OspedaleUna giocata a caso per Shinken e Tezzu

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  1. Historia
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    Magistra Vitae

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    L'Ospedale del Suono


    Post 1 ~ Esami di routine


    La stanza in cui la giovane kunoichi si trovava assomigliava più ad un cubicolo che ad un ufficio. L'impressione, oltre che dalla metratura minimale, era rafforzata dalle alte colonne di documenti che occupavano tre lati dei quattro tradizionalmente disponibili in un quadrato, arrivando in alcuni casi a sfiorare il soffitto. Ehm...quindi, signor impiegato, perché sono stata convocata in...in questo posto? L'omuncolo davanti a lei si sistemò gli spessi occhiali, simili a fondi di bottiglia. A separarli una traballante scrivania, dall'aria piuttosto economica. A pareggiare una gamba più corta delle altre, un chiaro difetto di fabbrica, c'erano ovviamente dei fascicoli. Nel constatarlo diversi pensieri passarono tra la mente di Harumi. La speranza che non si trattasse di nulla di importante. La domanda su come facesse il Villaggio a tirare avanti, vista l'efficienza sotto la media dei suoi uffici. E, ancora una volta, cosa ci facesse lì in quel momento. L'ometto borbottò qualcosa e appoggiò sul piano una scheda personale, attirando l'attenzione della ragazza. In effetti il tavolo era l'unica porzione di spazio sgombra, cosa che sorprese non poco la giovane. Sollevando la carta, riconobbe se stessa nella foto, mentre l'impiegato finalmente rompeva il suo silenzio. Con una fastidiosa voce nasale, le spiegò la situazione. Ci mancano tutti i suoi dati fisici, chi ha compilato l'ha schedata è un inetto. Di nuovo, gli stessi interrogativi sollevati in precedenza si ripresentarono. Seriamente, come poteva essere una delle potenze ninja del continente essere così disorganizzata? Deve recarsi all'ospedale e sottoporsi agli esami di routine, altezza, gruppo sanguigno e quelle cose lì. Porti con sé...eccolo, prenda questo promemoria. L'uomo, con un'agilità e un coraggio inaspettato, estrasse un singolo foglio da in mezzo una pila, che tremò per una frazione di secondo, instabile. Lo stesso fece Harumi, nel timore che quei quintali di carta le si rovesciassero rovinosamente addosso, ma l'abilità del dipendente, affinata probabilmente dall'esperienza, evitò il disastro. Tirando un sospiro di sollievo, prese il documento che lui le porgeva. Certo, nessun problema, vado e torno!

    L'idea che si trattasse di una semplice formalità, che le avrebbe portato via un paio d'ore al massimo, naufragò non appena svoltato l'angolo. Lo sciatto edificio dell'ospedale, almeno esternamente, si ergeva poco distante, ma il parallelepipedo di cemento era cinto d'assedio da un'imponente spiegamento di forze. La polizia stava facendo allontanare i civili, cercando di creare un cordone di sicurezza, ma questi, spinti da un'irrefrenabile curiosità, continuavano a spingersi in avanti. Harumi provò un senso di disagio per l'atteggiamento quasi morboso nei confronti delle disgrazie altrui che la gente comune lasciava emergere in circostanze del genere, e si strinse il busto con le braccia. Lasciando correre lo sguardo sulla folla, cercò di capire senza successo che cosa stesse accadendo di preciso, quando una figura alta e slanciata attrasse la sua attenzione. Si trattava sicuramente di uno shinobi e, dal modo in cui si rivolgeva alla piccola folla radunata intorno a lui, probabilmente di un suo superiore. L'uomo sembrava alla ricerca di volontari da capitanare in quella missione improvvisata per cui Harumi, seppur timidamente, si fece avanti. Ehm...io sarei...cioè sono...una kunoichi di Oto. Mi chiamo Harumi, piacere. Osservando il gruppetto variopinto che lo circondava, eseguì un piccolo inchino, decisamente troppo formale, scena abbastanza rara a vedersi nel Villaggio del Suono. Se serve una mano sono a sua disposizione, signor...? In fin dei conti finché la situazione all'ospedale non fosse stata risolta lei non poteva completare la propria scheda, e lasciare le cose in sospeso le procurava un fastidio interiore tale, che se fosse stata predisposta sarebbe sfociato probabilmente in un'ulcera. Per la quale a sua volta avrebbe in effetti avuto bisogno che il nosocomio fosse operativo. Con un sorriso tenue, attese senza aggiungere parole superflue una risposta dal caposquadra, sistemandosi distrattamente i capelli dietro l'orecchio.

    yopooad






    Edited by Historia - 19/9/2017, 13:29
     
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