Gli Uchiha perduti

[Add. + Free] Kairi e Shin

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  1. Historia
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    Gli Uchiha perduti

    Post i - Affari di clan



    Shin stava sfogliando distrattamente la Gazzetta della Foglia quando il padre, senza nessun preavviso, comparve all'uscio di casa. Il genin alzò gli occhi, perplesso. Ben di rado abbandonava il proprio posto dietro il bancone dell'emporio prima dell'orario di chiusura, e tanto basto per metterlo sul chi vive. Non serviva essere un esperto del linguaggio del corpo per capire poi che l'uomo era visibilmente agitato, sebbene non apparisse troppo preoccupato. Il ragazzo si mise a sedere, serio in volto.
    Insieme, tornarono al negozio. Il genitore non si era dilungato molto, limitandosi a dire che certa gente voleva incontrarlo. Per quanto fosse preoccupato, Shin non riteneva comunque di trovarsi in pericolo, in quanto si fidava pienamente di suo padre, e non scorgeva in lui nulla di tanto insolito da far credere fosse sotto l'influenza di qualche arte illusoria. Qualsiasi fosse la verità, l'avrebbe scoperta da lì a poco.
    Si recarono nel retrobottega, e da lì scesero nel deposito al piano interrato. Il ragazzo era stato lì molto spesso quando era più piccolo, a giocare tra gli scatoloni polverosi, ma era da un po' che non vi metteva piede. Suo padre si avvicinò alla parete opposta alla scala e, senza curarsi che il figlio lo stesse osservando, premette contemporaneamente due mattoni, che rientrarono un poco nel muro. Immediatamente, si udì uno schiocco metallico, ed un meccanismo creò un piccolo varco sufficiente perché vi potessero accedere. Il giovane, sorpreso, vi entrò.

    Kairi venne convocata senza alcun preavviso. Una figura, coperta da capo a piedi da un lungo mantello nero, bussò energicamente alla sua porta, sicura di trovarla a casa. Vieni con me, i capi del clan desiderano parlarti. Se la giovane avesse esitato l'emissario, dopo essersi abbassato il cappuccio, avrebbe attivato il suo sharingan, completamente sviluppato. Non ci poteva essere prova migliore e, d'altro canto, la ragazza si sarebbe rassegnata, conscia di non aveva speranze contro uno shinobi più forte di lei.
    Camminarono in silenzio per tutto il tragitto, fino a quando non raggiunsero una piccola radura nella foresta. Colui che la accompagnava alzò la mano destra, facendola uscire dal lungo mantello che indossava, indice e medio rivolti verso il cielo. L'aria intorno a loro sembrò incresparsi e dal nulla comparve una capanna a spiovente con una stretta porta. L'uomo aprì la stessa mano rivolgendola verso quell'ingresso, invitando Kairi a procedere.
    Oltre la soglia avrebbe trovato una ripida scalinata che scendeva direttamente nel sottosuolo. L'uomo non l'avrebbe seguita, e la porta si sarebbe richiusa dietro di lei, lasciandola quasi completamente al buio. A guidarla avrebbe avuto, una volta che i suoi occhi si fossero abituati all'oscurità, una tremula luce in fondo al termine della discesa. Qui iniziava un lungo corridoio illuminato da fiaccole che proiettavano sul pavimento ombre in costante movimento. Dopo duecento metri, finalmente, un piccolo slargo circolare anticipava un modesto portale, che si spalancò quando Kairi vi arrivò ad alcuni metri.
    L'interno era più ordinario di quanto era lecito aspettarsi dopo tanta segretezza. Un ampio ambiente, con una grande tavola rotonda al centro, il tutto ben illuminato da lampade elettriche. Sembrava più un centro congressi che un covo segreto. C'era solo una sedia attualmente occupata. Il suo occupante era un uomo evidentemente avanti con l'età, ma dal fisico asciutto. Di fianco a lui un ragazzino, di circa quindici anni, stava ricevendo alcuni fascicoli. Mentre Kairi si avvicinava questi si allontanò con il suo carico, diretto verso gli schedari posizionati dall'altra parte della sala. Se la giovane lo avesse seguito con lo sguardo, avrebbe notato la presenza di altre due scrivanie, con tanto di lampade da ufficio, ma al momento vuote. Tuttavia, di fianco alla pila di documenti, si muoveva una donna che dava le spalle a Kairi, il ventaglio del clan campeggiante sul retro della maglia, evidentemente alla ricerca di qualcosa in quella specie di archivio.
    Ahem. Schiarendosi la gola, l'anziano attirò l'attenzione su di sé. Non invitò la ragazza a sedersi, segno che non intendeva trattenerla in quel luogo più del dovuto. Quando parlò, lo fece scandendo bene le parole, sebbene la voce raschiante potesse risultare fastidiosa. Non starò a tediarti sull'onore di servire il tuo clan e quelle cavolate lì, uno dei privilegi dei vecchi è quello di poter ignorare simili formalità. Semplicemente devi fare la tua parte, come tutti. Fedeli alla Foglia, ma prima di tutto al tuo sangue, non dimenticarlo mai. Fissò gli occhi neri della ragazza con i suoi, resi opachi dal tempo. Veniamo al punto. Come sai non è raro che gli shinobi non rientrino dalle missioni. Normalmente, ci penserebbe il Villaggio ad appurarne la sorte, ma le risorse sono limitate e a volte si soprassiede su di ciò... Puoi ben capire però che, nel caso di Uchiha, non possiamo permetterci che persone dotate della nostra abilità oculare si muovano liberamente per il continente, magari mettendosi al servizio di altre potenze o rivelando i nostri segreti. Scorse una copiosa serie di fogli, ad ognuno corrispondeva la scheda di un ninja di cui non si avevano più tracce. Ne strappò uno, sbarrandolo con una croce e consegnandolo al ragazzo che nel frattempo era tornato indietro. Poi prese un fascicolo e lo spinse verso la genin che attendeva in piedi. Questo è l'elenco dei tuoi obiettivi. Troverai tutte le informazioni che ti servono lì dentro, quindi non perderò tempo a leggerle per te. Se non hai domande, direi che puoi andare. La sua faccia diceva chiaramente che era meglio se la ragazza non ne avesse avute. Tuttavia, a pochi passi dall'uscita, Kairi venne richiamata. Il ragazzo aveva sussurrato qualcosa all'orecchio dell'anziano, coprendo la bocca con la mano, e quello l'aveva fatta tornare indietro. Toma mi ricordava un'ultima cosa. Avrai bisogno di una spalla, qualcuno con i contatti giusti per raccogliere le informazioni di cui hai bisogno, e che al contempo sappia battersi se ve ne fosse l'opportunità. L'associazione con cui collaboriamo ci ha messo a disposizione uno dei suoi, sembra che sia un giovane divertente. Un po' come te, insomma. Un sorrisetto canzonatorio comparve sulle sue labbra, e quello fu il suo congedo.

    L'appuntamento con il suo agente di supporto era fissato quella sera stessa, circa tre miglia a est del Villaggio, nel fitto della foresta. Nel punto concordato sorgeva un antico tempio buddhista, da lungo tempo dimenticato, in cui la natura si era reimpadronita degli spazi, ricoprendo di rampicanti le statue e le colonne del porticato. Proprio sotto di esso Kairi avrebbe trovato il suo uomo. Nascosto nell'ombra, si sarebbe fatto avanti vedendo avvicinare la giovane. Entrambi furono rischiarati dalla luce della luna, che brillava rotonda in cielo. Il volto di Shin era tutto un programma: sorpresa, felicità e preoccupazione vi si fondevano armonicamente in un sorriso imbarazzato. Tra tutte le persone... Si avvicinò all'amica, studiandone l'espressione. Forse intuendo qualcosa, con tono gentile, indicò un piccolo bivacco ai piedi del santuario, in cui qualcuno aveva acceso un fuoco non troppo tempo prima. Da quello che so non abbiamo fretta, ed ormai è già scuro. Che ne dici se partiamo domani mattina all'alba? Avevano entrambi probabilmente bisogno di riordinare le idee, prima ancora che di studiare un piano d'azione. Era stata una lunga giornata per entrambi, e i giorni che sarebbero seguiti rischiavano di essere ancora più intensi.


    Benvenuta alla giocata. Primo post di presentazione, ma non troppo. Inizia a snocciolare i tuoi dubbi sul clan tra te e te, oppure sentiti libera di parlarne con Shin intorno al fuoco. Spero ti divertirai! ^^
     
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