Kurohime, l'albero del mondo

Hohenheim era ancora piuttosto scosso da quello che era accaduto, e la sua faccia lasciava intravedere lo stupore che ancora doveva albergargli nell'animo per l'impresa impossibile che era appena stata portata a termine. Oltre la pura felicità, tuttavia, Hohenheim provava gratitudine verso il jonin, come quella di un familiare verso un medico, il quale abbia appena curato un parente. Non sapeva se quei sentimenti venissero da Verità, oppure se fossero genuinamente propri, ma comunque si sentì di dire: Grazie Hoshi... non sa quanto questo significhi per me... Intanto, Kira era stata rilasciata dal clone del Rosso e si unì al gruppo di ninja accademici. Le gote della bimba erano rosse e rigate dalle lacrime, ma adesso i suoi occhi erano pieni di una nuova speranza. Era tuttavia difficile spiegarle come stessero realmente le cose. Akira era ancora immobile, il suo corpo maciullato dall'intervento, sebbene i sigilli di cura lo stessero portando al suo stato originario. Difficile spiegare, sopratutto ad una bambina, che la loro vita, da quel momento in poi, sarebbe dovuta cambiare, se avessero voluto una possibilità di vedere la donna ritornare cosciente. Hoshi aveva ragione nel dire che dovevano trasportarla a Suna. Anche Hohenheim non vedeva nessun'altra via. Eppure, il giovane ninja sapeva, tramite i ricordi di Verità, che chiedere alla bimba una cosa del genere sarebbe andato contro tutto quello in cui ella credeva. Il popolo Vero era legato alla terra che difendevano, alle tradizioni ed all'idea di clan. Erano un popolo antico ed onorevole, ma la loro medicina non poteva essere d'aiuto alla donna. Quello, sfortunatamente, era un dato di fatto. Eppure non si poteva utilizzare la logica per spiegare una cosa del genere ad una bambina, ma bisognava parlarle con il cuore.

Hoshi si allontanò, lanciando un'occhiata al chunin, il quale capì che doveva essere compito suo parlare con Kira. Kira...vieni qui per favore... le disse facendole cenno di avvicinarsi. Le poggiò le mani sulle spalle, stringendola piano, come per trasferirle il suo affetto:...una persona più saggia di me una volta mi ha detto che "il lupo non si guarda mai indietro". Conosci questa espressione?La bambina fece un cenno affermativo con la testa, fermando una lacrima con la mancina che le stava rigando nuovamente il volto. Era chiaro che conoscesse quella frase. La Kira adulta, compagna di Verità, l'aveva ripetuta così tante volte al Sannin durante la guerra contro RED, da essere diventato il suo motto. Era un detto antico, che sicuramente Akira doveva già aver ripetuto alla bambina diverse volte. Era questo lo stratagemma che il bombarolo voleva adottare: parlare alla ragazza con le stesse parole che la mamma le avrebbe rivolto.Bene...sai cosa significa..? Significa che per sopravvivere si può solo andare avanti...ecco, tua madre adesso, se vuole sopravvivere, non può rimanere qui...i vostri dottori non sanno come aiutarla...ma da dove veniamo noi ci sono medici eccezionali...con loro almeno Akira avrà una possibilità...lo capisci questo?...ma noi dobbiamo rimanere vicino alla terra...dobbiamo difendere l'Albero Sacro...il capovillaggio non vorre...ma si interruppe immediatamente. Forse quello che avrebbe voluto dire era che il capovillaggio non avrebbe mai permesso che le tradizioni venissero infrante in quella maniera. Ma come dare peso, in quell'esatto momento, ad un capovillaggio che si era appena rivelato un impostore? Cosa diceva questo riguardo le tradizioni, la giustizia, l'amore per la propria sacra missione? Hohenheim vedeva che la bambina era confusa, dovendo prendere una decisione che era più grande grande di lei, ora che tutte le sue fondamenta erano venute meno. Il suo popolo era stato dimezzato, il loro capovillaggio si era dimostrato un falso e malvagio opportunista e la vita della madre era appesa ad un filo. A cosa aggrapparsi quando tutte le proprie sicurezze vengono meno?...so che quello che devi affrontare è molto, ma io ti chiedo di fidarti di me! Inoltre guarda....così dicendo, il chunin mostrò Onore Spezzato alla bambina:Questa spada si chiama Onore Spezzato..riconosci il legno del suo manico? Viene dal legno di Kurohime, sono sicuro che te ne sei accorta.... La bambina fece un cenno con la testa...bene...non è forse compito del tuo popolo proteggere Kurohime in ogni sua parte, compreso questo pezzettino che compone l'elsa della mia spada? Se Akira verrà con noi, non appena si rimetterà potrà assolvere alla sacra missione anche se lontana da casa.... Un altro stratagemma sciocco, ma il chunin doveva pur dare alla ragazza una motivazione, che fosse legata alle sue radici, per farle prendere l'unica decisione corretta...ok ora ti lascerò stare un po' con tua mamma...sarò qui vicino, vado a parlare con Hoshi. Tu prendi la tua decisione con calma, e quando ti senti pronta vieni da noi...

Così dicendo il chunin avrebbe lasciato Kira inginocchiata vicino il corpo della madre. La bambina, ora da sola, piangeva piano e, con la mancina, teneva stretta la mano di Akira. Era una scena straziante, ma il chunin non poteva fare altro per lei in quel momento. Doveva essere lei a decidere il da farsi, e solo allora gli shinobi avrebbero potuto dare loro ulteriore aiuto. Hohenheim si ricongiunse con Hoshi. Il jonin, nonostante la stanchezza, aveva collezionato campioni dell'albero e dei semi per poter avere più informazioni possibili sulla tecnica che era stata utilizzata contro Akira e sugli avversari in generale. Avvicinandosi, il chunin gli avrebbe detto:...ora è da sola con la mamma....le servirà un po' di tempo, ma credo che farà la scelta giusta... il volto del chunin era una maschera di tristezza e preoccupazione...ma se dovesse decidere per far portare Akira a Suna, cosa ne sarà di lei? Dovrebbe continuare a vivere qui, tra le persone che conosce e le sono familiari? Dovremmo portare anche lei con noi? ...davvero non so quale sia la scelta migliore.... Il chunin strinse l'elsa di Onore Spezzato, cercando di trovare un po' di conforto e sicurezza da quello. Era per Onore Spezzato che avevano fatto tutta quella strada e, non solo ora erano riusciti a ripristinarla, ma avevano anche sventato lo sterminio del popolo Vero. Nonostante quelle vittorie, tuttavia, le innumerevoli vittime di quegli eventi e la stessa condizione di Akira gettavano un'ombra troppo oscura sugli avvenimenti di quei giorni, tanto da sentire che non ci fosse stata alcuna vittoria affatto.