Il primo Rifornimento.

Free tra Kato e Harumi

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    Il ragazzo che aveva davanti le elargì degli utili consigli, per quanto non richiesti. Di certo sfidare qualcuno a duello solo per essere stata superata in fila non rientrava nel suo modo d'essere. D'altra parte, però, se non avesse assimilato concetti come quelli non avrebbe avuto per nulla vita facile nella sua nuova professione. In silenzio, si limitò ad annuire. Sebbene l'uomo davanti a lei sembrasse attendersi una risposta, dopo una breve pausa senza repliche da parte dell'aspirante kunoichi, riprese a parlare tornando all'argomento iniziale. La invitò a seguirla nel retrobottega, che scoprì essere adibito a magazzino, perché potesse decidere da sé di quali armi dotarsi. Harumi non se lo fece ripetere due volte e lo seguì di corsa, entusiasta. Aye!

    Ad ogni spiegazione dell'armaiolo la giovane annuiva, mandando a memoria le caratteristiche di ogni singola arma che le veniva esposta. Raggio d'azione efficace, tipo di danno, materiale, ogni informazione degna di nota veniva archiviata nella sua testa, pronta ad essere ripescata al momento opportuno. Tuttavia, man mano che procedevano tra gli scaffali, fu chiaro anche ad Harumi che nella sua guida aumentava la perplessità. Di fatti, dopo pochi minuti, quello si voltò urlando, probabilmente alla volta dei commessi che la ragazza aveva poc'anzi intravisto in negozio. La giovane infossò la testa tra le spalle, presa alla sprovvista e lievemente spaventata, ma al contempo curiosa di scoprire il motivo di tale disappunto sul volto dell'uomo.

    Alla conversazione che seguì Harumi partecipò come spettatrice, sebbene la toccasse in prima persona. Durante la sfuriata contro i tre poveretti avrebbe voluto nascondersi da qualche parte, ma quando si ritrovò improvvisamente responsabile dell'opera di sistemazione dell'intero magazzino avvampò per la vergogna. Come poteva quel ragazzo proporre una soluzione del genere? Anzi, ordinare, perché dal suo tono era chiaro che non avrebbe accettato nessuna scusa. Doveva farlo, e basta. Ma... Ma io... Deglutì, messa in soggezione dallo shinobi che la superava in grado e altezza, oltre che in determinazione. Io... Ci proverò... No, non era la risposta giusta, e soprattutto non era l'atteggiamento giusto. Smettendo di arretrare intimorita, si piantò diritta sulla schiena, chinandosi anzi un poco verso il suo interlocutore. Per stasera... Per stasera sarà tutto in perfetto ordine! Cercava di ostentare una sicurezza che, in realtà, non possedeva. Onorata di fare la sua conoscenza, il mio nome è Harumi Miyazaki e sono una studentessa alle prime armi. Ops, scusi il gioco di parole...




    La ragazza aveva preso un bel respiro prima di iniziare a spiegare ai tre dipendenti che le stavano davanti il suo piano d'azione. Si espresse con voce chiara, tirando fuori una determinazione che non sapeva di avere. Non aveva mai neppure preso in considerazione l'idea di dare degli ordini, eppure in quel momento sembrava stranamente a suo agio. Per prima cosa voglio un'idea chiara degli spazi a nostra disposizione, procuratemi una carta del magazzino con segnati tutti gli scaffali e i ripiani. Muoviti Katuio! Il commesso scattò sull'attenti e anche gli altri, uno dei quali si stava grattando piuttosto maleducatamente la pancia, si misero diritti. La giovane iniziava a comprendere che, lì ad Oto, erano le maniere forti a farla da padrone, e per venire rispettati bastava alzare la voce e fare la faccia cattiva spesso. Hebiko con Febh ne era l'esempio più lampante in fin dei conti, quindi aveva deciso di adeguarsi, nel limite del possibile. Kazuo! Procurami una lista di tutto il materiale custodito qua dentro, dall'equipaggiamento agli strumenti di lavoro. Non dimenticare neppure una vite o passerai un brutto quarto d'ora, chiaro? Forse stava esagerando, ma aveva di certo un'aria convincente. Quando anche quello fu andato, si soffermò a fissare l'ultimo rimasto, che ricambiava con uno sguardo visibilmente preoccupato. Per te ho un compito semplice semplice invece. Il sorrisetto che comparve sul suo volto lasciava sottintendere tutt'altro. Questo posto è lurido. Prendi scopa e strofinaccio e passa ogni centimetro, no ogni millimetro. Ogni superficie deve brillare, mi sono intesa. Altrimenti... Ci pensò sopra un secondo. Quale poteva essere una minaccia credibile? Altrimenti, quella scopa la userò per qualcos'altro! Una persona veramente crudele non avrebbe lesinato sui particolari, ma Harumi era troppo per bene per esprimersi in modo volgare. Il sottile sottinteso sembrò comunque altrettanto spaventoso, perché l'uomo non perse un istante e si diresse immediatamente a svolgere il suo compito. Sola, si passò una mano sulla fronte. Superato il primo ostacolo, poteva iniziare a darsi da fare.

    Fece più volte il giro della struttura, memorizzando ogni dettaglio. Aveva sempre avuto quella dote, poteva mandare in testa qualsiasi informazione su cui si concentrasse, fissandola in modo pressoché indelebile. Il primo a raggiungerla fu Katuio, che le porse una planimetria del magazzino corretta e aggiornata con la posizione di ogni porta oggetti. Increspando leggermente le labbra, la ragazza apportò qualche rapida modifica con una penna rossa, simile a una maestra che correggeva un compito. Quasi bene dai. Poco dopo fu il turno di Kazuo. In questo caso doveva fidarsi sul contenuto dei suoi fogli, ma a contrariarla era la forma. Non c'era un minimo di omogeneità, né spazio per segnare la collocazione corrente, tanto meno per eventuali note. Lo fulminò con lo sguardo, o per lo meno quella era la sua intenzione. Ora lo ricopi come si deve insieme al tuo compare qui. E veloci, che siamo solo all'inizio. Nel frattempo si mise a fissare intensamente Katuo, che sembrava battere la fiacca, producendo un aumento della produttività del duecento per cento. Sospirò, possibile che fossero tanto scansafatiche? Sistemare tutto sarebbe stato quasi più complicato che riordinare l'archivio dell'amministrazione incasinato dall'intervento di Febh e Hebiko.

    Harumi alzò gli occhi al cielo, domandandosi perché tutti si divertivano a dargli ordini da quando era arrivata nel Villaggio del Suono, e interrogandosi quindi di che fine avesse fatto Kato, il ragazzo che l'aveva cacciata in quel pasticcio. Spinse avanti il carrelino mobile con cui stava spostando una cassa di kunai verso la loro nuova dimora. Katuo, che faceva coppia con lei, li prendeva a pacchi di dieci e li collocava nelle apposite vaschette. Nel frattempo gli altri due garzoni proseguivano in parallelo sullo stesso corridoio, in modo che l'aspirante kunoichi potesse tenerli d'occhio. Erano tutti esausti, e fuori ormai stava scendendo la sera, ma i rimproveri della giovane, simili a frustate, li esortavano a continuare. Finalmente entrambi i carrelli furono vuoti e Harumi finì di segnare sull'elenco, questa volta scritto con tutti i crismi del caso, la posizione delle armi ninja. I suoi tre sottoposti erano sdraiati per terra o collassati in posizioni improbabili, ma si erano meritati un po' di riposo. La ragazza si lasciò andare su una sedia girevole, appoggiandosi con le braccia allo schienale e iniziando a farla ruotare piano per rilassarsi. Oggettivamente quel posto era uno splendore rispetto a quando lo aveva trovato, ma il giudizio di Kato la preoccupava comunque. In cielo, attraverso una finestra, vide la falce lunare risplendere. Il suo primo giorno a Oto stava per giungere al termine, ed era stato piuttosto stancante.
     
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