ogni qual volta che usciva dal villaggio. La lupa bianca la salutò con i suoi soliti modi di fare allegri e cordiali, mentre il lupo grigio più introverso si limitò ad un cenno del capo, per poi mettersi al suo fianco ed in silenzio: in una missione in cui anche la ricognizione della zona era fondamentale come quella che si stava apprestando ad iniziare, i due animali avrebbero potuto dare un'ottimo supporto.
    Mi annoio, quando arriva la tua amica? fu l'impaziente cucciola a rompere il silenzio che si era formato, mentre il fratello le scoccava un'occhiata rassegnata
    Non sai proprio cosa sia la pazienza, come al solito esclamò con tono leggermente scocciato
    E tu invece non hai ancora imparato ad essere un po' più simpatico, eppure ho provato ad insegnartelo un sacco di volte!
    Se il tuo modo di fare bambinesco è "simpatia" per te sto ben bene così, grazie in tutta risposta Kiba saltò addosso al fratello, ed i due cominciarono ad azzuffarsi come quasi ogni volta che li evocava assieme, e come ogni volta fu il fratello a vincere grazie alle migliori doti combattive ed alla stazza maggiore: schienò in pochi secondi la sorella, mettendosi in piedi proprio sopra di lei e guardandola con aria di sufficienza Non impari proprio mai, vero?
    Kairi non li blocco, ormai abituata ed in parte rassegnata a quel loro modo di fare. Si trattava pur sempre di cuccioli di lupo, ed era evidente quanto ancora stessero cercando di capire chi fra i due fosse il dominante. Aveva provato più volte a separarli senza successo ed aveva infine deciso di lasciar perdere, consapevole del fatto che non appena la missione si fosse fatta seria entrambi avrebbero cominciato a lavorare nel migliore dei modi, lasciando la parte le loro piccole scaramucce.

    Arrivata Ayuuki entrambi i cuccioli si sarebbero presentati e Kairi avrebbe accolto la genin con un caldo sorriso Buongiorno, sono contenta ci abbiano assegnate alla stessa missione. Loro sono le mie due evocazioni, potranno darci una mano durante la ricognizione. Ah, ho pensato di portarti questa, spero apprezzerai esclamò, tirando fuori un piccolo contenitore all'interno del quale vi erano un paio di pancake con la sua marmellata di prugne Se ti piaciono puoi decidere di tenerli per metà mattina o per pranzo, io ne ho già mangiato una dose sufficiente a colazione ed attesa una risposta da parte della ragazza avrebbe poi risposto a sue eventuali domande o ascoltato ciò che aveva da dire, ed assieme si sarebbero dirette verso il paese delle risaie.

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    Una volta giunte all'accampamento ed ascoltati gli ordini impartiti dai superiori le due genin si sarebbero poi dedicate alla ricognizione delle cinquanta miglia alle spalle dell'accampamento, Kiba e Tsume rispettivamente a 5 miglia a destra ed a sinistra rispetto alle kunoichi e con l'ordine di avvisare in caso di qualsiasi pericolo o situazione sospetta. La giovane Uchiha avrebbe approfittato per scambiare un paio di chiacchere con la compagna E' la prima volta che vengo nel paese delle risaie, ma ogni volta che giro ho la conferma di quanto Konoha sia il posto migliore per me rise Tu dovresti aver girato molto, più di me, oltre konoha c'è qualche luogo che ti ha particolarmente affascinata? Sai... due ululati in contemporanea attirarono la sua attenzione facendole interrompere il discorso a metà Fumo, ad un paio di miglia da qui i due cuccioli si erano accorti delle colonne qualche minuto prima delle ragazze, ma proseguendo il loro cammino entrambe furono in grado di vedere il fumo con i loro stessi occhi. Dopo pochi minuti furono raggiunte da entrambi i fratelli, e stranamente fu Tsume a parlare per primo C'è uno strano odore qui, ce ne siamo accorti sia io che Kiba...un'odore...di morte! Fate attenzione... anche senza gli avvertimenti degli animali sarebbe arrivato di lì a poco al naso della kunoichi l'odore acre di carne bruciata.
    Kairi si rivolse ad Ayuuki con aria preoccupata La situazione mi piace poco, vorrei indagare avrebbe atteso un parere da parte della ragazza, ed in caso affermativo dopo aver ordinato a Kiba e Tsume di tenersi a distanza per non rischiare di spaventare nessuno si sarebbe diretta con la compagna verso alcuni abitanti della zona, intenti a seppellire vari cadaveri.

    Servirono diverse domande e molta insistenza per far parlare gli abitanti che dapprima si mostrarono elusivi nel dare risposte, fino a quando il più giovane finalmente rivelò loro quello che stava succedendo, o almeno quello che Kairi intuì essere un sacrificio bello e buono.
    Guardò irata gli uomini davanti a sè Folli! Siete dei folli! Come potete pensare che un sacrificio umano risolva una simile situazione! Solo i fanatici ragionano in questo modo! Ayuuki si rivolse alla ragazza La prassi vorrebbe che noi facessimo rapporto ai nostri superiori al campo, ma non credo si possa aspettare in questo caso: potremmo arrivare troppo tardi...non so quali siano le tue intenzioni, ma io intendo fermare questa pazzia. Voi invece! esclamò rivolta ancora una volta ai contadini davanti a lei Portatemi immediatamente là, non accetterò un no come risposta continuando a fissare il più giovane del gruppo i suoi occhi si dipinsero di cremisi mentre attivava lo sharingan: probabilmente nessuno in quel luogo aveva mai visto un'oculare prima di allora, e sperava che il semplice sguardo bastasse ad intimorirli a tal punto da far si che le conducessero alla zona del sacrificio senza troppe storie.
    Non aveva di certo intenzione di usare le maniere forti con dei contadini, ma allo stesso tempo non poteva permettere che attuassero una simile atrocità senza far nulla
     
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    I ~ Yuki-sfoga stress: La Vallata delle Pire


    E

    ra davvero dura alcune volte controllarsi. Soprattutto davanti al volto beffardo e sorridente dell’Hokage e dei suoi collaboratori dell’Amministrazione che le affidavano l’ennesima missione nei confini del Paese delle Risaie. In quel momento desiderava solo arpionare con le sue mani il collo di qualcuno e strangolarlo senza remore per sfogare tutta la sua frustrazione. O forse far volare via la scrivania di Raizen-sama dalla finestra poteva donarle un po’ più di sollievo o mettere in disordine la pila di documenti che aveva su uno scaffale in un angolo della stanza. Sentiva il bisogno di far esplodere tutta la sua rabbia ed abbattere a suon di pugni qualche palazzo di Konohagakure no Sato quasi come se fosse un Jinchuuriki fuori controllo. Era snervante dover ritornare in un posto tanto inospitale e privo di normalità. Aveva fatto qualcosa di male per meritarsi questo? Avrebbe voluto urlarlo senza filtri all’Hokage. Ed invece a lui bastavano solo qualche occhiata o sorriso compiaciuto, facendole credere tutto e niente, per strapparle un cenno con la testa.
    Aveva avuto brutte esperienze con il popolo di Otogakure no Sato. Era sbagliato generalizzare o scaricare le stramberie della stirpe Yakushi sull’intero Paese delle Risaie, ma durante il suo viaggio con l’Hokage verso il Palazzo di Febh-sama non aveva incontrato nessun uomo, donna o bambino che manifestasse un briciolo di “normalità”. La sanità mentale era bandita ad Oto e solo l’idea di avvicinarsi ad un luogo così insano la irritava. Preferiva restarsene tranquilla nei confini del Paese del Fuoco. Ed invece era stata incastrata ancora una volta dall’Hokage. Forse doveva chiedere un aumento nello stipendio mensile. - Hai! -
    Uscita dalla stanza di Raizen-sama iniziò a percorrere il corridoio per poter raggiungere le Porte della Foglia, dove l’atteneva la sua compagna di missione. Stavolta le era stata affidata un’altra neo-Genin che fortunatamente conosceva, visto il pomeriggio di “follie” trascorso insieme a Shin-kun e Youkai-kun. A proposito del secondo Shinobi, quest’ultimo le stava stranamente correndo contro con un sorriso stampato sul volto. Aveva l’aria entusiasta con il suo solito sorrisetto ammiccante ed apparentemente vuoto. - Ayuu-chan! - Continuò a correrle incontro forse estasiato per qualcosa che gli era capitato in giornata. Il sorriso del compagno di Team non la rincuorava affatto, anzi la infastidiva ancora di più. Camminava pesantemente verso l’uscita della struttura Amministrativa e Youkai-kun sembrava fin troppo contento di vederla. Non condivideva tutta quella gioia, quell’entusiasmo. Volto scuro. Stava per esplodere. - … - Li distanziavano ormai pochi metri. - Ehi! Mi senti? Sei per caso diventata sorda? - Non era un buon momento per lei. E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. - Comunque.. volevo dirti che.. - Una mano scattò improvvisamente per tappare la bocca all’Albino. Non desiderava nemmeno sentire la sua voce. Era troppo arrabbiata. E Youkai-kun aveva disturbato la Fuyutsuki in un momento decisamente inopportuno. Con una rapida e distruttiva forza fisica accompagnògif il povero ragazzo contro la parete sul lato sinistro con ben poca grazia. Con un movimento arcuato della mano destra, con cui aveva arpionato le labbra dell’albino, finì per scaraventarlo senza controllarsi contro la parete. Nuvola di polvere, calcinacci e frammenti che volarono ovunque. Un boato interruppe le attività quotidiane di tutti i dipendenti della struttura, seguiti da una scossa di terremoto. Era il Vulcano-Fuyutsuki in fiamme.
    - Arigatoo Yuki-kun! - Si sentiva già meglio dopo aver scaricato tutta la sua frustrazione contro qualcuno. Tirò un sospiro di sollievo, ignorando le crepe che si erano create nel muro o lo sguardo timoroso delle persone che uscite dai loro uffici per il boato. Un sorriso si dipinse sul suo volto e leggiadramente lasciò il povero Youkai-kun tra i calcinacci e con un’espressione piuttosto confusa e dolorante. Cosa aveva fatto questa volta?

    [ … ]

    Raggiunse rapidamente le porte del Villaggio con tutto il suo equipaggiamento per iniziare le procedure d’identificazione prima della Missione. Le solite burocrazie che richiedevano qualche minuto in più per poter garantire la sicurezza di Konohagakure no Sato. Come al solito indossava una casacca smanicata bianca con zip centrale, dove il tessuto assumeva una colorazione azzurrina. Pantaloncini neri elasticizzati che rendevano agevoli i suoi movimenti. Guanti in cuoio a protezione delle mani con bende da combattimento ben strette sugli arti sia inferiori che superiori, fino all’altezza del gomito e delle ginocchia. Porta-Kunai legato all’altezza del quadricipite destro e sacche posteriore legate alla vita grazie ad una cinghia in cuoio, in cui custodiva buona parte del suo equipaggiamento. Sulla coscia sinistra invece era legato una fodera nera in cui erano ordinati diversi Spiedi. Ed un Kit di pronto soccorso era ben saldo al fianco sinistro. Calze nere che coprivano buona parte delle bende e Sandali Ninja bianchi che completavano il suo abbigliamento. I Capelli erano raccolti in una lunga treccia con anelli in argento, un regalo di Ai Fuyutsuki. Ed il coprifronte celava il “Byakugō no In” sulla fronte.
    Non era l’unica Kunoichi convocata. Sorrise in direzione dell’Uchiha in compagnia di alcune creature d’evocazione. - Ohayoo Kairi-chan! - Preferì essere fin da subito confidenziale, anche perché avevano condiviso un pomeriggio di Shopping. E nel gergo da ragazze equivaleva ad un passo importante verso un’altra ragazza. Si andava a fare compere con le amiche, anche se il loro rapporto non era ancora maturato a quei livelli. - Piacere di conoscervi.. Sarete un ottimo supporto nella missione di ricognizione! - Adorava le creature batuffolose e pellicciose, ma cercò di contenersi vista la situazione. Il suo umore migliorò quando la gentilissima Kairi-chan le aveva preparato il pranzo. - Oh.. Grazie! - In quel momento si sentì leggermente in imbarazzo per non aver pensato di portare qualcosa anche per lei. Ma apprezzò molto quel gesto. - Allora… Pronta? - Chiese prima di mettersi in marcia. Ovviamente adeguò il suo passo a quello della ragazza dagli occhi scuri. Era un po’ più esperta di lei, quindi si preoccupò di anticiparla di qualche passo per controllare il percorso e preservarla da eventuali pericoli. Si sentiva comunque in dovere di riportarla a Konoha sana e salva. - Ti consiglio di tenere gli occhi aperti, anche se il Paese delle Risaie è sotto la giurisdizione Accademica non è popolato da persone socievoli o stabili mentalmente. - La mise subito in guardia, senza preoccuparsi troppo di apparire ingiusta nei confronti dei buoni uomini e brave donne che vivevano la loro modesta e pacifica vita nel Paese delle Risaie. - Ho visitato Otogakure no Sato in compagnia dell’Hokage per un incontro diplomatico e potrei narrarti diversi aneddoti che avvalorano la mia tesi. - Aveva anche le prove della follia degli abitanti di Oto.
    Percorsero il resto del Viaggio, impiegando quasi mezza giornata, per raggiungere l’Accampamento Accademico segnato nella mappa che le era stato fornito insieme ad una nutrita documentazione da compilare e consegnare all’Amministrazione. Dovevano perlustrare una cinquantina di miglia e le abilità combinate di Kiba e Tsume furono provvidenziali. Nonostante il cielo rannuvolato e l’ampia distanza che dovevano coprire iniziarono a perlustrare la zona per garantirne la sicurezza. Si concessero alcune pause e non interruppero il serrato ritmo, almeno fino a quando non raggiunsero il punto più alto di una grigia collina che dava in una vallata. - Uhm? - Notò i due cuccioli di Lupo tornare informandoli sull’acre odore che riuscivano a percepire in vallata. Socchiuse leggermente le palpebre sia per mettere a fuoco delle pire di fuoco in prossimità di alcuni centri abitati e sia per proteggersi da quel pungente freddo che proveniva da Nord. Si strinse nelle spalle ed osservò quelle colonne di fumo che si univano al grigiore del cielo. C’era però qualcosa di macabro, malsano nell’aria. - Andiamo a controllare. - Concordò con le parole di Kairi-chan, anche se rischiavano di uscire dal perimetro di pattuglia.
    Non impiegarono molto a scendere la collina ed addentrarsi nella vallata costeggiata da un solitario torrente. Con passo svelto si addentrarono in uno dei poveri villaggi di contadini. Buona parte delle Risaie sembravano prive di acqua, o incolte. Mentre ben pochi uomini si aggiravano per le strade con uno straccio di stoffa per coprirsi il volto. Tutti però sembravano intenti a trasportare i loro cadaveri dal letto di morte con carriole o carri per poterli seppellire o ammassare in una zona esterna al centro abitato in attesa di essere bruciati. Ciò giustificò le pire che si sollevavano in più punti della vallata, o almeno quelli che era riuscita a vedere dalla collina. Sospirò leggermente, premendo la mano sul naso non appena venne raggiunta dall’acre odore di carne umana in putrefazione. - Ohayoo gozaimasu! Cosa è successo qui? - Chiese con apprensione verso un uomo intento a seppellire i propri cari. Era così triste. Eppure in quel contadino che apparentemente sembrava aver perso tutto c’era ancora un barlume di speranza. Dopo aver accennato ad una pestilenza che si era abbattuta in tutti i Villaggi della vallata si preoccupò subito d’informarci che un rito era stato appena iniziato per purificare l’aria che respiravano, l’acqua che bevevano ed il cibo che mangiavano. C’era qualcosa di oscuro in quelle parole. E lei non poteva di certo accettare una simile risposta. Eppure non perse la calma, nonostante fosse abituata ad affrontare le epidemie con rimedi più concreti e medici. Nessun rito o preghiera ai Kami. Lei era una donna di scienza. - In che senso? - Le risposte si fecero sempre più evasive, forse percependo il suo velato scetticismo. Ma solo un bambino riuscì a rivelare la tremenda tragedia che si stava consumando in quella desolata e buia vallata. Un Sacrificio.
    Lo sguardo cristallino della Fuyutsuki saettò subito verso Kairi-chan. Non ebbe nemmeno il tempo di comunicarle qualche gesto o cenno d’intesa che la ragazza esplose, abbattendo quell’atteggiamento composto e freddo che ogni membro del suo clan assumeva solitamente. Forti emozioni vennero provate dall’Uchiha, tanto che i suoi occhi diventarono scarlatti per la sua Innata. Una reazione notevole ma spropositata. Una reazione istintiva che doveva assolutamente sedare prima che degenerasse. Sicuramente la Genin avrebbe utilizzato un approccio più tranquillo e furtivo per raggiungere l’ultimo Villaggio della Vallata, invece di urlare contro a contadini con una bassa cultura e timorati dai Kami. - Controllati Kairi-chan! - Le sussurrò a denti stretti mentre la chiamò da parte. O almeno cercò di parlare con lei in modo più tranquillo. - Qual è stato il primo consiglio che ti ho dato? - Cercò dentro la ragazza un briciolo di lucidità per tranquillizzarla. - Sii più furba di loro! - Parole che l’Uchiha doveva stampare nella sua testa. - Imporsi in quel modo non farà altro che generare più timore e diffidenza verso gli estranei ed alimentare la loro superstizione. Ora saranno meno collaborativi e ci guarderanno con occhio di sospetto. - Provò a spiegarle tutto con pazienza. Insomma non potevano più muoversi in incognito, visto che la ragazza aveva espresso con troppa enfasi la sua posizione contraria agli usi e costumi locali. - Manda uno tra Kiba o Tsume all’Accampamento per informarli della nostra piccola “deviazione”. L’altro invece continuerà con le perlustrazioni! Non bisogna mai dimenticare la nostra Missione primaria, ma non possiamo nemmeno ignorare questa implicita richiesta d’aiuto. - La Fuyutsuki cercò di organizzare un piano d’azione per poter controllare la situazione nella vallata senza cadere in insubordinazione.
    Quindi con un sorriso si rivolse direttamente alle bigotte persone del posto. - Scusatela.. Ha perso anche lei qualcuno di caro per un’epidemia che si è scatenata nelle mura del suo Villaggio natio quando era piccola. È piuttosto suscettibile a questo argomento e tutto ciò che rientra nella sfera religiosa. - Sospirò. Ovviamente erano solo bugie per ammorbidire l’uomo. - Non voleva offendervi o apparire scortese nei confronti dei vostri cari o delle povere anime che sono state rapite dal Male che alberga in questa Vallata. Potete guidarci verso il Villaggio in cui si terrà la cerimonia? - Chiese con gentilezza.




    Edited by **Kat** - 11/10/2016, 18:50
     
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    La nascita di una kunoichi

    Post ii ~ Il sacrificio



    I popolani che si erano radunati intorno alle due donne, incuriositi dalla loro presenza e al contempo allarmati dalle loro domande, indietreggiarono di scatto davanti agli occhi rossi dell'Uchiha. In lontananza un bambino di tre o quattro anni iniziò a piangere e la madre fu rapida a sollevarlo stringendolo al petto, per poi allontanarsi svelta. Gli uomini più discosti presero a mormorare sottovoce, lanciando occhiate furtive verso Ayuuki e Kairi. Le due avrebbero percepirono chiaramente una frase, prima che il capovillaggio, nel frattempo accorso a placare gli animi, li facesse tacere: "Forse anche lei è un demone!"

    Qualunque fosse stata la reazione della kunoichi, l'anziano rappresentante della comunità fu lesto a frapporsi tra lei e i suoi concittadini, per i quali chiese perdono. Onorevoli signore, abbiate pietà di noi. Siamo semplici contadini, non abbiamo mai fatto del male a nessuno... Si asciugò la tempia, imperlata di sudore, con la manica della stretta tunica bruna che indossava. Incaricherò uno dei nostri ragazzi di guidarvi fino al luogo della cerimonia. E, prima ancora che le due potessero aprir bocca, gridò a gran voce il nome del giovane, il quale, sgomitando, si fece strada tra gli astanti posizionandosi di fianco al vecchio. Tetsumaru vi mostrerà la strada, ma sappiate che noi non abbiamo nulla a che fare con quanto sta accadendo lassù. Sebbene, se avessero successo... Lasciò la frase in sospeso, muovendo in modo distratto la mano, come per cancellare le sue ultime parole. L'atteggiamento, comune a tutti i presenti probabilmente, era ambivalente: l'idea di compiere un sacrificio umano per aver salva la vita era ripugnante, ma la disperazione era tale che ogni strada andava ormai tentata. Avrebbero sopportato di essere giudicati, pur di avere la minima possibilità di salvare le proprie famiglie, soprattutto quando a sporcarsi le mani era qualcun altro.

    Tetsumaru, piuttosto alto per i suoi quattordici anni, le guardò con un'aria di superiorità che in realtà serviva a mascherare la sua preoccupazione. Era stato dato in pasto a due perfette sconosciute, una delle quali dotata di inquietanti occhi rossi, e doveva guidarle nel villaggio che ormai tutto il resto della vallata considerava maledetto. Si rese conto che, in fin dei conti, era anche lui un agnello sacrificale, o per lo meno sacrificabile. Raccolse tutto il suo coraggio e fece un passo avanti. Forse se avesse obbedito senza esitazione se la sarebbe cavata. Andiamo, coraggio, o arriverete tardi. Tutta quella sollecitudine non nasceva certo dal desiderio di salvare la vita di Harumi, che neanche conosceva in realtà, bensì la propria. Superando il crocchio che li circondava si inoltrò verso la strada che costeggiava il torrente, la più rapida per giungere a destinazione. Alle due ninja non restava che seguirlo, o lo avrebbero presto perso di vista. Quando furono ormai lontane, il vecchio capovillaggio tirò un sospiro di sollievo. Qualcun altro si sarebbe occupato di quella grana.

    Dopo una decina di minuti il ragazzo lasciò la via principale per prendere una "scorciatoia". In realtà non era più che un sentiero fra l'erba alta, percorso di rado da alcuni valligiani particolarmente intraprendenti o di fretta. Qualsiasi tentativo compiuto dalle fogliose di interagire con la loro guida si sarebbe scontrato con un gelido muro di silenzio o al massimo con cenni affermativi o negativi del capo. Alla fine, scostando i bassi rami di una paio di arbusti Tetsumaru si rivolse nuovamente alle sue compagne di viaggio. Eccoci arrivati. Si scostò leggermente, sempre trattenendo le fronde, per mettere alle due donne di dare un'occhiata. Dal loro punto d'osservazione non potevano vedere direttamente la piazza, coperta da alcune abitazioni, ma potevano comunque intravedere il chiarore del fuoco che si rifletteva sui tetti di paglia ed il fumo che si alzava verso il cielo nero. Nella quiete del bosco al cui limitare si trovavano giunse chiara la voce di un uomo, non più giovane ormai, che pronunciava frasi per loro prive di senso. Bene, io ho fatto la mia parte, ora lasciatemi andare. Detto ciò fuggì, allontanandosi dalla spaventosa presenza delle kunoichi di Konoha. In realtà, compiuto un semicerchio dietro agli alberi, si arrestò dietro i graticci di vimini che partivano da una delle case più discoste. In fin dei conti avrebbe potuto dare un'occhiata al rito, visto che ormai era lì. Curioso si avvicinò, fuori dalla portata dei sensi delle due ragazze, che avevano d'altronde altro a cui pensare. Un grido, appartenente ad una voce femminile, squarciò l'aria. Qualsiasi cosa intedessero fare, dovevano farla in fretta.

    Il cerimoniale preparatorio sembrava essere giunto al termine. L'uomo che lo guidava, brandendo la torcia, diede il segnale ai suoi due aiutanti con un deciso cenno del capo. All'unisono, i contadini presero Harumi, uno per parte, sotto le ascelle, sollevandola da terra. Ciò la riscosse dallo stato catatonico in cui sembrava essere caduta. Come rendendosi per la prima volta di dove si trovava, la ragazza iniziò a guardarsi intorno, voltandosi con violenti scatti da una parte all'altra. Chiunque fissasse quello abbassava lo sguardo, incapace di sostenere i suoi occhi spiritati per la mancanza di sonno e di cibo, per il dolore e per il terrore della fine orribile che l'attendeva. Solo pochi minuti prima sembrava decisa ad accettare il proprio destino, quello di morire per quella gente, stufa di lottare. Tuttavia, da una parte del proprio spirito a lei sconosciuta, percepì chiara una sola parola: "vivi". Prima piano, poi più forte, come se qualcuno le stesse gridando direttamente dentro il cervello. Lei doveva vivere. Se per gli abitanti del villaggio l'unica speranza di salvezza era riposta nel suo sacrificio, allora potevano benissimo morire tutti per lei. Non una sola delle persone presenti aveva provato a difenderla, nessuno di loro l'aveva mai accettata. Gli unici che le avevano voluto bene ormai non c'erano più. Sua madre era morta. I suoi genitori adottivi erano morti. Era rimasta sola al mondo, sola e odiata. Ma questo non voleva dire che la sua vita doveva avere termine quel giorno, non in quel modo tanto insensato.

    Con energie che non sapeva di possedere, prese a strattonarsi con forza nel futile tentativo di liberarsi dalla stretta dei suoi aguzzini. Un misto di istinto di conservazione e disperazione la portarono a sgomitare, scalciare, perfino mordere, ma i due uomini, sebbene infastiditi, non mollarono la presa. Dal pubblico, ipnotizzato dai sui suoi vani sforzi, più d'uno mormorò che la poveretta era posseduta. Nel frattempo l'uomo con la torcia aveva dato fuoco alle stoppie più basse, le quali iniziarono in pochi secondi a crepitare, avvolte dalle fiamme. Riponendo il legno incandescente, prese una corda di canapa, simile a quelle usate nei templi, sui cui erano stati eseguiti dei nodi ad intervalli regolari, uno per ogni spirito da invocare per quel rito. E' inutile che ti disperi, avresti dovuto pensarci prima di portare la disgrazia sopra in nostro villaggio, demone! Morte hai sparso, e morte avrai. Si fece avanti, pronto a legare la fanciulla per poterla infine gettare sul rogo. Harumi tentò di reagire, ma i due tirapiedi l'avevano ora completamente immobilizzata. Disperata, fece l'ultima cosa che le restava, sebbene lontanissima dalla sua indole. Sputò in faccia all'uomo che voleva prendere la sua vita, il quale in tutta risposta le mollò un manrovescio sul viso. Piccola serpe, hai finito di fare tanto il gradasso. La tua ora è giunta. Iniziò a passare la corda intorno alle braccia e al busto della ragazza, che prese a gridare con tutta la voce che aveva in corpo. Diversi corvi, che da giorni banchettavano con i cadaveri dell'epidemia, si alzarono in volo dai tetti di paglia delle case, mentre anche l'ultimo scorcio di cielo veniva coperto da nubi oscure, cariche di pioggia e di sventura.
     
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    Dracarys

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    Akuma

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    Pensato
    Parlato




    Le parole sussurrate di Ayuuki le fecero capire quanto la sua reazione fosse esagerata, e la ragazza disattivò velocemente lo sharingan facendo un lungo respiro per calmarsi Scusami...hai ragione le sussurrò in risposta tornando composta, almeno in apparenza: chiunque la conoscesse abbastanza bene avrebbe potuto notare quanto in realtà fosse agitata ed imbestialita per la situazione, poteva chiaramente sentire la rabbia montare nel suo petto.
    Da quando aveva risvegliato la sua innata le capitava sempre più spesso di perdere la compostezza che tanto la contraddistingueva e più di una volta presa dall'ira si era trovata ad attivare lo sharingan inconsciamente, anche se non si trattava di quel caso. Qualunque fosse la ragione di quel suo particolare stato emotivo la cosa cominciava in parte a preoccuparle, e decise che il prima possibile avrebbe dovuto parlarne con qualche membro del suo clan più esperto di lei.

    La Fuyutsuki aveva ragione, dovevano mostrarsi più furbe di loro, e dal suo punto di vista non sarebbe stato particolarmente difficile visto che quella gente pensava che con un sacrificio si potesse esorcizzare la malasorte che pensavano averli colpiti. Annuendo alle sue parole si allontanò di qualche metro coprendosi alla vista dei contadini mentre la compagna cercava di tranquillizzarli , richiamando con un fischio entrambi i lupi che arrivarono di corsa dopo meno di un minuto Tsume, corri all'accampamento per informare i nostri superiori del nostro cambio di programma e del perché, sono sicura che capiranno, non appena avrai riferito il messaggio torna qui. Kiba, tu continua le perlustrazioni della zona mentre noi ci occupiamo di questa faccenda, in caso di qualsiasi problema avvisami entrambi i cuccioli annuirono alle parole dell'Uchiha, allontanandosi velocemente.
    Kairi tornò poi al fianco di Ayuuki, appena in tempo per sentire sussurrare gli abitanti, che si stavano domandando se lei stessa fosse un demone. Fu quel "anche lei" a farle intuire come la persona che stava per essere sacrificata fosse considerata tale, e questo non poté che fare aumentare ancora di più l'ira che provava ma questa volta fu ben attenta a non mostrarla, anche se strinse i pugni tanto da sentire le unghie infilarsi nei palmi Stupidi folli...forse stanno mettendo sul rogo una persona il cui unico peccato potrebbe essere quello di essere dotata di un'innata simile alla mia...

    Aveva già visto una scena simile durante la sua prima missione, quando era ancora una studentessa ed un pazzo fanatico aveva cercato di mettere al rogo una ragazza con la sola colpa di essere una Yamanaka, e quella situazione le sembrava terribilmente uguale: non riusciva a capire come quegli uomini potessero concepire ed accettare una simile cosa, dal suo punto di vista neppure la disperazione era una giustificazione sufficiente.
    In un modo o nell'altro il suo tentativo di spaventarli aveva avuto il giusto effetto, ed il capo-villaggio offrì loro una guida per condurle al luogo della cerimonia, un ragazzo poco più piccolo di lui. Fece finta di non sentire le ultime parole pronunciate dall'anziano riguardante un'eventuale successo del sacrificio, e fu costretta a distogliere lo sguardo ed a chiudere le palpebre per evitare che lo sharingan si attivasse nuovamente.
    Fece un ulteriore lungo sospiro per tranquillizzarsi ancora una volta per poi riaprire gli occhi, carbone come suo solito, ma decise tuttavia di rimanere in silenzio e lasciare che fosse Ayuuki a parlare non essendo nel giusto stato psicologico per essere abbastanza diplomatica. Quando Tetsumaru disse loro di seguirle si limito ad un cenno del capo, e per tutto il tragitto non disse nulla.

    Raggiunto il luogo del sacrificio il bagliore del fuoco fu la conferma di quelli che erano i pensieri dell'Uchiha, che rivolse alla compagna uno sguardo di urgenza non appena il ragazzo si allontanò Dobbiamo muoverci velocemente o non ci sarà più nessuno da salvare fra poco assieme alla genin poi si sarebbe diretta verso la piazza in cui stava avvenendo la cerimonia, facendo ben attenzione a non farsi notare da nessuno: fortunatamente tutti gli abitanti sembravano raggruppati attorno al luogo del sacrificio, e la cosa non fu particolarmente difficile.
    Continuando a nascondersi dietro una delle abitazioni adiacenti al luogo del sacrificio poté finalmente vedere di cosa si trattava: un paio di uomini stavano strattonando una ragazzina più piccola di lei, mentre un'altro aveva appena dato fuoco ad una pira e stava pronunciando parole deliranti
    E' inutile che ti disperi, avresti dovuto pensarci prima di portare la disgrazia sopra in nostro villaggio, demone! Morte hai sparso, e morte avrai.
    Disgustata dalla scena si rivolse ad Ayuuki, sperando che concordasse con quella che era la sua idea Io penserò a distrarli se sei d'accordo ho già un'idea, nel frattempo tu occupati della ragazza e salvala da quei folli. Possiamo ritrovarci nel boschetto a qualche chilometro a sud da qui, quello che abbiamo perlustrato poco fa prima di vedere il fumo. Non appena sarò sicura di aver seminato tutti tornerò da te, non dovrebbe essere difficile lasciarmi alle spalle dei semplici contadini. Un appunto importante, quando spalancherò le braccia distogli lo sguardo da me, proverò a distrarli con un genjutsu e non voglio tu ne cada vittima per sbaglio disse, e non appena ricevuta l'approvazione da parte della genin veterana ed eventuali altre direttive sul luogo dell'incontro che nel caso avrebbe seguito, cominciò ad accumulare il chakra sotto le piante dei piedi per iniziare il diversivo che aveva in mente.

    Sfruttando il chakra repulsivo che aveva appreso durante il suo viaggio a suna, saltòSalto Repulsivo
    Arte: L'utilizzatore è in grado di aumentare (x1.5) l'altezza e lunghezza del proprio salto.
    (Consumo: ½ Basso extra)
    [Da Genin in su]
    verso l'alto, ricadendo dopo pochi istanti dietro agli uomini e davanti al rogo, in bella vista davanti a tutti i presenti nella piazza. I sussurri dei contadini che avevano incontrato poco prima ed i deliri dell'uomo le avevano fatto venire in mente una distrazione che riteneva essere perfetta per quella massa di creduloni, distrazione che era dal suo punto di vista un buon connubio fra la sua idea di spaventare la folla ed il consiglio riguardante l'utilizzare la furbizia di Ayuuki.
    Demoni? Voi non sapete neppure cosa sia un demone esclamò alzandosi ed osservando tutti i presenti con gli occhi ancora carbone, iniziando la sua recita e facendo attenzione a posizionarsi esattamente davanti alla pira, in maniera tale da risultare un'ostacolo per gli uomini ed al contempo attuare la sua strategia.
    Continuò ad osservare tutti i presenti e solo quando fu sicura di avere l'attenzione di tutti attivò lo sharingan con uno sguardo che di rassicurante aveva ben poco.

    57fe705e57e08


    Non dovreste giocare con forze che non siete in grado di gestire, voi non avete un'idea di cosa sia in grado di fare un vero demone. Ciò che vedrete ora non è che un'assaggio
    Sperando che la recita fosse sufficiente per spaventare dei contadini che non sapevano assolutamente nulla delle arti degli shinobi, spalancò le braccia con fare scenografico avvisando in questo modo la compagna ed attivando al tempo stesso il suo genjutsuIllusione Accecante
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'illusione si attiva se osservato l'utilizzatore e presente entro 9 metri da esso. Le vittime vedranno generarsi alle spalle dell'utilizzatore una luce intensa che renderà Accecate le vittime per 1 round oppure finché non subito un attacco. L'efficacia è pari a 10.
    Tipo: Genjutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Medio )
    [Da studente in su]
    : sua intenzione era quella di far credere a coloro che aveva davanti che la luce accecante fosse spriogionata dal fuoco alle sue spalle che stava rispondendo al suo comando. Sperava di far gioco sulla paura creata dalla sua entrata in scena e dal suo sharingan ed allo stesso tempo sulla loro superstizione.

    Non appena Ayuuki si fosse mossa ed avesse cercato di prelevare la ragazza per mantenere la sua recita ed al contempo coprire la sua fuga e quella della compagna avrebbe tirato fuori un fumogenoFumogeno [Bomba]
    Piccoli esplosivi che creano una nube di fumo che si dirada dopo 1 round, se utilizzato in un ambiente aperto, dopo 3 post, se in un ambiente chiuso. Zone fortemente areate diminuiranno l'efficacia dell'esplosivo. Concede Occultamento Parziale entro 4,5 metri dal punto d' impatto.
    Tipo: Speciale-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 50)
    , che avrebbe poi lanciato nel fuoco. Avrebbe infine sfruttato il fumo creatosi per allontanarsi a tutta velocità dalla zona, prendendo però una via diversa da quella di Ayuuki in maniera tale da dividere eventuali inseguitori, nascondendosi fra le abitazioni durante la sua corsa. Solo una volta sicura di non essere seguita si sarebbe infine diretta verso il luogo di incontro concordato con la compagna.


    Kairi Uchiha - Riassunto Round

    Vitalità: 12/12 Leggere
    Ferite: -

    Chakra: 27.5/30 Bassi
    Consumi: 0.5 per chakra repulsivo, 3 per illusione accecante
      Slot Difesa 1: -
      Slot Difesa 2: -
      Slot Difesa 3: -
      Slot Azione 1: - Salto 6 metri
      Slot Azione 2: -
      Slot Azione 3: -
      Slot tecnica 1: - Illusione Accecante
      Slot tecnica 2: -

    NOTE: -

     
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  6. **Kat**
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    II ~ Il Rogo: Il Demone e la Salvatrice


    A

    veva confidato troppo nell’atteggiamento stoico degli Uchiha. Di solito Atasuke-sama non lasciava trasparire nessuna emozione, davvero poche volte lo aveva visto perdere la calma nella quotidianità del Karyuuken. Quindi si aspettava un comportamento analogo da Kairi-chan, che forse per inesperienza, si era imposta contro un popolo timorato dai Kami manifestando anche il suo Doujutsu. Insomma mostrare occhi scarlatti davanti ad una platea di persone decimate da uno sconosciuto Male e pronte a sacrificare qualcuno per debellarlo non era stata una mossa intelligente. Dovevano lavorare sul temperamento dell’Uchiha e la Fuyutsuki intervenne subito per tranquillizzarla e non far degenerare la già precaria situazione. Una folla inferocita e spaventata poteva assaltarle da un momento all’altro e la loro missione non era gettare scompiglio in un villaggio di contadini. Notò la diffidenza ed il timore crescere nei loro occhi ed le sue orecchie vennero raggiunte da una sottile accusa nei confronti della sua compagna di Team.
    Kairi-chan riuscì a ritrovare dentro di sé uno stato di apparente calma, anche se era ancora tesa come la corda di un violino, e smistò i compiti ai suoi cuccioli di Lupo. Avere delle evocazioni era molto utile ed annuì con un sorriso non appena le due creature furono lontane.
    Fortunatamente furono raggiunte dal Capo-Villaggio che sembrava più ragionevole dei suoi concittadini. Mentre il gruppo di persone che si era raccolto intorno a loro manifestava terrore e paura, il più saggio ed anziano di loro provò a mediare con le due Ninja. Anzi chiamò un ragazzo della comunità per accompagnarle nel luogo della cerimonia. - Va bene. - Annuì con un sorriso. - La ringrazio per la vostra disponibilità! Cercheremo di aiutarvi in ogni caso. - Come Kunoichi praticante delle Arti mediche non poteva abbandonare un Villaggio in preda ad un’epidemia che con un minimo di conoscenza poteva essere facilmente debellata. Sperava di parlare con qualcuno o poter analizzare i sintomi della malattia per risalire all’agente eziologico ed offrire una cura efficacie. Non era la prima volta che si trovava immischiata in una missione umanitaria con fanatici religiosi e pestilenze. - Sayounara! - Ormai il Capo-Villaggio e la timorosa folla si allontanavano alle loro spalle. La Fuyutsuki e l’Uchiha stavano seguirono la giovane guida.
    Il quattordicenne era piuttosto alto e celava dietro quell’atteggiamento schivo e di superiorità forse lo stesso conflitto interiore che affliggeva i cittadini del posto. Continuare a vedere i propri cari morire? Oppure macchiarsi di omicidio? In questo caso il fanatismo religioso era stato alimentato dalla disperazione. Tetsumaru non si rivelò un buon compagno di viaggio. Rispose ad ogni domanda con cenni della testa. I primi tentativi della Fuyutsuki nel stabilire un dialogo per raccogliere quante più informazioni possibili furono accolte con freddezza e silenzio. Quindi la Kunoichi dovette arrendersi e proseguire in un muto silenzio. Percorsero una stradina che costeggiava il fiume e pian piano passarono ad uno ad uno i vari Villaggi della Valle. Ognuno sembrava la macabra fotocopia dell’altro. Desolato, con cumuli di cadaveri ed alte pire per epurare la malsana aria di pestilenza.
    Dopo più di dieci minuti di cammino tra viali battuti dalla terra ed erba alta raggiunsero l’ultimo villaggio della vallata. Il bagliore del fuoco si rifletteva nei tetti delle abitazioni di paglia ed una nutrita folla sembrava osservare speranzosa e terrorizzata il sacrificio umano. Da quella posizione non riuscivano a scorgere minimamente la piazza per la presenza di alcune casupole. Tetsumaru si congedò. - Arigatou! - Lo ringraziò prima che si sottraesse ai suoi sensi. Un urlo femminile e il mormorare di una rauca voce di strane formule o deliri mise in allerta la Fuyutsuki. Era il momento di agire. Lanciò un’occhiata all’Uchiha. - Appostiamoci dietro quel muro! - Indicò un’abitazione con un tetto di legno e paglia. Sicuramente le loro capacità furtive da Kunoichi e le alte mura potevano offrire un buon riparo. - Seguimi. - Un sussurro prima di scattare con rapidità verso le stradine del villaggio e nascondersi dietro ad un parete che dava verso la piazzetta. Si preoccupò di non fare alcuno rumore, trattenendo anche il fiato. Anche perché ciò che i suoi occhi erano costretti a vedere era raccapricciante, insensato ed assurdo.
    Una fragile ed innocente ragazza, forse poco più piccola di lei, era stata additata come l’unica responsabile della pestilenza che aveva decimato la popolazione della Valle. La fanciulla riportava diverse escoriazioni e ferite sul corpo, probabilmente le avevano fatto espiare colpe non sue prime di metterla a rogo per donarle una delle più brutte ed atroci morti. Sembrava denutrita. Era in uno stato pietoso, tanto che tutti i suoi tentativi di divincolarsi dalle forti braccia dei contadini furono inutili. Riuscì solo a sputare contro il suo aguzzino, quello che sembrava il Capo spirituale di quella comunità. - … - Era il momento di agire. Non potevano aspettare oltre, anche perché la ragazza era stata immobilizzata e la pira alimentata per avvolgere le sue innocenti e pallide carni. Stavolta l’Uchiha optò per una strategia rischiosa ma sensata. Una delle due doveva diventare l’esca per quei fanatici religiosi, anche perché non avevano tempo per la diplomazia. - Confido nel tuo diversivo.. Kairi-chan! - Le erano state fornite abbastanza informazioni in Amministrazione sulle capacità dell’Uchiha. Sicuramente poteva creare qualcosa con le sue Genjutsu. Alla Kunoichi non restava che fidarsi di lei, anche perché non avevano più il tempo materiale per negoziare o interrompere il rito. Sarebbe stato da folli interromperlo a questo punto. Rischiavano di essere coinvolte in prima persona.
    Dopo aver concordato un punto di ritrovo lasciò che fosse l’Uchiha la prima ad entrare in azione. Si nascose dietro alla parete chiedendo gli occhi come le era stato indicato per non cadere nel suo Genjutsu. Approfittando del caos creato dalla compagna di Team, compose il sigillo della Tigre sulle sue mani e Chakra che provò ad irrorare ogni cellula muscolare del suo corpo, soprattutto degli arti inferiori. In pochi istanti i muscoli del suo corpo furono pronti a sostenere un immenso sforzo fisico, pronti a rendersi impercettibile ai sensi della folla per raggiungere con un ripidissimo movimento accelerato la povera vittima sacrificale
    [Slot Tecnica][Attacco Improvviso - Consumo: MedioBasso]. Rapidamente cercò di evitare con estrema agilità ogni persona che le si parava davanti per evitare di urtarla e rendere quanto più furtiva e fulminea la sua corsa verso la pira di fuoco. Contemporaneamente alla corsa con le mani ancora libere aprì la zip della sua tuta e la sfilò dalle maniche con estrema rapidità. Quella era la sua unica protezione contro le fiamme. Non appena raggiunse la base della pira provò a soffocare le fiamme o almeno creare correnti d’aria per creare un varco in quel muro di fuoco che si avvicinava pericolosamente alla ragazza. Senza curarsi di eventuali bruciature, fortunatamente possedeva una buona resistenza fisica, provò a raggiungere la fanciulla nella pira.
    Strinse i denti non appena percepì il dolore[Danni - Bruciatura lieve alla guancia sinistra e Bruciatura lieve alla coscia sinistra: 2 Leggere] delle fiamme, che nonostante le protezioni, era riusciti a lambire le zone scoperte. Ma in quel momento la priorità restava la ragazza distesa su quella pira. - Stai tranquilla. Ti porterò in salvo! - Sussurrò quelle parole, qualora la fanciulla non aveva perso i sensi per i fumi della combustione o per il terrore. Estrasse un KunaiKunai [Distanza]
    Piccoli pugnali a lama quadrangolare, affilati sui due angoli stretti; alla fine dell'impugnatura (grande appena per una mano) si trova un buco, per permettere di utilizzarli con fili o in combinazione con altre armi. I kunai hanno gittata pari a 15 metri. Possono essere utilizzati anche come AdCC.
    Tipo: Da Lancio/Lama-Taglio/Perforazione
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 8 | Durezza: 3 | Crediti: 10)
    per poter liberarle i polsi e la caviglie, ed eventualmente separarla da qualche sostegno posto in verticale per tenerla ben salda alla sua trappola mortale. Fiduciosa che Kairi-chan stava provvedendo al diversivo, accumulò un po’ di Chakra nella sua delle scarpe per ampliare la distanza del suo salto[Nota: Salto Repulsivo - Consumo: 1/2 Basso - Altezza salto: 12 m - Lunghezza salto: 36 m] ed atterrare direttamente su una casupola alle spalle del rogo. Utilizzò il Chakra repulsivo Salto Repulsivo
    Arte: L'utilizzatore è in grado di aumentare (x1.5) l'altezza e lunghezza del proprio salto.
    (Consumo: ½ Basso extra)
    [Da Genin in su]
    per fuggire da quell’inferno di fiamme, anche se dovette con la mano libera, quella che non sorreggeva la ragazza, coprire le vie aeree per non essere intossicata dai fumi della combustione. *Coff-Coff* Dopo essersi concessa un secondo di pausa per riprendere fiato la Fuyutsuki provò ad uscire da quel Villaggio saltando di casupola in casupola ed addentrarsi prima nella Vallata e poi nella fitta boscaglia a Sud. Era certa che in un modo o nell’altro Kairi-chan l’avrebbe raggiunta. - È tutto finito. - Sussurrò prima di cercare un “nascondiglio” adatto per riposarsi e permettere alla ragazza di riprendersi dallo Shock. Non capitava tutti i giorni di essere accusata di stregoneria, legata al rogo ed essere salvata improvvisamente da una sconosciuta.



    Statistiche ~
    Forza ~ 600
    Velocità ~ 600
    Riflessi ~ 600
    Resistenza ~ 600

    Agilità ~ 600
    Precisione ~ 600
    Concentrazione ~ 675
    Intuito ~ 600

    Movimento ~ 24m/slot
    Salti ~ 8metri
    Percezione ~ 9
    Furtività ~ 0

    Chakra ~ 77,5/80 Bassi
    Vitalità ~ 16/18 Leggere
    En. Vitale ~ 28/30 Leggere - Lieve bruciatura guancia sinistra e Lieve bruciatura coscia sinistra.

    Tempistica ~
    Slot Azione ~ -
    Slot Difesa ~ -
    Slot Tecnica ~ Attacco Improvviso
    Slot Gratuito ~ Estrazione Kunai

    Tecniche ~ Attacco Improvviso - Kyuu Batsu
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può aumentare la rapidità dei movimenti nel round rendendosi impercettibile finché non attacca. La distanza minima di percezione avversaria è azzerata e l'utilizzatore è considerato sotto copertura parziale.

    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso )
    [Da studente in su]


    Off ~ Nulla da segnalare! :3

     
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    Magistra Vitae

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    La nascita di una kunoichi

    Post iii ~ Fine e principio



    Quando l'Uchiha, con un balzo acrobatico, si frappose tra la comunità riunita per compiere il sacrificio e il fuoco, esattamente sopra di lei un lampo saettò tra le nubi, seguito un istante dopo da un fragoroso tuono. Per i credenti quello era senza dubbio un messaggio dei kami, ma, come tipico dei segni divini, si prestava ad interpretazioni diverse e ognuno lo interpretava a suo modo, scorgendovi ciò che vi si voleva vedere. Per abitanti del villaggio, ad esempio, il rombo confermava la parole che la ragazza stava pronunciando. Un diavolo, un vero diavolo, era tra loro. Se prima erano spaventati, ma saldi nella convinzione che la strega fosse ormai inoffensiva, ora erano terrorizzati. Invano l'uomo con il bastone cercò di scuoterli, uno dopo l'altro lasciarono cadere le proprie armi, attrezzi agricoli per lo più, arretrando. Solo i mostri dei loro racconti avevano occhi rossi come quelli. Codardi! Restate ai vostri posti e... Prima che il folle potesse concludere la frase una luce accecante privò tutti i presenti della vista, compresa Harumi che, avendo le mani legate, non potè proteggersi gli occhi. I contadini, convinti che stesse per divorarli, si diedero alla fuga brancolando nel buio, e sbattendo gli uni contro gli altri o contro le pareti delle abitazioni. Le stesse guardie della vittima sacrificale la lasciarono andare, allontanandosi da lei privi del senso della vista. Ayuuki ebbe gioco facile, nonostante dovesse passare a ridosso del rogo cui la ragazza stava venendo condotta, nel liberarla, prendendola con sé. Harumi non rispose, non comprendeva cosa stava accadendo ed il suo fisico era ormai al limite. Coperte dal fumogeno, le due kunoichi si poterono allontanare dal villaggio indisturbate, ma ad un certo punto la Fuyutsuki sarebbe stata costretta a prendere in braccio la fanciulla da loro salvata. Esaurito il proprio ciclo, l'adrenalina stava scemando, togliendole l'ultimo sostegno che le rimaneva. Gradualmente, socchiuse gli occhi, perdendo i sensi. Le due genin della Foglia, portando con loro la ragazzina svenuta, si sarebbero inoltrate senza problemi nei boschi che ricoprivano i due versanti montani della vallata, coperte dalla vegetazione e dai tuoni sempre più frequenti. Al termine del salvataggio il cielo, quasi avesse aspettato intenzionalmente quel momento, lasciò cadere il suo carico d'acqua tanto a lungo trattenuto. La pioggia torrenziale estinse il rogo nella piazza del villaggio in pochi minuti, come a segnare la conclusione di quella vicenda, il cui triste epilogo era stato evitato per un soffio dalle due ninja.

    Il lupo inviato da Kairi raggiunse rapido l'Accampamento mentre le due kunoichi erano impegnate nel salvataggio. Nessuno degli shinobi di guardia parve sorprendersi, in fin dei conti erano veterani abituati a cose ben più improbabili. Uno di loro guidò l'animale fino alla tenda del supervisore, in quel momento intento a leggere i dispacci inviati dalle altre squadre. Attese che riferisse il suo messaggio, prima di afferrare un pezzo di carta sul quale iniziò rapidamente a scrivere alcune righe. D'accordo, sposteremo il giro delle altre pattuglie in modo che coprano anche la loro area. Sei giunto proprio al momento opportuno, ho un altro incarico da assegnare alla squadra della tua evocatrice. Ecco tieni. Chiuse il documento in un plico e lo fissò con una corda sottile al collo della creatura, parzialmente occultato sotto il folto pelo. Torna da loro e consegna il messaggio, svelto. Lo shinobi si risiedette dietro la scrivania, chiamando a gran voce il suo attendente perché gli portasse tre falchi messaggeri, mentre veloce vergava nuove istruzioni per gli altri gruppi. Il colloquio era evidentemente terminato, e a Tsume non restava che rimettersi in marcia.

    Il lupo, salvo imprevisti, avrebbe probabilmente intercettato le due kunoichi con il loro fardello nei boschi della vallata, facendo intendere a Kairi l'esito della sua missione. Se la ragazza avesse aperto il piccolo contenitore in cuoio, estraendone il messaggio vi avrebbe letto i nuovi compiti assegnati dal quartier generale, espressi in un linguaggio piuttosto conciso e privo di fronzoli.

    CITAZIONE
    Team 4, abbandonare incarico di perlustrazione e portarsi nella città monastero di Kioko. Rinforzare la guarnigione della località fino a nuovo ordine. Permesso di utilizzare i piccioni viaggiatori in caso di necessità. Livello di autorità 3.

    Seguiva la firma del capomissione. Con un'autorizzazione di grado 3 potevano agire indisturbate senza che altri ninja accademici dessero loro fastidio, ma al contempo non potevano rilevare il comando della forza presente, che rimaneva autonoma. Ognuno per la sua strada insomma. La città monastero di Kioko era segnalata sulle mappe che avevano studiato in vista della missione e situa ad una quindicina di chilometri dal luogo in cui si trovavano, quindi avrebbero dovuto viaggiare per parecchio tempo sotto la pioggia battente, che non accennava a diminuire, portandosi dietro la ragazza ancora priva di sensi. D'altronde gli ordini erano ordini, ed erano state fortunate che al comando non avessero fatto storie per la loro deviazione imprevista, o ancora peggio le avessero richiamate al campo. Giustificare la presenza di una civile sarebbe stato problematico, vista la delicatezza dell'operazione che si andava ad intraprendere entro il Paese del Ferro.

    Giunsero in vista della cittadella mentre la luce del sole, già scarsa a casa delle nubi, iniziava a diminuire sensibilmente. Le giornate si stavano accorciando con l'avanzare della brutta stagione e presto avrebbe fatto buio. L'abitato non meritava di certo l'appellativo di città, con il quale solitamente vi ci si riferiva, ma le fortificazioni erano ben tenute e guardate a vista. Il complesso si sviluppava prevalentemente in verticale su una costa rocciosa, il cui lato est dava a strapiombo su profondo torrente dalle acque rapide. Poco più a sud, come indicato dalle carte, avrebbero trovato un ponte di legno, presidiato da alcuni bonzi dalle tuniche arancioni e la testa rasata. I religiosi stavano sotto l'acqua senza scomporsi minimamente, ed impugnavano delle minacciose naginate. Le fermarono come di prassi, ma visti i loro lasciapassare non fecero storie, permettendo loro di guadare il fiume in sicurezza. Sull'altra sponda la strada iniziava a salire verso la cinta di fortificazioni più esterna, dove dovettero sottoporsi ad un nuovo controllo. Alla porta, insieme ai monaci, si trovavano due shinobi del Suono, probabilmente reclute inviate a farsi le ossa come guarnigione. Il luogo era strategico per il Paese delle Risaie, che aveva stretto un accordo con il monastero che sorgeva sulla sommità per un reciproco tornaconto. Le tre ragazze furono fatte accomodare in una stanza nella zona bassa dell'abitato adibita a foresteria per gli ospiti, da un monaco dalla pancia flaccida. L'edificio era ridossato alle mura ed ospitava altri viaggiatori, che avrebbero potuto incontrare nella mensa comune dove veniva servito a tutti un piatto caldo di minestra e del pane. Nella struttura era inoltre situato un bagno con acqua calda riservato alle donne, su cui vegliava una giovane novizia. Il bonzo dall'aria pacifica fece loro sapere che avrebbero ottenuto udienza l'indomani alle prime luci dell'alba, chiudendo così la questione. Si raccomandò inoltre che non si avventurassero da sole nella città, perché di notte vigeva un serrato coprifuoco, sia per la rigidità delle regole monastiche che per motivi di sicurezza adottati dai militari. Si congedò unendo le mani e chinando appena il capo, lasciandole al loro riposo.

    Harumi si trovava in mezzo ad un prato a lei ignoto. Alzò gli occhi verso il cielo, ma la luce del sole la accecò e dovette schermarsi il viso con una mano. Tutto intorno a lei era silenzio. All'improvviso, da dietro di lei, udì una voce. ~Harumi...~ Le sembrava in qualche modo familiare. Si voltò a fatica, come se il suo corpo le obbedisse a fatica. Nulla. Di nuovo la voce, questa volta proveniente da un altro punto. ~Harumi...~ Faticava a mettere a fuoco, come se lentamente il prato stesse scomparendo nella luce. La giovane, sempre più a fatica, si girò cercandone la fonte, ma ormai non distingueva che a pochi metri da sé. ~Harumi...~ Per l'ennesima volta, con uno sforzo immane, ruotò il capo. L'ombra di un volto, simile a lei, eppure impercettibilmente diversa, le si parò davanti. ~Harumi!~ La ragazza gridò, spaventata a morte. Poi aprì gli occhi.

    La prima cosa che vide fu il soffitto scrostato sopra di lei. La mano accarezzò il materasso ripieno di paglia su cui era adagiata. La fronte era imperlata di sudore per la febbre alta che l'attanagliava ormai da ore, le labbra screpolate, la gola secca. Se le due kunoichi si fossero avvicinate al suo capezzale avrebbe faticato a mettere a fuoco le loro figure. Si sentiva stanca come mai in vita sua, appena capace di respirare. Tuttavia, con uno sforzo di volontà estremo, trovò la voce sufficiente per rivolger loro la parola. Dove sono?
     
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    Parlato


    La sua idea sembrò avere il giusto effetto sugli abitanti del villaggio, ed anche il maltempo giocò un ruolo decisivo nella sua recita, grazie ad un fulmine arrivato con tempestività perfetta. Gli abitanti del villaggio dapprima terrorizzati rimasero accecati dal suo genjutsu, cominciando a fuggire ovunque, e Ayuuki riuscì in questo modo a salvare la ragazza senza intoppi. Le 3 si allontanarono in fretta senza essere inseguite.
    Perfetto, in questo modo non abbiamo fatto male a nessuno ed abbiamo salvato capre e cavoli. Anche se credo non riuscirò più a tornare in queste terre senza essere attaccata a vista... pensò fra sé e sé durante la fuga: era possibile che la storia del demone donna con gli occhi rossi si spargesse velocemente fra le terre di Oto ed il tutto avrebbe potuto causarle qualche problema in futuro, ma non visitava il paese delle risaie così spesso, la complicazione era relativa.
    La pioggia cominciò a cadere fitta durante il loro viaggio, e Kairi ringraziò se stessa per aver portato con sé il mantello da viaggio: tirò su il cappuccio per proteggere la testa ed il viso dall'acquazzone, ma girando il viso verso la compagna e la ragazza appena salvata si accorse di quanto queste ne fossero sprovviste invece. Continuando a correre se lo tolse, porgendolo ad Ayuuki ed indicandole con un cenno della testa la ragazza che portava in braccio Coprila con questo, così starà al caldo, noi siamo abituate ed addestrate a queste situazioni ma lei no. Appena troveremo un rifugio accenderò un fuoco e potremmo scaldarci...ah, quando sei troppo stanca puoi passarmi la ragazza e la porterò un po' io, anche se considerata la tua forza penso che non sarà necessario sorrise, continuando a correre al suo fianco fino a quando non raggiunsero il boschetto.

    Arrivate alla loro meta l'Uchiha cominciò a cercare un po' di legna per accendere il fuoco, affidando le eventuali cure mediche della ragazzina alla compagna, che sapeva essere esperta ed addestrata anche per quello. Non ebbe però il tempo di accendere nulla, mentre ancora stava raccogliendo la legna più asciutta che trovava, impresa piuttosto difficile visto l'acquazzone che penetrava anche dalle fitte fronde degli alberi boschivi, fu raggiunta da Tsume.
    Il lupo completamente bagnato non appena raggiunta la boscaglia protettiva si scrollò con foga, finendo con il bagnare ancora di più la sua malcapitata evocatrice ...grazie... esclamò scocciata e lanciandogli un'occhiata storta. I suoi vestiti avevano appena smesso di gocciolare ed eccola punto a capo.
    Scusa rispose il cucciolo con aria di sufficienza ed un tono che faceva intendere quanto in realtà non gli dispiacesse affatto Ho consegnato il messaggio al campo base e come supponevi hanno capito, ma in risposta mi hanno detto di lasciarti questo, sembra abbastanza importante disse, muovendo il collo e mostrando il rotolo di carta parzialmente coperto dal folto pelo.
    La ragazza prese il foglietto leggendolo velocemente Devo avvisare Ayuuki. Per favore avvisa Kiba e chiedile di tornare qui con un ululato, io ancora non sono in grado di comunicare a così grande distanza con lei. Non serve più che perlustri la zona, ma potrete esserci di aiuto durante il viaggio, lo trovo improbabile ma non escludo che qualcuno ci abbia seguito fino qui il lupo annuì, alzando poi la testa emettendo un lungo ululato, mentre la genin si apprestò a ritornare da Ayuuki. Non appena la raggiunse le porse il foglietto Cambio di programma, ci aspettano a Kioko. Sarà un viaggetto impegnativo considerato questo tempaccio e la ragazzina svenuta, ma non possiamo ancora una volta cambiare gli ordini ricevuti...lei come sta? domandò osservando la piccola svenuta.
    Kiba li raggiunse nel giro di qualche minuto, e non appena Kairi ebbe spiegato anche a lei la situazione ed Ayuuki fu pronta il gruppetto ripartì alla volta del monastero Come prima, nel caso tu avessi bisogno di un cambio per trasportarla non farti remore nel chiedere le ricordò ancora una volta prima di uscire nuovamente dal bosco sotto la pioggia battente: nonostante fosse allenata ed addestrata, temeva che il giorno dopo un bel raffreddore sarebbe stato inevitabile per lei.

    Il viaggio fu lungo e poco piacevole vista l'incessante pioggia, ed infine arrivarono al villaggio ove si trovava il tempio. Kairi era congelata, le punte delle mani e dei piedi quasi insensibili a causa del freddo, e non vedeva l'ora di potersi finalmente rifugiare all'interno di un qualsiasi edificio. Durante il tragitto aveva risposto a qualsiasi domanda le aveva posto Ayuuki, ma non ne aveva fatte a sua volta, troppo concentrata sul cercare di modulare il chakra all'interno del suo corpo per mantenere la sua temperatura il più stabile possibile, ed il parte il trucchetto l'aiutò.
    I monaci di guardia vedendo il lasciapassare non fecero troppe storie fortunatamente, e l'Uchiha provò una notevole stima nei loro confronti osservandoli impassibili sotto l'acqua scrosciante: una volta tornata a Konoha avrebbe potuto fare un'addestramento simile per migliorare la sua resistenza al freddo ed al bagnato.
    Fu ben lieta di poter finalmente entrare in una stanza asciutta, e ringraziò il monaco dal pancione per la grande ospitalità offerta. Salutò i due lupi poco prima di entrare, pensando che non fosse il caso di farli stare dentro assieme a lei e che potessero finalmente andarsi a riposare dopo il duro lavoro svolto: i monaci non avrebbero apprezzato la presenza di animali selvatici probabilmente nonostante fossero intelligenti quando loro, ed i due erano pur sempre cuccioli anche se grandi come lupi normali adulti, non voleva si sforzassero troppo. Quando l'uomo le lasciò sole la sua prima tentazione fu quella di raggiungere il bagno per potersi fare una doccia calda e mettere via gli abiti ad asciugare, ma sapeva bene quanto la priorità in quel momento fosse curare la ragazza appena salvata. Il mantello aveva fatto la sua parte tenendola al sicuro da buona parte delle intemperie, ma non si era ancora svegliata.
    Appena venne adagiata dal letto andò a prendere qualche telo per asciugare al meglio le zone in cui l'acqua aveva superato il mantello bagnandola, in seguito seguendo le istruzioni di Ayuuki prese un catino riempiendolo di acqua fredda, immergendo in esso un panno e cominciando a fare degli impacchi sulla fronte della ragazza.
    Fu in quel momento che quest'ultima aprì gli occhi, e con voce flebile domando dove si trovasse. L'Uchiha si sedette al suo fianco delicatamente, e parlò con il tono di voce più dolce e materno che conosceva, il suo stesso sguardo ammorbidito quasi stesse osservando una sorellina.
    Sei al sicuro, ben lontana da quel rogo. Io e la mia compagna ti abbiamo salvato da quei folli. Mi chiamo Kairi, è un piacere visto il risveglio della ragazza Ayuuki la incaricò di procurarsi del cibo, così l'Uchiha si allontanò dalla stanza per dirigersi verso le dispense dell'alloggio, dove avrebbe chiesto ai monaci qualcosa da mangiare per la ragazza e magari anche per loro, lasciando alla Fuuyutsuki eventuali cure mediche consapevole che la loro "ospite" fosse in buone mani.
    Ritornò dopo qualche minuto con una zuppa calda di patate e porri che i monaci stavano preparando per la cena e che le offrirono volentieri, assieme a qualche crostino che sarebbe potuto essere aggiunto a piacere. Si sedette nuovamente vicino alla ragazza facendole vedere il piatto, e l'avrebbe imboccata se questa si fosse mostrata troppo debole per mangiare da sola Puoi dirci il tuo nome? E come mai quegli uomini avevano deciso di usarti come sacrificio in quel modo? le parole dei contadini e i loro atteggiamenti nel guardare il suo sharingan le avevano fatto intuire parecchie cose, ma voleva sapere di cosa realmente fosse a conoscenza la ragazza.




    Edited by Kairi Uchiha - 14/10/2016, 17:57
     
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    III ~ Cambio di Programma: Accoglienza nel Monastero di Kioko


    I

    l diversivo dell’Uchiha le permise di passare inosservata e recuperare la presunta strega in pochi secondi. Un tuono, che forse preannunciava un temporale in arrivo, seguito dagli occhi scarlatti di Kairi-chan e dalla sua Illusione bastò a gettare nel caos e nel terrore gli abitanti del piccolo Villaggio della Valle. Solo il sacerdote, che stava offrendo ai Kami iracondi la vita di un’innocente, rimase fermo sulle proprie idee e provò a ricomporre l’ordine. Ma ormai tutti correvano verso le stradine adiacenti alla piazzetta, dove era stata allestito il rogo, per portarsi in salvo da quella donna dagli occhi rosso sangue. Quel colore era portatore di sventura e la storia di sofferenze e tragedie del Clan Uchiha molto spesso faceva sorgere spiacevoli pregiudizi anche negli Abitanti di Konohagakure no Sato.
    Per la Fuyutsuki quei occhi rossi erano solo un raro Doujutsu e nessun segno demoniaco, ma solo l’astuta strategia di una Kunoichi, che finalmente aveva scelto di utilizzare la testa. Un debole sorriso comparve sul volto della ragazza prima di buttarsi nella mischia e sfrecciando ad alta velocità tra la folla nel panico. Riportò qualche bruciatura, visto che si era buttata senza esitare nelle ardenti fiamme del rogo, pur di salvare la giovane vita di una fanciulla del Paese delle Risaie. In qual momento la vita di un’innocente era prioritaria, quindi non si fermò quando il fumogeno occultò la sua presenza tra le fiamme e saltò di tetto in tetto. Kairi-chan riuscì a raggiungerla quasi subito e si offrì di cedere il suo mantello per proteggere la ragazza. - Ottima idea! - Anche quella del fuoco, anche se sembrava in arrivo un bell’acquazzone. - Tranquilla… riesco a portarla da sola. È così denutrita che è un peso piuma per una Kunoichi ben allenata! Mi affido ai tuoi sensi. - Dopo un bel po’ di marcia, ignorando il lieve dolore all’arto sinistro, riuscirono a portare la ragazza in un fitto bosco ai lati della Vallata, verso Sud. Il cielo iniziò a scaricare sulla Vallata una pesante pioggia. A quanto pare la natura aveva deciso di coprire la loro fuga.
    Tirò un sospiro di sollievo. E mentre la compagna di Team si allontanò per cercare della legna, adagiò delicatamente la ragazza su un umidi prato, dove la fitta boscaglia diventava più rada. Iniziò a guardarsi intorno e si accertò che avessero trovato un buon nascondiglio. - … - Per prima cosa si accertò che la ragazza fosse ancora viva. Infatti adagiò l’orecchio destro sul torace per ascoltarne i battiti cardiaci, mentre lo sguardo rivolto verso il basso valutava i movimenti respiratori. La mano sinistra andò a posizionarsi nell’incavo del collo, nella zona antero-laterale in prossimità della cartilagine cricotiroidea, per valutare il polso carotideo. Era debole, ma c’era. Non era in pericolo di vita. Si accertò che le vie aeree fossero pervie e solo in un secondo momento, quando aveva valutato la stabilità dei parametri vitali, provvedete a richiudere le sue ferite. Il suo corpo era martoriato da ferite di ogni genere, quindi preferiva curarle con l’Hikariton per ottenere una guarigione più veloce e stimolare il suo sistema circolatorio del Chakra. Grazie alle sue conoscenze medicheConoscenza Medica (Base) [1]
    Conoscenza: L'utilizzatore può diagnosticare e trattare gli Status Leggeri; richiedono 3 slot azione/tecnica per eliminarli. Può eseguire interventi di pronto soccorso e medicare le ferite: l'entità della ferita medicata si ridurrà di 1/2 leggera ogni giorno. Possiede inoltre conoscenze anatomiche di base, potendo individuare con sicurezza la posizione degli organi interni, dei vasi e delle ossa.
    provò a guarire le ferite superficiali della ragazza. Per quelle più profonde, come dell’animo, non poteva fare nulla. Come si sarebbe sentita al suo risveglio? Condannata e ripudiata dai propri concittadini. Mentre la sua mente si perdeva in quei pensieri iniziò ad accumulare del Chakra lenitivo nei palmi delle mani, distanziando il contatto con le ferite visibili solo di pochi centimetri. L’Hikariton, una versione più pura del Chakra, iniziò ad accumularsi nei palmi e con perizia provò a stimolare la rigenerazione cellulare dei tessuti lesionati. Dove c’era una ferita grondante di sangue in pochi secondo il sangue coagulò e la ferita si richiuse. Impiegò parte del suo Chakra per guarire i tagli, le percosse ed i graffi che aveva sul corpo. Sfrutto lo “Shousen Jutsu” per diversi minuti
    [Slot Tecnica I e II][Tecnica delle Mani Curative x2 – Consumo: 2+2= 4 Bassi – Ferite curate: 2 Leggere + 2 Leggere = 4 Leggere].
    Purtroppo non c’era altro tempo da dedicare alle cure e quindi alle sue bruciature, visto che Kairi-chan la raggiunse con un messaggio proveniente direttamente dal quartiere centrale. C’erano ordini che andavano rispettati. Anzi erano già stati molto concessivi per questa piccola “deviazione”. - Suppongo che dovremo metterci per forza in cammino. - Le ferite della ragazza erano richiuse, o almeno buona parte di esse, quindi un viaggio poteva affrontarlo. - Non è in pericolo di vita. Deve solo riposare e ristabilirsi pian piano. Andiamo! - La destinazione era la città monastero di Kioko. Forse lì avrebbero trovato qualcuno che poteva prendersi cura della ragazza. Sicuramente non potevano costringerla ad abbandonare la propria terra Natia, anche se era stata costretta a sacrificarsi per essa.
    Fu un viaggio faticoso ed umido. Anche perché la Fuyutsuki dovette portare sulle sue spalle una ragazza completamente incosciente, mentre gli indumenti diventavano sempre più pesati per la pioggia. Ma fortunatamente era provvista di una poderosa forza fisica e di una resistenza senza eguali. Era molto più forte, almeno fisicamente, della maggior parte delle Kunoichi ed anche di molti Shinobi. Di certo con lei nessuno poteva affermare che le donne fossero il sesso debole. Si concesse qualche pausa lasciando la ragazza tra le braccia dell’Uchiha, per non raggiungere il proprio limite fisico. Il movimento preveniva l’ipotermia, anche se stavano viaggiando in condizioni difficili. Si offrì comunque di riprenderla dietro le spalle dopo pochi minuti di pausa. Lasciò a Kairi-chan il compito di guida, fino a raggiungere la cittadella fortificata. Non sembrava proprio una città, ma un monastero arroccato su una collina ed a strapiombo su un tortuoso fiume. La ragazza potè tirare finalmente un sospiro di sollievo. - Siamo arrivati! - Per guadare il fiume furono costrette a mostrare i documenti d’identificazione ed anche superato il primo ostacolo ci furono altri controlli da parte di Ninja del Suono. Sembravano abbastanza “normali”. Per ora nessuna stranezza, a parte la presenza di un monaco panciuto ed ossessionato dalla rigidità delle regole. Furono accolte con freddezza marziale ed allocate in una struttura adibita a foresteria. Non avevano molti confort, ma un letto ed un pasto caldo in una serata piovosa era già abbastanza. Tirò un sospiro di sollievo ed adagiò su uno dei letti la povera ragazza ancora svenuta, mentre Kairi-chan con premura l’asciugò.
    Nel frattempo la Fuyutsuki potè usufruire dei bagni, concedendosi una doccia calda, indossò qualcosa di asciutto ed obbligò l’Uchiha a seguire il suo esempio. - Devi prenderti cura prima di te stessa.. per poter poi aiutare gli altri. Vai a fare una doccia calda.. qui ci penso io! - E non voleva sentire repliche. Intanto ebbe anche il tempo di applicare una piccola lozione di aloe per dare sollievo alle sue ustioni. Le fasciò con garza sterile ed applicò una medicazione pulita per favorirne la guarigione.
    Era distratta dai suoi pensieri quando percepì alcuni movimenti nel letto. Lo sguardo saettò in direzione della ragazza. Solo in quel momento osservò con attenzione i suoi lineamenti del viso, il taglio degli occhi e la chioma corvina. Era una minuta ragazza, poco più piccola di lei. - Stà tranquilla. Sei in un posto sicuro! Mi chiamo Ayuuki. - Abbozzò un lieve sorriso avvicinandosi al letto. - Domani quando i Monaci di questa cittadella ci daranno udienza chiederemo se potrai rimanere qui o se preferisci ripartire da zero ad Otogakure no Sato. Ma ora non preoccuparti di questi pensieri… devi solo guarire e riposare! - Con una piccola ed impercettibile nota di dolcezza nella voce. Si prendeva cura dei suoi pazienti. Infatti quando provò ad adagiare la mano sulla fronte della ragazza notò che la temperatura corporea aveva avuto un sensibile rialzo. Aveva la febbre ed appariva debole ed indifesa in quel momento. - Kairi-chan.. per piacere procurati un catino d’acqua fredda ed un pezzo di stoffa. Bagnale un po’ la fronte mentre io preparo un preparato erboristico anti-febbrile! - A quanto pare quella “camminata” sotto la pioggia non le aveva fatto bene. Sembrava denutrita e le sue difese immunitarie basse l’avevano resa suscettibile ad attacchi esterni. Ciò spiegava il rialzo termico. L’Uchiha non si limitò solo ad applicare alcuni bendaggi freddi ma anche a recuperare un pasto caldo per la ragazza. - Falle mangiare un po’ di zuppa. - A quanto pare le due Kunoichi dovevano fare da balia alla ragazza. Ciò non rientrava nelle mansioni della loro missione, ma dettagli.
    La Fuyutsuki estrasse dal suo equipaggiamento un mortaio ed un pestello, con alcuni barattoli che contenevano diverse erbe e piante selvatiche. Le sue capacità nell’Erboristeria, unite a quelle della Farmacologia, le permettevano di creare composti naturali e farmaceutici in pochi minuti. E bastava un battito di ciglia per mescolare le varie sostanze, unirle in una soluzione farmacologica e somministrarle ai suoi pazienti. In questo caso iniziò a pestare alcune foglioline verde smeraldo, dal bordo piuttosto tagliente e zigzagato. Estrasse tutta la linfa nascosta nelle taglienti erbe e la unì alla melassa prodotta da un albero dell’estremo Sud del Paese del Fuoco. Creò uno sciroppo dolciastro e particolarmente viscoso. - Questo è un antipiretico naturale con spiccate proprietà antibatteriche. È un composto formato da linfa di Affilfoglia e Malassa di Tantal.. forse è un po’ troppo dolciastro ma ti farà bene! - Porse un cucchiaio di quella sostanza viscosa e rossastra. Intanto frugò nel suo equipaggiamento per recuperare un TonicoTonico di Ripristino Inferiore [Tonico]
    Ingerendo questo farmaco il ninja ripristina la propria vitalità di una ferita Leggera, ma non rimargina ferite.
    Dose massima: 2 al giorno.

    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 25)
    rosato, che poteva aiutare la fanciulla a recuperare le energie - Questo invece è un tonico che devi ingoiare. Ti aiuterà a recuperare le energie, anche se resterai a letto fino a domani mattina! - Aveva bisogno di riposo, di assoluto riposo.



    Statistiche ~
    Forza ~ 600
    Velocità ~ 600
    Riflessi ~ 600
    Resistenza ~ 600

    Agilità ~ 600
    Precisione ~ 600
    Concentrazione ~ 675
    Intuito ~ 600

    Movimento ~ 24m/slot
    Salti ~ 8metri
    Percezione ~ 9
    Furtività ~ 0

    Chakra ~ 73,5/80 Bassi
    Vitalità ~ 16/18 Leggere
    En. Vitale ~ 28/30 Leggere

    Tempistica ~
    Slot Azione ~ -
    Slot Difesa ~ -
    Slot Tecnica I ~ Tecnica delle Mani curative
    Slot Tecnica II ~ Tecnica delle Mani curative
    Slot Gratuito ~ -

    Tecniche ~ Tecnica delle Mani Curative - Shousen Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco
    L'utilizzatore può ripristinare l'energia vitale guarendo i danni e status. La vitalità non verrà ripristinata, non rigenera arti amputati o organi interni distrutti, gli oggetti presenti all'interno delle ferite non sono rimossi. È possibile guarire ferite differenti, entro la Guarigione Massima; è possibile alleviare ferite d’entità superiore la Guarigione Massima. La Guarigione Massima è pari ad 1 Leggera ogni grado ninja.
    Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    (Livello: 3 / Consumo:Basso per Leggera guarita )
    [Richiede Conoscenza Medica (Base) o superiore]


    Off ~ Nulla da segnalare! :3

     
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    La nascita di una kunoichi

    Post iv ~ Ninja



    La ragazzina si guardò attorno, fissando prima Kairi e poi Ayuuki, mentre cercava di mettersi a sedere. I ricordi dei giorni precedenti cominciarono a riaffiorare lentamente. Le accuse, le violenze fisiche e psicologiche, ed infine il rogo. Al solo pensiero un brivido freddo le attraversò la schiena. O forse era la febbre che, nonostante le premurose cure delle due giovani, non accennava ancora scendere. Si strinse le spalle con le mani, imponendosi di smettere di tremare. Ritrovato il controllo portò le braccia lungo i fianchi, chinandosi leggermente. Il mio nome è Harumi Miyazaki...Dōmo arigatōgozaimashita! Usò la formula di ringraziamento più educata e formale che conosceva. L'avevano salvata da morte certa e sarebbe stata eternamente in debito con loro per questo. Esausta, tornò ad stendersi sul letto. In quel momento avrebbe solamente voluto dormire per i prossimi giorni. Fuori dalla finestra intanto si udiva ancora lo scrosciare dell'acqua. Accompagnata dal suono ritmico delle gocce contro il legno la ragazza sprofondò in un sonno senza sogni.

    Quando si risvegliò la giovane dai capelli corvini le porse una zuppa calda, offrendosi di aiutarla a mangiare. Harumi scosse educatamente la testa. Il sonno e le medicine iniziavano a fare effetto e si sentiva molto meglio rispetto a prima. Con calma, iniziò a mandare giù alcune cucchiaiate del liquido caldo. Mentre soffiava su un boccone per raffreddarlo notò lo sguardo preoccupato delle sue salvatrici. Per la prima volta da quando era iniziata quella settimana da incubo, sorrise. Vi ringrazio ancora per il vostro intervento. Immaginando quali potessero essere le domande che frullavano in testa alle due, iniziò a spiegare loro come stessero le cose. Mia madre è morta nel darmi alla luce, mentre transitava nel paese dove mi avete trovato. Il capovillaggio e sua moglie mi hanno preso con loro, crescendomi come fossi loro figlia, ma sono sempre stata percepita come un elemento estraneo dagli altri abitanti...col senno di poi direi temuta. I suoi occhi si abbassarono a fissare un punto imprecisato della coperta davanti a sé ed abbassò la posata. Ormai doveva finire la storia, buttare tutto fuori. Forse così tutta quella pazzia avrebbe assunto un senso. Quindi ai loro occhi ero la causa di ogni disgrazia che colpisse il villaggio, ma sono sempre stata tollerata grazie alla protezione dei due anziani... Le si incrinò la voce al ricordo dei suoi genitori adottivi, recentemente scomparsi, ma inghiottì le lacrime e proseguì. ...fino all'epidemia. Quando quelli che mi stavano vicino sono stati i primi a morirne sono diventata automaticamente il capo espriatorio, l'unica responsabile della loro disgrazia. Dovevo fare ammenda...il resto lo sapete. Espirò vistosamente. Ce l'aveva fatta, era riuscita a sfogarsi. Finì di mangiare in silenzio, rispondendo con cenni del capo alle eventuali domande delle due giovani. A volte i miracoli accadono, e la sua presenza in quel luogo ne era la prova.

    Quando ebbe terminato il proprio pasto restituì umilmente la ciotola all'Uchiha, studiando a sua volta le due donne. Con voce timorosa rivolse loro la parola, spinta dalla curiosità. Voi... Deglutì, poi prese coraggio. ...Voi siete ninja non è vero? Il capovillaggio adorava raccontare le sue memorie dell'ultima grande guerra, anche se lui era solo un bambino all'epoca. Nessun'altro sarebbe stato in grado di fare quello che avete fatto voi! Siete state incredibili, molto più di quanto narrano le storie! Lasciandosi trasportare dall'emozione e dalla foga, si porse in avanti, afferrando una mano da ciascuna kunoichi. Vi prego, anzi vi supplico, voglio diventare anch'io come voi! Essendo una ragazza che aveva provato il male del mondo sulla propria pelle, e che non aveva più uno posta da chiamare casa, quella non era per niente una richiesta superficiale. Non voleva più essere in balia di nessuno, voleva avere la possibilità di decidere autonomamente della propria vita, e nelle sue salvatrici vedeva il modello da seguire. Rimase in attesa, guardandole con occhi lucidi. Aveva chiuso con la vecchia sé del passato, non sarebbe mai più stata la ragazza indifesa bisognosa di essere salvata. Kairi-sama, Ayuuki-sama...
     
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    Voglio essere come voi

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    La ragazza si risvegliò, anche se era ancora evidentemente troppo stanca per fare qualsiasi cosa: era evidente come anche solo parlare per lei fosse difficile. Quando si rialzò le appoggiò le mani sulle spalle senza spingere ma facendole capire quanto fosse necessario che tornasse a stenderti Riposati ora, parleremo dopo non servì insistere oltre, Harumi crollò addormentata dopo pochi minuti mentre Ayuuki cominciava a preparare uno dei suoi preparati medici. L'Uchiha si alzò dal letto, facendo un cenno alla compagna Ora che è stabilizzata e si sta riposando accetto il consiglio di una buona doccia, mi servirà disse mentre un brivido le ricordò che aveva ancora addosso gli abiti fradici, dirigendosi poi verso il bagno.
    Qui se la prese comoda, tranquilla del fatto che la ragazza fosse in ottime mani, e si concesse una lunga doccia calda rigenerante. Si rivestì con gli abiti che le aveva fornito la novizia di guardia al bagno, e dopo aver lavato rapidamente i suoi abiti ed il mantello lì lasciò ad asciugare nel camino che si trovava nella stanza adiacente alla loro. Nel giro di una notte si sarebbero asciugati completamente ed avrebbe potuto indossarli nuovamente il giorno dopo.

    Tornò nella stanza e dopo poco tempo Harumi si svegliò nuovamente, ed in parte grazie al sonno ristoratore in parte grazie alle cure della compagna sembrava stare già molto meglio. La lasciò mangiare da sola, e poi rimase ad ascoltare con sguardo che via via si fece sempre più triste e preoccupato le sue parole: quella ragazza doveva aver vissuto una vita infernale...
    Non pensare più a quel villaggio ora. Credo di averli spaventati per bene e non verranno più a cercarti, puoi stare tranquilla. Non sei la causa di nulla, loro sono solo degli ignoranti rispose con un sorriso. Non indagò oltre, non disse come i contadini avessero definito la stessa Harumi un demone, non le sembrava giusto sollevare un simile argomento proprio ora e non era fondamentale. Si sentì però ancora più disgustata dalla situazione nel sentire come quei pazzi l'avessero accusata di essere la causa dell'epidemia, dopo tutto quello che la ragazza aveva subito, e sperò semplicemente di non ritrovare mai nessuno di loro sulla sua strada.
    Approfittò del tempo che impiegò la loro protetta per mangiare per andare a prendere a sua volta un paio di piatti di zuppa, che portò nella stanza ed offrì anche alla genin Ecco a te disse con tono gentile, cominciando poi a mangiare a sua volta. Non l'aveva fatto notare ne pesare, ma cominciava ad avere parecchio appetito.

    Quando Harumi chiese loro se erano delle ninja annuì Siamo kunoichi per la precisione. Ti ringrazio per i complimenti, ma non abbiamo davvero fatto nulla di che in realtà...vedessi quello che sanno fare i nostri superiori in grado disse, pensando a chunin e jonin. Quando poi la ragazza domandò con occhi imploranti come potesse diventarlo anche lei guardò Ayuuki con aria preoccupata, non sapendo esattamente cosa risponderle. La via degli shinobi non era per niente facile, lei stessa l'aveva intrapresa nonostante tutto ma proveniva da una famiglia che di ninja da generazioni, inoltre pur essendo genin da soli pochi mesi aveva già visto diverse cose che una persona normale nemmeno immaginava: non era convinta fosse la scelta giusta per Harumi.
    Ecco...essere kunoichi non è tutto rosa e fiore come pensi, al contrario...la vita di un ninja è difficile e piena di sacrifici, dovrai studiare molto ed allenarti ancora di più, rispettare così tante regole che nemmeno immagini, dovrai sempre seguire gli ordini dei tuoi superiori, persino i Kage sono costretti a seguire le direttive dei Daymo del paese in alcuni casi. Rischierai la vita ad ogni missione e potresti essere costretta a compiere scelte che in altre situazioni avresti evitato, potresti essere costretta ad uccidere... continuò. Forse Ayuuki non avrebbe apprezzato che stesse andando così diretta con le parole ma in quel momento voleva essere sicura al 100% con Harumi: vedere ninja in azione era affascinante certo visto da chi era al di fuori di quel mondo, ma era diverso esserci all'interno.
    Certo, vi erano anche molti lati positivi o non avrebbe scelto quella via lei stessa, ma suo compito in quel momento era rendere chiari alla ragazza soprattutto i lati negativi di quella scelta, in maniera tale che non potesse farla in maniera avventata o superficiale Sei davvero sicura di poter accettare tutto questo?


     
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    IV ~ La richiesta di Harumi-chan: Gli stessi occhi


    L

    a giovane sconosciuta riprese i sensi solo per proferire il proprio nome e per ringraziarle per ciò che avevano fatto per lei. A quanto pare era riuscita a ricollegare alcuni Flash della terribile esperienza che aveva vissuto, come i fumi soffocanti del rogo, lo scroscio della pioggia durante la fuga ed il calore delle braccia delle due Kunoichi. Dal volto debole e pallido della ragazza sopraggiunsero solo parole di ringraziamento, prima di sprofondare in un profondo sonno. La Fuyutsuki non poteva minimamente immaginare il suo stato d’animo e non la forzò troppo a parlare visto che era troppo stanca e doveva recuperare dalla febbre e dalla malnutrizione che stava debilitando lentamente il suo corpo.
    La lasciò quindi riposare per diverse ore, mentre fece tutto il necessario per poter guarire le ferite fisiche della ragazza. Intanto lo scroscio della pioggia lasciava intuire che le nubi non erano ancora sazie nel riversare la propria furia sulla cittadella-monastero di Kioko. - Va bene! - L’Uchiha accetto di andare a ristorarsi con una doccia calda e cambiare i suoi abiti. - Concediti pure tutto il tempo che desideri. Veglierò io su di lei! - Vide la compagna lasciare la stanza.
    Rimase per un lungo tempo ad osservare le vuote strade della città attraverso il vetro bagnato della finestra. Tutti seguivano le rigide regole dei Monaci, che offrivano un tetto sulla testa ed un piatto caldo ai Ninja locali o ad eventuali stranieri. Come le era stato imposto non tentò di avventurarsi nelle stradine della cittadina, ma rispettò il coprifuoco, anche perché doveva vegliare sul sonno di Harumi-chan. Si perse nei suoi pensieri almeno fino a quando la ragazza non si risvegliò dal sonno ristoratore. - Bentornata! Hai dormito come un sasso per un bel po’ di tempo. - Allargò il sorriso sulle sue labbra, mentre si avvicinò al suo letto. In quel momento l’Uchiha ritornò nella stanza per sincerarsi delle condizioni della fanciulla. Contro ogni sua aspettativa Kairi-chan aveva messo da parte la sua freddezza e riservatezza per prendersi cura di lei. Un animo nobile si celava dietro quei occhi scuri come la pece.
    Tra un boccone di zuppa ed un medicamento da ingoiare, la ragazza riuscì a raccontare la sua triste storia. Fin dalla sua nascita i Kami non erano stati generosi con lei. Orfana in tenera età, era stata adottata da un rispettato capo-villaggio, ma non si era mai realmente integrata con i suoi concittadini. E quando era rimasta sprovvista dei suoi genitori adottivi, l’odio e la follia dei suoi “amici” si era riversata su di sé. Fino ad arrivare all’orribile decisione di sacrificarla per placare l’ira divina, mettendola al Rogo. Fortunatamente tutte e tre conoscevano la fine di quel racconto.
    La Fuyutsuki rimase seria e composta a quella triste storia. Si dimostrò empatica come sempre, mostrando una dolcezza negli occhi, una comprensione che era difficile da accettare o capire. Cosa poteva dire in queste situazioni per far sentire meglio una ragazza che aveva già sofferto così tanto? In confronto i suoi problemi erano irrilevanti. Le era stato portato via tutto. Sospirò. - Non devi aggiungere altro. - Cercò di accarezzarle il capo ed annuendo alle parole di conforto dell’Uchiha. - Kairi-chan ha ragione! Ora non devi far altro che pensare al Futuro! Non puoi permetterti di guardare indietro.. ne rimarresti distrutta. - Dopo una piccola carezza ritrasse la mano. Doveva essere forte e in quel modo troppo materno di certo non l’avrebbe aiutata a crescere. Quando Ai Fuyutsuki aveva scelto di lasciare il Villaggio della Foglia era rimasta sola, con una madre assente ed insensibile al dolore della propria figlia ed un Padre che aveva scaricato ogni responsabilità ed aspettativa sulle sue spalle per l’antica gloria del Clan. Era sola e senza il sostegno di nessuno. Pian piano era riuscita a trovare dentro di sé la forza necessaria per andare avanti, senza lasciarsi schiacciare dal peso delle sue responsabilità. Combattendo anche contro se stessa e temprando il proprio carattere con sangue e sudore. Harumi-chan doveva imparare a cavarsela da sola, ora che nel Paese delle Risaie non c’era più nessuno a proteggerla.
    Il flusso di pensieri fu interrotto da una ciotola di zuppa calda. L’invitante profumo iniziò ad inebriare la stanza. Kairi-chan aveva portato una ciotola anche per lei, visto che si era dedicata con tanto impegno nelle cure che non aveva avuto un attimo di tempo per recarsi alla mensa dei monaci e mettere qualcosa sotto i denti. - Grazie! - Sorrise prima di accogliere nelle sue mani quella ciotola di ceramica calda e con il cucchiaio in legno iniziò ad assaggiare la zuppa. Era davvero buona, anche perché aveva molta fame. E poi mangiare qualcosa di caldo in una notte di piovosa rinvigoriva anima e corpo.
    Sentì improvvisamente la mano della ragazza stringere la sua ed inavvertitamente prese una decisione, ovvero quello di diventare una Kunoichi. Sperava di poter imparare a difendersi da sola e non dipendere più da nessuno. Insomma una scelta coraggiosa e risolutiva, ma che comportava ulteriori sacrifici e duro lavoro. Ma infondo cosa aveva da perdere? - … - Rimase in silenzio mentre osservare quei occhi scuri lucidi e colmi di ammirazione. Per Harumi-chan diventare un Ninja poteva essere un’ancora di salvezza o un cappio al collo. Temeva che quella fragilità che riusciva a scorgere nei suoi occhi potesse condannarla in una strada ben diversa, e non quella del Ninja. Doveva trovare dentro di sé il suo Nindo e non una motivazione per sopravvivere. Sospirò leggermente. I suoi timori furono condivisi dall’Uchiha, che non si preoccupò di essere troppo dura o diretta. La sua analisi dei doveri di una Kunoichi era corretta e rispecchiava il lato brutale del mondo dei Ninja. Erano dei soldati, delle armi nelle mani del proprio Kage. - Harumi-chan.. sei troppo debole per intraprendere la carriera Ninja. È un percorso formativo e una scelta di vita che comporta sacrifici e rinunce. Indubbiamente il Taijutsu, il Genjutsu o il Ninjutsu potrebbero aiutarti a sopravvivere in queste umide e pericolose Vallate… forse hai conosciuto fin troppo presto la sofferenza. - Alzò le spalle, cercando i suoi occhi. - Per diventare una Kunoichi devi avere un forte Nindo, una motivazione che ti spinge a servire il tuo Paese e non per semplice sopravvivenza o auto-difesa. Potremmo insegnarti qualche Jutsu Ninja, qualora ti dimostrerai all’altezza nella manipolazione del Chakra, ma ciò non ti renderà una Kunoichi. - Parole forse un po’ dure, ma utili per la sua crescita. Assecondarla sarebbe stato deleterio, almeno fino a quando non avrebbe trovato una reale motivazione per diventare una Kunoichi. - Questa è una scelta importante per la tua vita! - Le rammentò addolcendo il suo volto con un sorriso. Stava decisamente interpretando le vesti della madre “indulgente”, forse avrebbe desiderato un discorso simile da Natsumi-san quando sua sorella era fuggita via, rinnegando i principi del suo Clan.
    - Qual è la motivazione che ti spinge a combattere? - La propria sopravvivenza o l’ammirazione per le abilità delle Kunoichi non erano risposte contemplate. Voleva scorgere in quei occhi qualcosa in più, delle solide basi su cui costruire. In primis voleva assicurarsi che Harumi-chan fosse pronta per una carriera così difficile e pericolosa. La vita le aveva tolto già tanto. Perché rischiare di perdere anche se stessa?


     
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    La nascita di una kunoichi

    Post v ~ Nindo



    Harumi si rendeva conto che, dal punto di vista delle due kunoichi, la sua poteva essere una richiesta egoista. Le avevano fatto capire che essere un ninja non era solo questione di forza, ma soprattutto di motivazione. La ragazza tornò a chinare la testa, scura in volto. Non aveva più un posto dove andare, né qualcuno che si prendesse cura di lei. Doveva imparare a badare a se stessa, o non sarebbe sopravvissuta a lungo in quel mondo spietato. Ma era veramente tutto lì? Il suo desiderio aveva origini tanto meschine? Strinse la coperta nei pugni. No, nel modo più assoluto. Con voce pacata, in stridente contrapposizione con la rabbia che le stava montando dentro, rispose alle sue salvatrici, senza tuttavia alzare lo sguardo. Kairi-sama, Ayuuki-sama. Lascio scorrere alcuni secondi per articolare adeguatamente il discorso. Non voglio diventare una kunoichi solo per me. Avete detto bene, ho passato momenti terribili, che non auguro a nessuno di vivere. Se voglio diventare più forte è solo per impedire che fatti del genere si ripetano. Quando ho detto di voler diventare come voi è perché in voi ho visto la cosa più preziosa agli occhi di chi non ha più nulla: la speranza. A quel punto avrebbe finalmente trovato il coraggio di posare il proprio sguardo sul volto delle due kunoichi. Voglio essere come voi: delle salvatrici, delle portatrici di speranza. Ma avete ragione, così come sono ora sono troppo debole. Perciò vi supplico, allenatemi, insegnatemi quello che potete. Forse non basterà per fare di me un ninja, ma sarà un inizio. Non intendo più restare muta spettatrice davanti alla follia del mondo, da oggi prenderò in mano la mia vita e la metterò al servizio di chi non può difendersi. Il discorso si era fatto accorato, la tonalità più alta, il tono di voce più deciso. I suoi occhi erano ben diversi da prima: non lucidi, ma determinati. La sua volontà era forte, lo spirito indomito. Non si sarebbe chiusa in un angolo a commiserarsi per ciò che aveva subito, ma avrebbe reagito, mettendo in gioco tutta se stessa. Una partita pericolosa con solo due alternative: vincere tutto, o tutto perdere. Solo che lei non era più disposta a perdere. Le due ragazze avrebbero capito che la giovane avrebbe perseguito i suoi scopi con o senza il loro aiuto. Ve lo chiedo ancora: mettetemi alla prova.

    Qualunque fosse stata la reazione delle kunoichi la discussione si sarebbe chiusa per quella sera. Erano tutte stanche morte e ormai l'ora si era fatta tarda, quindi decisero di dormire. Harumi, che aveva recuperato in parte le forze, chiese che una delle due la accompagnasse al bagno, per potersi togliere di dosso la sporcizia accumulata in giorni di prigionia. Dopo essersi lavata con una bacinella ogni angolo del corpo, rimuovendo ogni traccia esteriore di quelle dolorose vicende, si immerse nella vasca calda, consapevole che avrebbe impiegato ancora mesi a metabolizzare le conseguenze interiori invece. Si lasciò sprofondare nell'acqua fin quasi alla bocca, con le ginocchia che emergevano appena dalla superficie. Avrebbe voluto che la sua vita fosse sempre così, rilassante e pacifica. Ma alla fine giunse il momento di uscire, per tornare alla realtà. Avvolta in un asciugamano prestato dalla novizia di guardia all'ingresso, si appoggiò alla parete. La sua fibra era forte, e grazie ai farmaci somministratile da Ayuuki si stava riprendendo in modo sorprendentemente rapido. Un passo alla volta, tornò nella stanza per coricarsi.

    L'indomani mattina, alle prime luci, il monaco dal ventre grasso tornò a far loro visita. Dopo aver bussato delicatamente, attese che gli fosse concesso di entrare e riferì il suo messaggio. Il capitano della guarnigione era dovuto uscire nel cuore della notte per una missione, portandosi dietro gran parte dei suoi uomini. A quanto pareva i sentieri che conducevano verso il Villaggio di Oto erano resi insicuri da alcune bande di razziatori che scendevano dalle montagne circostanti, in guerra tra loro e con il potere centrale allo stesso tempo. Il loquace religioso avrebbe risposto a quasi tutte le loro domande, chiedendo loro di pazientare fino al pomeriggio, orario per cui era previsto il rientro della spedizione. Nel frattempo potevano muoversi in qualsiasi angolo dell'abitato, tranne nella cittadella superiore dove si trovava il tempio principale e gli uffici della guardia. Si congedò con un sorriso, felicitandosi per la ritrovata salute della ragazza. Harumi sorrise a sua volta impacciata, distogliendo lo sguardo. Le ci sarebbe voluto un po' per riacquistare fiducia nelle persone, ed era comprensibile. Per ora si trovava a suo agio solo con le due donne che l'avevano salvata, a cui espresse ancora la propria gratitudine mentre facevano colazione. Grazie per le vostre attenzioni. Era da tanto che nessuno mi trattava come... come una persona normale... Il suo sguardo si rabbuio un secondo, ma scorlò vigorosamente la testa scacciando quella sensazione. Da oggi sarebbe stata una persona diversa, lo aveva promesso. Non c'era spazio per l'autocommiserazione. Vi prego sensei, spiegatemi come funzionano il chakra e i jutsu di cui mi avete parlato ieri. Riprese a mangiare il suo riso con le bacchette senza distogliere gli occhi dalle due, ascoltandole tutta orecchi. Si era imbarcata in un'avventura forse più grande di lei, ma la sfida non la spaventava. Avrebbe cambiato quel mondo marcio: se anche fosse riuscita a portarvi un po' di luce sarebbe stata soddisfatta. Dopo sedici anni di vivacchiare, aveva finalmente trovato un senso alla sua vita, e non l'avrebbe sprecata invano.
     
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    Mentre osservava la ragazza poteva quasi rivedere se stessa, qualche anno prima, quando cercava di convincere suo padre ad iscriverla all'accademia: non che l'avesse mai osteggiata per la sua scelta, ma come Kairi aveva fatto con Harumi anche lui aveva subito messo in chiaro quasi fossero i lati negativi ed i pericoli di quel mestiere, e la allora piccola Uchiha aveva risposto con la stessa decisione della ragazzina davanti a lei, seppure le loro motivazioni non fossero identiche.
    Sembra che tu abbia già chiaro il tuo Nindo sorrise senza specificare cosa fosse. Forse Harumi ne era già conoscenza, o forse quella parola l'avrebbe incuriosita talmente tanto da chiedere delucidazioni, se Ayuuki non l'avesse spiegato prima.
    D'accordo, ti metterò alla prova come desideri. Ma direi di rimandare tutto a domani, tu hai ancora bisogno di riposo ed anche noi siamo un po' provate dal viaggio
    Accompagnò Harumi a fare un bagno e quando si fu lavata ed asciugata la ragazza tornò a letto, finendo con l'addormentarsi nel giro di pochi minuti. Solo quando fu effettivamente sicura che dormisse si rivolse alla genin di fianco a lei, sussurrando in maniera tale da non svegliare nessuno Ho rivisto in lei qualcosa di me diversi anni fa, e voglio darle questa possibilità, non credo demorderà. Se noi abbiamo intrapreso questa vita, penso possa farlo anche lei. Tu che ne dici? nonostante avesse preso una decisione voleva comunque sentire l'opinione della veterana.
    Ricevuta una risposta si sarebbe poi coricata a sua volta a letto, addormentandosi praticamente subito essendo fisicamente estremamente stanca

    L'indomani si svegliò alla buon'ora, il suo orologio biologico ormai impostato sull'alba, e dopo soli pochi minuti venne a far loro visita il grasso monaco, informandole dell'allontanarsi di gran parte degli uomini dalla guarnigione. Kairi non fece troppe domande a riguardo, non voleva immischiarsi negli affari interni di Oto: il loro compito era dare man forte alla guarnigione, così rassicurò l'uomo dicendo che avrebbero pensato loro alla difesa del luogo durante l'assenza dei soldati.
    Il trio poi si diresse a fare colazione, e qui Harumi espresse ancora una volta la sua gratitudine . L'Uchiha sorrise di nuovo dolcemente osservandola Vedrai che d'ora in poi tutti ti tratteranno normalmente, altrimenti ci penseremo noi ad insegnare loro le buone maniere. Giusto Ayuuki? esclamò rivolta alla compagna.
    Alla seguente domanda della ragazza rimase qualche istante in silenzio, cercando di formulare in maniera più semplice possibile ma allo stesso tempo efficace una risposta Dunque, il Chakra è una forma di energia essenziale per eseguire le arti magiche, ninjutsu, e illusorie, genjutsu, anche se si può utilizzare anche per potenziare le arti combattive, ovvero il taijutsu. Si tratta di un misto tra l'energia fisica presente nel corpo e l'energia spirituale acquisibile con l'esercizio e l'esperienza. continuò: fortuna (o sfortuna nel caso in cui fosse risultata troppo una "maestrina" come modo di fare) voleva che la ragazza, da sempre attenta studiosa, sapesse ormai a memoria determinati concetti letti e riletti così tante volte sui libri Viene incanalato attraverso un particolare apparato circolatorio, simile a quello sanguigno, tramite il quale può raggiungere tutte le cellule del corpo. In questo momento lo sto incanalando nella mia mano destra, lo vedi? disse alzando la mano destra che sembrava ora avvolta da un velo di energia azzurrina Grazie ad esso si può fare ogni tipo di cosa, dalle tecniche di cui ti accennavo poco più sopra a cose più semplici come questa prese un bicchiere con la mano destra, per poi sollevare il palmo verso il basso aprendo le dita, mostrando come il bicchiere rimanesse attaccato ad esso quasi fosse incollatoTocco Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore è in grado di trattenere senza presa oggetti di dimensioni Piccole o inferiori.
    (Mantenimento: ¼ Basso a oggetto)
    [Da Genin in su]
    .
    Esistono diversi tipi di chakra oltre a quello base, come ad esempio quello elementale, quello curativo. Però imparerai a conoscerli più avanti nel tempo, per te sarà già impegnativo capire come controllare quello semplice all'inizio. Fino a qui tutto chiaro, o hai domande? concluse, mangiando un paio di bocconi di riso e lasciando che Ayuuki facesse eventuali precisazioni

     
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    V ~ La Teoria: Chakra ed Arti Ninja


    L

    a richiesta di Harumi-chan era stata piuttosto insolita. Per una ragazza proveniente da un Villaggio di confine del Paese delle Risaie diventare una Kunoichi era quasi un’utopia. La maggior parte delle sue coetanee erano costretta a tessere o lavorare nei campi per guadagnarsi da vivere, già dalla più tenera età, soprattutto se si proveniva da una famiglia di umili origini. Di certo la ragazza che aveva di fronte non aveva avuto un passato facile. La vita l’aveva messa a dura prova fin dalla sua nascita. E poche ore fa era legata su una pira di fuoco nella speranza di debellare le forze maligne che appestavano il popolo della Valle. Non le era rimasto nulla. Nessuno poteva proteggerla e doveva imparare a contare solo sulle proprie forze.
    Quindi in parte comprendeva le motivazioni che spingevano la ragazza a chiedere di essere addestrata come una Kunoichi. Conoscere qualche Ninjutsu o Genjutsu poteva salvarle la vita in caso di necessità. Ma non tutti potevano diventare dei Ninja. Bisognava custodire dentro di sé una motivazione molto più forte. Osservò con attenzione la reazione di Harumi-chan, che provò a manifestare tutta la sua determinazione e mostrare il suo carattere indomito, mettendo da parte le sue fragilità. Ponderò attentamente ogni parola. Intenti nobili, sicuramente. - Dietro quell’aspetto fragile.. la determinazione non ti manca. Le sofferenze che hai scontato sulla tua pelle probabilmente ti hanno temprata. E sicuramente i tuoi ideali sono nobilissimi! - Sospirò leggermente. - Ma sarai abbastanza forte per la via dello Shinobi? - Dubbi leciti, ma a cui non poteva dare una risposta a breve termine. Il tempo sarebbe stato d’aiuto. - Spesso dovrei seguire ordini che non ti piaceranno. Siamo portatrici di speranza e morte! Ricordatelo. - Non voleva fare sconti, anche perché le erano state affidate svariate missioni nel corso della sua carriera da Kunoichi, anche di assassinio. Fece spallucce ed abbozzò un lieve sorriso. - Kairi-chan ha ragione! Ora sarà meglio che ti riposi. - La invitò a stendersi sul cuscino. Non ammetteva repliche. Ormai la decisione era stata presa, anche se l’unica ad aver proferito parola era stata l’Uchiha. Ma si trovava concorde con le sue parole, l’indomani sarebbe iniziato l’addestramento.
    Le tre ragazze occuparono le brandine messe a disposizioni dai monaci di Kioko e sprofondarono in un profondo sonno. La Fuyutsuki occupò il letto più vicino alla finestra, che continuava ad imperlarsi di goccioline di pioggia, ed osservò quell’incessante scorrere fino a quando la stanchezza prevalse sui pensieri. - Non sei l’unica ad aver avuto questa sensazione. - Rispose con un filo di voce alle parole della ragazza. - Le insegneremo a difendersi.. non ad uccidere. - Questa era la sua decisione. Chiuse gli occhi per poter abbandonarsi alle braccia di morfeo. Fu una notte tranquilla, anche se non riusciva a dimenticare la sua immagine da bambina con gli occhi lucidi e lo spavento incarnato nel volto. Allo stesso modo Harumi-chan doveva reagire, imparando a discernere tra ciò che era giusto o sbagliato. E preservare il proprio carattere dalla durezza del mondo e da quella della vita da Kunoichi. Alla fine dovette arrendersi alla stanchezza, sprofondando in un sonno ristoratore.
    L’indomani la Kunoichi intanto ebbe il tempo per svegliarsi con tranquillità, riordinare le proprie cose e fare colazione. Si erano avventurate in mensa in cerca di una ciotola di riso bianco ed una manciata di cereali a testa. Tornate in stanza ebbero visite, visto che il monaco panciuto ritornò per portare alcune notizie dalla guarnigione. A quanto pare parte della milizia si era mobilitata, lasciando sguarnite le strade che conducevano alla cittadella, infestate da alcuni banditi della montagna. Ebbero comunque il permesso di avventurarsi nella cittadella, a parte alcuni luoghi della parte dei livelli alti. Dovevano pazientare fino al pomeriggio per attendere il ritorno della spedizione. - Se questi banditi creeranno problemi.. non esitate a chiamarci. - Diede la propria disponibilità, anche perché voleva ricambiare in qualche modo l’ospitalità che le era stata offerta. L’uomo panciuto si congedò e le tre ragazze rimasero di nuovo sole. La Fuyutsuki sospirò prima di rivolgere uno sguardo verso la finestra. I suoi indumenti e l’equipaggiamento avevano trattenuto ancora un po’ di umidità, ma per il pomeriggio tutto si sarebbe asciugato.
    Alzò lo sguardo sulla ragazza quando chiese ancora una volta di essere addestrata per diventare una Kunoichi. Controllò prima il suo stato di salute. L’appetito le era tornato e ciò era sicuramente un buon segno. E ad una prima occhiata le ferite sembravano già in via di guarigione. Le forze stavano tornando. Kairi-chan le rispose con dolcezza e la Fuyutsuki annuì alle sue parole. Ma dovette tornare seria per arginare l’entusiasmo di Harumi-chan. - Non così in fretta! - Alzò le spalle. - Apprenderai qualche Jutsu difensivo solo quando avrai imparato a manipolare il chakra. Inoltre ti insegneremo solo come difenderti e non uccidere. Se vorrai davvero diventare una Kunoichi ti consiglio di raggiungere le mura di Otogakure no Sato ed iscriverti all’Accademia Ninja! - La Fuyutsuki aveva deciso che l’avrebbe l’aiutata solo in un rapido corso di auto-difesa e manipolazione del Chakra.
    L’Uchiha iniziò a spiegare i principi base del Chakra alla ragazza e la Kunoichi l’ascoltò distrattamente, mentre lanciava un’occhiata all’esterno. Le sembrava di essere ad una lezione Accademica e la ragazza possedeva capacità mnemoniche eccellenti. Se si aspettava eventuali correzioni o interventi da parte della Fuyutsuki ne fu ben presto delusa, anche perché non aveva nulla da aggiungere alla dettagliata spiegazione della ragazza dai capelli corvini. - Mi sembra di risentire Okada-Sensei! Era il mio petulante Maestro Accademico.. riusciva a tediarmi con valanghe di concetti teorici. - Non era una frecciatina contro Kairi-chan, ma lei non aveva mai avuto un buon rapporto con l’Accademia. - Non ero la prima della classe. - Confessò a cuor leggero. Si era diplomata con le sessioni di recupero invernali, subito dopo lo Shi-e-En dello scorso anno. E si sentiva una “miracolata” visto che non aveva mantenuto una buona media nelle prove intercorso, almeno in quelle teoriche. Nella pratica non aveva avuto mai nessun problema. - Bene! - La Kunoichi decise di aggiungere un tassello in più nelle nozioni teoriche dell’aspirante Ninja. - Esistono tre rami principali, tre Arti Ninja in cui le Kunoichi possono specializzarsi: Taijutsu, Genjutsu e Ninjutsu. - Alzò un dito della mano destra ad ogni arte Ninja citata. Abbozzò un lieve sorriso. - Tutte utilizzano il Chakra, quella misteriosa forza insita in ogni individuo ed essere vivente, e donano particolari capacità all’utilizzatore. Il Taijutsu fonde le proprie capacità fisiche nell’arte del corpo a corpo armato o non armato con la manipolazione del Chakra. Aumentando la prestanza del fisico si rendono più temibili gli attacchi diretti.. uno stile di lotta molto diretto, essenziale e risolutivo! - Lei sicuramente si sentiva più affine a questa prima arte citata. - Le Genjutsu sono illusioni generate da una distorsione del flusso del chakra in un individuo, trasmessa tramite sensi o un medium specifico. La distorsione porta ad un’alterazione dei sensi o delle facoltà fisico-psichiche. Questo è uno stile di lotta molto più furtivo, subdolo ed evasivo. - Non aveva mai apprezzato gli utilizzatori dei Genjutsu o dei Ninjutsu. Ma non poteva confondere le proprie opinioni personali con le nozioni base Accademiche. - Infine abbiamo il Ninjutsu, la concretizzazione effettiva della manipolazione del Chakra. Alcuni Jutsu permettono di creare fiammate, ondate d’acqua o fulmini dal nulla, mescolando il proprio Chakra con un elemento che risulta assopito nel proprio sistema circolatorio. Ognuno di noi è più affine ad un elemento piuttosto che ad un altro.. è quasi questione di “genetica”. Ma ciò non toglie che un Ninja possa padroneggiare tutti gli elementi esistenti con un costante allenamento. Lo stile che ne deriva è molto scenico, pericoloso e temibile. - Annuì con un mezzo sorriso. La sua spiegazione non era ancora terminata. - In realtà esistono altri tipi di Jutsu ed Arti Ninja come il Fuuinjutsu, Arte dei sigilli, Doujutsu, Abilità oculari, e Kenjutsu, Stile con Katana o armi con lama! Ma sono rami in cui potrai specializzarti con un minimo di esperienza e solo dopo aver trovato il tuo stile di combattimento. Alcune abilità non possono essere apprese con il duro lavoro, ma derivano da una ereditarietà genetica, le Kekkei Genkai. - L’Uchiha al suo fianco ne era un esempio lampante. Ma avrebbe lasciato a lei la scelta di approfondire il discorso sulle Abilità innate o meno. Per ora poteva bastare.


     
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