La Vipera RossaPaese del The

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  1. Alkaid69
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    La Vipera Rossa


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    Glielo avevano chiesto. Entrambi. Sapevano cosa avrebbe significato, sapevano che, tecnicamente, sarebbe stato illegale. Eppure lo avevano pregato, implorato, e non ne capiva neppure il motivo. O meglio, comprendeva le ragioni che li avevano spinti a desiderare quella spada, ma non il motivo per il quale avevano deciso di chiedere a lui di rubarla.
    Era quindi finito a nascondersiTecnica dell'Occultamento - Kakureni no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può occultare sé stesso, una persona o un oggetto riproducendo quasi perfettamente l'ambiente occupato, diventando invisibile. Se l’obiettivo compie una manovra offensiva o difensiva, la tecnica termina il proprio effetto. Se disattivata la tecnica entro 6 metri da una fonte di chakra, l'utilizzatore non può compiere altre azioni offensive: il round termina dopo l'eventuale fase difensiva.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da genin in su]
    , respirando piano, pianissimo, lì, nel seminterrato di quell'edificio, per non farsi notare, per prenderla e riportarla con sé, per accontentarli.

    Già perché in una pigra serata di un giorno festivo i suoi due 'nuovi' fratelli, Tetsu e Haru, gli avevano chiesto di venire nella sala dove solitamente ricevevano gli ospiti per parlare di alcune questioni legate alla famiglia. Li aveva trovati seduti di fronte a un ritratto di Horikawa Sr., intenti a bisbigliare fra loro. In tono grave gli avevano spiegato che 'Vipera Rossa', una delle più preziose spade mai forgiate dal loro defunto padre, andata perduta anni prima, era stata recuperata assieme ad altre armi preziose da alcuni mercenari assoldati per sbarazzarsi di un gruppo di shinobi traditori che le avevano rubate. Tutto il bottino sarebbe stato messo all'asta, venduto barbaramente al miglior offerente. Avevano pianto calde lacrime invocando il ricordo del padre, che mai avrebbe permesso che una simile onta continuasse a sporcare uno dei suoi capolavori più grandi. Quando Kunihiro aveva chiesto loro come fosse stata reperita questa informazione, gli avevano spiegato che un caro amico di famiglia faceva parte delle pochissime celebrità ammesse all'asta e aveva visionato in anteprima parte della mercanzia, riconoscendo l'arma che aveva visto anni prima nella collezione della famiglia Horikawa.
    Kunihiro sarebbe quindi stato, secondo loro, l'unico a poter recuperare la lama senza farsi notare, agendo nell'ombra. D'altronde diceva di essere uno shinobi, no?
    Ma perché non pagare semplicemente per riavere la lama? Avrebbero potuto incaricare l'amico di famiglia di comprarla all'asta, in modo da recuperarla legittimamente. La loro risposta fu che sarebbe stato 'impensabile pagare dei ladri per riavere qualcosa che apparteneva a loro di diritto'. Anche qui: una questione d'onore, dicevano. A dirla tutta, Kunihiro non conosceva il significato di quella parola, ma non volle farlo sapere ai due.
    Nessuna via d'uscita, dunque, anche se un totale rifiuto del ragazzino a prestarsi a quel tipo di azioni sarebbe probabilmente bastato a farli desistere. In fin dei conti, a Kunihiro non importava realmente di quella spada: perché mai avrebbe dovuto quindi recuperarla? Perché mai avrebbe dovuto rischiare la propria posizione per due sconosciuti? 

    Due sconosciuti che però facevano parte della sua famiglia. E se non per la famiglia, per chi altri sarebbe stato legittimo fare follie? 
    Mi chiedo se sia sufficiente una simile frase fatta per spiegare come mai Kunihiro aveva accettato quella richiesta così sospetta.

    Ecco quindi come mai si trovava lì. 
    L'edificio nel quale si era infiltrato era situato nella periferia di un centro abitato nel Paese del The, poco dopo il confine con il Paese del Fuoco. Da quanto gli era stato detto, la mercanzia era stata depositata nel seminterrato dello stabilimento. L'asta, invece, si sarebbe tenuta all'ultimo piano, la notte successiva. Kunihiro aveva dovuto prepararsi in fretta per essere sicuro di arrivare con largo anticipo e posizionare uno dei suoi sigilli all'esterno: probabilmente nel giorno dell'asta gli organizzatori avrebbero dato più attenzione alla sicurezza del luogo, mentre il giorno prima, aveva immaginato, non sarebbe stato così.
    Aveva immaginato bene. Anzi, forse troppo bene: era vero, le sue doti furtiveFurtività: 3 lo avevano aiutato ad addentrarsi nella struttura ed evitare di essere visto dalle poche guardie appostate, ma era stato molto più semplice di quanto avesse pensato. Che mansioni di quel tipo stessero diventando fin troppo semplici per le sue capacità? Oppure forse c'era qualcosa che non aveva considerato. 

    Cominciò a setacciare la stanza, invisibile e silenzioso...
     
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    Primo incarico per Kiri [1]



    Da quando Sanjuro era tornato dalla missione ad Azumaido e aveva ricevuto la promozione che non aveva mai chiesto, si era convinto di dover compiere personalmente qualunque incarico gli venisse recapitato nella baracca, perchè intendiamoci, lo sciamano di Kiri non aveva la minima idea di quali fossero i compiti di un Consigliere; e poichè aveva rinunciato a trasferirsi per la maggior parte del tempo in amministrazione, restando nella palude; fuori dalla baracca venivano ammassate scatole di documenti di ogni tipo perchè l'uomo le controllasse, le studiasse, e impostasse eventuali ordini organizzando la vita da ninja del villaggio, per aiutare Itai alleggerendogli il lavoro.
    Ovviamente Sanjuro non faceva niente di tutto questo, anzi, si dedicava a tempo pieno alla meditazione dentro la palude, lasciando che fosse
    GassanN22THFQ ad occuparsi degli incarichi. Chiunque fosse giunto alla baracca nella palude, avrebbe visto un bastone da passeggio appoggiato ad un lato di legno della casupola, circondato di fogli e scatole.

    [...]

    Per questa ragione, l'amministrazione aveva riferito a Sanjuro, che aveva delegato a Gassan, che aveva riferito a Sanjuro, che la sua presenza era richiesta presso il paese del Tè. Un lotto di particolari armi era stato messo all'asta, e con la possibilità che antiche spade di Kiri facessero parte del lotto, era necessario che il villaggio si accaparrasse l'articolo. Ovviamente un ninja esperto, o esperto in materia, avrebbe analizzato le singole spade e avrebbe deciso, ma Sanjuro non aveva idea nemmeno di come impugnarla una spada, e aveva deciso di comprare la cosa a scatola chiusa.
    Dal momento che non agiva come ninja, ma proprio con gli araldi del villaggio della Nebbia, aveva chiesto, e ottenuto, di avere un incontro la notte prima dell'asta, con il banditore, per poter comprare sottobanco il lotto di armi, senza che nemmeno arrivassero all'evento.
    Forse aveva ottenuto questo favore non solo per la richiesta ufficiale diramata dal suo ufficio, ma anche e forse soprattutto, perchè la richiesta era giunta nella forma di un piccione privo di testa attaccato con delle graffette ad una lettera che indicava quanto Kiri volesse il lotto di spade.
    Presso l'asta, non ci avevano dovuto nemmeno pensare prima di accettare. Con tutte le assurdità che c'erano al mondo in quel momento, avere anche Kiri sul collo era l'ultimo degli interessi, nel bene degli affari.

    [...]

    Sanjuro arrivò sul posto in volo, su Gassan.
    Atterrò nel cortile cadendo rovinosamente, e compiendo una serie di capriole nell'erba, lasciando dietro di sè quelli che sembravano rimasugli di animali morti, prima di rimettersi in piedi e recarsi all'entrata della magione, illuminata quasi solo dalla luce della luna. Il banditore e una guardia lo accolsero, non poco inquietati, e lo fecero accomodare fino a quella che sembrava essere la sala con tutti i lotti, una sorta di magazzino nel seminterrato.
    Quando la porta si spalancò, la luce del corridoio inondò la sala, poco prima che le luci venissero accese, e i tre uomini, e Gassan, fecero la loro entrata nel seminterrato. Lo sciamano di Kirie ra ben riconoscibile, con la sua solita maschera particolare, la gonnella, il bastone e le infradito, niente altro, tranne il gabbiano morto in testa.


    wvrgDRx



     
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  3. Alkaid69
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    Quando la porta del seminterrato fu spalancata, Kunihiro si nascose immediatamente dietro un grosso container di legno. Soltanto in seguito si rese conto del fatto che, in effetti, era ancora sotto l'effetto della tecnica dell'occultamento e che quindi in ogni caso nessuno avrebbe potuto 'vederlo'. Quindi si affacciò per capire chi o cosa intendesse impedirgli di compiere il misfatto ma... no. Non sembravano essere a conoscenza della sua presenza lì, almeno non per il momento. Un gruppetto di persone, fra cui anche una strana creatura dotata di maschera e bastone, entrò nella stanza, apparentemente senza uno scopo preciso: non sembrava trattarsi di lavoratori o dipendenti dell'asta. Non sembravano neppure altri 'ladri'.
    Kunihiro, tuttavia, non era interessato realmente a chi fossero. In ogni caso non l'avrebbero fermato, ora che era a pochi metri dalla meta. Inoltre, non sembravano interessati a setacciare la stanza... probabilmente non si aspettavano che ci fosse già qualcuno all'interno e non avevano l'aria di chi è all'erta per qualcosa.

    Fece qualche passo indietro, lentamente. Intendeva nascondersi in un angolo più appartato, coperto da alcuni barili coperti da grossi teli impolverati. Ma ecco che, mentre camminava, lo sguardo gli cadde su alcune spade infilate in un cilindro di ottone. Riconobbe l'elsa di una di esse: doveva essere Vipera Rossa.

    Cosa fare? Attendere che gli altri 'intrusi' avessero lasciato libero il campo, o afferrare la lama e fuggire, non curandosi di chi potesse vederlo?
    Rischiosa, la seconda ipotesi, ma se per caso quelli avessero come obbiettivo quello di recuperare proprio quelle spade, o l'avessero scoperto prima che potesse fare la prima mossa, avrebbe perso il vantaggio dell'iniziativa e della sorpresa...

    Quindi si mosse, si avvicinò alle spade, allungò la mano e a breve l'avrebbe afferrata. Il passo immediatamente successivo sarebbe stato dileguarsi, tornando istantaneamente all'esterno, lì dove aveva lasciato il sigillo prima di entrare nell'edificio.
     
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