Al Tempio della Nebbia - La Settima Riunione di Kiri

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    La Settima Epidemica Riunione di Kiri I



    Kiri, casa di Meika

    La ragazza era tornata dalla piana di Shulva, la città infame, con qualcosa in più di un souvenir. Un poveraccio, nel tentativo di protendersi verso di lei prima di una fine orribile, le aveva afferrato una gamba, ferendone le carni, e infettando la giovane ninja con qualcosa di più di una semplice febbre.
    Assistita inizialmente presso l'ospedale, l'equipe medica era riuscita a rallentare a malapena l'infezione, senza però dare al morbo una battuta d'arresto.
    Incapaci di sviluppare un siero o una pratica per liberare la ragazza dal suo male, era stata trasferita nuovamente a casa, in modo che potesse trascorrere gli ultimi giorni presso la famiglia; ma a questo, alcune persone non si erano arrese.
    Trattata inizialmente come una febbre certamente grave ma non come qualcosa di più, il morbo non era stato contenuto in una quarantena adatta, e aveva cominciato a farsi strada nel villaggio della Nebbia, dapprima sopito, in attesa, senza destare sospetti....
    Poco dopo il trasferimento della ragazza presso la di lei dimora, i casi di Kiriani in coda in ospedale cominciarono ad aumentare; ognuno di loro presentava gli stessi sintomi, una fiacca sostenuta, un irrigidimento delle articolazioni, e un alcuni individui, strane escoriazioni in varie parti del corpo, caratterizzate da un ispessimento dell'epitelio. Nei primi casi si pensò ad una forma virale, dato che i segni erano diversi dalla malattia di Meika, nessuno collegò i due avvenimenti, forse perchè la giovane aveva subito una esposizione più diretta, e in lei il morbo si era aggravato più rapidamente.

    [...]

    Quando i cittadini iniziarono a stramazzare al suolo, era ormai troppo tardi. Nei giorni che seguirono, si diffuse la notizia di un virus dentro il villaggio, ogni Kiriano sapeva che in città era presente una forma virale piuttosto seria, ma ancora non erano presenti vittime, quindi sebbene preoccupati, gli abitanti non nutrivano vero e proprio terrore.
    Il Mizukage e l'amministrazione organizzarono una parte del villaggio come campo di raccolta temporaneo di malati, dove questi venivano assistiti giorno e notte, e dove il team medico cercava senza sosta un qualche metodo, qualunque cosa, per venire a capo del problema.
    Come stava accadendo anche a Meika, ogni infetto aveva, nella zona del contatto, una trasformazione della pelle in una sostanza verdognola dal colore vivo, e un rapido indurimento della pelle. Coloro che erano venuti a contatto in zone periferiche del corpo con la malattia, erano ancora in grado di parlare, ma chi non aveva avuto questo lusso, stava piano piano diventando una vera e propria statua di giada, e sebbene in alcuni, le funzioni vitali avessero cessato, in qualche modo i sensitivi del villaggio riuscivano comunque a sentire nel loro corpo la scintilla della vita, anche se il "per quanto" era oggetto di illazioni.

    [...]

    Al tempo presente, in ogni angolo di Kiri erano presenti presidi medici per la protezione al contatto; ad ogni attività commerciale erano stati stanziati fondi per l'acquisto di guanti, e ogni Kiriano sprovvisto di protezione individuale sarebbe stato gravemente multato a causa dell'ingerenza della malattia nella vita comune. Con l'arrivo ormai ravvicinato dei primi giorni d'inverno, il Daimyo venne informato di questo, e di altro, dal Mizukage, e il nobile si diresse verso Kiri, per indire, lui stesso, la settima riunione del villaggio.


    La Riunione



    CITAZIONE

    A tutti gli shinobi del villaggio di Kiri e del paese dell'Acqua in grado di raggiungere il Tempio della Nebbia. Gravi circostanze inducono precocemente alla Settima Riunione, la presenza è mandatoria a chiunque sia in grado di prendervi parte. Essa si terrà tra 3 giorni al Tempio della Nebbia. Ogni partecipante è invitato a seguire le disposizioni sanitarie in vigore nella quarantena prima di entrare nel villaggio, e a presentarsi al tempio in possesso dei dispositivi protettivi a disposizione nel villaggio.


    Informati da dispacci provenienti direttamente dal Daimyo del Paese dell'Acqua, ogni guardiano di Kiri avrebbe dovuto dotarsi di particolari equipaggiamenti a carico del villaggio, una particolare calzamaglia total body il cui utilizzo era obbligatorio presso le mura. Nulla del proprio equipaggiamento sarebbe stato utilizzabile in esse, che non fosse stato prima epurato da ogni possibile presenza del virus, e durante il turno di servizio avrebbe dovuto utilizzare tale tuta per entrare in contatto con gli esterni. Il villaggio sarebbe stato messo in quarantena, e ogni visitatore avrebbe dovuto rispondere a precise indicazioni o l'accesso al villaggio non sarebbe stato garantito. Per la prima volta nella storia del villaggio, lo stesso Mizukage non sarebbe stato presente alla riunione.
    Coloro delle fila dell'esercito ninja di Kiri che non si trovavano nel centro di raccolta infetti, avrebbero preso parte alla riunione, coperti dai loro abiti dalla testa ai piedi, con guanti annessi, e solo dopo essere stati rapidamente controllati da due ninja dell'esercito regolare del Daimyo posti all'ingresso del tempio. Quando tutti fossero stati presenti, dalle stanze più remote del tempio, sarebbe uscito uno stuolo di ninja in tuta azzurra scura, arrivate in formazione, per scortare una figura esile al centro dell'altare dei comizi, dove poco tempo prima, Itai aveva assegnato le spade di Kiri.

    Quelle erano le guardie personali del Daimyo dell'Acqua, e quello, era il nobile in persona, colui che comandava l'Acqua, ed eleggeva il suo Kage.
    Seduto su una sorta di seggiolone, con attorno dieci guardie, il Daimyo avrebbe avuto vicino a sè, anche se, comunque, a circa 3/4 metri di distanza solo altri due ninja, il capo delle squadre speciali, Akira, e lo sciamano consigliere, Sanjuro; il quale per la prima volta, sarebbe apparso diverso, senza maschera, con la sua pelle pallidissima e i capelli bianchi, in divisa da ninja della nebbia, vestito. In silenzio.

    La sala era apparecchiata con le classiche panche che pochi mesi prima avevano visto i ninja vedere le nuove spade di Kiri, e ora li avrebbero accolti di nuovo, anche se molte sarebbero state vuote.

    Il nobile avrebbe quindi preso la parola, quando tutti i presenti fossero stati seduti al loro posto.


    - Shinobi dell'Acqua, benvenuti a questo incontro, in un periodo molto buio per il nostro amato villaggio. -




    CITAZIONE
    Invito i Kiriani a prendere posto nel tempio e a dare una breve introduzione dando peso agli ultimi eventi che hanno interessato il villaggio, da qui partità una serie di eventi che vedranno l'epidemia come il centro del villaggio di Kiri per qualche tempo.
    L'introduzione durerà una settimana e poi proseguiremo. Chi non dovesse farcela potrà recuperare in seguito.


    Edited by Jotaro Jaku - 30/11/2016, 00:07
     
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    × Legenda
    Narrazione
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    I guai, come ben si sa, viaggiano in coppia e non arrivano mai da soli. Seinji Akuma lo sapeva bene. Troppe volte aveva assistito a disgrazie di vario genere e a sfortune clamorose. Ogni volta queste venivano accompagnate da altri eventi altrettanti gravi, pesando come un macigno sulle situazioni. Così, dopo aver preparato del sushi abbastanza squallido con del pesce marcio e averlo dato a un poveraccio Seinji Akuma sentì di un'epidemia presto diffusasi tra le mura del villaggio. Inizialmente non seppe dire da dove proveniva l'infezione e chi ne rappresentava la sorgente primaria. Pensò subito a un'azione ben pianificata dai ninja di qualche villaggio nemico, con l'intenzione di debolire Kiri, ovviamente. Solo successivamente venne a conoscenza dei sintomi che colpivano i malati, ritenendoli piuttosto strani. In terzo luogo pensò di essere stato lui stesso a diffondere l'epidemia per colpa del sushi preparato male. Nei giorni successivi a quel suo malevolo gesto un terribile virus sembrò prendere sempre più piede all'interno di Kiri, ma la cosa sembrava essere abbastanza leggera e non preoccupante, cosa che rassicurò l'Akuma, ora scopertosi non tanto bravo a preparare il sushi come egli credeva dapprima, sulla gravità del suo gesto. Del resto i medici di Kiri avrebbe curato i malati e rimesso tutto al proprio posto, evitando che l'errore dell'Akuma si mostrasse più serio di quel che è realmente. Nei giorni successivi, però, le notizie fecero trepidare il Jonin kiriano, con tanto che Itai e l'amministrazione del villaggio decisero di allestire nel villaggio una zona completamente allestita per i malati di quel strano virus.
    "Non è colpa tua," - gli disse allora il Demone, cercando rassicurare il jonin kiriano che già si stava facendo in mente diverse teorie e complotti mentali sul perché era stato proprio lui ad aver iniziato quella pandemia, trovando piuttosto poco rassicurante il fatto che il ceppo del virus aveva preso piede e vita proprio quando lui aveva sbagliato la scelta del pesce.
    "Se non sono stato io, sarà stato Raizen... per indebolire la Nebbia," - si disse sicuro aspettando qualche giorno in più per vedere i risvolti della faccenda prima di andare da Itai a confessargli del suo errore con il pesce. Quando, però, scoprì che tipo di sintomi avevano i pazienti, optò per eliminare entrambe le opzioni. Non vi era nessun errore con il sushi a poter fare delle persone viventi quello; e Raizen, - seppur ritenuto un bastardo e un stronzo, nonché nemico della Nebbia, - non poteva avere quella padronanza con i ceppi batterici e virali, in quanto non era un medico. Anche se poteva aver chiesto a qualcuno dell'aiuto per indebolire la Nebbia.
    "Però la Nebbia e la Foglia sono alleate," - provò a dirgli una vocina nella testa, che però l'Akuma rigettò. Vi erano ancora troppi risentimenti verso l'Hokage e forse gli piaceva più pensare che nina come Raizen Ikigami e Hoshikuzu Chikuma erano solo dei brutti stronzi. Tra l'altro, ipotizzò anche potrebbe essere stato Hoshikuzu Chikuma ad aver iniziato il virus a Kirigakure per vendicarsi contro Seinji e il fatto che gli aveva bruciato quelle mutandine di merda, ma ricordandosi di come quel tipo combatteva e si addormentava in mezzo ai combattimento, l'Akuma eliminò qualsiasi congettura sul suo conto. Insomma, era troppo idiota per pensare a una cosa del genere.
    "Tra l'altro rimangono Diogene e Febh Yakushi tra gli sospettati di tutto questo... Anche perché le epidemie non nascono così."
    "E Raizen?"
    "Anche lui... cioè... non saprei... per ora... Non creo che farebbe un simile torto a Itai."

    Dopo qualche giorno le strane congetture di Seinji l'epidemia si espanse così tanto che ovunque per le strade di Kiri era possibile trovare presidi medici e vestiti opportuni. Anche il lavoro di Seinji venne pesantemente influenzato da maschere, guanti e vestiario specifico. La vita del villaggio venne influenzata così tanto che venne persino lo stesso daimyo e indisse una nuova riunione, - la seconda nel giro di un anno, - probabilmente utile ai fini dell'arresto dell'epidemia. Questo, però, fece nascere nella mente dell'Akuma una nuova congettura.
    "Il daimyo ha indetto una riunione nel momento di espansione dell'epidemia e io so bene che quando c'è un virus in giro è meglio evitare di raccogliere troppa gente in un solo posto".
    "Dici che è stato mandato da Raizen?"
    "Vedremo..."
    Con questi pensieri in mente l'Akuma trascorse ben 3 giorni a pensare e riflettere. Andare alla riunione o non andare? Essere o non essere? Lavorando alle mura con i particolari equipaggiamenti pensava quasi di convincere Itai a eliminare quella riunione per non provocare un'espansione epidemica ancora più rapida. Specialmente non gli piacque la calzamaglia, che più d'ogni altra cosa gli donava un look idiota e per niente sicuro. In ogni caso si sottomesse al volere delle autorità e seguì le indicazioni alla lettera, seppur contro volontà. Successivamente ai giorni di lavoro alle mura seppe anche di Itai, assentatosi per motivi ignoti, o forse ammalatosi e morto.
    "Vuoi vedere che lo ha ucciso il mio pesce?" - pensò l'Akuma a metà tra il serio e il divertito prima di ricordarsi che aveva scartato quell'ipotesi. L'assenza del Kage stava a significare che qualcosa di grave era in corso, e che la partecipazione all'evento era, pertanto, obbligatoria.

    Arrivato al Tempio della Nebbia il giorno indicato vestito nel modo indicato, vi trovò due ninja che rispondevano al Daimyo. Questi lo controllarono da capo ai piedi, probabilmente adottando anche delle misure sanitarie per prevenire che il ceppo virale si diffondesse un po' ovunque nel Tempio, che tra l'altro era un luogo sacro per i kiriani.
    Entrato, Seinji andò subito a sedersi nelle fila più avanzate, tanto da riuscire a scrutare il daimyo del Paese dell'Acqua, - una piccola figurina scortata da un intero comizio, - che si posizionò al centro della sala. Vicino a lui Seinji vide Akira Hozuki, con cui era andato in missione tempo fa (un tipo niente male) e Sanjuro, il consigliere, che sembrava strambo, ma che l'Akuma non conosceva ancora per niente bene. Entrambi sembravano dei fieri ninja della nebbia, belli e preparati. Successivamente la figura al centro parlò, e l'Akuma, in silenzio, stette ad ascoltare. Ancor prima dell'inizio vi erano già molte domande nella sua mente. La prima era: dove diavolo era finita Itai Nara. La seconda: perché fare una riunione nel bel mezzo di un'epidemia?
    In ogni caso non preferì parola, aspettando che il Daimyo spiegasse tutto.








    Seinji
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    Energia Vitale: 30/30
    Chakra: 500 bx / 500bx

    Recupero Abilità:

    Equipaggiamento:
    -CartaBomba liv. II X2 legata a 2 kunai
    -CartaBomba liv. III X3 legata a 3 kunai
    -CartaBomba liv. III Distruttiva X2 legata a 2 kunai
    -Kunai X8 (7 legati a 7 bombe)
    -Tonico di Recupero Superiore X3

    Illusione: ///

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    Slot Difesa 2: ///
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    Slot azione 2: ///
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    La Settima Riunione di Kiri
    Capitolo Unico


    Atto I
    Quarantena †
    Era uno periodo strano quello della settima riunione di Kiri. Innanzitutto, la riunione fu organizzata pochi mesi dopo il termine della prima ed il secondo luogo né il Mizukage né alcune delle figure di spicco della prima presenziarono. Ma forse è il caso di delineare quello che successe prima di questo avvenimento.
    In quel periodo, la mia ricerca di studioso, estasiato da letture nelle segrete del castello del clan, era in un periodo di pausa e non mi dedicavo più con tanta frequenza a viaggi nei più sperduti luoghi del continente alla ricerca di notizie sulla storia antica delle Lame Insanguinate. Non solo, fu anche tempo di estrema calma anche dal fronte accademico. Insomma, Kiri sembrava prosperare felice nel suo orto, come un nuovo albero in fiore. Ma questo periodo di pace di cui anche io stavo godendo appieno per via della ripopolazione della zona clan dopo gli eventi della Rosa, durò poco. Un male silenzioso e infido si insinuò per tutto il paese dell'Acqua lasciando dapprima gli abitanti disinteressati, poi preoccupati ed infine, con l'instaurazione nei vari angoli della città di ospedali da campo e zone di quarantena, sana paura. Un morbo particolarmente aggressivo e mortale era giunto in città e l'esposizione al contatto con un ammorbato portava con la quasi certezza alla contrazione della malattia. Gli ospedali allestiti per strada, infatti, erano volti a dare istruzioni ai cittadini su come prevenire il contagio: venivano distribuite delle speciali tute e dei guanti che ogni singolo uomo sul territorio della Nebbia doveva obbligatoriamente indossare per evitare l'espansione della malattia.
    L'evento ebbe un eco così forte che il Daimyo in persona fu costretto a giungere a Kiri ed indire la Settima Riunione.
    Una breve missiva giunse nella mia adesso più modesta casa, portatami da un giovane ragazzino, non più di sette anni, che ero solito premiare con dei dolcetti. Oggi non ho niente per te, ragazzo, mi spiace. dissi, dopo aver già scartato il dispaccio e lettone, preoccupato le prime righe. Il piccolo se ne andò con lo sguardo basso ma immediatamente lo richiamai per affidargli un piccolo incarico. Porteresti il mio equipaggiamento nel presidio medico più vicino per farlo sterilizzare? Fatti dare anche gli indumenti per prevenire il contagio, ok? gli dissi, per poi aggiungere con un largo sorriso ti prometto che quando tornerai ti farò trovare una enorme torta solo per te! al che, gli occhi del ragazzo si illuminarono e, caricati in spalla i miei pesanti attrezzi del mestiere, se la diede a gambe levate.

    [...]


    Devo dire che la tutina non mi disdiceva affatto, esaltando il mio fisico da ninja veterano. Volli poi aggiungere una piccola prevenzione in più contro quel morbo: un respiratoreMGSV-Shining-Lights-Hallway-Snake. Ma non era una l'unica cosa inusuale: tra l'equipaggiamento che avevo fatto portare a sterilizzare da quel piccolo kenkichi, c'era anche un oggetto che non usavo da tempo immemore: il fodero rituale di Saruhyondo, oggetto che mi fu passato da Jins Kaguya la prima volta che brandii quell'arma ma che, per richiesta della stessa Lama Insanguinata, non usai mai più. Era una sorta di lutto quello che volevo mostrare, ma soprattutto volevo ricordare a tutti chi fossi.
    Arrivato a passi tardi e lenti davanti all'ingresso del tempio di Kiri, due Shinobi vestiti d'un blu profondo mi perquisirono rapidamente, sondando la mia "prevenzione" nei confronti della malattia. Fui fatto passare senza troppi problemi e mi fu indicata, essendo uno dei primi arrivati, la cima delle panche. Non vidi nessuno di noto con cui potermi confrontare. Mi sedetti semplicemente, in disparte, in attesa dell'inizio della riunione.

    [...]


    Quando il tempio era ormai gremito di ninja, uno shinobi vestito del medesimo abito delle guardie all'ingresso annunciò, con la sua entrata, l'arrivo di uno stuolo di soldati/guardie del corpo, tutti in formazione, nessuno spostato di un millimetro rispetto all'assetto geometrico di quella testudo. Sorrisi, ripensando ai tempi nell'esercito Maeda. Gli shinobi poi si aprirono, mostrando ciò che stavano scortando, o meglio chi, il Daimyo dell'Acqua. Sciolta la formazione, notai accanto al nobile due figure: una immediatamente riconoscibile dalla sua capigliatura, Akira, l'altra, invece, inizialmente sconosciuta. Più la osservavo, però, e più avevo l'impressione di averla già vista. D'un tratto le pupille si dilatarono, le palpebre si aprirono a dismisura, la testa percorse qualche centimetro all'indietro e la realizzazione sopraggiunse: SANJURO!? pensai esterrefatto. Niente maschera, niente orpelli sciamanici, forse nessuna messinscena. Era davvero lui, serio come mai lo avevo visto prima. Il Daimyo si sedette sul trono di Itai - lasciandomi un attimo perplesso - ed un istante dopo pronunciò verbo: Shinobi dell'Acqua, benvenuti a questo incontro, in un periodo molto buio per il nostro amato villaggio.




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    Legenda


    Narrato
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    « Parlato! »
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    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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    Legenda:


    Narrato
    Parlato


    QUARANTENA



    Le ultime settimane a Kiri erano state un qualcosa di veramente surreale. Uno sconosciuto ceppo virale si era fatto strada nel villaggio e stava mano a mano infettando la sua popolazione. Le notizie si susseguirono giorno dopo giorno diventando sempre più gravi e preoccupanti, ma in ogni caso si sapeva ancora poco a riguardo; se ne conoscevano i sintomi, si sapeva che chi aveva contratto la malattia diventava altamente contagioso, ma ancora non se ne conoscevano le cause, ne tanto meno una cura. L'amministrazione decise quindi di istituire lo stato di quarantena per evitare che il virus uscisse dalle mura del villaggio, mentre all'interno delle mura i malati vennero repentinamente allontanati da chi ancora non aveva contratto la malattia. Inoltre ovunque per il villaggio vennero allestiti dei presidi medici che avevano il compito di istruire la popolazione su come evitare il contagio e di fornire ad ogni cittadino l'equipaggiamento adatto a tal fine.

    La famiglia Kakita, così come tutte le altre famiglie nobili di Kiri, era stata una delle prime a venire a conoscenza del contagio. Gli informatori dei capifamiglia portarono la notizia tra le mura della residenza in tempo record e il giorno seguente la notizia l'intera residenza era già pronta ad affrontare il contagio. Ma non tutti furono così tempestivi a correre ai ripari, e in poco tempo la malattia si diffuse in tutto il villaggio infettando una grossa fetta della popolazione.

    Data la gravità della situazione, l'amministrazione di Kiri non tardò ad organizzare una riunione speciale solo per l'evenienza; la settima riunione di Kiri. Il giorno in questione Ryosei e la sua famiglia non tardarono ad arrivare al tempio della nebbia, luogo in cui si sarebbe tenuta la riunione. All'ingresso due ninja dell'esercito regolare del Daimyo controllavano tutti i partecipanti alla riunione per evitare che chiunque avesse contratto la malattia entrasse nel tempio. Una volta dentro, i Kakita presero posto tra le prime file; quando tutti i posti furono riempiti, il Daimyo del paese dell'acqua prese la parola.

    La settima riunione di Kiri era iniziata ...



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    La Settima Epidemica Riunione di Kiri

    I



    Da qualche settimana giravano strane voci su una sconosciuta malattia, all'inizio nessuno nel villaggio sembrava volere credere a quelle voci compreso il giovane Kitori. Ma il passare del tempo dimostrò la veridicità di tali voci, una malattia sconosciuta si era realmente palesata divenendo una vera e propria epidemia che aveva raggiunto quasi ogni angolo di Kiri.
    L'amministrazione aveva deciso di trasformare una parte del villaggio in un campo di raccolta temporaneo di malati, dove questi venissero trattati o separati dai pochi ancora sani, e dove i ninja medici cercavano senza sosta una soluzione al problema.
    Ormai in ogni angolo di Kiri erano presenti presidi medici predisposti ad evitare ulteriori contagi e a distribuire guanti, mascherine e curiose quanto imbarazzanti tutine sterili.
    Per fortuna il Kenkichi e la sua curiosa "famiglia" evitarono il contagio.

    CITAZIONE
    A tutti gli shinobi del villaggio di Kiri e del paese dell'Acqua in grado di raggiungere il Tempio della Nebbia. Gravi circostanze inducono precocemente alla Settima Riunione, la presenza è mandatoria a chiunque sia in grado di prendervi parte. Essa si terrà tra 3 giorni al Tempio della Nebbia. Ogni partecipante è invitato a seguire le disposizioni sanitarie in vigore nella quarantena prima di entrare nel villaggio, e a presentarsi al tempio in possesso dei dispositivi protettivi a disposizione nel villaggio.

    Manifesti del genere furono affissi qua e la per il villaggio, dopo avere letto uno di essi il giovane genin decise di recarsi al tempio ma non prima di avere fatto disinfettare ogni arma e oggetto personale.

    Il giorno e l'ora prefissati il Kuro giunse al tempio. Una grosso gruppo di persone totalmente imbacuccate da testa a piedi faceva la fila per accedere all'edificio; due guardie del daymio infatti perquisivano con scrupolo chiunque. Finalmente fu il turno del genin: con indosso una tuta nera con pantaloni e maniche lunghe, i soliti lunghi stivali neri, un mantello nero con cappuccio a coprirlo da testa a piedi, un paio di guanti doppi con una piccola scorta nelle tasche e in fine una maschera nera a coprire bocca e naso e coprifronte legato al braccio destro.
    Gunto davanti alle guardie si tolse il capricapo


    concluse le procedere entrò nel tempio.
    Kitori si sistemò in un angolino isolato poggiandosi a una colonna.
    Vi era un tizio, a lui, sconosciuto seduto su una sorta di seggiolone, con attorno dieci guardie vestite come quelle all'ingresso della struttura. A poca distanza due ninja di Kiri, anch'essi sconosciuti al giovane.
    Ad un tratto il tizio prese la parola:
    Shinobi dell'Acqua, benvenuti a questo incontro, in un periodo molto buio per il nostro amato villaggio.


    Status Kitori Kuro Kenkichi
    Genin - Energia Verde
    Chakra: 120 Bassissimi;
    Vitalità: 48/48 Lievi;
    Energia Vitale: 120/120 Lievi;



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    La Quarantena


    Da un po' di tempo Yuki sentiva parlare di una strana malattia che sembrava non essere pericolosa, ma alla fine si rivelò una vera e propria epidemia. Tutti gli abitanti di Kiri erano sconcertati ed allarmati al tempo stesso di quella notizia. Proprio per tale motivo venne allestita una parte del villaggio per ospitare le persone che erano già state infettate, e mentre queste venivano assistite, i medici cercavano una cura adatta per quella misteriosa malattia; assieme ad esse vennero allestiti anche dei presidi medici, che mettevano a disposizione delle protezioni per evitare il contagio.
    Il ragazzo e la sua famiglia fortunatamente non furono contagiati, avendo saputo della malattia poco più tardi di molta altra gente, e solo dopo si resero conto di quanto fosse stato grande il rischio di essere infettati.
    Poco tempo dopo venne organizzata la settima riunione di Kiri, e Yuki, pensando subito che il motivo della riunione era l'epidemia, non fu tanto sorpreso dalla notizia appresa, ma nonostante ciò doveva esserci, c'erano fin troppe vite in gioco e poteva essere lui il prossimo ad essere infettato, quindi doveva sapere cosa stava succedendo, quali erano le cause di quell'epidemia...
    Dopo aver fatto disinfettare tutti i suoi vestiti e l'equipaggiamento, si avviò verso il Tempio della Nebbia. Tantissime persone facevano la fila di fronte all'ingresso e solo dopo capì il perchè; quando arrivò il suo turno vide due guardie che indossavano una tuta che ricopriva tutto il corpo ed un paio di guanti alle mani...
    La cosa è più grave di quello che pensavo...
    Avendo appreso la notizia solo da sua madre e non avendo messo il naso fuori di casa non pensava che la cosa fosse così grave, anche perchè aveva imparato che sua madre tendeva ad esagerare, ma non fu quella una delle tante occasioni.
    Dopo essere stato perquisito e fatto entrare, prese posto e subito dopo notò una persona che non conosceva, seduta su di un seggiolone, circondato da dieci guardie.
    Costui poi disse:
    Shinobi dell'Acqua, benvenuti a questo incontro, in un periodo molto buio per il nostro amato villaggio.
    Quella frase turbò nell'animo il ragazzo.


    Edited by Yusnaan - 6/12/2016, 00:50
     
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    ehm...da qualche parte

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    La settima riunione di Kiri

    Dov'è il mizukage?


    Diverse settimane erano passate dal loro ritorno dalla missione per la città di Shulva, e Ryuu si era preoccupato di informarsi regolarmente sulle condizioni di salute della sua amica, non riuscendo a credere che avesse potuto contrarre una simile malattia per una causa sconosciuta, e che col passare del tempo era divenuta una vera e propria tragedia che minacciava la sua vita.
    Un'altra grave faccenda, però, dilagò per il villaggio non molto tempo dopo; un epidemia di uno strano virus sconosciuto era arrivato in qualche modo a Kiri ed aveva iniziato ad infettare sempre più persone. Sebbene nel primo periodo non sembrò trattarsi di una questione mortale, con il passare del tempo si sparse la voce che la pelle dei malati aveva preso a cambiare colore e consistenza, e la cosa preoccupò terribilmente il giovane genin, essendo stata colpita anche sua nonna Kazuko da quella terribile epidemia.
    L'ultima volta che l'aveva vista, fu quando la accompagnò alla zona del villaggio adibita a ricovero per tutti i pazienti infetti da quel tremendo virus, lasciandola alle cure mediche degli specialisti, che sapeva che si sarebbero impegnati al massimo per garantire la salute dei cittadini. Alla povera donna, oltre ai sintomi che l'avevano indebolita, aveva preso a cambiare colore una parte di pelle intorno alla mano destra, dove si erano formate delle escoriazioni che avevano poi iniziato ad indurirsi.
    Per evitare in tutti i modi il contagio, purtroppo Ryuu non poté andare a trovarla, rimanendo per la maggior parte del tempo preoccupato che le sue condizioni potessero peggiorare e ricoprirsi completamente di quella sostanza verde, e restando sempre vicino a suo nonno, per cercare di consolarlo e fare in modo che non si lasciasse andare alla disperazione per la condizione della sua consorte.

    Quando venne a sapere della riunione, provò dei sentimenti contrastanti, in quanto da una parte era segno che qualcosa si stesse muovendo e che si stava probabilmente tentando di trovare una soluzione, mentre dall'altra parte voleva dire che la situazione era davvero disperata, non poteva essere altrimenti.
    In meno di un anno vi sarebbero state due riunioni per tutti i ninja del villaggio, era un evento del tutto straordinario, come purtroppo lo era anche la condizione precaria di Kiri. Mai c'era stata emergenza così grave da richiedere una quarantena, sembrava la fine del mondo, agli occhi del giovane genin, che sperò con tutto se stesso che vi fosse una soluzione a tutto quel male e che se ne sarebbe parlato alla riunione.
    Il giorno prefissato, non si fece certo attendere, facendo attenzione a non lasciare neanche un centimetro di pelle scoperta, all'infuori degli occhi, ed indossando la tuta aderente messa a disposizione dal villaggio.
    Questa tutina fa esageratamente schifo. Per un tipo come lui, che amava sentirsi libero quando si muoveva, quell'affare era un vero e proprio pugno nello stomaco, ma avrebbe dovuto farci l'abitudine.
    Inaspettatamente, all'esterno del tempio vi era una fila da dover fare per poter entrare, cosa piuttosto insolita, ma a quanto pare ogni persona che entrava doveva essere perquisita da due guardie chiaramente non del villaggio, quindi quando arrivò il suo turno, si sottopose anche lui all'ispezione, e una volta superata, si andò ad accomodare su una delle panche, quella dove si sedette l'ultima volta.
    Gli fece un certo effetto tornare al tempio, essendo dalla precedente riunione che non vi metteva piede, ed era sempre una grande emozione poter essere privilegiato nei confronti degli altri cittadini e poter assistere ad eventi tanto importanti, quasi sentendosi speciale. Inoltre, anche stavolta, l'adunanza venne chiamata in seguito a dei fatti a cui lui stesso aveva partecipato e vissuto in prima persona, quindi si sentì ancora una volto coinvolto decisamente di più di tutti gli altri ninja convocati e che forse sapevano a malapena i fatti avvenuti.

    Il Mizukiyo attese impazientemente che tutte le persone invitate prendessero posto e si potesse dare il via ufficialmente alla riunione, quando finalmente, vide entrare da una nella sala un gruppo di guardie anch'esse con in tuta, che scortarono un piccolo uomo fino alla sua seduta, e che poco dopo iniziò a parlare.
    Il genin non aveva mai visto il daimyo di persona, era un evento storico per lui poter osservare il capo dell'intero Paese da così vicino, ma intanto era finalmente giunta l'ora di venire a sapere come stavano davvero i fatti e vedere se vi fosse una soluzione. Per qualche istante, però, l'attenzione di Ryuu cadde su Akira; quello che era stato il suo compagno di missione per due volte, ora si trovava al fianco del daimyo del loro Paese insieme ad un altro ninja, ma non riusciva proprio a spiegarsi il motivo. La soluzione più semplice era che avesse ottenuto una promozione, divenendo un importante figura per il villaggio, avendo già saputo che era diventato un membro delle squadre speciali, ma poteva anche darsi che si trovasse lì come testimone diretto per via di Meika, essendo stata la prima ad essere rimasta contagiata, proprio durante la loro missione.
    L'unico modo per saperlo era ascoltare ciò che il daimyo avesse da dire, quindi Ryuu siportò l'attenzione su di lui, ma a quel punto, un altro pensiero disturbò la sua mente... o meglio, la profonda e scura voce del Sanbi si intromise nei suoi pensieri, facendosi sentire dopo molto tempo.

    Siete messi proprio male...


    Non gli era mai andato a genio parlare con lui, gli dava un senso di ribrezzo scambiare delle parole con quel demone, ma come il Mizukage aveva cercato di fargli capire, avrebbe dovuto imparare a conviverci, quindi, per quieto vivere, rispose a quella che ovviamente non era una reale preoccupazione, ma più che altro un gongolare della pessima situazione in cui si trovava il villaggio.
    Che grande osservatore.
    Senza accorgersene, invece di pensare la risposta, la disse a voce, senza rendersi conto che chi gli fosse seduto affianco avrebbe potuto sentirlo.

    Non hai notato niente, ovviamente.

    Che devo notare?

    Non ti sembra che manchi un dettaglio fondamentale in questa riunione? Anzi...qualcuno?


    Incapace di comprendere ciò a cui si stesse riferendo il bestione, Ryuu diede un'occhiata in giro più approfondita, guardandosi intorno e poi rivolto verso la zona da cui parlava il daimyo. Gli sembrava che non ci fosse nulla di anomalo, quando infine, si rese conto che effettivamente qualcosa che non andava, facendosi prendere dalla preoccupazione di uno scenario che sperò fosse solo un mero pensiero pessimistico. Qualcun altro avrebbe dovuto trovarsi lì, ma per qualche oscuro motivo era assente.

    Dov'è il mizukage?

     
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    Settima Riunione [2]



    Quando, per oltre dieci minuti, nessun altro ninja si fosse fatto avanti, Il Daimyo avrebbe invitato i Kiriani a sedere sulle panche, e non seminati in giro per il tempio. L'uomo voleva avere sempre tutto sotto controllo, sebbene avesse l'espressione di un uomo estremamente insicuro. Pochi istanti, e il regnante avrebbe parlato, dando risposte a molte delle domande dei ninja, ma magari creandone di nuove. Riguardo il Mizukage.

    - Nobili ninja della Nebbia, giungo qui a voi in un momento di necessità per il villaggio. Il Mizukage non è presente, come potete notare. -

    Il Daimyo avrebbe arrovellato le dita di entrambe le mani tra di loro, nervoso. Quindi dopo aver rilassato il corpo con un profondo respiro, avrebbe continuato.

    5849bf809afd3



    - Itai Nara sebbene mantenga il suo titolo, al momento non è presente nel villaggio, a causa della pestilenza che ha causato la quarantena. Il nostro Mizukage è partito alla ricerca di una cura e...- Lo sguardo del Daimyo si abbassò, era evidente che stava tralasciando qualcosa nel suo discorso, la preoccupazione era chiara. -....Non possiamo assicurare con chiarezza la data del suo ritorno. Per questo motivo, sono costretto a prendere provvedimenti. -

    Il Daimyo avrebbe schioccato le dita, e due delle guardie avrebbero estratto due rotoli dal proprio mantello, porgendoli al Daimyo, che si sarebbe alzato e posto in piedi proprio davanti alla navata che divideva il tempio, inserendo i due rotoli nel mantello ed estraendone un terzo; che avrebbe letto ad alta voce, come se stesse annunciando un editto. Conteneva i nomi di due ninja, quindi lo avrebbe riposto.

    - Ryuu Mizukiyo, Keiji Kagome, fatevi avanti. - E avrebbe atteso che i due si facessero avanti. Ovviamente le guardie lo avrebbero seguito e si sarebbero disposte serrate attorno a lui, per garantirne la sicurezza. Quando i due ninja si fossero presentati, avrebbe continuato.

    - In questo momento di instabilità, a Kiri servono certezze, e le certezze si fondano sui ninja! Quindi decreto quanto segue. Ryuu Mizukiyo, per la tua lealtà al villaggio e il tuo contributo nel servizio, vieni nominato guardiano di Sango. La spada Corallo ti è affidata, in difesa di Kiri. - E avrebbe estratto uno dei due precedenti rotoli, quello contenente Sango, porgendolo a Ryuu. Poi si sarebbe rivolto a Keiji.

    - Il tuo ardore non è passato inosservato, servo di Kiri, per questo ti viene affidata Unagi, perchè ti sia d'aiuto nel ristorare il tuo clan, alleato fedele di Kiri, e più che mai necessario in questo momento. La spada dell'Anguilla ti è affidata, in difesa di Kiri. - Avrebbe sentenziato, porgendo il secondo dei due precedenti rotoli, al Kenkichi.
    Sarebbe quindi tornato verso la sua seggiola, fermandosi prima davanti ad Akira. Molto vicino, a distanza di stretta di mano.
    Il Daimyo avrebbe estratto un terzo rotolo, molto particolare, chiuso con il sigillo di Kiri, e lo avrebbe poggiato nelle mani del chunin. Avrebbe quindi parlato, ma non a voce alta, colloquiale.


    - Hozuki, io personalmente ti affido questo. Il nobile Mizukage l'ha recuperata poco prima di partire, sono sicuro che non mi deluderai, rammenta chi l'ha impugnata in passato, e usala in difesa di Kiri. Pelle di Squalo ti appartiene. -

    E sarebbe tornato nuovamente verso la sua seggiola, fermandosi prima davanti all'altare posto al centro del tempio, dando le spalle ai ninja, per distendere un rotolo sul piedistallo di pietra, ed evocare...qualcosa. Quando si fosse voltato, l'oggetto in questione si sarebbe rivelato come un...copricapo.

    - Kiri non può restare indifesa in un momento del genere. Non senza un Kage attivo e sicuro. Vieni avanti, Asmodai. - E avrebbe atteso il jonin, con in mano il copricapo degno di un Kage.

    Edited by Jotaro Jaku - 9/12/2016, 14:04
     
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    La Settima Riunione di Kiri
    Capitolo Unico


    Atto II
    Guardiano di Unagi
    Lentamente il tempio si riempì di Shinobi con qualche volto conosciuto, come il guardiano Ryuu e lasciandomi anche perplesso di l'assenza di qualche altro volto, come di quello della kunoichi medica che mi aveva soccorso dopo l'incontro col Flagello. Passarono dei lunghi minuti prima che il Daimyo prendesse parola; molto uomini e donne si alternarono sulle panche dietro di me, scambiandosi vari cenni di preoccupazione sul triste stato in cui versava Kiri. Alla fine, dopo un interminabile silenzio, il Reggente prese parola. Nobili ninja della Nebbia, giungo qui a voi in un momento di necessità per il villaggio. Il Mizukage non è presente, come potete notare. Itai Nara sebbene mantenga il suo titolo, al momento non è presente nel villaggio, a causa della pestilenza che ha causato la quarantena. Il nostro Mizukage è partito alla ricerca di una cura e ... disse prima di interrompersi. Già all'inizio del discorso pareva molto crucciato in volto, tristo ed anche preoccupato per quello che stava per dire: ma la breve pausa che fece a questo punto del discorso fu un chiaro riavvolgimento del nastro volto ad oscurare qualcosa su cui non si sarebbe dovuto pronunciare. Itai era più in pericolo di quanto pensassimo. ... non possiamo assicurare con chiarezza la data del suo ritorno. Per questo motivo, sono costretto a prendere provvedimenti. concluse, prima di chiamare, con lo schiocco delle sue dita due guardie. Queste estrassero dal loro mantello due rotoli che affidarono al Daimyio, il quale poi si alzò e si incamminò verso la navata. Ero nervoso, le premesse di quella faccenda si erano fatte troppo gravi perché io mantenessi la calma. La mia testa era avvolta nei suoi pensieri e l'idea di un Kage in pericolo rimbalzava tra le sue pareti come un impulso elettrico chiuso in un circuito. Distratto dalle mie stesse cogitazioni, non vidi che il Reggente posò i due rotoli per estrarne un terzo dal quale diede solo una rapida sbirciata. Ryuu Mizukiyo, Keiji Kagome, fatevi avanti. Il risuonare del mio nome all'interno di quel luogo mi riportò al presente, costringendomi a riprendere il controllo di me stesso. Lentamente mi alzai ed aspettai che il Guardiano facesse lo stesso per poi pormi accanto a lui e dirigermi verso l'uomo che ci aveva chiamato. Non mi posi neanche il problema di quella convocazione, stordito com'ero dai miei stessi pensieri. Giunto lì davanti, osservato da tutti, avvolto dalla schiera di guardie che proteggevano il Daimyo, feci parlare prima Ryuu e poi presi parola, presentandomi. Io sono Keiji Kagome, ligio Genin del villaggio dell'Acqua. Dissi semplicemente, senza tanti orpelli, con voce ferma e risoluta. Si rivolse prima al Mizukiyo facendomi capire ciò che sarebbe, di lì a poco, successo. In questo momento di instabilità, a Kiri servono certezze, e le certezze si fondano sui ninja! Quindi decreto quanto segue. Ryuu Mizukiyo, per la tua lealtà al villaggio e il tuo contributo nel servizio, vieni nominato guardiano di Sango. La spada Corallo ti è affidata, in difesa di Kiri. Se al Guardiano era stata assegnata una delle Nuove Sette per proteggere Kiri, io che merito avevo per essermela guadagnata? E poi, Itai non si era pronunciato a favore di questo nella scorsa riunione ritenendomi, forse, non ancora pronto. Che ci facevo io lì, dunque? Il tuo ardore non è passato inosservato, servo di Kiri, per questo ti viene affidata Unagi, perchè ti sia d'aiuto nel ristorare il tuo clan, alleato fedele di Kiri, e più che mai necessario in questo momento. La spada dell'Anguilla ti è affidata, in difesa di Kiri. Avevo riportato ordine nel mio clan e necessitavo di una guida più illuminata: Unagi era il mio premio. Chi meglio di uno spadaccino poteva maneggiare una spada? Chi meglio di una Lama Insanguinata poteva ergersi sopra gli altri Shinobi contendenti una delle sette. Presi il rotolo con entrambe le mani, chinandomi sul ginocchio e tenendo l'oggetto alto sopra la testa. Poi lentamente mi rialzai, felice di aver ricevuto una spada che, con i suoi immensi poteri che ancora non conoscevo, avrebbe potuto aiutarmi a ritrovare l'unica Lama che desideravo più ardentemente dell'onore delle Sette: Saruhyondo.
    Il Daimyo a quel punto si sarebbe congedato dandoci le spalle e dirigendosi verso Akira. Io lentamente tornai al mio posto, senza perdere però di vista l'Hozuki, già proprietario di Sameha alla scorsa riunione, vedendo che il Reggente si era intrattenuto con lui. Si scambiarono parole che non potei udire ma vidi quello che videro tutti: l'uomo passò ad Akira un rotolo molto più vistoso di quello a me affidato. Dovevo parlare col ragazzo alla fine di tutto questo. Prima che il nobile riprendesse posto sulla sua sedia, sostò davanti all'altare posto al centro del tempio evocando da un ennesimo rotolo qualcosa. Finché non si girò, scostandosi, non potei vedere cosa fosse ma poi, appena egli riprese parola, appellandosi al Ninja che avevo riconosciuto al mio ingresso ma di cui non ricordavo niente, realizzai che fosse un copricapo. Uno molto particolare. Quello del Mizukage. Asmodai, questo era il nome del ninja, a quanto pare era un Jonin. Kiri non può restare indifesa in un momento del genere. Non senza un Kage attivo e sicuro. Vieni avanti, Asmodai. Per giorni non mi sarei levato dalla testa quello che sarebbe accaduto in quel luogo durante quella riunione.



    StatisticheStatus
    Forza: 700
    Velocità: 600
    Riflessi: 600
    Resistenza: 575

    Agilità: 600
    Precisione: 600
    Concentrazione: 600
    Intuito: 600

    Vitalità


    Chakra
    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti


    [Slot Difesa I]
    [Slot Difesa II]
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    [Slot Tecnica Base]

    [Slot Tecnica Avanzata]


    [Slot Gratuito]



    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.




    Edited by Jotaro Jaku - 9/12/2016, 14:26
     
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    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»


    Quando il tempio i riempì Seinji non poté fare a meno di vedere volti già conosciuti e volti meno conosciuti. Qualcuno di loro li aveva visti già alla riunione precedente; altri, invece, rimanevano un discreto segreto, che forse l'Akuma avrebbe scoperto soltanto con il tempo. In ogni caso, sedutosi Seinji osservò il tempo riempirsi lentamente con ogni genere di shinobi. Non sembravano malati, e forse avevano esagerato un po' nel definire quella situazione così critica. Tra i presenti vide Ryuu, che per fortuna stava bene e non dava segni di cedimento alla malattia. Non vi era, però, la kunoichi del suo clan Akuma, che gli aveva cambiato i connotati del volto su richiesta di Itai Nara. Sperava stesse bene, per lo meno. Meika, del resto, era il futuro del clan e sarebbe stato un gran disastro se le fosse successo qualcosa di grave. In ogni caso ne seguì un lungo silenzio carico di dubbi, domande e forse di rabbia. Perché tra tutti i periodi dell'anno, quello era decisamente il peggiore per un'epidemia di quel genere. Quando tutti si sedettero sulle panchine e ascoltarono il Daimyo, questi, in mezzo ad Akira e Sanjuro, prese parola. Disse che Itai Nara non era nel villaggio, ma che manteneva ancora il suo titolo. E che era dovuto allontanarsi a causa dell'epidemia.
    "Di bene in meglio," - pensò l'Akuma ascoltando quelle parole e comprendendo quanto fosse grave il tutto. L'assenza di Meika, che era comunque il futuro del clan, era una notizia molto negativa. L'assenza del Kage, invece, era un vero e proprio disastro. Senza Kage, sotto i colpi di una malattia potenzialmente mortale, Kiri era vulnerabile dinnanzi ai nemici. E i nemici erano tanti. Inoltre, vi sarebbe stato da capire chi e perché aveva causato quell'epidemia. Del resto, le malattie di quel tipo non potevano diffondersi così, senza una causa precisa. Vi doveva essere stato qualcuno a scatenarla o portare il ceppo batterico tra le mura del villaggio da fuori.
    "Quel figlio di puttana di un Nara non è morto dopo missioni su missioni e scontri su scontri e si è ammalato per colpa di un ceppo batterico! Seinji!"
    L'Akuma, però, con le mani incrociate sul petto, continuò ad ascoltare. Dalle parole del daimyo sembrava proprio che il Nara si fosse ammalato gravemente. E il fatto che non era morte, non significava che non sarebbe potuto morire da lì a poco. Cosa avrebbero dovuto fare a quel punto? Ogni villaggio che si rispetti avrebbe dovuto aiutare il proprio Kage. Partire a cercare la cura per lui e per gli altri. Dalle parole del daimyo, però, Seinji iniziava a pensare che forse una tale possibilità non era contemplata: Itai Nara non avrebbe ricevuto visite di sorta, e forse sarebbe morto, o forse no. E pensare che Seinji si era ben legato a quel tizio, nonostante gli stesse antipatico inizialmente. In ogni caso, già allora decise che avrebbe posizionato il caso di Itai Nara subito dopo quello di Etsuko Akuma nella sua personale lista di cose da fare. Non poteva semplicemente prendere a lasciare che il Nara morisse da qualche parte così, lontano da Kiri, lontano da Konoha. E forse anche dalla sua famiglia, sebbene Seinji non sapeva che fine avevano fatto i famigliari del Nara e dove si trovavano questi ora.
    "E' il volere della Provvidenza dei Kami," - pensò già allora l'Akuma, - "Se il Mizukage della Foglia si è ammalato così gravemente. Ma non posso semplicemente lasciarlo morire."
    Ne seguì un affermazione che lasciò Seinji alquanto perplesso. Che tipo di provvedimenti voleva prendere il Daimyo? Sebbene avesse il potere sul posto, non era un Kage. Perciò osservò con abbastanza incredulità ciò che il Daimyo fece successivamente, prendendosi due rotoli e incamminandosi per la navata. Seinji lo osservò con un espressione di tanquillità, ma comunque abbastanza perplesso.
    In primo luogo il Daimyo si rivolse a Ryuu, il guardiano, e a Keiji, un tizio che Asmodai non conosceva. Al primo il Daimyo diede Sango, una spada Corallo, in ricompensa a tutto ciò che aveva fatto per Kiri e il servizio che aveva prestato al villaggio. Al secondo diede Unagi, la spada-Anguilla. Poi si rivolse anche ad Akira, dandogli la Samehada, Pelle di Squalo, simbolo di Kiri.
    "Chissà a me che mi darà..." - si chiese l'Akuma restando seduto a braccia incrociate. A discapito di quanto pensava, ovvero che i regali sarebbero finiti lì e si sarebbe passati a questioni più importanti, Asmodai venne chiamato dal Daimyo, che tirò fuori il cappello del Kage.
    "Ehm..." - sospirò incredulo Asmodai, quasi non credendoci.
    "Avanti!" - gli urlò una voce nella testa. - "E' la Provvidenza! E' il momento della Provvidenza!" - continuò a urlare la voce.
    «Se è la Provvidenza che lo vuole,» – affermò Asmodai alzandosi dal posto e andando verso il Daimyo. - «Immagino che finché il Nara non tornerà, sarò io alla guida di Kiri.» – Sentenziò allungando la mano per prendere il – suo – cappello.
    "Sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Sono stati i Kami stessi a mettermi alla guida del villaggio. "
    Quando lo prese si girò verso i presenti.
    «Farò il mio meglio per difendere il villaggio,» – affermò sicuro di sé restando in piedi in mezzo a Sanjuro e al Daimyo.



    Seinji
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    Energia Vitale: 30/30
    Chakra: 500 bx / 500bx

    Recupero Abilità:

    Equipaggiamento:
    -CartaBomba liv. II X2 legata a 2 kunai
    -CartaBomba liv. III X3 legata a 3 kunai
    -CartaBomba liv. III Distruttiva X2 legata a 2 kunai
    -Kunai X8 (7 legati a 7 bombe)
    -Tonico di Recupero Superiore X3

    Illusione: ///

    Slot Difesa 1: ///
    Slot Difesa 2: ///
    Slot Difesa 3: ///

    Slot azione 1: ///
    Slot azione 2: ///
    Slot azione 3: ///
    Slot azione Bonus: ///

    Slot Tecnica 1: ///
    Slot Tecnica 2: ///
    Slot Tecnica 3: ///
     
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    La Settima Riunione di Kiri

    I


    [Nella settimana precedente]

    I ricordi si succedevano confusi nella mia mente.
    Ricordavo di aver attraversato le vaste paludi insieme ai miei compagni.
    Insieme a Lei.
    Le piane devastate. I corvi. I morti.
    Lo shulviano disperato, in ginocchio di fronte alle immense porte chiuse.
    Un rantolo di morte percorse la mia schiena, quasi fino a farmi drizzare i capelli.
    Lei era lì, con un uomo ai suoi piedi. Una minuscola ferita sulla sua gamba.
    E' da quel momento che facevo fatica a ricordare cosa fosse successo. Quando non dormi da una settimana la realtà ti sembra un sogno; i sogni diventano la realtà.
    Il problema è che spesso i sogni sono incubi.
    Il viaggio di ritorno era stato frenetico, con Lei sulle mie spalle, mentre correvo talmente veloce da lasciare indietro i miei compagni, fino alla costa almeno.
    Minacciai il capitano del primo vascello che trovai, dicendogli che gli avrei tagliato la testa a metà se non si fosse diretto immediatamente verso la Nebbia.

    Fu portata in ospedale. Giorno e notte aspettai il cenno di un suo sorriso accanto al suo letto, ma la febbre era incessante così come il dolore.
    Non abbandonai mai il suo capezzale, neanche quando fu trasferita a casa del padre.
    Non era certo quello il modo in cui mi aspettavo di conoscerlo: una cena formale che avrei finito puntualmente per rovinare... l'avrei preferita.
    Le notizie dei casi che aumentavano all'interno del Villaggio aumentavano, ma non mi interessa.
    Io ero accanto a Lei, e lì sarei rimasto, anche se il mondo fosse caduto. Era diventata Lei il mio mondo.
    Fu, forse, dopo più di una settimana che il mio corpo smise di resistere, e mi addormentai.
    Non seppi dire per quanto tempo dormii accanto al suo capezzale, mentre tutto il mondo fuori andava in fiamme, corrotto dal misterioso morbo di Shulva.
    L'unica cosa che so è che, quando mi svegliai, non ero più vicino a Lei.
    O meglio... non ero più nello stesso posto.
    Cercai di destarmi dal sonno, strizzando gli occhi, ma quando furono di nuovo aperti, mi accorsi che quello non era un sogno. Ero in un'ampia stanza, circolare, in cui ero stato molte volte. Era l'ufficio di Itai Nara.
    Finalmente ti sei alzato, ragazzino. Mi girai di scatto verso l'origine della voce. Dinanzi alla porta d'ingresso si ergeva un uomo dai folti capelli bianchi, come la sua pelle, in un elegante kimono di varie tonalità di nero e rosso. [Img]kaguya_ginjo_by_arrancarfighter-d5o9wjg Incominciavo a pensare che ti fossi ammalato anche te. Evidentemente la tua continua esposizione al morbo deve averti garantito un certo tipo di immunità. Alle mie spalle, con una voce fredda e cupa, un ragazzo di medie dimensioni, coperto quasi interamente da del bendaggio bianco, attendeva con le braccia conserte nella penombra. [Img]kuramore_of_the_mist_by_mysterious_flame-d4wz2s5
    Quanto siete burberi! Lasciatelo in pace, non avete sentito?! La ragazza da cui è nata l'epidemia era la sua fidanzata! Una terza voce, limpida e cristallina, apparteneva ad una ragazza dai capelli biondi, attraente e raffinata, seduta con le gambe incrociate sulla scrivania del Mizukage. [Img]izanami_2_by_shiroi_hi-d56c1k0
    Mi rialzai di scatto dal divanetto in cui mi ero svegliato. La prima reazione fu quella di cercare Sameha al mio fianco. La mano afferrò il nulla. Il tuo coltellino è al sicuro, non preoccuparti. Ti verrà restituito a tempo debito. Dopo che lui ti avrà parlato. Sono successe molte cose in questi giorni, mentre te giocavi a fare il crocerossino. L'uomo dalla carnagione albine fece un passo di lato, aprendo con una mano la grande porta dell'ufficio, rivelando una figura che mai avrei pensato di poter vedere.
    Non che conoscessi il suo viso, ma gli abiti non potevano trarre in inganno: il daimyo dell'Acqua era a Kiri. Entrò a passo lento nella stanza, andandosi a sistemare su una poltrona in pelle nera. Akira Hozuki... Capo delle Squadre Speciali di Kiri... Dobbiamo parlare di molte cose. Come forse te ben saprai, una strana epidemia si è impossessata del Villaggio, ed io sono qui per ristabilire l'ordine e la sicurezza del nostro Paese. Tu, come servo di Kiri, mi aiuterai a farlo, visto che Itai Nara non può più farlo. Le informazioni su Shulva le ho apprese dal rapporto del giovane Mizukiyo. Adesso dobbiamo pensare a rendere Kiri di nuovo stabile, i tempi sono bui, non possiamo permetterci sbandamenti o cenni di debolezza. Le parole caddero come dei massi sulla mia coscienza. Di cosa diamine stai parlando?! L'idea di essere di fronte alla massima autorità del Villaggio dell'Acqua, ovviamente, era già uscita dalla mia testa. Dov'è itai?! Dov'è... Lei?! Un brusco cenno della sua mano sinistra mi zittì. Forse non ci siamo capiti, Hozuki. Io qui parlo, tu annuirai ed eseguirai i miei ordini. Itai non è più qui, probabilmente non tornerà più. Asmodai sarà il suo successore. La vena sulla mia tempia pulsò. Asmodai?! O vorresti dire Seinji Akuma?! Cosa sta dicendo?! Ma lo sa almeno chi è in realtà?! Sa cosa ha fatto o cosa ha cercato di fare?! Ha cercato di uccidere due kage, è stato più tempo un nukenin che un ninja di Kiri... Non può sostituire Itai, neanche temporaneamente! Come fa ad affidargli un incarico del genere! Deve essere lei a prendersi le sue responsabilità e restare qui finché non tornerà Itai! La questione del Mizukage può aspettare! Ci sono cose più urgenti... Seinji era un buon ninja, ma non era un leader. Non era in grado di poter sostituire Itai, in alcun modo. Che lui sia l'unica risposta non significa che sia anche la soluzione! Mi dia del tempo, tornerò a Shulva e troverò una cura. Distruggerò quella città, roccia dopo roccia, se deve essere necessario... Due settimane. Mi dia due settimane.

    [Oggi]

    Gli avvenimenti di due giorni prima sarebbero, forse, stati resi noti ai più nei giorni che si sarebbero susseguiti, ma in quel preciso nessuno era a conoscenza di quel che era successo. In piedi, accanto al daimyo, a braccia conserte, aspettai che tutti i ninja presero il loro posto, osservandoli uno per uno in volto. Spaesati, spaventati.
    Non sapevano a cosa stavano andando incontro.
    Ed io non potevo fare nulla per proteggerli. Per proteggere... lei.
    Il mio corpo, completamente coperto dalla speciale tuta, era evidentemente debole. Il mio viso, solcato da due profonde occhiaie, lasciava trasparire più stanchezza e dolore di quanto non volessi far apparire.
    Il daimyo fece proprio quelle che mi aveva detto: altre due delle Sette furono donate a Ryuu e Keiji.
    Forse l'unica scelta quantomeno sensata di quell'uomo.

    Poi venne il mio turno, anche questo come secondo scaletta.
    Il mio compenso, il mio premio.
    Parole diverse per esprimere un concetto identico, ma che poco aveva di affine all'idea di "onore".
    Non parlai, neanche un fiato, mentre prendevo dalle mani del mio signore la spada più famosa al mondo.
    Avrei saputo sfruttare a mio vantaggio questa sua scelta. Chinai leggermente il capo, prendendo con entrambe le mani il prestigioso rotolo. Pelle di Squalo mi aiuterà a sconfiggere i nemici di Kiri. Tutti. Parlai a bassa voce, in risposta al daimyo, cercando il suo sguardo con il mio. Shinobi della Nebbia... Supereremo insieme questo periodo difficile, ve lo prometto. Chiunque mi avesse conosciuto, avrebbe colto immediatamente dal mio tono che qualcosa mi turbava nel più profondo, ancor di più di quanto il mio aspetto fisico non potesse dire.
    Il piano era già stato preparato.
    Per Kiri.
    Per Lei.

    Da questo momento in poi non utilizzerò più alcun PnG, che saranno manovrati dal QM della giocata.
     
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  12. kane-hell1
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    Legenda:


    Narrato
    Parlato


    IL NUOVO MIZUKAGE



    La gente continuò lentamente a fluire all'interno del tempio, uno per volta, dopo aver oltrepassato il minuzioso controllo delle guardie del Daimyo. Ryosei non si voltò mai per vedere chi fosse presente, poiché aveva paura di fare i conti con la gravità di quell'epidemia. Il ragazzo infatti temeva che voltandosi avrebbe potuto trovarsi di fronte ad una sala completamente vuota, o peggio, avrebbe potuto notare l'assenza di qualcuno che conosceva. Decise allora di non guardarsi troppo intorno e di non prestare troppa attenzione alle parole delle persone che lo circondavano. A giudicare dall'intensità del vociare però, il Kakita capì che il tempio quella mattina era abbastanza affollato; la cosa lo rincuorò.
    Quando il flusso di persone si interruppe definitivamente, il Daimyo iniziò a parlare e il vociare si interruppe istantaneamente.

    CITAZIONE
    Nobili ninja della Nebbia, giungo qui a voi in un momento di necessità per il villaggio. Il Mizukage non è presente, come potete notare.

    Ryosei non lo aveva neanche notato, ciò a dimostrazione di quanto quella situazione lo preoccupasse. Il Mizukage Itai Nara, la più alta carica del villaggio della nebbia, non era presente ad una riunione in cui si discuteva di una grave situazione che stava attraversando il villaggio. Mille pensieri iniziarono a viaggiare nella mente del giovane Kakita. Che il Mizukage fosse morto? magari stroncato proprio da quella stessa malattia?
    motivo che avrebbe giustificato l'improvvisa riunione indetta dal Daimyo.

    CITAZIONE
    Itai Nara, sebbene mantenga il suo titolo, al momento non è presente nel villaggio, a causa della pestilenza che ha causato la quarantena. Il nostro Mizukage è partito alla ricerca di una cura e... non possiamo assicurare con chiarezza la data del suo ritorno. Per questo motivo, sono costretto a prendere provvedimenti.

    Ryosei non capiva; il Mizukage era andato a cercare una cura e di tutta risposta il Daimyo decide di nominare un nuovo Mizukage? o peggio voleva prendere egli stesso il controllo di Kiri?. Qualcosa non quadrava e non solo per il Kakita; tutti nella sala del tempio stavano confabulando.
    Intanto le guardie del Daimyo estrassero dei rotoli dai proprio mantelli e li porsero al nobile, il quale si alzò e prese un terzo rotolo dal quale iniziò a leggere dei nomi...

    CITAZIONE
    Ryuu Mizukiyo, Keiji Kagome, fatevi avanti.

    ...

    In questo momento di instabilità, a Kiri servono certezze, e le certezze si fondano sui ninja! Quindi decreto quanto segue. Ryuu Mizukiyo, per la tua lealtà al villaggio e il tuo contributo nel servizio, vieni nominato guardiano di Sango. La spada Corallo ti è affidata, in difesa di Kiri.

    Il tuo ardore non è passato inosservato, servo di Kiri, per questo ti viene affidata Unagi, perchè ti sia d'aiuto nel ristorare il tuo clan, alleato fedele di Kiri, e più che mai necessario in questo momento. La spada dell'Anguilla ti è affidata, in difesa di Kiri.

    Il Daimyo porse i rotoli contenenti due delle spade di Kiri ai due shinobi che aveva nominato.
    Quindi il nobile prese un ulteriore rotolo, questo chiuso con il sigillo del villaggio, e si voltò verso uno degli shinobi che lo aveva accompagnato sull'altare del tempio

    CITAZIONE
    Hozuki, io personalmente ti affido questo. Il nobile Mizukage l'ha recuperata poco prima di partire, sono sicuro che non mi deluderai, rammenta chi l'ha impugnata in passato, e usala in difesa di Kiri. Pelle di Squalo ti appartiene.

    Il Daimyo si voltò, prese ancora un altro rotolo e lo dispose su un ripiano, Ryosei non capiva cosa stesse facendo fino a quando non si voltò, adesso con il copricapo del Mizukage tra le mani

    CITAZIONE
    Kiri non può restare indifesa in un momento del genere. Non senza un Kage attivo e sicuro. Vieni avanti, Asmodai.

    Asmodai? Il Kakita non aveva mai sentito quel nome, eppure quando si voltò riconobbe il suo volto. Improvvisamente ritornò con la mente a qualche settimana prima, quando insieme al suo compagno Yuki Mori aveva sostenuto la sua prima "missione" accademica, che poi si era rivelata un test delle loro capacità. Quello che adesso stava per essere nominato Kage del villaggio del nebbia era il ninja senza nome che li aveva messi alla prova. Ryosei non sapeva nulla di lui, sapeva fosse uno shinobi dell'accademia, ma adesso non ne era più neanche così sicuro. La sua mente iniziò a viaggiare; e se quella fosse stata una prova per testare la forza delle nuove leve di Kiri, e non di tutta l'alleanza dei villaggi come pensava Ryosei? e se tutto ciò che stava succedendo a Kiri non fosse che una copertura per instaurare un nuovo governo? Ora più che mai il Kakita voleva sapere che fine avesse fatto Itai Nara, iniziava ad aver paura di essersi ficcato in qualcosa decisamente più grande di lui. Senza rendersene conto si era alzato in piedi e con la testa seguiva il prossimo Mizukage, mentre si incamminava verso il suo nuovo incarico. Intanto sua madre, strattonandolo da una manica del vestito, provava a farlo sedere nuovamente al suo posto.



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    La Settima Epidemica Riunione di Kiri

    II



    Dopo che passò un po' di tempo senza che nessun altro ninja facesse accesso al tempio. Il tizio sul seggiolone, che si rivelò essere il Daymio allora cominciò a parlare placando il brusio nella sala
    Nobili ninja della Nebbia, giungo qui a voi in un momento di necessità per il villaggio. Il Mizukage non è presente, come potete notare.

    Kitori non aveva notato tale assenza anche perché non lo aveva mai visto, che si fosse ammalato anche lui?
    Itai Nara, sebbene mantenga il suo titolo, al momento non è presente nel villaggio, a causa della pestilenza che ha causato la quarantena. Il nostro Mizukage è partito alla ricerca di una cura e... non possiamo assicurare con chiarezza la data del suo ritorno. Per questo motivo, sono costretto a prendere provvedimenti.
    Cerca una cura in persona lasciando il villaggio non ha senso...Ci deve essere qualcosa sotto.
    Affermazione che scatenò non pochi mugugni...
    Il Daimyo fece un segno , e due delle guardie avrebbero estratto due rotoli, porgendoli al Daimyo, che inserendo i due rotoli nel mantello ne estrasse un terzo; che avrebbe letto ad alta voce, come se stesse annunciando un editto. Conteneva i nomi di due ninja, quindi lo avrebbe riposto.
    Ryuu Mizukiyo, Keiji Kagome, fatevi avanti. In questo momento di instabilità, a Kiri servono certezze, e le certezze si fondano sui ninja! Quindi decreto quanto segue. Ryuu Mizukiyo, per la tua lealtà al villaggio e il tuo contributo nel servizio, vieni nominato guardiano di Sango. La spada Corallo ti è affidata, in difesa di Kiri. Il tuo ardore non è passato inosservato, servo di Kiri, per questo ti viene affidata Unagi, perchè ti sia d'aiuto nel ristorare il tuo clan, alleato fedele di Kiri, e più che mai necessario in questo momento. La spada dell'Anguilla ti è affidata, in difesa di Kiri.
    due delle 7 spade di Kiri.
    il nobile prese un ulteriore rotolo, e si voltò verso uno degli shinobi che lo aveva accompagnato sull'altare del tempio assegnandogli Pelle di Squalo.
    Poi il Daimyo si voltò, prese ancora un altro rotolo poi si voltò, con il copricapo del Mizukage tra le mani
    Kiri non può restare indifesa in un momento del genere. Non senza un Kage attivo e sicuro. Vieni avanti, Asmodai.
    Queste parole sorpresero Kitori
    Cosa? Quel pescivendolo strambo. Porcamiseria
    Mentre Asmodai alzandoti dal posto e andò verso il Daimyo...


    Status Kitori Kuro Kenkichi
    Genin - Energia Verde
    Chakra: 120 Bassissimi;
    Vitalità: 48/48 Lievi;
    Energia Vitale: 120/120 Lievi;



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    La settima riunione di Kiri

    Scossa


    La tensione nella sala principale del tempio sembrava continuare a crescere, in particolar modo nel giovane Mizukiyo, che altro non aspettava che sapere se il suo sensei era davvero assente per qualche motivo, e se i suoi sospetti erano fondati. La paura di conoscere la risposta lo spaventava, non volendo credere che fosse rimasto anche lui vittima della malattia, quindi non poté far altro che ascoltare con attenzione ogni parola pronunciata dall'alta autorità lì presente.
    Le prime parole di quest'ultimo, confermarono i suoi timori, che si ingigantirono guardando il suo aspetto preoccupato e nervoso, e divenne sempre più ansioso di voler sapere la verità. Cosa aspettava a dirlo? Era così grave? Perché tentennava? La cosa stava diventando davvero snervante per il Mizukiyo, che attendeva una netta risposta alle sue domande, e che per fortuna, alla fine arrivò sul tono di voce grave del Daimyo.
    Itai Nara sebbene mantenga il suo titolo, al momento non è presente nel villaggio, a causa della pestilenza che ha causato la quarantena. Il nostro Mizukage è partito alla ricerca di una cura e... Non possiamo assicurare con chiarezza la data del suo ritorno. Per questo motivo, sono costretto a prendere provvedimenti.

    In quel momento, Ryuu si sentì crollare il mondo addosso.
    Era sempre vissuto nella sicurezza che il suo mizukage sarebbe rimasto sempre al villaggio, governandolo e proteggendolo. Era stato il suo maestro fin da quando entrò a far parte del mondo ninja, tanto è verto che fu proprio lui a promuoverlo al grado di genin, testando le sue abilità e qualità, insegnandogli tante cose e dandogli delle lezioni di vita. Avevano passato anche altri momenti insieme, tra cui la notte che gli cambiò la vita, quando il demone a tre code si insidiò dentro di lui, ed i momenti difficili passati da allora, che con la sua saggezza di jinchuuriki vissuto, era riuscito a fargli superare.
    Fino a quel giorno, era vissuto nella convinzione che qualora ci fossero stati problemi, il suo sensei avrebbe potuto risolverli senza indugio o proteggerlo da eventuali criminali che volevano il potere del suo bijuu, ma ormai tutto ciò era crollato. Se non si era a conoscenza della data del ritorno del Mizukage, sarebbero potuti passare pochi giorni, come molti anni, e ciò equivaleva ad una perdita irreparabile a cui avrebbe dovuto abituarsi.
    Rimase paralizzato sulla sua sedia, con lo sguardo stravolto, perso nel vuoto, quando un cupo ed irritante frastuono risuonò nei meandri della sua mente. Lo sentì affiorare come un eco lontano, quasi soffocato, ma di cui avvertì forte e chiaro la ragione. Il Sanbi stava trattenendo una risata che sfociò in una ridacchiata quasi soffocata, ma che con la sua voce altisonante era impossibile da non udire.

    Ma pensa un po' che situazione. Sei rimasto tutto solo, a quanto pare.


    Al sentire quelle parole, Ryuu non ce la fece più a resistere, raggiungendo immediatamente il suo mostruoso "amico" nei meandri del suo mondo interiore, ritrovandosi nuovamente in quella gigantesca grotta fredda e umida, davanti al cancello che teneva prigioniero il suo ospite. Il suo sguardo era furioso verso il demone che aveva l'ardore di ridere alle disgrazie altrui, senza ritegno.
    Mi spieghi che c'è che non va in te? La voce del genin era piena di collera, ma ancora con un tono mantenuto, non avendo mai parlato in quella maniera a quell'odioso mostro, ma non importandosi minimamente, in quegli istanti, di chi avesse difronte.

    Abbassa la cresta, microbo.


    No! TU, abbassa la cresta! Hai proprio rotto le scatole, si può sapere perchè ti rendi tanto odioso.

    Per me, la scena è di una comicità unica. L'insettino è volato via con il tuo kage e ora ti ritrovi con il culo per terra.
    ...
    Hai paura, ammettilo.


    Lo sguardo del genin era rivolto verso l'occhio buono del Sanbi, ascoltando in silenzio le sue dure parole. I suoi pugni erano serrati, per la rabbia che gli ribolliva dentro come lava, e che alla fine esplose tutta in una volta quando il demone finì di provocarlo. Tutti i suoi sentimenti repressi, tutta la sua tristezza, dolore e paura si trasformarono in odio e rabbia che riversò sul mostro che aveva davanti, cominciando a prendere a calci e pugni le possenti sbarre di metallo, incurante delle lesioni che man mano si provocava, ed urlando con tutta la voce che aveva in corpo.
    SONO STUFO DI TE! PERCHE'! DEVI! FARE! COSì! CHIUDI QUELLA BOCCA! TI ODIO! DEVI STARE ZITTO! ZI-TTOOOO!!!
    Il ninja fu sospinto istantaneamente via da una forza invisibile, seguita dalla potente voce del Sanbi.

    Vedi di non provocarmi!


    Ryuu venne catapultato indietro di diversi metri, prima che riuscì a riprendere stabilità e poggiare i piedi su quel liquido azzurro luminescente che ricopriva il fondo della grotta, accorgendosi di 4 grossi proiettili d'acqua che viaggiavano veloci verso di lui. Prontamente alzò una mano per evocare dall'acqua un gigantesco muro su cui andarono ad impattare i colpi, per poi riprendere parola, sostenendo il tono di sfida del demone.
    Sei tu che non devi provocarmi! Qui ho io il controllo.

    TU NON CONTROLLI PROPRIO UN CAZZO DI NIENTE!


    L'imponente ed infuriata voce del Sanbi si diffuse in tutta la grotta, facendo tremare le pareti e l'immensa pozza d'acqua su cui erano sospesi, agendo infine sul muro acquatico alzato da Ryuu, che andò a trasformarsi in un'enorme bocca con le fauci spalancate, che si abbatterono su di lui e lo trascinarono affondo.
    Quella situazione ricordò al genin la prima volta che si ritrovò faccia a faccia con il suo bijuu, quasi venendo affogato in quell'acqua cristallina, ma stavolta non trovò nessuna forza che si opponesse alla sua risalita in superficie, riemergendo lentamente e con lo sguardo abbattuto.

    Se tu sei ancora vivo, lo devi soltanto a me.



    Le forze gli erano ormai venute a mancare, quando si ritrovò immerso in quella pozza d'acqua azzurra, riemergendo senza più voglia di continuare ad andare avanti. Il suo maestro non c'era, il villaggio era in preda ad una tremenda epidemia ed ora, anche dentro la sua mente si rese conto di non avere alcun tipo di potere per avere sotto controllo la situazione.
    Tutto gli era sfuggito di mano, o meglio, non era mai stato niente nelle sue mani. Era in preda allo sconforto più totale, bagnato fradicio e messosi in ginocchio sullo strato di liquido, non avendo la forza di rimettersi in piedi. Poggiò le mani sulla superficie per lui solida, e lentamente trasformò la furia di poco prima in tristezza, lasciando pian piano andare via delle lacrime che andarono a mischiarsi con il lago sottostante.
    Con il fiato tremolante, provò a rivolgersi a quello che per lui era la causa dei suoi problemi, con una voce chiaramente sconfitta, tra un singhiozzo e un altro che non cercavano ormai più di trattenere il suo sconforto sfociato in disperazione.
    Perché fai così...
    ...
    Che vuoi da me?

    Tentò invano di cercare una spiegazione a tutto quel male che il demone gli affliggeva giorno dopo giorno, tormentandolo e provocandolo apparentemente per puro divertimento, ma in quegli istanti, neanche il demone stesso sembrò trovare una valida ragione. Nella buia grotta, solo il dolore del genin risuonava nell'aria, che diede infine un pugno nell'acqua ed alzò il capo, gridando ancora una volta la sua collera con tutta la voce che poté.

    CHE COSA VUOI DA MEEEEEE!!!


    I muscoli del collo si rilassarono di nuovo, facendo chinare ancora la testa e lasciando andare il genin a battere la fronte sull'acqua, non sapendo più che altro fare per ottenere una risposta.
    Il Sanbi fissò in silenzio la scena, quasi come se fosse a disagio per l'aver messo quel ragazzo in una tale condizione, ma senza perdere il suo tono sostenuto, sebbene più calmo rispetto a prima, diede la risposta che in fondo Ryuu già conosceva.

    Io voglio solo la mia libertà.


    Seguirono alcuni istanti di silenzio, in cui il giovane smise finalmente di piangere, riprendendo il controllo del suo corpo ed alzando leggermente la testa dall'acqua. Purtroppo sapeva che la richiesta del bijuu era impossibile da accontentare, a meno che non avesse voluto sacrificare la sua vita, ma anche allora, non avrebbe fatto altro che liberare un mostro gigantesco che avrebbe vagato libero per il mondo, e ciò non era concepibile per l'animo del genin.
    Scossa lievemente la testa e con la poca voce che gli uscì dalla gola, rispose a sua volta.
    Non posso accontentarti.
    Lo sguardo del Sanbi rimase impassibile, conoscendo già, ovviamente la cruda risposta.

    Allora non abbiamo più niente da dirci.
    Ti stanno chiamando.


    I pensieri del ninja tornarono alla realtà, essendosi ricordato di essere ancora alla riunione presidiata dal Daimyo, ed in men che non si dica, senza rivolgere ulteriore parola al demone, uscì dalla dimensione all'interno della sua mente e si ritrovò di nuovo nella sala del tempio, dove era stato appena pronunciato il suo nome.
    I suoi occhi erano lucidi per le emozioni provate fino a quel momento, ma dovette fare i conti con la vita all'esterno e realizzare che era stato chiamato a raggiungere il capo del Paese dell'Acqua. Le sue gambe erano deboli, ma con un piccolo sforzo si affrettò a raggiungere la posizione del Daimyo insieme ad un altro ninja che era stato convocato insieme a lui.
    Non capiva per quale motivo stesse succedendo, guardando intorno la gente che lo fissava senza capirne il perché, ma continuò ad andare avanti fino a ritrovarsi a pochi passi dal capo del Paese, circondato delle sue guardie.
    L'uomo continuò a leggere il rotolo che aveva davanti, pronunciando belle frasi fatte che in quel momento non scalfirono minimamente il Mizukiyo, almeno fino a quando non rivelò il motivo di quel trambusto. Per un attimo, Ryuu credette di star per ricevere una promozione, ma insieme al rotolo che gli venne porto, udì parole fuori dalle sue aspettative.
    L'anziano signore aveva appena consegnato una delle sette spade di Kiri nelle sue mani, che prese molto delicatamente e facendo un inchino in segno di ringraziamento, dopo che ebbe elaborato il regalo ed il compito che gli erano stati affidati.
    Grazie, Daimyo-sama. Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
    Avrebbe preferito di gran lunga che fosse stato il suo mizukage a donargliela, come promesso nella scorsa riunione, perchè se lo fosse meritato e non come gesto asettico per trovare un padrone ad una spada che non gli apparteneva. Ricevere una delle sette spade era sempre stato uno dei suoi desideri ed era un grande onore esserne il custode, ma in quel momento, la sua mente era altrove.
    Per fortuna, il suo volto coperto permise di non rivelare la sua espressione totalmente assente, e dopo che il Daimyo fece lo stesso anche con il ninja di fianco a lui, tornò a sedersi al suo posto come se niente fosse successo, stringendo nella mano destra il prezioso rotolo.
    Vagò ancora per un po' tra vari pensieri, non dando molto conto a quello che stava accadendo attorno a lui ed attendendo che si passasse a discutere di questioni importanti, come trovare dei rimedi per quella malattia tremenda, quando improvvisamente la sua attenzione venne del tutto risvegliata all'udire dettagliate parole.
    Kiri non può restare indifesa in un momento del genere. Non senza un Kage attivo e sicuro. Vieni avanti, Asmodai.
     
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  15. MonkeyKing[TF]
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    La settima riunione di Kiri


    Dopo che tutti si sedettero, il Daimyo prese parola
    Nobili ninja della Nebbia, giungo qui a voi in un momento di necessità per il villaggio. Il Mizukage non è presente, come potete notare
    Yuki non aveva mai visto il Mizukage e si chiedeva come mai non fosse presente ad una riunione di tale importanza, doveva esserci sicuramente qualcosa sotto.
    Il Daimyo proseguì con il suo discorso, cercando di rassicurare tutti i presenti sulla mancanza del capo-villaggio dando loro una spiegazione plausibile ad essa...
    Il ragazzo non ne era per niente convinto, infatti dalle sue parole e dai suoi gesti traspariva molta insicurezza e preoccupazione; prima l'epidemia e ora anche l'assenza del Mizukage, magari era soltanto una scusa per temporeggiare o magari era successo qualcosa al Mizukage, e non volevano si sapesse.
    Questi pensieri che assalirono la mente di Yuki lo preoccuparono e lo spaventarono allo stesso tempo, chi li avrebbe guidati? Chi avrebbe risolto quella situazione? Chi avrebbe rassicurato il villaggio?
    Calma Yuki, stai solo viaggiando troppo con la fantasia
    O magari è anche peggio di quello che pensi
    Una voce alla sua destra gli fece raggelare il sangue nelle vene, ormai pensava di essersi abituato a quelle situazioni singolari, eppure si sbagliava...
    Ti ho mica spaventato?
    lo spettro si stava ovviamente facendo beffe di Yuki
    Quante volte ti ho detto di non entrare nella mia testa...
    Fammi pensre... Forse sempre?!
    Non c'era proprio nulla da fare, Shun era fatto così, era solito apparire all'improvviso nei momenti meno opportuni.
    Quando morì aveva 17 anni, accadde molti anni prima, un incendio per quello che ne sapeva Yuki; era alto, moro, con sguardo tagliente che poteva dare l'impressione di serietà, ma in realtà adorava fin troppo far spaventare Yuki e prendersi gioco di lui, in più non era affatto serio.
    Se vuoi continuare a prendermi per il culo ti consiglio di andartene da qualche altra parte, sai che non mi piace che tu entri nei miei pensieri e fai come se fossi a casa tua, è la mia testa e non la tua area di sosta privata.
    Era molto alterato dall'invadenza dello spirito e quindi non si accorse di star parlando ad alta voce, solo dopo questa sua ultima frase se ne rese conto, sbiancando in volto e imbarazzato.
    Che c'è? Hai visto un fantasma?
    Poichè egli poteva benissimo sapere cosa pensava il ragazzo, lo spirito parve divertito e anche soddisfatto della figuraccia fattagli fare, mentre Yuki sperava con tutto il suo cuore che nessuno avesse sentito i suoi discorsi "solitari".
    Il kiriano si ricompose con molta normalità, facendo finta che non fosse accaduto nulla, e torno a seguire il discorso del Daimyo.

    Yuki sentì chiamare due nomi, sperava di non essersi perso parte del discorso a causa dello spiritello, ancora furioso e imbarazzato per l'accaduto.
    Ryuu Mizukiyo, Keiji Kagome, fatevi avanti.
    Vide due ragazzi alzarsi, non riuscì a sentire le loro parole da quella distanza, ma il Daimyo aveva affidato ad entrambi una delle 7 spade leggendarie.
    Subito dopo voltò la schiena all'intera platea, dopo poco si rivolse a tutti con in mano un copricapo...
    Kiri non può restare indifesa in un momento del genere. Non senza un Kage attivo e sicuro. Vieni avanti, Asmodai.
    Yuki era esterrefatto Non è possibile...un elezione, che fine ha fatto il vecchio Mizukage...
    Credo proprio che tu avessi ragione, qui c'è qualcosa sotto.
     
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82 replies since 29/11/2016, 22:38   3290 views
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