Gli Uchiha perduti

[Add. + Free] Kairi e Shin

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    Gli Uchiha perduti

    Post iv - Al mulino



    La faccenda di cui Kairi e Shin dovevano occuparsi si rivelava ben più difficile del previsto. Non solo il loro obiettivo aveva radunato una banda, ma sembrava godere dell'appoggio della massima autorità cittadina. L'Uchiha non perse troppo tempo per elaborare una strategia: intendeva puntare direttamente contro il presunto covo dei malviventi per porre fine una volta per tutte alle loro malefatte. Il Kinryu vide le pupille della ragazza contrarsi, segno che il suo animo faticava a trattenere la rabbia. Era chiaro che per lei non si trattava più di un mero incarico, aveva preso la faccenda sul personale. Per quanto nutrisse dubbi sui vertici del clan, provava disgusto per chi ne infangava il nome, già abbastanza compromesso. Tuttavia v'era traccia anche di quel buono che Shin aveva intravisto in lei, ossia il completo rifiuto della violenza gratuita contro gli innocenti. Sarebbe probabilmente bastato ciò a farla infuriare, anche senza considerare tutto il resto. L'amico non provò nemmeno a dissuaderla, riconosceva una causa persa quando ne vedeva una. Se non poteva fermarla, quindi, l'avrebbe sostenuta con tutte le sue forze. Per quanto buttarsi a capofitto in un probabile scontro non sia un'idea particolarmente geniale, sono con te! Meglio se ci prepariamo per bene prima però. Avrebbe quindi chiesto e ottenuto dall'oste una stanza dove potessero vestirsi e equipaggiarsi, recuperando le armi riposte nei rotoli e negli zaini. Appena i due shinobi furono soli, Shin evocò Harumi e Yukichi, le due kitsune guerriere con cui era entrato più in confidenza. Presentò la volpe vestita da miko, che si chinò rispettosamente, all'amica, prima di chiedere ad entrambe le creature di assumere la loro forma da battaglia. Vi prego, prestatemi il vostro potere. Il biondo fece un ghigno beffardo, mentre l'apprendista sacerdotessa divenne rossa in viso, ma si prestarono senza esitazione. Un'affilata wakizashi e un paio di guanti rinforzati si trovavano accanto al ragazzo, che con cura ripose la prima sul fianco sinistro e indossò i secondi. Attese che anche la compagna fosse pronta, lanciando occhiate furtive nella sua direzione. Il suo corpo sembrava al contempo esile e robusto, forgiato dagli allenamenti, eppure femminile. Senza accorgersene le sue labbra si curvarono in un sorriso mentre finiva di riporre tutto ciò che non era necessario nello zaino. Bene, andiamo!
    Una volta usciti dalle mura cittadine, nuovamente sotto l'occhio disinteressato delle guardie, i due si diressero verso la località indicata loro dal contatto. Una strada in terra battuta, circondata da entrambi i lati da spighe di grano ancora verdi, si distendeva per la campagna. Non incontrarono anima viva per tutto il percorso, solo il gracchiare saltuario di alcune cornacchie che osservavano il loro passaggio quietamente adagiate sugli spaventapasseri. Infine giunsero in vista del loro obiettivo. Sul culminare di una piccola salita, dovuta a un'ondulazione del terreno, potevano godere di una visione d'insieme. Circa duecento metri più avanti si trovava la vasta struttura del mulino, con la stoffa fissata alle pale simile ad un'enorme vela. L'edificio in sé, a parte qualche incrostazione nell'intonaco, sembrava in buone condizioni. L'ingresso principale era lungo la strada in discesa, ma sul retro si trovava una porta di servizio. Inoltre, poco discosta dall'asse lignea che trasmetteva il movimento, era presente un'apertura, che dava probabilmente accesso al piano sopra elevato. Le finestre presenti erano alte, ma strette, rendendo impossibile per una persona passare. Doveva essere comunque costituito da diversi locali, o almeno così stimarono i due. Il mulino, infine, era fiancheggiato da un ampio, seppure non profondo, canale poco discosto sulla destra. Il genin fissò la kunoichi, attendendo istruzioni. A quel punto avrebbe optato per un attacco frontale oppure avrebbe cercato un altro ingresso?
    Qualsiasi ingresso avesse scelto, sarebbe stato chiaro fin da subito che la banda si era premunita contro eventuali intrusi. Giunti a pochi passi dai muri perimetrali, il Kinryu, che precedeva di alcuni passi Kairi, avrebbe percepito il terreno venire meno sotto i suoi piedi. La spinse via, allontanandola di quel tanto che bastava perché non subisse la stessa fine. Con un tonfo secco il ragazzo atterrò alcuni metri più in basso, contuso, ma intero. Rialzatosi, avrebbe cercato di arrampicarsi attraverso il condotto, ma neppure con l'uso del chakra adesivo ce l'avrebbe fatta. Passò un polpastrello sulla parete più vicina e lo ritirò intriso di una sostanza oleosa a lui sconosciuta. Guardandosi intorno, vide che la fossa in cui era caduto proseguiva in un stretto corridoio scavato nella roccia, apparentemente in direzione del centro della struttura. Attraverso la botola cercò l'amica, che riusciva in parte a intravedere, per rassicurarla. Sto bene, ma non riesco a risalire da qui. C'è un passaggio, penso che conduca ai sotterranei del mulino, ci troviamo là! Fece per incamminarsi, ma tornò un istante sui suoi passi. Stai attenta Kairi, per favore.
    La kunoichi, conscia della possibilità di trovare altre trappole lungo il suo percorso, aveva ora una ragione in più per introdursi nella struttura.
    Se avesse deciso di provare ad aprire una delle due porte, che avevano i cardini sulla sinistra, ce l'avrebbe fatta senza problemi di sorta, ma una volta socchiusa a sufficienza perché vi potesse entrare avrebbe dovuto evitare quattro pugnali dall'aria affilata, provenienti dalla sua destra e diretti lungo un asse verticale verso testa, spalle, vita e coscia [Lancio].
    Se avesse proceduto dalla porta sul davanti, superato quel primo ostacolo, si sarebbe ritrovata in una stanza completamente vuota, fatta eccezione per una panca a ridosso di un muro. Due metri più in là gli stipiti e l'architrave di un'altra porta, che risultava assente, conducevano verso una seconda sala, poco più ampia, in cui si potevano intravedere casse e sacchi di iuta vuoti. Tuttavia, se la ragazza avesse prestato attenzione, avrebbe potuto scorgere un filo di nylon posto a livello delle caviglie attraverso il varco [Trappola]Fa scattare altri 4 proiettili dall'architrave: For. e Vel. 600, Pot. 10, Furtività 4.. I pericoli non erano però terminati! Con un movimento incauto all'interno della stanza, precisamente due passi verso destra oppure quattro verso sinistra, si sarebbe imbattuta in un meccanismo attivato da una pedana mobile, camuffata tra gli assi del pavimento [Trappola x 2]Attiva sul posto una Bomba sonora, Furtività 6..
    Se invece fosse penetrata dal retro, superati i primi dardi, di sarebbe ritrovata in una specie di rimessa piuttosto stretta, con pale, una carriola ed altri strumenti alla rinfusa. Attraverso il percorso obbligato passavano alcuni fili di nylon quasi invisibili che finivano per incrociarsi, lasciando tuttavia abbastanza spazio per inserire la gambe tra uno e l'altro. Sfiorarne uno qualsiasi significava attivare lo stesso congengno, terribilmente pericoloso [Trappola]Fa scattare una Cartebomba I nascosta sotto gli attrezzi, +10 Pot. per i frammenti, Furtività 4.! La porta che conduceva verso il centro della struttura non presentava invece insidie fortunatamente. Si trattava di un altro vano di servizio, in cui numerose leve servivano a manovrare e regolare la potenza trasmessa dalle pale alle macine. Il pavimento però, era ricoperto di makibishi camuffati tra la farina e la polvere, che ne rendeva difficile l'individuazione [Ostacolo]. Evitarli sarebbe stato difficile, ma non impossibile. In ogni caso, a quel punto non restava che un'altra porta di fronte a sé, superata la quale si sarebbe trovata nell'ampia sala centrale dove il macchinario continuava a far ruotare la mola anche in assenza di chicchi da frantumare, producendo un rumore sordo che copriva tutti gli altri [Ostacolo].
    Se la sua scelta fosse ricaduta sull'apertura al piano superiore, non avrebbe comunque avuto vita facile. Appena calatasi dalla botola ai piedi delle pale, avrebbe finito per attivare volente o nolente un primo meccanismo di difesa: almeno dodici spiedi, provenienti da tutte le pareti, sarebbero stati sparati frontalmente e distanziati di circa venti centimetri tra loro, all'altezza dello sterno [Lancio]. Lo spazio intorno all'Uchiha era quadrato, le pareti erano lunghe appena due metri e di fronte a lei si trovava un'apertura su cui era appoggiata una scala a pioli che scendeva verso la stanza principale con la macina in funzione. Circa a metà della discesa, uno scalino era stato però modificato. Appoggiandovi il peso, si sarebbe spezzato, facendo probabilmente perdere l'equilibrio alla ragazza [Ostacolo]. Il vero problema tuttavia erano le due bolas che sarebbero scattate all'altezza degli arti superiori e inferiori, cercando di immobilizzarla [Lancio]. Che fosse riuscita ad evitarle, del tutto o in parte, o ne fosse rimasta vittima, si sarebbe comunque ritrovata ai piedi della scala, nello spazio di manovra che il personale del mulino aveva creato intorno alla grande ruota che girava a girava senza posa, stridendo fastidiosamente per l'assenza di materiali frapposti tra la mola e il fondo [Ostacolo].
    Ce l'avrebbe fatta Kairi ad arrivare intera fino alla sua meta, per scoprire cosa fosse in atto nella cittadina di Inuzuma?


    Sembra che per il momento dovrai fare a meno di Shin! Occhio alle trappole. E con occhio intendo sharingan. Come sempre, chiedi pure per chiarimenti, buon post!
     
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17 replies since 25/11/2016, 19:46   223 views
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