Licenziato!

Zong riuscì senza troppi problemi a catturare la sua preda. Farlo parlare sarebbe stato altrettanto facile: Ehi Ehi fermo fermo! Non farmi del male! Io non so nulla amico, solo i capi hanno avuto contatti con una qualche figura all'interno della Flotta d'Argento! Non so chi sia questa persona, ma avevamo tutte le informazioni necessarie per pianificare l'attacco! Mi devi credere non so altro....lasciami andare! Ti prego! Parole al vento, visto che l'uomo venne poco dopo ucciso dalle ossa del Kaguya.

[...]

L'Ammiraglio Toroshi aveva fatto la ramanzina agli accademici, ma non si era troppo curato poi di rispondere al Kaguya. L'uomo dava un po' l'impressione di star recitando la parte del capo incazzato piuttosto che esprimere le sue vere emozioni. Ma questa era solo un'impressione del ronin, che comunque sia i giornalisti non colsero. Tuttavia, le parole di Zong non passarono inosservate. Qualche giornalista gli iniziò a dar retta e questo costrinse Toroshi a tornare sui propri passi per rispondere pubblicamente:Certo...certo...potrebbero essere stati dei ninja a rubare quei documenti...ma è altamente improbabile. Le nostre misure di sicurezza sono ottime e non abbiamo avuto nessun segno di scasso o infrazione agli archivi di questo livello...forse le nostre difese erano migliori prima di arruolare questi ninja dell'accademia dopotutto... L'ammiraglio si allontanò dalla folla dei giornalisti, ma questa volta fece cenno al Kaguya e all'Iga di seguirlo.

Percorsi pochi passi ancora all'aperto, Toroshi e al sua guardia del corpo fecero strada all'interno dell'edificio della Flotta. All'interno chiaramente non c'era nessuno: visti i danni subiti dalla struttura non era consentito a nessuno di entrare, se non agli esperti che avrebbero rimesso a posto la struttura. Era solo per la presenza dell'ammiraglio che tutti loro poterono passare.

Il gruppo si fermò nell'atrio principale, poco fuori la vista della porta dalla quale erano entrati. La stanza era enorme, un quadrato di lato quaranta metri, finemente decorato ed abbellito, con due file di colonne che salivano fino al soffitto alto quasi quattro metri. Lì l'uomo al vertice della Flotta d'Argento si sarebbe voltato. Tra i due gruppi distava una decina di metri: Volevo dirvi che i vostri servizi non sono più necessari. Ora condurremo le nostre indagini interne per valutare effettivamente il coinvolgimento del grande ammiraglio in questa faccenda, oppure no. Avete svolto un buon lavoro, nonostante questo posto abbia subito dei danni. Ma sono sicuro che riusciremo a renderlo presentabile per gli eventi che sono previsti. In sostanza gli stava dando il ben servito. Tuttavia, tutta questa fretta nel mandarli via era piuttosto sospetta. In fondo, non avevano ancora scoperto chi ci fosse dietro quegli attacchi, ed il perchè fossero stati orchestrati. Inoltre, nell'aria aleggiava una chiara tensione, come se si fosse sul procinto di una battaglia. Ma perchè Zong e Daishin avrebbero dovuto combattere contro i loro mandanti?

[...]

Il nukenin se l'era cavata per un pelo. L'intuito gli aveva suggerito di evocare una creatura invece che sfruttare qualche arte ninja che le sue nanobombe potessero distruggere. Male per il jonin della Sabbia, ma non malissimo. Comunque l'uomo aveva ricevuto un colpo discreto e, soprattutto, le nanobombe acide ancora erano nell'aria, pronte a fare il loro lavoro. Questo significava che ora il jonin doveva solo aumentare la sua potenza di fuoco e menare il chiodo quando era ancora caldo.

Qualcosa cambiò nel suo avversario a quel punto. Hohenheim potè percepirlo osservando il suo flusso di chakra, ma anche solo osservando gli occhi di lui assumere una forma quasi ferale. Quando l'uomo scattò contro di lui, decisamente aveva una marcia in più. Sfruttando la potenza del chakra, Hohenheim aumentò i suoi riflessi mentre scattava lateralmente per far sfilare il tridente al alto del suo corpo. Quando il secondo movimento dell'arma invece mirò al suo corpo, ripiegò sulla strategia che normalmente utilizzava quando era pesantemente minacciato in corpo a corpo. Una statuetta gli comparve nella mano, assumendo rapidamente la forma di un clone[Uso sacrificio intrappolante superiore. Le tre punte del tridente lo presero in pieno, e questo si sfaldò sotto comando del jonin per bloccare saldamente l'attacco in corso. Purtroppo, il sunese riuscì a percepire con un certo ritardo la lama che lo minacciava alle spalle e, sebbene potesse usare le nanobombe per annullare quell'attacco, non voleva perdere l'effetto sorpresa. La lama gli penetrò le carni, facendogli vedere nero per un momento, mentre il dolore lo scuoteva come una scossa elettrica. Una frazione di secondo dopo, tuttavia, il Kiseki stava già usando il suo potere benefico per curarlo
completamente. Ritornò lucido.

La mossa del jonin a quel punto fu repentina. Mentre con un balzo si allontanava dal suo nemico, lasciò cadere due costrutti, che erano due statue perfettamente identiche al suo nemico, e che si sarebbero materializzate di fronte a lui, una leggermente spostata sulla destra e l'altra sulla sinistra. Queste sarebbero immediatamente detonate, mentre le nanobombe avrebbero nuovamente tentato di cancellare qualsiasi difesa a base di chakra che l'uomo, bloccato dall'argilla con la sua arma, avesse potuto utilizzare.