Zong il Ficcanaso

Il volto dell'ammiraglio si fece sempre più scuro mentre ascoltava le parole del mercenario. Chiaramente Zong stava toccando dei tasti che all'uomo non faceva tanto piacere di sentire. Che forse stesse andando nella direzione giusta? Che effettivamente qualcuno stesse cercando di incastrare il grande ammiraglio? Ad ogni modo, dopo qualche secondo, il volto dell'ammiraglio sembrò distendersi:Ahahah...davvero una mente complottista la tua...ma cercheremo di tenere inconsiderazione anche questa possibilità. Potete andare... Ancora negazione, come era possibile immaginarsi.

Ma questa volta le cose andarono diversamente. Se Zong avesse infine deciso di andarsene, oppure se avesse continuato ad insistere sulla sua linea inquisitiva, comunque si sarebbe trovato sotto attacco! L'ammiraglio sarebbe letteralmente sparito alla vista, aumentando la sua velocità di movimento fino all'immaginabile. Avrebbe quindi aggirato la figura di Zong, ed usando il braccio come una spada di carne e chakra, avrebbe tentato di perforare80+10 (concentrazione)+10(impronta)+10(nin. inarrestabili)+20 (chakra naturale)=130. Vel Nera+3+4 (IAssalto naturale)=875 la schiena del mercenario e spaccare in due il cuore di Zong. Mi dispiace amico...hai tirato troppo la corda...e non posso permettermi qualcuno che vada in giro a suggerire idee come la tua. La voce dell'uomo non era rancorosa, ma piuttosto calma. Inoltre il suo volto si era leggermente modificato, assumendo fattezze vagamente animalesche, per via del chakra naturale che aveva richiamato nel suo corpo.

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La strategia del bambino prodigio di Suna ebbe i suoi effetti. Il suo avversario era stato costretto ad una rocambolesca ritirata per non finire bersaglio delle sue bombe. Una strategia saggia, che gli aveva permesso di scampare una dolorosa esperienza. Mettendo mentalmente da parte la piccola vittoria tattica, Hohenheim si guardò intorno. L'uomo non era chiaramente visibile, ed i suoi sensi non riuscivano a percepirlo sulla nave. Che si fosse allontanato ancora di più? Doveva scoprirlo e, nel processo, doveva evitare di finire in un agguato. Possibilmente, avrebbe dovuto portare lui un attacco a sorpresa.

Il jonin attinse nuovamente alla sua argilla, questa volta per creare un'aquila1 slot argilla sufficientemente grande da trasportare un suo clone. Allo stesso tempo, avrebbe creato due delfini d'argilla. Tutte e 4 le creazioni si sarebbero mosse insieme. Il clone, sul dorso dell'aquila, sarebbe salito in quota, ad una decina di metri, per meglio scandagliare la zona. I delfini si sarebbero immersi nel mare, allontanandosi fino ad un ventina di metri dalla barca. Sfruttando i sensi condivisi con il suo clone, Hohenheim avrebbe osservato i dintorni della barca dall'alto. Il clone non solo avrebbe funto da vedetta, ma anche da specchietto per le allodole. Non sarebbe stato quindi difficile scorgere l'uomo ad una quarantina di metri dalla nave, circa una ventina di metri dalle sue creature. Nuovamente sia i delfini che l'aquila si sarebbero diretti verso il nemico. L'attenzione del manipolatore di metallo sarebbe stata sicuramente attratta dalla carica dell'aquila e del jonin, ma il vero pericolo sarebbe venuto da sotto la superficie dell'acqua. Infatti, i due delfini, non appena raggiunto un metro dal bersaglio, sarebbero detonati! Due colonne d'acqua sarebbero esplose tra i flutti, sollevandosi in alto per una buona decina di metri. Intanto la corsa dell'aquila e del clone si era fermata, ed Hohenheim stava ancora utilizzando il suo simulacro per capire come fosse andata a finire.