Serpenti danzanti

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    Invasione

    I - Ospiti



    Un leggero fastidio sullo stomaco distrubò il sonno di Hebiko. Ancora con gli occhi chiusi, mugolò lamentosa, tentando di girarsi su di un lato per rannicchiarsi su se stessa, trovando però l’azione estremamente faticosa, come se ci fosse un peso che la stesse trattenendo. Confusa, si decise ad aprire gli occhi, ritrovandosi a scattare seduta un attimo dopo per la scoperta, con gli occhi spalancati.

    Ma… Come… Quando?

    Una decina di serpenti sul suo letto, apparentemente apparsi dal nulla, probabilmente arrivati durante la notte. Strisciavano appena, alcuni di loro godendosi il tepore delle coperte, altri avvolti direttamente al corpo della ragazza. Nessuno di loro sembrava avere intenti ostili.
    Hebiko si sentiva confusa. Non sapeva bene se essere spaventata da quell’invasione improvvisa, se essere estremamente felice per tutti quei rettili apparentemente così affezionati a lei, se farsi qualche logica domanda o ringraziare i Kami per quel dono.

    ...Dovrò comprarvi da mangiare, che dite? Ma ora via, se volete stare qui benvenga, prima devo andare al lavoro.

    Si alzò dal letto, solamente per scoprire che in giro per casa c’erano altri serpenti, tutti che puntavano a lei, ma senza alcun accenno di ostilità. Per quanto potesse essere il suo sogno avere così tanti rettili in giro, il fatto che la cosa sembrasse apparsa dal nulla e senza controllo la turbava.

    O-cchei… Cosa diamine succede? Chi di voi ha una risposta?

    Era solita parlare in quel modo agli animali, fare domande senza davvero pretendere una risposta. Si fece strada senza troppe difficoltà, per quanto prestasse attenzione a non calpestare nessuno di loro, erano loro stessi a farle spazio, lasciandole libero il passaggio. Decise di saltare la colazione, vestendosi velocemente per dirigersi in Amministrazione e lavorare, si sarebbe occupata più tardi di trovare un posticino per tutti loro.
    Ma “loro” non sembravano d’accordo.
    Come la Vipera mise piede fuori casa, i serpenti si mossero, seguendola. Non appena rallentava il passo o si fermava, alcuni di loro le si aggrappavano addosso, ed i numerosi tentativi per cercare di farli scendere non facevano altro che dar spazio ad altri. C’era da considerare che toglieva ognuno di loro con estrema delicatezza, perciò uno qualsiasi degli altri aveva tutto il tempo che voleva per salirle addosso.




    L’intero edificio dell’Amministrazione era invaso da decine di serpenti. Hebiko spalancò la porta dell’ufficio, in estremo ritardo, fissando Febh al suo interno.



    Non fare domande.

    Non ce ne sarebbe stato bisogno. Hebiko avrebbe spiegato man mano tutta la faccenda, gesticolando e con un accenno di rabbia; la mancanza di una logica in tutto quello la mandava fuori di testa.

    Mi sono svegliata e avevo la casa invasa! Non che mi dispiaccia, nel senso. Prima di venire qui avevo un sacco di serpenti, avevano tutti il loro spazio in cui stare, ogni tanto me ne portavo dietro qualcuno. Ma questi NON sono miei! Sono apparsi così, dal nulla!!

    Iniziò a camminare in tondo di fronte alla scrivania, mentre dalla porta socchiusa altri serpentelli si facevano strada.

    Sono uscita di casa, ed hanno continuato a seguirmi! Me ne toglievo uno di dosso, ne risalivano due! Non sono riuscita a distrarli nemmeno con il cibo, sono andata a comprare due conigli, li ho messi in mezzo alla massa, e questi sono schizzati via, senza che nessuno tentasse di acchiapparli!

    Si sedette sulla poltroncina, sospirando. Portò lo sguardo su Ssalar, evidentemente bisognosa di aiuto.

    Tu… capisci il loro linguaggio, vero? Puoi chiedergli cosa vogliono?
     
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    La Possessione


    Era un giorno come tanti, con le solite grida di dolore nei vicoli intorno all'Amministrazione per l'incauto di turno che era finito accoltellato, le classiche ingiurie lanciate da una finestra all'altra da anziane comari in faida tra loro che avevano sacrificato più di un figlio a quei litigi nati decenni prima per futili motivi, le esplosioni nella zona dei laboratori dove si fabbricava la droga...insomma la classica giornata Otese, con il piccolo extra che non pioveva e c'era un bel tempo, quindi l'Amministratore sarebbe dovuto essere di buon umore, ma così non era.

    Il suo ufficio non era molto grande, al primo piano del palazzo dell'Amministrazione di Oto, con una bella scrivania in marmo robusto ingombra di scartoffie (ma un buon 80% in meno rispetto al passato), una poltrona in pelle di serpente autoriparante, due sedie decisamente più scomodo per chi veniva convocato, una libreria colma di rotoli e tomi mai aperti la cui funzione principale era migliorare l'estetica, un'amaca tesa tra la scrivania e un gancio a parete accanto alle doppie porte e dirimpetto all'amaca, sulla sinistra dopo l'ingresso, stava un basso tavolino da the trasparente con due poltroncine. Era su una di queste che lo Yakushi si trovava da qualche minuto, intento a leggere e rileggere un rotolo di pergamena con la fronte corrucciata. Eppure non torna...quel vecchio fabbro scommetto che mi ha preso in giro! Qua dice proprio che basta parlarci per mettercisi daccordo, visto che non sono il proprietario originale, ma quella non fa assolutamente niente. Altro che "trattala come fosse un serpente, oltre che essere un'arma". Bah! Le ho anche buttata sopra un topo vivo ma nulla. Fortuna che poi se lo era mangiato Ssalschnell, dopo averlo abbrustolito, sennò avrebbe sicuramente fatto la sua tana nell'ufficio. E perdipiù non mi trasmette nulla di speciale...va ia vedere che si è inventato tutto...anche se quell'Omoi era decisamente di un altro avviso. Sbuffò rumorosamente, appoggiato allo schienale della poltroncina, quando improvvisamente la porta si aprì, lasciando che un vivaio ambulante facesse il suo ingresso.

    Ehm...ricordo che apprezzi i rettili ma non starai esagerando? Chiese al "non fare domande" di lei. Non era molto pratico di comunicazione, a meno di impegnarcisi parecchio. Serpenti apparsi dal nulla? Chiese poi, trovando decisamente strana la faccenda mentre si alzava per avvicinarsi a lei. Sentiva anche un discreto prurito alla mano sinistra, ma sollevò appena la manica senza vedere niente di chè, a parte il suo tatuaggio sul dorso del polso a forma di lucertola stilizzata ed il manico della Snake Sword, quindi forse era una sua impressione. Non avrai mica messo qualche nuovo profumo che li attira? Certo che ignorare dei conigli...deve essere una fragranza strana... Poi si accigliò. Parlare la loro lingua? No, no, io parlo con le lucertole...e poi tecnicamente sono le lucertole a parlare la NOSTRA lingua! Gesticolava almeno quanto lei, a poca distanza. Non ho idea di che lingua parlino i serpenti...anche se mi farebbe comodo visto un certo problemino che...uh?

    Sentiva una stranissima sensazione alla mano sinistra, ora che il prurito era passato, come se stesse toccando qualcosa di morbido e decisamente confortevole. Curioso...anche se non molto abbondante, è come se non mi prendesse tutta la man... Abbassò lo sguardo mentre pronunciava quelle fatidiche parole, seguendo la linea della sua spalla che proseguiva in un braccio teso fino alla mano, che in maniera completamente avulsa dalla sua volontà si era sollevata e aveva afferratoVelocità Nera+4 Tacche, pur delicatamente, uno dei seni della sua segretaria, e si muoveva apprezzandone più che entusiasticamente la forma.

    Rimase a bocca aperta, preso troppo alla sprovvista per reagire, limitandosi a guardare la mano e poi Hebiko e poi nuovamente la mano mentre il suo cervello annaspava nel vuoto alla ricerca di una qualsiasi spiegazione razionale che, tuttavia, gli sfuggiva. Stava per aprire il cassetto mentale delle "scuse di emergenza" che fino a quel momento aveva usato solo di rado con Nikaido e Ogen, ma c'era un discreto ritardo anche in questo.

    Ed era talmente sconvolto che non aveva nemmeno pensato di levare la mano di là!
     
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    II - La furia della Serpe



    I serpenti non impiegarono molto ad invadere l’ufficio, mentre un’irritata Hebiko continuava a camminare in tondo, badando bene a non pestare alcuna bestiola. Cosa che ben presto divenne difficile, lasciandole intendere che l’alternativa del sedersi era la migliore.
    Si distrasse per un solo momento, osservando il nuovo giocattolo di Febh, indicandolo con un leggero accenno della testa.

    Carina. E’ nuova?

    Non sembrava molto entusiasta della cosa, dal tono di voce e gli scarsi movimenti in generale, addetti al liberarsi di qualche serpente mentre altri prendevano il loro posto. Purtroppo il mix di stress e felicità dato da quella situazione la metteva in difficoltà nel capire quale emozione scegliere, se non una resa tattica.
    Roteò gli occhi, leggermente infastidita, mentre col tono di chi rispondeva all’ovvio negava le supposizioni dell’Amministratore:

    No, non ho messo un nuovo profumo. E in ogni caso non ne avrei attirati così tanti, che dici? Insomma, guardali. Tutti i serpenti del villaggio sono riuniti qui, per colpa mia! E non provare a fare battute sulla stagione degli accoppiamenti.

    Si lasciò sprofondare nelle scomode poltroncine, borbottando tra sé, mentre Febh iniziò a negare il fatto di poter comunicare coi serpenti. Hebiko rispose interrompendolo per un istante, guardando in alto il muso di un mamba nero che si strusciava sulla sua testa:

    Tempo fa credevo di riuscire a comunicare con loro. Non lo so, probabilmente era la mia impressione, ma sembrava davvero che mi stessero ascolt…

    Ed entrambi si bloccarono. Ci furono svariati secondi di “vuoto cosmico”, mentre la Vipera posava lo sguardo sullo Yakushi, quest’ultimo posava in modo poco aggraziato la sua mano sul seno della rossa. Nessuno dei due sembrò reagire in un primo momento. Quando Febh si rese conto della situazione, iniziando a sudare freddo, avrebbe notato come il volto di Hebiko si fosse annerito di rabbia, il braccio che scattò in avanti prendendogli il collo, a velocità decisamente minore rispetto a quella del jonin, ma una vicinanza e una situazione che probabilmente le avrebbero permesso di acchiapparlo.
    Che ci fosse riuscita o meno, si sarebbe alzata lentamente dalla sedia, sibilando con gli occhi iniettati di sangue, mentre a stento trovava le parole per spiegarsi quella situazione. Per quanto conosceva l’Amministratore, aveva intuito che avesse qualche problema nel relazionarsi con il genere femminile, o perlomeno con lei, perciò non si aspettava un gesto del genere. Ma il suo profondo odio per questo tipo di trattamenti le impediva di ragionare sulla cosa, lasciando spazio solo al puro odio.

    Non capisco come tu faccia a sorprendermi ogni volta, ma ti conviene fare un passo indietro e dirmi cosa ti è preso, o giuro sui Kami che questo sarà l’ultimo errore della tua vita.

    Accecata dalla rabbia, ignorando l’enorme differenza di forza che c’era tra i due, se lo avesse preso in precedenza avrebbe semplicemente mantenuto la presa, in caso contrario sarebbe avanzata lentamente, spingendolo in un angolo, complici i serpenti dietro di lei, che sembravano quasi fare da muro. Tutti si erano fatti all’improvviso più aggressivi, seguendo le sue emozioni, minacciando ciò che lei stava cercando di disintegrare con il solo sguardo.

    La mia prima vittima l’ho uccisa grazie all’aiuto di uno di loro. Vogliamo vedere se riesco ad ordinarglielo di nuovo, o mi dai un’OTTIMA ragione perché io non debba farlo?

    Hebiko se ne stava lì, in piedi, nera di rabbia di fronte allo Yakushi, sibilando in sinfonia con le decine di altri rettili che invadevano la stanza, i serpenti a sonaglio scuotevano le code minacciosi, ed il mamba sopra la sua testa coronava quel momento soffiando verso Febh. Tutti, in apparenza, sembravano pronti a seguire il volere della “regina”, e la Vipera, concentrata com’era sul ragazzo, non si era accorta di nulla.
     
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    II
    Poltergeist?


    No, non è nuova, la ho ereditata e...è una lunga storia. Tagliò corto mentre copriva l'arma con la manica, prima di alzarsi ed avvicinarsi alla segretaria e al suo piccolo problema erpetologico. La discussione non stava arrivando da nessuna parte dato che Febh non aveva la più vaga idea di cosa avesse provocato la comparsa dei serpenti. O meglio aveva un sospetto ma non era possibile fare una cosa del genere inconsapevolmente, almeno per quanto ne sapeva. E poi il fattaccio, con la mano di Hebiko che gli si serrò alla gola, non preoccupante per la forza dell'attacco in sè, ma più per la terribile pressione psicologica che la accompagnava, unita al disorientamento per quello che stava succedendo, tanto che si ritrovò all'angolo nonostante la netta inferiorità fisica di lei, coi serpenti che sibilavano, quasi in coro, mossi dalle minacce della ragazza.

    NON SONO IO! Furono le prime cose che riuscì a dire, mentre con tutta la forza di cui disponeva, aiutandosi persino con l'altro braccio, staccò la mano dal seno di lei. GIURO! Il suo volto era una maschera di imbarazzo e disperazione, ma nell'istante in cui rilassò la presa tutto tornò come prima, con un guizzo della destra che andava ad apprezzare le forme di lei...inistentemente. NON LO HO FATTO IO! I serpenti erano furiosi come la donna che li aveva portati nella stanza e lui provò altre due volte a spezzate la presa di quel suo braccio destro posseduto, finendo sempre per tornare a palparla anche se provava a usare il chakra adesivo per trattenersi come aveva fatto con la possessione di Khorne, qualche settimana prima. Lui spostava lo sguardo alla disperata ricerca di una soluzione, mentre le serpi lo circondavano (non che potessero mai diventare un problema o un pericolo per lui, ma la drammaticità del momento fa spesso dimenticare certi dettagli) Ok...ok...unica soluzione! Invece che cercare ancora di togliere la mano si sollevò la manica, afferrando l'impugnatura della snake sword. Unica soluzione è TAGLIARE! Disse senza mezzi termini mentre sfilava la lama dal bracciale metallico intorno a cui era avvolta.

    La lama sibilò per l'aria, con il metallo un pò opaco e rovinato dagli anni nonostante i ripetuti tentativi di rimetterlo a nuovo. Febh la fece guizzare senza la minima esitazione per cercare di amputarsi il braccio con un solo movimento (tanto poteva farlo ricrescere, che gli importava?), ma scoprì ben presto con non ci sarebbe stato alcun taglio! Mentre muoveva l'arma con sapienti torsioni del polso, questa gli scivolò via di mano come dotata di vita propria, e in una frazione di secondo finì attorno ad Hebiko, stringendosi attorno alla sua figura un pò come stavano facendo tutti i serpenti che si portava dietro, pur essendo semplice acciaio letale, ma in qualche modo la sua stretta era delicata, quasi volesse abbracciare la ragazza piuttosto che ferirla, ed in effetti nessuna delle lame minacciava nella benchè minima misura le sue carni. Eeeh? Lo Yakushi si guardò la mano: da quanti anni non perdeva la presa su un'arma? Mai, almeno da quando era genin, per quanto ricordasse, e per un secondo la cosa fu talmente anomala da fargli dimenticare di avere un braccio che provava a strangolarlo (in realtà non poteva davvero fargli nulla, ma fino a quel momento non se lo era ricordato, per così dire). Ma...ma è la MIA spada quella! Aggiunse quasi oltraggiato nel vedere la sua spada che, pur essendo ancora una normalissima spada (secondo i canoni otesi), stava facendo le fusa a Hebiko!

    I serpenti avevano smesso di badare all'umore di Hebiko, comunque, tornando a comportarsi in maniera casuale, ma standole vicino. Che razza di relazione c'era tra la ragazza, la Snake Sword e quei rettili? Ma perchè fa così? Non ha mai fatto NIENTE tutto questo tempo e OGGI decide di svegliarsi? Ok che ha a che fare coi serpenti, visto che la ha forgiata quel vecchio rettile di Orochimaru, ma vuoi spiegarmi cosa sta succedendo? Aggiunse con indignazione. E per inciso, ora nessuna forza teneva ancora la sua mano sul corpo di lei (era stata la spada a manipolarlo)...ma si era scordato di staccarla e dunque il palmo apprezzava ancora quella morbidezza...
     
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    Confessioni

    III - Quiete prima della tempesta?



    L’arma passò presto in secondo piano, date questioni che Hebiko riteneva decisamente più importanti. Come l’odiare quel senso di onnipotenza dato dalla consapevolezza di non potersi sfogare su di lui come avrebbe dovuto: quella piccola soddisfazione personale, dovuta la sua pressione psicologica, la aiutava se non altro a non sentirsi sottomessa.
    Nonostante fosse Jonin contro genin, si poteva percepire il terrore negli occhi dello Yakushi, che sembrava sincero mentre tentava di scollarsi inutilmente. Non che la cosa aiutasse in qualche modo la Vipera a calmarsi, ma più tardi, a mente lucida, avrebbe probabilmente chiuso un occhio sulla faccenda. In quel momento no. I suoi occhioni dorati erano mortalmente puntati su Febh, che, dopo essersi scollato con successo per un secondo, ritornò alla posizione originale come una molla. Hebiko indietreggiò appena, iniziando ad intuire come ci fosse effettivamente una forza estranea che lo attirava, ragionando sul cosa potesse essere. Peccato che quel momento durò a malapena qualche secondo, perché negli attimi successivi lo sguardo dapprima sorpreso si iniettò di sangue: estrasse la sua lama preferita, sibilando aggressiva in coro con il suo nuovo esercito, pronta a staccargli un braccio, esitando appena grazie a quel briciolo di sanità che le suggeriva che, per una volta, la colpa non era del ragazzo.

    STACCATI. O lo farò personalmente!

    Febh sembrò avere la stessa idea. Staccarsi di netto un braccio, con la spada che aveva cercato di nascondere fino a quel momento. Entrambi vennero colti alla sprovvista, Hebiko si lasciò sfuggire un sussulto vedendo la spada stessa animarsi contro la volontà dello Yakushi e… arrotolarlesi addosso delicatamente, sfiorandola col freddo ferro dal quale era composta senza nemmeno ferirla o danneggiare i vestiti.
    Entrambi si bloccarono nuovamente, la Vipera non era mai stata più confusa. Febh gridò lamentoso, probabilmente più arrabbiato con la spada stessa che con la sua segretaria, mentre lei, resasi conto del momento, mollò la presa sul suo collo, osservando con leggero timore la spada. Per un po’, il suo timore delle trappole la irrigidì, temendo che la presa si sarebbe stretta da un momento all’altro. Invece nulla, quell’ammasso di metallo sembrava aver preso vita propria, e pareva che apprezzasse starsene con la ragazza. Esattamente come la miriade di serpentelli che l’avevano seguita fin da quella mattina.

    Uh… Io non ho fatto niente. Giuro.

    Placata lei, placato anche il suo piccolo esercito. Non era molto placata la confusione nella sua testa, fino a che non fu l’Amministratore stesso a lanciare l’indizio che la fece rabbrividire da capo a piedi.

    Fo-forgiata chi??

    Ecco, il dettaglio che avrebbe potuto rimettere ordine nella sua testa e, allo stesso tempo, causare una tempesta di pensieri. L’atteggiamento della Vipera cambiò drasticamente, sia dal tono di voce che dai suoi movimenti. Staccò la mano di Febh con una piccola sberla, minacciandolo con un sibilo, ma decisamente meno minaccioso dei precedenti. Tentò di staccarsi di dosso la spada, con la stessa delicatezza con la quale cercava di liberarsi dei serpenti in precedenza, mentre borbottava parole a caso, incapace di mettere a fuoco l’argomento.

    Ehnbeh, sì, sai, il profumo, ehrm, serpenti, mhfn, spada…

    Non riusciva a pronunciare una frase sensata. Non voleva, a dirla tutta. Continuava a balbettare ed emettere versi incomprensibili, sputacchiando solo poche parole di senso compiuto, e nel mentre pensava. Pensava se dirgli la verità, se cogliere il momento, far finta di nulla. Probabilmente se fosse riuscita ad inventarsi qualcosa, o a sfruttare una delle numerose debolezze del jonin, magari sarebbe riuscita a scamparla. Eppure non voleva. Sapeva che doveva sfruttare quella situazione, che non sarebbe riuscita a nascondere il suo passato per sempre, e che Raizen, nonostante l’avesse aiutata a rendersi conto della situazione, non avrebbe potuto aiutarla ulteriormente da quel punto di vista. Le serviva l’aiuto di un otese, di uno fidato, magari qualcuno che poi le avrebbe permesso di sviluppare ulteriormente i suoi poteri; parlarne con la persona sbagliata poteva costarle la vita. Shinken era stato ragionevole, ma Febh? Poteva, una cosa del genere, risvegliare quel lato che tutti temevano e del quale lei aveva avuto solo un assaggio il giorno del furto dei sigilli?
    Doveva buttarsi. Non era per nulla convinta, sentiva un blocco allo stomaco che per qualche istante strozzò le sue parole prima che uscissero, ma sapeva di doverlo confessare almeno a lui. Pregando mentalmente i Kami che lo Yakushi potesse aver sviluppato un minimo di affetto per lei da permettergli di evitare reazioni mortali, si decise a sputare il rospo.

    Sai, credo semplicemente che sia… uhn… una cosa di famiglia. Intendi?

    Se ne stava circa al centro della stanza ora, a forza di indietreggiare. Si era fatta piccola piccola, con la testa bassa, a malapena reggeva lo sguardo.

    Um, insomma, il vecchio rettile, ecco. O-Orochimaru, Ehn… Diciamo che… potrei… uhm… Avere molto in comune? ...Voglio dire! Solo… Geneticamente parlando.

    Farneticava, riordinando quelle quattro parole in croce che avrebbero dovuto aiutare il ragazzo di fronte a lei a capire di cosa stesse parlando. Con la coda dell’occhio, controllava la porta. Se le cose si fossero messe male, avrebbe perlomeno tentato di scappare, illudendosi di poter sfuggire ad un jonin.
     
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    Oto Horror
    III
    Spettri dal Passato


    Uh..oh! Reagì nuovamente con imbarazzo, arrossendo mentre lei gli levava la mano di dosso senza particolare enfasi, spiazzata esattamente come lui da quelle serie di strani eventi culminati nella rivolta di una spada che, in linea di massima, non doveva certo animarsi a quel modo e finire addosso ad una segretaria circondata da serpenti. Segretaria che sembrava essere ulteriormente turbata dalle sue ultime parole, cosa che non gli sfuggì...non sarebbe sfuggita a un ubriaco, e Febh nel suo stato naturale era poco più sensibile di uno che si era sfondato ad alcool.

    jpg



    Stai farfugliando... Disse mentre lei cercava di levarsi la spada di dosso, che tuttavia come un cucciolo fedele tornava ad avvolgersi intorno a lei con delicatezza implacabile. Di solito sono io farfugliare...questo mi confonde. Gli venne persino un piccolo tic all'occhio destro di fronte a quella che per la sua mente limitata era una contraddizione troppo grande rispetto alla rassicurante quotidianità (sia chiaro che, parlando in termini otesi, questo si riferiva a qualcosa che sarebbe stato adeguato a svariati incubi). Di...famiglia? Lo Yakushi ebbe un flash di una cena attorno a un tavolo dove mamma Serpente forniva topi allo spiedo mentre papà Spada (una katana antropomorfa) versava un contorno di antiruggine alla piccola Hebiko e alla sorella snake-sword sedute là accanto. L'immagine era tanto vivida che chiunque avrebbe potuto vederla nel volto di Febh come se fosse dentro la sua testa.

    Avere...in comune? Il tono dell'Amministratore si era fatto stranamente aspro, quasi stentato mentre cercava di elaborare la cosa. Geneticamente? Non potè fare a meno di accigliarsi. Orochimaru aveva diviso il suo chakra inserendolo in diversi ragazzini che aveva allevato appositamente, quanto più affini possibile a lui per poter essere degli adeguati ricettacoli per la sua reincarnazione. Possibile che ne fosse scampato uno al terremoto? Eppure era stato attento, inviando Ssalmertz a controllare più e più volte per accertarsi che fossero tutti morti...ma se uno avesse avuto talento nel cancellare il chakra? Ma allora perchè confessarlo tanto candidamente in quel momento?

    Orochimaru era morto. Questa era la decisione che Febh aveva preso e perseguito con tutte le sue forze e tutta la sua determinazione fino a renderla un fatto compiuto. C'erano poche cose che prendeva sul serio, e la completa eradicazione del Kokage era stata una di queste, per quanto ancora segreta al mondo. Qualunque fosse la situazione, citare una cosa del genere era come invitare l'Oni a manifestarsi, scalzando tutti i pensieri inutili (il 99% nel caso dello Yakushi) per lasciare che quella singola idea da applicare ad ogni costo guidasse tutte le sue azioni. Se Hebiko aveva a che fare con Orochimaru, forse sapeva o era una sua emanazione...e questo metteva la sua vita in serio pericolo, senza speranze di fuga.

    E dimmi...da quanto sai di questa tua...affinità? Socchiuse gli occhi, avvicinandosi quasi con circospezione. Orochimaru è un vecchio rompiscatole ma è anche il nostro beneamato Kokage...che motivo avresti di tenerlo segreto o vergognarti più di tanto? Più di un otese vanta ascendenze verso di lui o i suoi primi seguaci. Avrebbe lasciato che lei rispondesse, e quale che fosse la sua risposta avrebbe annuito con un sorriso conciliante, come se quello bastasse per appiattire ogni sospetto. Poi, senza preavviso alcuno, sarebbe scattato senza nemmeno staccare i piedi da terra, scivolando sul suolo senza alcun movimento, quasi fosse su un nastro trasportatore terribilmente veloceStatistiche: Velocità Nera +7 tacche, Resistenza Nera +1 tacca, Riflessi Viola+2 tacche.

    Corpo Perfetto +4 Vel, -2 Res e Rif
    Controllo del Chakra Raffinato Muovo fino a 6 metri senza movimenti del corpo
    Stile di Combattimento Perfetto +3 Vel
    , mentre sollevava un braccio teso verso il collo di Hebiko nel tentativo di afferrarla a distanza col suo chakra adesivo e sollevarla come fosse senza pesoStatistiche: Velocità Nera +5 tacche, Forza Nera, Resistenza Nera +1 tacca, Riflessi Viola+2 tacche.

    Corpo Perfetto +4 Vel, -2 Res e Rif
    Controllo del Chakra Esteso, Potenziato e AggressivoPosso afferrare parti del corpo nemiche fino a 50cm di distanza con +1 Vel
    , sorreggendola senza nemmeno toccarla, quasi per magia. Difficile che, data la differenza tra le loro capacità, lei potesse opporsi in qualunque modo.

    Oh, certo, i serpenti reagirono all'istante a quell'aggressione, rivoltandosi verso lo Yakushi e saltando per raggiungerlo e addentarlo...solo per venire afferrati a mezz'aria dal chakra adesivo emesso dalle sue gambe e sbattuti al suolo dalla sua forza oltremodo superiore. Tutti assieme, perchè tale era il suo controllo del chakra, unico e vero talento che avesse mai dimostrato oltre la media degli shinobi. Hai guardato la porta un pò troppe volte per i miei gusti. Quel tono tagliente non aveva niente a che vedere con ciò che era l'Amministratore di solito. Era freddo, soffocante almeno quanto la sua stretta, che comunque poteva diventare molto più pericolosa in un secondo appena. La Snake Sword non si era rivoltata contro, continuando a restare attorno alla segretaria, ma gli occhi dello Yakushi non la perdevano di vista, pur inchiodando la donna con lo sguardo.

    png



    Non mi piace che mi si menta su certi argomenti, Hebiko. Detesto pensare a quello che faccio o concentrarmi troppo sulle cose, ma sei riuscita a farmelo fare. Non è da tutti. E mi hai fatto pensare che non ho la più vaga idea di cosa facessi prima di arrivare a Oto. Da dove arrivi, tu? E soprattutto...dove ti trovavi un anno e mezzo fa? Ossia mentre lui e Gene irrompevano al Palazzo del Demone e portavano a termine il loro golpe segreto, finito in un terremoto nel bosco dei Sussurri a breve distanza dal Villaggio che aveva persino danneggiato la residenza del Kokage. La cosa realmente terribile, però, era che non c'era affatto ira nè aggressività nella figura dell'Amministratore...al contrario era come se avesse bruciato via ogni emozione, lasciando solo il freddo e ritmico ticchettare di un meccaismo che non aveva niente di umano. Bada...non sono in vena di storielle, come avrai capito, e conosco abbastanza sostanze tossiche capaci di spezzare la forza di volontà da rendere inutile mentirmi...sempre che tu non mi voglia obbligare a sperimentarle.
     
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    IV - Confessioni forzate



    All’inizio Febh non capì esattamente cosa lei intendesse. E non avrebbe mai proseguito con la sua confessione se avesse saputo della sua vecchia missione contro il Kokage stesso. Tuttavia ignorava questa cosa, puntando sui mesi di duro lavoro svolti e dei risultati ottenuti. Ben presto si sarebbero rivelati inutili, e finalmente avrebbe visto quel lato dello Yakushi che molti temevano.
    La sua prima reazione fu moderata. Insolita per i suoi standard, ma sembrò limitarsi ad avvicinarsi lentamente a lei, fissandola torvo, e iniziando a farle qualche domanda; il volto di Hebiko si illuminò di speranza, forse aveva davvero scelto il momento e la persona giusta. Distolse presto lo sguardo da lui, mantenendolo basso, ma con un leggero e ritrovato coraggio nella sua voce:

    Uhn… D-da relativamente poco. ...B-beh, quasi cinque mesi in realtà, ma non trovavo mai… l’occasione per dirtelo.

    Le altre domande la colsero alla sprovvista. Trovò il coraggio per guardarlo in faccia, sconvolta com’era da quella sua curiosità. Per un momento tornò in sé stessa, rispondendogli con fermezza, quasi offesa dal sentire con che coraggio se n’era uscito con una domanda del genere.

    E’ solo genetica. Io non ho niente a che fare con lui.

    Il suo sguardo si mostrava determinato, lei irrigidita dal momento, mentre fissava l’Amministratore annuire sarcasticamente. Leggermente confusa, fece appena in tempo ad ammorbidirsi per un istante, aprendo bocca per approfondire il suo discorso, quando se lo ritrovò davanti in un istante, troppo veloce perché lei potesse reagire anche solo istintivamente. Non sentiva più appoggio al terreno, e si sentiva soffocare. Il braccio di Febh, teso mortalmente verso di lei, la teneva sollevata per aria, mentre sul volto della Vipera si palesava puro terrore, alimentato non solo dalla situazione in sé, ma anche dalla sua fobia, non ancora sconfitta. Le sue mani andarono ad aggrapparsi al braccio del ragazzo, puro istinto di sopravvivenza nel sentirsi strangolare, che cercava invano di liberarla da quella presa, che al primo errore si sarebbe stretta riducendo drasticamente le poche possibilità che le erano rimaste per sopravvivere.

    F-Febh…! N-Non respiro!

    Alla sua provocazione, la Vipera rispose con un sussulto, lasciandosi scappare un gridolino quando, con solo la spinta del chakra, scagliò via tutti i serpenti nella stanza, che vedendo la loro neo “padrona”, si erano lanciati in sua difesa, inutilmente. Hebiko si dimenò per come poteva, fissando il ragazzo con gli occhi lucidi, ora preoccupata per quei rettili:

    Fer...mo! Ti prego! Non… c’entrano nulla! ...Non respiro…!

    La situazione era chiaramente invertita rispetto alla norma. Con una sola, enorme differenza: Hebiko poteva gridare e sottometterlo, ma per vari motivi non alzava mai un dito contro di lui, eccezion fatta eventuali incidenti come la porta in faccia, alla quale si era però scusata più volte, mostrandosi disponibile nel rimediare al suo errore. Febh arrabbiato era tutt’altra cosa, ora appariva come un vero e proprio jonin di Oto, freddo e letale come ci si aspetta da chi è stato nominato Amministratore. La ragazza avrebbe decisamente preferito scoprire quel lato combattendo con lui, e non contro, per quanto in quel momento non fosse in vena (né in grado) di torcergli un capello. Si sentiva forse delusa da quella reazione, nonostante lui avesse buone motivazioni; capire quanto poco si fidasse di lei l’aveva buttata già di morale, eppure nessuno dei due poteva dire di conoscersi sul serio.

    Non ho mai mentito!

    Sarebbe bastato un leggero allentamento della sua presa per permetterle di respirare senza problemi. I suoi poteri la rendevano incredibilmente flessibile, perciò se Febh non avesse chiuso completamente la sua gola, sarebbe riuscita a rispondergli con più fluidità, seppur in preda al terrore.
    Non si poteva dire che lo Yakushi si fosse ammorbidito, ma sembrava volerle dare una possibilità, insistendo su un punto per il quale Hebiko non aveva mai avuto intenzione di disobbedire.

    Non ho. Mai. Mentito.

    Si fece per qualche momento più decisa, la sua determinazione tradita solo da qualche lacrima che le sfuggiva sulla guancia. Distolse presto lo sguardo, mantenendosi aggrappata al suo braccio, visibilmente spaventata da quella situazione. Chi non lo sarebbe stato?

    Vivevo di stenti, ecco cosa facevo! Sono cresciuta nei vicoli della città. E fino a cinque mesi fa ero convinta che i miei genitori fossero solamente umili contadini. Non so nemmeno se loro lo sapessero, ricordo che insistevano nel tenermi lontana dalla vita degli shinobi, troppo pericolosa dicevano. Sono scappata. E man mano che imparavo a controllare il chakra, i miei poteri sono venuti a galla.

    Le sue provocazioni avrebbero indurito lo sguardo della Vipera, che avrebbe mostrato rabbia solo quando la minacciava, elencandole i vari metodi con i quali poteva scoprire le sue bugie.

    Non ho mentito! Usa quello che ti pare! Non cambierà una singola parola.

    Una leggera provocazione, il suo caratteraccio che tornava leggermente a galla, prima di sprofondare nuovamente, richiamato solo da quel piccolo orgoglio nel sentirsi fedele verso chi le aveva dato un’ottima opportunità di lavoro.
    Non era certo nella posizione giusta per fare domande, ma la precisione dell’Amministratore la incuriosì, e si lasciò sfuggire un’innocua domanda:

    ...Cos’è successo un anno e mezzo fa?

    Nonostante i momenti nei quali il tono di voce della Vipera sembrava volersi opporre a Febh, era ben chiaro da ogni suo gesto il terrore che provava in quel momento. Si stava pentendo di quella confessione, il loro legame non era abbastanza solido per una rivelazione del genere, e l’impegno che lei aveva dimostrato in quei mesi sembrava svanito nel nulla agli occhi dello Yakushi, che, freddo come una macchina da guerra, era diventato indecifrabile. Avrebbe potuto ucciderla in qualsiasi momento se solo lo avesse voluto, e le sue domande non sembravano dar alcuna speranza di sopravvivenza, se non togliere qualche curiosità al ragazzo prima del colpo di grazia.
    Hebiko cercò solamente di trattenere un unico dettaglio, la possessione avvenuta il giorno in cui Raizen le aveva somministrato il siero, risvegliando i suoi geni e confermando la familiarità. Sentiva che una confessione del genere avrebbe segnato definitivamente il suo destino.
     
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    Oto Horror
    IV
    Il Terrore Strisciante nel Pozzo


    Cinque mesi che sai di avere un legame diretto col Kokage e non trovi il coraggio di dirlo? Avrebbe chiesto inarcando un sopracciglio a quella confessione. Non mi pare ci sia qualcosa di male nell'avere legami col vecchio serpente, molti li vantano a Oto, ricordi? Come mai tanta reticenza? Sembrava che lei non fosse affatto contenta di quella relazione, a giudicare dai suoi toni e dalla foga con cui negò ogni coinvolgimento con Orochimaru. Beh, le cose a Oto hanno molti livelli di lettura. Aggiunse con un velo di mistero che non gli era proprio, a parte quando era serio, prima di scattare con la sua letale stretta e con la sottomissione di tutti i serpenti, completamente insensibile alle suppliche della ragazza e alle sue risposte così veementi.

    Negare un'informazione non è molto diverso dal mentire. A meno che non sia io a farlo. In ogni caso forse quello che pensavo su questo strano fenomeno dei serpenti ha più rilevanza di quanto non credessi possibile. Commentò, non proprio conciliante, mentre l'idea che aveva avuto cominciava a farsi strada nella sua testa, ora completamente concentrata per comprendere se aveva davanti l'ennesimo tentativo di rinascita di Orochimaru, forse addirittura inconsapevole della sua vera natura. Si accigliò appena nel vederla piangere...poteva essere una così brava attrice o si trattava realmente di una vittima delle circostanze? In ogni caso non intendeva correre quel rischio. Contadini e poteri che emergono...sicura che sia emerso solo quello? Niente strani pensieri...strane voci? Il Serpente aveva dato più volte prova di poter sopravvivere e rinascere anche solo da piccoli frammenti del suo chakra. La stretta si allentò appena quando lei acconsentì a usare qualsivoglia veleno o sostanze per confermare l'interrogatorio.

    Alla domanda su cosa fosse accaduto un anno e mezzo prima Febh rimase impassibile, silezioso nella sua presa fantasma ancora per qualche secondo prima di liberarla del tutto. Nemmeno una settimana prima avevano discusso delle sue ferie e lui aveva tirato in ballo le novità sul Kokage, ma era riuscito a sfangarsela con una storiella. Ora le cose erano molto diverse. Un anno e mezzo fa un'associazione di ninja criminali ha compiuto un grave attentato a Oto, minandone le fondamenta e mettendo a repentaglio la stessa alleanza tra i Villaggi Accademici. Disse semplicemente, dirigendosi verso la porta e aprendola. Seguimi. Non era un invito.

    Insieme scesero di due piani fino al corridoio che dava agli archivi, quindi lo Yakushi fece ancora strada, avviandosi verso le zone più remote dei sotterranei, senza nemmeno una parola, rifiutandosi di rispondere alle domande, mentre i serpenti seguivano il gruppo e la spada ancora si rifiutava di staccarsi dalla ragazza. Era un luogo buio, umido e isolato. Ideale per far sparire un corpo. Alla fine raggiunsero una porticina arrugginita chiusa da un semplice chiavistello e da un lucchetto che non sarebbe durato più di due minuti dopo un paio di calci ben assestati anche da un qualunque teppista. Nonostante questo Febh lo aprì con molta cautela, usando una piccola chiave e girandolo al contrario rispetto a quanto uno si sarebbe potuto aspettare. Dopodichè spalancò la porta, facendosi da parte. Oltre la soglia solo il buio e una strana sensazione, quasi un sibilo lontano, mentre i serpentelli cominciavano a farsi irrequieti. Entra. Ancora una volta nessuna richiesta cortese nè invito. Quello era un ordine.

    Appena varcato il buio confine, la porta si sarebbe chiusa alle spalle di Hebiko con un brusco movimento, lasciandola nelle tenebre più nere. Dopo qualche istante di qualsivoglia emozione la avesse colta in quel momento, una luce si accese pochi metri oltre, non più in alto delle sue ginocchia, rivelando che sia lei che Febh (che era rimasto fuori ma doveva essere entrato in qualche altro modo) erano sopra una piattaforma in ferro battuto, sospeso nel vuoto con solo una rete metallica a sorreggerli. Altre luci seguirono quella prima, unica del terrazzino, fino ad accendere l'intero pozzo e rivelare un prigioniero d'eccezione: un gigantesco cobra a malapena capace di muoversi in quell'ambiente, incatenato alle pareti e ferito in più punti. La creatura rivolse gli occhi carichi d'odio verso lo Yakushi, sibilando ferocemente, ma lui la ignorò, indicando invece il massiccio rettile e le strane apparecchiature meccaniche che sembravano essergli state impiantate. Questo è Manda. O ciò che ne rimane. Vederlo così ti ricorda niente? Accende qualche voce nella tua testa? I Serpenti, entrati anche loro dalla tutt'altro che stagna porta, cominciarono a sibilare con la medesima aggressività di Manda, ma a differenza sua sembravano avercela con il cobra evocato da Orochimaru. Era il re del contratto dei serpenti, legato al Kokage. Un contratto martoriato e modificato infinite volte dalle sue arti scientifiche...ormai Manda vive al di fuori dal suo clan, che è nel caos a quanto mi dice Yayoi, unica ad averlo sottoscritto a parte lui. La Snake Sword cominciò a fremere leggermente intorno al corpo di lei.

    Orochimaru ha un vizio. Cerca sempre di sopravvivere, qualunque cosa accada. Una cosa particolare che fa è trasmettere la propria coscienza attraverso il chakra. Non tutti i corpi sono ricettacoli adeguati, questo va detto...quindi ha cominciato a produrre corpi adatti, da qualche tempo.Spiegò infine lo Yakushi. Uno di questi corpi era il Kokage. Riesci a capire cosa intendo dire? Orochimaru ha finto di morire facendosi uccidere da se stesso. Ora anche il Kokage è morto, ma un frammento del suo chakra vive dentro Manda, seppellito dalla coscienza del serpente. Lo tengo prigioniero qui come sistema di controllo, se divorasse altri frammenti probabilmente la coscienza del Kokage diventerebbe dominante...quello che voglio capire è se anche tu sei un suo pupazzo, Hebiko. Le si avvicinò, estremamente vicino, abbastanza da lasciare che lei sentisse il suo stesso respiro sulla pelle del viso.



    Orochimaru lo ho ucciso io. E non amo lasciare il lavoro a metà, quando decido davvero di farlo. Gli occhi glaciali dell'Oni erano fissi sulle iridi serpentine della Vipera. Capisci che cosa voglio dire? C'è forse qualcosa che vuoi aggiungere?
     
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    V - L'orlo del baratro



    Alla domanda sulle voci, la Vipera si morse le labbra, distogliendo lo sguardo dallo Yakushi. Non aveva il coraggio per rispondere, se solo ci avesse provato, sarebbe uscito un sussulto soffocato, era troppo spaventata per raccontargli quel dettaglio. Ma Febh sembrò sorvolare quel discorso, almeno temporaneamente. Discorso che le sarebbe stato riproposto più tardi, senza possibilità di sfuggirvi.
    La lasciò andare con poca eleganza, lasciandola cadere sul pavimento. La sua scarna risposta riguardo agli avvenimenti dell’anno prima non avrebbe trovato obiezioni o approfondimenti, Hebiko non riuscì nemmeno a tirare un sospiro di sollievo che il ragazzo la intimò a seguirla. Tremante, spaventata come non lo era mai stata, nemmeno davanti al clone nella sua mente aveva avuto così tanta paura, era irriconoscibile. I passi le sembravano pesantissimi, mentre seguiva a fatica l’Amministratore, con ansia crescente. Sentiva che non era finita lì, che aveva ancora qualcosa in serbo per lei, e non sapere cosa era persino peggiore di sapere a cosa sarebbe andata incontro.

    Vorrà usare i suoi veleni. Sì. Userà i suoi trucchetti per vedere se le mie risposte saranno diverse. Forse è un bene. Avrà finalmente la certezza che gli sto dicendo la verità.

    Se Febh avesse reagito in qualsiasi modo, anche estremamente tranquillo, incitandola ad aumentare il passo, lei avrebbe risposto con un sussulto spaventato, obbedendo nonostante tutto il suo corpo sembrava stesse cercando di piantarla lì sul posto, rendendo ogni passo sempre più difficile. Dietro di lei, i serpenti non accennavano nel volersi fermare, e la snake sword ancora restava ben salda su Hebiko, aumentando la sua insicurezza. Per quel che ne sapeva, quelle lame avrebbero potuto diventare taglienti da un momento all’altro, e non avrebbe avuto modo di sfuggirvi. Ogni tentativo di liberarsene restava vano, e per quanto la spada si riavvolgesse con delicatezza estrema, in ogni parte del corpo toccata dalla lama sentiva brividi.
    Venne accompagnata di fronte ad una porta apparentemente comune, prima che lo Yakushi la aprì in modo anormale, ordinandole di entrare nel buio stanzino. Ci fu qualche secondo di esitazione da parte dalla Vipera, dovuto al non sapere cosa stesse per succedere, ampliato dall’oscurità della stanza. Entrò a passo lento, lanciando un grido non appena la porta si chiuse a scatto, fiondandosi subito su di essa.

    No, no, NO! Febh, ti prego, non farmi questo!! L-le trappole no!

    Ma delle luci si accesero, rivelando Febh nella stanza, e vedendolo così d’improvviso non potè far altro che lanciare un secondo urletto, facendosi piccola piccola, mentre altre luci che seguirono la prima andarono ad illuminare la stanza, rivelando come fosse più profonda di quel che sembrava, e che vi fosse custodito qualcosa. Qualcosa che le provocò una tremenda stretta al petto.
    Si inginocchiò per terra, fissando la sofferente creatura, un’enorme cobra costretto in quella sorta di gabbia meccanica, con tanto di congegni impiantati addosso, non sicura se da Orochimaru o Febh stesso. I serpenti dietro di lei mostrarono chiaramente odio e disprezzo verso quello che a detta dell’Amministratore un tempo era il loro Re, emozioni che lui rimandava a Febh. Hebiko si voltò verso quest’ultimo, con gli occhi lucidi, ancora chinata verso l’enorme bestia.

    Non posso vederlo così, Febh. S-sono un’erpetologa, mi fa male… capisco i tuoi intenti, ma non riesco ad accettare un simile trattamento! E’ stato sicuramente manipolato, non… I-io devo fare qualcosa!

    La spada sembrò fremere. Qualche sussurro, che sembrava sentire solo lei, insisteva nel dirle quanto fosse ingiusto quel trattamento, quanto fosse stato crudele lo Yakushi, e che meritasse una punizione. Hebiko scattò in piedi con un mugolio, portando entrambe le mani alle orecchie, sperando inutilmente di scacciare così quella voce, tremendamente familiare, voce che Febh non sembrava solo sospettare esistesse, ne sembrava certo. Voleva solo sentire la conferma, probabilmente una soddisfazione personale.
    Un frammento di coscienza, così sembrò descrivere ciò che sentiva in quel momento. Frammento che gli permetteva di sopravvivere, ma per vivere davvero aveva bisogno di altre essenze. Essenze che poteva aver sparso in qualsiasi altro esperimento fatto durante l’arco della sua vita, confermando per la seconda volta la vera natura di Hebiko. Un fantoccio che avrebbe dovuto starsene buono fino a che non ne avesse avuto il bisogno; lei era un fantoccio con una personalità più difficile del previsto, cosa che aveva impedito alla Serpe di impossessarsene del tutto la prima volta. E stava tentando di nuovo, i sussurri lo facevano, promettendole potere sufficiente per eliminare Febh e liberare Manda. Ma le voci non prestarono sufficientemente attenzione alle loro parole, e la rabbia di Hebiko prese il sopravvento: non avrebbe mai osato attaccare Febh, non lo avrebbe mai fatto per tentare di ucciderlo.

    Se volevi vendicarti, hai fatto affidamento sulla persona sbagliata.

    La determinazione con cui affrontò le voci la convinse a dire tutto al suo capo: sarebbe comunque stato inutile nascondergli qualcosa, se gli aveva confessato la sua familiarità con Orochimaru era proprio per far sì che la aiutasse a liberarsi di quel frammento di coscienza, da quelle catene immaginare che la legavano ad un’uomo che per troppo tempo era scampato alla morte.
    Sentendo il respiro del jonin sulla sua pelle si coprì la bocca con una mano per trattenere un singhiozzo, facendo successivamente un profondo respiro per darsi forza.

    Febh. Ti prego. Devi ascoltarmi. Se non ti fossi fidato un minimo di me mi avresti uccisa nell’ufficio, t-ti chiedo solo una possibilità per dimostrarti che ti stai sbagliando… A-almeno in parte.

    Voltata verso di lui, affrontò lo Yaushi in modo drasticamente diverso da come aveva affrontato il clone nel suo inconscio. Ora appariva debole, chiusa in se stessa, con le mani strette verso il petto e due occhi incapaci di trattenere le lacrime, frustrata da quell’odio che lo Yakushi provava. Lei non aveva fatto niente di male, solamente il suo passato, il fatto che condividesse i geni con la persona sbagliata, aveva portato a tutto quello. E chissà a cos’altro.

    H-hai ragione, sono... un esperimento. Non ho scelto di esserlo, l’ho… l’ho scoperto e basta. Perchè il mio dna è troppo simile al suo. E q-questo ha fatto sì che io i-imparassi a fare… questo.

    Allungò lentamente entrambe le braccia, con l’estrema cautela di chi vuole evitare di far sembrare la cosa come una provocazione, facendo la stessa cosa con la lingua, per togliergli ogni dubbio. I suoi occhi non avrebbero fatto altro che dimostrare come tutto quello non fosse un caso, non fosse andata a cercarselo. C’era da chiedersi come lo Yakushi non se ne fosse mai accorto prima.

    Ed è vero. A-a volte… Anche adesso… Sento delle voci. Sento la Sua voce. E spero che tu mi creda, quando dico che preferirei morire piuttosto di lasciargli avere la mia libertà. Non trovo sollievo nelle tue parole, nel fatto che tu dica di averlo ucciso, proprio per colpa di quel frammento. N-non so come dimostrarti quanto i miei ideali siano simili ai tuoi se non chiedendoti di fidarti di me. ...I-io forse… forse posso provare una cosa.

    Si voltò appena verso Manda, mentre i sibilii aggressivi degli altri serpenti quasi coprivano le sue parole. Bastò un debole cenno della sua mano per invitarli a calmarsi.

    Lasciami… Lasciami parlare con la creatura. Con Manda. Sono più che certa che sia stato manipolato, che non si sarebbe mai messo contro il suo popolo, nemmeno per un uomo come Orochimaru. Voglio solo tentare di farlo ragionare, controllare se è ancora cosciente di sé o se è sotto il suo controllo. D-deve esserci un modo per togliere quel parassita dalla coscienza altrui! Devo sapere… Che c’è una possibilità...

    Tremante, quasi penosa, a stento riusciva ancora a reggersi in piedi mentre pesanti lacrime solcavano le sue guance finendo a terra. Non trovò la forza di fissare Febh negli occhi, lasciando invece cadere la testa verso il basso, facendogli un’ultima richiesta, consapevole che da li a poco il suo destino si sarebbe deciso.



    Voglio solo sentirmi libera di essere me stessa… Non trattata come se fossi la sua ombra...

     
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    Se Febh provò soddisfazione nel vedere il terrore crescente in Hebiko o nella sua reazione quasi isterica alla chiusura della porta di certo non lo diede a vedere. Stava là, vicinissimo a lei, minaccioso come solo una bestia feroce può essere nel suo silenzio imperscrutabile, quasi stesse solo chiedendosi quando e in che modo divorare la preda. E la preda era la ragazza con un fantasma di Orochimaru all'interno, volente o nolente. Il predatore era colui che aveva schiacciato il serpente sotto il tallone, senza guardare in faccia a nessuno pur di raggiungere il suo scopo.

    Manda è morto diverse volte. Ogni volta Orochimaru lo ha riportato indietro e ha compiuto esperimenti su di lui. Alla fine non rimane più molto di ciò che era, con tutte le aggiunte biomeccaniche e le sostanze che gli hanno messo nel sangue. Non è più parte del contratto, non può essere più evocato. Lo ho trovato nel sottosuolo di Oto, reso folle dalla voce di Orochimaru che gli sopravvive nel corpo. Lo ho sconfitto, catturato e imprigionato qui. A parte tenerlo legato per la sicurezza di tutti, non sono stato certo io a torturarlo. Spiegò alle parole "ambientaliste" di lei, come se si stesse limitando ad esporre dei fatti che non avevano alcuna rilevanza emotiva, senza spostarsi di un centimetro dalla sua posizione.

    E se vide il cambiamento nello sguardo di lei, non lo diede certo a vedere. Non ho mai detto che non mi fido. Ho detto che non so nulla di te. E che tu mi hai nascosto informazioni preziose. Forse sei tu che non ti fidi di me. Non che fosse la persona più affidabile del mondo nel suo stato normale...no, decisamente il concetto di "fiducia" non era applicabile in termini normali a Febh Yakushi. Dopotutto era un uomo dai molti segreti...alcuni che non aveva mai rivelato ad anima viva, come quello sulle sue stesse origini. Mi sbaglio in parte, dici? Ma la lasciò parlare, mentre cominciava la sua confessione, tra le lacrime. I serpenti le si raccolsero intorno mentre parlava, come a volerla consolare, dimentichi del loro astio verso Manda, quale che ne fosse la causa. Quindi sapevi. Constatò, senza che questo lasciasse presupporre ulteriori ragionamenti al riguardo, quando lei mostrò le sue arti legate al DNA che aveva ereditato, ma quell'arte ninja era di scarsa rilevanza per lo Yakushi.

    Uno dei membri della squadra speciale, Yayoi, ha le medesime capacità. Non serviva certo tenere la cosa nascosta. Anche Kodachi Yamagata, un mio vecchio...conoscente...aveva capacità simili. E lo stesso vale per Luis Mikawa, prima che scoprisse le arti del suo clan ancestrale. E' l'essere una possibile porta per il ritorno del Serpente il problema, Hebiko. Aggiunse senza la minima traccia di calore umano, nonostante le lacrime che scorrevano e la sincerità dei toni. Quando lei infine confessò anche il sentire la voce del defunto Kokage lo Yakushi piegò finalmente le labbra in una sorta di vago, sarcastico sorriso. Sopravvive da decenni, forse secoli. Pensi veramente di poterlo fermare se davvero volesse tornare? Pensi veramente che potresti mai essere una prigione per quel suo frammento, invece che una casa accogliente? Tu? Scosse il capo, ben poco convinto, mentre si riavvicinava al parapetto. Quando si voltò nuovamente a guardarla aveva una strana espressione, quasi come se stesse sopprimendo una risata oscura. Uno dei suoi occhi era molto diverso dal normale.



    Non hai idea di quali siano i miei ideali, Hebiko. E forse non sai nemmeno quali sono i tuoi. Sei un pericolo, e porti con te un pezzo di qualcosa a cui sto dando la caccia. Qualcosa che io desidero distruggere senza alcuna pietà. Sembravano le pesanti parole di una condanna, ma ci fu un secondo in cui lo Yakushi strizzl gli occhi, portando una mano alla fronte come per scacciare un pensiero molesto o tollerare un mal di testa. Parlò solo dopo qualche secondo, riavvicinandosi alla ragazza e sollevandole il capo con un dito poggiato sul mento. Un minimo gesto gentile, ma la sua freddezza non era cambiata affatto, anche se quella breve parentesi particolarmente inquietante si era risolta da sola Vuoi parlare con Manda? Era la mia intenzione fin dal principio. Quanto a questi altri serpenti, sospetto che al crescere del tuo chakra, il frammento di Orochimaru che hai dentro abbia attinto al Contratto di Richiamo firmato a suo nome, anche se il corpo non è suo, riuscendo ad attirare i membri più deboli della specie. Fece un cenno del capo verso i serpenti. Magari voleva richiamare Manda, sperando di accrescersi col chakra che aveva lasciato in lui, o magari è qualche altro piano, non so. All'inizio pensavo avessi involontariamente attivato la Tecnica del Richiamo e che magari qualche tuo antenato avesse inscritto il suo nome sul Rotolo...che ci fosse una qualche strana coincidenza o atavismo che a volte capita con queste tecniche spazio-temporali. Alla fine quell'ipotesi stramba non era così lontana dalla realtà, dopotutto. Ma tornò presto sull'argomento principale. Vai pure a parlare con il Grande Cobra, se vuoi. Saprà spiegarti quali sono le tue possibilità. Magari ti divorerà per accrescere il frammento di Orochimaru che porta dentro di sè. O magari tu divorerai lui. In ogni caso, non penso proprio che sarai libera, Hebiko. Qui siamo a Oto, e dovresti rammentare il discorso che ho fatto a quella ragazza, Harumi, la settimana passata. A quelle parole enigmatiche fece cenno con la mano di scendere per la scaletta a pioli che collegava la terrazzina metallica ad una piattaforma parecchi metri più in basso, all'altezza della testa di Manda, il prigioniero.




    L'occhio del cobra era grande almeno quanto la stessa Hebiko, se non di più, e non appena lei arrivò sulla piattaforma, con lo Yakushi che guardava dall'alto, impassibile, avrebbe presto capito di essere oggetto dell'incontrastata attenzione del Cobra, ora che la aveva notata. Non gli importava più di guardare il suo catturatore, ma solo la ragazza attorniata da serpentelli e dal viso triste. Lui invece era un serpente gigantesco dalle scaglie logorate dal tempo e da chissà quali innumerevoli torture.

    Tu.

    Come me.
    Tu sei legata a lui. Lui mi ha promesso molto. Mi ha dato sacrifici. Vite umane in cambio del mio aiuto.

    Ma poi mi ha preso tutto. Mi ha tradito, riportato alla vita e legato ancora di più a Lui. La sua parola, la sua presenza erano come una droga. Non potevo farne a meno. Ora rimane solo dentro di me. E vedo che è anche dentro di te. Forse è anche dentro qualche altro ricettacolo. Chiunque di noi può diventare Lui.

    Sei qui per uccidermi, umana? O vuoi forse che io uccida te? Solo la morte può fermare il frammento che abbiamo dentro.

    Cosa vuoi, umana?
    Che cosa desideri?
     
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    VI - Il prezzo per la libertà



    I-io… Non era mancanza di fiducia, a-avevo paura…

    E per ottime ragioni, date le conseguenze della sua confessione. Febh la lasciò parlare, dandole poi i nomi di un paio di persone con i suoi stessi poteri. Non ebbe tempo di chiedergli approfondimenti, poiché la sua ultima frase le fece raggelare il sangue, indietreggiando in preda al terrore. Raccontargli delle voci fece reagire il ragazzo in modo sufficientemente inquietante da lasciar sì che le sfuggisse un mugolio, il sorrisetto dello Yakushi non prometteva nulla di buono, considerando soprattutto la serietà con la quale si stava comportando. Pur con le lacrime che scendevano copiose, la Vipera trovò la forza di rispondere con tono aggressivo alla successiva provocazione, sibilando a pugni stretti, quasi gridandogli addosso:

    L’ho già fermato una volta! E lo farò altre due, tre, mille volte se necessario! Perchè mi sottovaluti così tanto!?

    Sussultò, temendo di aver esagerato coi toni. Si fece nuovamente piccina, stringendosi le braccia, singhiozzando senza riuscire a mantenere lo sguardo verso lo Yakushi.

    Voglio solo sapere di non essere sola quando accadrà… H-ho bisogno di qualcuno che sappia guidarmi…

    I serpenti le si avvolsero attorno, incapaci però nel darle conforto in quel momento. Qualche sibilìo aggressivo sarebbe stato rivolto verso Febh, quando si voltò inquietante verso la ragazza, con lo sguardo di un boia che fremeva poco prima di posare la lama sul collo della sua vittima inerme: Hebiko rabbrividì, abbassando la testa ed aspettandosi il colpo di grazia. Colpo che non arrivò, sostituito da un gesto più dolce, reso comunque terrificante dal momento. Un brivido le percorse tutta la schiena, mentre ancora singhiozzava, ascoltando il consenso per parlare con la creatura. C’era ancora speranza.
    Si asciugò le lacrime, sforzandosi di fare qualche respiro profondo, facendosi leggermente più seria, per quanto la voce ancora tremante tradisse la serietà delle sue parole.

    Se v-vuoi lasciarmelo fare perché speri che la coscienza di quel verme esca a-allo scoperto, allora evita.

    L’ultima frase dello Yakushi accese una fiamma dentro di lei, la stessa fiamma che aveva impedito ad Orochimaru di impossessarsi di lei la prima volta. Lo fissò negli occhi, senza paura.

    Non minare la mia libertà. Per favore. Non andar contro al mio ideale.

    Avrebbe mantenuto lo sguardo qualche secondo, irremovibile. Per quanto fosse grande la paura, il timore di dire la cosa sbagliata, non voleva che lui la mettesse alle strette in quel modo, non poteva, o avrebbe perso irrimediabilmente la sua fiducia.
    Scese la scaletta, ancora seguita dai serpentelli, un mamba nero sulle sue spalle a confortarla da vicino, mentre lei osservava impressionata la creatura, vicinissima ad essa.

    Sei bellissimo… Come hanno potuto ridurti così…

    Lo lasciò parlare, con gli occhi lucidi ma uno sguardo determinato, pronto a ribattere alle sue parole. Il suo tono però aveva una gentilezza che fino ad ora non aveva mai avuto modo di dimostrare.

    Non potrei mai uccidere una creatura come te. Se sarai tu stesso a volerlo, probabilmente sarà Febh stesso a farlo, senza farti soffrire ancora. Ma prima ascoltami.

    Si mostrò leggermente più aggressiva all’ennesima ripetizione del “sei solo un suo pupazzo”, stringendo i pugni lungo i fianchi:

    Lui mi ha solo creata per esserlo. Illudendosi che avrei accettato senza fiatare. E quando ne ha avuto bisogno è arrivato, sicuro, troppo, che non avrei posto resistenza. Invece l’ho respinto. Non sono ancora abbastanza forte da sconfiggerlo del tutto… Ma tu! Come puoi solo pensare di essere più debole? Hai accettato tutti i suoi trattamenti perché ti ha lasciato credere di poterti controllare… E gli hai creduto! Quella voce che senti, continua a farti credere che tu abbia bisogno di lui… Non è vero? Sono tutte bugie. Ha bisogno di noi ora come non mai, e vuole farci credere che siamo noi a volerlo.

    Si fermò, sospirando, comprendendo di non poter trattare quell’argomento con leggerezza, ma essendo lei stessa una vittima di quel trattamento, doveva tentare.

    Non voglio niente da te. Vorrei poterti liberare, ridarti la vita che ti meriti. Questa gabbia è nulla confronto a quella che c’è ora nella tua mente. Voglio offrirti il mio aiuto. Nessuno di noi due vuole che quel verme l’abbia vinta. Ribelliamoci insieme. Se una kunoichi insignificante come me c’è riuscita una volta, tu, Manda, puoi riuscirci a tua volta. Schiaccialo, stritolalo nelle tue spire, fagli capire chi comanda davvero! ...Forse c’è una cosa che vorrei chiederti.

    Lo guardò con l’aria di chi chiedeva un enorme sacrificio al proprio amico. Portò nuovamente le mani al petto, lei stessa sapeva che c’era qualcosa di sbagliato nella sua idea, che potevano essercene altri come lei che erano stati ingiustamente a quel destino. Ma non poteva salvarli tutti.

    Aiutami a trovare ed eliminare ogni ricettacolo rimasto. Insieme. Se le voci si rifaranno vive, le combatteremo insieme. Non gli permetterò di manifestarsi. Febh lo ha ucciso, ed il minimo che io possa fare per dimostrargli quanto sia grata per questo, è finire il suo lavoro. ...Per favore…

    Allungò lentamente una mano, vicina sì alla bestia, ma non abbastanza da toccarla. Sarebbe stato lui a decidere. Probabilmente stava osando troppo, sperava solamente che la sua sincerità fosse sufficiente a convincerlo.

    Uniamo le nostre forze. Liberiamoci da questo incubo. Chiedimi qualsiasi cosa in cambio, ma dammi prima la possibilità di renderti davvero libero.
     
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    Avere paura è saggio. Farsi controllare da essa è stupido. Sentenziò, proseguendo la sua opera di intimidazione senza lasciarsi sviare, salvo il breve istante in cui sembrò accusare quel lieve mal di testa. Non si può chiedere una guida per soggiogare i propri demoni. Non c'è nulla di così facile a questo mondo. Sarai sola perchè hai scelto tu di esserlo, nascondendo un'informazione come questa.

    La lasciò andare al piano di sotto, restando sulla piattaforma ad osservare la scena dall'alto, appena visibile come una sagoma nera i cui occhiali privi di lenti non potevano nemmeno riflettere un raggio di luce vagabondo...ma anche se era solo una figura sfocata nella debole illuminazione, la sua presenza restava ingombrante almeno quanto quella del colossale serpente. Serpente che, come detto, stava dedicando tutta la sua attenzione alla giovane Kunoichi.

    Sai apprezzare le cose belle.
    Ma ora non sono che lo spettro di ciò che ero. Un relitto di ere passate. Alla mia morte il titolo di re dei serpenti passò a mio figlio, ma Kabuto mi riportò indietro e fece dei cambiamenti al mio corpo. Mio figlio venne usato come materiale per quella mutazione, rendendoci una cosa sola. Sono Re e Abominio al contempo. Poi sono morto nuovamente, ma questa volta Orochimaru mi ha riportato alla vita. Non ho più un posto tra le serpi e loro stesse mi rifiutano.


    Sibilò pesantemente, mentre i serpentelli reagivano con irritazione e, quella era palpabile, paura. Alle risposte aggressive della ragazza il Cobra ebbe un guizzo brusco che lo avvicinò abbastanza al suo esile corpo da poterlo divorare con un solo boccone, se lo avesse voluto, ma poi si voltò tenendo il suo occhio ancor più vicino a lei.

    IO sono MANDA.
    Io non cedo alla voce. Lui non mi controlla nè mai ci riuscirà, anche se prova in continuazione.
    IO posso resistere nonostante tutto, ma sono stanco di essere qui quando dovrei ormai aver raggiunto il mondo successivo. Troppe volte mi hanno richiamato da là. Non dovrei essere qui. Uccidimi e poterò con me il Suo chakra, dove dovrebbe stare.


    Sibilò ancora, ma stavolta la sua lingua sfiorò la kunoichi del suono. La Snake Sword fremette, scattando come per impedire quel contrasto e fece ritirare bruscamente l'appendice di Manda.

    Una Spada che non vedevo da molto tempo. Quando hai incontrato Homura? Come mai ti ha ceduto la sua arma?

    In ogni caso, anche se hai l'arma dell'uomo più fedele a Orochimaru dici di volerlo schiacciare e dargli la caccia. Per me il tempo della caccia è finito al tempo della mia prima morte. Tutto ciò che è accaduto dopo è solo un incubo, quindi non ti aiuterò.

    Tuttavia...


    Quando lei lo toccò senza ritrarsi, nonostante le squame mutate e i macchinari, o lo strano icore che fuoriusciva da alcuni tubi recisi conficcati qua e là, il massiccio serpente sembrò colpito.

    Tuttavia, forse esiste qualcosa che puoi fare per me.

    Alla mia seconda morte un mio discendente è divenuto Re dei serpenti. Anche questi è caduto vittima degli esperimenti di Orochimaru che lo ha imprigionato e fuso all'interno del mio corpo, così da conservare forzatamente il mio legame col contratto. Invece che farlo a pezzi come era accaduto a mio figlio per mano di Kabuto, questo nuovo re è stato fatto regredire allo stato embrionale e collegato al mio stomaco.

    Può essere ancora liberato.


    Manda piegò le labbra in un sorriso crudele.

    Potresti entrare nella mia bocca e cercarlo. Liberarlo e uccidermi, così lui sarebbe libero di tornare alla suavera forma e sarebbe Re dei Serpenti. Sono certo che lui ti aiuterebbe nella tua caccia, e contemporaneamente distruggeresti il frammento di Orochimaru che porto dentro i me.

    Certo, entrare nella mia bocca può essere pericoloso...arriveresti davvero a fidarti?


    Potrebbe essere Orochimaru a parlare adesso. Non ci si può mai fidare, Hebiko. Febh le era apparso accanto, a braccia conserte, freddo e crudele come era stato fino a quel momento. Se vuoi entrare fallo pure, a tuo rischio e pericolo. Magari è tutto un piano per far rinascere il Serpente, dopotutto.
     
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    VII



    Lo Yakushi la fissava dall’alto, freddo e impassibile, Hebiko impotente chinava il capo, con l’unica colpa della paura. Colpa che Febh non si trattenne dal farle pesare, la ragazza strinse una mano al petto, quasi sentisse dolore fisico per colpa di quelle parole.
    Asciugatasi le lacrime, scese per confrontarsi con Manda. Lo sguardo triste si tramutò in disgusto nell’udire la sua storia, e in rabbia, data dall’impotenza nel reagire, nel correggere quel problema. Comprendeva il suo dolore, dopo esperienze del genere solamente la morte poteva finalmente dargli la pace che meritava.
    Non accennò ad indietreggiare quando il serpente sembrò aggredirla, si sentiva al sicuro. Non era di lui che aveva paura. Alzò per un momento lo sguardo verso lo Yakushi, cercando di capire se quel finto attacco avesse provocato una sua reazione, per poi tornare a concentrarsi sull’enorme occhio del cobra che la fissava studiandola, concentrandosi incuriosito sulla snake sword ancora avvolta al suo corpo. Non aveva idea di chi fosse questo Homura, ma sapeva bene chi poteva saperlo, alzando lo sguardo verso l’Amministratore. Si limitò a rispondere con un brevissimo riassunto:

    E’ stata la spada a trovarmi. Così come loro. Potrai immaginare il perché.

    Ciò che forse non immaginava era l’odio che provava per quel piccolo esercito delle sue creature preferite. Creature che forse adorava per inconscio, perché corrotta da quel frammento. Non poteva, né voleva sapere la verità, l’unica cosa che voleva era dimostrare quanto fosse diversa rispetto al loro precedente evocatore, che fosse disponibile a combattere al loro fianco, l’uno per la causa dell’altro.
    Toccò Manda con delicatezza, chiudendo gli occhi per qualche secondo, quasi cercando di trasmettergli la sua premura nel tentativo di dargli un minimo di conforto; detestava che fosse rifiutato dai propri simili solamente per colpa del suo vecchio evocatore. Hebiko aprì gli occhi non appena sentì un insolito calore lungo il braccio, inaspettato dato il sangue freddo che avrebbe dovuto avere il rettile. Per un istante, potè vedere delle scaglie avvolgere il suo braccio, mentre qualcosa la spingeva verso il rettile. Spaventata, ritrasse la mano, notando come nonostante tutto fosse rimasta intatta. Non ebbe tempo di ragionare su cosa fosse successo che il serpente confessò di avere un embrione al suo interno, destinato a diventare il suo successore, ma che per raggiungerlo avrebbe dovuto rischiare non poco. Indietreggiò appena, fissandolo incredula e discretamente schifata:

    C-C’è che cosa dentro di te? Devo recuperarlo come??

    La voce di Febh, apparso all’improvviso al suo fianco, la fece sobbalzare, cambiando del tutto approccio non appena si rivolse a lui, rendendo chiaro chi dei due temesse davvero.

    F-Febh, per favore! Gli occhi si rifecero lucidi, mentre lei gli si avvicinava, senza però osare toccarlo: Se è vero devo fare qualcosa! N-non piace nemmeno a me l’idea di farmi mangiare, ma devo almeno provarci! Ti prego…

    Difficilmente lo Yakushi si sarebbe opposto, dalle sue parole sembrava non aspettasse altro per liberarsi di due frammenti in un colpo solo. Hebiko si strinse in sé, tenendo a stento lo sguardo verso il suo capo, borbottandogli la sua proposta:

    I-io ci vado. T-tu dammi… mezz’ora. Sì. D-dovrebbe bastarmi per cercare lungo tutto lo stomaco. Se non esco e-entro quel tempo… Uccidilo. Io troverò il modo di uscire a mia volta. ...S-spero.

    Sarebbe rimasta immobile, fino ad un minimo cenno di assenso da parte dello Yakushi, in caso contrario non avrebbe osato muovere un muscolo. Ma in caso di indifferenza si sarebbe mossa.
    Avvicinatasi a Manda, con un cenno gli chiese di avvicinare la testa, pur chiedendogli di tenere il muso chiuso ancora.

    Devo… Provare una cosa prima.

    Ripetè il gesto precedente, lo toccò, cercando di ricreare la precedente sensazione come meglio riusciva. Le ci volle un po’, ma riuscì a percepire nuovamente quella sorta di attrazione che sembrava voler risucchiare il suo braccio. Stavolta però non si ritirò, e dopo aver dato un ultimo sguardo all’Amministratore, si lasciò andareFusione Rettile
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore sarà in grado di fondersi coi serpenti e muoversi al suo interno, come fosse un normale ambiente. La lunghezza minima del serpente è gigante. La tecnica dura fino a esaurimento del chakra, alla morte del serpente o per scelta dell'utilizzatore. Terminata la tecnica si potrà uscire illesi dall'animale.
    Tipo: Ninjutsu - Hebiton
    (Livello: 4 / Consumo: Basso )
    [Richiede Progenie del Serpente I]

    [Da genin in su]
    .
    Chiuse gli occhi durante quel processo istantaneo, riaprendoli in quello che era l’interno della bestia. Ma la sensazione era ben diversa da quella che ci si sarebbe aspettati nell’essere mangiati vivi, non sembrava di camminare su un terreno molliccio, non c’era un’aria pesante, ma soprattutto non era buio: era come se fosse “ospite” ben accetto di quel luogo surreale. Leggermente confusa, iniziò ad intuire che lasciarsi andare era stata una buona idea. Non si sentiva in pericolo, per qualche motivo percepiva che in quel modo non sarebbe stata divorata. Soprattutto le voci che ora sembravano stridere nella sua testa le diedero l’idea che non aveva agito come Orochimaru avrebbe voluto.

    ...Ce l’ho fatta! ...Cosa ho fatto? Al diavolo, mi saprà dire Febh. Ho altro da fare.

    Ancora non era del tutto consapevole di quella tecnica, ma non poteva concentrarvisi ora. Aveva trenta minuti o forse meno prima che Febh agisse, uccidendo Manda e probabilmente il feto a lui collegato. Le dimensioni del serpente le permisero di correre senza problemi, cercando di percorrere in tempo tutto l’enorme stomaco della bestia, iniziando a ragionare sul suo obiettivo.

    D’accordo, devo trovare un feto. Di un serpente gigantesco. Quanto potrà averlo rimpicciolito? Sarà… Sarà almeno delle dimensioni di un gatto? Circa? Più piccolo? ...Come diamine lo recupero senza fargli del male, o ucciderlo?? Uhngh, sono stressata!!
     
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    Viaggio Allucinante


    Febh osservò lo scambio tra la ragazza e il serpente senza una parola, avvicinandosi solo alla fine per aggiungere le sue opinioni su come quella potesse essere solo una grande trappola contro di lui, o un piano per far rinascere Orochimaru dalle ceneri. Sarebbe stato umano dire che un pò gli dispiaceva di trattare a quel modo la segretaria, ma in quel preciso istante lui di umano aveva ben poco: l'Oni scartava ogni emozione tranne quelle utili a raggiungere un obbiettivo, e anche in quel caso erano solo un mezzo e mai una motivazione. Pertanto non provava proprio nulla, anche se c'era stato quell'istante in cui aveva esagerato, qualche istante prima, sentendosi pronunciare parole di distruzione che non intendeva...non a quel modo. Eppure va detto che se voleva distruggere i residui di Orochimaru avrebbe potuto semplicemente uccidere la ragazza senza pensarci troppo...e non lo aveva fatto. Quali erano le sue motivazioni? Vai. A tuo rischio e pericolo, ricordi? Quello che conta a Oto non è avere il permesso...è seguire la propria volontà per i propri fini fino all'ultimo. Disse comunque con distacco, per certi versi chiedendosi se davvero la ragazza si sarebbe fatta mangiare dal grande Manda.

    Se rimase stupido dal jutsu appena usato dalla ragazza non lo diede a vedere, ma quella capacità era quantomeno sospetta e non gli fece abbassare la guardia, soprattutto quando la Snake Sword ne subì gli effetti a sua volta, fondendosi con la Kunoichi come se fosse un serpente a tutti gli effetti. E' come se fosse un serpente a tutti gli effetti...eppure è una spada. Si trovò a mormorare fra sè, forse cominciando a comprendere le criptiche parole di Meku su cui rimuginava fino a pochi minuti prima...segno che anche la sua concentrazione cominciava a vacillare o non avrebbe mai permesso a un pensiero passeggero di superare la ferrea determinazione dell'Oni. Un serpente e una spada al contempo. Possibile che la chiave sia quel jutsu? L'idea era plausibile, e in effetti fino a quando la kunoichi non fosse emersa da Manda non aveva altro da fare se non stare in guardia e attendere, quindi poteva permettersi di ragionare sul quel dilemma.

    Intanto Hebiko attraversava Manda come se fosse fatto d'aria o d'acqua, ma senza alcun bisogno di respirare nel frattempo. Non era proprio come se stesse viaggiando negli organi o separando i tessuti nella sua traiettoria, ma piuttosto era come se quello fosse il suo stesso corpo e lei una parte mobile all'interno dello stesso, non diversa da un muscolo o da un tendine. Mentre proseguiva scorse, o meglio percepì, strane creature serpentine piene di cavi elettrici e con strani occhi meccanici che attendevano, apparentemente in agguato, all'interno del tubo digerente e che tuttavia non la notarono nemmeno: quel Jutsu era stato provvidenziale per evitare quella che sicuramente era una trappola da parte di Manda o, per meglio dire, da parte del frammento di Orochimaru che viveva in lui. E mentre era uno col rettile, avrebbe continuato a percepire Manda in una maniera assai più profonda di quanto le parole potessero trasmettere. E avrebbe capito che lui aveva ragione: era al di là della salvezza.

    Avrebbe percepito chiaramente come quell'enorme rettile fosse in realtà la fusione di più serpenti, con organi presi all'uno o all'altro per rianimare un corpo che era morto molto tempo prima, e forse più di una volta. Metallo e tecnologia sopperivano a ciò che il chakra e le arti proibite non potevano duplicare, ma quel serpente era realmente un Abominio per il quale ogni istante di vita era tormento e rifiuto da parte della realtà alla quale non doveva più appartenere e alla quale era stato riportato indietro contro la sua volontà. E seguendo quella sensazione nauseante, sarebbe anche riuscita a capire quali erano invece le parti "sane" di quel corpo, quasi fossero un percorso illuminato che conduceva da qualche parte verso il centro dell'immenso corpo. Ciò che la attendeva era una sorta di sacca di tessuto fibroso, una cisti

    sferica di almeno 15 metri di diametro, al cui interno era prigioniero il feto del discendente di Manda, che fungeva da ancora per il mondo della vita ed era immerso in un liquido che lo manteneva allo stadio embrionale. La Fusione Rettile ovviamente permetteva di superare la barriera senza alcun rischio e senza problemi legati alla respirazione.



    Dentro la cisti, appeso a una strana struttura metallica, un serpente in fase embrionale (tanto che aveva ancora delle piccole zampe vestigiali che normalmente vengono perse quasi subito durante lo sviluppo) lungo almeno un metro e mezzo oscillava a bagno nel liquido, apparentemente inconsapevole di ciò che aveva intorno, con occhi lattiginosi che forse non erano ancora in grado di vedere alcunchè. La macchina era sicuramente ciò che lo manteneva fuori combattimento, ma l'arte della Fusione Rettile permetteva a Hebiko di avvicinarsi e toccarlo senza troppi problemi, anche se non le avrebbe garantito la capacità di liberarlo, non senza difficoltà. E a quel contatto l'animale sarebbe trasalito. Chi sei tu? Non era esattamente una voce...più una sensazione condivisa. Io sono Manda. Quarto del suo nome. Prigioniero e schiavo di Orochimaru, all'insaputa di tutti coloro che hanno firmato il contratto. Attuale leader del nostro popolo. Tu...sei Orochimaru. Ma non lo stesso che mi ha intrappolato. Che mi ha fatto questo. Sei lui. E non sei lui. Chi sei tu?

    Se lei avesse espresso la sua intenzione di liberarlo dalla prigionia avrebbe trasmesso un'importante sensazione di sollievo e anticipazione, ma al contempo di paura. Sento che siamo legati...il jutsu di Orochimaru per unirsi ai serpenti? Non puoi liberarmi mentre lo usi. La macchina che mi imprigiona va distrutta ma è parte di questo corpo. Devi separarti da esso se vuoi attaccarla...ma si difenderà. Sii rapida, se devi. Nell'istante in cui la ragazza avesse sospeso la Fusione Rettile la macchina si sarebbe accesa di numerose luci rosse, mentre i serpenti meccanizzati nell'intestino avrebbero cominciato ad accorrereFra un round appaiono tre serpenti energia Gialla pronti a combattere. Al turno successivo ne arriveranno altri due, ma Energia Rossa., capaci di entrare nella sacca di carne e nuotare liberamente nel liquido che la riempiva fino all'orlo. La Kunoichi invece avrebbe dovuto fare i conti sia con l'ambiente ostile (era immersa nel liquido e non poteva trattenere il fiato più di tantoPuoi trattenere il fiato per un round ogni energia. Ogni danno subito perdi anche un round di fiato. Impastare almeno Basso in Resistenza ti dona un round aggiuntivo, fino a due volte in totale.) sia per i sistemi di sicurezza di quella "gabbia" che tratteneva Manda, che immediatamente la avrebbe attaccata con un violento getto di liquido incandescente [Azione 1]Cono lungo 9 metri e largo 3 alla base - Potenza 30 - Concentrazione Rossa subito seguito da un lancio di lunghi spiedi dall'impalcatura, perfettamente bilanciati per muoversi sott'acqua, quasi fossero fiocine [Azione 2 e 3]Tre spiedi di potenza 10 ognuno contro il petto - Forza Rossa
    Subito dopo
    Due spiedi di potenza 15 ognuno contro la testa - Forza Rossa+1 tacca
    .

    Doveva trovare un modo per spaccare tuttoLa macchina è composta da due pezzi, quello destro e quello sinistro. Ogni pezzo ha Difesa 20 e Durezza 3 (quindi devi fare almeno 60 danni a ogni pezzo in una volta sola se vuoi spaccare tutto). Devi rompere entrambi i pezzi per liberare Manda. e scappare prima che fosse troppo tardi!
     
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    Salvate il Re!

    VIII



    Non era certamente la risposta che la Vipera si aspettava, ma Febh le aveva dato una sorta di permesso che le bastò per buttarsi in quell’impresa a dir poco folle e rischiosa.
    La fusione con Manda andata a buon fine però le diede la giusta carica, riconquistare la fiducia dell’Amministratore sarebbe stato più difficile di come poteva sperare, ma cercare di far capire al suo nuovo esercito di serpenti chi lei fosse davvero sarebbe stato un buon traguardo. Un passo alla volta avrebbe mostrato a chiunque che, nonostante il probabile motivo per il quale era stata creata, non era disposta a diventare l’ombra di Orochimaru, al contrario voleva far sì che fosse lei stessa ad oscurare gli ultimi ricordi che restavano della Serpe. Terminare il lavoro del suo capo, quello era il suo scopo da quel momento.
    Nonostante il surreale ambiente si presentasse quasi confortevole grazie al trucchetto che aveva usato, sentiva una strana sensazione mentre proseguiva il suo cammino, come se qualcuno o qualcosa la stesse cercando. Quella sorta di fusione la aiutò a comprendere le precedenti parole di Manda: si sentiva irrequieta, come se tutto attorno a lei non desiderasse altro se non spegnersi del tutto, ma i numerosi macchinari artificiali forzavano organi e tessuti a sopravvivere, tutto per un capriccio umano. Le voci nella sua testa sembrarono stridere per qualche istante, forse irritate dal metodo da lei utilizzato, evidentemente non previsto. Sicura di sé, proseguì fino a trovare un’enorme cisti, contenente ciò che stava cercando.

    ...Me l’aspettavo più piccolo.

    Entrò in essa attraversandola senza creare tagli o danneggiarla, vedendone il contenuto: il grosso feto di un serpente, avvolto su sé stesso, che galleggiava nel liquido, con tanto di minuscole zampette vestigiali. Hebiko fissava la creatura con le pupille completamente dilatate, emozionata e curiosa, non aveva ovviamente mai visto un feto di serpente, e grande com’era riuscì ad osservarne tutti i dettagli, persino il “piccolo” cuoricino che batteva sotto la pelle ancora semi-trasparente della creatura. Il suo lato da erpetologa curiosa si spense in fretta, non appena l’occhio cadde sul marchingegno che teneva intrappolata la creatura. Lo stupore fu sostituito dalla rabbia e dalla preoccupazione, cosa che fece avvicinare Hebiko al serpentello, allungando la mano così come aveva fatto con Manda, a voler controllare se fosse effettivamente vivo.
    Al tocco, percepì la voce, o forse i pensieri, della creatura. E insieme ad essa, ne percepì la paura. Si affrettò nel dargli spiegazioni, gli spezzava il cuore vederlo ridotto in queste condizioni.

    No, mi chiamo Hebiko. Orochimaru ben presto non sarà più un problema per noi. Sono qui per riportarti dal tuo popolo.

    La successiva sensazione di sollievo rasserenò la Vipera, frettolosa di liberare la creatura. C’era però più di un ostacolo ad impedire il tutto, in primis l’enorme macchinario. Due grossi cavi tenevano Manda in trappola, decisamente robusti da quello che poteva percepire grazie alla fusione. La kunoichi iniziò ad agitarsi, insicura. Sarebbe riuscita a liberarlo? Era certa che quel macchinario aveva “sorprese” nascoste, dei forellini sui lati le permisero di intuire che da lì sarebbe uscita la prima delle trappole, forse spiedi, forse cavi magari elettrificati. Il secondo caso avrebbe rischiato di nuocere anche al serpentello, e la aiutò a riflettere di non usare le sue abilità elettriche lì dentro.

    Io… Posso farcela. Mi occuperò dei cavi. Non appena sarai libero, sei in grado di aggrapparti a me? Ti porterò fuori il prima possibile, lo prometto.

    La sensazione di insicurezza data da tutte le trappole che si sarebbe ritrovata ad affrontare venne soppressa dalla determinazione nella sua voce. Non solo liberandolo avrebbe salvato il Leader dei serpenti, ma avrebbe dimostrato di saper affrontare le più infime trappole della Serpe, e forse permettere allo Yakushi di cambiare la sua opinione sul suo conto.
    Fece vari respiri profondi, studiando la macchina, facendosi crescere delle squamePelle di Serpente
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può ricoprire il proprio corpo di uno strato squamoso. La potenza offensive e difensiva delle zone ricoperte sono incrementate di 15, la durezza è pari a 3; i danni a mani nude saranno considerati da taglio anziché contusione. Le squame possono rimanere attive per massimo 2 round.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Medio )
    [Da genin in su]
    lungo tutto il corpo, creandosi così un’armatura naturale per prepararsi all’azione. Era tentata di posizionarsi esattamente sotto al serpente, supponendo che le trappole fossero costruite in modo da non ferirlo, ma l’incertezza non le permise di sfruttare la cosa: la Serpe era famosa per non guardare in faccia a nessuno, tantomeno alle sue creature. Il disprezzo che la Vipera provava in quel momento era quasi palpabile. Nel percepire quella sensazione, la spada fremette, facendola sussultare; Hebiko la fissò, mugolando tra sé.

    ...Ti staccherai, prima o poi?

    Quasi senza pensarci, impugno l’elsa, tirandola appena. Delicata ed ubbidiente, si sciolse dall’abbraccio, lasciandosi impugnare da quello che probabilmente credeva il suo creatore originale. La rossa indietreggiò per un momento, sorpresa:

    ...Mi bastava chiedertelo per farti staccare?? ...SEI SERIA??

    Scosse la testa, magari le cose non erano esattamente andate in quel modo. Aveva cose più importanti a cui pensare.
    Armata di snake sword, prese fiato, pronta a buttarsi in azione. Si accucciò a terra, consapevole che non appena sciolta la tecnica, il liquido avrebbe avuto la meglio sul suo equilibrio. Fu un istante: la macchina si illuminò, quasi fosse terrorizzata dalla presenza dell’intrusa, facendo scattare la prima trappola: il cerchio al centro di essa si spalancò, gettando un potente liquido bollente verso Hebiko, che approfittando della sua posizione scattò in avanti, scivolando sotto al piccolo Manda fino a trovarsi dietro al macchinario. Con una mano si diede la spinta per ruotare e ritrovarsi nuovamente rivolta verso la trappola, che fece scattare diversi spiedi contro la ragazza. Sfruttando la spada stessa messa davanti a mò di scudo e le scaglie sul suo corpo, parò gli spiedi lanciategli contro, che rimbalzarono incapaci di superare la sua naturale armatura. Doveva reagire prima che altre trappole potessero attivarsi.
    Tenendo ben salda l’elsa della spada, si ricoprì le braccia di chakra, potenziandosi più di quanto il suo corpo potesse sopportare per riuscire a distruggere il primo dei due cavi. Roteando la spada dalla parte opposta, dandosi la spinta contro il macchinario stesso, spezzò il secondo, liberando così la creatura, forzando i cavi con le mani se fosse stato necessario. Una volta libero lo invitò con un cenno ad avvolgervisi attorno, aggrappandosi svelta al macchinario. Il dolore dato dallo sforzo fu sufficientemente basso da permetterle di ignorarlo del tutto evitando di perdere fiato. Non appena sentì Manda ben saldo su di sé, si diede la spinta così come aveva fatto per schivare la corrente calda, puntando stavolta a raggiungere la parete della ciste. Aiutata dalla snake sword, le bastò un fendente orizzontale per aprirsi una via di fuga.
    Se tutto fosse andato come sperava, sarebbe riuscita ad uscire da quella prigione liquida, finendo nelle mollicce e umide interiora della bestia; non si lasciò distrarre dalla cosa, non . Non avrebbe riutilizzato la fusione rettile, rischiava di non funzionare essendo a tutti gli effetti un intrusa scoperta, e probabilmente non sarebbe riuscita a portare il pronipote di Manda con sé.
    Se le numerose luci rosse del precedente macchinario avevano aiutato Hebiko a destreggiarsi all’interno della ciste, stavolta l’ambiente sarebbe stato decisamente più oscurato. Tenne la spada dritta di fronte a se, maneggiandola con una naturalezza surreale, mentre aspettava l’attacco delle serpi in arrivo.

    Non lasciarmi proprio ora, mi servi solo per altri cinque minuti...


    Vitalità 13/14
    Chakra /40

    Slot difesa I: Schivata +2 Vel (impasto)
    Slot difesa II: Parata (+15 Pelle di serpente)
    Slot difesa III: Parata (+15 +2 Res impasto)
    Slot azione I: Fendente 60 pot (sovraimpasto -1/2 vitalità)
    Slot azione II: Fendente 60 pot (sovraimpasto -1/2 vitalità)
    Slot azione III: Movimento
    Slot azione Extra: Fendente
    TB: //
    TA: Pelle di serpente
     
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