The SwordMastahTorneo di Spada

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    The Swordmastah


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    Come diamine ci era finito lì? L'ultima cosa che ricordava erano dei noodles istantanei, un'improvvisa botta di sonno e... Inutile, per quanto si sforzasse la memoria non accennava a ritornare. Magari l'avevano drogato. Ma ciò non avrebbe reso che ancora più assurda l'intera faccenda. Il ragazzo si guardò intorno. Il locale tutto sembrava tranne che il nascondiglio di qualche cattivo. Al massimo avrebbe avuto da ridire sull'arredamento. Un rumore sordo continuo attirò la sua attenzione e scostò una tenda per osservare fuori. L'edificio era avvolto in una tempesta di sabbia dall'aria minacciosa. Almeno ora aveva una vaga idea di dove fosse: di certo non era Kiri.

    Un sogno, sì non poteva che essere altrimenti. O un elaborato genjutsu, ma in fondo era uguale. Alquanto realistico, considerando che da un po' provava un fastidioso stimolo alla minzione. Il giovane si mise a cercare se tra le varie porte vi fosse un bagno, ritrovandosi infine a leggere una targhetta criptica. Se credi di essere tu il prossimo allora supera la vera porta. Eccola, l'uscita da quel mondo onirico. Non era stato difficile in fin dei conti, pensare positivo portava sempre i suoi frutti. Invece oltre la soglia c'era esattamente quello che si sarebbe dovuto aspettare, ovvero un bagno. Beh poco male, almeno avrebbe potuto liberarsi in santa pace. Piuttosto soddisfatto, realizzò solo alla fine che qualcuno aveva dimenticato di sostituire il rotolo della carta igienica terminato. Che sogno del cavolo!

    Il ragazzo iniziò a frugarsi le tasche alla ricerca di un fazzoletto. In una di esse però sentì accartocciarsi intorno alle sue dita qualcosa di metallico. Rigirandolo tra le mani vide che si trattava di un sottile foglio dorato tutto stropicciato. Una chiave, o un biglietto, ma per dove? Shin alzò lo sguardo. La fessura che aveva osservato durante i suoi bisogni appariva proprio della dimensione adatta. Ben giocata, inconscio! Rassettò il suo lasciapassare e lo infilò con la stessa nonchalance di una banconota dentro un distributore automatico. Istantaneamente, si aprì lungo la parete un passaggio che un attimo prima non sarebbe stato neanche intuibile, ma non era così strano in un sogno no?

    Chiunque avesse elaborato quell'illusione si era dato decisamente da fare. Creare un intero torneo di arti marziali, e con delle regole a dir poco bizzarre poi, superava probabilmente le sue capacità di immaginazione, che fosse cosciente o meno. Il miglior spadaccino del continente, no del mondo intero, niente meno! Era sempre stato così megalomane o era l'effetto del controllo mentale? In ogni caso, applicò il sigillo al petto e calzò la maschera da lupo che il suo anfitrione gli offriva, smettendo di farsi domande. Se c'era da menare le mani non si sarebbe certo tirato indietro. E poi era certo che ad un certo punto si sarebbe risvegliato sul suo letto come se nulla fosse successo.

    Dall'armeria il Kinryu recuperò due katane, non perché intendesse usarle contemporaneamente, non era d'altronde permesso, ma più che altro come riserva nel caso la prima si rompesse. In fin dei conti erano comunque lame di legno, non sarebbero durate all'infinito. Quanto al punto rimasto, decise di tenerlo da parte. Non era bene consumare tutto subito, per quanto si trattasse comunque di un sogno. Ed a proposito di sogni, giustamente visto il tema il premio sarebbe stato niente meno che una spada! Incredibile! Il giovane non riconobbe la foggia dell'arma tanto acclamata, ma doveva essere preziosa. A meno che il suo misterioso illusionista non lo stesse prendendo in giro, cosa che era più che possibile.

    Tutto era pronto. Le regole erano state spiegate, niente di complicato se non alcune limitazioni per dare spettacolo e mettere alla prova il loro valore con la spada. In effetti si era applicato parecchio in quell'arte, ma non si considerava ancora un maestro, anzi, riteneva di avere ampio margine di miglioramento. Chi sa, magari quell'allenamento mentale l'avrebbe aiutato! Shin si guardò intorno. Gli altri convitati sembravano prenderla più seriamente. Dietro le maschera animalesche poteva celarsi chi sa chi, divinità come riflessi della sua personalità. La quale doveva essere alquanto contorta per aver partorito uno spettacolo simile. Il giovane rimase in silenzio, lasciando che fossero i suoi compagni a scaldare l'atmosfera. Perché c'era anche un pubblico? Quella fantasia stava andando veramente oltre... Beh pazienza, ormai era lì, perciò tanto valeva stare al gioco!
     
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