Due quarti

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    Puzzle, tasselli, incastri ed inganni







    Era ormai qualche giorno che aveva per le mani Kushami, portandola con se ovunque e dandogli qualche sacca di sangue gentilmente concessa dai macellai della zona, poco importava che fosse rappreso, anzi, quando la consistenza iniziava a farsi gelatinosa la piccola draghessa pareva gradire ancora di più, forse impaziente di mettere i primi denti e poter assaporare qualcosa di più solido.
    Passò quel periodo ad arrovellarsi su cosa fosse meglio fare con quella che era una bomba ad orologeria prima di decidere che il meglio da fare era consultarsi con degli esperti in materia.
    Dei vecchissimi esperti in materia.
    Ou e Hibachi vennero richiamati quasi all’unisono, in mezzo ad una radura abbastanza ampia tra le foreste di Konoha, non troppo distante dal tempio centrale.

    Non.
    Muovete.
    Una.
    Squama.


    Furono le perentorie parole del Colosso, impossibile, anche per i draghi non ascoltarlo, quella sensazione di strapotere era difficilmente ignorabile
    Distrazione Illusoria
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre, Scimmia, Sepente (3)
    L'illusione si attiva toccando un'arma, oggetto o parte del corpo desiderata: se la vittima osserva la zona scelta, attiverà l'illusione, subendo una forte distrazione, come se angosciato da una sensazione di pericolo imminente. La vittima sarà distratta e avrà un malus di 2 tacche ai Riflessi; tramite l'utilizzo di uno slot azione è possibile annullare la distrazione, ma non la riduzione dei riflessi. L'illusione dura 1 slot. L'efficacia è pari a 10.
    Tipo: Genjutsu - Tameshi/Bakkin
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso )
    [Da studente in su]

    +

    Akuma no Sonzai
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Caricamento (5)
    L'illusione si attiva se presenti entro 12 metri e se si ha almeno un'energia in meno dell'utilizzatore. Una volta a Round l'istinto si concretizzerà riducendo di 1 gli slot difesa del nemico, tramite attacchi illusori che non avvantaggiano l'utilizzatore. La vittima può decidere di subire un attacco illusorio e conservare lo slot difesa, ma avrà Dolore (DnT Grave) la ferita provocata produrrà percezioni coerenti con la sua natura. E’ possibile aggiungere effetti scenici a piacere purchè non antisportivi. Sarà possibile escludere alleati se presenti. L'Efficacia è pari a 60
    Tipo: Genjustu
    (Livello: 2 / Consumo: Altissimo - Mantenimento: Mediobasso)
    [Da Jonin in su]

    +

    Paura inarrestabile
    Talento: L'utilizzatore può estendere 'Akuma no Sonzai' anche agli aventi pari energia. Utilizzabile 1 volta ogni 2 round. Non è possibile utilizzare altre abilità 'talento' in combinazione.
    [Da Genin in su]
    ma date le intenzioni non aggressiva sarebbe svanita appena i due avessero focalizzato la loro attenzione su Raizen anzichè sull'altro.

    Osservatevi, studiatevi: da ora non siete più nemici.
    Se vi raccontate la vostra storia noterete che nessuno tra voi due ha motivo di fare la guerra all’altro.


    Osservò le due maestose creature a turno, muovendo gli occhi dall’una all’altra.
    Che l’avessero o meno ascoltato, se non avesse dovuto fermare risvolti violenti, avrebbe parlato lui prima dei due.

    Ho deciso di riunirvi non so per quale ragione.

    Disse ai due in una mezza confessione.

    Forse per la curiosità di vedere Ryujin o ridarvi la pace, o boh, provare a fare qualcosa di buono ogni tanto.
    Inizialmente almeno era così, ma durante queste avventure ci si affeziona ai protagonisti.


    Li guardò entrambi.

    Ed alle loro storie.

    Continuò senza distogliere lo sguardo.

    E addentrandosi nelle stesse si inizia a capire, ogni clan ha un tassello di un quadro gigantesco che va minuziosamente ricomposto.
    E in tutti i tasselli che ho raccolto nemmeno un singolo drago può essere colpevolizzato, forse c’è qualcuno che ha accettato uno scambio per ottenere potere, forse qualcuno non è una vittima, ma la maggior parte di voi lo sono.


    Allungò la mano, lasciando che Kushami percorresse la manica per poi fare capolino da essa.

    Lei, è una di loro.
    Verde ma… libera.
    Dico libera per una ragione, ho trovato il suo uovo in un mercato nero, ne ho accelerato la schiusa quasi uccidendomi ma ho impedito alla maledizione di infettarla.


    Lasciò ai due il tempo di metabolizzare l’informazione.

    Si, maledizione.
    Non so cosa sia successo ai draghi verdi, ma lei non lo ha.
    La schiusa accelerata le ha impedito di immagazzinare qualche ricordo, quelli che il vostro istinto vi permette di raccogliere nonostante siate di fatto appena nati, ed insieme ad esso quell’innata crudeltà che distingue i suoi simili.
    Quando tutto questo avveniva potevo solo distinguere una massa nera che tentava di corrompere quello che ancora era un corpo innocente, ma da ciò che ho visto l’ho evitato.


    Permise ai due di osservarla.

    È ora di raccogliere al meglio la vostra storia, entrambi sapete cosa so, ma probabilmente non sapete cosa l’altro sa, ho bisogno di sentirvi parlare.
    Ho visto Hibachi, che la vostra furia non arriva dal nulla, vi è stata inculcata, siete stati contaminati, Jigoku venne contaminato, si abbeverò da un calice offertogli da capelli verdi, ricorderai quell’uomo, non è facile dimenticarlo.
    E poi le armi, tu ne sai qualcosa Hibachi?
    I bianchi senza saperlo ne custodivano una, voi siete a conoscenza della posizione di qualcuna di loro?


    Ancora li osservava, a volte pareva dimenticare e realizzare nuovamente quando quelle creature fossero maestose sopra ogni dire.
    Sorrise sinceramente guardandoli insieme, si riteneva fortunato ad avere simili compagni nonostante non l’avesse mai detto, dopotutto, non era nelle sue corde.
     
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    Draghi di NordOvest

    Il fumo della tecnica del Richiamo non si era ancora dissipato e già il mondo naturale cominciava a piegarsi alla presenza di due Re dei Draghi, con una brezza che sembrava soffiare in ogni direzione e la temperatura che nonostante questo si alzava di diversi gradi, rendendo l'aria terribilmente secca anche se in movimento. Ou, antico drago Bianco proveniente dal Faro Settentrionale si trovò faccia a faccia col ben più giovane Hibachi, recentemente assurto al rango di leader dopo la sconfitta del suo corrotto fratello maggiore. I due gianteschi corpi serpentivi riempivano l'orizzonte, uno con squame di un rosso brillante, quasi fossero tizzoni ardenti e l'altro col candore immacolato di una perla illuminata dal sole. Di fronte ad un simile spettacolo un semplice uomo non poteva che inginocchiarsi e piangere, ma a richiamarli là non era stato un semplice uomo.

    Hibachi sapeva del legame di Raizen coi draghi del nord (a volte scherzosamente diceva di sentirne il puzzo addosso al suo evocatore) ma non aveva che un ricordo sbiadito della sua infanzia di quelle creature rimaste bianche come lo era lui in origine, secoli prima. Ou, invece, non aveva idea del legame che si era venuto a creare tra il ninja della foglia ed i furiosi draghi dell'ovest, nè aveva idea che questi fossero guariti dalla loro maledizione anche grazie al suo intervento.

    Per questo rimase interdetto almeno all'inizio, sia per la presenza di un drago di quel colore e palesemente dotato del potere di un Re, sia per la strana reazione di Raizen che mise ogni impegno nel cercare di intimidire le due possenti creature e che lo allertò. Perchè tanta ostilità, compare? Credi che darei di matto solo perchè c'è un drago di colore diverso? Sapevo già che avevi l'odore di questa gente addosso. Chiese invece Hibachi, più abituato alle strane uscite dell'evocatore, anche se non si era mai trovato di fronte all'effettivo intento omicida dell'uomo, se non quando avevano combattuto, tempo addietro. Raizen. Lo interruppe Ou. A mia conoscenza i draghi dalle squame tinte di sangue hanno perso ogni forma di ragionamento e sono solo bestie guidate da una furia cieca... Ehi, ha parlato il magnifico immacolato dal suo alto castello! Hibachi forse aveva preso sul serio il suo ruolo, ma il suo carattere restava tale e quale a prima e non sembrava particolarmente portato per la diplomazia...Ou parve prendere atto della cosa e continuò a parlare come se nulla fosse. Eppure costui risplende della stessa fiamma che avvolgeva Kazan, quando ancora del medesimo colore lottavamo al fianco di Tian. Il drago rosso stava forse per replicare, ma rimase a bocca aperta, stupito.

    Tu...hai combattuto assieme a mio padre? Una sola volta, in una battaglia memorabile, durante la quale presi il posto di mio padre come Re del Nord. Ou chinò appena il capo verso Hibachi. Mi inchino e onoro un Re mio pari, non so cosa sia accaduto, ma la tua guarigione mi riempie di gioia. E si tratta di vera gioia, a differenza di ciò che avrei potuto dire negli ultimi secoli. Oh..eh..io... Impossibile che un drago arrossisse, ma il già scarlatto Re dell'Ovest quasi riuscì nell'impresa, guadagnando appena un pò di compostezza nel chinarsi a sua volta. Lo stesso vale per me. Io mi...ehm...mi inchino e onoro un Re mio pari. Magari in futuro parleremo di etichetta e tradizioni...sospetto che la tua ascesa sia stata rocambolesca almeno quanto la mia. Poi verso Raizen. Perdonami se ti ho ignorato, ma c'erano cose che andavano dette. Avresti forse potuto informarmi di questi strani ma felici risvolti...devo forse credere che la tua fiducia nei miei confronti sia venuta meno?

    Stava a Raizen spiegare cosa fosse successo, non spettava certo a loro raccontarsi i fatti accaduti. In compenso avrebbero avuto molto da dire riguardo alle successive spiegazioni dell'Hokage...e alla rivelazione del piccolo drago verde che fece capolino dalla sua manica. Uno di quei Mostri! Cosa ti è saltato in mente razza di bifolco figlio di mentecatti? Non sono famoso per la mia aggressività, Raizen, ma quella creatura qui è un insulto! La replica fu netta e spietata mentre soprattutto Hibachi avvampava di collera, mentre Ou sembrava più pervaso dallo sdegno e dal disgusto. In tutto questo Kushami si era svegliata e non sembrava proprio essere entrata nell'ottica del risultare simpatica. E questi due vecchi chi sono? Amici tuoi? Per nulla intimorita girò il capo verso il ninja, cominciando a fluttuare goffamente intorno alla sua testa. Non mi sembrano molto appetitosi, e poi ci metterei almeno un mese per finire di mangiarne uno. Mandali pure via, per ora mi accontento di quegli avanzi di sanguinaccio che ci sono nel frigo...ma perchè non siamo a casa tua? A poco servirono poi le parole di Raizen su maledizioni e metodi di purificazione. Evitato un corno! Il suo primo pensiero è stato mangiarci! MANGIARCI! Se non è la crudeltà dei Verdi Orientali allora quel vermiciattolo è la stronza più galattica che io abbia mai visto! In effetti la situazione non depone certo a suo favore. Mormorò Ou, avvicinandosi lentamente per meglio osservare la piccola dragonessa, che lo guardò di rimando. Vermiciattolo? Scommetto che sbaverete dietro le mie spire fra un paio d'anni! Non aveva un buon carattere la ragazza.

    Non è proprio il mio linguaggio, ma direi che le parole del mio pari possono essere sottoscritte. E tuttavia non percepisco sensazioni diverse da quelle che emetteva Joki, Re dell'Est. A parte il colore delle squame, intendo. Non vorrai fare una questione di colori, adesso? Guardala, è una piccola carogna! Si, ma non percepisco il male. Nemmeno noi lo percepimmo quando ci tradirono! E nemmeno noi quando Bakuhatsu andò al vostro faro con Masamune per scoprire cosa vi fosse successo...e vennero traditi dall'emissario del Faro Orientale. Però Bakuhatsu mi ha narrato cosa accadde, e sono abbastanza certo che riconoscerei i segnali di quel male se li vedessi. E non li vedo. Bah, io non voglio averci niente a che fare! Hibachi divenne traslucido, come l'aria riscaldata da un fuoco, mentre la sua figura immensa si concentrava rapidamente in quella di un uomo a pochi passi da Raizen. Lo stesso talento di Kazan. Complimenti. Si, si, talenti di famiglia.



    Puntò poi un dito su Kushami. Cosa intendi fare di quello sgorbio? In tutta risposta lei guizzò in avanti e gli morse un dito. AHIO! Dannata... Stava per soffiarle addosso un'ondata di fuoco quando lei sparì, ricomparendo accanto a Raizen. Il Re dell'Ovest guardò al drago bianco che incombeva su di loro: aveva compreso che era stata la sua arte dei corridoi di vento a portare in salvo la dragonessa. Beh, evidentemente siete due contro uno. Fa quello che ti pare, ma io non me la porto a Kurohai per insegnarle a fare il drago! Pfui, come se un vecchio bavoso che si mette quella pelle disgustosa addosso potesse insegnarmi qualcosa. Lui digrignò i denti, ma non fece altro. Dopotutto doveva provare a mantenere una parvenza di regalità, quindi decise di ignorarla e passare all'Hokage. Comunque non ho la più vaga idea di cosa tu stia parlando, per questa cosa di Armi e cose del genere. La catena di informazioni relativa alle Armi doveva essersi fermata al padre di Jigoku e Hibachi, ucciso dal figlio prima di poter trasmettere le sue conoscenze.

    Edited by Febh - 2/6/2016, 23:43
     
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    Anima di Drago








    Rilasciò la tensione con un pesante sospiro.

    Perdonate, ma la vostra storia travagliata mi ha costretto a prendere delle precauzioni.
    Insomma, meglio un po’ di ostilità che botte impreviste no?


    Si scusò chinando lievemente il capo.

    Hai ragione Ou, onestamente ho preso tempo per comprendere al meglio il da farsi e alla fine ho scelto questo modo, la guarigione dei draghi rossi non risale a troppo tempo fa in realtà.
    Se può consolarti sei in ritardo di qualche mese.
    Se siete qui è per il motivo esattamente opposto alla perdita di fiducia.


    Sorrise bonario.

    Ho pochi amici, tanti traditori e svariati nemici.
    Per fortuna o per sfortuna voi siete tra le poche creature senzienti di cui possa fidarmi e no, non vi farei mai il torto di negarvi la mia fiducia.
    Anche se devo ammettere che qualche simile in più dalla mia parte non sarebbe malaccio.


    Trovò su Hibachi un immediato segno di intesa, mentre Ou, più rigoroso, annuì, ma pur comprendendo l’ironia evidentemente non potè fare a meno di notare quanto Raizen fosse solitario, una cosa non troppo positiva.

    Per quanto riguarda i draghi rossi, beh, la storia non è semplice, avrai sicuramente conosciuto Jigoku, Ou, un essere maestoso, ma folle. La battaglia è stata distruttiva, ben sai che sono in grado di controllare il chakra della Volpe, quel giorno ho dovuto dare fondo alle mie risorse, come un mio simile in possesso delle stesse qualità, fondendo abilità e trasformando il mio corpo nella lancia che gli ha tolto la vita.
    L’unica via possibile.
    In quel momento le nostre menti sono venute a contatto e ho potuto vedere chi ha fatto questo a loro.
    Il male veniva dall’est, e non aveva il viso di un drago, ma di un uomo, un ingannatore la cui prima vittima tra i traghi dell’ovest è stata proprio Jigoku, arrivato ad ambire la Volpe per i propri scopi.
    La sua anima però era colma di una furia incolmabile, troppo grande per trapassare, così grande da invadere la mia mente.
    La sua sfortuna è stata incontrare il Kyuubi al suo interno.
    Ora la sua anima riposa qui dentro.


    Mostrò ai due Garyuu no Jigoku, ed era percepibile quanto il suo potere fosse grande.

    Proprio la presenza di quell’uomo mi ha fatto iniziare a credere che per quanto i draghi dell’est potessero essere malvagi e corrotti non avessero colpe.

    Fu poi il momento di Kushami, una lingua fin troppo biforcuta la sua.

    Cuciti la bocca, anguilletta, che i grandi stanno parlando.

    La apostrofò Raizen per poi tornare su Hibachi.

    Via, sei grande non so quante volte più di lei, che fai te la fai sotto?
    Non farti annebbiare e osserva, per quanto velenosa, in più di un senso, è pur sempre una vita con qualche settimana sulle spalle. Non pensa chi o cosa mangiare, semplicemente pensa a riempirsi lo stomaco.
    Anche se è decisamente vero che sarebbe ora di iniziare a fare qualche distinzione.


    Le prime interazioni non furono certo le migliori, ma almeno non fu danneggiata nemmeno una squama, una prima esperienza buona tutto sommato.

    Non te lo chiederò Hibachi, se sei così contrario, ma non posso fare a meno di chiederti di ragionare su quanto vi ho narrato, non penso tu sia così sciocco da non vedere la verità dietro gli inganni e la bont…

    Esitò qualche istante.

    ...L’assenza di malvagità in Kushami.

    Tornò ad Ou.

    Re del nord, il piccolo fardello deve quindi essere riposto nelle tue mani.
    Kubomi è giovane, dovrebbe essere in grado di insegnarle come stare al mondo prima che sia in grado di ascoltarti con il rispetto che meriti.
    Deve crescere per aiutarci a comprendere.


    Aspettò una risposta dal drago bianco prima di procedere.

    Riguardo le armi, Hibachi… Ou ti ha appena accennato della grande guerra che fece con tuo padre, quella grande guerra fu fatta per distruggere queste armi, colossali statue dai poteri inauditi, so per certo che ne esiste più di una e che per qualche strana concatenazione di eventi si stanno destando.
    Pare che i vostri fratelli ad est siano interessati a distruggerle, non so per quale motivo, ma non credo sia buona idea lasciare che se ne occupino.
    Perché ti ho posto la domanda quindi?
    Quando salivo al tempio del nord ho trovato un antico bassorilievo, una mappa abbozzata del continente, e nei punti corrispondenti ai fari erano poste delle gemme, mi pare strano che la mappa indicasse esclusivamente i templi tuttavia, forse per scelta di Tian o a causa del danno temporale causato da quella lotta pare che Ou come il suo popolo non abbia notizie delle altre armi.
    Ma forse i dettagli sulla vostra sono morti con vostro padre.


    Si fece pensieroso.

    Mi chiedo però una cosa, siete creature millenarie, sagge e previdenti, è possibile che l’arma, se presente, concedetemi le supposizioni, sia stata semplicemente abbandonata all’oblio?
    Oppure che nessuna memoria di Kazan sia rimasta, spesso quando si parla di creature come voi il concetto di trapasso è sfumato, mi chiedo quindi se qualcosa di Kazan non sia rimasto da qualche parte, in un sigillo o chissà cosa.
    Mi chiedo, più in generale, se ci sia modo di scoprire qualcosa su di essa, bassorilievi come nel caso dei tempio del nord, magari il vulcano stesso potrebbe nascondere qualcosa, e simili artefatti sarebbero semplici da nascondere al suo interno, sono resistenti oltre ogni dire la lava sarebbe poco più di una folata di vento caldo per loro.
    Kazan non ha mai condiviso nulla a riguardo con te?


    Disse verso Ou.

    Uno stralcio di dialogo, un pensiero o preoccupazione.

    Quale che fosse stata la risposta sarebbe tornato su Hibachi.

    Credo che ancora ci sia qualche anziano a Kurohai, chiedi, cerca.

    Poi come un fulmine a ciel sereno una piccola idea gli attraversò la mente.

    So che avete un empatia elevata, ma mi chiedo, sareste in grado di comunicare con… l’anima di un defunto?

    Disse mentre indicava ai due la spada.

    Potrebbe essere pericoloso, ma forse un modo per metterci in sicurezza e sfruttare l’opportunità concessa dal caso può esserci, Jigoku pareva conoscere ben più di ciò che non fosse concesso agli altri draghi.
    Tekuro è stato in grado di preservare la tua anima, potrebbe forse conoscere il modo di interagire con le stesse, o addirittura Kazan potrebbe ad esempio essere riuscito a conservarsi o a preservare parte di se da qualche luogo.


    Respirò a fondo, sentiva di star per dire qualcosa di così assurdo da essere stupido-
    Guardò i due in un misto di disagio ed ansia.

    Cerco di spiegarmi.
    Quando i vostri figli nascono dalle uova hanno già la capacità di parlare, non ne sono certo ma correggetemi se sbaglio, e oltre quella una memoria grossolana che gli garantisce un identità e un posto all’interno del clan.
    Mi chiedo, se esiste questa sorta di memoria collettiva non è forse possibile che stralci di storia possano essere nascosti in tutte le vostre memorie?
    Stralci di verità?


    Li guardò dal basso verso l’alto, consapevole di star indossando i panni del pazzo del villaggio.
     
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    Discorsi Fuori dal Mondo

    Io con quello non ci voglio andare. Fu la velenosa conclusione di Kushami alla proposta di essere cresciuta al Nord con Ou, mentre Hibachi la guardava con evidente ostilità. Colpe o non colpe, i Verdi sono bestie ancora peggiori di quanto non fossimo noi al tempo della Furia...loro distruggono perché provano piacere nel farlo. Replicò il Re Rosso, il cui perdono non sarebbe stato affatto semplice da ottenere, anche se obbiettivamente era consapevole che Kushami fosse diversa...ma non lo avrebbe mai ammesso. Sarà bene accetta e darà una nota di...permetti il gioco di parole, "colore" alla nostra terra. Ancora non ci siamo del tutto riabituati al ritorno delle emozioni. Hibachi inarcò un sopracciglio della sua forma umana, ma non indagò oltre...ne avrebbero parlato tra Re in un secondo momento. Io con quel vecchio babbione non ci vado! Non se ne parla! No, no e NO! E fece per mordere un braccio a Raizen, pur senza alcun effetto particolare visto che ormai era immunizzato contro il veleno ancora immaturo della giovane creatura. Una frazione di secondo dopo Kushami era a mezz'aria accanto a Ou, intrappolata tra due corridoi d'aria ripiegati su sè stessi che la rimandavano costantemente nello stesso punto, di fatto intrappolandola (complici le minuscole dimensioni e la debolezza fisica). Ohohoh, sarà divertente vedere Kubomi alle prese con un cucciolo, dopotutto noi ci siamo dovuti sobbarcare lui quando era piccolo, pochi anni fa, anche se non provavamo nulla per lui. C'era una vena di rivincita nel suo tono...segno che forse un cucciolo rompiscatole era qualcosa che nemmeno il Deserto Bianco era riuscito a zittire del tutto.

    Il discorso tornò alle Armi, con Hibachi che ascoltava ma non aveva idea di cosa Raizen stesse parlando, e Ou che si intromise. C'è un errore, Raizen. Ho verificato con Toppu e Dageki prima che se ne andassero coi loro nuovi compagni. Quelle gemme non si trovano nei luoghi dove risiedono i Fari. Solo una coincideva con un Faro: il nostro. Dunque non penso che Tian abbia affidato l'altra Arma che ha nascosto ad uno dei quattro Clan. Chiarito il concetto, comunque, Hibachi restava del tutto ignaro della questione, anche se al sentire nominare il padre si fece pensieroso. Hai ricordato qualcosa? Inquisì il Re Bianco, trovandosi però di fronte a un cenno di diniego col capo. No. Non su queste cose giganti almeno. Ricordo solo che una volta mio padre mi ha mostrato una camera sotto il Faro. Ero molto piccolo e Tian era ancora tra i Draghi...buffo, non ricordo nemmeno che faccia avesse da quanto tempo è passato...ad ogni modo mio padre mi disse che la aveva preparata come cassaforte per il Guardiano dell'Equilibrio. Diceva che quando Tian si fosse ritirato, avrebbe depositato una delle sue armi nere in ciascuno dei Fari, per ricordare per sempre il legame tra noi...ma non credo che abbia a che vedere con questa faccenda.

    Ou parve turbato. Oh. Lasciami andare razza di serpente avvizzito! Kushami intanto parlava a vuoto, ma nessuno la ascoltava. In realtà quello era un argomento che avresti dovuto tenere segreto...ma non hai certo ricevuto informazioni in tal senso, quindi immagino non ci sia alcuna colpa. Si voltò verso il suo evocatore. Mi dispiace, Raizen, ma le quattro armi di Tian appartengono solo a lui. Quando le consegnò ai quattro Re prima di svanire nel futuro disse che un giorno sarebbe tornato a prenderle, se mai fosse stato necessario combattere ancora. Lui vagherà in eterno per le ere, e se mai avesse bisogno del suo arsenale saprebbe sempre dove trovarlo, questa è stata la promessa che gli ho fatto...un segreto che ho mantenuto con te senza alcuna malizia, credimi. Wow, quindi quelle cose stanno sotto i Fari? Le ho viste una volta sola, ma immagino che la promessa di Kazan ricada sulle mie spalle ora. Commentò Hibachi a braccia conserte. Forse dovrei anche guardare se sta ancora là...chissà cosa è successo nel periodo della Furia e poi sotto i Kishin? Non avevo più pensato alla faccenda fino ad ora.

    A quel punto saltò fuori il discorso della comunicazione coi defunti, davanti alla quale Ou parve inorridire, e anche Hibachi era tutt'altro che favorevole. Parlare coi morti è contro l'equilibrio delle cose. Restaurare la vita dopo una maledizione è tutta un'altra faccenda, come tu hai fatto con me. E poi non penso sarebbe il caso di entrare in comunione con uno pieno di Furia come il mio defunto fratello. Non vorrei che ci contagiasse di nuovo. Non se ne parla...e poi se avesse saputo qualcosa di Armi così potenti le avrebbe usate a suo vantaggio, non pensi? Sono convinto che non caveresti un ragno dal buco. Quanto ai ricordi...le nostre sono memorie ataviche legate perlopiù all'istinto e al nostro modo di essere, più qualche concetto come il linguaggio, ma non possiamo parlare di una vera e propria coscienza collettiva, quindi non abbiamo le risposte che cerchi, Raizen. Mi spiace. Idem mio padre...Jigoku lo ha sbranato completamente e di sorpresa, non avrebbe mai fatto in tempo a salvare la sua essenza.
     
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    Altri segreti







    Quando il discorso virò sulle armi di Tian, Raizen si mise braccia conserte, visivamente infastidito.

    Oh, quale novità. Altri segreti.
    Mi sto stufando Ou.
    Davvero.
    Vengo continuamente trattato come uno sconosciuto mentre quel negro di Kumo e lo sfigato otese dopo essere stati legati a Dageki e Toppu per cinque secondi già sapevano tutto.
    Che vogliamo fare, eh?


    Chiese con tono palesemente scocciato.

    Vogliamo tenere altri di questi segreti per far si che quando il mitico viaggiatore del tempo farà vedere il suo muso possa trovare una guerra più grande di quella che si aspetta o magari vogliamo condividere qualcosina e tentare di evitarla?
    Se non erro Tian non sapeva predire il futuro, e se tanto mi da tanto nemmeno viaggiare a piacimento del tempo, quindi? Che si fa?
    Crepiamo aspettando la manna dal cielo?
    TREMILA ANNI OU.
    E ancora credi ai miracoli?
    Noto spesso che quasi divinizzate Tian, e lungi da me fare il contrario o bestemmiarlo, ma un Dio lontano, disperso nel tempo, è un Dio sordo, penso.


    Il fatto curioso era che più parlava più l’ira montava, il contrario di ciò che sarebbe dovuto accadere visto che la stava sfogando.

    Bel metodo, non c’è che dire.
    Pft.


    Alzò gli occhi al cielo e impugnò Garyu no Jigoku, che immediatamente mutò il suo colore diventando prima arancione poi di un giallo acceso, incandescente, si stava preparando a rilasciare dopo qualche istante una poderosa fiammata [re delle fiamme] evidentemente rilasciata dall’arma stessa. Dopo una rapida rotazione in mano a Raizen che nuovamente guardò Ou, come a sottolineare quanto fosse ridicolo quel veto, la spada pulsò, per poi ingigantirsi e venir rilasciata cadere al suolo ed incidere un profondo solco, parecchie teste sarebbero rimaste orfane di corpo sotto un simile fendente.

    Possiedo tante conoscenze, Ou.
    Non sono interessato alle armi di Tian perché fondamentalmente sono in grado di fabbricare qualsiasi cosa mi sia utile tenere tra le mani durante uno scontro. Ma spera che se mai scoppierà un conflitto ci sia lui ad usarle, perché se davvero potranno essere utili e nessuno potrà impugnarle per stare dalla parte giusta dello schieramento la colpa non potrà essere di certo mia.
    Sappi comunque che se studiate sarei in grado di replicarne gli effetti.
    Decidi tu cosa fare adesso, puoi lasciarle li ad ammuffire o darmi la possibilità di comprendere i poteri ed eventualmente sfruttarli senza alcun danno per il ritorno del profugo tempo.


    Espirò sonoramente dal naso.

    Per favore Ou.
    Sono stanco delle mezze verità a fin di bene, non portano che disgrazie, e dovresti essere il primo a darmi ragione visto che hai quasi perso la vita quando hai scelto di nascondermi l'esistenza del deserto bianco.
    Se c’è altro parla, se mi porrai un veto lo rispetterò, così come sto facendo per le armi.
    Ma non voglio MAI più sentire di un segreto che mi è stato celato perché “era meglio così”.
    Abbi il coraggio di ricambiare la fiducia che vi mostro.


    Concluso con quella frase lasciò cadere l’argomento, senza la voglia di conservare quel rancore.

    Risolto questo direi che siamo apposto, purtroppo.
    Abbiate l’accortezza di vedere se le armi sono presenti o meno, se devono stare li e sono assenti immagino sia il caso di preoccuparsi.
    E nonostante tutto abbiamo la certezza solamente di due armi su quattro.


    Guardò entrambi.

    Sto per andare ad Oto, sembra che ci sia un drago nero nelle sue profondità che è li da un bel pezzo.
    Vorrei cercare di capire che cosa lo tiene la sotto.
    Potrebbe riavvicinarmi ai draghi del Sud, Ou, tempo fa mi parlasti di una possibile cura, direi che è il momento di studiarla, non vorrei perdere l’occasione.
    E metti Tekuro a lavoro, non sarebbe male ripristinare le connessioni tra i templi.


    Avrebbe dato loro il tempo di rispondere prima di fare un cenno con la testa.

    Beh, direi che è tutto, evocarvi entrambi è stato un salasso, dovrò riposarmi prima di partire.
    Sir frottola…


    E si inchinò ad Ou con un sorriso malizioso quanto divertito.

    Sir… se, te piacerebbe.

    Avrebbe detto ad Hibachi.

    Arrivederci!

    Pareggiò entrambi per poi maledire Tian, giusto per darsi un contentino e sfogare realmente la rabbia.


    Edited by F e n i x - 18/6/2016, 13:36
     
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    Parole sincere, Parole di commiato.

    Sei molto giovane, Raizen. E parli di fiducia ignorando cosa sia la fedeltà, o così mi sembra. Avere la fiducia di qualcuno non significa pretendere che questi ti riveli ogni cosa e agisca sempre per favorirti, anche a scapito di ciò che ritiene importante. E la mia fedeltà a Tian è qualcosa che supera il tempo stesso. Il tono di Ou era placido, quasi stesse impartendo una lezione ad uno dei suoi giovani draghi..non importava quanto fosse aggressivo o deluso Raizen, semplicemente stavano parlando di due cose diverse, e l'anziano Re del Nord non era certo il genere di persona da dare troppo peso ai rimbrotti di qualcuno, non importava quanto potessero essere avvelenate le sue parole. Quanto ai Miracoli... Guardò intensamente il suo evocatore. Ho davanti l'uomo che ne ha compiuto uno. Sarebbe sciocco smettere di credere ai miracoli, non credi? Al di là di tutto questo, quelle armi non mi appartengono, le ho solo in custodia e non potrei mai tradire la fiducia di Tian permettendo ad altri di prenderle o copiarle, nemmeno se fossi tu. Sono sinceramente addolorato che tu non comprenda il mio punto di vista...capisco il tuo, ma abbandonare i miei valori mi renderebbe uguale ad una bestia. Ai miei occhi non sempre il fine giustifica i mezzi, ci sono cose che semplicemente non possono essere accettate.

    Le armi non ti sono state nascoste perchè "era meglio così", ma semplicemente perchè non avevo alcun motivo per dirti della loro esistenza, come dubito tu possa trovare alcuna utilità dai racconti di quando corteggiai la madre di mio figlio o di quando ho scoperto che nel Faro Settentrionale esiste una sorgente termale di cui io stesso ignoravo l'esistenza.
    E che ve ne fate di una sorgente termale? Lo interruppe Hibachi, ancora in forma umana e a braccia incrociate. Non ne ho idea, è troppo piccola per un drago. Magari era dei sacerdoti, migliaia di anni fa. Mah, in ogni caso darò un'occhiata all'armeria, se mi ricordo dove stava. Sperando non ci siano stati troppi guai in questi anni o nel periodo dei Ryukishi. Concluso l'argomento, l'Hokage passò a discorsi un pò più pratici, specificando la sua volontà di cercare un drago nero sotto Oto.

    A Oto? E che diavolo ci fa un drago nero a Oto? Dovrebbero stare nel loro Faro, parecchio più a sud. Nel sottosuolo, poi, è ancora più strano. Siamo sempre stati creature che solcano il cielo, anche quando dominavamo tutti gli elementi. Nessuno dei due aveva indizi o suggerimenti al riguardo, ma si sarebbero detti disponibili a supportare Raizen, il cui saluti finale fu accolto da un bonario scossone del capo da parte di Ou e da un gestaccio irripetibile da parte del più giovane Hibachi. Kushami sparì con loro, liberando così il Colosso della Foglia da quell'incombenza.
     
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    Verso il Sottosuolo







    Alle parole del nobile Re del Nord si fece taciturno, ascoltando proprio con l’animo che il tono di Ou esigeva: quello di un giovane uomo.
    Giovane uomo quale era, nonostante spesso lo dimenticasse.

    Comprendo, e forse le mie parole sono state dure, ma non riesco a condividere appieno.
    Ma rispetto la tua scelta Ou.


    Alla domanda di Hibachi ammiccò.

    Beh, direi che è arrivata l’ora di un richiamo inverso.
    Vuoi mettere portare una alla valle del Vento e presentargli pure una sorgente termale?
    Avrò da schiacciare da qui all’eternità ed coachoasd… COF COF!
    MOLTO COMODE IN CASO DI FERITE IN BATTAGLIA!!!


    Svicolò alzando gli occhi al cielo.

    Non saprei che altro dirvi riguardo il drago, mi hanno detto che stava li, e se non ho inteso male non è giovanissimo date le dimensioni, vi farò sapere.

    E se ne andarono, così come erano arrivati.
    A lui non restava che tornare al villaggio, prendere i soldi, Ikuuya ed avviarsi ad Oto.
    Aveva dato appuntamento alla ragazza nel suo ufficio, avvertendola di recarsi li sufficientemente attrezzata per una missione.

    Eeeeed eccola!

    Iniziò a parlare prima che la porta si aprisse, un piccolo trucco di magia aiutato dalla tecnologia.

    Sei pronta?
    Mi pare di si, se partiamo subito nel tardo pomeriggio siamo ad Oto, ma portati da mangiare se non ci sei mai stata non tutte le bocche si adattano ai… gusti… particolari…


    Disse con una faccia che esternava un evidente difficoltà.

    … di quel grazioso villaggio.

    Terminò a denti stretti.
    Stava per uscire dalla finestra quando si ricordò di chissà cosa.

    Ah. I soldi.

    Già i soldi.
    Quella parola in bocca a Raizen pareva avere un concetto del tutto diverso visto che con scarsissima attenzione prese un sacchetto di grosse monete e lo poggiò sulla scrivania, lanciandoci un occhiata distratta.

    Si, dovrebbero bastare.
    Oh, e pure il conto dei muri!


    E così dicendo prese una piccola cartella da un cassetto.

    Non è semplice farsi rendere i soldi.

    Disse gravemente mentre evocava Kubomi.

    Wellà, disturbo?
    Oh, sicuramente, nemmeno voglio immaginare i problemi che avrai con Kushami.
    Salutamela tanto e prendimi sti spiccioli, forse mi serviranno.


    Agitò la mano in segno di saluto e pareggiò il draghetto insieme al malloppone [1 competenza ryo] con un sorriso per poi indicare la spaziosa finestra già aperta.
    Uscì dalla finestra e prese a galoppare verso la capitale ninja del suono, anche se fortemente trattenuto dall’inferiore velocità di Ayuuki.
    La cosa lo riportava indietro di qualche anno, quando alle sue spalle stava Shizuka.
    Sbuffò per togliersi chissà quale pensiero dalla testa.
    Giunsero al gate di Oto lievemente in ritardo sulla tabella di marcia, ma nulla di improponibile vista l’assenza di orari, Febh gli concesse ai suoi tempi un permesso scarabocchiato di fretta, cosa che i guardiani parevano riconoscere da un chilometro di distanza, cosa che causò reazioni contrastanti, qualcuno sospirava, altri si disperavano e altri si infuriavano in silenzio.
    Febh, un uomo dai mille volti. Riflessi sugli altri.

    Son curioso di vedere come Villa Yakushi accoglierà l’Hokage.
    Da che ho sentito Ogen è abbastanza dedita all’allisciamento delle persone importanti, sarà bellissimo vedere le reazioni di Febh.
    Ah, occhio a lui è un po’ strambo, ma non pericoloso.


    Rise sotto i baffi avviandosi verso la Villa.
     
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    I ~ Pozione d'amore v 1.4: Viaggio nel Paese delle Risaie


    L

    a normale routine della Fuyutsuki non fu minimamente turbata dall’arrivo della convocazione negli uffici amministrativi del Villaggio. Ormai veniva convocata spesso, molto spesso, visto il suo grado all’interno della Squadra speciale di Konoha. La Radice garantiva sicurezza e prosperità al grande Albero, nutrendo le sue Foglie grazie alla sua profondità e solidità nel terreno. La Genin, dopo aver scelto volontariamente di entrare a far parte della segreta squadra speciale, aveva iniziato un lungo percorso di formazione per diventare una risorsa utile e indispensabile all’Hokage, una persona di fiducia su cui l’energumeno di Konoha poteva sempre contare. La sua fedeltà era assoluta. E non solo.
    Le missioni, da quelle più semplici a quelle più complesse, diventavano sempre più frequenti per Ikuuya. Ma questa volta l’Hokage aveva bisogno di Ayuuki. La lettera di convocazione era diretta a lei, non alla sua identità in incognito. Prima di uscire dalla Villa Fuyutsuki, che aveva smesso di apparire spenta e lugubre da quando la più piccola del Clan era riuscita ad entrare nei Ranghi speciali, la Genin si preparò per la missione. Ai Fuyutsuki, la traditrice che aveva disonorato Ryuhei-sama, era solo uno sbiadito ricordo. Si riaccendeva una tenue speranza per l’intera famiglia, per restaurare la sua vecchia gloria.
    La ragazza uscì dall’abitazione sotto l’occhio attento e vigile del padre, inorgoglito per i continui progressi della figlia nella carriera Ninja. Si respirava un’atmosfera diversa, che migliorava anche l’umore della Fuyutsuki e la sollevava in qualche modo da gravose responsabilità. Anche se l’ombra della sorella maggiore continuava ad albergare in un angolino del suo animo. Sapeva che non poteva abbandonarla al suo destino. Doveva trovarla e riportarla a casa.
    La Genin si diresse verso il centro cittadino. Aveva deciso di fare colazione con la sua migliore amica, Miyo-chan, prima di recarsi agli uffici Amministrativi del Villaggio. Raggiunse la ragazza al solito chiosco di Ramen, dove lei e la sua comitiva di amiche si recavano spesso per spettegolare o parlare dell’ultimo abito cucino dalla miglior sarta del Paese del Fuoco. La solita quotidianità. - Ohayoo Miyo-chan! - Proferì con un solare sorriso non appena si accomodò al bancone del chiosco. L’anziano proprietario del locale stava già preparando la loro ciotola di Ramen, essendo entrambe clienti abituali. - Ohayoo Ayuu-chan! Ti vedo particolarmente contenta oggi. Novità? - Miyo-chan era una ragazza molto dolce ed intelligente. Il suo intuito non aveva pari al Villaggio di Konoha e le bastava uno sguardo per capire cosa frullava nella testolina della sua migliore amica. - Sono sempre solare sai? - La Fuyutsuki ringraziò con un cenno del capo il proprietario del locale che aveva già preparato i loro Ramen con uova sode, carne di maiale e verdure. La ragazza dopo aver congiunto le mani davanti al petto in segno di ringraziamento per il buon pasto, separò le bacchette ed iniziò a mangiare velocemente. Non aveva molto tempo per fare colazione. - Solitamente sei anche estremamente lunatica. - Precisò con scetticismo la ragazza dalla chioma corvina e lo sguardo color miele. C’era qualcosa che le sfuggiva. E la Fuyutsuki fu costretta ad interrompere la sua colazione per spiegare rassegnava le sue ultime “scoperte”. - Va bene. Va bene… non posso mai nasconderti nulla eh? - Proferì rassegnata la Genin mentre l’amica alzava le spalle. - Sono la tua migliore amica. Non devono esserci segreti tra noi! -
    La ragazza iniziò a frugare nelle tasche della sua casacca smanicata per recuperare un’ampolla che conteneva un liquido rosato. Era una pozione, o almeno un intruglio che aveva creato l’Avvelenatrice della Radice nei sotterranei della sede. Aveva impiegato giorni e giorni di duro lavoro per raggiungere quel piccolo risultato. Un barlume di speranza per risolvere definitivamente i suoi problemi sentimentali. - Cos’è? - Chiese l’amica con un’espressione perplessa. Anche se era una Genin del Villaggio proprio come la Fuyutsuki non si era mai avvicinata all’Erboristeria. - La soluzione ai miei problemi! Sono stanca che i miei sentimenti non vengano contraccambiati. Ho trovato un’antica pergamena che custodiva la formula di una pozione molto rara. Farà innamorare di me colui che la berrà! - Il volto di Miyo-chan iniziò a mostrare delle espressioni alquanto perplesse. Non era molto convinta. Non era una buona idea, per niente. E ricoprendo il ruolo di sua migliore amica si sentiva in dovere di avvertirla. - Creare l’amore non è possibile! Non credo sia una buona idea.. dovresti rassegnarti semplicemente alla realtà. Un giorno si accorgerà di te. - Pronunciò quelle parole con estrema dolcezza, la dolcezza tipica delle amiche. Sperava d’istillare un minimo di buonsenso nella testolina della Fuyutsuki. - Oh.. grazie! Sono i Bento che ho prenotato ieri vero? - Il proprietario del locale porse due cestini da picnic che custodivano il pranzo per lei e l’Hokage. Aveva pensato che un gesto carino nei confronti di Raizen-sama non poteva far altro che bene. E facilitare i suoi malefici piani. - Non vorrai mica farlo? Hai almeno provato prima questa pozione? Funziona? - La Fuyutsuki aprì il cestino di Raizen ed introdusse un po’ di pozione d’amore nel Thè freddo. - Lo scopriremo.. presto. - Mancava solo una risata malefica, ma lei era una dolce ragazza disposta a tutto pur di ottenere l’amore che meritava.

    [ … ]

    La Fuyutsuki si presentò puntuale come sempre alla convocazione dell’Hokage. Indossava la solita tunica da allenamento bianca che si chiudeva con una zip centralmente, dove il tessuto assumeva una colorazione azzurrina. Bende che ricoprivano completamente gli arti inferiori e superiori, e pantaloncini neri che le rendevano più agevoli i movimenti. Le mani erano protette da guanti in cuoio e la coscia destra accoglieva il Porta Kunai e Spiedi. Calze nere con rete che coprivano le bende degli arti inferiori e calzari ninja che completavano il suo abbigliamento. La chioma era stata raccolta come di consueto in una lunga coda con cinque anelli d’ottone. Il coprifronte copriva il Byakugō no In.
    Raizen-sama sembrava di buon umore, o almeno sembrava felice di rivederla. Gioia condivisa, visto che anche la ragazza aveva stampato sul suo viso un sorriso a trentadue denti. Andare in missione con l’Hokage non era mai una passeggiata, ma era ben contenta di ricevere tanta responsabilità e fiducia dal colosso della Foglia. Chinò leggermente il capo prima di entrare nell’ufficio. - Ohayou Gozaimasu… Raizen! - Aveva imparato a mettere da parte tutte le formalità richieste, soprattutto quando era davanti ad una figura tanto importante. Quell’uomo dall’aspetto poco curato e dall’aria sorniona era l’autorità più importante del Paese del Fuoco, almeno dopo i Daimyo. - Prontissima come sempre! Sai benissimo che ti seguirei fino in capo al mondo. - Precisò abbassando leggermente lo sguardo. Non era il momento di arrossire come una ragazzina.
    Alle parole dell’Hokage il suo volto s’illuminò. A quanto pare Raizen-sama non apprezzava la cucina del Paese delle Risaie. In realtà aveva percepito un po’ di astio nel tono della sua voce, ma in quel momento non era un dettaglio rilevante. I suoi occhi presero vita. Mostrò con un barlume di dolcezza al Colosso i due cestini che aveva preparato. Ovviamente aveva contrassegnato quello dell’uomo, per evitare spiacevoli scambi. Ci teneva a preservare i propri sentimenti. - Ho.. Ho pensato di preparare il pranzo per entrambi. Non conoscevo i tuoi gusti.. quindi ho messo un po’ di tutto. Ed anche un Thè freddo alle erbe davvero buono.. ti consiglio di assaggiarlo quanto prima! - Così avrebbero potuto convolare a nozze quanto prima. Ci tenne a sottolineare la bontà di quel Thè per stuzzicare la sua curiosità e giustificare in qualche modo il suo malefico piano. Era davvero giusto piegare ai propri capricci i sentimenti di un uomo? Osservò i suoi occhi, il suo fisico possente, il suo sorriso. Assolutamente si.
    Mostrò i bento per il pranzo. C’erano quattro Hosomaki, una ciotola di Ramen ben sigillata, qualche Moyashi e due Dorayaki alla cioccolata. Ovviamente c’era anche un bicchiere di plastica che conteneva il Thè freddo alle erbe verdi che aveva sabotato. Dopo averli mostrati li custodì gelosamente. Non aveva nessuna intenzione di cederli all’Hokage. Era fin troppo distratto, rischiava di perderli o capovolgere il contenuto dei bicchieri accidentalmente. - Li porto io… entrambi. Non vorrei che ti siano d’intralcio! - Allargò il suo sorriso. Era una scusa banale. Un uomo grande e grosso come Raizen-sama non si sarebbe fatto intralciare da due Bento, il cui peso era irrilevante. Ma insistette in ogni caso. Li legò alla vita con un sacchetto di canapa.
    Quasi non ascoltò una parola di quello che stava dicendo l’Hokage. Era troppo impegnata a fantasticare e costruirsi castelli di sabbia. Ma non si perse l’evocazione di Kubomi, un Drago che fu incaricato di custodire il denaro dell’energumeno. Non era una modica somma di Ryo. Sembrava una piccola fortuna che nemmeno il miglior artigiano del Villaggio poteva guadagnare in un anno di estenuante lavoro. - Uhm.. perché siamo diretti ad Oto? Trattative commerciali? - Chiese con un pizzico d’ingenuità. A cosa servivano tutti quei Ryo? Nella convocazione non aveva ricevuto molti dettagli. Quindi come minimo desiderava essere informata sul motivo del loro viaggio nel Paese delle Risaie.
    Come di consueto Raizen-sama preferì non utilizzare la porta, ma uscì dalla finestra. Un’abitudine che vanificava completamente l’utilità dell’unica porta presente nel suo ufficio. Alzò le spalle e decise di scavalcare la finestra ed atterrare sulla tettoria rossa. Con un paio di saltelli scese nell’atrio principale degli Uffici Amministrativi per poi incamminarsi insieme all’uomo verso le Porte del Villaggio.

    [ … ]

    Anche se durante i suoi continui allenamenti aveva acquisito una buona velocità di marcia, l’Hokage dovette adeguare il suo passo a quello della Fuyutsuki. Un dettaglio che non sfuggì alla ragazza, ma non poteva di certo sforzarsi ulteriormente. Arrivare esausti ad Oto non era una buona idea. Anche perché la Genin non aveva ancora capito la reale motivazione di quel viaggio. Le era stato accennato qualcosa, ma con ben pochi dettagli. Il membro della Radice cercò di mantenere il passo e non rallentare ulteriormente i piani del suo Capo-Villaggio. Fece il possibile per stargli dietro.
    Passo dopo passo, salto dopo salto, marcia dopo marcia il paesaggio iniziava a mutare intorno a sé. Le verdeggianti e rigogliose pianure del Paese del Fuoco lasciava spazio ai fitti boschi di Oto. C’era molta più umidità e nonostante il periodo estivo le temperature erano leggermente pungenti. Il Paese delle Risaie non possedeva molti campi coltivabili o ricchezze come le altri Nazioni Ninja. Era il Villaggio più “giovane” degli altri. Si narravano terribili storie sulle belve che infestavano i suoi boschi. Ed Oto era nato come rifugio per Mukenin e traditori. Un lungo cammino di controversi eventi e colpi di Stato avevano generato l’attuale Otogakure no Sato. E la Fuyutstuki si stupì quando notò la doppia cinta muraria e le dimensioni piuttosto “piccole” del Villaggio. Inoltre possedeva ben quattro Gate.
    Oto era ben diverso dal Villaggio della Foglia e per la Genin era la prima volta che si allontanava così tanto dalle sicure mura di Konoha. Non aveva mai visitato nessun’altro Villaggio Ninja, a parte il Paese delle Sorgenti Termali in occasione dello Shi-e-En. Rimase stupita per quella doppia muraglia ed anche dagli abiti che indossavano i guardiani. Culture, usi e costumi diversi. Perché Raizen-sama odiava tanto questo Villaggio? - Questa è Oto? - Chiese, senza aspettarsi realmente una risposta. - Non ho mai visitato nessun’altro Villaggio prima d'ora. - Ammise in modo cristallino. - Villa Yakushi? - Aveva sentito parlare solo per mera fama di Febh Yakushi, Consigliere e elemento di spicco del clan Yakushi. Non sapeva altro di lui. Solo un nome che non riusciva a ricollegare ad un volto. - V..Va bene! So badare a me stessa. - Precisò con un pizzico d’orgoglio.
    Probabilmente erano arrivati leggermente in ritardo. Non avevano rispettato la tabella di marcia per concedersi una pausa in più durante il viaggio. La Fuyutsuki non era riuscita a mantenere il passo e per questo si mordeva il labbro inferiore, sentendosi leggermente responsabile di quel ritardo. Ma non fece parola del suo dispiacere, anche perché era troppo impegnata a guardarsi intorno. Era finalmente giunta ad Oto dopo ore di viaggio.




    Tranquilli non c'è nessuna pozione d'amore v.v Almeno per ora.. è solo un piccolo esperimento di Ayuu fallito. I sintomi di chi berrà quella pozione andranno da lieve nausea a colite spastica. Perchè l'amore è sofferenza ç.ç
     
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    I Terribili Segreti di Palazzo Yakushi


    In assenza di Deveraux, scomparso da tempo, l'East Gate ormai ricostruito era presieduto a turno dai sottoposti dell'Amministratore, sfortunatamente per il villaggio, causando un discreto aumento dei suicidi e delle infiltrazioni criminali nel villaggio, ma tutto questo non sembrava preoccupare più di tanto Febh Yakushi, che si era persino messo a spargere permessi prefirmati che evitavano la lunga trafila della consegna delle armi e affini. Se non altro avere a che fare con un tizio che suonava la chitarra e indossava una ridicola maschera da stellaara_ss_7 avrebbe bruciato qualche neurone all'Hokage e alla sua compagna di viaggio.

    L'east gate, ormai ricostruito, era un maestoso cancello in pietra e acciaio sulle cui porte erano riportati dei demoni stilizzati. Le mura erano pattugliate da alcune guardie di scarsa rilevanza che pure avevano gli occhi colmi di disperazione e palese intento omicida. L'idiota vestito da stella invece sedeva sulla cima della merlatura suonando una chitarra mentre faceva ciondolare le gambe a tempo. Non era nemmeno malaccio a suonare, ma il testo lasciava quantomeno a desiderare, dato che narrava di come una stella, scesa dal cielo, avesse trovato un uomo decapitato e dall'unione dei due fosse nata una rock-star. Solo alla fine dell'esibizione sarebbe sceso dal Gate con un salto (dimostrando comunque una discreta capacità fisica) per guardare il permesso di Febh Yakushi. Al solo sentire il nome dell'amministratore si sarebbe raggelato come se avessero pronunciato il nome di un qualche demonio, quindi li avrebbe lasciati passare senza particolari problemi e senza nemmeno far consegnare le loro armi!

    0201_Nijojo



    A quel punto, non senza occhiate di vario genere da parte dei passanti, il duo di Konoha avrebbe trovato ben presto il Palazzo Yakushi che spiccava in mezzo alle altre costruzioni del Villaggio, segno di un clan di grandi dimensioni e con parecchio denaro a disposizione. La porta d'ingresso principale era aperta e guardata a vista da un tizio sui trentacinque con la barbaMusai, armato di lancia che tuttavia aveva anche un arco a tracolla. Al vedere l'Hokage avvicinarsi si sarebbe accigliato, per poi sgranare gli occhi quando finalmente riconobbe il Colosso. Ma..ma tu sei Raizen! Che diavolo ci fai qui? Poi si voltò a guardare la giovane che lo accompagnava. Tua moglie? Siete qui in viaggio di nozze? La perspicacia era una dote di famiglia...anche se Febh e Yasu non avevano legami di sangue. Certo che è una sorpresa...Tenma mi aveva detto che eri sopravvissuto ma non pensavo ti avrei rivisto. Poi, sempre verso Ayuuki si presentò con un cenno del capo. Io sono Yasu, del clan Yakushi. Sembrava che l'arrivo dell'Hokage avesse spezzato la monotonia della sua giornata, e non voleva, come un anziano, farsi sfuggire l'occasione di scambiare quattro chiacchiere. Yasu Yakushi era presente, insieme a Tenma e Teppei, quando l'Iikigami aveva scoperto del Faro Settentrionale e del complotto in atto ai danni tanto di Oto quanto di Kumo. Hai poi saputo di Teppei? Si sta riprendendo a poco a poco. Tenma però ora non c'è, è partito per una missione parecchio complicata a sud del paese del fuoco, non so bene i dettagli. Era proprio in vena di chiacchiere. Invece con Kumo le cose restano tese...ah, che tempi, che tempi.

    Se avessero detto che erano là per vedere Febh il guardiano del Palazzo avrebbe alzato gli occhi al cielo. Oh, suppongo stia sbrigando le sue faccende. Ma perchè vogliono tutti vedere Febh anche nel suo giorno libero? Anche quel Mercenario arrivato ieri deve parlargli, ma dovrebbe tornare in giornata. Comunque entra pure, dovresti trovarlo in giardino. Io intanto avviso la capoclan che abbiamo ospiti. Con uno scatto rapido lasciò sguarnito l'ingresso, permettendo ai due di entrare.

    Il Palazzo poteva rivaleggiare con alcuni castelli per gli enormi spazi a disposizione, per non parlare delle dimensioni tanto dell'edificio principale che di quelli secondari, senza considerare che includeva un Dojo e un laghetto con delle carpe Koi in mezzo a un giardino finemente curato. Qualche anziano passeggiava placidamente per il cortile, mentre una figura col grembiole stava stendendo dei panni a stendere in due lunghi fili di nylon...abbastanza panni da vestire mezzo esercito. E anche questa è fatta. Avrebbe detto con una voce fin troppo familiare per l'Hokage. E ora devo solo spazzare le foglie, buttare l'immondezza e posso anche mettermi finalmente a riposare! Dal nulla gli comparve un rastrello in mano, accompagnato dal debole fumo del Richiamo, mentre si voltava per cominciare a sistemare le poche foglie secche del giardino. La sua espressione quando vide i due fu impagabile.



    Li guardò per un lunghissimo secondo, poi portò una mano alla testa. Certo che oggi fa proprio caldo, ho persino le allucinazioni. Quindi continuò a muoversi, palesemente fingendo di non avere davanti i due ninja della foglia ed evitando di incrociare il loro sguardo mentre arrossiva leggermente e camminava, rigido come una marionetta, per cominciare il suo lavoro di manutenzione del giardino.

    Per inciso, tra i panni stesi sventolava una curiosa tuta integrale verde con la zip e, accanto, una maschera facciale del medesimo colore, dotata persino di capelli.
     
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    Un incontro rimandato da tempo...

    L'Hungry Bug non era esattamente il posto migliore... anzi, più corretto sarebbe stato dire che l'Hungry Bug era un posto particolare.
    Il Risorto guardava il proprio pasto con una certa perplessità. Era fra i pochi clienti presenti e, da ciò che aveva capito la sera prima, quella medesima routine affliggeva la locanda da quando la proprietaria era scomparsa, circa quattro anni prima.
    Dal poco che aveva potuto intuire, la locandiera, Nikkaido, era stata vista l'ultima volta inseguire, mezza nuda, Febh Yakushi, armata di una gigantesca mannaia, sopra un altrettanto gigantesco topo.
    Notizie che non avevano particolarmente rallegrato il suddetto cliente la sera prima, quand'era arrivato alla locanda, dopo che gli era stato detto che proprio il Jonin del clan Yakushi non era disponibile per vederlo, di passare il giorno dopo.
    Bella idea venire ad Oto! Davvero!
    Dobbiamo ricominciare? Ti sei lamentato tutta la notte!
    E faccio male? Siamo arrivati in questo... posto... che fa sembrare quasi Ame una ridente cittadina, in cerca di quel Jonin che, ti ricordo fratello, potrebbe riconoscerti, il tutto per cosa? Per chiedergli una cosa folle, a partire da qualcosa che ci disse, di sfuggita per giunta, mesi fa!
    Non ci ha ricollegati Hoshi, che era forse il mio amico più stretto e tu pensi che possa Febh? Sono stato il suo maestro, quando ancora era un genin, sì, ma è cresciuto da allora. E poi, l'unica volta che Febh lo ha visto combattere, lui non aveva ancora ripreso i contatti con le Fenici, era solo un Kaguya, capace di usare Raiton.
    Il Risorto, nel sentire le due voci nella sua testa, lasciò stare il piatto di "zampe di ragno gigante" e preferì bersi tutto d'un fiato il "Sangue di pipistrello squamato".
    Ubriachiamoci di prima mattina, mi piace un sacco come idea!!!! AHAHAHAHAH!!!
    Zong Wu, perché come lo Shogenin del Deserto si era presentato alle Mura di Oto il giorno prima (e d'altronde quella era l'unica identità nota allo Yakushi) finito il bicchiere tornò verso la propria stanza: mancava ancora qualche ora all'orario indicatogli per potersi presentare al palazzo del clan di Febh.

    [...]

    Di nuovo nella stanza, Zong Wu iniziò a camminare avanti ed indietro per la stanza.
    Chiariamoci... io non posso provare ogni istante ad entrare nel mondo del Sole Nero per chiacchierare con voi e nemmeno devo sempre stare attento a come rispondo con la gente intorno., iniziò a protestare guardando verso il tetto della stanza, Né so di preciso come mi vedano all'esterno quando sto chiuso con voi in quel mondo interiore..., concluse irritato.
    Come mai tanta rabbia? Speravi di finirla prima questa gita? AHAHAHAHAHAHAH
    Stai un pò zitto, Petulante Rettile mal riuscito!
    Stavolta sono d'accordo con lui, fratello!
    EH?
    EH?, ripeté il Risorto.
    Dopo la faccenda del collezionista di Spade, volevi partire subito per Oto, ma non volevi insospettire troppo Febh con l'urgenza della cosa... e va bene.
    Poi ci sono stati Tsuya, quella faccenda dei Cavalli, i Kiseki, la nostra Liberazione e tante altre storie, ok... e solo di recente hai ripensato alle parole di quello strambo shinobi, e va bene... ma come vuoi convincerlo?

    Lo sai bene, come, lo sapete tutti., tagliò corto lo Shogenin.
    E potrebbe anche funzionare, non ci provo nemmeno più a ragionare sui tuoi piani uno più folle del successivo, ma perché siamo in questa topaia?
    Perché non credevo che Oto fosse cambiata così tanto! Quando ero in vita ci sono venuto una volta sola, quando ero ancora solo l'amministratore del mio villaggio... sapevo che il Cancello Settentrionale era controllato da Luis Mikawa, un mio vecchio amico... o almeno una delle poche persone che rispettavo di tutta Oto, ma che sembra essere scomparso anche lui da tempo.
    Poi al palazzo degli Yakushi ci hanno detto di tornare oggi...

    E quindi hai pensato bene di farci passare la notte in questo posto! Ti rendi conto che quel loro stufato di Rapace Otese penso potrebbe essere fatto con qualche animale molto simile ad una Fenice? Dannati Hai Urami, finiva che si mangiava un mio parente!
    EHI! Quando sono venuto qui per il Torneo dei Sigilli, come rappresentanza kiriana, la proprietaria di questa locanda era... una bella proprietaria, ma io ero già impegnato con Taeko!
    AHAHAHAHAHAHAHAH!!!!
    Se non sapessi che siete derivati dal Rancore di due morti... mi preoccuperei per le persone che eravate prima..., fu il primo commento di Zong Wu, iniziando a prendere le proprie cose e prepararsi, Questa chiacchierata la concludiamo un'altra volta, magari..., avrebbe tagliato corto.

    [...]

    Arrivò davanti al Palazzo Yakushi, dopo aver girato per le strade di Oto, con qualche vaghissimo e sbiadito ricordo dell'unica volta in cui l'ormai defunto Mizukage era stato in quel villaggio, quando era chunin, un viaggio durante il quale era stato accompagnato da altri due shinobi della Nebbia ed aveva incontrato anche la delegazione sunese, prima del torneo.
    C'era anche Shaina Otori, mi ricordo...
    Fenici Immortali... fratello, tu avevi dei seri problemi verso la fedeltà e la monogamia anche prima di morire...
    Quelle voci furono però interrotte dalla maestosità del Palazzo del clan di Febh.
    Non avrei mai detto, ai tempi, che il Clan di Febh avesse tutto questo denaro... ma in fondo non tutti i clan devono essere come quelli di Kiri.
    Probabilmente Zong Wu avrebbe anche fatto un cenno di conferma a quelle voci che sentiva nella sua testa, quando vide l'ingresso dello stesso, senza però notare nessuno lì di ben visibile.
    C'è nessuno? Mi chiamo Zong Wu, sono lo shinobi conoscente di Febh Yakushi che lo cercava già ieri!, avrebbe urlato, attendendo una qualche risposta.
     
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    Le Leggendarie Vesti







    Al vedere l’arciere pazzo che a Kumo lo bersagliò quasi facendolo schiantare al suolo, rimase lievemente sorpreso, era una di quelle persone che si pensa sempre verranno incontrate un'unica volta nella vita.

    Oh, Yasu!
    Ma te pensa, chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo incrociati nuovamente!


    Gli battè una pacca sulla spalla, dopotutto aveva condiviso con lui una pessima esperienza.

    E poi pensi che se devo fare un viaggio di nozze vengo ad oto?
    La cosa più romantica che potrei trovare sarebbe un centrino a punto croce con le interiora di topo!
    Ahahahah!


    Quando poi parlò di Teppei Raizen fece una smorfia.

    Mi dispiace per Teppei, c’è da dire che aveva un discreto carattere di merda però.
    Non penso il suo recupero sia una passeggiata, quella quantità di potere sarà difficile da gestire, e immagino avrà lasciato un duro ricordo.


    Quando gli fu dato il permesso passarono oltre, raggiungendo la “domestica”, Raizen non faticò a notare il rossore dell’Otese e con la gentilezza dell’estraneo in casa d’altri che non trova la via gli rivolse la parola, non sapeva se per gentilezza o per reggergli il gioco.

    Mi perdoni, siamo dei visitatori da Konoha, siamo qui per incontrare Febh Yakushi, saprebbe indicarci i suoi appartamenti?

    Poi, vedendolo lievemente provato aprì il cestino di Ayuuki bisbigliando qualcosa alla ragazza.

    Perdonami, solo per questa volta, capisci la situazione.

    Prese il the e glielo passò.

    Tenga, mi sembra provato, lo tirerà su, è fresco.

    E gli porse il the freddo, ignaro del fatto che contenesse la pozione d’amore di Ayuuki.
    Stavano per scivolare all’interno quando all’ingresso della magione qualcuno prese ad urlare.

    Non che io sia un esperto di etichetta, ma ecco, un po’ strano, non trovi?
    Non avete campanelli o guardie in questa dislocazione della geriatria?


    Chiese riferendosi contemporaneamente ad entrambi, ed utilizzando il singolare in quanto distratto dalla tuta verde esposta alla lieve brezza, la riconosceva, ed era un occasione splendida per non sfruttarla.

    Mi dica, ho già avuto modo di incontrare quelle leggendarie vesti color della speranza, a quale glorioso shinobi appartengono?

    Chiese quasi estasiato, cercando di stuzzicare la vanità di Febh.
     
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  12. **Kat**
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    II ~ Otogakure no Sato: La patria delle stramberie


    N

    on appena la Fuyutsuki arrivò alle porte dell’East Gate di Otogakure no Sato non riuscì a non trattenere la curiosità. Le sue iridi cristalline vagavano in ogni angolo delle mura, cercando d’intravedere i colori e le strutture che si celavano dietro di esse. Aveva intravisto qualche cittadino del Paese delle Risaie. I loro abbigliamenti, i loro usi e costumi erano completamente diversi da quelli del Paese del Fuoco. Gli Haori bianchi con Haori-himo, spesse corde violacee utilizzate per ricoprire il soprabito, rendevano l’aspetto dei cittadini di Oto piuttosto inusuali agli occhi della Genin della Foglia. Inoltre alcuni possedevano cappelli di canapa o paglia intrecciata dai lati quasi spioventi, da cui pendevano anche sonagli e variopinte piume.
    Insomma per la Fuyutsuki era un ambiente nuovo e non riusciva a staccare gli occhi di dosso alle persone che passeggiavano in prossimità dell’East Gate o che vivevano la loro quotidianità ignari che qualcuno li stava osservando come se fossero animali da zoo. Non aveva viaggiato molto dalla sua promozione al rango Genin. Da quando aveva ottenuto il coprifronte della Foglia aveva impiegato anima e corpo per migliorarsi e raggiungere importati obbiettivi nella sua carriera Ninja. Non aveva avuto molto tempo per viaggiare per le cinque Nazioni Ninja. In verità non ne aveva mai sentito la necessità. Solo ora si accorgeva che oltre le sicure e familiari mura di Konohagakure no Sato c’era un mondo da esplorare ed ammirare.
    Ma come alla Foglia, anche ad Oto nella moltitudine di persone che popolavano il Villaggio c’erano alcuni soggetti che si distinguevano dalla massa per il loro aspetto fisico, per le loro capacità o per le loro stramberie. E la Fuyutsuki ebbe l’onore d’incontrare uno dei Guardiani più singolari delle Cinque terre Ninja. Atasuke-sama, responsabile della sicurezza delle Mura della Foglia, addestrava i Guardiani con rigore e pugno fermo. Mai un Guardiano di Konoha osava distrarsi o concedersi una pausa fuori dall’orario di servizio. Avevano avuto una educazione militare molto ferrea. A differenza del tipo che con una maschera da stella ed una chitarra intonava una strampalata melodia.
    - Eh? - Questa era solo una delle mille stranezze di Oto. L’uomo mascherato non badò molto al gruppo di Ninja della Foglia, o almeno in un primo momento. Preferì completare la sua strana melodia. Ciò che colpì di più la Fuyutsuki, ovviamente negativamente, era il testo. Privo di senso. Privo di ogni barlume di logica. Forse lo strano guardiano di Otogakure no Sato si aspettava elogi o applausi alla fine della sua performance? Elogi che non arrivarono dalla Genin, che rimase basita da quella esibizione ed anche dalle discrete doti fisiche dimostrate dall’uomo. - Mi hai messa in guardia sulle stranezze di Febh Yakushi… ma c’è davvero qualcosa di peggio di un uomo-stella che canta una macabra ed insensata canzoncina? - Confessò le sue perplessità all’Hokage, non appena lo strambo uomo mascherato si era congedato e li aveva invitati ad entrare nel Villaggio senza nemmeno trattenere armi o equipaggiamento Ninja. Il permesso che aveva ottenuto Raizen-sama sembrava valido, anche se non aveva capito la ragione per cui negli occhi dell’allegro e spensierato uomo si era palesato puro terrore all’udire il nome dell’Amministratore di Oto. Era davvero un uomo così volubile, strano e terrificante?
    Le aspettative continuavano a crescere. Anche se la Fuyutsuki pensò bene di metterle da parte per poter godersi il viaggio lungo la strada principale del Villaggio. Notò subito che i vari quartieri e il manto stradale, nonostante le dimensioni relativamente piccole rispetto a Konoha, erano ben distribuiti. I tetti dalle tegole violacee ospitavano statue demoniache o tetti spioventi, visto che il clima era molto più umido di quello delle regioni a Sud del Paese delle Risaie. Le piogge non erano infrequenti, visto che il Paese era dominato da rigogliose e secolari foreste. Durante il viaggio aveva notato ben poche zone coltivabili o radure.
    La passeggiata nelle mura di Otogakure no Sato fu meno piacevole del previsto. Aveva incrociato gli occhi di alcuni cittadini del Villaggio. Alcuni custodivano malcelato astio, altri pura diffidenza, altri ancora riservata curiosità. Non sembravano particolarmente ospitali, quindi la Genin evitò di entrare in contatto con nessuno del posto. Ma si limitò solo a lanciare qualche timido sorriso verso un gruppo di bambini che giocava lungo il Viale principale. La passeggiata terminò presto. Il Palazzo Yakushi si palesò davanti agli occhi cristallini della ragazza. Notò fin da subito che era una costruzione davvero enorme ed imponente, in netto contrasto con le piccole ed ammassate abitazioni dei cittadini comuni. Tutto a testimonianza dell’importanza del Clan Yakushi nelle mura del piccolo Villaggio. L’ingresso principale era sorvegliato da una guardia. Ed anche questa volta la Fuyutsuki lasciò che Raizen-sama provvedesse alle identificazioni.
    Non ci fu necessario nessun documento o presentazione formale, l’uomo dalla folta barba riconobbe subito la carica più importante della Foglia. A quanto pare l’Hokage era preceduto dalla sua fama, o semplicemente non era la prima volta che si recava nella residenza dei Yakushi. Ma furono le successive parole a sconcertare e far sprofondare nell’imbarazzo più assoluto la ragazza al fianco del Colosso della Foglia. - M…Moglie? Vi..Viaggio di.. Nozze? - I suoi occhietti si sgranarono per lo stupore mentre le sue guance s’imporporarono. Sentiva già il dolce suono delle campane, il fiore dei Ciliegi ed il melodioso mormorio delle preghiere per unire i loro spiriti al cospetto dei Kami. Quante volte aveva immaginato il suo matrimonio? E quante volte aveva sperato che al suo fianco ci fosse il Colosso e nessun’altro? - KYAAAAAAHHHH… *Coff-Coff* - Non riuscì a trattenersi. Ma consapevole di non fare una bellissima figura davanti al suo Hokage fece finta di essere vittima di un improvviso attacco isterico di tosse. Si chinò in avanti mentre le mani toccavano le sue guance in fiamme. Probabilmente entro la fine della giornata sarebbe riuscita a compiere il proprio destino. Mettere un anello al dito dell’Hokage e convolare a felici nozze. Tutto grazie all’aiuto delle sue conoscenze in Erboristeria. Non era sicurissima del dosaggio corretto e nemmeno di eventuali effetti collaterali. Ma era disposta a tutto pur di realizzare il suo Nindo Ninja.
    Lasciò a Raizen-sama l’ingrato compito di chiarire il disguido con la guardia. Non erano sposati, anche se lo sperava. Non erano in viaggio di nozze, anche se lo desiderava. In quel momento giurò a se stessa che avrebbe fatto ingoiare quel Thè sabotato anche a costo di imboccarlo personalmente. Doveva solo attendere il momento giusto. La pazienza era la virtù dei forti. La sua ferrea volontà non sarebbe mai vacillata, nemmeno davanti ai sorrisi sornioni ed indecifrabili del Colosso di Konoha. - Ayuuki Fuyutsuki, Genin di Konoha! - Si presentò con un inchino della testa.
    L’incontro con Yasu Yakushi fu breve. Anche perché l’Hokage sembrava ansioso di poter parlare con il Capo-Clan. Quindi furono condotti all’interno del Palazzo. In realtà sembrava più un castello con maestose sale interne e sconfinati ambienti esterni. C’era anche un laghetto ed un giardino ben curato, dove il famigerato Febh si stava dando alle faccende domestiche. Era il suo giorno libero, ma a quanto pare i Ninja di Konoha erano arrivati fin dentro la sua sontuosa residenza per disturbarlo. La Fuyutsuki si stampò sul volto un solare sorriso. Forse le sembrava il caso di essere estremamente gentile e mettere da parte il suo irruento temperamento. Ma il sorriso venne smorzato quando l’uomo nemmeno si accorse della loro presenza. O almeno li scambiò per un miraggio. Non aspettava visite.
    - … - Rimase basita quando l’uomo, con grembiule e rastrello, continuò a svolgere le sue faccende domestiche. Un leggero venticello interruppe quell’imbarazzante silenzio, mentre sulla sua testa comparvero tanti punti interrogativi. Chi era costui? Chi era Febh Yakushi? A meno di trenta minuti dal suo arrivo ad Oto aveva fin da subito capito che c’erano individui davvero singolari in giro.
    Aveva sempre apprezzato l’animo buono ed altruista che Raizen-sama custodiva sepolto in strati e strati di brutale durezza. Ma in quel momento quel gesto di solidarietà verso un uomo affannato dalle faccende domestiche poteva essere fatale, in primis alla Fuyutsuki. Aveva passato tre giorni e tre notti per ricavare la formula “corretta” della Pozione d’Amore. Dopo aver sprecato così tanti ingredienti dalle dispense degli Aburame vedere la sua pozione cadere nelle mani di un estraneo era demoralizzante. - Ma.. ma… Raizen ho preparato quel Thè solo ed esclusivamente per te. Dovresti berne un po’… ti farebbe bene dopo aver affrontato questo lungo viaggio. - Ciglia che sfarfallarono e sorriso sornione che comparve sul suo volto. Da quando si preoccupava della salute dell’Hokage? - Ricordi? Ho promesso che mi sarei presa cura di te. - Abbassò leggermente lo sguardo. Le sue parole si confondevano tra verità, sentimenti e menzogna. Teneva a cuore la salute del suo Hokage, ma il Colosso aveva abbastanza resistenza fisica da non collassare dopo un viaggio lungo diverse ore.
    L’incognita Febh Yakushi poteva rovinare i suoi malefici piani d’amore. Sperava che l’uomo “domestico” non accettasse quel dono dall’Hokage. Sicuramente non voleva entrare nel cuore di uno sconosciuto qualora la Pozione avesse sortito l’effetto sperato. Quindi la Fuyutsuki con discrezione e finta curiosità si avvicinò alla tuta verde indicata da Raizen-sama. - Oh.. carina. - Ma era evidente che non era realmente interessata a quel tutù da ballerina verde smeraldo. Era orribile. Eppure era la sua unica ancora di salvezza, infatti aggirò il filo di Nylon su cui erano messi ad asciugare altri indumenti e lenzuola. E si assicurò di nascondersi dietro di esso. Quando Febh avrebbe bevuto la pozione d’Amore non desiderava essere nei paraggi.
    Intanto uno straniero era giunto alle porte del Palazzo Yakushi, probabilmente anche lui desiderava parlare con il Capo-clan. Ma l’attenzione della Fuyutsuki era tutta rivolta alla catastrofe che stava per compiersi in quel cortile.


     
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    È colpa tua. Ratty

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    La Capoclan degli Immortali


    Deciso a non voler cedere all'imbarazzo che pure era chiaramente percepibile dal suo comportamento, lo Yakushi finse di non aver sentito nulla quando l'Hokage andò a parlargli di persona, anche se gli stava chiaramente offrendo una scappatoia. Aveva scelto di fingere che i due ninja fossero un'allucinazione e così avrebbe continuato. Ma tu guarda, il vento oggi pare quasi una voce. Eh, si. Eh, si. Col rastrello cominciò a raccogliere le foglie secche sul terreno...quando una voce conosciuta si levò dalla direzione dell'ingresso principale, attirando l'attenzione dell'Amministratore, che immediatamente vide nell'arrivo del Mercenario (che diavolo ci faceva là?) un'occasione PERFETTA!

    Zong Wu? Uhm...sarà bene chiamare Febh, quel cugino senza legami di sangue che mi assomiglia in maniera tanto incredibile da farci sembrare quasi gemelli. Aggiunse poi a voce alta e impostata, quasi fosse un cane da palcoscenico della peggior specie, prima di gettare a terra un fumogeno che mascherò completamente la sua persona. Si sarebbe sentito un rumore come di schianto mentre qualcosa di estremamente rapido si scaraventava contro una delle pareti in legno della villa lasciando un varco con forma umanoide. Nemmeno un secondo dopo una delle pareti scorrevoli che dava al giardino si aprì, mentre Febh Yakushi, vestito con una semplice tuta da ginnastica con la nota di Oto ricamata all'altezza del petto faceva la sjua apparizione in quel giardino, mostrandosi decisamente sorpreso nel vedere Raizen con un thermos in mano e una ragazza nel suo giardino. E voi che ci fate qui? Il cugino....cugino...Kaji...mi aveva detto che si trattava di Zong Wu. Non soffermiamoci troppo sulle gocce di sudore che gli imperlavano la fronte mentre cercava inutilmente di rendere credibile quella recita.

    E quindi...oh, del the. Grazie. Si avvicinò e lo prese, ignorando completamente il tentativo della ragazza di mettere al sicuro la sua bevanda avvelenata...stava quasi per portarlo alle labbra quando gli sovvenne che c'era un ospite alla porta. Uhm... Si bloccò. Scusate, quasi dimenticavo gli altri ospiti. Quindi con l'eleganza che lo contraddistingueva, tenendo ancora in mano la bevanda, gettò un urlo degno delle peggiori periferie per accogliere come si doveva il Mercenario residente a Suna. E' APERTO, ENTRA PURE!
    Zong Wu. Spiegò poi guardando Ayuuki e Raizen. Siamo andati a caccia una volta. E' amico di Hoshi, non ho idea del perchè sia qui. Fece spallucce, e stava per bere di nuovo quando fu colto da un attacco di "etichetta", dandosi una leggera botta in testa. Ah, ma sono un cafone! Questo era vero su parecchi piani di lettura e in svariati contesti. Febh Yakushi, Jonin di Oto. E tu saresti? Si voltò verso la ragazza tendendole la mano come per stringergliela. Non vorrai mica che addestri pure lei come quando ho dato ripetizioni a Kiyomi, vero? Chiese dopo le presentazioni, nuovamente verso l'Hokage.

    Presumibilmente Zong li avrebbe raggiunti in breve tempo, creando un conciabolo di shinobi che, se si fossero impegnati un poco, avrebbero potuto facilmente conquistare un intera nazione. Ehilà Zong! Non ci si vede dalla faccenda di Kusa. Hai poi scoperto come funzionava quella Falce Tian, o come cavolo si chiama? Diede di gomito a Raizen a quel punto. Sai che abbiamo trovato assieme una di quelle spade del tuo Sensei battimetallo strozzino? E poi a Ayuuki. Vecchie storie, siamo tutti più o meno veterani. E a quel punto abbassò lo sguardo sulla bevanda che ancora aveva con sè e la tese al Mercenario. Toh, bevi del the. Della casa. Insisto. Abbiamo già sottolineato la cafonaggine, si? Stava a vedere se il Risorto, in quella sua Persona un pò goliardica, avrebbe accettato. Dopotutto nè lui nè Febh conoscevano il reale contenuto di quella bevanda...nè Raizen, se è per quello.

    Ad ogni modo direi che possiamo anche entrare a parlare, non sta bene rimanere qui dove stanno stesi i panni. Nel senso, c'è anche il mio pigiama verde che ho acquistato giusto la settimana scorsa. Ignoriamo anche le svariate toppe e rammendi su quell'abito che invalidavano quest'affermazione proprio come li stava ignorando lo Yakushi, e focalizziamoci sul fatto che si sarebbe offeso immensamente se Zong Wu non avesse bevuto il The. In ogni caso sembrava che stesse per fare gli onori di casa in maniera più formale. C'è una stanzetta con qualche sedia che usiamo come sgabuzzino, penso che sia la locazione più adatt...

    SBANG



    Non finì mai quella frase perchè venne travolto in pieno da quella che sembrava essere una enorme sfera d'acciaio arrivata da chissà dove. L'Amministratore venne scaraventato diversi metri più in là, schiacciato da quell'enorme proiettile, mentre con pochi colpi di tosse una donna sulla settantina annunciava la sua presenza su quello stesso uscio da cui era uscito Febh poco prima. Alta forse un metro e trenta, con capelli ancora folti anche se dal colore rosato ormai un pò sbiadito, la donna indossava dei semplici abiti che potevano anche sembrare un gi da allenamento un pò particolare. Li guardò tutti e tre con un sorriso appena accennato che tuttavia nascondeva l'intricata abilità politica di una vecchia volpe.

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    Perdonate gli scherzi di mio nipote, graditi ospiti. E chiedo ancora due volte perdono per la mancata accoglienza dovuta alla dimenticanza delle basilari regole dell'ospitalità da parte dell'altro mio nipote Yasu, che ha lasciato il posto di guardia. Si udì un debolissimo e sofferto "pietà" provenire alle spalle di lei, dentro il palazzo e lontando dalla loro vista, ma la donna parve non badarci. E ancora mi scuso per i miei abiti non certo adeguati all'occasione, ma non attendevamo visite. Si inchinò con deferenza. Sono Ogen, Capoclan degli Yakushi, e sono lieta di accogliere l'Hokage e la sua accompagnatrice, come anche il Mercenario di cui ho sentito parlare tanto. La casa non era pronta per un'accoglienza degna di questo nome, ma spero possiate accontentarvi del Dojo come luogo di incontro, mentre faccio preparare gli alloggi per tutti voi. Spero resterete per qualche giorno, ne sarei oltremodo onorata.

    Febh da sotto la sfera d'acciaio si mosse appena, dolorante mentre cercava di liberarsi da quel peso. Febh ci raggiungerà quanto prima. Vogliate seguirmi, prego. Scese i due gradini che separavano il giardino dal tatami e con un cenno di mano indicò l'edificio non troppo lontano che doveva essere il Dojo degli Yakushi.

    martial-arts-do-for-poser-2



    L'ampia sala era pulita e straordinariamente semplice, nonostante l'evidente ricchezza del clan, tanto che poteva quasi sembrare un Dojo di basso rango piuttosto che un edificio all'interno di un palazzo. Uno Yakushi basta a sè stesso. Avrebbe detto la Capoclan dopo aver fatto accomodare gli ospiti sul morbido tatami, sedendosi poi a sua volta. Questa è l'essenza del nostro pensiero, e un dojo essenziale ci ricorda sempre questo precetto. Sorrise, per poi chiedere. Ma ora prego, mentre mio nipote procura qualcosa per intrattenervi, c'è forse qualcosa di cui vorreste discutere con me, o fra di voi?
     
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    Falce dei Kaguya


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    Aspettò qualche minuto lo Shogenin, davanti alle porte del massiccio palazzo, finché una voce non rispose, quella di Febh, con altrettanta, se non maggiore, eleganza, alle sue urla, invitandolo ad entrare.
    Finalmente, direi! Alla buon'ora Febh s'è fatto sentire...
    Ma dove lo troviamo?
    Conoscendolo? Basta seguire il rumore...
    In effetti...
    Il Kaguya, intanto, stava addentrandosi lungo il cortile, notando fra le altre cose un laghetto e diversi anziani, che passeggiavano in quel luogo.
    Non ho ben capito: questa sorta di castello, cos'è? Una pensione per bacucchi e quel ninja strambo è il custode della stessa?
    No, petulante vocina, questo luogo è il palazzo del suo clan e probabilmente questi sono Yakushi anziani... voi Chuda non vivevate tutti assieme appassionatamente?
    In fondo è un grande, grandissimo nido, molto più accogliente di quella sorta di bettola dove hai voluto dormire...
    Basta con questa storia...
    Incurante delle voci nella sua testa, alla fine Zong Wu riuscì a trovare il jonin di Oto, vicino ad una zona dove c'erano parecchi abiti stesi, un posto quanto mai inusuale per un incontro... incontro che, apparentemente, Febh già stava avendo con altri due shinobi: una ragazzina (nascosta in mezzo alle lenzuola stese) ed un gigante.
    Posso sottolineare che la quantità di ninja di dimensioni superiori al normale è oltremodo esagerata? Cioè... da piccoli venite pompati di ormoni o cosa? E tu, fratello, per di più, hai scelto di risorgere con questo aspetto!
    Il mio di aspetto era troppo noto e poi lui non è me... meglio mantenere un'adeguata differenza!
    Febh-san, mi dispiace disturbarti, non sapevo avessi altri ospiti..., ebbe appena il tempo di dire il Risorto, prima che le parole dell'altro riprendessero i fatti di Kusa.
    Zong Wu non rispose immediatamente alla domanda sulla Falce Nera, però quando l'otese disse al gigante che avevano trovato una delle spade del "suo maestro", il Risorto ricordò le parole dell'altro di alcuni mesi prima: la spada di Maggio era stata forgiata da una sorta di fabbro immortale di Konoha, maestro dell'attuale Hokage.
    Questo è l'Hokage? Il tizio di cui avevano accennato sia il ninja medico dei Cavalli sia Yato? Il successore di Shika? Passano da un estremo all'altro in quel di Konoha...
    Vogliamo parlare delle differenze fra te ed il tuo successore, fratello? Scommetto che i tuoi mobili saranno la prima cosa che ha buttato...
    Questo perché è difficile comprendere l'arte quando la si incontra...
    Dopo il primo momento di smarrimento, dovuto in non minima parte a quelle stesse voci, lo Shogenin in effetti rispose alla valanga di parole di Febh: Sì, qualcosina su quella Falce l'ho capita. , poi voltandosi verso il gigante (aveva sentito almeno due volte il nome dell'Hokage, da Yato e da Sho, ma ora non gli tornava in mente): Se il vostro maestro è l'uomo che ha fabbricato la spada Maggio Rigoglioso, che non è in mio possesso, immagino siate l'attuale Hokage della Foglia, giusto? Piacere, potete chiamarmi Zong Wu, lo Shogenin del Deserto, come mi ha più volte definito Hoshikuzu di Suna., il ché era quanto mai vero, meglio non uscirsene con storie strane davanti ad un Hokage che non aveva mai incontrato né in questa vita, né in quella precedente.
    Quando poi l'otese gli offrì il thé, il Kaguya fece un cenno di diniego con il capo, Grazie, ma non bevo questo tipo di sostanze, solo birre per me, per quanto possibile., scherzò, notando che comunque l'altro non volesse affatto cambiare idea, nell'offrirgli tale bevanda, mentre accennava ad un pigiama verde.
    Il Risorto, vista l'insistenza, alla fine assaggiò un sorso del thé, mentre buttava un occhio allo strano abito logoro di colore verde, qualcosa che non avrebbe mai messo.
    Il Verde è il mio colore, a te non so quanto starebbe bene, ma devo ammettere che quel pigiama è davvero ...
    Le parole di quella voce si interruppero quando un gigantesco oggetto metallico non ben identificato si schiantò su Febh ed una anziana signora apparve davanti al resto del gruppo.
    Interessante...
    Ci fu un brivido di orrore lungo la nuca del Risorto, mentre quella specifica voce diceva qualcosa del genere su un essere umano, specialmente così anziano... per quanto anche agli occhi del Risorto, in quel momento, l'anziana capo-clan (perché tale era) si presentava come una persona di certo dalla presenza magnetica.
    La donna, Ogen, si scusò per il comportamento dei suoi nipoti, per quanto Zong Wu avesse incontrato solo Febh fino a quel momento, oltre che per il suo vestiario.
    Io trovo che gli stia parecchio bene... poi donna nana...
    Vuoi stare zitto? Mi fai tornare la nostalgia di quanto sbranavi persone! E' una signora anziana, che diavolo vai blaterando?
    Fenici Immortali... ora non solo cannibale...
    Sapete cosa si dice del brodo di una vecchia gallina, sì?
    Intanto, Zong Wu avrebbe sorriso soddisfatto quando Ogen disse che era il "Mercenario di cui aveva sentito tanto parlare".
    Pure tu, idiota, che c'è da essere felici?
    Mi conosce..., avrebbe sottolineato, seppur non era ben chiaro se verso qualcuno dei presenti, ancora con un sorriso in volto.
    Un sorriso inebetito, c'era da aggiungere.

    La donna li condusse fino a quello che si rivelò essere un dojo, anche piuttosto semplice, ma, a ben pensarci, tutto il palazzo degli Yakushi, escluso il singolo fattore della sua grandezza immane, sembra un luogo piuttosto semplice, non uno in cui la ricchezza era ostentata.
    Alle successive parole di Ogen, Zong Wu si guardò intorno un pò smarrito sulla domanda finale: Mi scuso, Ogen-sama, ma mi trovo nella vostra nobile casa solo per una questione di cui dovevo parlare con vostro nipote e che lo riguardava più per il suo ruolo di Amministratore del Suono. Ammetto che tanta cordialità ed ospitalità, oltre che la presenza di persone di così alto livello come lei e l'Hokage qui presente, sono per me una sorpresa non da poco., avrebbe detto, il ché era, altresì, parecchio vero.
    Era arrivato ad Oto per seguire una cosa detta da Febh diversi mesi prima e che sperava lo portasse un pò più vicino al suo unico motivo d'esistenza, non era lì per fare villeggiatura o conoscere capi-clan e capi-villaggio.
    Però l'eventualità di non dover dormire di nuovo in quella bettola non mi dispiacerebbe affatto! Se ci offrono ospitalità, accettiamola! Per tutte le piume!
    E chiedile cosa sa sul nostro conto!
    Vogliamo concentrarci? Una sola cosa è importante e Febh potrebbe aiutarci ad avvicinarla di qualche passo!
     
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    Ogen Yakushi







    Niente, l’approccio del Colosso non servì, Febh aveva deciso che il suo piano d’evasione della realtà quella volta erano delle finte allucinazioni, e nulla lo distolse da quella farsa posticcia, fortunatamente interrotta dall’arrivo di un altro ospite.

    Giornatona oggi per questo clan di cariatidi.

    Si disse guardandosi intorno prima di apprendere che il nuovo arrivato era Zong Wu, un ninja proveniente dal deserto.

    No, non è qui per delle ripetizioni, lei è più promettente e sa far da se, ma probabilmente potresti insegnarli a tirare fuori qualcosa dal cappello.
    Anche la fantasia va saputa stimolare dopotutto.


    Solamente un lieve riferimento ai metodi poco convenzionali di Febh di sfuggire alle situazioni che reputava spinose.
    Poi da li fu soltanto un turbinio di informazioni che vennero risucchiate con famelica ingordigia dalla più importante di esse, aveva sentito chiaramente: qualcuno aveva affiancato il nome di una possibile arma di combattimento al nome Tian.
    E gli dei lo maledicessero non aveva mai sentito nessuno prima del “suo” tian con quel nome.
    Sbarrò la bocca e sgranò gli occhi, recuperando un espressione forzatamente serena solo dopo qualche secondo, probabilmente si perse pure qualche battito cardiaco per la sorpresa, riuscendo ad emettere solo un piccolo suono soffocato quanto ridicolo.

    Che cosa?!?

    Vogliate scusarmi.

    Chiese con voce conciliatoria, dimenticando perfino di presentarsi, ma recuperando un tono normale.

    Di preciso, di che falce state parlando?

    Aveva un orrendo presentimento, e le coincidenze per la maggiore le odiava.
    E questa era una di quelle coincidenze che lo infastidiva maggiormente, in quel momento, se Zong si fosse mostrato in possesso di una delle armi di Tian nemmeno avrebbe saputo cosa fare per rimediare a quella che per i draghi sarebbe probabilmente stata una disgrazia.
    L’arrivo della capoclan comunque interruppe la miriade di pensieri, il suo ingresso non era esattamente la cosa più facile da ignorare e all’Hokage non gli rimase che accettare l’offerta.

    Non si preoccupi Ogen-sama
    Non amo le formalità e il nostro arrivo non era certo una visita ufficiale.
    Ma la ringrazio per la cortesia.
    Mi chiamo Raizen Ikigami e la mia accompagnatrice è Ayuuki Fuyutsuki


    Si presentò con un lieve inchino, conscio che era buona creanza nonostante il proprio nome fosse conosciuto.
    Quando si mossero verso l’interno si avvicinò a Zong.

    Come ho detto ad Ogen-sama mi chiamo Raizen, perdonami, ma lo stupore di poco fa mi ha fatto dimenticare quel poco di buone maniere che conosco e mi impediscono di mangiare dalla ciotola come un cane.

    Abbozzò un sorriso.

    Comunque, dopo vorrei riprendere quel discorso, non voglio i tuoi segreti, Zong, ma vorrei poter vedere quell’arma, potrebbe essermi utile avere delle informazioni su di essa.

    All’interno del dojo, la perfetta incarnazione del motto recitato da Ogen, come lei stessa sottolineò, Raizen ebbe la sua occasione per presentare la fattura dei lavori fatti in amministrazione.

    Non troppe cose in realtà, Ogen-sama.
    Innanzitutto in questa busta sono presenti alcuni resoconti dell’ultima visita di Febh alla foglia.
    Niente di troppo eclatante, ma sono più che certo che saprà trovare il modo di impedirgli di ripetere altri guai simili.


    Sorrise cortesemente accompagnando quella piccola quanto reale ironia.

    Per il resto ero interessato in realtà a due cose, un esperto tatuatore che sia in grado di esaudire un mio piccolo desiderio in materia di sigilli di richiamo ed una piccola…

    Si interruppe qualche istante.

    …diceria, o forse leggenda, riguardante un grande drago nero nel sottosuolo di Oto.
    Lei ne sa nulla?


    Aggiunse educatamente.
     
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