Un favore da ripagare.

Add. Competenza Generica Creazione Haruki Miyazawa

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    Il Fiore Lupo

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    Faceva dannatamente freddo. E allo stesso tempo faceva dannatamente caldo. Erano giorni che mi trovavo nel posto che probabilmente odiavo più di tutti: il deserto di Anauroch. All’interno delle sconfinate terre di Suna. Nessuno sano di mente si sarebbe spinto così lontano per semplice piacere perché di diletto in quel fottuto deserto c’era ben poco e francamente mi chiedevo se aveva veramente senso imporre un dominio umano, nella fattispecie quello di Suna, in quel luogo dimenticato dai Kami.

    La morte, ecco forse, quella era l’unica cosa che spingeva un uomo così al limite. Pochi esseri viventi solcano quelle dune e serpenti, lucertole, ragni rappresentavano il mio sostentamento principale. Già perché mi stavo infiltrando. Non avevo una missione accademica alle spalle né tantomeno stavo compiendo un favore per qualcuno. Quello che stavo facendo in quel deserto era qualcosa di estremamente personale. Pochi mesi prima avevo perso un sensei in quel posto. E quel giorno giurai vendetta.

    Vendetta non nei confronti del Sensei, in quanto Daichi stesso anelò a morire esattamente in quel modo ma giurai verso il Clan Yotsuki. Promisi a me stesso che lo avrei cambiato nel profondo. Alle radici e alcune di quelle, malefiche e corrotte, si trovavano proprio in quel deserto. Il mio ruolo quindi era semplice: spezzarle e bruciarle.

    Nella fattispecie i miei pochi, ma rilevanti, informatori mi avevano reso noto che nel deserto dell’Anauroch si nascondeva tra le dune un Tempio, di qualche genere, collegato al Villaggio di Suna stesso. Non mi era chiaro il ruolo e il senso di quel luogo e francamente mi interessava ben poco. La cosa veramente importante invece era un’altra: per arrivare in quel posto ammesso di prendere per vere le informazioni non vi erano molte strade e per chi proveniva da Suna le possibilità erano ancora più limitate.

    Ed era proprio quello il punto della questione. Era da giorni che stavo attendendo due persone, a me molto care. Due bastardi figli di puttana che c’entravano con il Torneo. Quel maledetto torneo tra Yotsuki di Villaggi diversi che si svolgeva segretamente ogni anno in quel deserto. La mia idea era molto semplice, non sapevo perché si stavano dirigendo verso il tempio ma sapevo che sarebbero prima o poi passati e sarebbe stato in quel momento che avrei agito. Avrei rapito entrambi, interrogati e a suon di torture avrei fatto sputare fuori ogni faccia, volto, informazione che avevano, anche del perché si stavano dirigendo in quel posto dannato e poi gli avrei lasciati in pasto agli avvoltoi o alla sabbia, se assenti i primi. Stavo puntando a quei due bastardi, una coppia di scommettitori professionisti, perché nessuno avrebbe mai sospettato qualcosa se fossero scomparsi nel bel mezzo del deserto, e infondo erano gli unici due collegamenti sicuri che avevo in quel momento che mi avrebbero poi indirizzato verso i pezzi più “grossi”. Da qualche parte del resto dovevo pur iniziare.

    E così mi ritrovavo con la sabbia fin sulle punte dei piedi, nascosto tra le dune in attesa. I miei occhi puntavano alla strada di collegamento. Sapevo che sarebbero arrivati.. o beh altrimenti avrei dovuto cambiare informatori.

    ~.~



    Era ormai notte inoltrata e a stento trattenevo i bridivi del freddo quando in lontananza osservai esattamente quello che stavo aspettando. Due persone camminare a passo spedito. Sicure delle direzione che stavano seguendo. Aguzzai la vista e nonostante l’oscurità realizzai che erano precisamente entrambi gli uomini che stavo cercando. Era arrivato il momento.

    Mi mossi, lentamente. Senza farmi notare. Sul mio volto era presente una sorta di sciarpa molto voluminosa utile sia per evitare la sabbia che l’eventualità di farmi riconoscere. Prestando attenzione a non spostare troppa sabbia, stavo in pratica quasi strisciando. A stento trattenevo la mia sete di sangue e di informazioni. Era fin da troppo tempo che stavo aspettavo. A poco meno di una ventina di metri mi portai di nuovo in piedi e presi a camminare normalmente. Poco mi importava se in quel momento mi avrebbero scoperto. Ero ad una distanza tale che avrei potuto raggiungerli in un attimo, visto che non erano nemmeno Shinobi.

    Uno di loro attirato dal rumore dei miei passi si voltò di scatto. Subito si spaventò, proferendo qualche parola a metà, allertando il suo compagno al contempo.

    - Buonasera signori. Direi che è arrivato il momento di fare due chiacchere… che dite? -



    Rimasero immobili, fin troppo terrorizzati. Per un attimo tentennai. Perché? Il mio istinto mi diceva di non procedere oltre eppure avanzai. La logica mi impose a credere che in quel momento ero io il predatore.

    Quando giunsi a poco meno di un metro… fu in quel momento che mi resi conto dell’errore che commisi. Avevo abbassato la guardia. Già. Fu solo questione di un attimo: dal terreno sotto di me spuntò un lama. Un riflesso sul freddo metallo, un bagliore lunare, fu colto dalla mia vista. Era troppo tardi per tutto. Per schivare, per reagire.

    Feci l’unica cosa possibile. Concentrai il Chakra elettrico, illuminando di blu quella notte così buia. La lama, calata da un ninja che stava evidentemente aspettandomi da sottoterra, penetrò comunque nelle mie carni. Entrando nell’addome. Il Chakra elettrico tuttavia mi salvò dal peggio. Mi ingonocchiai, con l’appoggio della gamba destra e mi portai la mano sulla ferita copiosamente sanguinante. Il Ninja spuntò a poca distanza, di qualche metro, ma a differenza di quanto mi sarei aspettato non mi affrontò bensì con precisione e concentrazione allontanò il duo, scomparendo nella notte… davanti a me. Imprecai contro i Kami. Mi ero fatto fregare. Così banalmente. Ero nella merda. Mi voltai, attratto da alcuni rumori. Erano dei passi.

    Chi diavolo stava arrivando? Nel bel mezzo della notte, nel bel mezzo di un deserto dimenticato.



    Piccola intro per Kato e Haruki per la competenza creazione del boss Sunese!

    Bartok come puoi vedere per Kato le cose non sono proprio girate nel migliore dei modi e credo che si trovi in una situazione piuttosto critica. Che quel rumore di passi provenga da una fonte amica? A te il passo successivo.
     
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    Il buon Samaritano

    I



    Quando il destro di Haruki impattò contro il fantoccio d'allenamento posto al centro della stanza, il rumore stridente provocato dal metallo cancellò ogni sua speranza di successo. Con la delusione stampata in volto, si avvicinò al tavolo dove riposavano i resti dei primi tre guanti d'arme che aveva testato quel pomeriggio. Passando le dita esperte sulla superficie dell'arma notò immediatamente che una grossa crepa ne attraversava totalmente la parte superiore. Era sicuro che se avesse provato ad usarla per un secondo colpo, non sarebbe rimasto altro che una pioggia di schegge metalliche. Evidentemente, anche se ormai riusciva a trasformare dei blocchi di metallo in qualcosa che assomigliava vagamente ad un pezzo d'equipaggiamento, era ben lontano dal poter dar forma a qualcosa di vagamente utile.

    Era consuetudine che i monaci della Fiamma imparassero a forgiare le proprie armi. Non potevano contare sui fabbri del Paese del Vento per rifornire le loro armerie: i rapporti commerciali con il mondo esterno erano piuttosto sporadici, appena sufficienti a garantire che ci fosse un apporto sufficiente di quelle merci che non potevano procurarsi autonomamente. Metallo, carbone e fiamme non appartenevano certamente a questa categoria. La Montagna era molto generosa con gli uomini che l'abitavano e quelle risorse abbondavano nelle profondità del suo ventre. Haruki aveva sempre preferito l'ascetismo e la teologia a queste pratiche mondane, quindi non gli aveva mai dedicato molto tempo prima di allora. Avrebbe volentieri continuato ad ignorarle, ma non poteva trascurare la prassi e le usanze del Tempio: non sarebbe mai stato riconosciuto come un vero guerriero se non fosse riuscito a forgiare le proprie armi.

    Inoltre, non vedeva l'ora che Shirai si togliesse quel sorriso compiaciuto dalla faccia. Non poteva vederlo, ma riusciva perfettamente ad immaginarselo, mentre alle sue spalle cercava di trattenersi dallo sghignazzare. Lui, a differenza del suo superiore, era già riuscito a forgiare un'arma perfettamente utilizzabile in combattimento. Ovviamente, il novizio faceva il possibile per sottolineare la cosa. Domani faremo ritorno al Tempio. Chiederò a Maestro Koizumi di insegnarmi a modellare i metalli. Sentenziò piccato, prima di lasciare la sala d'addestramento per dirigersi ai suoi alloggi. Sotto la sua guida esperta, Haruki era sicuro che sarebbe riuscito a fare grandi progressi in un tempo molto breve.


    ¤¤¤



    Il Deserto era ostile a coloro che l'abitavano e spietato con i forestieri. Se Kato non fosse stato così fortunato da trovarsi sul loro cammino, sarebbe sicuramente morto dissanguato tra le dune dell'Anauroch. Il Jinchuuriki l'aveva riconosciuto immediatamente. Non esistevano due persone con lo stesso chakra e Haruki aveva avuto la possibilità di memorizzare la sua impronta allo Shinobi's Royal Rumble. Era incredibile come le scappatelle di Hoshikuzu, al netto delle lamentele del monaco rosso, finissero sempre per avere dei risvolti positivi. Inoltre, i suoi sensi acutissimi avevano immediatamente captato i segni di qualcuno che si stava avvicinando alla propria dipartita. [Abilità]Percezione: 18Blind Warrior
    Maestria: L'utilizzatore è in grado di combattere sopperendo alla mancanza della vista con gli altri sensi. Combatte come se posseduta e sempre attiva l'abilità 'Combattere alla Cieca'. Il bonus alla percezione è di +3 anzichè +6. Se acquistata, l'abilità 'Combattere alla cieca' sarà sempre attiva, ma conferirà solo la metà del bonus (+3).
    [Da Genin in su]

    Sensi di Ragno
    Speciale: La percezione dell'ambiente dell'utilizzatore tramite gli altri sensi è aumentata. Risulta in grado di orientarsi come se posseduta la vista e di percepire gli obbiettivi entro i limiti della sua percezione ipotizzandone caratteristiche fisiche e dimensioni. Non potrà notare colori o dettagli di piccole dimensioni. Alcuni oggetti di dimensione ridotte, a discrezione del QM, non potranno essere percepiti.
    [Da Genin in su]

    Sempre Vigile
    Abile: La distanza minima entro cui un obiettivo Furtivo è sempre percepito aumenta di 1,5 metri. Annulla l'abilità 'Movimenti Invisibili', come se posseduta 'Vista Perfetta'. Il Bonus alla percezione garantito da 'Udito Perfetto' si applicherà anche entro 9 metri da sé.
    [Da Chunin in su]
    Segugio [1]
    Abile: L'utilizzatore può percepire il veleno tramite l'olfatto: il veleno sarà considerato come furtivo, parigrado l'utilizzatore del veleno. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di percepisce in modo accurato l'odore di oggetti e persone, ottenendo un vantaggio a riconoscere camuffamenti, raggiri o la presenza di materiale tramite l'olfatto.
    Seguire le Tracce (Base) [2]
    Conoscenza: L'utilizzatore può trovare le tracce lasciate da altre persone presenti entro 3 metri per il valore di Percezione posseduta.
    Investigatore [1]
    Abile: L'utilizzatore è in grado di percepire facilmente rumori trascurabili e discussioni, se effettuati entro il movimento di uno slot azione. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di ipotizzare a grandi linee il tempo trascorso dall'abbandono di un oggetto in base al suo calore.
    Giaceva immobile a terra, il respiro era affannoso, il suo cuore sembrava impazzito e l'odore del sangue impregnava l'aria. Non abbia timore, Kato Yotsuki. Siamo qui per aiutarla. Lo tranquillizzò, mentre si chinava su di lui. Quindi poggiò le mani sulla ferita, concentrandovi una grossa quantità di chakra curativoTecnica delle Mani Curative - Shousen Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco
    L'utilizzatore può ripristinare l'energia vitale guarendo i danni e status. La vitalità non verrà ripristinata, non rigenera arti amputati o organi interni distrutti, gli oggetti presenti all'interno delle ferite non sono rimossi. È possibile guarire ferite differenti, entro la Guarigione Massima; è possibile alleviare ferite d’entità superiore la Guarigione Massima. La Guarigione Massima è pari ad 1 Leggera ogni grado ninja.
    Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    (Livello: 3 / Consumo:Basso per Leggera guarita )
    [Richiede Conoscenza Medica (Base) o superiore]
    . In quel modo, anche se la tecnica delle mani curative non sarebbe bastata per sanarla completamente, avrebbe almeno fermato l'emorragia. Nel frattempo, per stabilizzare le sue condizioni, Shirai gli avrebbe infilato un tonico in bocca, facendo attenzione che lo ingerisse correttamente. Sfortunatamente, ciò non sarebbe bastato. L'odore di morte penetrò fino alle sue narici, suggerendogli che l'aggressore aveva avuto la premura di usare una lama avvelenata. Nonostante le cure e il tonico, Kato non si sarebbe sentito meglio. La tossina si stava rapidamente diffondendo nel suo organismo, drenando le sue forze e il suo chakra. Il povero Otese si sarebbe sentito sempre più stanco e impotente, tanto che poco dopo l'arrivo del duo Sunese non sarebbe riuscito a reggersi in piedi autonomamente. Aiutami a sollevarlo Shirai. Dobbiamo portarlo da uno dei guaritori. Ordinò al suo attendente, preparandosi a continuare a percorre la strada che li avrebbe condotti fino al Tempio. Tornare a Suna sarebbe stato impossibile. Kato rischiava di non sopravvivere al viaggio.


    Essendo svenuto dopo pochi minuti di cammino, l'Otose si sarebbe risvegliato il mattino seguente in una delle tante stanza abitate dai monaci. Il suo corpo era stato fasciato e medicato, ma ormai la ferita era praticamente guarita e il veleno aveva abbandonato la sua carne. La camera in cui trovava aveva pareti in pietra, era priva di finestre e arredata in maniera piuttosto spartana. L'illuminazione era garantita da alcune torce poste sulle pareti. Difronte al letto in cui aveva riposato, seduto a circa un metro di distanza, il genin avrebbe potuto vedere il suo soccorritore. Non appena Haruki si accorse che Kato aveva ripreso conoscenza - il che era successo immediatamente, grazie ai suo sensi prodigiosi - smise di far correre i grani del rosario lungo le dita delle mani, così da potersi concentrare sul suo ospite. Cosa l'ha spinta ad avventurarsi in queste terre? Il tono della sua voce non sera minaccioso, ma lo Yotsuki avrebbe facilmente compreso che in quel luogo non amavano molto i forestieri.
     
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    ~Secondo Post
    Salvatore








    Sanguinavo, copiosamente. Ero già stato colpito in vita mia e non ero la prima volta che vedevo il mio sangue sporcare il terreno. Ma quella ferita era particolare, solo una lama speciale poteva causare un danno simile, senza considerare come l’armatura elettrica si limitò solo a diminuire la gravità.

    Sputai per terra, come era stato possibile? Ma per un momento misi da parte quei pensieri quando notai la presenza di ben due persone, avvicinarsi verso di me.

    Nemici?

    Mi alzai in piedi e impugnai in entrambe le mani i miei fidati tirapugni. Ma caddi, le mie gambe cedettero. Un veleno, doveva esserlo per forza. Una semplice ferita non poteva causarmi tutti quelle conseguenze. Sorrisi, stava veramente giungendo la mia fine? Così in un deserto, nel bel mezzo del nulla? Sospirai. Nulla, già. Una metafora dell’utilità della mia vita?

    Sentii pronunciare il mio nome. Di nuovo… come era possibile? Con la coda dell’occhio notai dei movimenti, apparentemente non ostili. Percepii chiaramente una sensazione positiva. Quasi gratificante… mi stava curando? Perché?

    Alzai il braccio verso il samaritano: - Chi sei? - Ma poi sopraggiunse il nulla. Caddi tra le braccia del Kami Tsukuyomi.


    ~.~



    Aprii gli occhi e a fatica mi guardai attorno. Ero disteso su un letto rigido, piuttosto scomodo a dire la verità. Rimasi in silenzio per qualche istante. Stavo cercando ancora di capire che cosa era successo. La mia mente mi riportò subito all’ultimo ricordo vivido. Una sensanzione di calma e tepore. Due uomini ma a fatica riuscivo a inquadrarli. Già, la ferita! Spostai subito il braccio verso l’addome, verso la zona danneggiata ma il mio tatto mi lasciò stupido. Nessuna sensazione viscida, niente sangue represso. Solo una benda che copriva la zona.

    Osservai meglio la stanza, muri di pietra circondavano quel locale e giusto un paio di torce permettevano di definire con chiarezza la camera. Mi scrosciai gli occhi con la mano e vidi niente che lo stesso uomo che mi aveva soccorso. A fatica mi alzai, portandomi in una posizione semi-seduta. Era vestito in una maniera alquanto singolare, senza dubbio, ma quel tipo di vestiti gli avevo già visti in qualche occasione. Vestiti tipici dei monaci. Con una mano stringeva una sorta di rosario mentre una benda copriva i suoi occhi, era cieco? Eppure si era accorto della mia presenza, o meglio del mio risveglio.

    Mi pose una domanda. Molto semplice, a dire la verità. L’avrei chiesta anche io come prima cosa se fossi stato al suo posto. Sospirai. Presi a proferire, limitandomi a dargli del tu. Non ero il tipo da grandi formalismi.

    - Mi ricordo che hai pronunciato il mio nome. E quindi sai chi sono. Ma forse non sai bene da dove provengo, dove sono cresciuto. Ebbene nel Paese delle Sorgenti Termali c’è un detto, a cui credo fermamente e così recita: Colui che salva la vita ad una persona si prende la responsabilità della vita stessa della persona. – attesi un istante, quella frase era decisamente importante… almeno per me – E’ evidente che chiunque tu sia mi hai salvato e ti devo la vita. Perciò mi sembra il minimo risponderti, anche se non ti conosco. Ero qui, in questo deserto, per mia personale iniziativa. Probabilmente non lo saprai ma in questo Deserto ogni anno si tiene una competizione illegale dove il Clan Yotsuki di Oto e quello di Kumo si affrontano, mettendo in campo i loro migliori gladiatori. Ebbene io sono il vincitore di questo torneo. – sospirai di nuovo –… e la mia volontà è distruggere questo scempio. Come ogni competizione illegale sesso, potere e malvagità corrompono l’animo delle persone che partecipano. Orge, alcool, droghe, scambi di potere avvengono in quel contesto. E ci perdono tutti, ma in particolare il mio Clan. Gli Yotsuki devono superare questi vecchi e inutili retaggi. – forse quel monaco avrebbe inteso le mie parole, meglio di molte altre persone – ed eccoci qui. Ogni anno il luogo nel deserto cambia e questo perché si muove l’arena, tramite delle carovane. Ero qui per capire dove si svolgerà il prossimo anno e raccogliere informazioni da due tizi. Alcuni miei informatori mi avevano avvisato che si stavano dirigendo verso un certo tempio, chissà forse per invitare alti dignitari del quel luogo sacro alla competizione. Non so bene…-

    Attesi, più di qualche secondo. Avevo praticamente raccontato la pura verità, certo tralasciando la parte vendicativa, nei confronti del Clan stesso, o quella di Daichi, molto più personale, ma alla fine i fatti erano proprio quelli. Esattamente quelli che aveva sentito quel monaco.

    - Credo di aver soddisfatto la sua curiosità, no? Ora mi può dire il tuo nome? Il nome di quello che mi ha salvato da morte certa. –

    Una domanda lecita, del resto.
     
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    Chiacchiere

    II



    Immobile e rigido come un blocco di marmo, Haruki era rimasto in silenzio tutto il tempo che Kato aveva impiegato per rispondere alla domanda. Il suo volto non aveva mai perso l'espressione altera che lo caratterizzava, come se ciò che aveva appena udito non lo riguardasse minimamente. Eppure aveva ascoltato ogni parola proferita dal giovane, prestando grande attenzione anche a tutti qui segnali che, benché emessi in maniera involontaria, potevano rivelare molto più di una lunga arringa.
    Rimanendo seduto difronte a lui, Haruki avrebbe preso con ordine a soddisfare la curiosità del suo ospite. Io sono Haruki Miyazawa, monaco del Tempio della Fiamma e Consigliere di Suna. Sulla propria identità non aggiunse altro perché non ne avrebbe avuto alcun bisogno. Tutto ciò che era necessario sapere su di lui era contenuto in quelle parole. Haruki viveva soltanto per la Fede e per il Villaggio. Temo che lei stia sopravvalutando l'importanza del mio ruolo. Io soltanto uno strumento nelle mani della Volontà di Dio. Se si trovava sulla nostra strada è soltanto perché Colui-che-arde-in-eterno ha voluto così. Haruki non credeva al caso. Non aveva alcun dubbio che salvarlo fosse stata la cosa giusta da fare. Se la Fiamma avesse voluto lasciarlo morire, l'avrebbe semplicemente abbandonato al brutale abbraccio del deserto. Pertanto, oltre a non sentire affatto alcuna responsabilità per le possibili conseguenze di quel gesto, il monaco rosso non credeva nemmeno di avere il diritto di pretendere una qualche forma di riconoscenza da parte dell'otese. Non ho mai sentito parlare di questo torneo, ma sono sicuro che qui non troverà nessuno che possa essere interessato a simili venalità. Il luogo che cerca dev'essere il Tempio della Sabbia. È situato nella zona nord di Suna, ben lontano da dove l'abbiamo trovata. Delle motivazione che l'avevano spinto nell'Anauroch non aveva motivo di dubitare. Era sicuro che Kato aveva detto la verità. Se gli avesse mentito, se ne sarebbe accorto immediatamenteSensi dell'Inquisitore
    Maestria: L'utilizzatore è in grado di notare oggetti di qualsiasi dimensione e dettagli minori. Entro i limiti della propria percezione potrà riconoscere inganni, camuffamenti non unicamente basati sulla vista e finte. Menzogne, finte e travestimenti verranno considerati obiettivi furtivi parigrado l'utilizzatore. Per riconoscere le bugie deve trovarsi al massimo a 3 m di distanza dal bersaglio. Il funzionamento di questa abilità è influenzato dalle indicazioni del QM. Non consente azioni sleali o antisportive.
    [Da Chunin in su]
    . Inoltre, era noto a tutti che il deserto fosse popolato da briganti e predoni di qualsiasi genere. La storia del torneo errante era assolutamente verosimile. È ammirevole che lei voglia cancellare una pratica tanto turpe e disonorevole, ma per uno straniero non è saggio avventurarsi da solo nel deserto. La prossima volta potrebbe non essere così fortunato. Ciao! Finalmente ti sei sveglio, eh! Shirai piombò nella stanza interrompendo bruscamente il discorso del suo superiore. Portava con sé un vassoio su cui Kato avrebbe potuto vedere un bicchiere d'acqua, una ciotola di riso e un piatto di qualcosa che assomigliava a dello stufato. Un pasto decisamente frugale, in linea con l'arredamento della stanza in cui si trovava. Mi spiace. Qui al Tempio non sanno cos'è la buona cucina. Sussurrò all'orecchio dell'Otese mentre gli porgeva il cibo, pur sapendo che Haruki l'avrebbe sentito benissimo. Occupatosi di quella faccenda, il novizio si avvicinò al suo superiore, passandosi da una mano all'altra un piccolo Katar. Maestro Koizumi mi ha mandato a dirle che deve passare più tempo alla forgia o non riuscirà mai a creare un'arma degna di un guerriero del Tempio. La aspetta fra mezz'ora per fare un po' di pratica. Si piegò in un inchino prima verso Kato, poi in uno più profondo rivolto ad Haruki. Infine, uscì dalla stanza continuando a giocherellare che aveva creato lui stesso. Spero potrà perdonare il temperamento del mio attendente. Sono sicuro che qualche giorno di digiuno e solitudine lo aiuterà a ricordare le buone maniere. A quel punto si sarebbe alzato anche lui, avvicinandosi alla porta. Risposi ancora un po'. Quando avrà recuperato le forze, farò mandare qualcuno che l'accompagnerà lontano dal deserto. Attese qualche istante, poi attraversò la soglia, convinto che non l'avrebbe rivisto per lungo tempo. Arrivederci, Kato Yotsuki.
     
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    ~Terzo Post
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    Il monaco rimase in silenzio per tutto il tempo, mentre raccontavo l’intera storia. Sul torneo, sui miei propositi. La benda che cingeva i suoi occhi impediva chiaramente di capire o di cogliere le sue impressioni ma credo che sarebbe servito ben a poco. L’aria neutra, quasi asettica, che esternava mi avrebbe impedito comunque di intendere le sue reazioni.

    Tuttavia fui io a rimanere di nuovo sorpreso a sentire le sue parole. Consigliere di Suna? Doveva essere per forza un Chunin o un Jonin. Già, le coincidenze potevano accedere ovunque, pure in un deserto sconfinato. E oggettivamente le probabilità di incrociare un altro Ninja in quelle lande desolate erano decisamente basse. E… di conseguenza avere addirittura come salvatore il Consigliere di Suna ancora meno.

    Per quello al sentire la sua presentazione scrollai la testa, tremendamente sorpreso. Di certo non era nei miei piani farmi salvare da uno delle membri più di spicco del Villaggio di Suna. Nuovamente rimasi alquanto allibito dall’udire le parole successive. Quel Ninja attribuiva la responsabilità delle sue azioni ad un volere superiore. In un certo senso si palesava solo come una sorta di mediatore tra il destino e la realtà. Sospirai. Stava trattando argomenti che andavano ben oltre alla mia comprensione e alla mia conoscenza. Mi limitai a commentare, sempre in massima sincerità: - E' un onore incontrarla per me. Ma mi tolga una curiosità... come fa a conoscermi? Comunque tornando al punto focale quello che mi propone è un punto di vista insolito e di certo non sono nessuno per metterlo in discussione. Ma se mi permette non si dimentichi le mie parole. Chissà magari un giorno le riscoprirà. – attesi un momento e come avrebbe potuto notare Miyazawa presi a cambiare registro di voce – In ogni caso questo torneo… è un problema grave. Che deve essere risolto e che riguarda molte persone qui a Suna. Ninja, autoctoni e… schiavi. Non sottovaluti la questione e quando affronterà questo argomento, bhè non si fidi di nessuno. – ma nemmeno il tempo di proseguire il discorso che entrambi venimmo interrotti da una nuova comparsa. Un altro monaco, visibilmente più giovane, e sicuramente più inesperto. La purezza nel suo viso, per me, era la prova palese della mia affermazione.

    Ascoltai con attenzione le parole del giovane apprendista, o almeno supposto tale. E non risposi. Mi limitai ad un accenno di sorriso. Era il mio ringraziamento. Del resto per me un pasto decente era qualunque cosa cotta. Dalla mia esperienza da brigante i miei standard erano decisamente cambianti rispetto alla nozione comune di “buon cibo”.

    Presi a mangiare quando il monaco più giovane si rivolse verso il Consigliere di Suna, udendo come terzo incomodo la loro discussione. In pratica un certo Maestro Koizumi stava invitando il Ninja Miyazawa a far pratica con il metallo e il ferro. Per un attimo rimasi atterrito, con il boccone sul cucchiaio fermo a mezz’aria. Come poteva muoversi adeguatamente in una forgia senza l’uso della vista? Subito dopo il Sunese mi rivolse alcune parole che suonarono come una sorta di addio. Sorrisi, no. Checché ne avesse detto avrei ripagato il favore a quel shinobi.

    - Dong-Ryuk-Sun… Consigliere, quel nome le dice qualcosa? Ebbene io sono il suo allievo. Lo studente di uno dei più grandi Maestri Fabbri che l’Accademia abbia mai avuto al suo servizio. Grazie a Sun conosco il ferro, l’acciaio e i loro più intimi segreti ma non solo… so creare armi degne di tale nome. Così come fece il Maestro oggi potrei trasferire la mia conoscenza a lei e al suo tempio. Mi ha salvato la vita, nonostante tutto. E nonostante il suo punto di vista la mia morale mi impone di non andarmene così. E le posso assicurare… che difficilmente mi farà cambiare idea. Che ne dice? Accetterà la mia offerta? -

     
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    Le Coincidenze non esistono

    III



    Haruki non credeva alla fortuna o al caso. Tutto accadeva per una ragione precisa e nessun uomo poteva sfuggire al destino che la Fiamma aveva tracciato per lui. In un modo o nell'altro, la volontà divina riusciva sempre ad avere la meglio, cancellando ogni tentativo di disobbedienza umana. Quel giorno, il monaco rosso ebbe un'ulteriore prova che le sue credenze non erano una mera superstizione, ma qualcosa di reale tanto quanto il sorgere del sole. L'aveva capito non appena Kato aveva dichiarato di essere in grado di manipolare i metalli. Proprio nel momento in cui lui aveva bisogno di qualcuno che gli insegnasse l'arte, la Fiamma aveva intrecciato i loro cammini, facendo si che si incontrassero. Non poteva essere una mera coincidenza ed Haruki si era ormai convinto che le ragioni di tutto ciò fossero molto più profonde di quanto l'apparenza suggeriva. Infatti, poiché Maestro Koizumi era il migliore dei fabbri del Tempio, non avrebbe effettivamente avuto bisogno dell'aiuto di Kato. Eppure il monaco rosso era convito che fosse necessario apprendere da lui come forgiare le armi di cui aveva bisogno. Non capiva ancora il perché, ma sospettava che avesse a che fare con il Torneo di cui gli aveva parlato. Lei ha partecipato allo Shinobi's Royal Rumble. Io ero tra gli spettatori. Rispose quando Kato gli chiese come lo conoscesse, poi, tornando sui suoi passi, si mise a sedere esattamente dove si trovava prima. Temo di non aver mai sentito nominare l'uomo di cui parla, ma credo alle sue parole. Visto che desidera così tanto sdebitarsi, sono lieto di accettare la sua offerta. Non mi farà certo male poter contare avere un maestro in più. Non appena avrà finito di parlare, l'accompagnerò alle forge. Compose rapidamente alcuni sigilli, andando ad attivare la tecnica della comunicazione mentale. In quel modo, avrebbe potuto avvisare Shirai e Koizumi del cambio di programma. Attendendo che Kato finisse il pasto, Haruki avrebbe cercato di ottenere più informazioni sul Torneo errante che si svolgeva ogni anno nel deserto. Mi parli ancora di questo torneo. Come ha suggerito anche lei, ritengo sia negli interessi di Suna mettervi fine. Per troppo tempo la vecchia amministrazione aveva ignorato le terre lontane da Suna, lasciando che venissero infestate da predoni e feccia di qualsiasi genere. Il Miyazawa non aveva intenzione di ripetere gli errori dei suoi predecessori. Il torneo andava assolutamente cancellato. Suppongo che le persone che l'hanno aggredita avessero a che fare con questo evento. È forse riuscito a vederli in volto? Sperava che Kato potesse rivelargli qualche dettaglio sulla loro identità, ma se ciò non fosse stato sufficiente ad ottenere degli indizi, il monaco avrebbe utilizzare le sue doti divinatorie per cercare di colmare quella mancanza.


    Quando Kato ebbe finito di pranzare, Haruki l'avrebbe condotto attraverso il dedalo di corridoi che componevano l'interno del Tempio, fino a raggiungere un'imponente porta d'acciaio. Le consiglio di prendere una torcia. Questa parte del Tempio non è illuminata. Gli suggerì indicando una delle fiaccole che pendevano dalle pareti di roccia riccamente lavorata. Haruki era abituato muoversi tra le ombre, ma l'otese avrebbe rischiato di spaccarsi l'osso del collo.

    Per aprire la serratura che sigillava l'ingresso, al monaco rosso bastò appoggiare la mano destra sulla lastra di metallo. Dal centro iniziarono a diffondersi numerose linee di luce rossa, disegnando un intricato simbolo che ricordava le fauci di un drago. Completato il sigillo, stridendo a causa del peso enorme, le porte si aprirono senza che il monaco dovesse muovere un muscolo. Aperto il passaggio, Haruki si immerse nel buio totale, iniziando a scendere delle enormi scale in marmo nero che non sembravano avere fine. Il Tempio della Fiamma è scavato all'interno di una montagna. Le fucine si trovano in una delle zone più profonde. Solo dopo parecchi minuti di discesa i due si sarebbero trovati difronte alla prima sala delle forge del tempio.
    Erano nel territorio di Maestro Koizumi, il Gigante d'Ossidiana.
    Per Kato lo spettacolo sarebbe stato sicuramente impressionante. Le luci delle fiaccole e dei bracieri si riflettevano nel liscissimo vetro nero che sostituiva la dura roccia su cui avevano camminato finora, creando un'atmosfera in grado di incutere ammirazione e timore allo stesso tempo. Il primo degli spazi che costituivano quella struttura era una camera circolare dal diametro di 20 m, completamente scavata nell'ossidiana. Perfino le pareti erano composte di quel materiale, anche se non erano state levigate come i pavimenti, quindi sarebbero state estremamente taglienti al tatto. La distesa nera era interrotta solamente da sette porte di metallo che si aprivano su altrettanti spazi. Non era possibile udire alcun suono provenire da quegli ambienti e il silenzio era interrotto solo dal crepitio prodotto dalle fiamme. Haruki si sarebbe diretto verso la terza alla loro destra, conducendo Kato in un enorme sala dove si trovavano le forge accessibili agli apprendisti. Attraversata la soglia, sarebbero stati sommersi dal clamore provocato dai molti monaci chini sulle proprie opere. Le dimensioni mastodontiche di quello spazio che si estendeva per decine e decine di metri non sembravano essere in grado di smorzare il chiasso provocato da martelli e da altri utensili impiegati per manipolare i metalli. Su entrambe le pareti laterali, ad intervalli regolari, si trovavano le postazioni a cui era possibile lavorare. Esattamente come nella stanza precedente, tutto era stato scavato nell'ossidiana e illuminato soltanto dal fuoco. Nonostante ciò, a causa dell'abbondanza di bracieri e torce, Kato non avrebbe avuto alcuna difficoltà a vedere. Quando vuole possiamo cominciare. Si limitò a dire il monaco, accomodandosi ad una delle tante forge libere, pronto a mettersi all'opera.
     
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    ~Quarto Post
    ferroXmuscoliXmartello





    Quando compresi che il consigliere di Suna mi aveva riconosciuto dal Shinobi Royal Rumble… quella specie di torneo sospirai di nuovo. Non era poi così diverso da quello che si svolgeva tra gli Yotsuki, solo che era leggermaente più famoso e meno “riservato” ma la sostanza non cambiava. Di nuovo dei Ninja al servizio di un divertimento. Una cosa incredibilmente malata. Al che la domanda mi sorse spontanea: - E se mi permette… quale è stato il motivo a spingerla così distante? Mi sembra un uomo dai saldi principi e come può aver ben visto lì… di onorevole ce stato gran poco… - lasciai il discorso a metà, sospendendolo. Del resto non aveva senso aggiungere altro.

    Comunque rimasi leggermente sorpreso dal fatto che Haruki non era a conoscenza dei lavori e delle abilità di Sun e risposi di contropiede: - Strano, il Maestro Sun è molto rinomato insieme a sua moglie, la quale è a sua volta una delle massime esperte a livello accademico di Funjustu. – terminai mentre seguivo tra i corridoi il Ninja sunese, aiutandomi con la fioca luca fornita da una torcia improvvisata. Ascoltai le sue parole successive e dopo aver atteso qualche istante proferii: - Sfortunatamente l’occasione in cui potevo appronfondire le mie conoscenze sul Torneo tra gli Yotsuki l’ho sprecata. Al vedere quelle orge e tentazioni malate sono fuggito, non per pudore ma per disonore... Comunque sono certo senza alcuna minima ombra di dubbio che sia coinvolta l’amministrazione civile di Suna. Erano presenti diversi delegati… non solo di Kumo. Del resto fornire tutte quelle provvigioni nel deserto richiede degli appoggi, che si possono solo ottenere qui a Suna. Proprio per quello mi sento in dovere di avvisarla che se sarà intenzionato ad indagare non potrà fidarsi di nessuno. Nemmeno di me. In ogni caso la mia idea è che quei due delegati, se così possiamo chiamarli, erano stati inviati qui per consegnare l’invito al Torneo. Magari al suo superiore, della serie: un grande divertimento in cambio di un piccolo favore. Tuttavia le cose, come ha potuto constatare, sono andare molto diversamente. Puntavo a catturarli e spremerli ma aimé da questa idea ho ricavato ben poco… -


    ~.~



    Ad un certo punto del percorso ci ritrovammo davanti ad una sorta di ingresso, sigillato e rimasi alquanto impressionato nel vedere lo spettacolo che mi si parò difronte. Un intricato sistema di linee, rosse accese, illuminò l’area. Mantenni il silenzio, rispettoso, ma non potei fare a meno di notare nella loro unione andavano a tracciare una sorta di drago.

    Dopo di che le porte si aprirono e grazie anche alla luce fornita da varie torce e bracieri potei notare la maestosità del luogo: - Questa più che essere una fucina… è una sorta di santuario dedicato ad essa. Veramente… notevole. – già, soprattutto se paragonata al livello medio delle fucine di Oto. Numerose porte davano accesso ad altrettanti passaggi e, un po’ sbigottito e spaesato, seguii come un bambino alle prese con il suo nuovo giocattolo Haruki. Notai la presenza di numerosi monaci alle prese con l’arte della forgiatura e onestamente mi chiesi per un attimo del perché il Consigliere aveva accettato il mio aiuto. Mi sembrava alquanto impossibile che nessuno tra i presenti non fosse un esperto fabbro. Ciononostante mi schiacciai dai pensieri quell’idea e mi convinsi che la mia opera sarebbe comunque tornata utile. Avrei sicuramente dato il massimo, viste le premesse.




    In mezzo a quello che si poteva definire un ambiente "regale" per un fabbro, nel bel mezzo di una cava di Ossidiana, Haruki si predispose al ricevere i miei insegnamenti. Se non che mi posi subito una domanda: come avrebbe fatto a seguire i miei movimenti se al momento non poteva vedere? Lo interpellai subito: - Consigliere ora non so francamente se potrà continuare ad indossare quella benda ma dovrà toglierla, per evitare anche che qualche scintilla possa rovinarla, inoltre... la forgiatura richiede numerosi passaggi e nel discernerne la materia è necessario seguire alcuni movimenti del corpo e della mano. Pertanto se possiede qualche abilità o capacità particolare la prego di utilizzarla. – non vi erano alternative del resto – Tuttavia prima di iniziare a praticare è necessario osservare. Comprendere. Si avvicini e osservi, ascolti e copi. Se hai domande chieda pure. –

    Così mi tolsi la maglia, scoprendomi a torso nudo come era mia solito fare. Presi subito a muovermi, ambientandomi in poco tempo. L’organizzazione del resto era perfetta. Subito iniziai con le spiegazioni. Cominciai così a introdurre semplicemente le basi. Le nozioni fondamentali come il nome degli strumenti, la qualità del ferro, del carbone, le proporzioni stechiometriche, i vari processi di purificazione del metallo. Ma non solo, le strategie migliori per aumentare l’efficacia. I trucchi utili. Gli aneddoti. Insomma stavo trasmettendo il sapere del mestiere. Andai avanti per ore, probabilmente fino a giungere alla soglia della stanchezza. Il sudore sulla fronte, sul corpo. Il caldo della fucina per Haruki sarebbe presto diventati parte abituale del lavorare il metallo ma allo stesso tempo stavo trasmettendo al sunese il sapere che a mia volta avevo ereditato dal Maestro Sun. Le scintille, la forza nel martello. Il suono dell'incudine. Rumori che presto sarebbero diventati indizi. Segnali di un buon lavoro.

    - Non abbia timore. Inizi a battere il ferro anche lei. Se si sbaglia si ripete. – e con quelle parole invitai Haruki a provare. A mettersi alla prova - Forza, costruisca tre Tekken. Usa varie proporzioni e tecniche. Sorprendimi. Io farò lo stesso nel frattempo; così potrai paragonare il lavoro. -



    Eccoci giunti alla parte centrale di questa giocata, per il momento ti chiedo un post introspettivo e descrittivo. Su come il tuo pg si approccia al lavoro del Blacksmithing. L'obbiettivo di Haruki è produrre tre tekken. Fantasia e inventiva sono le parole d'ordine. Ovviamente non ti è richiesto spiegare nei dettagli!
     
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    Armi e Segreti

    IV




    Stavo cercando una persona, non ero lì per assistere ai combattimenti. Più parlava con Kato, più Haruki si sentiva grato per l'enorme dono che Dio gli aveva fatto. Quell'incontro gli avrebbe permesso di compiere un altro passo verso il suo obiettivo finale. Difronte alle accuse mosse dall'Otese, il vecchio Haruki avrebbe reagito con sdegno e rabbia, negando la possibilità di qualsiasi collaborazione con quei viscidi criminali. Il Consigliere, invece, vedeva in quelle parole una possibilità e un'arma. Proiettili che al momento opportuno gli avrebbero permesso di accrescere il suo potere sia all'interno del Consiglio che tra i membri del suo Ordine. Dovrebbe essere più cauto. Le sue indagini le sono quasi costate la vita già una volta. Parlare così liberamente di accuse tanto gravi potrebbe avere conseguenze molto spiacevoli. Non voleva minacciarlo, ma Kato doveva capire che non poteva fidarsi di nessuno. Nemmeno dei suoi alleati. Credo alle sue parole e per questo devo ricordarle di fare attenzione. Gli Anziani hanno orecchie ovunque. Se sono davvero coinvolti, non è da escludere che sia stato il loro oro ad armare il sicario che l'ha aggredita nel deserto. Haruki fermo i suoi passi, voltandosi verso lo Yotsuki. Dio ci ha fatto incontrare perché io venissi a conoscenza di queste informazioni e decidessi di aiutarla. Non v'è alcun dubbio che la Fiamma voglia che io la sostenga nella sua impresa. Pertanto, la prego di unire le sue forze alle mie. Insieme riusciremo ad epurare Suna e il suo clan dalla corruzione che li tiene prigionieri. Fece una breve pausa, lasciando al ragazzo il tempo di pensarci. Se ha intenzione di collaborare con me, sarò costretto ad imporle un sigillo che la obbligherà a tenere segreto il nostro incontro. Non ho motivo di dubitare della sua lealtà, ma non possiamo rischiare che le informazioni le vengano estratte con la tortura. Se Kato avesse accettato, gli avrebbe appoggiato una mano sulla nuca, così da poter tracciare il sigillo in un punto dove nessuno l'avrebbe mai visto. [Tecnica]Simbolo del Silenzio
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco (6)
    Tracciando un sigillo sul corpo della vittima, l'utilizzatore può imporre un argomento vietato, ovvero che il possessore non può trattare in alcun modo.
    Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso )
    [Da genin in su]



    ¤¤¤



    Il jinchuuriki allungò una mano verso la forgia, estraendo un tizzone ardente grande quanto una castagna. Lo tenne nel palmo per diversi secondi, lasciando che ardesse la sua carne. Il suo volto rimase impassibile e dalla sua bocca non uscì alcun suono. Non temo le fiamme. Rassicurò l'otese, prima di rimettere al suo posto il materiale incandescente. Era stato sottoposto per anni a torture di ogni genere, qualche scintilla non l'avrebbe certo spaventato. Attivò la tecnica delle mani curative, lasciando che il chakra cancellasse immediatamente l'ustione. Non rimase nemmeno una cicatrice. Il chakra demoniaco che impregnava il suo corpo aveva rafforzato le sue capacità di guarigione, rendendolo capace di rimarginare qualsiasi ferita. Haruki un po' se ne dispiacque. Dopo così tanti anni aveva cominciato ad affezionarsi alle cicatrici che era solito guadagnarsi durante la preghiera e la battaglia. Esistono molti modi per osservare il mondo, non avrò problemi ad apprendere l'arte. Focalizzando completamente tutti i suoi sensi sui movimenti e i gesti dell'Otese, il monaco rosso sarebbe riuscito a capire la maggior parte dei segreti che contenevano.


    Di tanto in tanto, avrebbe usato anche i suoi poterli per lasciare che fosse la stessa forgia a mostrargli come usare gli strumenti da lavoro. In quel modo, anche se privato della vista, avrebbe potuto comprenderePsicometria Avanzata
    Speciale: L'utilizzatore in grado di applicare la tecnica 'Interrogazione Mentale' anche agli oggetti e alle tracce. Ogni domanda gli permetterà di ottenere informazioni su eventi passati accaduti in un raggio di 9 metri sotto forma di immagini o brevi visioni. Potrà vedere eventi accaduti nei 7 giorni precedenti al contatto, conoscendone con precisione la localizzazione temporale. Non permette azioni sleali o antisportive. Il funzionamento è subordinato alla volontà del QM.
    (Richiede la tecnica 'Interrogazione Mentale')
    [Da Chunin in su]
    appieno ognuno dei passaggi che gli avrebbero permesso di trasformare il metallo inerme in potenti armi ninja. Una volta che Kato ebbe finito di confidargli i segreti del mestiere, Haruki impugnò gli strumenti necessari e si mise immediatamente all'opera. Con precisione maniacale, avrebbe ripetuto al meglio delle sue capacità i movimenti del suo maestro. il Consigliere non aveva mai avuto particolare fantasia o spirito creativo e anche in quell'occasione si limitò a seguire in maniera pedissequa gli insegnamenti che gli erano appena stati trasmessi. Privo di qualsiasi fronzolo o aspetto particolare, il primo Tekken creato dal monaco non fu altro che una banalissima riproduzione dello stesso modello che Kato avrebbe potuto trovare in qualsiasi armeria di Suna. Al secondo, cercando di migliorare la propria tecnica, aggiunse dei particolare distintivi. Le nocche erano molto più appuntite dello standard e tra una punta e l'altra aveva anche disegnato il simbolo del suo ordine. Il terzo, invece, era quello che si discostava maggiormente dal design base. Le punte sulle nocche avevano una sezione ottagonale e l'impugnatura era molto più ergonomica, cosa che nel complesso rendeva l'arma più maneggevole. O almeno così sperava. Madido di sudore, ma soddisfatto da quegli sforzi, avrebbe consegnato il frutto del suo lavoro a Kato, attendendo non senza un po' d'ansia di sapere cosa pensava delle sue creazioni.
     
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    ~Quinto Post
    Prova di Maturità




    La ringrazio consigliere… ma non posso accettare la sua offerta. Posso capire la segretezza e la sua buona volontà nell’estirpare il male a Suna ma proprio per quello deve comprendere che non è possibile agire nell’ombra. Questo Malvagità deve essere colpita alla luce del sole, laddové può estirparsi cuocendo sulla pietra bollente, lontana dalle ombre. Da parte mia però le prometto solennemente che non avrò mai modo di parlare di oggi, né del nostro incontro con nessuno. E allo stesso tempo non coinvolgerò direttamente il Villaggio della Sabbia. –

    Già, l’offerta del Sunese suonava dannatamente allettante ma non potevo nemmeno lontanamente accettarla, le sue parole erano sincere come le mie del resto… ma i nostri animi e i nostri modus operandi non potevano che essere esattamente agli antipodi. Collaborare con una persona di quel calibro mi avrebbe in un certo senso azzoppato più che aiutato. Ne ero pienamente consapevole, come del resto ero fermamente convinto che se avessi proseguito questa ricerca nel bene o nel male avrei incrociato la strada con Haruki, il Consigliere di Suna. Da parte sua nel tentativo di chiudere questo capitolo oscuro in questo Paese e da parte mia la volontà di riformare nel profondo il Clan Yotsuki.


    ~.~





    Guardai con la massima attenzione il lavoro prodotto dal Sunese. E ogni istante che passava mi soprendevo sempre di più del lavoro che era riuscito a portare a casa nonostante l’assenza dello secondo strumento più utile al fabbro dopo le mani: gli occhi.

    Il Ninja che mi trovavo davanti non era comunque un tizio nella media. La sua capacità di guarigione, come mi aveva dimostrato, mi aveva lasciato basito. A poco a poco stavo capendo perché, forse, era stato chiamato a dirigere il ruolo di Consigliere.

    Soppesai le creazioni di Haruki. Le guardai da più angoli e da più prospettive. Le indossai ovviamente e azzardai a lanciare qualche diretto. Niente da dire, nonostante il tempo così breve aveva creato delle eccellenti opere… ma non sarebbe bastato.

    - Buon lavoro certo… ma ora le manca la parte principale… le manca il concetto base. Quello fondamentale per chi vuole combattere nel corpo a corpo, con le proprie mani. Ossa e ferro. E allo stesso tempo vuole essere un vero Ninja. –

    Così avrei consegnato in mano al Sunese tre tekken, quelli prodotti da me precedentemente. Erano completamente diversi tra di loro e sebbene, forse, il Consigliere non avrebbe potuto osservare le differenze visive avrebbe sicuramente percepito che al tatto le tre armi si differenziavano sostanzialmente.

    Il primo era di un colore opaco. Scuro, il più pesante tra i tre. La finitura e la forma erano sì studiate ma mediocri. Il secondo invece sarebbe stato liscio al tatto. Il peso era minimo, l’esatto opposto del primo. Il colore chiaro. Dalle finiture chiaramente ricercate. Era evidente uno studio nelle forme e nel disegno per far più male possibile, per sfruttare ogni centimetro di superficie al meglio. Il terzo, e ultimo, invece sarebbe stato una via di mezzo. Dal colore grigio, un peso non eccessivamente leggero ma nemmeno eccessivo. La forma e le finiture discrete.

    - Ora… Consigliere visto che ora sa cosa significa creare un’arma di questo genere… qual è tra le presenti la migliore, ovvero quella riservata ai Ninja? Quale è invece il Falso? Oppure qual è quella riservata a soldati semplici? Le posso assicurare che la risposta va ben oltre al risolvere un banale indovinello. –


    Siamo verso la fine del percorso. Ora ci aspetta una parte meno pratica ma più teorica... prova a risolvere l'indovinello! Sappi che la soluzione si trova all'interno del post stesso!
     
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    La Risposta dell'Oracolo

    V



    Rimase piuttosto deluso dalla risposta che ricevette dal giovane otese. Era sicuro di aver interpretato correttamente i segni e i presagi che Dio gli aveva concesso. Eppure Kato aveva rifiutato il suo aiuto adducendo motivazioni che stentava a capire: lui stesso aveva agito nell'ombra, recandosi nel deserto senza avvisare l'amministrazione del villaggio. Anche il modo con cui aveva intenzione di gestire il vespaio che si era ritrovato per le mani gli sembrava assurdo: come poteva pensare di affrontare la cosa alla luce del sole senza coinvolgere direttamente Suna, se era ormai sicuro che alcuni consiglieri facevano parte di quell'empia organizzazione? Incapace di trovare una risposta, aveva abbandonato il discorso, arrendendosi all'idea che la Fiamma avesse piani diversi per lui e Kato. Nonostante questo fallimento, Haruki era sicuro che si sarebbero rincontrati e che il giovane Yotsuki avrebbe giocato un ruolo importante nel suo futuro. Per questa ragione, aveva intenzione di apprendere il più possibile dal ragazzo, così che la prossima volta in cui avrebbe dovuto trattare con lui, sarebbe riuscito a comprenderlo meglio.


    Mosso da questi propositi, quando il genin gli porse i tre tekken che aveva creato, Haruki si prese qualche minuto per studiarli con attenzione, cercando di trovare una risposta adatta all'enigma che gli era stato presentato. Raccolse la prima delle armi, valutandone il peso e studiando con attenzione la superficie. Passò lentamente sopra ogni centimetro di acciaio le dita esperte, curandosi di non lasciare che nessun dettaglio sfuggisse al suo passaggio. Ripeté l'operazione con le altre due, dando prova di grande zelo e meticolosità. Una volta che ebbe finito la sua ispezione, si prese qualche secondo per meditare su quanto aveva scoperto. Soddisfatto delle conclusioni a cui era arrivato, indicò il primo dei tre tekken. Era troppe pesante e grezzo, ma poteva comunque essere usato in battaglia. Questo è più adatto ad un soldato semplice che ad un ninja. Poi passò a quello leggero, ma finalmente decorato. Questo starebbe meglio dentro ad una teca, come oggetto dal valore puramente ornamentale. Infine toccò a quello dal peso bilanciato e dalle linee ricercate, ma non eleganti e particolareggiate quanto quelle del precedente. Questa è un'arma adatta ad un ninja. Non aggiunse altro, aspettando in silenzio una risposta dell'Otese.
     
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    ~Post VI
    Allievo & Maestro



    Rimasi estremamente attento. Osservai con molta curiosità il Consigliere mentre spendeva il suo tempo e impiegava la sua mente a cercare di risolvere quella sorta di indovinello. Mentre le sue mani, sicuramente dotate di una sensibilità enormemente superiore alla mia testavano i vari Tekken. Forse, pensai tra me e me, Haruki sarebbe stato il primo a risolvere la mia piccola sfida. Allo stesso tempo mi sorprendevo per come quel Ninja davanti a me fosse speciale.

    Del resto lavorare e battere il metallo portava in un certo senso a perdere la sensibilità delicata delle mani per via degli innumerevoli calli che andavano a formarsi usando i vari strumenti del mestiere; eppure, forse grazie alle sue capacità di guarigione che aveva dimostrato fino a quel momento, riusciva a bilanciare il tutto.

    Ma la mia era soltanto un'ipotesi. Difficilmente potevo credere che si poteva guarire così in fretta nel prendere in mano una brace rovente. No, doveva nascondersi qualcosa altro sotto. Qualcosa che sicuramente c'entrava con i suoi poteri, con le sue abilità Ninja. Con il fatto che era diventato Consigliere. Ed era esattamente un altro dei motivi per i quali non accettai la sua proposta del sigillo del silenzio. Naturalmente il fatto che mi aveva salvato era una prova di fiducia, ma non poteva essere una garanzia. Non potevo fidarmi, non mi sarei mai fidato di nessuno. Era parte di me. Una caratteristica inscindibile del mio essere shinobi. Del resto chi mi poteva davvero assicurare che dietro a quel simbolo non avrebbe potuto nascondersi qualcosa altro? Un obbligo, un'imposizione. Erano sicuramente pensieri forse al limite del plausibile, ma che non potevo comunque escludere.

    In ogni caso fui richiamato alla realtà quando Haruki prese la parola espondendo le sue opinioni riguardo a quelle armi. Ascoltai, molto interessato, e alla fine sorrisi. Purtroppo nemmeno il Consigliere comprese il vero significato, la semplice constatazione che si nascondeva dietro all'uso di armi del genere.

    Mi avvicinai al Sunese e con tranquillità presi in mano il Tekken più pesante e quello di peso medio. Escludendo quello invece più leggero. E sperando che Haruki avrebbe compreso la scena, con violenza e velocità riunii entrambi i pugni al centro del mio petto, facendo così scontrare entrambi i Tekken.

    In un fragore di metallo il Tekken meno pesante, quello che il Consigliere aveva individuato come quello riservato ai Ninja, si ruppe cadendo a terra diviso in vari pezzi. Contrariamente invece il Tekken più pesante mi rimase in mano, intatto.

    - Mi dispiace Consigliere ma ha sbagliato. E penso che dopo questa dimostrazione abbia capito il motivo. Se ha scelto questa strada, quella di creare queste armi, deve sapere una cosa. E non deve assolutamente dimenticarsela. Noi siamo Ninja. Noi cerchiamo il massimo risultato con il minor spreco di energie. Nella fattispecie chi vuole combattere a distanze così corte non interessa la bellezza di un arma... ma preme che quell'arma quando colpirà l'avversario andrà a rompere le ossa, a sfondare pareti toraciche, a distruggere protezioni e... maggiore è il peso di un'arma, maggiore è la forza di chi la impugna maggiore sarà il risultato. L'arma di peso medio invece è quella riservata ai soldati, a chi non è così allenato come noi; a chi risentirebbe del peso e ne verrebbe in realtà svantaggiato. E alla fine le ricercatezze sono il vezzo dei soldati no? Noi Ninja invece... agiamo nell'ombra e come tali non ci facciamo toccare da dettagli del genere. -

    Mi allontanai, digerendomi verso l'uscita: - Questo è parte del mio Credo Ninja. Parte della mia esperienza che le ho trasmesso. Ovviamente spetterà a lei scegliere se accettarla o meno. In ogni caso le ho insegnato tutto quello che conosco sulla materia e si è rivelato un allievo prodigio. - attesi un secondo - Non ho altro motivo di restare qui. La ringrazio per il suo sostegno, e per la sua ospitalità. Un giorno ricambierò il tutto. E' una promessa. -

    E io, Kato Yotsuki, conoscevo perfettamente il valore delle promesse.



    Ringrazio Bartok per la giocata stimolante!
     
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    Ritorno alle Origini

    VI



    Haruki sorrise. Kato non poteva capire, ma a lui non era sfuggita l'ironia di quella situazione. Anche se aveva sbagliato e non aveva capito ciò che l'Otese voleva insegnargli con quell'enigma, il monaco rosso aveva appreso qualcosa di ben più importante. Ascoltare le sue parole fu un po' come trovarsi difronte ad una vecchia versione di se stessi. Non aveva dubbi sul fatto che la persona che Atasuke Uchiha aveva conosciuto al Tempio avrebbe ragionato esattamente come lo Yotsuki. Anche lui avrebbe scelto il pezzo più grezzo e pesante, favorendo la massima efficienza in battaglia rispetto a qualsiasi altro fattore. L'errore che aveva commesso gli aveva capire di essere cambiato molto rispetto a quando aveva intrapreso la carriera ninja. Di aver dimenticato una piccola parte di se stesso. Anche se non aveva smesso di credere che tutto ciò che apparteneva al mondo materiale fosse soltanto una distrazione transitoria, infinitamente meno importante rispetto alla ricerca dell'illuminazione e all'ascetismo, Haruki aveva capito che non avrebbe ottenuto alcun successo estraniandosi completamente da tutto ciò che lo circondava. Eppure, ora che i ricordi stavano iniziando a riaffiorare, gli sembrava di aver compreso veramente perché la Fiamma aveva voluto fargli incontrare quel genin. Benché fosse vero che in nome della Volontà di Dio non avrebbe dovuto lasciare nulla di intentato, doveva fare attenzione a non abbandonarsi completamente. A non lasciare che la mondanità prendesse il sopravvento, distogliendolo dal suo cammino. Questo era il prezioso avvertimento che aveva ricevuto quel giorno.


    Quando Kato ebbe finito di trasmettergli gli ultimi preziosi consigli sull'arte della forgia, Haruki si piegò in un lieve inchino. La ringrazio, Kato Yotsuki. Farò tesoro dei suoi insegnamenti. Poi, assecondando la sua decisione di ripartire immediatamente, lo accompagnò verso l'uscita. Usando la tecnica della comunicazione mentale ordinò a Shirai di far preparare tutto il necessario affinché l'Otese potesse riprendere il suo viaggio. Raggiunta il massiccio portone di legno che separava il Tempio del deserto, avrebbe salutato per l'ultima volta il ragazzo. A preso, Yotsuki. Sono sicuro che ci incontreremo ancora. Per ragioni che ancora non comprendeva, il monaco rosso sentiva che lui e l'otese si sarebbero ben presto rivisti. Mentre il ragazzo si allontanava verso l'Anauroch, lui sarebbe ritornato alla forgia per esercitarsi ancora un po'.
     
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