OspedaleUna giocata a caso per Shinken e Tezzu

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    L'Ospedale del Suono


    Post 4 ~ Sola...ma non troppo


    La giovane kunoichi di Oto si rese conto dall'espressione del proprio compagno che qualcosa non andava, ma ormai era troppo tardi per i ripensamenti. Anche se avesse pensato ad un'alternativa, si sarebbe ritrovata impegnata a respingere gli assalti delle infermiere che cercavano di penetrare oltre il pesante vano, perdendo l'attimo giusto per evitare ciò che stava per accadere. Dopo una lunga trepidazione, il ragazzino premette il pulsante, rilasciando i fermi magnetici delle porte tagliafuoco. Le braccia semi decomposte si ritirarono di scatto per evitare di finire tranciate, ma nell'esatto momento in cui le due ante combaciarono con un cupo tonfo metallico Oshi crollò al suolo di fianco a lei, più simile ad una marionetta a cui erano stati tagliati i fili che a una persona che sviene. Harumi non esitò un secondo, chinandosi immediatamente su di lui dopo essersi gettata in ginocchio. Oshi! OSHI! Prese a chiamarlo e a scuoterlo con crescente apprensione, senza ottenere nessuna reazione. Appoggiando l'orecchio sul suo petto non udì alcun suono, tanto meno quello rassicurante di un cuore che batte. Portandosi la mano davanti alla bocca trattene un grido d'angoscia. Strinse i denti, contando fino a cinque per tornare in sé prima di lasciarsi prendere dal giustificabile panico: non aveva mai visto nessuno morirgli davanti agli occhi in quel modo. Osservando più da vicino il corpo del ragazzo, fece caso a dei dettagli che fino a quel momento aveva trascurato. La sua carnagione era grigiastra, come se nella sua carne non circolasse sangue ormai da tempo, ma non solo. Al tatto era freddo, o meglio aveva la stessa temperatura dell'ambiente circostante, sicuramente ben lontana da quella fisiologica [Abilità]. La giovane si morse un labbro. Qualsiasi cosa fosse successa, dubitava che la vita avesse abbandonato quell'essere pochi minuti innanzi, o che il semplice isolamento ne sarebbe stato in grado, altrimenti sarebbe stata anche lei un immobile cadavere in quel momento. Contrastando con la logica dell'evidenza ciò che i suoi sensi gli proponevano davanti agli occhi, la kunoichi giunse alla conclusione, più simile ad una muta preghiera che a una vera convinzione, che l'anima o la coscienza del ragazzo fosse stata momentaneamente separata dal suo involucro di carne, ma che una volta usciti da lì vi avrebbe fatto ritorno. Peccato solo che la sua supposizione non potesse trovare immediato riscontro. Il graffiare di unghie mal tenute proveniente da oltre il muro di metallo confermava che quella via era preclusa. Se voleva avere una speranza di andarsene doveva aspettare che qualcuno venisse a recuperarla, oppure cercare un'altra strada. Guardandosi intorno, vide il corridoio dove si trovava proseguire diritto senza sbocchi fino a quella che poteva sembrare il vano di una scala immerso nell'oscurità.

    Increspando le labbra in un'espressione irresoluta, la genin provò a sollevare a peso morto il corpo del compagno, ma nonostante la piccola statura era troppo pesante affinché lei lo trasportasse agevolmente. Se malauguratamente poi avessero dovuto incrociare nuovamente quelle infermiere zombie la ragazza era certa che non sarebbe mai riuscita a sfuggirgli. A malincuore, decise di occultare i resti senza vita di Oshi nel corridoio, cercando di autoconvincersi che comunque non sarebbero stati presi di mira visto che le guardiane dell'ospedale reagivano agli stimoli visivi o uditivi. Spostando un paio di attrezzature gettate alla rinfusa contro le pareti vi addossò la salma per il lungo, riposizionandole poi come una cortina e completando l'opera con delle lenzuola tratte da una barella rovesciata. Dopo essersi distanziata di un paio di passi per accertarsi che non fosse riconoscibile, nel dubbio, per non lasciare nulla al caso, si avvicinò un'ultima volta, rilasciando una sottile patina di chakra sui resti del ragazzo [Tecnica] Tecnica dell'Occultamento - Kakureni no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può occultare sé stesso, una persona o un oggetto riproducendo quasi perfettamente l'ambiente occupato, diventando invisibile. Se l’obiettivo compie una manovra offensiva o difensiva, la tecnica termina il proprio effetto. Se disattivata la tecnica entro 6 metri da una fonte di chakra, l'utilizzatore non può compiere altre azioni offensive: il round termina dopo l'eventuale fase difensiva.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da genin in su]
    . Ecco...io...torno il prima possibile! Il cuore pesante, corse via, sperando che il jonin che le aveva assegnato quel compagno potesse fare qualcosa per farlo tornare tra loro. Tuttavia, giunta davanti al pianerottolo, in viso le si poté leggere un certo sconcerto nel realizzare che l'unica opzione era scendere ancora! Deglutendo, si fece coraggio e prese a discendere i gradini uno alla volta. Doveva muoversi se voleva fare qualcosa per Oshi.

    Completamente sola, si ritrovò a vagare per l'immensa struttura, percorrendo con estremo silenzio le rampe di scale che si susseguivano finché raggiunse il piano inferiore. Su quel livello si aprivano quattro porte, quattro possibili vie di fuga, o capolinea. Con i sensi tesi al massimo avrebbe percepito anche il suono più irrilevante, ma non ce ne sarebbe neppure stato bisogno. Da almeno due soglie si udivano distintamente dei rumori, anche se la kunoichi non avrebbe saputo riconoscerne l'origine. Sembrava che in fondo non fosse poi così sola la sotto, ma non ne era esattamente felice. Dietro ad un'altra anta invece sembrava regnare il silenzio. L'ultima, che le ricordava una cella frigorifera dalla forma, ma con una peculiare fessura a farle dubitare della sua reale funzione, appariva altrettanto tranquilla, ma quando fece per girare la maniglia il suo corpo non si mosse. Ci mise un paio di istanti a realizzare che quella che l'aveva bloccata era la paura di fare la scelta sbagliata. Mosse la testa ad osservare le diverse opzioni. Qualsiasi cosa si trovasse in quel luogo, Harumi era ragionevolmente sicura di non volerla incontrare, visti i precedenti. La porta isolante, poi, sembrava sospetta sotto qualsiasi punto di vista la si osservasse. Se c'era un passaggio, difficile che passasse attraverso quella. A meno che, certo, non conducesse verso un posto ancora più pericoloso. Qualsiasi persona sensata avrebbe scelto l'unica porta relativamente sicura. Ma se c'era una cosa che la kunoichi aveva imparato sulla propria pelle era di non dare mai nulla per scontato, specialmente ad Oto. Sola davanti ad una decisione che poteva segnare la sua sorte, girò infine la maniglia della porta frigorifera, aprendo uno spiraglio appena sufficiente per osservare al suo interno, pregando che i kami avessero pietà, per una volta, di lei.

    o6TaHv0



    Chakra: 48/50
    Vitalità: 14/14
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità: 400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Tecnica dell'Occultamento
    2: ///
    Note
    Spero di non aver ecceduto nella libertà della descrizione, nel caso edito.

     
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  2. Scica
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    Al centro della Ragnatela


    Post 1 ~ Solo... ma non troppo

    Anche se solo per quella volta, i kami ebbero pietà.
    La ragazza non poté non notare come il meccanismo della maniglia fosse ostruito dalla ruggine, tanto da richiederle un certo sforzo soltanto per sbloccare l'ingresso. Mentre la porta frigorifera si schiudeva timidamente, una ventata gelida di aria stantia investì la kunoichi. Attraverso lo spiraglio Harumi avrebbe potuto scorgere l'interno della sala, appena illuminata da luci al neon tremolanti.

    La prima cosa che risaltava alla vista era un grosso schermo percorso da crepe sulla parete opposta all'ingresso -a quattro o cinque metri circa di distanza. Su di esso si alternavano ciclicamente informazioni mediche, mappature di punti di fuga e strani grafici di difficile interpretazione mentre brillava in sovrimpressione la scritta 'Progetto Shin', di un acceso color verde. Il display si trovava al centro di una fitta rete di cavi elettrici che lo collegava con decine e decine di macchinari ronzanti. Altrettanti fili e tubicini si dipanano dalle apparecchiature verso il corpo esanime sul tavolo operatorio al centro della ghiacciaia. Il resto della stanza era coperto da una coltre di polvere e miasma biancastro.
    Al centro della stanza, su un freddo tavolo metallico, giaceva inerme il corpo di un ragazzo. Come un puntaspilli, era attaccato ad almeno una quindicina di siringhe che prelevavano e iniettavano senza sosta ogni tipo di fluidi nel suo organismo. La sua pelle appariva vistosamente torturata a seguito di numerose operazioni chirurgiche, segnata almeno per metà da cicatrici violacee ed enormi punti di sutura metallici. Sarebbe apparso morto da anni a chiunque, tanto era scarno e martoriato. Peccato che i segnali vitali fossero ancora positivi.
    Quello ero io.

    Uno osservatore attento avrebbe notato molti elementi fuori posto: strumenti operatori abbandonati alla rinfusa, danni ai macchinari, armi ninja incrostate... In quella sala qualcuno aveva combattuto e, chiunque fosse stato, doveva essere scappato senza avere il tempo di rimuovere i segni dello scontro. Però, quanto tempo fa era successo? E perché?
    Infine un sottilissimo filo di acciaio praticamente invisibile era teso ad una spanna da terra poco oltre l'ingresso; se la porta fosse stata aperta per intero, avrebbe fatto scattare il sistema di sicurezza interno della sala operatoria -sconosciuto, ma probabilmente molto pericoloso.

    Non appena la ragazza fosse rimasta a sbirciare un istante di troppo, la piccola telecamera di sorveglianza posta sul soffitto iniziò improvvisamente a ronzare. L'immagine sfocata di Harumi comparve sullo schermo, sbaragliando tutti i dati medici che si erano susseguiti fino a quel momento e lentamente aumentava la risoluzione. Contemporaneamente, il mio corpo cominciò a tremare convulsamente e mi si aprirono gli occhi di scatto - bianchi e senz'iride.
    Lettera dopo lettera, la scritta intermittente cambiava sotto gli occhi della kunoichi. Così Harumi avrebbe potuto leggere sul display esattamente quello che stavo pensando.

    A-aiutami...

    Durò soltanto pochi secondi; presto il mio corpo si arrestò e un rivolo di sangue cominciò a sgorgarmi dal naso.


    Ringrazio Shinken che mi ha fatto notare che il mio nuovo pg si inseriva bene in questa giocata.
    Non vedo l'ora di affrontare degli zombie energia Rossa con uno studente bianca appena risvegliato dal coma.
     
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    L'Ospedale del Suono


    Post 5 ~ Esperimenti umani

    L'aria gelida esalata dallo spiraglio fece rabbrividire la ragazza, che, tesa come una corda di violino, non mosse tuttavia un muscolo. L'illuminazione, fredda e incerta, si rifletteva sulle superfici metalliche, permettendo alla kunoichi di rendersi conto che quella non era assolutamente una cella frigorifera come la porta avrebbe condotto a pensare. Spalancando ulteriormente la pesante anta metallica, lo spettacolo che si apriva davanti ai suoi occhi l'avrebbe fatta nuovamente fremere, ma non centrava la temperatura questa volta. Il corpo immobile di una persona giaceva al centro della stanza, rigido come un cadavere. Harumi esitò, ma la sua attenzione fu attratta alcuni istanti dopo da una serie di segnali acustici provenienti dalle strumentazioni vicino al tavolo. Alzando lo sguardo sugli apparecchi notò come sottili linee, quasi impercettibili, vi si muovevano, mutando ad intervalli regolari. Per quanto potesse essere incredibile, chiunque fosse, era ancora vivo! Ehi... La kunoichi fece un passo in avanti, bloccandosi d'istinto un istante prima di varcare la soglia. I suoi sensi, tesi al massimo per l'assurda situazione in cui era finita, avevano registrato un bagliore metallico nell'estrema periferia del suo campo visivo e il suo corpo aveva reagito prima ancora che l'informazione raggiungesse la sua coscienza [Abilità] Occhio di Falco [1]
    Abile: L'utilizzatore è in grado di scovare facilmente le trappole: la sua Percezione è incrementata dal bonus ai Riflessi o ad una statistica secondaria scelta all'acquisizione. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di notare dettagli minori, ottenendo un vantaggio a riconoscere porte occultate, camuffamenti, oggetti e persone nascoste. Non incrementa la Percezione per trovare obiettivi furtivi. [Da genin in su]
    . La kunoichi analizzò rapidamente la trappola, per poi scavalcare il filo teso raso terra con estrema attenzione, lieta di non aver spinto la porta con tutta la sua forza. La giovane avanzò nella stanza senza smettere un attimo di studiare l'ambiente, pronta ad altre possibili minacce, mentre i suoi piedi delicati lasciavano piccole impronte nella polvere biancastra che ricopriva il pavimento. Quel posto sembrava essere stato abbandonato da tempo, in modo tutt'altro che ordinato e pacifico [Abilità] Investigatore [1]
    Abile: L'utilizzatore è in grado di percepire facilmente rumori trascurabili e discussioni, se effettuati entro il movimento di uno slot azione. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di ipotizzare a grandi linee il tempo trascorso dall'abbandono di un oggetto in base al suo calore. [Da genin in su]
    . Pur provando il forte desiderio di andarsene, si avvicinò al tavolo operatorio. In modo angosciante, i segnali vitali sul display scomparvero, lasciando spazio alla sua stessa figura. Voltandosi rapidamente, la ragazzina non ci mise che un istante ad individuare la piccola telecamera che la seguiva passo passo. Il rumore alle sue spalle però le fece dimenticare subito la lente che l'inquadrava. Il giovane legato al ripiano metallico aveva preso senza preavviso ad agitarsi, come in preda ad un attacco di convulsioni. Sullo sfondo, il monitor si fece nuovamente nero, ma una lettera alla volta, vi apparve un'inequivocabile grido d'aiuto. Nel frattempo, rapida come era sopraggiunta, la crisi passò, lasciando nuovamente il silenzio padrone della sala, interrotto solamente dal pulsare ritmico delle strumentazioni attaccate al corpo del disgraziato. Ce n'era abbastanza per spaventare a morte anche il più grande e grosso degli uomini, figurarsi una minuta ed inesperta ragazzina. Harumi rimase pietrificata sul posto per un interminabile minuto, prima di riscuotersi. Doveva andarsene da lì, ma non poteva abbandonare quel poveretto. La genin si domandò a quali indicibili torture, mascherate da esperimenti, era sopravvissuto. Sapeva già che Oto non aveva nessun rispetto per i diritti umani, quella dura lezione le era già stata impartita, eppure vederselo sbattere in faccia così crudamente la lasciava nauseata. Deglutendo a fatica, si fece coraggio, raggiungendo finalmente il ragazzo. Co-coraggio, adesso ti...ti porto fuori da qui... Non che il resto dell'edificio sembrasse particolarmente più sicuro, ed al momento uscire dalla struttura era al di là delle sue capacità, eppure qualsiasi luogo le sembrava meglio che quella stanza che puzzava di morte. Controllando in direzione della porta con fare quasi spasmodico, come se si aspettasse l'arrivo di misteriose creature da un momento all'altro, la ragazzina iniziò a studiare gli apparecchi meccanici. Non aveva competenze mediche, tuttavia aveva una mente estremamente logica ed ordinata. Sul retro dello schermo delle istruzioni piuttosto incrostate illustravano come rimuovere per lo meno i sondini che monitoravano i segni vitali, ma il problema erano le svariate siringhe. Per lo meno sembrava che potesse respirare in autonomia. Mentre allungava una mano verso la prima, si accorse che tremava. La fanciulla rimase a fissare il volto martoriato della cavia con mestizia, consapevole di star giocando con la sua vita. Un errore, e poteva non svegliarsi più. Eppure, le aveva chiesto aiuto. Con estrema accortezza, uno dopo l'altro, l'otese interruppe l'alimentazione ai vari flebo chiudendone le valvole, per poi sfilarli con movimenti delicati dalle carni del giovane. Quando ebbe terminato, scosse lievemente la spalla della vittima, cercando di farlo tornare presente a sé. Mi...mi senti? Sveglia...svegliati...coraggio... Sia che quello avesse dato segni di ripresa, sia che fosse rimasto incosciente, la kunoichi l'avrebbe coperto con un lenzuolo per poi prenderlo in braccio, sorprendendosi della sua stessa forza. Era diventata un ninja del Suono solo pochi mesi prima, ma il suo fisico era già incredibilmente più resistente. Con attenzione fece passare il corpo del paziente attraverso lo spiraglio della porta, stringendolo a sé e facendo in modo che non sbattesse da nessuna parte, continuando a richiamarlo con voce dolce. Raggiunto il corridoio, però, le si ripropose l'amletica scelta. Dove potava andare, ora che aveva anche la responsabilità dello sconosciuto? Trattenendo il respiro e muovendosi per quanto possibile in punta di piedi, si diresse senza esitazione verso l'unica direzione da cui non provenivano rumori, armeggiando un po' a fatica con la maniglia. Che altri terrori potevano aspettarla nei sotterranei di una delle strutture più pericolose di Oto?

    o6TaHv0



    Chakra: 48/50
    Vitalità: 14/14
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità: 400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Note
    Spero di non aver ecceduto nella libertà della descrizione, nel caso edito.

     
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    L'Oscurità di una camera.
    Ma non da letto, purtroppo.


    - V -

    Se ne stava col braccio destro appoggiato sopra il fianco e la mano sinistra intenta ad accarezzarsi il ricciolo del suo fantastico baffo il nostro Dorian, quando un mano lo toccò sulla spalla e la cosa lo fece sobbalzare un attimo. Bhè, non sobbalzare come avrebbe voluto ma comunque sobbalzare. Era il Jonin che precedentemente gli aveva detto di cercare un dilatatore anale. Sì, insomma, il pazzo maniaco che non vedeva l'ora di abusare del Pavus, idea che piaceva e non piaceva al nostro. Comunque tentò di dirgli qualcosa e Dorian avrebbe anche voluto porre delle domande, ma l'uomo si girò di scatto ed iniziò a camminare. Ovviamente l'unica cosa che poteva fare in quella circostanza era stargli il più vicino possibile, a patto che il Jonin avesse mantenuto il suo passo, e, se fosse stato abbastanza vicino, avrebbe provato a bisbigliare tutti i suoi dubbi. Ehm, Signore, anche prima ha citato un Genjutsu ma non so niente su di questo. È l'illusione che attira i cittadini verso i sotterranei dell'ospedale? E come diavolo faccio a non caderci dentro? L'ha detto come se sapesse come fare per evitare di carne vittima. L'Anaga era soltanto incuriosito da tutta quella faccenda lui che dei Genjutsu avrebbe voluto fare la sua arte primaria. Dopotutto il combattimento in prima persona non era certo la sua specialità, quindi mantenere le distanze e, perché no, sfruttare le capacità degli altri grazie alla sua capacità di dissimulare la realtà sarebbe potuta essere una grande strategia offensiva e non solo, anche tattica!
    Tornando però alle vicende dell'Ospedale, quando i due scesero al piano inferiore, la stanza era completamente buia. L'Anaga non aveva alcuna abilità per vedere in mancanza di luce quindi si fece più vicino al Jonin. Molto vicino. Una serie di rumori agghiaccianti proveniva da quella oscurità, una serie di macabri suoni avrebbe gelato il sangue di tutti i presenti ma non quello di Dorian. Non perché fosse chissà qualche coraggioso ma, semplicemente, perché il rumore di membra putrescenti che camminano o di brandelli di carne che si toccano tra loro, umidi, era stato e sarebbe per lui stato, sempre all'ordine del giorno. Dorian e tutta la famiglia Anaga coltivava l'arte della negromanzia e nel suo lontano paese di provenienza la sua casata occupava una particolarissima posizione chiamata Mortalitasi. Gli Anaga erano coloro che mummificavano i cadaveri degli Eroi e della famiglia reale - oltre che della propria casata - affinché il corpo potesse, in un momento di necessità, venir richiamato alla vita tramite il chakra. Erano i custodi dei morti e spesso venivano chiamati, appunto "Shibonobi" dall'unione di Shinobi e Shibo, morti. Mentre Dorian si era dunque fatto nuovamente serio ed i suoi passi erano diventati misurati e calcolati, Shinken stava combattendo contro dei sacchi di carne ambulanti, facendone strage. Niente male. Avrebbe potuto udire il Jonin, e la voce gli sarebbe parsa quella di un'altra persona o quasi: decisamente più mascolina e profonda. Ma tra lo schivare un lettino e qualche cadavere che ancora si muoveva a terra, indirizzato dalle indicazioni dell'uomo-talpa che avevo davanti, qualcosa tirò Dorian per un braccio, arrestando i suoi movimenti. Shinken! Avrebbe detto nuovamente, totalmente incapace di fare qualsiasi cosa contro una forza di quel tipo. Il Jonin fu abbastanza veloce da tagliare l'arto che lo teneva un istante prima che riuscisse a tirarlo completamente per terra. Era, infatti, riuscito a far inginocchiare pericolosamente il Pavus. Il Jonin riprese rapido il passo, rischiando quasi di lasciare il Nostro indietro. Dopo alcuni metri, Dorian si sentì toccare nuovamente, ma questa volta in modo ancora più forte. Per quanto i suoi sensi fossero poco sviluppati, la direzione dalla quale proveniva quella mano era la stessa che stava seguendo e l'esigua distanza che avevano mantenuto fino a quel momento gli permisero di capire, senza tuttavia non spaventarlo un po' di tutta prima, che era proprio il suo superiore a toccarlo. Subito dopo gli dette due possibilità su come muoversi, possibilità che, tuttavia a lui parvero essere una soltanto. Non posso competere con queste "infermiere". Disse, sensibilmente scocciato, Se rimanessi qui e altre di queste donne, se così possiamo definirle, mi raggiungessero, sarei spacciato in pochi istanti. Sono ancora troppo debole. Non posso fare altro, quindi, che venire con lei e farmi proteggere. Sconsolato, Dorian avrebbe dunque seguito il Jonin a breve distanza proprio come fatto fino a quel momento.

    Nella totale oscurità Dorian non poteva vedere ma Shinken sì. Così bene che nello stesso istante in cui iniziarono a percorrere le scale per scendere ulteriormente, a metà di queste poté vedere ben due di loro. Una possedeva dei lunghi artigli affilati, circa 30 centimetri, al posto delle unghie della mano destra, mentre nella sinistra brandiva un sinistro coltellaccio. Ma non fu lei la prima a muoversi, fu la sua compagna alle sue spalle che saltò, scavalcando la prima e tentò di colpire al volto l'anziano Feidakin con un cazzotto putrescente. [Slot Azione I]Forza e Velocità Rossa +3, Applica Nausea (DnT Medio + condizioni psicologiche)
    L'Infermiera munita di Artiglio sarebbe poi scivolata sui gradoni di quelle scale, piegandosi in modo innaturale sulla schiena e cercando di colpire da sotto le gambe della sua collega, il basso ventre del Jonin, cercando di prenderlo alla sprovvista. [Slot Azione I]Forza Rossa+2, Velocità Blu, Potenza Artigli 30 L'altra avrebbe poi cercato di colpire nuovamente il Jonin con lo stesso pugno di prima, questa volta indirizzato al braccio destro. L'uomo non poteva saperlo ma la materia di cui era fatta quella particolare infermiera rendeva i suoi colpi in corpo a corpo estremamente peculiari e infidi. [Slot Azione II]Forza e Velocità Rossa +8, No potenziale offensivo. Applica Cancrena (DnT Grave + Semiparalisi per due round) Infine, le due si destreggiarono in un attacco in coppia, quasi come se fossero state create per quel momento: la donna con gli artigli si attaccò alle gambe della sua "amica" e questa saltò in avanti, sostenendosi, di fatto, sulle braccia. Le gambe e l'affilato artiglio iniziarono a vorticare rapidissimamente e, prima che quel tornado di carne e lame potesse davvero nuocere a Shinken, da esso, quasi nascoto, partì il coltellaccio della donna artigliata. Esso era direzionato lontano da Shinken, forse una cinquantina di centimetri alla sua destra. Il bersaglio, infatti era Dorian! [Slot Azione III]Forza Rossa +
    2, Potenza 45
    Infine si avvicinarono al Feidakin, cercando, similmente a come si fa quando si immerge qualcosa in un frullatore, di triturare la faccia del Jonin. Erano solo all'inizio, però, di quel corridoio.

    Chakra: 10/10
    Vitalità:8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità: 100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Note
     
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    - Ragazze per bene -

    Personale non autorizzato - parte V



    無礼 - Dojin


    Siete una generazione di shinobi cresciuta nei troppi agi e nelle comodità della vita...


    Un Illusione è un inganno, un trucco mentale. E' necessario comprendere la natura del trucco per potersi liberare, Dojin. Capire che si è sotto gli effetti di un Genjutsu - però - non è sempre cosa semplice: in questo caso si è attirati nella direzione di un Suono che non è reale - Lo senti? E non può essere reale perché non potrebbe propagarsi con la stessa intensità per tutto l'Ospedale ed all'esterno contemporaneamente. Un illusione ben fatta è anche un Illusione difficile da intendere come tale. Puoi liberarti con il chakra oppure tramite il dolore. Tieni a mente queste mie parole Dojin Riku Anaga.

    [...]

    Scendere stava diventando sempre più complicato. Nemmeno il tempo di compiere per intero la prima rampa di scale che subito il loro passo venne interrotto da due sagome ben riconoscibili. Davanti alle due infermiere, Shinken reagì di istinto: fece per allargare il braccio sinistro a protezione dello studente che lo seguiva da dietro, lasciando che il suo piede più arretrato riguadagnasse subito lo scalino precedente e la posizione rialzata. Grazie all'altra guardia che si alzò immediatamente ed alla posizione di vantaggio, il primo colpo dell'infermiera non arrivò mai a minacciare il volto del Fedaikin [Slot Difesa 1]. Troppo lontano persino per quel braccio putrido, troppo veloce, Shinken scartò il colpo arretrando di qualche centimetro, facendo andare a vuoto il pugno. Non fu tanto la sorpresa, ma piuttosto la velocità con il quale venne portata l'inaspettata artigliata a scocciare il Jonin; ancora una volta furono i suoi riflessi sovrannaturali a salvargli il ventre, permettendogli di frapporre il parabraccio contro le lame, lasciando che il colpo producesse solamente il tipico clangore del ferro contro ferro e nessun altro danno [Slot Difesa 2].

    Pfft!



    Quel secondo pugno infame e lurido fu invece una sorpresa. Convinto ormai di avere il Pavus al sicuro, Shinken alzò rapidamente il braccio sinistro a difesa del ennesimo colpo al volto, facendo si che impattasse ancora sulle sue protezioni. La sensazione che provò fu però spiacevole, capendo troppo tardi che l'effetto di quel colpo era tutt'altro che stato neutralizzato [Slot Difesa 3] [Status]. Gelido in volto, il Jonin fece giusto in tempo a percepire il colpo in direzione del compagno, utilizzando il braccio ancora sano per frustare un colpo che finì per deviare il coltellaccio lungo una delle pareti [Slot Difesa 4] [Lama Interna 2.0]Lama Interna 2.0 [Mischia]
    Si tratta di una versione potenziata dell'innesto metallico ben noto ad Oto, può essere applicato nel corpo del ninja agli arti superiori o inferiori. Una lama d'acciaio viene applicata direttamente sulle ossa ed i muscoli. La lama ha una particolare elasticità, frutto di un lavoro parecchio raffinato che la rende ben più forte malgrado le dimensioni comunque limitate; può essere retrattile o fissa.Tipo: Lama - Taglio
    Dimensione: Mediopiccola
    Quantità: 2
    (Potenza: 50 | Durezza: 3 | Crediti: 115)
    [Da jonin in su]
    .

    Fu a quel punto che gli occhi del Fedaikin diventarono assi più seri, bianchi come la luna ed entrambi puntati sul frullatore umano. Le scintille che vennero provocate dal cozzare successivo delle armi diedero persino a Dorian qualche istante per capire in che situazione si erano cacciati. Nessuno venne danneggiato, ma la situazione stava cominciando a diventare complicata da gestire [Slot Difesa 5]. Tra un flash e l'altro, Dorian vide il Fedele spiccare un salto verso una delle due pareti verticali, utilizzando quella alla sua sinistra come appoggio per un ennesimo slancio, frustando con una precisione sovraumana un colpo verso la gamba di quell'essere scomposto [Slot Azione 1] [Impasto] [Adattamento] Minare l'equilibrio delle due creature doveva esser stato il primo pensiero del Jonin, anche se non gli sarebbe bastato solo azzopparle, perchè avrebbe continuato ad incalzare i due mostri con una serie di affondi e fendenti (portati con il braccio sano e le gambe), forti e decisi, con tutta l'intenzione di togliere l'equilibrio ai mostri e colpirli nei punti più difficili da proteggere tramite la rotazione delle lame [Slot Tecnica Avanzato]Attacco Concatenato del Drago - Komodoryu Rendan
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può effettuare una combinazione di 3 colpi per sfiancare l'avversario. Ogni colpo ha Velocità aumentata di 2 tacche, e causa Indebolimento alle zone colpite per 2 round.Tipo: Taijutsu - Rendan
    (Consumo: Mediobasso)
    [Da studente in su]
    [Slot Azione 2] [Slot Azione 3] [Slot Azione 4]. A costo di guadagnare solo qualche metro, le avrebbe attaccate cercando di azzopparle con la lama nel primo e l'ultimo colpo e farle rovinare a terra con calcio ad intervallare le due stoccate con la lama interna.

    [...]


    Aaaanaaaagaaa... Tu sei gentile!



    Senza che se ne rendesse conto, il Pavus si ritrovò bloccato su quella rampa di scale. Non perché di fronte a lui Shinken stava cercando in tutti i modi di eliminare le due combo-infermiere, ma perché i suoi arti inferiori erano stati paralizzati da due pesanti catene, che come serpenti si erano avvinghiate prima ai suoi piedi fino a raggiungere ormai le ginocchia. Erano pesanti, lo poteva ben sentire, ed il rumore metallico che avevano cominciato a produrre nella salita ne avevano attirato l'attenzione. La sensazione che provava però - forse anche grazie alle parole del Jonin di poco prima - era incompleta, mancante di qualcosa, tanto che a unire i pezzi del puzzle avrebbe certamente capito che si trattava di un inganno [Catene Illusorie - Efficacia 15]. Liberarsi però era un altro paio di maniche; avrebbe potuto urlare, ma voleva veramente apparire ancora più debole davanti al suo accompagnatore?


    Aaaanaaaagaaa!

    Nooon sei putrido.
    Nooon sei arrogante..
    Tuuu sei PERFETTO!



    Poi all'improvviso una voce fu ben udibile nelle sue orecchie. Gli stava sussurrando degli elogi, etichettandolo come... perfetto. Ma perfetto per cosa? Chi era che stava cercando di parlare con lui? E perché? Era una voce femminile, chiara e limpida, che lo chiamava, ma non lo stava attirando o ferendo, sembrava fosse una voce amica. Il clangore della battaglia divenne improvvisamente ovattato e confuso, persino il tempo sembrava scorrere in maniera più lenta, quasi mostrando al giovane un mondo a rallentatore. Vide chiaramente Shinken che si muoveva agile, ancora impegnato nel combattimento con le infermiere, troppo concentrato sui suoi avversari per poter concedere attenzioni allo studente. Ne poteva leggere i movimenti alla perfezione, chiaramente evidenziati dalla lentezza che sembrava aver influenzato il moto di rivoluzione terrestre. Che fosse finito in un altro Genjutsu esattamente come aveva predetto il Jonin?

    Posso offrirti il potere, Anaga.

    Tuuuu vuoi il potere?
    Nooon sei arrogante..
    Tuuu sei PERFETTO!

    Vieni da Noi Anaga, vieni...



    Alla sua destra si aprì una piccola fessura nel muro, abbastanza ampia da potercisi infilare dentro. Sentì chiaramente la voce chiamarlo da quella direzione, ma non ne era attratto come aveva detto il Jonin. Era veramente un illusione? Prima però avrebbe dovuto liberarsi dalle catene, forzando il suo fisico e la sua mente. Avrebbe potuto aiutare il Jonin oppure farsi trasportare dalla curiosità, dagli elogi, ed abbandonare il suo compagno alla ricerca del potere. Il tempo scorreva lento, ma questo non significava necessariamente che la fessura sarebbe rimasta aperta per molto...
     
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    Quando Harumi aprì la porta si ritrovò di fronte ad un lungo corridoio, sul suolo del quale era depositato uno spesso strato di polvere reso visibile dalla pallida luce rossastra emanata dalle lampade d'emergenza la quale si distribuiva lungo le pareti accendendosi e spegnendosi ad intervalli irregolari.

    L'aria era pesante ed era chiaro come questo passaggio non fosse stato utilizzato per diversi anni, promettente per qualcuno in fuga ma non necessariamente rassicurante.

    Proseguendo per il corridoio Harumi si sarebbe allontanata sempre più dai misteriosi rumori delle due stanze inesplorate, per abbracciare l'incognita di quell'ambiente silenzioso e sinistro che avvolgendola nella luce rossastra sembrava quasi poterla condure nell'aldilà, sotto l'occhio vigile delle telecamere di sicurezza delle quali l'ospedale era pieno anche ai livelli superiori.

    Dopo diversi minuti sul pavimento cominciarono a comparire delle piccole macchie scure visibili solo ad un'occhio particolarmente acuto, un'analisi più accurata delle suddette macchie per coloro i quali possedessero una mente investigativa avrebbe invece reso chiara la loro natura, si trattava di macchie di sangue e proseguendo lungo il corridoio sarebbero divenute sempre più numerose e grandi.

    Forse quello sarebbe stato un buon indizio per decidere di tornare indietro e rischiare la fortuna con le altre due porte, ma questa scelta venne strappata ad Harumi ed al giovane che portava con sé quando alle loro spalle si udì con forza il clangore emesso dallo sbattere della porta d'ingresso contro la propria anta ed i giri di un chiavistello che sigillarono il loro destino con certezza all'interno di quell'area.

    Proseguendo avrebbero notato che le macchie si tramutavano in vere e proprie scie e che ora si estendevano anche alle pareti ed al soffitto, inspiegabilmente, non sembravano esservi altri segni lasciati da questo vecchio dramma.

    Quando raggiunse l'altro capo del corridoio, la kunoichi vide di fronte a sé uno spettacolo raccapricciante, sulla porta si leggevano con chiarezza i segni di mani insanguinate che sembravano aver tastato con disperazione la porta in cerca della maniglia di sblocco, questo però non era più necessario per la giovane in quanto la pesante porta metallica era stata scardinata da un potente impatto che l'aveva lasciata deformata ed incapace di assolvere alla propria funzione.

    Qualunque creatura avesse fatto questo alla porta era chiaramente stata ciò che aveva posto finalmente fine alle sofferenze della persona il cui sangue avevano trovato, probabilmente più d'una a giudicare dalla quantità di sangue spalmata lungo tutto il corridoio.

    Provare a schiudere del tutto la porta avrebbe causato un forte cigolio al termine del quale il silenzio tornò ad essere sovrano.

    Oltre la porta era visibile quella che sembrava essere la tromba di un'ascensore dal quale pendevano dei cavi, risultò evidente anche alla poca luce offerta dal corridoio che l'ascensore fosse crollato tempo prima e forse questo era dovuto all'impatto che aveva distrutto anche la porta.

    L'ascensore era stato ideato esclusivamente per scendere e questo significava che non vi fossero altre vie se non verso il basso, i cavi si prestavano ancora bene a quello scopo ma il vuoto sotto di loro era completamente buio e non era quindi possibile capire quanto quella voragine si estendesse lungo le profondità della terra.

    Questo sarebbe stato un problema nel caso in cui avessero utilizzato i cavi per calarsi nei sotterranei, in quanto gli stessi non arrivavano sino al fondo, costringendoli ad un salto della fede che si sarebbe concluso con l'atterraggio su quello che al tatto sembrava un ammasso di detriti che rotolarono su sé stessi con un sinistro crepitio.

    Sarebbe stato solo un secondo esame più accurato tramite il tatto o una fonte di luce della Kunoichi a rivelarle il fatto che non fosse atterrata su un mucchio di detriti ma bensì di ossa umane.

    Con una fonte di luce sarebbe risutato evidente come le pareti di tutta la tromba delle scale al di sotto della corda fossero ricoperte di fori e segni simili ad artigli, quasi come se un'enorme bestia avesse provato a risalirla senza fortuna.

    Una volta scesi dalla pila di ossa sarebbe stato possibile individuare due porte ognuna delle quali presentava un'insegna illuminata da una delle luci d'emergenza rossa, la prima recava la scritta “Celle”, mentre l'altra riportava “Laboratori”, a patto di non voler tornare al piano superiore dalle infermiere, Harumi ed il suo nuovo amico avrebbero dovuto decidere per quale delle due proseguire.


    Consideriamola un'introduzione per darvi un'idea dell'atmosfera, c'è una scelta al termine ma non è che la prima per decidere se sarete in grado di uscire dalla viscere dell'Ospedale di Oto.
     
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    L'Ospedale del Suono


    Post 6 ~ Verso gli inferi

    La fanciulla scrutò per un lungo istante il corridoio che si apriva davanti a lei, appena rischiarato dalle luci di emergenza che a distanze regolari baluginavano debolmente. Via libera, sembra. Bene, andiamo... La kunoichi stava di fatto parlato da sola, visto che il ragazzo che stava portando con sé era ancora privo di sensi, ma quel silenzio persistente iniziava a mettere alla prova i suoi nervi. Appesantita per il fardello non indifferente, l'otese si trascinava, spostando una gran quantità della polvere accumulata sul pavimento, la quale presto le causò un eccesso di tosse. Coff coff...Oh issa, forza che ci siamo quasi... Quella era una bugia bella e buona, o nella migliore delle ipotesi una pia illusione, ma la ragazza non intendeva perdere la speranza. Sarebbero usciti da lì, anche se assurdamente l'unico modo per farlo era continuare a scendere. Soprattutto dal momento in cui, alle sue spalle, un cupo suono metallico l'avvisò impietosa che non c'era più possibilità di tornare indietro. Qualcuno, o qualcosa, si stava divertendo alle sue spalle, spingendola verso l'abisso. Non potendo farci nulla, e preferendo non pensarci troppo, la ninja del Suono non avrebbe esitato, fino a quando il suo sguardo non avesse incrociato delle macchie sospette per terra. Seguendole con gli occhi le avrebbe viste estendersi lungo le pareti e poi sul soffitto, simili a strisce o getti di colore, ma dall'aria decisamente poco rassicuranti. Non se ne era accorta in precedenza a causa dell'illuminazione carente, ma avvicinandosi fino ad un palmo dal naso si tolse ogni dubbio: quello era sangue. A giudicare dal colore, doveva essersi coagulato molto tempo addietro, e questo la rassicurò sul momento, ma dentro di lei non smetteva di crescere il disagio e la repulsione che provava per quel posto. Il nome ospedale s'addiceva poco o niente alla struttura, almeno per quanto aveva visto fino a quel momento. Giunta in fondo al passaggio, però, anche la kunoichi dall'animo saldo si arrestò, urtata dallo spettacolo macabro della porta parzialmente divelta ricoperta di impronte insanguinate. Harumi non si sarebbe portata le mani davanti la bocca solo perché impegnate a sorreggere il ragazzo ancora incosciente, ma non poteva fare a meno di pensare agli ultimi istanti del malcapitato, dominati dal terrore. Cosa gli aveva dato la caccia, in quell'inferno? E soprattutto, quella bestia era ancora lì sotto? Ispirando profondamente, si sforzò di andare avanti, trattenendo a stento un rigurgito. Davanti alla lamina di metallo contorta, constatato che il carico le impediva di procedere agilmente, avrebbe preso violentemente a calci l'anta finché non si fosse fatta da parte, sobbalzando ogni volta che il boato del suo piede contro il ferro riecheggiava nell'aria stagnante. Trattenendo il fiato, l'avrebbe quindi scavalcata, finendo in un vestibolo, la cui funzione doveva essere stata quella di permettere al personale di attendere l'ascensore. Peccato che del macchinario non rimanesse che lo scheletro, devastato dalla stessa furia che presumibilmente aveva portato morte e distruzione nel segmento precedente. Deglutendo, iniziando a provare una vaga angoscia, la kunoichi avrebbe appoggiato il giovane ad una parete, coprendolo per bene fino al collo con la coperta, per poi studiare la situazione. Contrariamente alla sua speranza, il vano scendeva solamente, cosa che lasciò perplessa la genin. I cavi pendevano immobili, ma la jinchuriki non si sarebbe fidata di usarli. Harumi rimase a fissare la profondità oscura sotto i suoi piedi a lungo, cogitabonda. Sospirando, si ritrasse infine, avvicinandosi al ragazzo e rivolgendosi a lui con la morte nel cuore. Rimani qui, d'accordo? Dovresti essere al sicuro... O almeno lo spero... Tornerò a prenderti! Era la seconda volta in poche ore che abbandonava qualcuno in quel luogo maledetto, e dentro di sé il senso di colpa la tormentava incessantemente. Non vedeva però altre alternative. Farlo scendere in quelle condizioni era fuori questione, così come rimanere fermi lì. L'unica possibilità che aveva di salvarlo era trovare una via d'uscita sicura, e senza pesi morti avrebbe avuto, forse, almeno una possibilità.


    Prima di avere ripensamenti, l'otese si avviò a passi veloci verso l'antro oscuro, e prese a discenderlo con estrema attenzione grazie alla sottile patina di chakra adesivo sotto le piante dei piedi [Abilità] Chakra Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità sulle superfici verticali. (Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da genin in su]
    . L'assenza quasi completa di luce non preoccupava più di tanto la ragazza, che proseguiva praticamente a tentoni, seguendo i cavi con la mano fino a quando non arrivò al punto in cui erano stati tranciati. Con un estremo sangue freddo, proprio solo di chi ha già visto almeno una volta la morte in faccia, la fanciulla proseguì, ancora più attentamente se possibile, fino a dove si sarebbe dovuta trovare la porta scorrevole del piano inferiore. Con un piccolo balzò atterrò di fronte al varco, ma qualcosa di secco e rigido scricchiolò e si ruppe sotto il suo peso, per quanto leggero. Chinandosi, avrebbe osservato per quanto possibile vista la tenebra quasi totale, l'oggetto dalla forma stretta e allungata, sfiorandolo con le dita nude, ritraendosi frettolosamente non appena la sua mente ebbe compreso. Ossa, quelle erano ossa, umane a prima vista. E ne scorgeva un cumulo immenso, ora che gli occhi si erano abituati un poco. Disturbata intimamente, si allontanò da quella che a conti fatti era una fossa comune, o una discarica a seconda della predisposizione d'animo con cui si affrontava la realtà. Quel nosocomio maledetto era una fucina di continui orrori per la giovane, che già da un po' aveva preso a pentirsi della sua decisione di entrare là dentro. Arretrando, finì per raggiungere altre due porte, entrambe chiuse, sulle quali campeggiavano due targhette consunte dal tempo. Harumi passò velocemente dall'una all'altra con una disperazione crescente in lei, stufa di trovarsi continuamente di fronte a scelte e bivi. Che ne aprisse una o l'altra, non sarebbe cambiato niente: non avrebbe scoperto cosa avrebbe trovato fintanto che non avesse commesso l'azzardo di avanzarvi. A pensar semplice, le celle in teoria avrebbero dovuto contenere dei corpi, i laboratori delle strumentazioni, nella peggiore delle ipotesi delle cavie. Che poi fossero anch'esse passate a miglior vita con l'abbandono di quel settore era tutto da dimostrare. Se però voleva trovare indizi su come uscire da lì, nonostante il terribile presentimento che la stava importunando fin da quando aveva letto le indicazioni, il laboratorio era probabilmente la scelta migliore. Ormai...peggio di così non...niente, lasciamo stare, meglio non dire niente... Con una vena di umorismo e autocommiserazione, parlando da sola, Harumi girò la maniglia.

    Chakra: 47.75/50
    Vitalità: 14/14
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità: 400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Note
    Lasciamo lì per un turno Scica intanto, poi si vedrà.

     
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    Ovvietà


    - VI -

    L'Anaga interruppe il suo passo immediatamente andandosi a scontrare contro il Jonin che stava seguendo. In quel buio pesto, egli non riusciva a vedere niente. Certo, a volte era per lui assai piacevole stare al buio e non vedere niente e limitarsi a sentire cose ma quello non era certo il caso. Al contempo Shinken si dimostrava piuttosto abile nel difendere i suoi sottoposti. Davanti a quei cadaveri ambulanti e all'offensiva che le donne rivolsero verso l'impotente studente, il Fedele seppe muoversi con prontezza e grande capacità, salvando Dorian da morte certa. Quello che però l'uomo non aveva considerato era che le creature che aveva davanti erano cadaveri e, come tali, non avevano motivo di desistere alle sue offensive. Buttate a terra e trapassate più volte alle gambe dai suoi colpi, subito si rialzarono. Dopotutto a loro era sconosciuto il concetto di dolore. Anzi, a loro era sconosciuto ogni tipo di concetto. La donna munita di artiglio iniziò a roteare sul proprio asse come una trottola mentre la fragile carne putrescente nella zona del suo bacino si staccava, cadendo a terra e permettendo alla spina dorsale di ruotare su sé stessa. Nel frattempo la carne penzolante dal bacino emanava un odore così forte da rendere l'aria irrespirabile. [Note.]Ignorabile se posseduto Equip Respiratore, altrimenti provoca Nausea in un raggio di 2 m (-2 Tacche Riflessi) Come una trottola, la donna si avvicinò al volto di Shinken con le mani ferrate cercando di colpirlo tre volte. [Slot Azione I-II-III]Berseker di Carne: Stat aumentate di +4 Tacche; Velocità Blu+4, Forza Blu L'infermiera disarmata, invece, si rivelò essere ben più cosciente della sua amica. Poggiando la mano destra sulla spalla sinistra, ella tirò con una forza immonda, strappandosi l'arto e iniziandolo a brandire come un martello. Immediatamente anche dall'articolazione sinistra di quell'arto iniziò ad uscire un melenso vapore verdastro. [Note.]Come sopra:
    Ignorabile se posseduto Equip Respiratore, altrimenti provoca Nausea in un raggio di 2 m (-2 Tacche Riflessi)
    Avvicinandosi ad un passo rapidissimo al Jonin, la donna saltò nuovamente la sua compagna e tentò di colpire l'Otese con il braccio dall'alto verso il basso, in testa. [Slot Azione I-II-III]Berseker di Carne: Stat aumentate di +4 Tacche. Forza Blu + 5, Velocità Blu Il colpo, similmente a come avrebbe fatto un primitivo con una clava, fu vibrato tre volte, allo stesso modo.

    Al di là delle brevi scintille provocate dal cozzare delle armi, Dorian vide molto poco di quello che stava sentendo. Era riuscito a salire in dietro su quelle scale di qualche passo, allontanandosi dal pericolo ma allo stesso modo dalla sua unica salvezza. Il Jonin era a portata di voce, senza dubbio, ma comunque più lontano di prima. Quando, notando un piccolo attimo di pausa dai forti rumori ambientali, decise di riscendere a dare man forte al suo compagno, si rese conto ti non riuscire a muoversi. Una sensazione di freddo costrinse i suoi polsi, come se fossero legati. Manette, non c'è dubbio! Pensò Dorian, essendo piuttosto avvezzo a situazioni di quel tipo. Essendo al buio non poteva scorgere le dure catene che lo avvolgevano, anche se, pur non essendone conscio, solo illusorie. Non sembravano stringere più di tanto prepotentemente ma il Pavus comunque non riusciva a muoversi. C'era qualcosa di strano in quelle manette però. Il suo essere avvezzo all'essere legato gli dava una certa consapevolezza della situazione in cui si trovava e poco gli ci volle per capire che non poteva essere qualcosa di reale. Inoltre Shinken fino a quel momento aveva dimostrato di non perdere di vista neanche per un momento lo studente Otese: vederlo legato sulle scale poco dietro di lui sarebbe stato un campanello d'allarme così grande che per lo meno lo avrebbe portato a suggerire qualcosa, a dimostrare preoccupazione. A quel punto per l'acuto Dorian fu piuttosto palese si trattasse di una illusione. Non aveva però la possibilità di compiere il sigillo della tigre e rilasciare la tecnica. Fu così costretto a farlo senza canalizzare il chakra, disperdendo le sue capacità in più parti ed aiutandosi grazie al dolore fisico. Strinse le braccia violentemente verso le gambe, facendo penetrare il Kaiten che aveva sempre nascosto nella manica destra dei suoi abiti nelle carni della coscia, ferendosi in modo non preoccupate. [Ferita + Tecnica]Danno: Leggero
    ST Utilizzati: 2

    Kaiken [Mischia]
    Il Kaiken era un'arma definita tale per le proprie fatture e facilità d'uso. Usata preferibilmente dalle Ninja donna, ovvero dalle Kunoichi, aveva la stessa funzione e dimensioni del Tanto. Poteva essere nascosto tra le vesti, era un'affilata lama da taglio.Tipo: Lama - Taglio
    Dimensione: Mediopiccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 15 | Durezza: 2 | Crediti: 25)
    [Da studente in su]

    Rilascio - Genjutsu Kai
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può deflettere genjutsu usando 2 slot tecnica. L'utilizzatore deve essere consapevole di essere sotto l'influsso di un'illusione. È possibile sfruttare i danni subiti volontariamente per aumentare l’efficacia del rilascio, senza costo in chakra. Ogni leggera subita incrementa di 10 l'Efficacia; status Leggeri aumentano di 10 l'Efficacia, a status Medio di 30, status Gravi di 60. Si possono rilasciare solo illusioni con efficacia inferiore quella del rilascio. Può eliminare più genjutsu solo se la somma delle efficacia di ogni genjutsu è inferiore all'efficacia del rilascio. È possibile usarla su un'altra persona. È possibile sommare l’Efficacia con un’altra persona se utilizzata insieme. È possibile utilizzarla senza sigilli, riducendo di 10 l'Efficacia.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: ½ Basso ogni 5 d'efficacia )
    [ [Efficacia Massima Rilasciata: 15 per Grado]]
    [Da studente in su]
    Mentre Dojin era intento a ferirsi, una voce iniziò a parlargli ma in quella completa oscurità non fu capace di capire se fosse qualcuno vicino a lui o meno. Certo che, dato quello che la voce stava dicendo, lei era capace di vederci benissimo ed aveva anche un gran gusto critico ed oggettivo. Indubbiamente non sono putrido. Ed è PALESE la mia perfezione, sì. Ti capisco. Quando poi le frasi divennero insinuazioni sulla sua volontà, il ragazzo si fece meno serio. Bhè, diciamo che anche un bel bagno caldo, oltre al potere, adesso non sarebbe male. In quel momento una lieve brezza, come quella che passa in una giornata ventosa da una finestra lasciata aperta soltanto per metà, iniziò a tirare dalla mia sinistra, zona dove, in teoria, si sarebbe dovuto trovare il muro costeggiante le scale che stavamo scendendo. Allungò la mano aspettandosi di trovare il muro ma ... la mano sprofondò e, di fatto, perse l'equilibrio, cadendoci dentro. Dorian si rialzò di scatto cercando di tornare dall'altra parte per avvertire Shinken dell'accaduto. Non sapeva, però, se ci sarebbe riuscito.


    Chakra: 8.5/10
    Vitalità:7/8
    En. Vitale: 29/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità: 100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1: Rilascio
    2: Rilascio
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    Lo spettacolo che attendeva Harumi superata la maniglia era per molti versi sorprendente, considerando il corridoio precedente sarebbe stato normale aspettarsi un ambiente caotico con alambicchi, boccette ed altri attrezzi medici sparpagliati in terra con pareti puntellate da schizzi di sangue, eppure la kunoichi non vide nulla di tutto questo.

    L'ambiente che si trovò di fronte non solo era pulito ma sembrava quasi nuovo.

    Non un dito di polvere, non una traccia di danno o colluttazione e quel che era più sorprendente, non vi era alcun segno del fatto che quel luogo fosse mai stato utilizzato, come se fosse ancora in attesa che un team di ricercatori venisse ad utilizzarlo.

    L'ambiente era illuminato in maniera ottimale da una serie di lampade sospese sopra gli spaziosi tavoli del laboratorio, attrezzati con boccette ed alambicchi disposti con cura maniacale.
    Vi erano anche numerosi cilindri di vetro che sembravano grandi abbastanza da contenere una persona e che si ricollegavano a dei pannelli di comando, oltre a questo non vi era molto altro che attirasse l'attenzione come la porta posta all'altro capo del corridoio con sopra la scritta “Ufficio” affiancata da una lunga finestra a specchio che dava su di un ambiente buio.

    Una mente investigativa poteva intuire facilmente dall'assenza di polvere che qualcuno ancora si prendesse cura di quel luogo ed a questo punto non si trattava più di rischiare un incontro quanto il chiedersi quando questo sarebbe avvenuto.



    Una serie di piccoli cigolii metallici cominciarono ad udirsi dal soffitto non appena la ragazza avesse deciso di muoversi di qualche metro all'interno dello spazioso laboratorio, oltre le luci si riusciva a vedere solo le pareti proseguire sino a divenire una voragine nera, qualunque cosa fosse, aumentava d'intensità col suo avanzare nel laboratorio e presto si tramutò in un clangore frenetico che spezzò definitivamente il silenzio quasi mistico che aveva circondato quei luoghi sino a quel momento.

    Ed all'improvviso, dall'ombra emersero quelli che sembravano numerosi ragni metallici a sole sei zampe che scendendo lungo le pareti avevano bloccato definitivamente ogni via di fuga alla giovane otese.

    ragnimeccaniciospedale



    Ad un esame più accurato, quelli che sembravano semplicemente meccanismi artificiali si rivelarono possedere dei volti umani contenuti all'interno di una sorta di boccia di vetro piuttosto spessa all'interno del quale fluiva lo stesso misterioso liquido contenuto all'interno dei vari cilindri presenti nel laboratorio.

    Questi volti portavano i chiari segni di operazioni ricostruttive piuttosto brutali, ad alcuni gli occhi erano rimasti disallineati mentre altri avevano i muscoli del volto esposti o delle espressioni rese grottesche dall'utilizzo dei fili di sutura che forzavano insieme ma senza allinearle, parti di volti differenti.

    Una quindicina di questi esseri si erano radunati nel laboratorio ed osservandoli meglio, grazie alla sua vista acuta Harumi avrebbe potuto notare che oltre alle sei zampe che utilizzavano per la locomozione, vi erano altre due piccole braccia la cui funzione divenne chiara non appena il primo di questi “ragni” decise di avvicinarsi a lei con occhi bianchi e lattigginosi che sembravano fissare la parete alle sue spalle più che la kunoichi.

    Le piccole braccia si mossero ad eseguire una sequenza di sei sigilli sconosciuta alla ragazza che vide dell'elettricità accumularsi di fronte al volto consumato da quella vita artificiale prima di assumere le sembianze di un potente drago composto da pura elettricità e dirigersi a gran velocità verso la ragazza divorando i pochi metri che li separavano.

    I vostri personaggi al momento sono separati e possono postare indipendentemente l'uno dall'altra, nell'immagine riassuntiva, ogni quadratino equivale ad un metro quadrato, i puntini rossi sono i ragnetti, quello viola Harumi, in grigio abbiamo i tavoli ed i pallini celesti sono i cilindri di vetro, in basso è segnalata l'entrata ed in alto a destra l'ingresso dell'ufficio, in giallo il drago di tuono.

    Arena-Quest-Harumi01



    Oltre a questo, tutte le statistiche di questi ragnetti sono equivalenti a quelle di un'energia verde, di seguito allego il testo della tecnica:

    Drago di Tuono - Raiton: Rairyuu no jutsu
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Cane, Cavallo, Serpente, Lepre, Scimmia, Cavallo (6)
    L'utilizzatore può creare un drago elettrico che si potrà propagare fino a 30 metri di distanza. Il drago è lungo 9 metri ed ha un diametro pari a 3 metri. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. La potenza è pari a 60. Potrà effettuare solamente movimenti rettilinei e potrà cambiare direzione solamente seguendo materiali conduttori di elettricità. Se lanciato in acqua, causa un danno di potenza 40 tramite scossa a chiunque vi sia immerso, entro un raggio pari a 12 metri, e causerà Ustione (DnT Medio).
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]
     
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    L'Ospedale del Suono


    Post 7 ~ Pulizie automatizzate

    La leva della maniglia si abbassò fluidamente, senza il minimo rumore. La kunoichi fu sorpresa da quella stranezza, considerando lo stato d'abbandono in cui versavano i livello inferiori dell'ospedale, ricoperti di polvere e ruggine, ma presto le sarebbe stato chiaro che i laboratori dovevano aver ricevuto un trattamento di favore. Al suo interno infatti regnavano sovrani l'ordine e la pulizia. A bene vedere, fin troppo. L'ambiente sembrava praticamente nuovo, come se nessuno l'avesse mai usato, e per di più tenuto con la massima cura. Harumi avrebbe immediatamente assunto un atteggiamento diffidente, affinando i sensi al massimo ed avanzando circospetta. Non poteva trattarsi semplicemente di un caso, nessuna chiusura, se non una completamente ermetica, poteva impedire che vi si accumulasse anche la minima traccia di sporcizia. Qualcuno, o qualcosa, doveva essersi dedicato a delle pulizie di recente, e molto approfondite per giunta. Socchiudendo gli occhi per la luce quasi troppo forte dopo il lungo brancolare nella penombra, la giovane raggiunse il centro del laboratorio. Non c'era nulla di utile, quel posto era praticamente intonso. Perfino i cilindri di vetro allineati lungo le pareti non riportavano alcuna traccia di utilizzo. In compenso, dal lato opposto rispetto a quello da cui era entrata si trovava un'altra porta. Aguzzando la vista, avrebbe scorto in piccolo la scritta "ufficio" di fianco ad essa. Per il momento non poteva fare altro che avanzare, riservandosi di tornare al bivio con le celle solamente se quella strada le fosse stata preclusa. Al primo passo, tuttavia, si fermò. Le sue orecchie allenate avevano captato un rumore, sebbene non le fosse chiara l'origine. Fino a quando, dall'ombra in cui sfumava il soffitto, non fecero la loro apparizione degli strani aggeggi metallici. Sulle prime la giovane pensò che si trattasse di ragni meccanici, ma guardandoli meglio vide che il loro nucleo era costituito da teste umane sotto vetro! Inorridita alla vista, si voltò, solo per scoprire di essere stata circondata. Girando su se stessa li contò rapidamente, preoccupandosi quando constatò che il loro numero superava la decina. Probabilmente si trattava di una sorta di guardiani automatizzati, ed erano stati sempre loro a tenere quel posto alla perfezione, pronto ad essere usato. Restava da capire solamente una cosa: sarebbero stati ostili? Il dubbio le fu levato anche troppo velocemente per i suoi gusti. Ehm...sono una kunoichi di Oto e mi sono pers... Harumi non si reputava un genio, ma alla quarta posizione magica delle piccole mani artificiali il suo istinto di sopravvivenza le aveva suggerito di chiudere la bocca e di levarsi da lì, ed in fretta. Proprio mentre un minaccioso drago composto d'elettricità prendeva forma davanti a lei, la giovane balzò di lato, mettendosi al riparo dietro il tavolino più vicino [Slot Difesa][Spostamento] Rif. 450
    [Impasto] 1/2 Basso +2 Rif.
    . Era stata decisamente etichettata come spazzatura, da eliminare alla svelta. Di sicuro quegli ibridi uomo macchina facevano dell'efficienza il loro vanto. La ragazza considerò rapidamente la sua situazione. Aveva solo due opzioni per come la vedeva. Forza bruta, o ingegno. La prima aveva un palese svantaggio, ovvero l'inferiorità numerica. La seconda invece aveva il vantaggio di poter passare al piano B se non avesse funzionato. C'era un certo margine di rischio, eliminabile se avesse avuto il tempo di studiare meglio i suoi avversari, ma la situazione non lo permetteva: se si fossero messi a sparare altri attacchi del genere in uno spazio chiuso come quello, era solo questione di tempo prima che la prendessero. Valeva quindi la pena provare. Gli ultimi crepitii elettrici sulle superfici squarciate dal ninjutsu cessarono, dando il via al piano. Harumi scattò, saltando sopra il tavolino dietro cui si era riparata, con due kunai già estratti [Slot Gratuito + Azione I][Movimento] 6m + fino a 15m

    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO. [Da genin in su]
    . Avrebbe iniziato a correre sulla superficie liscia, scagliando al contempo le due armi al centro della testa, in tutti i sensi, del ragno posizionato davanti la porta degli uffici [Slot Azione II][Lancio] For. 450, Pot. 8 * 2
    [Impasto] 1/2 Basso +2 For.
    . Prima di passare al tavolo successivo avrebbe gridato ad alta voce, per attirare l'attenzione di tutti i bersagli nel caso qualcuno di essi fosse stato concentrato su altro. Sono qui! Sentendosi stupida, sollevata che non vi fossero testimoni dotati di raziocinio a immortalare il suo rossore, avrebbe circondato la sua figura di un'aura luminosa tanto intensa da accecare chiunque rivolgesse a lei gli occhi [Slot Tecnica]Illusione Accecante
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'illusione si attiva se osservato l'utilizzatore e presente entro 9 metri da esso. Le vittime vedranno generarsi alle spalle dell'utilizzatore una luce intensa che renderà Accecate le vittime per 1 round oppure finché non subito un attacco. L'efficacia è pari a 10.Tipo: Genjutsu -
    (Consumo: Medio)
    [Da studente in su]
    . Era conscia dei limiti della sua strategia, che ad un'attenta analisi faceva acqua da tutte le parti: se quelle creature fossero stati immuni alle arti illusorie, o se non si fossero basate sulla vista per individuare i loro bersagli? Ormai però era in ballo, e avrebbe ballato fino in fondo. Continuando a muoversi, si sarebbe scagliata contro la porta, verificando subito se fosse aperta o meno. Nel caso l'automa più vicino fosse stato ancora in piedi ad opporsi, o se la serratura fosse stata bloccata, Harumi non avrebbe esitato a scagliare contro entrambi un calcio sovraccarico di chakra dalle alte capacità distruttive pur di uscire da quella situazione [Slot Azione III][Mischia] Vel. 400, For. 475
    [Impasto] Basso +3 For.
    [Abilità] Basso +20 Pot.

    Tocco Distruttivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore può danneggiare gli oggetti con gli attacchi corpo a corpo; la potenza del colpo non armato contro oggetti e armi è aumentata di 10 ogni consumo ½ Basso. Non aumenta la potenza contro avversari. (Consumo: ½ Basso a colpo ogni 10 di potenza
    [Consumo massimo: 2 Bassi])

    [Da genin in su]
    . Se fosse riuscita a varcare la soglia l'avrebbe richiusa dietro di sé, cercando alla svelta un modo di bloccarla, con chiavistelli o altri ostacoli, in alternativa continuando a correre per allontanarsi, nel dubbio che potessero riprendersi ed inseguirla [Slot Azione I][Movimento] Rimanente. Il suo azzardo avrebbe funzionato?


    Chakra: 41.75/50
    Vitalità: 14/14
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità: 400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: Spostamento
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Movimento
    2: Lancio
    3: Calcio
    Slot Tecnica
    1: Illusione Accecante
    2: ///
    Note
    Se la porta è aperta uso lo Slot Azione III per aprirla, se non serve lo uso per cercare di chiuderla una volta passato.

     
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24 replies since 23/1/2017, 19:24   439 views
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