La Torre inversa

West Gate of Sound

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    LA TORRE


    parte I


    Ce n'era voluto di tempo per tornare alla Torre. I suoi numerosi accessi erano stati occlusi da anni ed anni di non curanza. Altri - invece - erano stati murati ed altri ancora erano crollati durante tutti quegli anni di mancata manutenzione. Con il tempo, non sapendo riconoscere le porte nascoste, davanti ad alcuni punti di accesso erano stati accatastati un enorme quantità di oggetti; le porte erano state tappate da ammassi di mobilia, vecchi legni per i ponteggi, scatolami vari e ragnatele. Quelle che di certo ad Oto non mancano mai. Da altre parti però, tutti quegli anni di umidità, avevano indebolito alcuni muri laterali di contenimento, facendo crollare alcune vie e rendendo veramente complicato raggiungerne il corpo principale.

    La peculiarità di quel posto, che non era assolutamente nato con quella funzione, lo rendeva una struttura unica nel suo genere. Il suo corpo principale - interamente costruito in mattoni lisci - era stato progettato come un unico, grande, cilindro verticale, alto svariati metri e di un diametro non inferiore ai dieci. L'effetto che quel luogo dava, visto dal basso, era impressionante. Nessuna porta, nessuna apertura laterale ed un buio profondo che sfumava verso l'alto. Ma la sua prima funzione, pensata da chissà quale schiavo ingegnere, era alquanto particolare. Quando cominciarono i primi scavi per realizzare le famose gallerie sotterranee del villaggio, alcuni degli "operai" ebbero l'idea fantastica di forare un enorme formazione rocciosa da cui proveniva un rilassante, quanto inquietante, rumore di acqua. Non appena si resero conto di aver bucato lo strato di roccia adiacente ad una falda acquifera, non poterono far altro che abbandonare l'area e tappare le gallerie. Ma non essendoci più la roccia a bloccare il liquido, la questione divenne ben presto urgente e si dovette intervenire per fermare l'allagamento progressivo di alcuni livelli sotterranei.

    E così venne creata la Torre. Un enorme silos sotterraneo dove un tempo veniva incanalata l'acqua. All'umido ed al buio, era ancora lì.

    ... . ...



    la_Torre



    Quando il giovane Amano aprì gli occhi, dopo esser stato svenuto per quasi due giorni, si ritrovò all'interno della Torre. Coperto da una pesante coperta di pelliccia era disteso su un vecchio letto di legno, sicuramente riparato alla bene e meglio e con un materasso palesemente usurato. Di fianco a lui, a distanza di un braccio, c'era una grande rientranza sul muro in cui era stato accesso un copioso fuoco da campo. Il calore lo aveva accolto e salvato da quel mare di umidità. Il giovane aveva appena superato quel tremendo scontro alla Villa, ed aveva recuperato quasi tutte le energie, ma ancora una volta, un po’ dolorante e con la gamba steccata, avrebbe dovuto affrontare un’altra situazione surreale. Come primo istinto si sarebbe molto probabilmente girato per guardarsi intorno ma - sicuramente - non notando porte o finestre lungo il perimetro del cilindro, avrebbe poi volto lo sguardo verso l'alto. Solo a quel punto si sarebbe reso conto che era finito in un enorme e interminabile cilindro di mattoni, senza ufficio. Avrebbe dovuto affrontare un altro probabile shock.

    Poco di fianco a lui, nascosto da un gigante attrezzo di legno, avrebbe poi scorto lo sconosciuto che si era catapultato dentro alla camera di Diogene per salvarlo. Era indaffarato con alcune provette e materiali da laboratorio, concentrato nell'atto di trovare qualcosa.


    Sei sveglio...





    Edited by Shinken Takatsui - 11/11/2016, 12:03
     
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    Amano
    Luogo sconosciuto, post I

    Mi svegliai, stiracchiandomi rumorosamente come ero solito fare dopo una lunga dormita, dovevo sempre ridare vita ai muscoli irrigiditi dalla prolungata inattività e, pur non sapendolo, quella fu la pennichella più lunga della mia esistenza con i suoi due giorni di durata. Il tepore che percepivo sul viso mi fece sorridere e mi voltai nel giaciglio accucciandomi ancor meglio sotto il pesante lenzuolo che mi copriva, l'espressione beata di chi si prepara a tornare tra le braccia di Morfeo incurante del mondo che lo circonda, ma d'un colpo i ricordi tornarono alla mente ed una frazione di secondo più tardi mi tirai seduto con occhi spalancati in cerca di qualcosa di famigliare.
    Per l'irruenza del gesto la coperta cadde a terra ed il particolare suono che ne derivò attrasse la mia attenzione, ai piedi del letto malfermo la luce delle fiamme disegnava giocosi riflessi color rosso ed arancio in quelle che avevano tutta l'aria di esser pozzanghere, poi l'odore stantio di cantine e caverne umide m'invase le narici facendomi arricciare il naso per il fastidio, me lo grattai con il dorso della mano mentre lo sguardo vagava in ogni dove. Il fuoco dava un'aria inquietante a quella che sembrava un'immensa stanza, le ombre danzavano al ritmo del falò scoppiettante dando forme ambigue alle sagome di oggetti e mobili di dubbia fattura. Sembrava a tutti gli effetti di trovarsi in un piano interrato di qualche grande palazzo, una di quelle aree dimenticate per anni perfino dalla servitù, l'unico aspetto preoccupante era l'assenza di un soffitto; sollevando il mento all'insù, avendo ormai voltato lo sguardo a trecentosessanta gradi l'unica direzione in cui rivolgerlo era quella del cielo, mi lasciai sfuggire un gemito appena sussurrato Misericordia ladra... , il nero più cupo inghiottiva le pareti che si sollevavano a svariati metri d'altezza, lisce e compatte e senza alcun tipo di apertura Dove diavolo sono finito? , la più importante ed urgente delle domande occupò tutti i miei pensieri.
    L'ultimo posto che ricordavo era la villa del Garth, anch'essa in pessime condizioni, mi fu quindi naturale pensare di esser ancora lì, ma quell'immenso tubo di mattoni sembrava un pozzo senza fondo visto dal basso ed una certa -ed ovvia- apprensione mi strinse la gola. Ehi! C'è nessuno? dissi a mezza voce, inconsciamente preoccupato di chi potesse rispondere, nel mentre mi alzavo dal letto, i soliti piedi nudi percepirono la fredda umidità che, nonostante il focolare, la faceva da padrone in quello spazio così sinistro. Fu solo a quel punto che mi accorsi dello spettro che abitava quei luoghi, una figura longilinea che ben si adattava alle cupe ombre che continuavano la loro danza sul pavimento e le pareti tondeggianti. Ebbi infatti un sussulto quando ricevetti risposta al mio quesito, l'uomo che con fatica riconobbi come il tizio che era comparso nella casa Mikawa sembrava indaffarato in qualche ricerca, ma nonostante questo fin'ora non ero stato in grado di percepirlo. Lo squadrai con sospetto, cercando di capire cosa stesse facendo esattamente, i nervi a fior di pelle e l'istintivo movimento delle mani in cerca dei miei kunai.
    Tu sei l'uomo che è intervenuto nello scontro con l'Amministratore, giusto? feci un timido passo nella sua direzione Grazie. Il mio nome è Amano... posso sapere cos'è successo dopo che sono svenuto e dove siamo ora? la voce insicura dava libera lettura dell'ansia che mi stava stringendo il cuore, ritrovarsi in una situazione simile dopo aver vissuto quei terribili momenti con lo Yakushi non era certo un bel modo di cominciare la giornata Quanto avrò dormito? Questo tipo è inquietante davvero!

    Commenti OT
    Lascio in sospeso il fatto o meno di trovare il mio equipaggiamento, non sapendo cos'hai fatto al mio tenero pg mentre era privo di sensi

     
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    LA TORRE


    parte II



    Forse era il fatto che non era abituato a riceverne o forse quelle parole lo avevo stranito, ma quando Shinken udì i ringraziamenti da parte del giovane Amano si fermò di colpo, interrompendo quello che stava facendo. Spostò per una frazione di secondo i suoi occhi grigi sul figlio adottivo di Luis e poi riprese a smuovere strati di polvere ed a ripulire alcuni degli strumenti che aveva davanti. Anche se il giovane non poteva vedere cosa stesse facendo, era chiaro che stava spostando oggetti di vetro, probabilmente ampolle, ed alcuni strumenti metallici. Ora la fascia che alla Villa ne copriva parte del volto, nascondendo tutta la mandibola ed una parte del naso, era sta abbassata ed era libera di muoversi intorno al suo collo, a mò di sciarpa. Amano avrebbe potuto vedere per la prima volta i lineamenti del Jonin: era chiaro che in passato avesse avuto un bel aspetto, con una fronte alta ed i lineamenti forti, ma ora il suo aspetto non era più quello di un tempo, complice anche la scarsa cura della sua figura. Sopratutto la parte inferiore del suo volto era costellata da una quantità innumerevole di piccole cicatrici che fungevano da sfondo ad altre più profonde ed in bella vista. Non aveva ancora avuto modo di preoccuparsi del suo aspetto e anzi stava proprio cercando gli strumenti per rimettersi in tiro.

    Ad un certo punto sembrò trovare quello che stava da tempo cercando. I rumori di vetro si interruppero ed il Jonin girò intorno al macchinario di legno con due piccoli rotoli in mano. Ora ci troviamo esattamente sotto al West Gate. In un rifugio chiamato la Torre, sottoterra. Speravo di riuscire a trovare questi strumenti prima del tuo risveglio, e portarti fuori da qui, ma questo posto è stato abbandonato per troppo tempo ed ci ho messo di più del previsto per ritrovare i miei vecchi arnesi. Non lo guardava in faccia, sembrava perso con lo sguardo nel vuoto, anche se era chiaro che si stesse rivolgendo a lui. Prese una vecchia sedia e la avvicinò ad un tavolino, poggiò i rotoli sul banco e li aprì. Il primo sembrava essere un semplicissimo rotolo di richiamo mentre il secondo, che sembrava effettivamente più un astuccio arrotolato che altro, racchiudeva al suo interno una serie di pinze, pinzette e bisturi. Il mio nome è Shinken, erede della famiglia Takatsui di Oto e figlio dei Jaku de Jarre... in un certo senso, io e tuo padre siamo parenti. Lo guardò di nuovo, come se stesse cercando di individuare qualche segno della parentela nel suo volto.

    Dovrai scusarmi, ma per circa un ora sarò indaffarato nella preparazione di questo Disse mentre, con una leggerissima quantità di sangue, rilasciava il contenuto del primo rotolo sul tavolo.E tu con quella gamba non credo potrai uscire da solo da questo posto. Dovrebbe essere ancora steccata... come la senti? Appena finì la frase di colpo apparve davanti ai due un cadavere, bianco pallido ma stranamente ben conservato, completamente disteso su tavolo che aveva davanti. Sai, tuo padre era un grande uomo, oltre che un combattente incredibile Cominciò mentre sceglieva due degli strumenti disposti sul tavolo Non che noi due avessimo un legame particolare, sia chiaro, ma ha sempre avuto tutto il mio rispetto e sicuramente quello dell'intero villaggio del Suono. delicatamente Shinken stava cominciando ad incidere con il bisturi dei tagli perimetrali sul viso del cadavere. Spero abbia trovato quello che stava cercando, mi dispiacerebbe venire a sapere del contrario.


     
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    Amano
    La Torre, post II

    Mi concessi diverso tempo per osservarlo e studiarne i movimenti, occhi grigi come mio padre ma del tutto diversi allo stesso tempo, sfregi ne deturpavano il volto senza nasconderne però l'aria seria. Nonostante l'inquietudine che derivava dall'aspetto spettrale del jonin non potei non notare l'educazione con cui mi rivolse parola, mi spiegò con precisione dove ci trovassimo e per un attimo tornai nel passato cercando di ricordare un qualsiasi racconto di Luis riguardante quel luogo La Torre?, ma non ne avevo alcuna memoria e la cosa m'incuriosì, ingenuamente convinto del fatto che in quei tre anni trascorsi insieme mi avesse svelato tutti i segreti del Suono, ma i nomi pronunciati poco dopo, quelli sì li avevo già uditi nei resoconti della sua carriera ninja. Takatsui, uno dei compagni di mio padre a difesa delle mura di Oto; Jaku, una famiglia antica il cui più famoso esponente fu Hokage. Sei uno dei guardiani, se la memoria non m'inganna in un certo senso, quella conversazione mi stava rasserenando un poco, avere ben impresse nella mente le memorie del Mikawa mi faceva sentir parte a mio modo di quel luogo e più vicino di quanto non potessi essere ai perfetti sconosciuti che andavo via via incontrando, vecchi commilitoni del mio genitore adottivo Luis mi ha raccontato molte cose in questi anni .
    Mentre armeggiava con due rotoli e vedendolo eseguire la tecnica del richiamo per liberarne il contenuto mi azzardai ad avvicinarmi ancora un poco quando, per lo stupore di veder comparire un corpo, mi ritrassi con aria disgustata Mah... è un cadavere! dissi con disappunto, sottolineando l'ovvietà della cosa. A quel punto abbassai lo sguardo, notando solo in quel momento la steccatura Ah, non me ne ero nemmeno accorto... picchiettai la punta del piede un paio di volte a terra Va bene! Non so cosa mi abbia rifilato quel tizio alla villa, mi aveva avvertito di possibili controindicazioni dato il dosaggio massiccio e forse anche per quello ho perso nuovamente i sensi, ma quando mi son risvegliato le ferite erano praticamente tutte sparite... ma non ricordo di essermi fatto male alla gamba Che sia successo mentre ero privo di sensi? Grazie anche per esserti preso cura di me, ma credo che questa medicazione non serva mi chinai, cercando di allentare la fasciatura e liberarmi così dalla steccatura, fu così che notai un bagliore metallico ai piedi del giaciglio che mi aveva ospitato nelle ore precedenti e senza troppo sforzo riconobbi il mio equipaggiamento, mi affrettai a recuperarlo e con due gesti rapidi di kunai finii il lavoro che avevo poc'anzi cominciato.
    Le parole che seguirono mi fecero gonfiare il petto come un tacchino, trasudavo orgoglio ed entusiasmo nel sentir tessere le lodi del mio patrigno Avresti dovuto vederlo a Borgo Dipao, in un primo momento sembrò di avere davanti un vecchio malfermo, ma appena estrasse la katana dal fodero fu uno spettacolo meraviglioso! Il sorriso che mi comparve in volto era talmente smagliante da riflettere il bagliore del focolare Sangue e acciaio danzavano attorno a lui, ora sono così invidioso di non poter padroneggiare le arti Mikawa... ma mi son ripromesso di superarlo un giorno e a quel punto sarò io a proteggerlo! distesi il braccio mostrando il pollice ed uno sguardo grintoso, quasi stessi facendo quella stessa promessa anche al Takatsui, ignorando per mia fortuna l'operazione che questi stava portando avanti sul volto del morto. Tralasciando la mamma che lo stressa per ogni tipo di faccenda domestica, penso proprio che abbia trovato la pace che gli serviva per non soccombere a se stesso. Non so poi dirti se era quello che stava cercando, ma penso che sia soddisfatto di quello che ha ottenuto Sì, ero sicuro che papà ora fosse nel posto giusto.
     
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    LA TORRE


    parte III




    I tagli lungo il viso del cadavere procedevano spediti mentre il giovane Amano stava piano piano riprendendo consapevolezza delle sue forze. Shinken, che prestava ascolto al figlio di Luis mentre continuava a incidere il volto del morto appena richiamato, ascoltava senza spostare lo sguardo dal suo lavoro. Sembrava che il giovane si fosse tranquillizzato e che, alla fine, avesse anche recuperato i danni al ginocchio che aveva subito. Si era talmente ripreso che era evidente la sua voglia di parlare, cosa che Shinken non disdegnava ma che di certo non gli apparteneva.

    Si, il mio ruolo passato era quello di Guardiano. Io, tuo padre ed altri shinobi e kunoichi del villaggio abbiamo difeso Oto per molto tempo. Nessuno osava sfidarci... non si può dire lo stesso ultimamente. Dal suo tono di voce non traspariva alcuna emozione ma era evidente che aveva tirato fuori quell'argomento perché aver visto uno dei Gate raso al suolo lo aveva fatto innervosire, oltre che preoccupare. Nel mente parlava al giovane spostava il peso a destra e a sinistra, sopra e sotto, per meglio osservare il lavoro che stava portando avanti. Sentiva che per tornare a girare tranquillamente per le via di Oto avrebbe dovuto indossare una maschera e quel cadavere, di cui si era perfino dimenticato il nome, era forse l'unico rimasto a sua disposizione, almeno nell'immediato. Senza contare che ci stava impiegando più del previsto perché ancora un pò arrugginito; era da tempo che non utilizzava quell'arte e piano piano stava ritrovando la manualità giusta per eseguire un lavoro impeccabile e non farsi sgamare.

    Si, è esatto. L'ultimo cadavere che è rimasto in questo luogo. Gli altri non sono più utilizzabili. Concluse le incisioni, tornò a distendere la schiena ed fece stirare i muscoli pettorali, stirando le spalle con un movimento all'indietro delle braccia. Fece scrocchiare il collo con due spostamenti secchi della testa e tornò a fissare Amano, pieno di ringiovanita agilità!C'è un motivo per cui sto "operando" su questo cadavere. Il mio volto, il volto di Shinken, ancora non può essere rivelato al mondo dei ninja. Ma tu ed i presenti alla Villa lo avete visto e sapete già del mio ritorno. In onore del legame che c'è tra me e tuo padre, ti chiedo di non rivelare a nessuno la mia identità né tantomeno il mio ritorno al villaggio. Ma so che posso fidarmi, giusto?

    Poco dopo cambiò strumenti e si rimise all'opera. Ascoltò con attenzione le parole di Amano, in fin dei conti se si fosse fatto sfuggire dove si trovava Luis Mikawa, Shinken avrebbe tenuto bene a mente quell'informazione. Prese un diverso tipo di bisturi ed una stramba pinza, che osservò prima controluce, puntandola verso il falò. Poi tornò a posare gli strumenti sul volto del cadavere fino a che, poco dopo, Amano gli si rivolse pieno di rinnovato entusiasmo, con un pollice puntato verso l'alto. Shinken si interruppe, spostando lo sguardo verso il giovane. Approntò qualcosa che poteva essere considerato un sorriso e con delicatezza poggiò gli strumenti sul tavolo. Bene. A parole, di voglia, ne hai molta. Ma per raggiungere il livello di tuo padre dovrai darti molto da fare... scordati il potere dei Mikawa, non vale la pena confrontarsi con tuo padre su quel campo. Gli tornarono a mente alcune scene in cui Luis, in quel luogo misterioso chiamato Castlevania, aveva dato prova dei suoi poteri mostrandosi degno dell'arte che solo i De Jarre avevano così tanto perfezionato. Perché mentre io concludo qui, tu non trovi il tempo di allenarti? Mi sembra di aver capito che ti sei ripreso. Allungò il braccio in avanti, mostrando il palmo in direzione del giovane. Spero che la vista del sangue non ti turbi. Vieni qui. Scherzò, a modo suo, sul discorso del sangue. Se era veramente il figlio di chi diceva di essere, non poteva essere un problema. AvanzandoAmano avrebbe visto il viso del cadavere che era stato inciso in più parti ed un sottilissimo e delicatissimo lembo di pelle che si alzava da sotto alla mandibola della cavia. Dimmi, cosa ti ha insegnato tuo padre sul chakra? Le mani di Shinken erano strane, anche loro sembravano erano tempestate una miriade di taglietti sottili, delle fessure scure da cui però non usciva più sangue.



    Edited by Shinken Takatsui - 13/11/2016, 20:25
     
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    Amano
    La Torre, post III

    Dopo aver distolgo lo sguardo in un primo momento ora ero del tutto assorto nell'osservare il bisturi incidere a più riprese le carni livide del morto, incantato in maniera quasi morbosa da quello spettacolo disgustoso, ma ipnotico. Pur provando ribrezzo, palese nella mia espressione, per quello che il jonin stava compiendo non riuscivo a non guardare forse catturato dalla naturalezza dei gesti del chirurgo il quale, dal canto suo, sembrava non provare alcun tipo di emozione, il volto fermo in un'espressione indecifrabile.
    Si prese una pausa, sgranchendosi con gesti misurati e collaudati, per spiegare poi il motivo di quella operazione Non c'è da temere, non sono un chiacchierone. dissi con serietà, incrociando le braccia al petto Ma non ho ben capito perchè sia necessario operare il volto di quel cadavere... oh! Dai... no... che schifo! realizzai solo in seguito come il tutto fosse legato ed ebbi quasi un conato di vomito immaginandomi una maschera sanguinolenta in pelle fresca indossata a mo di passamontagna. Non avevo una vasta conoscenza del mondo ninja, tanto meno ero avvezzo alle pratiche mediche legate ad esso e quindi non avevo idea della raffinatezza di quell'arte, al momento mi sembrava solo un orripilante modo per celare la propria identità. Non so come tu possa pensare di indossare quella cosa, ma sta pur certo che non sarà dalla mia bocca che uscirà una sola informazione a tal proposito. Non ho mai nemmeno incontrato Shinken per quanto mi riguarda. gli feci l'occhiolino come cenno d'intesa prima che si rimettesse al lavoro con altri strumenti.
    Mi avvicinai quando fui invitato, osservando ancor più da vicino l'operato del Takatsui in un certo senso affascinato dalla maestria con cui stava lavorando sui tessuti perfettamente conservati di quell'uomo senza nome steso sul mobile in legno. Tutto mi sarei aspettato a quel punto tranne un'interrogazione sulla mia preparazione di base, ma non potevo lasciar intendere che Luis avesse trascurato d'insegnarmi oltre che allenarmi, quindi senza troppi giri di parole passai subito a rispondere al quesito dell'eliminatore Il chakra è ciò che distingue noi ninja dai comuni combattenti, l'essenza prima del ninjutsu e del genjutsu senza trascurare la possibilità che ci dona di compiere azioni altrimenti impossibili. La nostra arma più preziosa poichè è frutto della nostra preparazione fisica e della prontezza mentale: la forza, la resistenza, la velocità... in parole povere la nostra energia fisica... girai attorno al corpo immobile, portandomi frontalmente al mio interlocutore per meglio studiarne i movimenti precisi delle mani si lega nel tantien alla nostra energia psichica, prodotta dalla forza mentale acquisita con duri allenamenti e l'esperienza accumulata. presi una pausa, inspirando con calma per sollevare lo sguardo ceruleo sul volto sfregiato, sorridendo con soddisfazione Può bastare?
     
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    LA TORRE


    parte IV



    Non so come tu possa pensare di indossare quella cosa, ma sta pur certo che non sarà dalla mia bocca che uscirà una sola informazione a tal proposito. Non ho mai nemmeno incontrato Shinken per quanto mi riguarda. Shinken spostò lo sguardo verso il giovane shinobi. Sorrise dopo la sua osservazione e si rimise a lavoro. Mentre il ragazzo esponeva la risposta alla domanda che il Jonin gli aveva posto, Shinken stava concludendo il lavoro di incisione. Poi, d'un tratto, posò il bisturi e si asciugò le mani sui fianchi. Si spostò poco più in là, avvicinandosi ad uno dei muri perimetrali della Torre. Con la dovuta calma si piegò sulle ginocchia e cominciò a prelevare con le mani una buona quantità di argilla che si era depositata a terra, sempre rimanendo in ascolto delle parole di Amano. Sulle sue mani comparve un colorito blu, ora ancora più denso di prima, segno dell'utilizzo di una copiosa quantità di chakra.

    mucchietto


    Con la stessa eleganza con cui aveva inciso il volto del cadavere, il Fedaikin dispose sul tavolo l'argilla appena raccolto. Aveva accumulato una quantità di materiale sufficiente per formare un mucchietto di terra abbastanza grande. Lo modellò finemente fino a rendere la superficie superiore completamente liscia, complice la malleabilità del materiale. Ancora una volta si pulì le mani sporche di terra sul suo vestito, già logoro per colpa della pioggia e del combattimento a Villa Mikawa. Quello che hai detto è esatto. Disse mentre toglieva gli ultimi residui di terra dalla sua mano sinistra. Ed il chakra è anche uno strumento incredibilmente flessibile. Ogni shinobi, come per esempio tuo padre, impara a gestire il suo chakra per soddisfare determinate necessità, rendendolo uno strumento estremamente personalizzabile. Il chakra può anche servire per spostarsi più rapidamente, potenziare il proprio fisico, muoversi su pareti verticali, e per manipolare costrutti elementali... o per effettuare operazioni come questa. Shinken aveva preso il cadavere e lo aveva girato di spalle, facendo attenzione a non rovinare il lavoro precedente sul volto. Lo avvicinò al mucchio di argilla e ve lo poggiò sopra, tenendo la testa del cadavere per i capelli.

    mucchietto2


    Non appena tolse il volto dal mucchietto di terra, Amano notò il negativo del volto impresso su quello che ora sembrava a tutti gli effetti uno stampo. Non ho intenzione di indossare il suo viso, per quanto sarebbe effettivamente una soluzione possibile, anche se poco pratica. Intorno al negativo del volto era ancora presente un leggerissimo alone bluastro, quello che prima era comparso sulle mani del Jonin. Questa arte è frutto degli studi del primo Kokage. Come ti stavo dicendo prima, il chakra può essere utilizzato per diversi scopi. Shinken immerse il volto sfregiato all'interno dello stampo. Muovendolo all'interno dell'argilla per meglio far aderire tutto la sua superficie. Dopo poco tempo distanziò il volto dal negativo, che tuttavia rimase coperto dai capelli dello shinobi. Non appena scostò la ciocca che impediva ad Amano di guardarlo in volto, il giovane figlio di Luis si rese conto che le fattezze di Shinken erano completamente cambiate.

    L'unico limite è la tua fantasia.



    gilbert_nightraymod
    I suoi lineamenti erano completamente cambiati. Il suo volto era identico, spiccicato, a quello del cadavere che era disteso poco più alla sua sinistra. Le sue cicatrici erano completamente scomparse, a favore di una pelle liscia e candida, e persino la fisionomia del volto era mutata. Shinken fece per muovere i muscoli della sua faccia, per controllare che il tutto fosse riuscito senza alcuna imperfezione. Inumidì le labbra con la lingua e si rivolse nuovamente ad Amano. Bene. Specchi non ce ne sono. Com'è il risultato? Aspettò la risposta del giovane, anche se aveva già avuto l'impressione di aver compiuto un ottimo lavoro dai primi esecizi muscolari che aveva svolto. Questa arte, un arte che venne inventata e perfezionata dal primo shinobi di Oto, è stata tramandata per molte generazioni. Un giorno anche io la insegnerò a qualcuno ed è così che le conoscenze di noi shinobi sopravvivono al tempo. Risigillò il cadavere all'interno del suo rotolo e pulì gli strumenti sul solito lembo di vestito. Ma ora veniamo a noi. Come dicevamo in precedenza il chakra può anche essere usato per spostarsi in ambienti particolari. Per esempio, secondo te, come abbiamo fatto ad accedere a questo posto? Come vedi non ci sono porte o passaggi laterali. Aspettò qualche secondo e poi indicò verso l'alto con un dito. Ovviamente non mi sono messo a scalare questa parete a mani nude.

    Si allontanò dal tavolo fino a raggiungere la parete. Come hai potuto notare, è possibile impastare il chakra e spostarlo fino alle estremità del proprio corpo. Può essere utilizzato per potenziare i tuoi colpi, per guarire ferite e -più banalmente - per arrampicarsi sui muri. Irrorò i suoi piedi di chakra, facendo ricomparire l'alone blu. Ogni ninja impara con il tempo a controllare le emissioni del suo chakra. Questa è un arte basilare, che tutti gli shinobi devono padroneggiare. Con il giusto quantitativo è possibile rendere i propri passi "adesivi". E' una questione di equilibrio; troppo poco e i tuoi piedi non aderiranno alla parete, troppo chakra e verrai respinto via. Con un leggerissimo slancio si spostò sulla parete. I suoi piedi rimasero perfettamente aderenti ai mattoni. Ora possiamo anche andare via da qui. A momenti finirà la legna e comincerà anche a fare freddo. Puoi provare a seguirmi oppure puoi chiedermi di portarti in spalla fino alla cima. A te la scelta, Amano figlio di Luis.





    Sono sicuro che non ti devo spiegare nulla :zxc: Ma diciamo che puoi scegliere a via facile, e concludere qui la cosa, oppure la via difficile, e tentare di uscire con le tue zampette pucchose.

    Ah, anche se sei studente (e quindi non potresti usare la competenza) A NOI DEL REGOLAMENTO, NON CE NE FREGA UN CAZZO. SCONTRI SCONTRI SCONTRI :riot:


     
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    Amano
    La Torre, post IV

    Incredibile. Aveva davvero dell'incredibile quello a cui avevo appena assistito! Non era certo la prima volta che avevo la fortuna di osservare un ninjutsu, mio padre ne aveva mostrati tanti negli anni, dei più disparati, ma una cosa simile era stravagante ed affascinante: quante identità si potevano acquisire con i calchi dei volti altrui? Sorridevo divertito E' perfetto! Identico all'originale. mi avvicinai, per meglio squadrare il nuovo volto di Shinken da ogni angolazione Che spettacolo, ma spiegami una cosa... cosa c'è di diverso rispetto ad una henge Sh-... ah! Come dovrei chiamarti ora? semplice curiosità, qualcosa che mi aveva sempre accompagnato fin dal mio primo passo nel mondo degli shinobi ed ora che l'operazione del fu Takatsui era terminata servivano anche nuove presentazioni.

    Avevo immaginato un'eventualità simile, a meno di porte nascoste e passaggi segreti... dissi, rivolgendo il naso all'insù, verso il buio più totale. Trattandosi di un'abilità basilare Luis mi aveva già iniziato a quel tipo di pratica, erano diversi giorni infatti che mi allenavo a trattenere piccoli oggetti nei palmi delle mani, un esercizio semplice per apprendere il controllo del chakra adesivo.
    Coprì il capo con il cappuccio, un gesto con cui avevo intenzione di isolarmi temporaneamente dall'esterno per concentrarmi sulla mia interiorità, le mani raccolte a coppa davanti all'addome. Non diedi una risposta all'improvvisato sensei, sarebbero stati i fatti a parlare per me e se conosceva anche solo un poco il mio maestro, avrebbe subito intuito che non avrei scelto la via semplice per uscire da quel buco.
    Il Mikawa si era lasciato andare ad un commento sorpreso, una volta, constatando la peculiare naturalezza con cui avevo imparato a piegare il chakra al mio volere in poco tempo, molto meno di quello che ci volle a Lui per raggiungere gli stessi risultati, così disse. Ma dopo i primi successi arrivarono anche le prime difficoltà, ero ben consapevole dell'energia che scorreva nelle fibre del mio essere, eppure manipolarlo all'esterno del mio corpo comportava sempre non pochi grattacapi, anche per questo Luis decise di partire dal controllo minimo, giusto il necessario per tenere una nocciolina aderente al palmo mentre eseguivo piegamenti per le gambe ad esempio, costringendomi così a padroneggiare quel tipo di manipolazioni al pari del respiro, sarebbe dovuta divenire una cosa naturale da compiere senza pensiero.
    Per un attimo l'aria attorno al mio corpo vibrò, muovendosi come se improvvisamente scaldata, scostandomi alcune ciocche di capelli dalla fronte lasciando libertà d'osservare la nuova espressione che avevo dipinta in viso, ora mutata, e quando riaprì gli occhi il cambiamento risultò ancor più evidente, la concentrazione mi aveva incupito e reso i lineamenti del volto più duri -se possibile- facendomi apparire meno fanciullo di quello che si poteva dire qualche minuto prima. Gli occhi, tra tutto, erano quelli che avevano "sofferto" la trasformazione maggiore, animati da un bagliore bluastro quasi spettrale. Fu in questa nuova e profonda condizione mentale che mossi il primo passo verso la parete, seguito dai successivi con cadenza sempre maggiore assumendo i connotati di una vera e propria corsa che mi portò a ridosso della superficie verticale con una notevole velocità tramutata abilmente in slancio verticale grazie ad un elegante ed esplosivo piegamento della dritta, la mancina seguì la direzione intrapresa dal resto del corpo e cercò l'appiglio necessario per proseguire la progressione verso l'alto, uno splendido esercizio ginnico che diede mostra delle capacità atletiche acquisite negli ultimi tre anni. Parve un successo al primo tentativo fintanto che, in un'evoluzione quanto mai repentina, il piede sinistro scivolò sulla melma che ricopriva i mattoni e come risultato la testa venne proiettata in avanti concludendo il tutto con un sordo tonfo. Mi ritrovai seduto, le mani a coprire il naso e la bocca mentre un sapore ferroso invadeva la cavità orale che mi costringevo a tener serrata, intanto dal profondo un gorgoglio strozzato si fece largo in tutto il locale. Non avrei gridato, già troppo l'imbarazzo per quella magra figura, ma era evidente il livello della mia sofferenza e poco dopo sarebbe stato anche visibile un piccolo rivolo di sangue che scendeva lungo i miei polsi Ok, non era esattamente quello che avevo in mente. Il naso rotto ed un labbro spaccato erano la penitenza per aver agito di petto, senza fermarmi a riflettere sulla situazione. Dopo un paio di minuti, gli occhi gonfi di lacrimoni ed il volto ridotto ad una maschera di sangue, mi sarei rialzato ponendomi ad un solo passo dal muro, pulendomi il muso sulle maniche della felpa mi preparai ad un nuovo tentativo di scalata questa volta armato di una coppia di kunai Ok, riproviamoci con più calma. sputai a terra, nauseato da quel sapore metallico. Percepivo unicamente il pulsare doloroso che dal setto nasale si stava allargando a tutta la faccia, le tempie non da meno rispondevano a ritmo lasciando intendere che da lì a poco avrei sofferto di una violenta emicrania.
    Questa volta procedetti davvero con più calma, un passo alla volta cercando l'appoggio con le dita dei piedi tra le fessure dei mattoni e sorreggendomi con i kunai, puntellati a dovere nella parete. Certo, i primi due metri risultarono più una scalata che altro, ma ad ogni nuovo passo in alto perfezionavo l'aderenza del mio chakra a quella superficie scivolosa e piena di insidie, lasciando sempre più ai piedi il compito di sostenermi, ma senza mai abbandonare la sicurezza del metallo che stringevo tra le mani. Dovrei esserci, ti seguo! sorrisi in direzione del Takatsui, una smorfia tirata e carica di tensione a dir poco grottesca con il gonfiore che aveva iniziato a mostrarsi sulle labbra livide e sotto gli occhi arrossati, per non parlare del sangue che ancora macchiava buona parte del volto ed i denti.

    Lascio decidere a te come QM di questa piccola giocata/addestramento se Amano riesce nel suo intento, dipende tutto dal fatto che il post ti sia piaciuto o meno a questo punto :zomg:
     
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    LA TORRE


    parte V



    Shinken va bene. Fino a che saremo dentro le mura di Oto, l'unica cosa che per ora mi preme è non rivelare il mio vero volto.

    Il Jonin mosse ancora il collo, continuando quelli che erano degli strani esercizi muscolari per il suo nuovo volto. Differisce totalmente da una normale Henge. Sono in grado di mantenere questo volto per molto più tempo, senza sforzi aggiuntivi in termini energetici e senza che il sensitivo di turno possa individuare la banale tecnica della trasformazione. Inoltre posso essere ferito senza far saltare l'Henge stessa, che non è poco. Era soddisfatto del suo lavoro; si ricordò che l'ultima volta che aveva operato con quella tecnica era stato nel deserto di Suna. Il lavoro era riuscito ma tutta quella sabbia aveva reso complicate le operazioni di "pulitura" del volto, senza contare la difficoltà che aveva avuto per trovare dell'argilla fresca.

    Conclusasi quella breve lezione di chirurgia, Shinken si spostò sulla parete verticale della Torre. Il suo controllo del chakra era ormai perfezionato a tal punto da non dover nemmeno più dedicare del tempo alla concentrazione, cosa che invece Amano stava giustamente perseguendo. Lo osservò con una punta di nostalgia, ricordandosi di quando anche lui si era applicato in quella pratica di gestione delle energie fisiche e psichiche. Chi era stato il suo sensei? La stessa Rengoku oppure il nukenin Daipasu...? Non era importante, non in quel momento.

    Mentre cercava di scacciare quei ricordi superflui, gli venne in mente che anche lui aveva qualcosa da dover perfezionare, proprio come Amano. Silenzioso come un ragno, tornò a poggiare prima un piede e poi anche il secondo sul pavimento di quell'enorme cisterna, tornando in posizione eretta poco distante dal giovane figlioccio di Luis. Era sicuro che non avrebbe disturbato Amano con quello che stava per fare, ma decise ugualmente di aspettare che il ragazzo raggiungesse la concentrazione necessaria, prima di provocare qualsivoglia rumore.

    Si chinò lentamente verso il basso e, con altrettanta cura, mise mano ai suoi calzari rimuovendoli. La prima sensazione che ebbe fu quella del freddo della pietra, umida e scivolosa, a contatto con la sua pelle. Dopo essersi ambientato, e dopo aver riposto il tutto in una sacca laterale, distese le mani davanti al suo viso, guardandole come fosse incuriosito da quello che da lì a poco sarebbe successo. Il chakra cominciò ad impastarsi nel suo tantien ed alla fine venne letteralmente dato in pasto ai suoi batteri sopiti. Quel modo di risvegliarli era indubbiamente il più efficiente, ve ne erano altri ma richiedevano molto più tempo e concentrazione. Pochi istanti dopo, mentre il giovane Amano aveva appena finito di prepararsi alla scalata, le cicatrici sulle sue mani cominciarono a vibrare, facendo muovere la sua pelle come fosse animata da un leggerissimo sfarfallio. Pochi istanti dopo e le estremità dei suoi arti si modificarono, lasciando che le estremità diventassero più larghe e leggermente più lunghe. Le dita, che erano ancora leggibili come tali, sembravano esser state pressate ed erano diventate strane, quasi appartenessero ad una creatura animale piuttosto che al Jonin di Oto.

    CITAZIONE
    Adattamento di Sopravvivenza - Seizon no tekiō
    Villaggio: Derivata
    Posizioni Magiche: 0 (Nessuna)
    L'utilizzatore potrà mutare ed assumere caratteristiche fisiche particolari che gli consentono di sopravvivere in situazioni di impellente necessità. Adattarsi permette di aumentare la lunghezza dello slot azione di una volta e mezzo anche in situazioni di possibile movimento ridotto (es. nuotare, scavare, planare, scalare, correre). Adattarsi permette all'utilizzatore di resistere a condizioni climatiche estreme, respirare in condizione ambientali sfavorevoli o con scarsità di ossigeno. Gli adattamenti non concedono potenza offensiva o difensiva. Non consente azioni sleali o antisportive. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo: Basso ogni adattamento / Mantenimento: 1/4 del consumo )
    [Richiede Morso del Diavolo I]

    [Da genin in su]

    Bene, Amano figlio di Luis. Ognuno con la sua, proseguiamo. Il Jonin aspettò che il ragazzo cominciasse e lo seguì con qualche istante di voluto ritardo. Notò con piacere che aveva deciso di cominciare con un potente slancio, era una scorciatoia poco elegante ma particolarmente funzionale nei primi tentativi di apprendimento di quell'arte. Lui invece, forte della mutazione del corpo, si mosse molto più lentamente, quasi a rallentatore, facendo aderire prima le sue mani e solo successivamente i suoi piedi, anch’essi mutati. Aveva avuto modo di osservare come i più grandi scalatori del mondo animale si muovevano spesso e volentieri seguendo un principio molto basilare: gli arti superiori cercavano unicamente l'appiglio, avanzando quando possibile, ma erano quelli inferiori a spingere verso l'alto, trovando sempre nuove posizioni da cui poter far esplodere la loro potenza muscolare. Shinken fece giusto in tempo a complimentarsi con se stesso, che un tonfo attirò la sua attenzione.

    Ok, non era esattamente quello che avevo in mente. Disse Amano con la bocca piena di sangue, tornato al punto di partenza. Shinken era rimasto con un solo braccio aderente alla parete, ed entrambe le gambe piegate ed aperte a libro, con il bacino molto vicino alla parete. Guardò il giovane dall'alto ed aggiunse Ricordati che dove il tuo chakra fallisce, è compito tuo trovare una soluzione alternativa. Non c'era rimprovero nelle sue parole, stava cercando di spronare il giovane Quando percepisci che il tuo chakra non è riuscito a farti aderire perfettamente alla parete, avrai un istante, un lasso di tempo infinitamente piccolo, per cambiare strategia e tentare qualcosa di diverso. Spinse con le gambe che prima erano flesse e andò ad aggrapparsi ad una cavità poco più sopra. Fece per ritrovare posizione con gli arti inferiori ma un dei due scivolò (appositamente) sulla melma della parete, cominciando a far ruotare il suo corpo sull'asse della mano e della gamba sinistra che invece avevano trovato appiglio. Era evidente che se la rotazione fosse continuata, Shinken avrebbe perso l'appiglio e invece, con un colpo di reni improvviso, il Jonin spinse con la mancina ed effettuò un poderoso salto che lo portò dall'altra parte della cisterna, sano e salvo. ..."troppo poco e i tuoi piedi non aderiranno alla parete, troppo chakra e verrai respinto via." Quello che ti sto chiedendo non è replicare un arte così com'è, avrai tempo per quello, ma è giocare con tutte le possibili sfaccettature di quest'ultima, per raggiungere il tuo obiettivo. Era serio in volto, forse solo perchè concentrato. Ora, riprova.


    [...]


    Bene, ad essere arrivato sei arrivato. Credo che per oggi aver scalato quasi 30 metri di Pozzo sia sufficiente. I due ora si trovavano all'ingresso di quella struttura, che poi non era altro che un corridoio di pietra dove veniva incanalata l'acqua fino alla cisterna. Il ragazzo aveva le mani e le ginocchia rovinate da quella scalata ed il fiatone ci stava mettendo un pò di più del normale per scomparire. Il Jonin però era impressionato, Amano aveva veramente una predisposizione naturale per la gestione del chakra, era rimasto sorpreso da quella prova che aveva appena superato. Gli avrebbe fatto i complimenti ma sapeva che non era quello il modo di allenare un giovane ninja di Oto. Ora facciamo riposare il tuo corpo Aveva appena fatto in tempo a riprendersi che Shinken lo avrebbe subito messo di fronte ad una nuova prova, impegnativa. Non abbiamo luci qui, il focolare di sotto stava anche per esaurirsi. Quindi dovremmo procedere al buio in questi cunicoli. Puoi seguire la mia voce se preferisci, io conosco il modo di orientarmi in questi luoghi, oppure puoi provare a concentrarti su quello che ti circonda e comprendere i rumori, la loro provenienza, e trovare la via di uscita da solo. Come prima, puoi chiedere aiuto se preferisci.

    Uguale a prima, Amano dovrà riuscire a concentrarsi sull'ambiente che lo circonda oppure chiedere aiuto a Shinky, che troverai sempre molto contento di dartelo :guru:
     
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    Amano
    La Torre, post V

    La scalata della Torre richiese non poche energie, lo sforzo di mantenere salda la concentrazione non era da sottovalutare e naturalmente anche il fisico era stato chiamato a pagare la sua parte di fatica, come risultato mi ritrovai a trenta metri d'altezza (o meglio fuori dalle viscere della terra) con diverse escoriazioni, i capelli umidi di sudore ed un dolore incessante al volto ancora sporco. Tirai su con il naso, accusando una fitta che mi fece arricciare il viso giusto per dare nuovo vigore al supplizio che stavo patendo. Sbuffai. Certo che eravamo parecchio in basso, sono esausto! Mi lasciai cadere seduto quando Shinken mi diede il tempo di riprendermi, guardandomi attorno per cercare di capire la conformazione di quel pianerottolo in pietra a cui ero giunto.
    Il pozzo, con la luce del focolare che andava esaurendosi, appariva come un buco dal cui interno si irradiava un leggero bagliore attenuato dalla distanza della sorgente luminosa e quindi incapace di rischiarare la stanza circolare che faceva da ingresso alla voragine da cui eravamo appena usciti, giusto quel tanto che bastava per comprendere che si trattava di una semplice volta con un raggio di poco superiore ai due metri rispetto a quello della Torre, lasciando quindi spazio ad un piano calpestabile tutto intorno al fosso, su di un lato poi il buio più totale lasciava intendere che ci fosse un'apertura nella parete ed un corridoio oscuro che venne poi indicato dallo stesso Takatsui come l'uscita.
    Nelle orecchie, insieme alla voce del sensei ed il respiro pesante per lo sforzo, si poteva udire solo il gocciare amplificato dell'acqua, l'umidità anche qui era la vera padrona di casa. Interessante la tua capacità di modificare il corpo, è per caso qualcosa di simile alla stessa kinjutsu che aveva appreso mio padre prima di riscoprire le sue origini Mikawa? Pur concentrato su altro, non mi ero lasciato sfuggire la trasformazione delle estremità dell'uomo, l'occhio sempre attento a carpire ogni singolo dettaglio per farlo mio ed ampliare così le conoscenze ninja in mio possesso. Certo che ti sei scelto proprio una bella tana, un poco umida forse, ma di sicuro non c'è il pericolo di avere scocciatori che bussano alla porta. sorrisi divertito, anche se la cosa mi procurò l'ennesima sofferenza.

    Dopo alcuni minuti, giusto il tempo per normalizzare la respirazione ed asciugare il sudore che mi correva giù dalla fronte e lungo il collo, Shinken decise che era ora per noi di rimetterci in moto, ma non sembrava desideroso di semplificarmi molto le cose. Non avevamo ormai più luce, gli occhi non potevano abituarsi all'oscurità in un luogo totalmente privo d'illuminazione per cui, secondo le indicazioni della mia guida, mi sarei dovuto affidare agli altri sensi o nel caso farmi condurre da lui. Battei le mani sui quadricipiti rialzandomi, un gesto di auto incoraggiamento per la nuova sfida Ok! Accetto la sfida. nel buio forse non si poteva notare, ma ero elettrizzato all'idea di prender parte a quel gioco. Però se avrò successo poi dovrai insegnarmi una nuova tecnica. alzai il pollice in direzione dell'ultimo posto in cui avevo sentito la voce del mio interlocutore. Se non sbaglio il cunicolo era di qua. allungai entrambe le braccia in avanti, dirigendomi prima verso la parete al mio fianco ed una volta raggiunta, spostandomi in direzione dell'apertura nella volta. I piedi scivolavano guardinghi sul pavimento bagnato, sentinelle per il resto del corpo di un possibile buco in cui non avrei di certo avuto voglia di cadere, mentre le mani distese fornivano il giusto preavviso per evitare altre facciate sui mattoni. Fu in questo modo che arrivai all'uscita, l'orecchio teso per captarePercezione 9 i passi leggeri del jonin se questi non avesse volontariamente annullato la sua presenza per non darmi alcun aiuto.
    Sembrava di esser immersi nel nulla, se non fosse stato per il costante stillicidio dell'acqua ed il fresco pavimento sotto le piante dei piedi nudi ci si poteva impazzire in un posto simile, ma la mia mente in quel momento era troppo concentrata sulle percezioni del mio intero corpo per curarsi della privazione sensoriale a cui era sottoposta. Avanzai lentamente per quelli che mi parvero metri prima di sentire il vuoto sotto le dita, segno che la parete a cui mi stavo affidando era terminata, forse per una svolta o peggio per un bivio, quindi feci un passo indietro e poi mi mossi lateralmente cercando di raggiungere il lato opposto del corridoio per confermare quale delle due ipotesi fosse vera. Purtroppo mi trovavo proprio ad un bivio. Accidenti! Ed ora dove vado? mi fermai a ragionare. Non avevo alcuna idea del percorso fatto mentre ero privo di sensi, per cui cercare di ricordare non sarebbe servito a nulla e potevo dare per scontato che se Shinken mi aveva proposto quella prova era perchè avevo la possibilità di portarla a termine, ma per un attimo non ebbi alcuna idea sul come procedere finchè, leggero come una carezza, un lieve alito di vento mi rinfrescò la fronte ancora leggermente umida per l'arrampicata. Una sensazione leggerissima e quasi del tutto inconsistente, ma era tutto ciò che potevo desiderare di meglio in quel momento. Sorrisi soddisfatto, se avessi seguito le correnti d'aria che naturalmente si formavano in quel labirinto sarei uscito vincitore da quel dedalo di mattoni.

    Nel caso in cui mi fossi ritrovato ad un punto morto, dove ne il soffio d'aria ne l'udito in cerca del mio compagno di "viaggio" mi avessero permesso di fare una scelta, a malincuore e dopo un paio di minuti d'indecisione mi sarei arreso alla mia incapacità di trovare l'uscita da solo. Purtroppo non credo di esser in grado di fare di meglio, ma ora proprio non so dove andare Shinken. Seguirò la tua voce... uffa! avrei detto, con un accentuato tono sconsolato.
     
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    LA TORRE


    parte VI


    Non appena quest'ultimo si sedette a terra, Shinken volse il suo sguardo verso il ragazzo. Stava ansimando per lo sforzo che aveva appena compiuto - ed era comprensibile - ma non sembrava intenzionato a porre un freno alla sua curiosità; con braccia e ginocchia tempestate da piccoli tagli, lividi ed escoriazioni, il giovane Amano era ancora vivo, pronto a fare nuove domande ed a lanciarsi in nuove sfide. Mentre gli arti del Jonin tornavano alla loro conformazione umana, gli occhi del Fedaikin cominciarono a mutare, ancora ben saldi ad osservare il giovane. Frena la tua curiosità, Amano figlio di Luis. Le pupille vibrarono, si allargarono e gli occhi tornarono ad essere ciechi, bianchi come la neve, con la peculiare croce grigia che li contraddistingueva. Con quella poca luce Amano avrebbe anche potuto non accorgersene, ma anche se fosse stato a Shinken non importava, non voleva prendere muri in faccia mente usciva da quel posto. Non sarebbe immediato ne semplice spiegarti cosa è successo al mio corpo. Si tratta sì di una Kinjutsu, ma sarebbe banale concludere che il risultato finale sia unicamente collegabile ad una tecnica proibita.

    Il Jonin accennò un sorriso, quel ragazzo stava veramente pensando che si potesse vivere in un luogo simile, anche se quella era più un luogo di esilio. Questa non è la mia casa, lo è stata tanto tempo fa... ma a breve tornerà ad essere quello per cui è stata progettata. La smorfia scomparve dal suo viso, che tornò incredibilmente serio. Prima dovrai dimostrarmi ancora una volta che la tua voglia di sopravvivere è abbastanza. Se le tue capacità ti permetteranno di uscire vivo da qui avrai la tua tecnica, promesso. Ma fa attenzione: per ora la tua voglia di vivere è stata sufficiente a portarti in cima alla Torre, ma uscire da questi cunicoli al buio non è semplice, potresti vagare per anni senza trovare la svolta giusta. Shinken si girò verso il buio del primo cunicolo (l'ultima informazione utile che Amano avrebbe potuto percepire chiaramente) poi diede il via a quell'ultima sfida. Ti sei riposato abbastanza. Preparati.



    sTIS H H H

    ... IS H H H H

    ... IS H H



    Fu un suono secco, che rimbombò per tutto l'ambiente circostante. Era qualcosa di molto simile al rumore di un unico battere di mani, tant'è che il Jonin lo aveva volontariamente provocato, sicuro che avrebbe aiutato il suo temporaneo allievo ad orientarsi. Il caso - poi - volle che quel suono fu perfettamente sincronizzato con la dipartita della luce, che aveva appena perso la sua battaglia contro l'umidità della Torre, lasciando i due nel buio più assoluto.

    [...]

    Il Jonin fu assai lento a muoversi in quei cunicoli. Forte dei suoi movimenti silenziosi e del suo ecolocalizzatore, rimase sufficientemente vicino ad Amano da seguirne i movimenti, studiarne i comportamenti e le strategie, senza lasciarsi percepire. Non avrebbe semplificato la vita ad Amano, non si sarebbe fatto individuare dal giovane ninja aiutandolo, ma avrebbe monitorato tutti gli spostamenti del figlio di Luis per evitare che si lanciasse involontariamente in qualche pozzo profondo e senza fine (Febh avrebbe avuto sicuramente da ridire nel caso fosse successa una cosa simile). Quando vide che la concentrazione del ragazzo aveva raggiunto il suo apice e che stava giustamente sfruttando tutti i sensi rimastigli, Shinken decise di alleggerirlo dalla complessità della prova, stimolandolo a seguire una via piuttosto che un'altra. Tirò un colpo secco al muro, provocando un leggerissimo rumore.

    TIC

    ... IC H H H H

    ... IC H H


    Il suono si propagò come quello precedente, solo più leggero, meno definito. Il gocciare che dal soffitto si infrangeva a terra era aritmico ma costante, un suono che si ripeteva in quasi tutte le gallerie nelle vicinanze. Il Fedaikin lo aveva provocato, mettendo in moto una vera e propria pioggerellina artificiale. Tuttavia, forse proprio perchè il Fedele utilizzava un metodo molto simile per orientarsi in quel labirinto, si sorprese quando notò che Amano non ci stava per nulla prestando attenzione. Rimase però incuriosito quando il giovane allievo percepì qualcosa che il Jonin stesso - con le sue attuali limitazioni - non avrebbe mai potuto notare: i flussi d'aria. Si sorprese non poco, più per se stesso a dire il vero.

    Non era comune avere quel tipo di sensibilità, Amano continuava a sorprenderlo. Il Fedaikin continuò a seguirlo e - in fin dei conti - anche quel metodo sembrava funzionare! In poco tempo raggiunsero quindi l'ultimo step, la prova più ardua: l'ultimo gradino da salire. Proseguendo al buio e con solo il rumore della pioggerellina a fargli compagnia, Amano si ritrovò in un punto cieco, circondato da muri. Forse complice la stanchezza, forse no, non riuscì a pensare in tre dimensioni, credendo che il suo percorso fosse terminato e che la pista del filo di vento fosse sbagliata. Le sue mani andarono a tastare l'ambiente circostante ma si ritrovò chiuso in un cunicolo senza uscita, verso cui l'aria si era incanalata. Non aveva senso. Entrò in confusione.

    Per quanto era stato corretto focalizzarsi su i muri perimetrali ed era stato fortunoso percepire i flussi d'aria, quel tipo di approccio eliminava definitivamente la spazialità che quei luoghi comunque mantenevano. Da un pò Amano non guardava nè si concentrava più su quello che aveva sopra la testa, un errore da poco ma che avrebbe potuto costargli l'esilio a vita nei cunicoli di Oto! A quel punto, stremato, il ragazzo aprì la bocca e gli diede fiato... fù in quel esatto momento che percepì chiaramente che cosa stava succedendo: la sua voce stava rimbalzando in maniera assai diversa da come avevano fatto i rumori in precedenza, invece di muoversi intorno svaniva verso l'alto!! Ma non fece nemmeno in tempo a pensare alla soluzione del problema che la mano di Shinken lo afferrò per i vestiti (ridotti a straccio) e lo issò, verso un altro, inquietante, cunicolo verticale.

    [...]

    Per la seconda volta hai svolto il compito per come ti era stato richiesto. Sentenziò il Jonin Tuttavia manchi ancora di inventiva e di fantasia. Avevi la soluzione sopra alla testa ma non hai sfruttato tutte le tue potenzialità. Fece cenno con una mano che avrebbe dovuto guardare in alto, indicando il soffitto con un dito Un grande shinobi disse che l'arma più grande di un ninja è l'essere imprevedibile, la sua capacità di inventare sul momento strategie utili alla riuscita della missione.

    Mentre lo guardava, dall'alto verso il basso, i suoi occhi tornarono a colorarsi, riacquisendo la vista Non è perchè siamo forti, veloci, agili o resistenti che i Daymo ci assumono. E' perchè siamo flessibili e chirurgici. Ricordatelo. Si trovavano in una stanza dalle medie dimensioni, una tre per quattro metri. La luce filtrava copiosa dalle fessure tra le travi di legno ed era tornata la polvere, il che poteva solo significare la fine dell'umidità. Shinken era in piedi ed Amano era seduto a terra, vicino ad un piccolo pozzo di pietra, ancora infreddolito e pieno di lividi. Andiamo al sole, hai bisogno di calore.

    Due passi e Shinken aprì la porta. La luce invase tutto l'ambiente, accecando il giovane ninja seduto in terra. Era pieno giorno, probabilmente poco prima dell'ora di pranzo, e subito dopo la luce accecante arrivò anche il rumore assordante. Era anch'esso qualcosa di conosciuto, di familiare; erano i rumori della vita quotidiana. In un batter di ciglia erano stati catapultati dal pozzo umido e senza vita al bel mezzo della routine giornaliera del villaggio del Suono. Mercanti, venditori e traffichini riempivano le strade vicino ad uno dei Gate di accesso, frenetici come formiche. Una famigliola felice squadrò male i due straccioni e proseguì verso una locanda più avanti. Tieni, questo è per te. Mangia. Il Jonin aveva tirato fuori un pezzo di carne sotto sale (o forse l'aveva appena rubata?) e la porse ad Amano. Intanto troviamo un luogo con poco più di spazio. E si incamminò.

    [...]

    Ora erano uno davanti all'altro. Il Jonin impassibile come al suo solito ed il giovane Amano con il suo pezzo di carne essiccata in mano.

    TaiJutsu, NinJutsu o GenJutsu?


     
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    Amano
    La Torre, post VI

    Alzai appena in tempo lo sguardo, inutilmente data la totale oscurità, ma quell'attimo mi diede la consapevolezza di aver fallito in maniera elementare e giusto un secondo più tardi con una presa ferrea il jonin mi sollevò da terra, trascinandomi verso quella che parve l'uscita dal labirinto di ombre. Che stupido, ed a un passo dalla fine poi! Ascoltai senza repliche il Takatsui, annuendo di tanto in tanto, avevo capito quello che voleva dirmi e sicuramente non avrei dimenticato la lezione appena appresa.
    Ero ridotto ad uno straccio, la poca luce che penetrava tra le assi di legno della casupola mi permise di fare un veloce check up delle mie condizioni e tra lividi, escoriazioni, sudore e stanchezza avevo l'aspetto di un barbone, per non parlare poi delle macchie che l'umido aveva lasciato sui vestiti laceri. Il bagno di luce mi accecò, sollevai le mani a protezione delle iridi azzurre, stropicciandomi gli occhi in attesa che si riabituassero a quel livello d'illuminazione, mentre la Vita della strada ebbe un effetto quasi di disorientamento nell'immediato. Mi ritrovai così al centro della vita frenetica del villaggio del Suono, con persone che di sottecchi mi squadravano per il mio aspetto malconcio ed un uomo, non meglio vestito che mi porgeva una striscia di carne salata. Sorrisi, affrettandomi ad afferrare il cibo offertomi Mi sembra di non mangiare da una vita! Ancora in silenzio mi mossi per seguire il ninja, al pari di un cucciolo che tenta di tenere il passo, mettendo una passione nello sgranocchiare quel pezzetto di carne che aveva quasi del commovente. Ero raggiante.

    Dopo il fallimento della prova, complice anche l'atteggiamento indecifrabile del ninja, mai mi sarei aspettato quella semplice domanda una volta giunti in una corte, all'interno di un piccolo complesso di abitazioni che pareva inabitato, un ottimo posto per non esser disturbati da sguardi indiscreti. Ancora con la dura fibra della carne tra i denti non persi tempo neppure a pensare Taijutsu! .

    ...


    Allungai una mano, poggiandola sulla schiena muscolosa di Shinken, prima che questi potesse voltarsi a guardarmi, il movimento accelerato della nuova jutsu che avevo acquisito mi aveva fatto sparire dalla sua vista per qualche istante, ma ero certo che i suoi sensi sapevano già dove mi trovassi. La ringrazio per la preziosa lezione alla Torre e per questo regalo, Maestro Il tono era serio e rispettoso, sapevo che avrei dovuto dirlo prima di concludere quell'incontro o avrei avuto un rammarico per il resto della vita nei suoi confronti, sarebbe stato difficile trovare un'occasione simile per esprimere qualcosa di intimo ad una persona che in poco tempo avevo imparato a rispettare se non altro per l'aiuto che mi aveva concesso.
    Tornai quindi a sorridere, alleggerendo il pathos della situazione Ormai il sole sta calando, sarà meglio che vada ad incontrare quel pazzo di un Amministratore, giusto per capire che ne è stato della spada di mio padre e del grosso Mikawa. Ci si vede in giro! Due dita alla fronte, una caricatura di un saluto militare prima di congedarmi.
     
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    SCOCCIATURE


    [Continua da Qui]

    parte VIII


    Kamine avrebbe quindi seguito Shinken per una buona parte del primo anello del villaggio del Suono. Con un normale senso dell'orientamento (almeno per chi Oto la viveva tutti i giorni) avrebbe capito che si stavano dirigendo lentamente verso il West Gate, uno dei quattro famosi accessi del villaggio del Suono. L'andatura non era spedita, anche se Shinken aveva comunque il passo lungo, e la ragazza avrebbe avuto il tempo per recuperare almeno in parte qualche briciolo di energia ed un po’ di tempo per poter respirare a polmoni aperti.

    Arrivarono quindi davanti ad una casetta a due piani, poco più curata delle altre nelle vicinanze, con sopra una gigantesca insegna che indicava la funzione del negozio che vi si era stabilito, almeno apparentemente. Non era passato molto tempo da quando Shinken aveva fatto visita a quel posto insieme ad Amano, ma l'aspetto esterno dell'ingresso alla Torre era cambiato sensibilmente. Senza nemmeno bussare entrò spedito, rivelando alla ragazza l'attività di macelleria che veniva svolta dentro quel luogo. Superò un bancone, senza nemmeno curarsi di fare cenno ai due negozianti alle prese con un paio di clienti abituali. Nel retro, dopo aver superato almeno un paio di locali frigoriferi, si infilò dentro ad una stanza che sembrava esser stata adibita a magazzino. Spostò con facilità una botte e rivelò alla ragazza quella che sembrava a tutti gli effetti una botola.

    Dentro, forza.



    [...]

    Camminarono al buoi totale per un altra decina di minuti. Shinken faceva da apripista e ebbe l'accortezza di evitare che la ragazza si potesse perdere in quel intricato susseguirsi di cunicoli e vie sotterranee. L'unico senso su cui la ragazza poteva veramente fare affidamento era l'udito, a tratti anche il tatto, ma di vedere qualcosa in quel buio pesto proprio non se ne parlava.

    Potresti utilizzare un pò del tuo chakra per isolarti termicamente dall'umidità di questo posto, oppure semplicemente resistere al freddo che piano piano penetrerà fino alle tue ossa. Il concetto è sempre lo stesso... prova a spostare il tuo chakra a protezione del tuo busto - almeno - e cerca di immaginarlo come una tuta protettiva. Oppure anche no, valuta tu quante energie ti sono rimaste, perché a momenti dovrai affrontare un nuovo allenamento.

    Non c'era bisogno di fermarsi per poter parlare, il contatto visivo era comunque impossibile, mentre la voce poteva essere d'aiuto alla ragazza per orientarsi. Ma forse proprio quando Kamine si sarebbe convinta di avere il Jonin davanti a se, sentendo la sua voce effettivamente provenire da davanti [ Ventriloquio ], si sentì improvvisamente spingere da dietro, con una forza ed uno strappo notevole. In quel buio privo di qualsivoglia sorgente luminosa, la ragazza sarebbe forse andata a cercare con le mani il pavimento difronte a se, per evitare di cadere di faccia, ma avrebbe presto capito che l'incontro con la superficie liscia ed umida dei cunicoli era stato rimandato ad un momento successivo. Era stata lanciata giù per la Torre.

    Non volermene. Mi sembrava evidente che ti servisse una motivazione in più... per imparare a sopravvivere.



    Ops :guru:
    Benvenuta anche tu alla Torre inversa! Un fantastico pozzo di 30 metri, completamente buio ed umido da far morire. Oltre a dover sopravvivere alla caduta, dovrai scalare la struttura per poter tornare dal tuo amato sensei (che accenderà una torcia non appena arriverai a 2/3 dell'altezza).

    Fai attenzione! Rispetto a quando Luis è dovuto uscire, questo posto è stato invaso da molta più umidità, il che vuol dire che nei primi 10 metri le pareti sono assai molto più scivolose e difficili da scalare, persino con il chakra adesivo. Nel tratto dai 10 ai 20 metri, potrai gestire meglio la scalata, ma fermati alla fine del secondo tratto con la descrizione, perché le sorprese non finiranno qui.

    Sentiti libero di utilizzare il demone, anche in berserker, dopotutto sei in un gigante silos che un tempo veniva riempito d'acqua, utile in questo caso a raffreddare gli animi anche dell'Otto code! Considera di aver speso una quantità di chakra, fino ad ora, pari alla metà della tua riserva. Da energia Rossa dovresti comunque riuscire nell’impresa!

     
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    [La Torre Inversa]



    Kamine si sarebbe tenuta qualche passo dietro Shinken per tutto il tragitto, silenziosa. Cercò di recuperare stamina e sopratuttto calma, la situazione decisamente non le era congeniale.

    Stavano andando vagamente verso Ovest, ma non chiese al Jonin quale fosse la loro meta. La ragazza si trovò di fronte ad un caseggiato che, scoprì entrando, era una macelleria. Shinken la condusse dentro, senza dire nulla agli occupanti della struttura. La kunoichi girò la testa da una parte all'altra, cercando indizi su cosa stesse succedendo, o uno sguardo, ma il tutto fu troppo veloce. Davanti ad una botola nascosta, Shinken le ordinò di entrare. Di solito prima mi offrono almeno un drink... dissè, prima di infilarsi nel cunicolo.

    Per non capì bene quanto, il Jonin la condusse dentro dei cunicoli bui, mentre la ragazza cercava di non sprofondare nell'oscurità tendendo bene tutti i sensi. Shinken parlò di usare il chakra come protezione dalle intemperie di quel posto dimenticato dal riciclo d'aria, ma Kamine era più concentrata sul non perdere l'equilibrio nel buio.

    Ma, all'improvviso, sentì una forte spinta alle sue spalle. Mise istintivamente le mani davanti a sè, convinta di trovare il corpo di Shinken e poterlo utilizzare come sostegno, ma trovò solo aria. Si preparò all'impatto col suolo, ma non trovò che aria. Caduta libera. Non sapeva cosa diavolo stesse succedendo, nè si rendeva conto da quanto tempo stesse cadendo. Impastò istintivamente del chakra nelle gambe, mulinò le braccia e si preparò all'impatto.

    CAZZO! La caduta non fu gentile. Nonostante tutto l'ammortizzare che era umamanemente (e sovrumanamente, col chakra) possibile tra ginocchia, caviglie e rotolamento, Kamine provò un enorme dolore. Ansimò a terra per qualche secondo, stringendosi la gamba. Dopo poco, sentì la voce di Shinken.

    Se qualcuno avesse potuto vederla, la ragazza si sarebbe trasfigurata nel perfetto dipinto della rabbia. Nell'oscurità totale poteva percepire il letterale emanarsi del rossore sulla sua faccia, le vene del collo gonfiarsi, le narici dilatarsi.

    Si alzò di scatto, ringhiando per il dolore. Mise le mani avanti nel buio, per trovare la parete. La toccò dopo un passo. L'umidità era talmente pesante che aveva formato uno strato viscido molto spesso. Fortunatamente non posso vedere lo schifo che c'è qua sotto. Si mosse senza staccarsi dalla parete, per accertarsi della natura circolare della struttura.

    Stimò più o meno dove avrebbe dovuto essere il punto opposto a quello dove si trovava e si allontanò dal muro, tenendo una mano a contatto. Poi allargò l'altro braccio nella direzione opposta e si mosse lateralmente in quel verso, per toccare il punto di fronte e stimare quindi il diametro di quel buco umidiccio.

    Lo sguardo si spostò verso l'alto. Ma l'oscurità non le permise di capire quanto in profondità fosse finita. Maledisse se stessa, tutti i ninja del pianeta e soprattutto Shinken Takatsui.

    Dovette concentrarsi molto più del normale per superare il dolore alle gambe e fare la prima prova ad aderire al muro. Ma non andò a buon fine. Troppo scivolosa la superficie. Il secondo tentativo andò a buon fine, la ragazza riuscì ad aderire al muro ed iniziò la scalata verso la cima, al prezzo di uno sforzo fisico e un consumo di chakra decisamente maggiore del normale.

    La combinazione di buio, umidità e dolore fisico per la caduta, resero l'ascesa un supplizio. Kamine sentiva che le gambe cominciavano a tremarle per lo sforzo e, pensava, doveva avere almeno una costola incrinata. Quas improvvisamente, sentì l'adesione alle pareti aumentare, come se lo strato viscido fosse nettamente diminuito. Ansimando, dovette fermarsi per un secondo per regolare la quantità di chakra da utilizzare per continuare a salire. Non sapeva a che altezza fosse, gli occhi non l'aiutavano e data la natura della struttura, cercare di capire qualcosa con l'udito era quasi impossibile. Proseguì ancora verso l'alto, con la forza di gravità contraria come unica guida, forse per una decina di metri ancora...


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    SCOCCIATURE



    parte IX


    “We must embrace pain and burn it as fuel for our journey”



    Kamine ne stava indubbiamente provando. Il suono del corpo che aveva assorbito l'impatto con il suolo fu molto simile ad un tonfo sordo, Shinken era sicuro che la ragazza avesse in parte attutito la caduta grazie al chakra, ma non poteva sicuramente averla scampata del tutto. Si rialzò, con le braccia doloranti. Doveva aver sofferto l'urto, pensò il Jonin. Non era stata di certo una azione felice quella del Fedaikin, non un comportamento tipico per un sensei accademico, ed a conti fatti il Jonin si sentiva essere esattamente l'opposto di quello che poteva definirsi un maestro gentile ed premuroso. Chiunque fosse cresciuto ad Oto avrebbe capito, ma forse non Kamine. Dall'alto della sua posizione il ragazzo aveva risvegliato i suoi batteri ed ora osservava come la cavia stesse cercando di sopravvivere al freddo, all'umido ed alla morte della Torre inversa. Lui si sentiva al più alto gradino della catena alimentare e quella gigantesca trappola a forma di cilindro sarebbe stato il suo scenario di caccia [ Escluso dal Mondo ].

    Grazie alle frequenti scansioni del suo eco-localizzatore, il guardiano di Oto stava tenendo sotto controllo la sua allieva. Senza nemmeno il bisogno di muovere un muscolo per mantenere il contatto visivo, Shinken aveva cominciato a preparare la sua gigantesca trappola. Si spostò senza usare il chakra adesivo lungo la parete verticale della Torre e preparò il suo corpo ad uno scatto, raccogliendosi sulle gambe. Il suo chakra divenne nullo ed il suo sangue diventò freddo, tanto quanto la sua pelle smise di traspirare [ Passo perfetto - Adattamento di sopravvivenza ]

    Kamine nel frattempo si era data da fare; forse sfruttando il dolore e la rabbia che quel colpo basso aveva generato, era riuscita ad arrampicarsi in alto nel silos, fino a raggiungere (non senza qualche livido ed escoriazione) un buon punto per riprendere fiato. Con quel ritmo avrebbe raggiunto in poco tempo la sommità della struttura, raggiungendo così l'uscita e la salvezza da quella prova mortale. Ma Shinken era lì per impedirglielo, aveva ancora bisogno di lei in quel luogo.

    Creepyeyes

    Sapeva che sarebbe arrivato il momento. Tutto quel trambusto, tutto quel calore che il corpo della ragazza stava emanando, lo avrebbe attirato sicuramente. Una creatura viveva ancora nelle gallerie più profonde del villaggio ed i lavoratori morti per colpa della sua presenza erano diventati troppi per essere contati su solo due mani. Oltre ad aver dovuto stanziare alcune delle truppe dei gate a protezione delle squadre di lavoratori (perdendoli), Shinken aveva dovuto insistere ed addirittura minacciare i direttori dei cantieri per far tornare i proprio uomini a scavare. Senza però risolvere il problema. Quella creatura, sicuramente un eredità di Orochimaru, era sicuramente un cacciatore eccellente e quando si trattava di combattere nel suo habitat in molti uomini non erano riusciti ad opporvisi.

    Eccola, sta arrivando.



    Il Fedaikin percepì la vibrazione che la creatura provocò mentre si spostava in direzione di una delle pareti della Torre, avvertì con l'anticipo sufficiente il suo arrivo per tentare di salvare la ragazza [ Escluso dal mondo - PercezioneNemico prescelto - Combattere alla cieca - Sopravvivenza . Percezione 16.5 FurtivitàNemico Prescelto - Furtività superiore - Sopravvivenza - Mov. Silenziosi . Furtività 16.5 ]. Il rettile sarebbe sbucato da lì a poco, e per di più di fianco alla kunoichi. Per quanto lei fosse stata utilizzata per attirare quel mostro in quel posto, Shinken non poteva rischiare che morisse durante la sua supervisione ed uno suo allenamento. Con una velocità straordinaria, un sasso dalle modeste dimensioni partì in direzione di un braccio della ragazza. La forza impressa non l'avrebbe di certo ferita gravemente, ma le avrebbe fatto probabilmente perdere l'appiglio, facendola precipitare giù per il buco, per una seconda volta [ Forza Viola pot 1 ]. Shinken l'avrebbe forse salvata se fosse caduta grazie al sasso appena lanciato, poiché da lì a poco un enorme serpente sarebbe spuntato distruggendo parte di un muro poco di fianco alla sua posizione, entrando dentro il gigantesco silos. Avrebbe cercato di mangiarla in un sol boccone [Velocità Blu - Forza Rossa ], senza concedergli il lusso di accorgersene.

    Quel serpente era immenso ed anche a scapito dei suoi occhi ciechi, la sua lingua sferzava nel buio aiutandola a percepire l'ambiente circostante [ Creatura serpentiforme 30 Unità ]. Shinken ebbe appena il tempo di attirare la sua attenzione scagliandogli contro tre silenziosissimi spiedi che tuttavia rimbalzarono sulle sue scaglie. Il Serpente si girò verso l'alto, dimenticandosi per un secondo della ragazza. Kamine, via di qui!! Scala o Muori!

    Ora doveva scegliere, combattere insieme al Fedaikin oppure scappare arrampicandosi lungo il muro sin fino l'uscita.



    :guru: Combatti insieme a me contro il serpentone, oppure scappa verso l'uscita mentre Shinken gestisce il problema!!


     
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