OspedaleUna giocata a caso per Shinken e Tezzu

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  1. Shinken Takatsui
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    - Ragazze per bene -

    Personale non autorizzato - parte II




    Tre volontari. Sei in tutto.

    Nessuno, tantomeno il Jonin del Suono, si sarebbe aspettato così tanta partecipazione da parte degli shinobi e le kunoichi del villaggio. In quell'accalcarsi di corpi, in un mare di gente che sembrava aumentare sempre di più, qualcuno si fece avanti. Il cordone di sicurezza si aprì per i soli istanti necessari a far passare i tre ninja e poi si richiuse, tra le spinte e le lamentele crescenti della gente. Shinken spostò i suoi occhi su tutti e tre gli individui, stuzzicato dalle loro voci, e li guardò ad uno ad uno. Ma non appena arrivarono vicini, il ragazzo che poco prima aveva strattonato la manica di Shinken cominciò ad agitare vistosamente le mani, avrebbe cercato - e probabilmente ci sarebbe riuscito -ad attaccarsi all'estremo della sua manica, proprio come aveva fatto poco prima con il Jonin. Il vecchio, assai più lento e barcollante, si spostò in direzione diSendo, poggiandosi nuovamente sul suo bastone una volta raggiunto il ragazzo.

    Il mio nome è Mekura, lui è Oshi. Disse con voce flebile ed un vistoso sorriso sul volto. Aveva gli occhi chiusi per le troppe rughe sul viso, ma sembrava sapere perfettamente da che parte rivolgersi. Il ragazzetto era più o meno alto quanto lei, ma la sua faccia era scocciata, come se fosse stato costretto a starle vicino. Ma non disse nulla. Anche perchè non ci fu il tempo per parlare o conoscersi meglio, il Jonin del Suono era incalzante.

    Tu... Esclamò cercando con la voce Sendo. ...insieme a Mekura. Harumi-san insieme ad Oshi e tu... Disse rivolgendosi al ragazzo con l'aria da grande stilista. ... tu vieni con me. Lo squadrò con i suoi occhi cerulei da cima a fondo, con quello sguardo severo che lo aveva reso spesso impopolare. Ne guardò i dettagli, i particolari della veste e l'eleganza. Era così che ci si vestiva ad Oto? Di Bianco Latte? Scacciò via quel pensiero dalla testa e lasciò che fosse Mekura a dare al gruppo qualche informazione aggiuntiva.

    Spostando il bastone davanti a sè, il vecchio cominciò a disegnare a terra quella che sembrava la piantaimage approssimata dell'ospedale, od almeno di una mappa che sembrava coincidere molto all'edificio visto dall'esterno. Come facesse un vecchio cieco a scrivere sulla terra, quello era un mistero. Non ci sarebbe stato tempo per fare domande e convenevoli, la folla stava stranamente crescendo e qualcosa non andava.

    Primo e secondo piano interrato. Entriamo a coppie e ci dirigiamo verso le scale per la discesa. Al quinto interrato ci riuniamo al centro, qui, tra i due corpi scala. Se perdete il vostro partner, se rimanete indietro, ripulite il livello dove vi trovate e tornate immediatamente indietro.

    Intesi?

    [...]

    失明


    Assegnato al vecchio infermo, Sendo si sarebbe ritrovato a dover frenare i propri passi pur di non perdersi l'ansiano shinobi. Era lento, incredibilmente lento. Raggiunsero l'ingresso a Sud dopo addirittura qualche minuto, mentre gli altri erano probabilmente già entrati nella struttura. Mekura tremava ad ogni passo che compieva e persino a fare i pochi scalini all'ingresso faticò non poco. Se il ragazzo avesse detto qualcosa, il vecchio avrebbe sorriso bonario.

    OohOoh i giovani. Sembra che voi siate più preoccupati del trascorrere del tempo di quanto non lo siano i vecchi barbuti come me! Eppure siamo noi quelli con poco tempo a disposizione, non voi di certo, ahahahagcoah. Sii paziente, giovane shinobi, gli altri ci aspetteranno dove ci è stato detto di dirigersi.

    Cieco e barcollante avrebbe percorso tutto il primo livello lentamente, proseguendo verso il baratro di scalini che dovevano scendere. Dopo un lunghissimo quarto d'ora di noi, finalmente i due sarebbero scesi per le scale e si sarebbe ritrovato davanti ad uno scenario poco entusiasmante: l'intero piano sembrava privo di illuminazione, saltata o forse semplicemente interrotta; sprazzi di luce provenivano solo da alcune stanze e strani rumori rimbombavano qui e lì, come naturale sottofondo. La peggiore notizia era che dopo pochi metri era impossibile vedere alcunché.

    Il vecchio non sembrava però curarsi di quel dettaglio, se lo avesse aspettato, lui lo avrebbe guidato tranquillo quanto inesorabile nel buio. Se Sendo si fosse fatto fermare dall'oscurità, Mekura lo avrebbe semplicemente esortato con la sua solita voce spenta Su su, non farti spaventare. Afferra un lembo del mio mantello e stammi vicino. Dopo circa cinque minuti in fila indiana, davanti a lui un piccolo sbuffo di elettricità squarciò l'oscurità, abbastanza potente da rintronargli la vista se l'avesse guardato. Probabilmente a causa di quel sovraccarico, ancora più avanti, i sostegni usurati di una lampada sul soffitto cederono e l'oggetto oscillò veloce in direzione della coppia, ondulando avanti ed indietro due volte prima di rovinare definitivamente suolo, in un frastuono degno di nota. Schivare le tre lampadate gli avrebbe fatto forse fatto perdere il contatto con il vecchio ed allora si sarebbe ritrovato solo nella più totale oscurità. Stava già rischiando di perdere il suo compagno?

    弱音器


    Ad Harumi sarebbe andata diversamente. Non fece nemmeno in tempo a chiedere al ragazzo che direzione prendere, che quest'ultimo si lanciò di corsa verso l'ingresso principale dell'ospedale, spalancando la porta con una spallata ed infilandocisi dentro. Se avesse perso l'attimo sarebbe rimasta fuori, da sola, probabilmente incapace di raggiungerlo di nuovo dentro la struttura. Un inizio particolarmente opposto.

    Inseguendolo dentro, Harumi avrebbe giusto fatto in tempo a scorgere la direzione da intraprendere, che subito sarebbe scomparso. Tuttavia anche se era sensibilmente più veloce di lei, sembrava che alla fine delle due rampe l'avesse aspettata di proposito. Sorrideva, con fare infantile e giocoso, mentre con le mani sembrava voler comunicare con lei. Compieva gesti che sarebbero risultati poco sensati per la kunoichi, almeno all'inizio, ma dopo un pò di tentativi avrebbe cominciato a capire che cos'è che voleva dirgli. Sembrava proprio che volesse competere con lei in una corsa a scendere, giù fino al quinto piano.

    Se l'avesse seguito avrebbe subito notato che il primo piano interrato era perfettamente illuminato, ma che le rampe non erano continue e che perscendere di nuovo avrebbero dovuto raggiungere le scale dall'altro lato: Oshi si sarebbe lanciato nella sua corsa, schivando arzillo ben tre lettini lasciati nel mezzo del corridoio. Era un tratto rettilineo, ma pur di non perdere tempo il ragazzo saltò i primi due ostacoli e aggirò il terzo, volando letteralmente giù per la scalinata. Pochi passi ed saltò di nuovo, usando come appoggio la parete del pianerottolo prima di lanciarsi giù per la seconda, ed ultima metà delle scale. Nemmeno tredici secondi ed era sceso.

    Il secondo piano era assai più rovinato del primo. C'erano dei palesi segni di colluttazione lungo il corridoio, proprio lungo la strada che avrebbero dovuto prendere per tornare - indietro - verso la discesa successiva; qui e lì fogli di carta, scaffalature e sedie a rotelle dimenticate rendevano la corsa assai più impegnativa. Erano già arrivati ai magazini. Come se non bastasse, proprio a metà del percorso in corrispondenza del corridoio centrale, due figure erano di spalle, imbambolate a fissare dentro una delle tante stanze. Complice la penombra, un occhio attento, avrebbe subito notato che una delle due era sporca di sangue sui vestiti. Oshi, incurante del probabile pericolo, le fece cenno di abbassarsi, e dopo aver sorriso nuovamente ad Harumi si rimise a in marcia, questa volta assai più silenzioso. Avrebbe percorso senza problemi tre-quarti del corridoio, fino a che, sbattendo contro un mobiletto rovesciato a terra, non fece un rumore tremendo, attirando l'attenzione delle due infermiere. Si nascose dietro una stampella e non venne visto. Lo stesso non si sarebbe potuto dire di Harumi, la quale avrebbe dovuto trovare un riparo.

    無礼


    Bene shinobi, siamo rimasti soli. Andiamo, avanti... Avrebbe detto il Jonin in direzione di Dojin, esortandolo ad incamminarsi verso l'ospedale. La nostra missione è un pò diversa, ma vedrai che raggiungerai i tuoi compagni non appena mi avrai aiutato a trovare una cosa. Sembri un tipo attento ai dettagli, per questo mi serve il tuo aiuto. Saliamo invece che scendere.

    Sarebbero entrati insieme dall'ingresso a Est, per poi dirigersi subito alla prima rampa di scale disponibile. Invece che scendere, proprio come Shinken aveva detto, il duo avrebbe percorso la strada inversa, salendo fino al primo piano elevato dell'Ospedale. Mentre salivano, avrebbero udito strani rumori e lampi di luce provenire dal piano inferiore. Nell'ambiente di sopra tutto era in perfetto ed in ordine. L'unica cosa che forse stonava, era la totale assenza del personale medico, evacuato di fretta e furia poco prima.

    Il tuo nome è? Avrebbe detto dopo aver raggiunto un ufficio abbastanza ampio da essere verosimilmente quello del capo dell'ospedale. Il mio non è importante.

    Ecco cos'è che dovrai fare per me: mi serve che tu ti metta a cercare in ogni angolo, in ogni scaffale, in ogni anfratto di questa stanza, alla ricerca di una chiave. Detta così potrebbe sembrare tanto semplice quanto lungo ma purtroppo per te questa chiave non ha - diciamo - esattamente la forma di una chiave. E' uno strumento che potrebbe servire ad accedere ai livelli più bassi dell'ospedale, ma non ho idea di che forma abbia. Il posto dove va inserita ha una forma circolare e l'apertura sembrerebbe essere assai profonda.

    E la buffa ricerca non sembrava essere affatto finita. A quanto pareva il primario dell'ospedale doveva essere un medico specializzato in urologia, almeno guardando alcuni strumenti di tortura riposti con precisione all'interno di almeno un paio di teche di vetro. Per il resto erano presenti una marea di libri di anatomia e di medicina, com'era ovvio che fosse (anche se forse alcune solo guide e -bignami), una scrivania con una comodissima poltrona ed un altro paio di sedie leggermente più sciatte. Proprio sulla quella poltrona Shinken si sarebbe accomodato, poco dopo aver chiarito le ultime cose con il ragazzo.

    In tutto questo io ho bisogno di concentrazione e – soprattutto- di silenzio. Avvisami quando avrai trovato la chiave che ci serve.


    Prima parte di discesa. Potete ovviamente cercare di proseguire voi con il racconto, anche di più piani ed inserendo voi stessi cosa c'è da superare, infondo ne il ragazzino ne il vecchio lo sanno D: In tal caso ricordatevi di fermarvi al quinto :zxc:
    In alternativa potete lasciare decidere a me quali cose brutte vi succederanno :hero:

    Per Tezzu invece qualcosa di pop-porno :guru:



    Edited by Shinken Takatsui - 21/9/2017, 01:16
     
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