Ospedale

Una giocata a caso per Shinken e Tezzu

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  1. Dorian Pavus
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    Nel posto giusto al momento sbagliato

    - II -



    Se c'era qualcosa che Dorian odiava più dei ritardi era non potersi presentare in qualche posto nella migliore delle sue condizioni - ovviamente sia stilistiche che cosmetiche - e quel giorno nessuna delle due poteva essere adeguatamente adempiuta. Se il volto era deturpato da un piccolo ma gravosissimo foruncolo, un vestiario era viziato da una totale inadeguatezza: un vestito color smeraldo con particolari indaco e dettagli argentei era la prima cosa che dalla sera prima - trascorsa alla Rosa Candida in dolce compagnia - l'uomo era riuscito a mettersi indosso prima della forsennata corsa verso l'ospedale. Ma si trovò decisamente nel posto giusto al momento sbagliato. Devo imparare la tecnica della trasformazione al più presto. Non posso continuare al vivere col terrore di acne, sbucciature e grossolani errori nel tagliarmi la barba! Con quella potrò sempre essere perfetto in ogni circostanza. L'ospedale pareva come in quarantena, chiuso, circondato da transenne e con tanto di guardie ninja armate che non facessero entrare nessuno. Il Pavus si dimenava scostando tutti i curiosi, convinto nell'animo che sarebbe riuscito ad entrare nella struttura senza tante storie. Avrebbe presto scoperto che non era così. Il manipolo di Ninja stava dialogando piuttosto animatamente fino a quando uno di loro si rivolse a voce piuttosto alta agli altri chiedendo di qualche volontario. Se qualcuno avesse posato gli occhi su Dorian si sarebbe accorto che l'appariscente - ed eccezionalmente bello - uomo vestito di smeraldo era adesso provvisto di una lunga tunica bianca con una fascia porta kunai legata in vita, due pantaloni stretti con ampie tasche nere e un piccolo zaino anch'esso nero contenente il pietrame e gli altri oggetti necessari al ninja più affascinante di Oto per combattere. Il Kaiken era come al solito custodito nell'interno della manica destra. Come l'Anaga riuscisse a cambiarsi d'abito con tale velocità e senza che nessuno se ne rendesse conto rimaneva un mistero irrisolto. Io. Avrebbe gridato con voce ferma, grave, decisamente più mascolina del solito. Purtroppo, o per fortuna, dipendentemente dai punti di vista, Dojin Riku Anaga era un personaggio eccentrico, egocentrico, eclettico ed anche disarmante: l'unico modo che la sua psiche multiforme aveva trovato per far coesistere tutte quelle sfaccettature uniche ed inconcilibili con altri aspetti del suo essere quando la situazione necessitava una certa concentrazione era il freddo distacco, il passo calcolato e assoluto. Uno dei più immediati e riscontrabili mutamenti di Dorian in quel tipo di circostanza era, oltre alla voce che diventava più profonda, l'affinarsi dello sguardo dolce e caldo che aveva solutamente in uno spiraglio di concentrazione e dedizione.
    Ma perché questo cambio repentino ed a quale scopo, chiederete voi? Eppure è semplice. Prima si fosse risolto il problema all'ospedale, prima avrebbe ricevuto le sue cure. Io sono un volontario.


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