The SwordMastahTorneo di Spada

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  1. Casìn
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    THE SWORDMASTAH


    Il MASTAH del Pollaio



    Può capitare a tutti di dimenticarsi qualcosa nella vita. Tra impegni, preoccupazioni, pensieri, distrazioni è del tutto normale. Bisogna accettarlo ed andare avanti convinti che prima poi si riuscirà a ricordare, oppure, rassegnarsi all'idea di aver perso quel ricordo. Bhè, in quel momento Murai Kira stava cercando di ricordare con tutto se stesso. Spremeva le sue meningi con più forza rispetto a quella che usava nelle gambe per scappare. Perché quel cazzo di tizio biondo ossigenato lo stava inseguendo a rotta di collo per quattro isolati?

    FIGLIO DI PUTTANA MI DEVI 100.000 RYO!

    Un debito? Impossibile, lui non giocava di azzardo. Non aveva mai chiesto soldi a nessuno, aveva vissuto una vita nel pieno rispetto del duro lavoro e della meritocrazia.

    Lasciami stare! Io non ti devo nulla, per favore!

    Stava ripetendo quelle parole da così tanto tempo che ormai aveva perso l'originale sotto testo di paura e disperazione. Ogni volta, il suo inseguitore sembrava non ascoltare.

    Lo so che ce li hai cazzo! Puzzi di soldi! Ho deciso che mi devi 100.000 ryo per non spaccarti quella faccia di cazzo che ti ritrovi e...

    Si era perso per l'ennesima volta in uno dei suoi rabbiosi monologhi e non si era accorto che la sua vittima si aveva ritrovato rifugio in una stanza. Una mossa lesta, segno di una ritrovata speranza. Il Kaizoku doveva muoversi se non voleva perdere le sue tracce.
    Con uno scatto felino e goffo, allo stesso tempo, raggiunse l'entrata del luogo misterioso dove si era recato Murai. Spalancò la porta constatando che quel tentativo di fuga aveva incredibilmente aumentato il suo picco massimo di rabbia impossibile. Per qualcuno perennemente incazzato come il Kaizoku era un evento da registrare.

    LO VEDI CHE TI DEVO PER FORZA SPACCARE LA FACCIA?!

    Il giovane teppista non si era accorto di essere appena entrato in un bagno, ormai vedeva solo il suo obiettivo. Si poteva dire, inoltre, che in qualche modo aveva sviluppato una particolare abilità che gli permetteva di vedere il futuro. Infatti riusciva a vedere già la faccia della sua giovane vittima inzupparsi nel cesso. Un momento... quello non era il futuro, era il presente! Ah, che soddisfazione!
    Oltre che al luogo, Il Kaizoku non si era accorto della mirabolante mossa che avrebbe, di lì a poco, garantito la salvezza al povero Murai. Infatti, quello sfigatello aveva inserito un oggetto in una qualche fessura, convinto che qualcuno sarebbe uscito dalla parete per salvarlo. Povero illuso.

    Aiutatemi! Per favoblegeheheheh, aiutatemi!! Non ho fatto nientbheghererere!


    Nessuno può sentirti mia gallina dalle uova d'oro! Adesso sborsa i MIEI soldi o continuo! Che c'è non hai capito?! Nessuno verrà a salvarti, capito?! Nessu...

    In quel momento, la voce di Butanikuman si accordò con gli spruzzi provocati della faccia di Murai nel wc e le urla del Kaizoku.

    MA... MA CHE... MA CHE CAZZO!?

    Il misterioso soccorritore era arrivato veramente. Uscito dalla fottuta parete! La vita di Murai era salva e adesso quello che stava rischiando qualcosa era proprio il Kaizoku.
    L'uomo con la maschera da maiale sembrava avere un atteggiamento amichevole, addirittura stava esortando l'entrata di questo misterioso "contendente". Fu lì che il Kaizoku si sorprese per una dote (se così si poteva chiamare) che fin troppe volte aveva trascurato. Con tutta la sua velocità, staccò la mano dalla nuca della sua povera vittima e prese le sue distanze inorridito. Aveva ancora il cuore che andava a mille per tutta quella adrenalina, ma deglutì sonoramente e, con una pessima recitazione, si rivolse all'uomo che fino a poco fa aveva cercato di affogare.

    E QUESTO E' QUELLO CHE TI MERITI PER AVER PICCHIATO QUELLA BAMBINA! STRONZO!

    Si prese un lungo momento per assaporare come era riuscito a risolvere quella situazione. Era sempre stato una bestia domata dagli istinti, ma quella botta di acume e capacità di adattamento gli avevano garantito la salvezza. Ma veramente?!
    Adesso, giustamente, Butanikuman si stava aspettando un contendente. Doveva reggere il gioco, avrebbe conteso qualunque cosa ci sarebbe stata da contendersi.
    Indossò quindi la miglior faccia di culo che potesse mettersi e continuò la sua mediocre recitina.

    Ma certamente, Butanikuman-sama.

    Ne seguì una serie di inchini, fatti a malincuore ed in malo modo, e rispettose, quando mai, chinate con la testa che portò l'ingresso al torneo del Kaizoku. Era quasi al limite di esplodere ed inveire anche contro quell'essere maialoso che aveva interrotto la sua rapina, ma l'idea di sfogare la sua rabbia verso qualche sconosciuto in maschera era molto allettante. In più, vincere sarebbe significato essere il migliore, il più forte, il più duro, il più stronzo. E lui voleva essere il più, più insomma.
    Il giovane biondo ossigenato indossò quindi gli abiti ed il sigillo, lasciando gli occhi ad un breve attimo di oscurità nel momento che si infilò la maschera. Dalla rastrelliera, prese una Lancia Chiang[2], una Katana[2] ed una Wakizashi[1].
    Entrò nell'arena ed il pessimo odore della maschera sembrò svanire. Un leggero sapore metallico si fece largo tra le sue papille gustative, il cuore aumentò i suo battiti. Ormai era preso dall'eccitazione. Voleva menare qualcuno e finalmente avrebbe menato qualcuno. Una volta finito tutto sarebbe andato a ricercare quello stronzo di Murai, non poteva mica lasciare testimoni.
    Il Gallo Biondo della Rabbia -IKARI NO BURONDU KOKKU- così si immaginava, prese un attimo per osservare gli altri contendenti. Avrebbe cercato poi di attirare l'attenzione di altri avversari con la maschera di un volatile.

    KU KU KU KU KOKKU KOKKUUUU! A CHI E' CHE DEVO SPACCARE LA FACCIA?! KOKOKOKOKOKO!

     
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