Il Drago e L'Oni

QDV - Maschere di Konoha

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    Jotty2Hotty

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    Il Drago e l'Oni



    [Presso il palazzo del Daimyo del fuoco - Ore 01:00 am]

    Una figura sottile si fece strada nel cortile interno del grande palazzo del Fuoco. Un'ombra solitaria che a grandi passi attraversava come un'onda i giardini e i ponticelli sui piccoli laghetti che adornavano i numerosi chiostri del grande edificio medioevale che componeva il luogo massimo del potere del governo del fuoco.
    Due guardie si trovavano in piedi davanti ad una porta di media grandezza, in metallo, presenziando al loro turno di guardia, quando due proiettili, rapidi come gli artigli di un rapace, colpirono primo lo stomaco di una delle due, piantandolo contro la parete, quindi la testa di quest'ultimo, unendo il suo cervello col muro, e destando il collega dal torpore del riposo durante il piantone. L'espressione della guardia fu di sorpresa, quindi di paura, quindi la sua testa venne mozzata con un fendente rapido e preciso all'altezza degli zigomi, da una lama finemente decorata, terribilmente letale.

    Una lama che già aveva seminato sgomento nel villaggio della Nebbia.


    L'ombra non era più sola, illuminate dalla luna, c'erano ora altre 7 ombre dietro di essa. La stanza davanti a loro venne privata della porta, e razziata dei suoi contenuti, ma non senza che nelle stanze del padrone del castello, i sigilli di allarme fossero attivati.
    Quella notte la luna si sarebbe tinta di sangue.



    [Centro operativo del Villaggio della Foglia - Ore 1:40]

    A Konoha era una notte di tarda primavera come lo erano state molte altre, piuttosto calda, ma con una leggera brezza fresca, il silenzio regnava sovrano, se non per qualche ubriaco per strada, o per il suono del vento tra gli alberi. La maggior parte dei cittadini dormiva, così come anche i ninja del villaggio. Il centro operativo era comprensivo di un piccolo gruppo di ninja, per la maggior parte elementi sensoriali, capitanati da un membro del clan Yamanaka. Improvvisamente, qualcosa scosse la mente di questo jonin, una sorta di fastidio continuo, pressante, aggressivo. Il ninja si posizionò presso la postazione di comunicazione avanzata, e utilizzò le sue capacità di clan per sintonizzarsi sul messaggio che tramite il chakra stava percependo; una normale comunicazione non lo avrebbe raggiunto senza uno strumento che potesse amplificarne la ricezione, ma in questo caso era diverso.
    Quando lo Yamanaka ebbe trascorso una sola manciata di secondi concentrato sulla ricezione, la sua bocca si sarebbe spalancata, i suoi muscoli facciali irrigiditi, e i suoi pugni si sarebbero stretti per la rabbia. Immediatamente avrebbe tuonato.



    - CHIAMATE IL KAGE, ABBIAMO UN'EMERGENZA -

    [Centro operativo - Ore 1:55 am ]

    Raizen era già stato avvisato e si trovava già dentro la stanza che ospitava la squadra comunicativa; sul grande tavolo erano già stati predisposti i primi rapporti, e un gruppo di ninja del villaggio appartenenti alla guardia del Daimyo, dispiegati a Konoha, avevano già iniziato a disporre sigilli a terra in una zona sgombra della sala. Il rapporto che Raizen avrebbe ricevuto non sarebbe stato rincuorante.

    - Hokage-sama! Abbiamo ricevuto una comunicazione di emergenza dal palazzo del Daimyo circa 10 minuti fa, i nostri sul posto riportano un attacco da parte di sconosciuti, arrivati dal nulla. Le difese esterne non sono scattate e le guardie interne stanno cercando di arrestare l'avanzata del nemico nel palazzo. Dal poco che sappiamo potrebbe trattarsi di un piccolo gruppo di invasori, forse non più di dieci, ma non riusciamo a stabilire una comunicazione, abbiamo compreso solo che il nobile Murasaki, daimyo del fuoco, si trova in grave pericolo, e non abbiamo il tempo materiale di inviare un contingente. Possiamo approntare delle squadre che possono raggiungere il palazzo non prima di alcune ore. -

    Lo Yamanaka con un gesto della mano indicò i ninja del team che il Daimyo aveva predisposto presso Konoha, dopo l'attacco presso Kiri [La zanna si è premurata di diffondere la notizia in tutto il continente], i quali risposero con un saluto militare al gigante di Konoha.

    - Hokage-Sama, possiamo trasferire un gruppo di ninja presso il palazzo del nostri signore immediatamente, ma 7, 8 al massimo, per fornire un aiuto immediato. -

    Il gruppo era specializzato in un rituale di dislocazione per le situazioni di estrema emergenza, ma dopo aver trasferito alcune unità, sarebbero stati troppo esausti per inviare interi gruppi. Oltretutto più energia avessero trasferito, meno avrebbero potuto inviarne; ma data la situazione, Raizen avrebbe dovuto inviare i migliori, i più forti a disposizione, persino se stesso, se voleva avere una possibilità di impedire una vera disgrazia. Questo significava trasferire anche un demone, forse due, riducendo di molto le capacità di trasferimento della squadra speciale. Lo Yamanaka concluse il rapporto.

    - Signore, alla squadra speciale servono altri 12 minuti per completare il rituale di trasferimento, posso avvisare telepaticamente alcuni ninja selezionati, in modo che arrivino immediatamente, senza ricorrere a messaggeri o staffette. Mi bastano i loro nomi. -

    [ Konoha - ore 2:02 am ]

    Nella mente di alcuni ninja della foglia, sarebbe quindi risuonata una forte voce di allarme, fossero essi svegli o addormentati. L'energia sprigionata avrebbe avuto un forte senso di fretta, spingendo i ninja selezionati a muoversi per rispondere alla chiamata dell'Hokage, svelti come non erano mai stati; e avrebbero dovuto raggiungere il centro operativo nel minor tempo possibile, perdendo il fiato se necessario. Coloro che l'Hokage aveva scelto erano i seguenti: Oda e Sho Saitama, Yato Senju, Kairi Uchiha, Shin Kinryu, Asami Hoshiyama, Kiyomi Saito, e nelle loro menti sarebbe risuonato il seguente messaggio.

    CITAZIONE

    - COMUNICAZIONE DI EMERGENZA GRADO S, PRESENTARSI AL CENTRO OPERATIVO ENTRO 15 MINUTI. EQUIPAGGIAMENTO COMPLETO. -


    E il messaggio avrebbe proseguito con prepotenza fino a che ogni ninja non si fosse messo in piedi e avesse iniziato a prepararsi. Come da manuale, sapevano che quel tipo di comunicazione significava segretezza assoluta, e tempo limitato. Potevano avere a che fare con un nemico nel villaggio, il rilascio incontrollato di un Bijuu, o una missione che sarebbe iniziata immediatamente. Tutto quello di cui avevano bisogno, avrebbero dovuto portarlo in quel momento, o non avrebbero avuto il tempo di tornare a casa per organizzarsi.

    [...]

    Alle 2:20, la squadra speciale avrebbe inviato il gruppo presso il palazzo del daimyo con il rituale di dislocazione. Chi avesse tardato, sarebbe rimasto indietro. Sarebbero apparsi sul posto in una stanza adibita a magazzino, e dall'unica finestra avrebbero visto chiaramente in cielo in enorme simbolo color rosso vermiglio. Un simbolo che a Kiri avevano ancora impresso nella mente. Il simbolo della gilda dell'Oni di Cantha. Shiro Tagachi era lì, e non aveva intenzione di nasconderlo.





    Offgame
    Benvenuti alla qvd per le maschere di Konoha, non è necessario un ordine di post, e non è necessario limitarsi a uno a testa. Io posterò minimo una volta ogni 15 giorni, allo scadere del tempo, chi cè cè. Non importa depositare un link a una versione della scheda; ormai sapete come funziona, e sapete da soli cosa possedete al momento dell'apertura; niente materiale in apprendimento o non valutato, solo presente in scheda adesso.
     
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    Dracarys

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    Il Drago e l'Oni

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    Pensato
    Parlato


    Per la prima notte da una settimana a quella parte, Kairi stava avendo un riposo senza incubi: da quando aveva concluso la sua prima missione con Jotaru le visioni di sua madre perseguitavano i suoi sogni senza lasciarle tregua, costringendola a dormite di poche ore o peggio, a notti completamente insonni.
    Ma quella sera, forse essendo il suo corpo ormai arrivato al limite della stanchezza o forse merito dell'infuso di erbe officinali che aveva preso sotto consiglio di suo padre era finalmente riuscita ad addormentarsi senza essere tormentata da alcun tipo di visione, senza svegliarsi. L'assenza totale di sogni era liberatoria e la sua mente fin troppo occupata ad elaborare pensieri su pensieri aveva trovato la quiete, seppur per poche ore.
    Il destino però sembrava avere dei piani diversi per lei.

    Una voce nella sua mente la fece svegliare di soprassalto: aprì gli occhi e scattò seduta, cercando con la mano la wakizashi che teneva per sicurezza sempre accanto al letto, guardandosi attorno senza capire. Cosa stava succedendo, chi aveva urlato? Nella stanza non sembrava esservi nessuno e poteva sentire il docile russare di suo padre nella stanza accanto. Kiba dormiva serena ai piedi del suo letto: da quando era tornata dalla missione la ragazza non aveva più voglia di dormire da sola, così aveva chiesto alla cucciola di tenerle compagnia almeno la notte, e la lupa aveva accettato ben felice di essere di aiuto. Ma se persino le sue orecchie non avevano sentito nulla, cos'era stata quella voce? Un'altro incubo?
    La conferma arrivò però pochi secondi dopo, quando il messaggio tuonò nuovamente nella sua mente e quella volta non le servì ulteriore conferma per capire. Si trattava di una comunicazione da parte delle alte sfere del villaggio, un messaggio di emergenza: doveva essere successo qualcosa di terribilmente grosso.
    Senza aspettare oltre si rivestì, mentre Kiba si svegliava a causa dei rumori, sbadigliando pigramente Dove vai a quest'ora...? domandò con voce assonnata, alzandosi in piedi e stirando le zampe anteriori. La kunoichi le lanciò appena un'occhiata mentre continuava a rivestirsi il più velocemente possibile Devo scappare
    Rispose semplicemente, sicura che la lupa avrebbe compreso anche senza che lei dicesse nulla. Non poteva parlarne neppure a lei, ma temeva di sapere di cosa si trattasse: Cantha aveva fatto la sua mossa. Era dalla riunione che ormai tutto il villaggio viveva in stato di ansia e preoccupazione perenne, temendo l'arrivo dell'esercito nemico da un momento all'altro: la ragazza aveva sperato fino ad allora che la cosa non succedesse, invano.
    Finì di vestirsi e cominciò rapida a prendere tutto il suo equipaggiamento mentre Kiba la guardava con aria apprensiva Vuoi che venga con te? la lupa non sapeva cosa fosse successo all'Uchiha, che nonostante le avesse domandato di dormire assieme a lei non le aveva ancora mai parlato delle motivazioni di quella richiesta, e conoscendo ormai la sua padrona più che bene aveva deciso di non indagare fino a quando non fosse stata lei stessa a volerle parlare. La vedeva però cambiata, stanca, turbata e non poteva che essere preoccupata per lei.
    Kairi scosse la testa alla sua domanda, senza sorridere come suo solito Non è necessario, grazie. Puoi rimanere qui se vuoi oppure tornare al branco, se avrò bisogno ti chiamerò. Ora devo andare esclamò, e senza perdersi in ulteriori chiacchere uscì dalla stanza, tutto l'equipaggiamento ormai sistemato.
    Quando richiuse la porta dietro di sé sentì quella della stanza del padre aprirsi: Izuna uscì dalla camera e la osservò con aria seria E' quello che penso? l'uomo non aveva sentito la comunicazione ma essendo presente alla riunione sapeva perfettamente ciò che stava succedendo. La kunoichi rispose osservandolo qualche secondo Sai che non posso dirtelo. Devo andare adesso, proteggi il villaggio anche per me mentre non ci sono e senza aspettare ulteriore risposta scese le scale di corsa, aprendo la porta e scomparendo nell'oscurità.

    Una volta arrivata al punto di ritrovo avrebbe salutato chi conosceva cortesemente, anche questa volta però senza sorridere come suo solito: chiunque la conoscesse avrebbe notato il suo atteggiamento diverso dal solito e due pesanti occhiaie sotto entrambi gli occhi, causate dal poco e disturbato dormire che aveva avuto in quei giorni. Il suo umore non era dei migliori in quel momento e non si sarebbe fermata a chiaccherare troppo con nessuno di sua spontanea volontà, pur rispondendo nel caso in cui fosse stata interpellata direttamente.
    Seguendo la squadra speciale senza fare storie avrebbe atteso la fine del rito di dislocazione senza porre domande ed ascoltando tutte le istruzioni date dai suoi superiori, ed una volta arrivata nella stanza avrebbe osservato per prima cosa il luogo in cui erano appena arrivati, cercando qualsiasi cosa che la aiutasse a capire qualcosa in più.
    Il suo sguardo fu subito catturato dal simbolo che illuminava il cielo notturno, un simbolo che aveva già visto durante la riunione.

    Cantha... sussurrò semplicemente, confermando quella che era la sua ipotesi iniziale. La guerra era iniziata, ma la tensione e l'apprensione che la ragazza aveva provato durante la riunione erano completamente scomparsi: d'altronde, nulla poteva essere ormai più difficile della prova che aveva superato giorni orsono.


     
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    Il Fuoco e la Giada








    Notte fonda, da tempo era passato l’orario di lavoro per Raizen, anche se solitamente andava a letto ben oltre la mezzanotte, dilungandosi per leggere qualche rivista o fare zapping tra i canali, motivato anche dal fatto che le pessime notizie arrivavano sempre di notte, tanto valeva aspettarle.
    Per Konoha non era un periodo semplice, quando il messo giunse trafelato alla sua porta, quasi sfondandola, la sorpresa non fu quindi eccessiva, non lo fece nemmeno parlare, alzò una mano per imporgli il silenzio.

    Dammi qualche minuto, vado a cambiarmi, aspetta qui, mi dirai tutto mentre ci muoviamo.

    Fu di parola, indossando gli abiti da battaglia in poco tempo, neri come lo erano da sempre il colore più adatto ad un ninja, perfetti per essere accolti nelle ombre, in pochi sapevano che era più di un vezzo professionale in quel colore così scuro, c’era qualcosa nel nero che era in sintonia con l’animo di Raizen.

    Quindi questa volta lo indosserai, ragazzo?
    È nostalgico, non sei l’unico Hokage che ho visto, ma di sicuro è passato un bel po’ di tempo da quando ho visto l’ultimo, anche per me.


    Due scatti secchi furono la risposta alla richiesta del demone, in quel momento c’era poco spazio per le parole. Quando era diventato Hokage nella sua divisa, all’altezza delle scapole, erano state incluse due placche argentate, nessun fine bellico, erano li per il villaggio della foglia.
    Tornato dal messo insieme ai vestiti aveva mutato anche espressione, la piccola aggiunta necessaria per una missione di quel tipo pareva avere un peso sulla sua coscienza della Montagna quasi superiore a quella della riuscita stessa della missione.
    Quel bianco mantello inciso di linee rosso fuoco che lo identificavano come la decima Fiamma del villaggio ora garriva alle sue spalle mentre si muoveva rapido verso il centro operativo, e lo identificava come primo protettore del villaggio: il mantello da Hokage, per Konoha un simbolo ben più alto dello stesso ridicolo cappello che condivideva con le cariche simili.
    Arrivato nella sala di controllo salutò con un cenno del capo.

    Ditemi.

    Poche parole per concedere a coloro che avevano le informazioni di comunicargliele. La situazione era critica, ma poteva essere decisamente peggiore, soprattutto sapendo quello che era successo a Kiri.

    Bene. Abbiamo qualche secondo per organizzarci allora, le guardie del palazzo sono l’elite di tutta la nazione e conosco i jotre[come da ambientazione è presente un elite di 3 jonin nel palazzo… a meno di sorprese, in quel caso gestisci tu XD]nin, non sono facili da abbattere in quell’ambiente.

    Si rivolse quindi allo Yamanaka.

    Puoi comunicare con loro, giusto?

    Domandò, se ottenuta conferma avrebbe proseguito con le indicazioni.

    Di all’ Eremita che deve dare una rapida occhiata alle condizioni della magione, può percepire forze vitali estranee, non devono esserci infiltrati altrimenti rischieremo di cedere informazioni e ritrovarci il nemico sempre un passo avanti, deve estendere i suo sguardo anche ai territori nei dintorni, a Kiri venne usato un esercito, potrebbero farlo anche qui, al mio arrivo, se non conclude prima, lo voglio pronto a farmi rapporto.
    Il Dislocatore deve occuparsi dell’evacuazione, fategli approntare il primo sigillo di dislocazione remota nella stanza più inaccessibile del palazzo, se non ne esiste una che venga creata dal Senju, è li per rendere il palazzo una trappola ed anche per questo, all’interno della stanza voglio un sigillo del dislocatore e questa.


    Estrasse dalla tasca una piccola sferetta metallica.

    Devono portarla sempre con loro.
    Potete mandare dei ninja, penso non sia assurdo poter mandare anche questa, no?
    Se vi richiede un intero viaggio tuttavia rimanderemo, ma è di primaria importanza che il daimyo venga marchiato con i sigilli del dislocatore.


    Continuò il suo discorso con lo Yamanaka, la più efficiente macchina da comunicazione che potesse esserci.

    Riguardo i ninja ho una rosa di volontari, contatteremo loro.

    Fornì i nomi scandendoli chiaramente per poi rivolgersi al team che avrebbe dislocato l’intero gruppo al palazzo.

    Una volta che porterete noi tenetevi pronti, sarete esausti al termine dell’operazione, purtroppo sono pesante, ma il dislocatore potrà usare la sua arte per portare l’intera famiglia qui a konoha, al sicuro. Prendete dei tonici, uno dei suoi sigilli deve tornare qui di modo che vengano tratti in salvo.

    Quando gli shinobi arrivarono, non trovarono il Raizen di sempre, ma qualcosa di più imponente, statuario, molto più vicino alla pietra che lo ritraeva affianco agli altri Hokage, non guardava nessuno di loro per dire “ve l’avevo detto” , un chiaro segno che ben poco gli importava della rivalsa sui suoi shinobi meno esperti, restava sempre severo in volto, ma i suoi modi informali erano distanti, come probabilmente lo era la sua voglia di sentire opposizioni non giustificate: quando la Montagna voleva far comprendere il proprio d'animo non servivano parole, bastava l'espressione.

    Cantha.
    Hanno attaccato.
    Dobbiamo muoverci.


    Cinque parole, un telegramma che racchiudeva tutto ciò che sapevano.

    Ho dato le principali predisposizioni, ma non abbiamo informazioni precise, immagino sapremmo di più una volta arrivati li.
    Quando siete pronti, andremmo dentro al cerchio, non sarà piacevolissimo se è il vostro primo teletrasporto, per cui preparatevi ad un po’ di nausea.


    Duro solo pochi istanti, dall’illuminazione era evidente che fossero in uno scantinato, o quantomeno una stanza seminterrata, sopra il palazzo, il simbolo di Cantha nefasto e minaccioso come una condanna già emessa.

    Di certo sanno come farsi notare, non so quanto fosse loro intenzione nascondersi.

    Pensò a voce alta, prima di cercare con lo sguardo le persone che aveva richiesto.

    Rapporto?

    Chiese con voce chiara quanto seria, se non ci fosse stato nessuno la sua figura di riferimento sarebbe stato Oda.

    Oda. Cosa vedono i tuoi occhi da sensitivo.
    E collegaci mediante la comunicazione mentale, sarà utile.


    Attese le sue informazioni con un filo di impazienza, la loro posizione non era tra le migliori, prima di muoversi doveva quindi programmare, attendere e sapere.
     
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    Pensato Asami
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    Era una sera come tutte le altre a Konoha. Il cielo, blu notte, era tempestato da numerosi punti luminosi, che erano disposti in quello spazio infinito apparentemente in modo casuale. Una serata mite, accompagnata anche dal vento fresco che la rendeva più piacevole. Ma come tutte le volte, Asami, restava a casa, all’interno del suo giardino o, come quella sera, nella sua cameretta. Distesa tra le coperte bianche delle lenzuola, ne approfittava per leggere qualche libro. Dagli argomenti più seri, come la disciplina medica che studiava da tempo, a semplici storie di fantasia, in grado di catapultarla in un universo completamente differente da quello che stava vivendo. Un periodo pieno di minacce e sfide continue che la ragazza dai lunghi capelli rossi doveva affrontare. Il suo percorso da kunoichi, da qualche mese, aveva fatto un passo in avanti per portarla al suo obiettivo finale. Ma era sufficiente o doveva ancora migliorare la sua preparazione in materia? Quella sera si limitava solo ad osservare il cielo dalla sua finestra spalancata mentre la sua pelle veniva sfiorata dall’aria fresca. Un libro, rigorosamente chiuso, era appoggiato di fianco alla sua esile figura. Le sue palpebre, poco a poco, si chiudevano, portando la mente in uno stato di quiete assoluta. Nonostante ciò, la sua coscienza era comunque attiva, generando del chakra e immagazzinandolo all’interno del suo sigillo romboidale. Dopo che aveva appreso quella tecnica proibita riusciva, involontariamente, ad accumulare piccole quantità di chakra che serviva per l‘attivazione della tecnica.

    [...]

    -COMUNICAZIONE DI EMERGENZA GRADO S…-

    Rannicchiata sul suo letto, la giovane donna ascoltò quelle parole che s’insinuarono nella sua mente. Chi parlava? E cosa voleva? Chi la svegliava da quel riposo? La sue palpebre, che in quegli istanti rilevarono gli occhi verde smeraldo, si chiusero nuovamente. Ritornò a dormire ma nuovamente quella voce, anzi quell’allarme, continuò a tormentarla all’interno della sua testa. Nuovamente gli occhi si aprirono, quella volta completamente, puntando il suo sguardo dritto sul cielo stellato. Ma chi era? E perchè proprio nel pieno della notte? Stringendo la coperta nella sua mano destra, roteò gli occhi verso l’alto mentre la voce nella sua testa continuava insistentemente. Sbuffò rumorosamente mentre, lentamente si preparò a lasciare il suo lettino.

    -Si… si ho capito. Lasciami preparare!-

    La voce nella sua mente la lasciò solamente quando la ragazza iniziò a prepararsi. Una doccia veloce, visto che dal messaggio aveva percepito che si trattava di brutte notizie, prendendo poi tutto l’equipaggiamento necessario. Come sempre aveva indossato i suoi soliti vestiti: una maglia aderente che gli lasciava solo il braccio destro scoperto e il suo addome, perfettamente piatto, e pantaloncini blu. Il suo equipaggiamento era formato da uno svariato numero di armi, tonici e vari accessori, tra cui anche il kit di pronto soccorso. Il coprifronte, con il simbolo del villaggio della foglia, era rigorosamente legato al collo. Lasciò la villa dello zio considerata da lei stessa, da qualche tempo, la sua nuova casa, ancora addormentata. Scattò verso il centro operativo anche se inizialmente non ne sapeva la reale posizione. Perchè volevano la sua presenza? Perchè quell’insistenza? Cos’era successo?

    [...]

    Diversi shinobi della foglia si trovavano sul punto di ritrovo. La comunicazione non era stata indirizzata solo a lei ma anche ad altri ninja del villaggio. Per quale motivo? Loro già sapevano cosa stava succedendo in quel preciso istante? Diede un’occhiata velocemente ai loro volti, avvicinandosi sempre più al gruppo. Nel mentre proferì parola.

    -Ma cosa sta succedendo?-

    Il sua domanda era rivolta a tutti. Anche alla figura dell’Hokage, che si trovava in quel luogo ad aspettare l’arrivo di tutti i candidati. Il capo villaggio proferì parola, o forse aveva già intenzione di rivolgersi ai suoi guerrieri, con poche e semplici parole. Era evidente anche per Asami, nata lontano da quel mondo fatto di guerra e distruzione, che la situazione era più critica del previsto. I Cantha aveva attaccato, proprio come aveva previsto il decimo Hokage durante la riunione. A condurre gli shinobi al palazzo del Daimyo, un altro gruppo era stato incaricato, tramite una tecnica particolare, a teletrasportarli sul luogo d’interesse. La ragazza dai lunghi capelli mossi non sapeva com’era possibile una cosa simile. Il chakra oltre ad essere adesivo, oltre ad avere proprietà curative aveva anche la possibilità di trasportare un‘ intero gruppo di ninja da un luogo all’altro?

    §Assurdo!§

    Fu questione di un attimo. IL suo sguardo si spostava in diverse direzioni. Le immagini davanti a sè erano sfocate. Credeva di trovarsi in un’altra dimensione. Fortunatamente, quell’orribile stato d’animo terminò, trovando davanti a sè uno scenario completamente diverso. Si era ritrovata in una stanza con una finestra che affacciava su un cielo. Un cielo che presentava un unico simbolo. Di un rosso acceso. La ragazza puntò i suoi occhi, ignorando le figure attorno a sè, facendo due passi verso la finestra prima di fermarsi di scatto.

    -Quel simbolo…-

    La sua voce era bassa. Solo chi aveva un udito ben sviluppato aveva potuto ascoltarle. O chi era abbastanza vicino a lei. La guerra era iniziata e il primo attacco verso il Daimyo era stato sferrato.
     
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    Post i - Missione speciale





    Il giovane Kinryu sbattè ripetutamente le palpebre finché i suoi occhi non si abituarono all'oscurità quasi totale della stanza. Dopo alcuni secondi era in grado di distinguere le sagome dei mobili, di cui comunque conosceva la posizione a memoria. Con un movimento lento si portò una mano alla fronte, quasi a voler contenere il messaggio urgente che l'aveva appena attraversata. Sospirando piano, si alzò, ormai completamente sveglio. Una delle prime cose che aveva imparato in Accademia era dormire sempre con un occhio aperto, sebbene non letteralmente. Aveva scoperto che anche quella era una capacità che poteva essere allenata, con le tecniche giuste. Per un ninja avere il sonno leggero poteva fare la differenza tra la vita e la morte, perciò l'allora studente si era prodigato per apprendere tale abilità. In quel frangente però c'era qualcosa di ben più grave a preoccuparlo. Missione di livello S. Considerando la situazione attuale poteva significare una cosa sola: guerra.

    Mentre Shin indossava il corpetto di cuoio, sulla soglia comparve un ragazzo dai capelli biondi. Solo la coda rivelava la sua natura di kitsune al servizio dello shinobi di Konoha. Yuki, sveglia anche Harumi per favore, avrò bisogno di voi Il genin aveva pronunciato quelle parole senza neppure voltarsi. Nessuna traccia d'indugio nella sua voce. La volpe annuì appena e si allontanò a passo spedito, per tornare un minuto più tardi. Ad accompagnarlo una ragazzina in abiti da miko, dall'aria decisamente assonnata. Shin-sama, cosa succede? Il ninja, che nel frattempo aveva finito di ricontrollare di avere con sé alcuni tonici, le rivolse un sorriso tirato. Sono stato convocato per una faccenda piuttosto seria. Vi prego di prestarmi il vostro potere Eseguì un lieve inchino in direzione delle due creature. Il biondo emise un suono simile ad uno sbuffo, borbottando qualcosa. Senza di noi saresti spacciato L'apprendista sacerdotessa invece chinò la testa a sua volta. Farò del mio meglio! Poi entrambi furono avvolti da un tenue alone luminoso. Le loro forme mutarono in quelle di armi, una wakizashi e un paio di guanti rinforzati finemente decorati. Grazie Posizionò la lama sul fianco sinistro, mentre al destro era presente una spada esteticamente simile, ma intrinsicamente differente. Calzò i guanti mentre scendeva le scale. Raggiunto il vestibolo d'ingresso si guardò alle spalle. La casa era vuota ormai da quasi una settimana. Appena tornato dalla riunione aveva spiegato la situazione al padre, il quale a sua volta l'aveva riferita agli esponenti del clan. A fatica, era riuscito a convincerli a trasferirsi momentaneamente nel villaggio alle pendici del monte Yume, in un angolo sperduto del Paese del Fuoco e sotto la protezione delle kitsune del santuario di Inari. Non gli veniva in mente un luogo più sicuro di quello al momento. Sospirò e richiuse la porta dietro di sé. Correndo sui tetti avrebbe appena fatto in tempo a raggiungere il punto d'incontro prefissato.

    La sala in cui fu introdotto era gremita di gente. Tutti ninja, per la maggior parte si trattava di personale impegnato nelle comunicazioni o di membri delle squadre speciali che facevano la spola, per trasportare materiale e informazioni. Poco in disparte stavano altri shinobi, convocati come lui per quella missione. Riconobbe il volto di Kairi, che salutò con un cenno del capo, incapace per la tensione di lasciarsi andare al solito sorriso. Vide anche Yato, il Senju con cui si era brevemente confrontato alcuni giorni prima. Anche a lui rivolse un cenno di saluto neutro. Tra tutti però svettava la figura di Raizen, decimo Hokage di Konoha. Che fossero arrivati tutti, o che il tempo a loro disposizione fosse terminato, fu proprio l'uomo più forte del Villaggio a prendere la parola. La consapevolezza di quanto stava succedendo si diffuse nella stanza dopo la sua asciutta comunicazione. Gli angoli della bocca del Kinryu si torsero appena verso il basso. Non era sopreso, anzi. Fin dal momento della riunione, a anche in precedenza in realtà, aveva monitorato la situazione. Le ombre che da un anno a questa parte sull'intero continente andavano ora ad addensarsi, come nubi cariche di tempesta. Avevano già scagliato i loro strali contro la Nebbia, per poi spostarsi verso la Foglia. A differenza di Kiri però, loro erano pronti ad un'eventualità del genere e si erano preparati. Stava ai singoli ora fare ciascuno la propria parte.

    Il jutsu di teletrasporto durò una frazione di secondo. Il giovane Kinryu ne uscì ben saldo sulle proprie gambe. L'ultima volta che l'aveva provato era piuttosto malridotto, ma aveva fatto tesoro di quell'esperienza. Il luogo in cui erano comparsi sembrava un deposito o un magazzino. Sulle prime pensò che si trattasse di un ambiente interrato, ma poi individuò una finestra che solitaria dava verso l'esterno. Alto nel cielo, come una spada di Damocle pronta a calare sulle loro teste, il luminescente simbolo di Cantha. Un mormoriò sfuggì dalle labbra di Shin. Questa è guerra.
     
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    I
    Maschere della Foglia


    Ero sveglio. Ero spesso sveglio, di recente, dal mio ritorno dalla Colonna Evanescente, con tutto quello che aveva comportato. La notte mi ricordava quel luogo così alieno da sembrare una terra d'incubo, e quasi mi sembrava di sentire ancora le mani del Flagello strette intorno alla mia gola, con la mia vita e la Missione inerme di fronte alla sua potenza. Non dormivo, e quindi mi allenavo, per sviluppare ancora e meglio le capacità di clan risvegliate tanto di recente. Ero un seme che non aveva bisogno del sole per crescere, ma solo di vivere, apprendere, e diventare infine il roveto che avrebbe stritolato il cuore dell'Hokage tra le sue spire spinose.

    Si trattava solo di un obbiettivo ancora lontano.

    Ero appena uscito da una doccia corroborante dopo la sessione di allenamento e stavo sgranocchiando una barretta energetica quando giunse la convocazione. Perentoria. Possente. Inesorabile. Rango S, anche se ero solo un Genin...questo voleva dire enormi rischi, per possibili enormi guadagni e, forse, per riuscire ad avvicinarmi al Bersaglio. Che sia Cantha? Mi trovai a sussurrare...la riunione della settimana prima era un ricordo vivido. O forse il Flagello, o una di quelle Armi di Iwa di cui parlano. In ogni caso non posso perdere tempo. Nel giro di pochi minuti ero già nel salotto di casa, che faceva anche da ambiente d'ingresso della piccola villa in cui abitavo coi miei genitori: come sempre erano in salotto, e li salutai solo con un cenno del capo. La Missione era in mano mia sin da quando ero stato promosso al rango di Genin, non stava a loro intromettersi. Chiusi la porta alle mie spalle, attraversando la notte di Konoha, quasi camminando in quel sogno oscuro che mi ricordava la torre che non esisteva. Un grado S. Ripetei: non poteva che essere qualcosa di grosso, e se serviva la mia presenza doveva trattarsi di qualcosa di cui avevo conoscenza, o per cui anche i più inesperti potevano essere utili. Avrei avuto risposta solo dopo qualche minuto.

    [...]

    Riuniti nella sala emergenze, ricevemmo un briefing molto sommario: invasori nel palazzo del Daimyo, un'organizzazione abbastanza penosa che impediva di disporre le truppe in maniera efficace (ennesimo segno dell'incapacità di quel Kage che avrei prima o poi soppresso) e la possibilità di trasferire sul posto solo un piccolo drappello con quello che passava il convento: noi. L'Hokage era là, ovviamente, come prevedibile con un cipiglio tanto duro da poter sfondare qualche cancello corazzato, e si mise a sbraitare come suo solito senza nemmeno capire quanto potesse essere complessa la situazione. Non mi persi una parola di quello che disse al team deputato al teletrasporto, ma ne capii poco e nulla, limitandomi a memorizzare per poi analizzare in seguito...sempre che ci fosse un seguito. Scuro in volto, con la mia classica tuta da ginnastica e la sciarpa rovinata, le armi bene in vista sulla schiena o nelle sacche alla cintola, ero pronto a tutto, anche a tollerare Raizen Ikigami se questa storia mi avesse permesso di apprendere qualcosa su di lui...sulle sue abitudini e debolezze...e magari se mi avesse permesso di diventare più forte, perché alla fine era la pura potenza a mancarmi, unita forse all'esperienza che certo sarebbe giunta, poco a poco.

    Kairi...quell'altra ragazza della riunione...Shin, Eravamo pochi, anche se l'Hokage era sicuramente una forza della natura, ma quanto era utile portarsi un tornado tascabile quando devi salvare un Daimyo? La pochezza del suo briefing mi diede il voltastomaco e non smisi un secondo di guardarlo con aria di sfida...tuttavia era il Kage e in quell'occasione era anche il mio caposquadra. Ai suoi ordini, Hokage. Dissi con assoluta sincerità, anche se era evidente che la cosa fosse motivo di irritazione. Non penso avrò problemi col teletrasporto. Dopo la Colonna ero abituato a cambiamenti improvvisi d'ambiente. Le rammento che sono un ninja medico, ma posso fornire un po' di copertura se necessario, sia tramite illusioni che con il Mokuton. Dissi tanto a suo beneficio quanto a quello dei compagni. Ho già combattuto assieme a Kairi... Le feci un cenno del capo che era anche un saluto. Mentre non credo di conoscere te. Aggiunsi rivolto ad Asami. Sono Yato, del clan Senju. Distogliendo lo sguardo un po' avverso dal Kage, mi esibii nel più rassicurante dei sorrisi. Spero che ci guarderemo le spalle a vicenda in questa faccenda. Poi su Kairi. Uchiha e Senju assieme, no? Con una mano sul petto le rammentai il regalo della settimana prima...se avesse avuto ancora il seme che le avevo dato la settimana prima (travestito da amuleto) avrei sempre saputo dove si trovava.

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    Quanto a Shin, mi limitai a uno sguardo prolungato, fissandolo dritto negli occhi. Sicuramente non aveva scordato le parole che ci eravamo scambiati pochi giorni prima.

    [...]

    Arrivammo sul posto, alla fine, con il simbolo di Cantha ad accoglierci, sollevato a mò di sfida, più che di monito. Sapevano che sarebbe arrivato qualcuno. Tutto stava a vedere se il boccone che avevano invitato gli sarebbe andato di traverso o meno. All'erta, attesi ordini, pronto alla lotta, cercando di avvicinarmi prevalentemente a Kairi. Avevo investito su di lei, in fondo.
     
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    SVEGLIA PEZZENTE!



    La luna era scura nel cielo notturno, le stelle brillavano a malapena.
    Oda si trovava nel proprio letto quando una voce allarmata e preoccupata lo chiamò per nome, sembrava preoccupata, sembrava Sho.
    Il sensitivo si alzò di scatto, Sho lo stava chiamando dal giardino, aprì la porta e si trovò in corridoio ma venne improvvisamente trascinato dentro il bagno da qualcuno, qualcuno che si prese anche la briga di tappargli la bocca.
    Oda, stai calmo, ho sentito anche io quella voce.
    Ammise suo fratello mentre lentamente toglieva la mano dalla bocca di Oda.
    Ma che diavolo è?
    Rispose Oda, Sho lo zittì con un gesto. “Andrò a controllare” sembrò dirgli con uno sguardo.

    La voce diventava sempre più forte, più aumentava il volume più sembrava contraffatta, artificiale.
    Poi smise per un po’, dopo che Sho fu uscito, ma lui non rientrò e la voce ricominciava a chiamarlo, sempre più urgente.
    L’unica certezza era che Sho era morto e Oda non può fare niente per scappare. Quella creatura non poteva entrare ma non lo avrebbe lasciato uscire...


    Oda si svegliò nel proprio letto, la voce che sentiva prima lo chiamava ancora.
    Si alzò di scatto ed andò verso Sho, lui era già in piedi che si stava preparando… lo aveva sentito anche lui.
    Cazzo Sho, non dobbiamo uscire!
    Sho lo guardò come sempre, come un idiota che legge troppe storie dell’orrore prima di andare a letto e poi si ritrova a pensare che un mostro possa mangiare dei ninja senza la minima reazione.
    Dobbiamo volare, presto!
    Sicuramente un colpo di classe, come sempre... Iniziò subito a preparare l'equipaggiamento per la missione a cui erano stati convocati, non presagiva nulla di buono

    […]


    Giunti al luogo di ritrovo l’hokage li accolse con pochissime parole, tristemente Cantha era stata più veloce di loro, niente effetto sorpresa.
    Per fortuna l’Altro, lo spiritello che lo seguiva ovunque, si era tenuto alla larga. Forse perché indossava il rosario di suo nonno, il regalo di Sho che gli aveva permesso di migliorare la propria concentrazione.
    Giunti sul luogo l’hokage cominciò subito a sparare ordini, tipico, Oda cercò di disegnare i sigilli nella maniera più precisa possibile nonostante la nausea, il teletrasporto era sempre una brutta bestia, gli sembrava che qualcuno gli bevesse il cervello dal naso e lo risputasse dentro il cranio dopo averlo passato dentro un tritacarne.
    Tutti calmi, ci penso io. URGH
    La tecnica della Comunicazione MentaleComunicazione Mentale
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Rituale (10)
    L'utilizzatore può comunicare telepaticamente a qualsiasi distanza con tutti; all'attivazione comparirà un fuuinjutsu su tutte le persone consenzienti presenti entro 1200 metri.
    Tipo: Fuuinjutsu - null - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Basso )
    [Da chunin in su]


    Indagine approfondita
    Speciale: L'utilizzatore può applicare Percezione Del Vero e Percezione Del Chakra su tutti gli alleati consenzienti collegati tramite Comunicazione Mentale.
    [Da Genin in su]
    lo aveva accompagnato in tutte le missioni svolte da quando era diventato Chunin, pareva stupido non usarla subito, nonostante il lieve conato.
    Non appena ottenuto il consenso dei presenti, ricevette una cascata di dati. La sensibilità di Oda al chakra stava aumentando e il sigillo aveva agito da conduttore sincronizzandolo con tutti i presenti.
    "Hokage, i miei occhi vedono esattamente come i suoi, ma forse posso fare qualcosa di buono se mi lasciate concentrare per un po’. AH, per tutti, prima di comunicare mentalmente dite a chi vi state riferendo che purtroppo non è così facile capirlo se non siamo a portata d'occhio!"
    Quindi iniziò a concentrarsi per sentire come pochi potevano dire di poter fare. [Sesto Senso]Sesto Senso [2]
    Arte: L'utilizzatore può percepire la presenza di manifestazioni di chakra entro 900 metri (3 passi); può essere applicata Percezione del Chakra. Sono necessari 2 round di concentrazione.
    (Consumo: Basso)

    probabilmente nessuno dell'esercito di Cantha si stava nascondendo, quindi il compito sarebbe risultato molto semplice, ma che notizie avrebbe portato la meditazione di Oda? Cosa dovevano fare li?
    OFFTOPIC:
    Equip Debilitante indossato
    Chakra: 58/60
    Consumi: Basso per Comunicazione Mentale, Basso per Sensto Senso
    Parlato
    Pensato
    "Comunicazione Mentale"
     
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    The dark side of Kiyomi

    (Sì, fin'ora avete visto il buono)


    Una notte come le altre scorreva tranquilla a Konoha.
    A Villa Kiyomi regnava il silenzio: silenzio nella stalla dove sonnecchiava il chocobo, silenzio nella dependance, dove lo staff riposava lontano dall'insopportabile padrona, e silenzio nella stanza principesca di Kiyomi, dove quest'ultima dormiva beata tra lenzuola di seta e soffici guanciali.
    La sua figura distesa dritta e a pancia in su, con le mani incrociate sull'addome, venne improvvisamente scossa da una potente voce che irruppe nelle sue orecchie, svegliandola di soprassalto e spingendola ad urlare a sua volta con tutta la voce che aveva in corpo per lo spavento; senza pensarci neanche, si tolse la mascherina da notte dagli occhi ed accese immediatamente la luce battendo le mani due volte.
    Nella stanza sembrava non esserci nessuno, e solo dopo qualche lungo istante passato a riflettere con la sua mente ancora dormiente, le rimbombò in testa un messaggio identico al precedente.
    MA VAFFANCULO!
    Rifugiarsi con la faccia sotto il cuscino servì a ben poco, dato che il messaggio era trasmesso mentalmente, il quale risuonò ancora una volta nella sua testa.
    VATTENE VIAAA
    Non passò molto tempo, che la sua fidata domestica accorse allarmata ed irruppe nella stanza, preoccupata dalla urla della sua padrona.
    KIYOMI-SAMA! Che succede, c'è qualcuno?
    Sì CHE C'E! NELLA MIA FOTTUTA TESTA!!!
    Ehm...prego?
    Mi stanno convocando per una missione urgente, quei maledetti bastardi puttanieri!
    Quindi non intende andarci?
    Per me possono anche bruciare all'inferno, loro e quei dannatissimi infami che non sanno fare altro che chiedere aiuto!
    La ragazza accorsa sul posto non sapeva proprio cosa fare in una situazione del genere: anche se aveva un gran brutto carattere, ci teneva alla sua datrice di lavoro, e sapeva che partecipare a quell'incontro le avrebbe garantito i favori dell'hokage per restare a Konoha, quindi in qualche modo avrebbe dovuto convincerla ad andare, sebbene l'infantile modo della donna di rimettere la testa sotto il cuscino, non le rendeva le cose molto facili. Inoltre, se mai l'accordo fosse saltato, avrebbe dovuto sorbirsi lei l'ira infinita della Saito, e questo lo spaventava più di ogni altra cosa.
    Andiamo, Kiyomi-sama...lo sa che deve andarci. L'Hokage non gliela perdonerà, se non risponde alla chiamata.
    Se vogliono una risposta, posso mandargliela per iscritto, firmata col tuo sangue.
    Anf...a che ora dovrebbe trovarsi lì?
    Tra 15 minuti.
    15 MINUTI?!
    Senza pensarci due volte, la domestica osò fin troppo, sollevando immediatamente il materasso e lasciando cadere dalla parte opposta la povera donna. SI ALZI AAAAHH
    Ma che cazzo fai?!
    Si alzi e si lavi, io penso a vestiti e armi, presto.
    Allora non mi sono spiegata; finchè sono in pieno ciclo mestruale, io non mi muovo dal letto.
    Pure io sono in pieno ciclo, ma invece di frignare, vado avanti e indietro tutto il giorno per lei e le faccio da serva, quindi ora alzi le chiappe dal pavimento e fili subito a prepararsi!
    La reazione inaspettata della domestica colse tremendamente di sorpresa la padrona di casa, che anche se avesse voluto protestare, si alzò ed andò in bagno, guardando con aria perplessa la ragazza che in tutta fretta le sistemò i vestiti sul letto e corse ai piani inferiori. In meno di 10 minuti, incredibilmente Kiyomi era pronta (fortunatamente non usava trucchi, se non rossetto), e sotto il cielo stellato uscì sul terrazzo e fischiò per attirare l'attenzione del suo chocobo, appena liberato dalla stalla da Hanako, e vi saltò su, atterrando perfettamente sul suo dorso.
    All'amministrazione, Eva.
    In un istante, l'animale prese il via e scattò rapidissima in strada, scavalcando la recinzione e dirigendosi verso il palazzo amministrativo, mentre la sua padrona, con indosso tutto il suo equipaggiamento, più una piccola borsa con qualche effetto personale ed un paio di assorbenti, la cavalcava all'amazzone riflettendo intanto su quanto infuriarsi per essere stata svegliata nel cuore della notte.

    Il veloce pennuto arrivò a destinazione in un battito di ciglia e ci volle anche meno per raggiungere il luogo in cui altri ninja, tra cui Raizen, si erano già riuniti, mentre quest'ultimo dava rapide disposizioni ai presenti.
    Lo sguardo di Kiyomi non era da meno di quello dell'hokage. Al fatto di essere stata svegliata nel pieno della fase rem, privando il suo volto delle ore minime di sonno, si aggiunse la tortura di essere stata costretta ad uscire di casa nel momento peggiore del suo ciclo, quando era palesemente e fin troppo facilmente irritabile ed irascibile.
    Come se non bastasse, avrebbero dovuto teletrasportarsi, ma l'unica reazione che ebbe dalle spiegazioni dell'hokage, prima di entrare nel cerchio, fu un secco e fugace Vediamo di fare in fretta.
    Si svolse tutto in una manciata di secondi, e da come potè notare, l'ambiente attorno a loro era cambiato, anche se non ebbe tempo di soffermarcisi per via del giramento di testa e stomaco che stava provando. Dopo tutte quelle cose che le andavano storte, la ciliegina sulla torta sarebbe stata vomitare davanti ad altre persone, ma non l'avrebbe fatto. Si allontanò di qualche passo dall'insieme di corpi, respirando lentamente e cercando di controllare il suo corpo, con cui stava già lottando da qualche giorno.
    Le cose sarebbero potute andare peggio? Certo che sì.
    Come se tutto ciò non bastasse, nell'allegra combriccola era presente anche uno Yamanaka che volle collegarsi alle menti di tutti i presenti, e anche se la cosa fu alquanto rivoltanto, per quieto vivere si ritrovò a dovergli dare il permesso di entrare nella propria testa. Ci mancava... A fanculo tutti.
    Ormai la ragazza era una bomba ad orologeria. Non poteva fregarsene di meno di quello che stava accadendo o del segno luminoso nel cielo. In qualche modo avrebbe dovuto sfogare la sua rabbia repressa, perchè in quel momento avrebbe decapitato il daimyo stesso, pur di tornarsene a casa.
     
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    In azione





    Un allarme. Non era una voce onirica quella che mi svegliò. Poche e pesantissime parole mi fecero scattare giù dal letto, non potevo essere certo di cosa stesse accadendo, ma, se l'istinto non mi ingannava, era qualcosa di legato alla riunione che da poco avevamo tenuto.
    Dopo il discorso di Razien mi ero tenuto preparato, tutto il necessario per una chiamata d'emergenza era di fianco al mio letto, non ci volle infatti molto perché fossi pronto. Avvertii quindi Oda, che sembrava ancora per metà nel mondo dei sogni, probabilmente un altro dei suoi incubi.

    -Devi veramente smetterla di guardare quella merda prima di dormire.-

    Dissi breve riferendomi alle solite storie dell'orrore che accompagnavano la routine serale di mio fratello.
    Non appena anche lui fu pronto ci dirigemmo al centro operativo, lì potei notare che solo un breve gruppo di noi era stato avvertito, me lo aspettavo, una missione di tale importanza non poteva prevedere l'utilizzo dei ninja meno esperti, sembrava addirittura che anche il kage avrebbe preso partecipazione a tale evento, la cosa mi fece quasi sorridere. Una missione fianco a fianco con Raizen, aspettavo da tempo un'opportunità del genere.
    La situazione però era ben altro che piacevole, la tensione era solida nella stanza mentre il decimo hokage, telegrafico come sempre, ci istruiva su cosa stava avvenendo.
    Il daymio del fuoco era in pericolo e noi, l'elité del villaggio, dovevamo andare a sventare questo invasore, ovviamente si trattava dei canthiani, come mi aspettavo, eppure qualcosa non mi tornava: una nazione intera che manda un gruppo così piccolo ad attaccare il paese del fuoco? Strano, soprattutto dopo l'attacco che era avvenuto a Kiri.

    -Raizen, so che la situazione è critica e che dobbiamo agire, ma non c'è niente che non ti torna? Non sembra lo stesso modus operandi che hanno usato a Kiri, e se stessero cercando di sguarnire le difese di Konoha? Abbiamo un modo per tornare a difendere il nostro villaggio in caso fosse così? Non fraintendermi, entrerò con te in quel cerchio di teletrasporto, ma penso che dovremmo avere un piano B.-

    Dopo aver espresso i miei dubbi mi sarei unito al gruppo dei miei compagni all'interno del cerchio di teletrasporto per partire in quella che poteva essere la missione più importante della mia vita, ma anche una terribile trappola.
    In un istante ci trovammo in un altro luogo, al primo impatto sembrava essere un magazzino, era Oda adesso a dover agire, le sue abilità da sensitivo ci avrebbero permesso, o almeno così speravo, di capire di più sulla situazione. Intanto mi dedicai a guardare il cielo attraverso la finestra di quella stanza, in cielo sembrava bruciare il simbolo dell'oni che aveva distrutti Kiri, per un attimo pensai a Keiji, chissà se stava bene dopo quell'evento, lo avrei dovuto scoprire al più presto, sempre se fossi sopravvissuto alla mia missione.

     
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    Il nemico alla porta



    [Legenda Mappa: Un quadretto equivale a 10 metri. I ninja arrivano nel locale "rimessa" a nord-ovest.]

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    [Prima del viaggio]

    - Hokage-sama, si siamo in grado di comunicare con le guardie del Daimyo, anche se con difficoltà. Ovvero siamo certi che i messaggi arrivino, ma non riusciamo ad avere conferme precise; così come per i nostri sensitivi a lungo raggio. Qualcosa disturba la nostra capacità di scandagliare tutto il palazzo, una cortina di chakra forse, o qualche manufatto. Otteniamo solo frammenti di informazioni, utili in parte, ma anche potenzialmente dannose se interpretate in maniera errata. -

    Lo Yamanaka quindi si consultò con i suoi luogotenenti e con la squadra di dislocazione, prima di rispondere alle successive richieste dell'Hokage.

    - Siamo fortunatamente in grado di analizzare le zone circostanti la magione e il villaggio, come al solito; nessun esercito passerà inosservato; riguardo la sfera...-

    - Riguardo la sfera non è un problema, ma per farla arrivare direttamente al bersaglio è necessario in rituale diverso, e una minima parte di energie, che date le tempistiche attuali, potrebbero interferire con il vostro trasporto. Farete prima a consegnargliela direttamente ve lo garantisco. - Assecondarono alle successive richieste, tenendosi pronti a ricevere il Daimyo.

    [Al castello]

    La magione del Daimyo del fuoco era un imponente palazzo in stile Edo, di circa un centinaio, forse di più, di metri di pianta per lato, con, all'interno delle mura di cinta, svariate costruzioni in legno e argilla, con diverse funzioni. A nord-ovest c'era la rimessa; una sorta di piccolo magazzino che ospitava anche il sigillo per il trasporto d'emergenza. Era anche l'unico accesso alle fogne del castello, e al corso d'acqua sotterraneo che lavava via gli scarichi del castello, dato che ne divideva trasversalmente la pianta a metà. Accanto c'era il chiostro, un ammirevole giardino, tenuto con grande cura, dove il Daimyo organizzava gli incontri con gli ospiti, e dove la moglie coltivava le sue famose rose. Ancora ad est il palazzo vero e proprio, Una dependance per la famiglia nobile, con qualche stanza per gli ospiti e qualche ufficio, oltre che un grande salone. Il palazzo era a tre piani. Le sale al piano terra, gli uffici al primo e gli alloggi al secondo.

    A destra e a sinistra del palazzo, correvano trasversalmente lungo le mura le due costruzioni più grandi: gli alloggi dello staff a ovest e i magazzini a est. Al centro della pianta c'erano le caserme dei soldati dislocati, mentre a sud-est c'era il mercato coperto, centro commerciale della famiglia reale e dei nobili tutti. Le strade del palazzo erano tutte lastricate di pietra, la stessa che componeva le mura. Le quali erano interrotte in tre punti: a ovest, a sud e a est, da tre porte con ponte levatoio e grate verticali. Le mura erano alte circa 8 metri.


    [Dopo l'arrivo]
    All'interno della rimessa, i ninja avrebbero trovato qualche scaffale vuoto, degli attrezzi agricoli e poco altro di interessante. La porta che conduceva alle fogne sotterranee presentava un sigillo/barriera apribile solo dalla famiglia reale e dai capiguardia, che ad una analisi accurata avrebbe risultato non essere scattato, nè violato. I nemici non erano passati da là.
    La rimessa presentava alcune finestre con delle grate, ma estremamente piccole per essere usate per uscire ( avevano la grandezza di una scatola di patate ) e un portone di legno a due ante.
    Quando avessero deciso, in parte, o in gruppo, di uscire dalla rimessa, accarezzati dal buio della notte, avrebbero notato immediatamente tre cose:
    La prima era che il simbolo rosso presente nel cielo non era l'unica cosa singolare; dal momento che anche ai ninja meno acuti, la stessa luna sembrava come stesse iniziando a tingersi di un rosso vermiglio.
    La seconda, era che in piedi davanti alla rimessa, c'era un uomo.
    Un uomo che sarebbe rimasto fermo, a fissarli.
    La terza e ultima, e decisamente non un dettaglio, l'uomo non era solo, aveva altre 7 persone disposte in fila, in bella mostra, accanto a sè.


    [L'uomo misterioso]

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    Il tizio che stava accogliendo i ninja, era un bell'imbusto dalla fisicità importante, anche se inferiore a quella di Raizen. L'uomo aveva un'armatura con inciso in rilievo il simbolo dell'Oni sulla spalla destra, e uno spallaccio a forma di "grande" simbolo dell'Oni, che fuoriusciva diramandosi in aria, su quella sinistra. Lunghi capelli marrone scuro, scompigliati, e un volto inespressivo, coperto di cicatrici in ogni dove. Il guerriero sembrava essere lì da pochi istanti, non avendo addosso nè una goccia di sangue nè una di sudore, e presentava una grossa quantità di stiletti e pugnali riposti in numerosi foderi disposti lungo l'armatura. La mano sinistra lungo la figura, mentre la destra teneva in mano, tre....teste. Stringendole dai capelli.

    Shiro Tagachi, l'Oni di Cantha



    [La scorta]

    L'uomo era accompagnato da 7 figure, ognuna infilata in un'armatura diversa, molto elaborata, ma che permetteva di riconoscere dalla fisicità della singola persona il suo sesso di appartenenza, indipendentemente dalle scaglie di metallo che le componevano, e dalle maschere che portavano in volto. 6 uomini e una donna si trovavano accanto al misterioso uomo.
    Da sinistra a destra, il gruppo era così composto:


    Il cervo
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    Il ninja più a sinistra, era quello con l'armatura meno spessa. Anche se sul viola tendente al porpora, come tutti gli altri; l'uomo portava quella che sembrava più una tunica che una bardatura, ed era caratterizzato da una grossa cintura con molti nodi tenuta in vita; degli aggressivi spallacci a punta, e una grossa maschera bianca dalla quale fuoriuscivano lunghi capelli bianchi probabilmente non appartenenti all'uomo. La maschera aveva due grosse corna, e il kanji del Cervo, impresso sulla fronte. La peculiarità dell'uomo, non era solo riporta nel fatto che questo tizio...era sospeso a una decina di centimetri da terra, ma aveva un enorme cerchio, più grosso di lui, forse di metallo, che gli restava sospeso in aria dietro la schiena.

    Il cinghiale
    H7NtuQ5
    Accanto al primo individuo, si ergeva un secondo, molto più robusto e dall'armatura più pesante e decorata. Lo schema di colori era lo stesso, ma questo era coi piedi per terra, e teneva in mano una kama a cui era attaccata una grossa catena, la quale si estendeva dietro alla schiena del guerriero, fino a terminare in una grossa lanterna zen che era tenuta con la mancina. Da quest'oggetto veniva emanata una strana luce vermiglio, come se dentro di essa fosse stata presente una fiamma immobile. L'uomo aveva a sua volta una maschera cornuta, con il kanji del Cinghiale.

    La scimmia
    PeotsrC
    Posto tra il Cinghiale e l'uomo misterioso, c'era un individuo estremamente smilzo, con un'armatura leggera, e una maschera con il simbolo della scimmia in volto. L'uomo aveva una silhouette che ricordava più quella di un ballerino o di un artista teatrale che di un guerriero, se non si considerava l'enorme oggetto che portava tra le mani. Una sorta di balestra gigante longilinea, che ricordava più i lancia-arpioni dei pescatori, che la suddetta arma da tiro.

    La volpe
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    Ancora a destra, oltre l'uomo misterioso, era presente una donna dalla fisicità molto atletica, e un'armatura leggera a sua volta. Non sembrava armata, ma a differenza dei compagni, la sua armatura e la sua maschera avevano artigli e corna molto più pronunciati. Sul volto il simbolo della volpe.

    La tigre
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    Il penultimo, sulla destra, era nuovamente un uomo, piuttosto basso, con una chiara predisposizione per la marzialità. La sua posizione sembrava così stabile da fare invidia a una montagna e il suo sguardo illuminato di rosso oltre la maschera, emanava la terribile sicurezza di un predatore. Una grossa chioma rossa adornava la sua maschera, e una lunga masamune riposta nel fodero, adornava la sua cinta. Sulla fronte, il kanji della tigre.

    Il serpente
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    Ultimo sulla destra, un altro individuo molto alto e smilzo, con un'armatura a tunica, e degli spallacci irrobustiti col metallo. Era l'unico con un cappuccio sopra la testa che lasciava intravedere il kanji del Serpente sulla fronte. Il corpo era coperto con un lungo mantello, e sembrava non tradire la presenza di armi.

    Il lupo
    ykderwt
    L'unico, piegato sulle punte dei piedi, quasi in ginocchio, situato davanti all'uomo misterioso, era un individuo particolare, un'armatura particolare, diversa dalle altre, con molte zone del corpo scoperte, e una grossa faccia di demone sul tronco, oltre a una maschera con meno dettagli e una grossa mazza ferrata in mano, tenuta dietro la schiena. Il simbolo del Lupo sulla fronte.

    Shiro Tagachi: - Bene arrivato Hokage, fatto buon viaggio ? Aiutateci a completare l'opera, di grazia. -

    Disse l'individuo prima di sparire in una nuvola porpora assieme a tutti i suoi alleati, ma non senza aver prima lanciato le teste delle 3 guardie del Daimyo ai piedi di Raizen; lasciando i ninja nuovamente soli. Eventuali tentativi di saltare in faccia al gruppo, avrebbe solo causato a chi avesse provato, un attraversamento della coltre di fuliggine cremisi.

    In quell'esatto momento, su ognuno dei ninja della foglia, comparve una coppia di simboli color sangue sul corpo, visibile. Sulle mani, o sulle spalle, o sul volto. Ogni simbolo aveva un diverso significato. E provocava un discreto bruciore. Intanto la luna divenne più rossa. Su Sho comparve solo il simbolo del Lupo.


    Assegnazioni:
    Sho - simbolo del Lupo
    Oda & Shin - simboli di volpe e cinghiale
    Yato & Kairi - simboli di tigre e scimmia
    Kiyomi & Asami - simboli di serpente e cervo



    Ad eccezione del Lupo, su ogni ninja vennero marchiati due simboli, dal niente. Raizen, come avrebbe presto notato, era stato totalmente ignorato da questo strano accadimento. Una coincidenza o un piano ben preciso ? Nel frattempo, attorno ai ninja regnavano una calma e un silenzio spettrale, come se non si trovassero all'interno di un vero e proprio assalto, ma piuttosto un picnic al chiaro di luna, rossa.
    E il satellite sembrava rosso per davvero, anche a molti km di distanza. Non a Suna, e forse nemmeno a Kiri, ma al centro del continente, certamente chiunque avrebbe potuto scorgere lo stesso strano fenomeno. La sfera era color vermiglio invece che bianco latte, ed estremamente più grande del normale.
    Qualunque cosa stesse succedendo, i ninja della foglia avrebbero dovuto venirne a capo, e alla svelta.


    Turni al completamento del rituale: 20

    [Altrove]
    In un diverso luogo, situato poco fuori dalla foglia, un ninja aveva scorto la luna insanguinata, e ne era rimasto affascinato. Nei minuti precedenti alcuni ninja di rango mediobasso erano corsi da tutte le direzioni fin dentro il centro operativo, e il ninja in questione, dal suo trespolo nel villaggio della Foglia, dove era rimasto dopo essere tornato dall'ultima missione, aveva notato anche questo. La sensazione di malessere che quella visione in cielo gli provocava, lo spinse ad introdursi nell'archivio del villaggio della Foglia, usando più delle semplici doti da scasso, che il chakra; per potersi documentare su antichi rotoli e pergamene. Aveva sentito, di sfuggita, in passato, di una cosa del genere, ma sempre in maniera vaga. E per un uomo che aveva passato la vita a trafficare informazioni, essere all'oscuro di qualcosa significava grande antichità, o grande segretezza. Nel caso specifico, non sapere perchè la luna aveva assunto il colore del sangue, poteva vagamente non essere un buon segno. Sommerso da rotoli, libri e pergamene, lo strano Anbu che giorni prima aveva presenziato alla riunione, cercava una risposta a quello strano fenomeno.

    H97utHh



    Offgame
    La quest, o almeno l'interruzione del rituale, deve terminare entro il numero massimo di turni. Per il vostro bene.
    In base alle vostre azioni questo numero potrebbe variare improvvisamente. Come sempre l'ordine dei post non è fondamentale. Il termine ultimo è nuovamente 15 giorni.
     
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    Pedone su A3 B3 C3....

    ...F4 G4 H4...







    Una silenziosa imprecazione colorò l’anima di Raizen quando il gruppo di comunicazione rispose ai suoi ordini.

    Va bene.

    Rispose lapidario per poi rivolgersi a Sho.

    Si, potresti aver ragione, ma come hai sentito i sensitivi qui sono all’erta, e il teletrasporto ha due versi, da A e B e viceversa, quindi in caso di necessità potremmo tornare indietro.
    Non so quanto sia grande Cantha, ma non penso a sufficienza da avere un così esteso controllo del nostro territorio, riuscire a penetrare da un lato, infiltrarsi con forze a sufficienza da impensierire il palazzo del daimyo e attaccare pure il villaggio?
    No. Non penso.


    Poco dopo venne concluso il rituale ed i tre vennero trasportati nello scantinato, potendo osservare che erano gli unici ad esservi entrati per il momento, quella zona pareva sicura. Dopotutto, perchè mai un invasore ci sarebbe dovuto entrare?
    Non c’era modo per loro di uscire dalla rimessa se non sfruttando la porta, per cui, senza esitazione avrebbe preso quella direzione guidando il gruppo all’esterno, dove poterono notare che il simbolo dell’oni non era l’unica particolarità di quella notte, persino la luna si era fatta rossa.

    Mh.
    L’ultima volta che si è sentito parlare di luna rossa se non ricordo male era perché il tuo clan ne aveva il pallino, Kairi.
    Sai dirci qualcosa di utile o ancora non sai di questi segreti?


    Senza contare che nessuno si era fatto vivo a fare rapporto la cosa iniziava a prendere una piega ben più inquietante.

    Oda, se fosse vero saresti il peggior sensitivo della nazione.

    Abbozzò senza rabbia.

    Sii cortese, ogni tanto sorveglia anche le vibrazioni del nostro chakra, non vorrei che il simbolo o la luna fossero dei medium e noi ci fossimo cascati come allocchi.

    All’esterno la situazione era irrealmente calma, niente si muoveva e l’unica cosa che poteva catturare i loro sguardi non era una cosa piacevole: Shiro Tagachi era li, quasi a formare la loro controparte malvagia, con tre grossi vantaggi che gli penzolavano dalla mano destra. Non gli ci volle tanto per riconoscere le tre guardie del Daimyo. Cosa che poteva spiegare in parte perché non fossero in grado di comunicare, si aspettava un attacco più voluminoso, ma pareva che dopo Kiri l’Oni avesse scelto un approccio differente, più mirato. Nel suo incedere avrebbe dedicato ai sette solamente un occhiata di sfuggita, utile ad inquadrarne le fattezze, per poi focalizzare e mantenere il suo sguardo sull’uomo più minaccioso di quella adunata oscura.

    Pace all’anima loro.

    Mormorò per poi usufruire della connessione mentale stabilita da Oda per parlare con lo stesso.

    È tutto in mano tua.
    Sei la nostra prima fonte di informazioni.


    Giunti dinnanzi a Shiro si mise un passo in avanti rispetto ai suoi, facendo cenno di fermarsi agli altri.

    Un pessimo modo di dimostrare al prossimo il proprio amore, sai?

    Ma non ricevette alcuna risposta, solo uno sgradito ricordo di quei defunti.
    Non avrebbe nemmeno saltato cercando di inseguire il gruppo di avversari, sapeva come funzionavano i teletrasporti, ne avrebbe recuperato solo un pugno di mosche e visto il colore probabilmente velenoso.

    Stateci un po’ lontani, non vorrei che fosse velenoso.

    Notò in quel momento che tutti tranne lui erano stati marchiati con i simboli che comparivano nelle maschere.

    No, non so cosa possa essere.

    Avrebbe anticipato eventuali domande.

    Ma da ciò che hanno detto pare che il combattere con loro sia legato all’attivazione del rituale.
    I ninjutsu sono facili da assorbire, se a questo servisse il sigillo, per cui usateli con parsimonia, meglio se lo fa soltanto uno per tutti e poi tramite Oda ci comunichiamo il risultato.
    Per ora non ci resta che fare una cosa: hanno il Daimyo, dobbiamo rintracciarlo e portarlo in salvo, liberarcene ci permetterà di agire con maggior libertà.
    Oda, direzione?


    Avrebbe chiesto allo Yamanaka dove dirigersi visto che probabilmente aveva già osservato il colore del chakra degli avversari avendone avuto il tempo, in caso non avesse avuto modo di farlo avrebbe annuito iniziandosi a muovere verso il palazzo.

    Va bene, useremo una strategia con un impatto lievemente meno ninja.
    Intanto prendete una delle mie sfere, e mettetele al sicuro, non dovete perderle.
    Mi serviranno per raggiungervi, in caso servisse.


    Ne diede una a ciascuno, Yato incluso.

    Yato, l’interno del palazzo è interamente in legno, è il tuo regno.
    Non penso serva aggiungere altro.
    Detto questo non penso ci sia altro da aggiungere per il momento.


    Avrebbe quindi preso una delle sfereSfere elettroconduttive [Vario]
    Sono piccole sfere completamente nere necessarie per effettuare una Dislocazione Istantanea, giungendo nel luogo in cui presenti. Non è possibile rimuovere la carica colpendole; dovranno essere distrutte per renderle inutilizzabili. È possibile avere fino a 10 sfere ogni livello nella tecnica speciale posseduto. Hanno una gittata massima pari a 39 metri
    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 3 | Crediti: 10)
    rimanenti per lanciarla in cima al tetto[non vengono descritti, quindi considero i piani alti 5 metri esagerando un pochino per andare sul sicuro, soffitti alti da nobili con troppi soldi] , seguendola qualche istante dopo sfruttando la sua abilità innata giunto al di sopra della struttura avrebbe rapidamente intrecciato l’unico sigillo necessario a creare una moltitudine di cloniTecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo - Kage Bunshin no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Una (1)
    L'utilizzatore può scindere il proprio corpo in più cloni corporei. Possono essere creati entro 1,5 metri dall'utilizzatore o da un suo clone, potranno allontanarsi fino a 30 metri. Sono esteriormente e potenzialmente uguali all'originale. Possiedono 500 crediti equipaggiamento duplicati; non è possibile duplicare Bombe e Tonici.
    Se distrutti, rilasceranno una nuvola di fumo che concede occultamento ambientale parziale entro mezzo metro, per 1 slot azione; le informazioni possedute ritorneranno all'utilizzatore. Torneranno all'utilizzatore 1/8 dei danni subiti dai cloni, sotto forma di affaticamento; i tonici utilizzati dai cloni verranno conteggiati nei limiti dei tonici utilizzabili dall'utilizzatore.
    La vitalità è pari ad una ferita ½ leggera ogni grado ninja posseduto. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore. Tutti cloni possono sfruttare la TS se attivata dall'utilizzatore; utilizzare e mantenere la tecnica speciale richiede tutti gli slot tecnica.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Medio )
    [Da chunin in su]

    +

    Arte dei Cloni: Distanza
    Talento: L'utilizzatore può far comparire i cloni entro 24 metri da sè. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.
    [Da Jonin in su]
    all’interno della magione. Si era teletrasportato grosso modo al centro della struttura e sfruttando una sua particolare abilità sarebbe riuscito a disporre un clone ogni quattro metri quadri della strutturadovrebbero essere circa 120 per piano... un pò tanti , di fatto tappezzandola di occhi e orecchie: se c’era da trovare qualcosa all'interno del palazzo l’avrebbe trovata. Mantenerli tuttavia sarebbe stato impossibile a causa del chakra troppo frazionato, sarebbero infatti durati pochi istanti, il tempo necessario a percepirePercezione intermedia + Segugio + Olfatto perfetto per poi smaterializzarsi nuovamente, ammenochè non avessero individuato Daimyo e Famiglia, strano a dirsi ma conosceva l'odore del Daimyo. Cosa sarebbe stato possibile fare con l'occultamento generato dal fumo dei cloni non era dato sapere, bisognava decidere in base alla posizione dei nemici.






    Ferite //
    Vitalità 25 su 25
    Chakra 146.5 su 150

    Slot Tecnica Base
    Slot Tecnica Base Teletrasporto
    Slot Tecnica Avanzatakagebushin


    Slot Difesa1 //
    Slot Difesa2 //
    Slot Difesa3 //
    Slot Difesa4 //
    Slot Azione1 //
    Slot Azione2 //
    Slot Azione3 //
    Slot Azione4 //
     
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    Lentamente uscimmo dalla stanza in cui ci eravamo teletrasportati, solo per trovarci davanti al motivo per cui eravamo lì.
    Non mossi un muscolo e non ebbi il minimo cambiamento nell'espressione quando Shiro, l'oni, ci lanciò addosso le teste di coloro che, prima di noi, avevano provato ad opporsi al cammino suo e dei suoi collaboratori.
    Non c'è che dire, avevano messo su un'introduzione alquanto peculiare, ma certo non era abbastanza intimorirmi, fu invece un'utile situazione in cui mi fu permesso di osservare i miei nemici. Grazie alle mie doti mediche dedussi infatti alcuni stili di combattimento che, presumevo, avessero viste le loro caratteristiche fisiche; ovviamente non potevo averne la certezza, io stesso ero l'esempio di come l'apparenza potesse ingannare.
    Uno scambio di battute sarcastiche tra Raizen ed il cattivo di turno certo non poteva mancare, non sarebbe altrimenti stato il nostro kage.
    Finito di parlare i nostri avversari scomparirono in una nuvola di fumo viola dalla quale Razien ci intimò di stare lontani.

    -Peccato, avevo giusto la voglia di sniffarmele tutte.-

    Dissi ironico mentre inarcavo la parte destra del labbro superiore per il dolore del marchio bruciante del lupo che, lentamente, si disegnava sul palmo della mia mano destra. Così sarebbe stato quello il mio avversario, o almeno così volevano loro.
    La parte peggiore di tutto questo era il dover combattere separato da Oda, non solo per l'effettivo bonus che mi sarebbe venuto a mancare, ma anche per la preoccupazione di doverlo far collaborare con qualcuno che non fossi io.
    Guardai mio fratello e feci un paio di rapidi gestiOda
    Abile: L'utilizzatore ed il fratello possiedono un linguaggio segreto di segni e gesti che permette loro di comunicare senza che gli altri comprendano. Ogni scambio di informazioni è considerato occultato.
    [Da Genin in su]
    con la mano, un messaggio semplice, che solo lui avrebbe capito: Non ti fare ammazzare se ci separiamo. Scemo.
    Il decimo hokage cominciò quindi a distribuire gli ordini mentre lui stesso utilizzava la sua invidiabile arte nell'uso dei cloni per una rapida perlustrazione dell'area, intanto io facevo quello che mi riusciva meglio: riflettere.

    -Prima di lanciarci alla caccia all'uomo vorrei dire una cosa....-

    Dissi ai miei compagni attraverso la comunicazione mentale per poi proseguire.

    -Che qui ci sia qualcosa che non quadra mi pare evidente, ma dobbiamo stare estremamente attenti, ho paura che ci stiano tendendo una trappola. Partiamo dal principio, come facevano a sapere che saremmo arrivati proprio in questo punto? Penso che l'intero posto sia completamente sotto il loro controllo, ho paura che i loro occhi siano ovunque. Potrebbero altre sì essere stati solo un'illusione proiettata nella nostra mente, a questo risponderà mio fratello. Poi, mr cattivo ci ha esplicitamente chiesto di aiutarlo con il rituale e poi, d'un tratto, ci compaiono addosso questi simboli come ad intimarci di combattere con un avversario prestabilito. Chiaramente è quello che vogliono, sul perché ho varie teorie: Uno, siamo vittime sacrificali e, mi dispiace dirlo,
    questa è la più rosea. Se fosse così infatti potremmo "semplicemente" uccidere i nostri avversari ed addio rituale, il problema sussisterebbe se anche i nostri avversari fungessero da sacrifici, in questo caso una morte varrebbe l'altra . Due, quello che importa a loro non è effettivamente ucciderci ma farci spendere energie, magari vogliono usarci come batterie e sfruttare il chakra che spenderemo nei combattimenti per attivare il rituale. Quello che vi sto dicendo è: cerchiamo di capirci qualcosa prima dii cominciare a menare le mani a caso, vediamo di comprendere di cosa si tratta questo rituale prima rischiare di attivarlo come babbei. Inoltre, Raizen, la spesa di chakra per la tecnica che hai appena eseguito ti è sembrata adeguata? Tutto normale?-


    Avrei quindi atteso eventuali commenti da parte degli altri miei compagni o informazioni dal decimo o mio fratello.
    Mi serviva qualcosa, anche se pur minima, per cominciare a provare a capire cosa diavolo stava accadendo.
     
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    Dracarys

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    Il Drago e l'Oni

    2° post




    Pensato
    Parlato


    Ad uno ad uno tutti gli shinobi convocati arrivarono al luogo designato, sui volti di tutti i presenti era ben visibile la preoccupazione causata dalla situazione. Salutò tutte le persone che conosceva con un cenno del viso e persino Shin non le riservò che un veloce saluto, forse ancora scosso dalla loro ultima conversazione o forse semplicemente troppo concentrato su quello che stava accadendo, d'altronde non lo avrebbe biasimato.
    Fu Yato l'unico ad avvicinarsi alla kunoichi, riservandole un allegro e solare saluto: contrariamente al suo solito però Kairi accennò appena un sorriso al ragazzo, mostrando tuttavia il ciondolo che ancora portava con sé Assieme ed invincibili replicò con tono neutro. Aveva tenuto quel ciondolo perché credeva realmente in una possibile alleanza fra i due clan, dopo secoli di scontri, e trovava che quel piccolo pezzo di legno potesse essere un simbolo per quello in cui credeva, ed in cui sembrava credere anche il Senju davanti a lei. Non sapeva se lo shinobi fosse nel frattempo riuscito ad affinare le sue abilità di clan ma lo sperava, indubbiamente sarebbero state utili in una situazione simile. Non era però il momento di indagare, altre questioni più urgenti necessitavano la sua attenzione.

    ..................................................


    Ascoltate le poche e concise parole dell'hokage l'intero gruppo fu teletrasportato nel palazzo del Daymo, dove Kairi dovette lottare contro il senso di nausea causato dalla tecnica, riuscendo fortunatamente a non rimettere. Persino la semplice rimessa del castello lasciava intendere quando questo fosse imponente, lasciando la ragazza quasi a bocca aperta: esisteva davvero qualcuno talmente potente da possedere tutto quel ben dei kami?
    L'intero gruppo uscì dalla stanza seguendo Raizen, ed osservando il cielo la kunoichi sentì un brivido freddo percorrerle la schiena: la luna rossa non era mai stata un buon segno all'interno del suo clan e più di una volta aveva portato con sé pessime, pessime conseguenze, almeno a sentire le storie che le raccontavano quando era più piccola. Anche l'Hokage sembrò ricordarsi della situazione e finì con l'interpellarla, ma prima che l'Uchiha potesse cominciare anche solo a parlare la sua attenzione fu catturata da 8 individui, di cui 7 mascherati, che li fronteggiavano in maniera ben poco rassicurante, quasi li stessero aspettando. Prima di scomparire quello che sembrava il capo del gruppo lanciò in maniera macabra le teste di 3 guardie verso di loro, teste che la ragazza guardò impassibile: all'interno del SOMA aveva visto cose ben peggiori, ed ormai era difficile che un qualsiasi tipo di cadavere o pezzo di esso le facesse il minimo effetto...

    Non appena il gruppo scomparve la kunoichi sentì un'intenso bruciore su entrambi i palmi delle mani: digrignando i denti le sollevò istintivamente per osservarle, notando il formarsi di due simboli color sangue ben impressi su di essi. Rimase qualche istante ferma senza capire, cercando invano di cancellarli passandovi la mano sopra ma finendo solo con l'intensificare il dolore che provava Questo non può essere un bene... pensò fra sé e sé osservando gli altri: simboli diversi erano apparsi su tutti ad eccezione di Raizen, e per un motivo o per un'altro lei e Yato condividevano lo stesso tatuaggio Uhmph...Uchiha e Senju sempre insieme, vero? Curioso destino esclamò non senza ironia avvicinandosi al ragazzo ed osservando i suoi simboli, esattamente identici ai suoi. Allo stesso modo Shin condivideva i simboli di uno degli shinobi che non conosceva, allo stesso modo Asami condivideva il tatuaggio con la strana ragazza che dall'espressione sembrava pronta ad uccidere qualcuno e che ai suoi occhi sembrava tutto tranne che una kunoichi. L'unico su cui fu impresso un'unico simbolo era il chunin della foglia, di cui al momento proprio non ricordava il nome.

    Approfittando di quel momento di calma decise di rispondere alla domanda dell'hokage. Non sono molto informata a riguardo, si tratta di storie che i nostri nonni ci raccontavano da bambini perlopiù...la chiamavano Akatsuki e se ben ricordo era anche il nome della stessa organizzazione criminale che riuscì a raggiungere il suo obiettivo. Ai tempi della quarta grande guerra ninja fu utilizzata per tentare di intrappolare tutti gli abitanti del mondo in un'illusione infinita e permanente chiamata Tsukiyomi infinito, genjutsu che utilizzava come catalizzatore proprio la luna stessa, una luna rossa appunto...un cremisi molto simile a quello di questa luna immagino... continuò alzando lo sguardo Se ben ricordo per mantenere il genjutsu attivo veniva utilizzato lo stesso chakra nei ninja intrappolati nell'illusione, anche se allora la situazione era più complessa, mi pare fossero collegati ad un'albero gigante, divino rise cinicamente, ripensando a quanto quella storia le facesse paura da bambina ed a quanto le sembrasse assurda invece in quel momento Ma come ho detto sono vecchi racconti che ci raccontavano gli anziani, leggende perlopiù, non so quanto possano essere veritiere. Si sa, con il tempo le storie vengono modificate e rese più epiche, soprattutto all'interno del mio clan...Quindi non prendete per oro colato ciò che ho appena raccontato, può darsi che le cose non siano minimamente collegate concluse, ripensando a quante bugie le erano state raccontate fino ad allora dallo stesso clan, dalla sua stessa famiglia. Chi poteva escludere che anche quella storia non fosse altro che un'ennesima menzogna?
    Certo è che questi simboli non mi piacciono nemmeno un po'...se dovessi dare importanza alla storia che vi ho appena raccontato oserei dire che possono servire proprio per attivare un qualche tipo di illusione...
    Ascoltò le rapide parole ed istruzioni di Raizen, prendendo poi una delle sfere che gli diede l'uomo ed infilandola al sicuro nella tasca interna del porta-armi, in maniera che fosse quasi impossibile perderla, mentre l'uomo creava una moltitudine di cloni spargendoli all'interno dell'intero edificio: osservandolo per la prima volta la kunoichi si rese conto dell'effettiva quantità di chakra che doveva possedere, una cosa simile per lei sarebbe stata totalmente impossibile da fare probabilmente.

    Fu poi il chunin ad interrompere nuovamente il silenzio spiegando quella che era la sua teoria: la cosa poteva aver senso ma allo stesso tempo non potevano permettersi di perdere tempo ad elaborare troppe ipotesi.
    Non escludo nessuna delle tue idee, ma allo stesso modo non posso esserne certa. L'unica cosa per me chiara è che questi tatuaggi sono collegati al rituale in qualche modo. E' vero che non possiamo agire in maniera sconsiderata ma è allo stesso modo vero che non possiamo nemmeno permetterci di perdere troppo tempo finché le cose non saranno più chiare...è pur sempre un rituale, e come ogni rituale dopo un po' di tempo si concluderà, non abbiamo un secondo da perdere.
    La mia prima ipotesi è che le persone con le maschere di cui abbiamo il simbolo siano i nostri obiettivi: ovvero probabilmente io e Yato siamo collegati in qualche modo a coloro che indossano la maschera della tigre e quella della scimmia. Forse sono in grado di prendere direttamente il nostro chakra, forse dobbiamo ucciderli e rubare le loro maschere ma consiglio di non dividere mai le coppie in futuro. Se siamo marchiati allo stesso modo ci deve essere qualcosa che ci accomuna all'altro, no?

    Decise di fare a sua volta una prova, attivando lo sharingan: osservò dapprima i tatuaggi sulle sue mani, poi quelli sulle mani dei compagni ed infine la luna rossa davanti a loro. Dubitava di riuscire realmente a capire qualcosa ma non voleva escludere nessuna strada a priori, inoltre voleva capire se effettivamente utilizzando del chakra i tatuaggi si attivassero in qualche modo. Condensò il chakra sul palmo destro, ove era ben impresso il simbolo della tigre, abbassandosi per da terra un sasso con il semplice uso del chakra adesivoTocco Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore è in grado di trattenere senza presa oggetti di dimensioni Piccole o inferiori.
    [Da Genin in su]
    : se i tatuaggi fossero stati legati in qualche modo al consumo di energia forse si sarebbero attivati in qualche modo.
    Si rivolse poi al Kinryu poco lontano da lei Shin per favore, lanciami qualcosa. Un sasso, un ramo un'oggetto che non mi possa fare danno ma che mi permetta di capire se i miei riflessi funzionano come sempre se l'amico avesse accettato avrebbe evitato l'oggetto facendo affidamento sul suo sharingan, cercando di capire se le sue capacità erano rimaste invariate e se anche in quel caso il tatuaggio facesse reazione al chakra utilizzato in qualche modo. [S.D. I eventuale][Rif: 575 + 1 tacca preveggenza= 600, consumo 1/4 basso
    Allo stesso modo tirò fuori la wakizashi, mantenendola chiusa all'interno del fodero, e si voltò verso un'albero poco distanza: senza impastare chakra cercò di colpirlo con il calcio della spada per testare questa volta la sua forza e la sua velocità in attacco [S.A. I][For: 500,
    Vel: 500]

    In ultimo compose un sigilli, uno qualsiasi per capire se anche in quel caso il tatuaggio venisse attivato in qualche modo: forse senza comporre tecniche effettive non sarebbe successo nulla, ma voleva procedere per gradi escludendo di volta in volta ogni ipotesi.

    Sarebbe poi rimasta in attesa di eventuali valutazioni o idee di altri membri del gruppo ed in particolare di riscontri da parte del sensitivo e delle copie di Raizen: solo dopo averle ottenute probabilmente il gruppo avrebbe cominciato a muoversi.
     
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    All’incontro un gruppo di ninja si era riunito attorno alla figura dell’Hokage, che spiccava soprattutto per l’altezza rispetto a quella dei suoi sottoposti. Quei ninja erano, molto probabilmente, gli stessi che avevano partecipato alla riunione avvenuta qualche giorno prima da quell’improvviso allarme. Tra loro riconobbe alcuni che avevano esposto il proprio pensiero alla riunione. Una giovane ragazza, dall’aria stanca con delle occhiaie sotto i suoi occhi neri come la pece, era la stessa che alla riunione era intervenuta per dire la sua per quanto riguarda l’imminente minaccia. Oltre a lei, un’altra figura tra gli shinobi convocati quella sera fu protagonista ,anch’egli, durante la riunione. Anche se Asami non capì nemmeno una parola di quello che aveva detto il giovane ragazzo, restando totalmente estranea a quella faccenda. Le sue parole quella volta invece furono ben comprensibili, nonostante la tarda ora anche se per la giovane Hoshiyama era abbastanza sveglia dato il pericolo che aveva colpito il palazzo del Daimyo.

    -[...]Le rammento che sono un ninja medico…-

    Quelle parole l’avevano attirata magicamente. I suoi occhi verde smeraldo si spostarono sulla figura del ragazzo, intento a spiegare altre abilità in suo possesso. Parole che la Hoshiyama ignorò completamente. Sapeva, in cuor suo, che non era l’unica all’interno di quell’immenso villaggio a voler intraprendere la carriera medica. Ma non credeva di incontrare un potenziale collega. Forse, nonostante la sua giovane età, lavorava già all’interno dell’ospedale di Konoha. Le sue abilità mediche erano migliorate dal suo arrivo al villaggio e lavorare all’interno dell’ospedale era un buon modo per ampliare le sue conoscenze sul campo della medicina. La sua mente iniziò a vagare, immaginando per un attimo la struttura ospedaliera della città più importante del Paese del Fuoco. Il corridoio bianco. La confusione. Le stanze. Fin quando non fu distratta nuovamente dalla voce.

    -Mentre non credo di conoscere te.-

    -Eh?-

    I suoi occhi puntarono dritti sulla figura del giovane shinobi, con aria ancora disorientata. Stava ancora sognando ad occhi aperti ma l’unica cosa che aveva capito era il suo nome.

    -Sono Yato, del clan Senju.-

    -Clan… Senju?-

    Fu quasi un sussurro. Anche se originariamente doveva essere un breve pensiero. Ma lo stupore, in quegl’istanti, prese il sopravvento. Infatti il suo sguardo assunse un’aria sorpresa, spostando la sua sua visuale dal ragazzo su un punto indefinito. Quel cognome per lei non fu per niente sconosciuto. Lo aveva letto, durante una missione, su un r otolo proibito. E su quel documento era stato riportato un nome di una donna aveva lo stesso cognome del ragazzo. Lei stessa aveva scritto su quel documento, parola per parola, i suoi numerosi studi riguardante la rigenerazione cellulare. Riguardante la tecnica proibita che aveva accuratamente appreso durante quella missione.

    §E’ lo stesso cognome di quella Tsunade...§

    Difficilmente ricordava nome di persona appena conosciute o che di sfuggita aveva solo letto. Ma in quell’occasione il nome del quinto Hokage del villaggio della Foglia rimase della sua mente. Era stata affascinata dagli studi effettuati dalla donna, tanto da ricordarsi ogni singola lettera di quello che c’era scritto su quel rotolo. In tutti quegli anni non aveva mai letto degli studi così complessi sulla materia che da mesi stava seguendo pian piano. Aveva letto quella tecnica fortuna che nessuno o solo in pochi avevano avuto. Ed era ben contenta di conoscere un suo probabile discendente. E, forse, era per quel motivo poteva definirsi un ninja medico. Magari in quel clan tutti gli shinobi erano predisposti all’arte medica per onorare la figura di Tsunade. Come il ragazzo, anche Asami si era presentata mentre le labbra disegnavano pian piano un piccolo sorriso nonostante il pericolo che incombeva su di loro.

    -Date le circostanze dobbiamo collaborare per forza. Inoltre anch’io sono un ninja medico… la nostra presenza è indispensabile… Comunque il mio nome è Asami Hoshiyama.-

    A differenza dello shinobi lei non poteva vantare di un clan all’interno del villaggio. Lei faceva parte di una piccola ma nobile famiglia sparsa in tutto il continente impegnata solo nel commercio. La loro ricchezza deriva soprattutto da quest’ultima attività che si tramadava da generazione in generazione. Nonostante la presenza dei genitori e dello zio all’interno del Paese del Fuoco, gli altri esponenti della famiglia Hoshiyama vagavano per il continente per ampliare l’attività di famiglia. Ma lei, fra tutti, era stata l’unica cambiare il suo destino. Contro il volere di tutti.

    [...]

    Il suo sguardo era fisso sull’imponente marchio, sovrastando il cielo sopra il palazzo del Daimyo. Proprio in quegli istanti uno dei ninja decise, tramite una tecnica, di comunicare con ognuno di loro telepaticamente. Ma per entrare nella testa della giovane Hoshiyama aveva bisogno del suo consenso. Non immaginava che le capacità del chakra si spingevano fino a quel punto. A quanto pare aveva ancora molto da imparare. Ma di sicuro non voleva farlo durante l’attacco da parte di Cantha. Diede il consenso al giovane ragazzo, nella speranza di essergli d’aiuto.

    [...]

    Il simbolo rosso di Cantha si trovava ancora nel cielo maestoso, come voler affermare una loro presenza. Ma nella stanza, come poteva vedere con i suoi occhi, c’erano solo degli scaffali vuoti. La ragazza dagli occhi verdi controlló attorno a se altro particolare all’interno della rimessa quando improvvisamente vide il capo del villaggio imbucare l’unica uscita. È una volta uscita, seguita a ruota dagli altri shinobi della foglia, il suo sguardo si focalizzó sul cielo del tutto diverso rispetto alle altre volte. Non solo per il marchio rosso ma anche per la luna che, inspiegabilmente, aveva assunto una tonalità rossiccia catturando l’attenzione della genin. Ma quella strana luna non fu l’unico problema del gruppo di shinobi della foglia. Dinnanzi a loro un uomo, quasi della stessa statura dell’Hokage. Il suo volto, marcato di numerosi cicatrici, era incoronato dai lunghi capelli castani. La sua armatura, che riportava il simbolo di Oni, riportava numerose fodere per le armi da lancio che, che molto probabilmente, aveva già usato contro i suoi precedenti nemici. La cosa inquietante erano le tre teste tenute saldamente dai capelli con la mano destra. E il suo sguardo si focalizzó immediatamente sulle teste dei malcapitati, ormai privati della loro vita. L’orrore nei suoi occhi si trasformó dapprima in confusione e successivamente in rabbia. Tre shinobi erano stati iccisi brutalmente dalla mano di quell’uomo. Oppure dai suoi aiutanti che si trovavano poco dietro di lui.
    Sette figure. Con sette armature diverse. E sui loro volti delle maschere raffiguranti diversi animali.
    L’uomo dai lunghi capelli, prima di sparire dietro ad una nuvola rossa come la luna, sfidó apertamente il capo-villaggio di Konoha. A seguirlo anche i suoi uomini sparirono lasciando il gruppo nel silenzio in compagnia della luna. Lasciarono solo le tre teste delle guardia del Daimyo che furono lanciate a pochi centimetri dall’Hokage.
    Ma improvvisamente un dolore, simile ad una piccola scottatura, avverì sul suo avambraccio destro. I suoi occhi si spostarono Sull’arto notando due simboli rossi. Simboli diverse, ma del medesimo colore, comparvero sul corpo degli altri shinobi.

    -Ma cosa diamine…?-

    -No, non so cosa possa essere.-

    Anche l’Hokage non riusciva a spiegarsi del fenomeno appena accaduto. Cosa stava succedendo? A cosa servivano quei simboli? E perché proprio il simbolo del serpente e del cervo?

    [...]

    Come capo del villaggio e del piccolo gruppo di shinobi inizió subito ad impartire ordini soprattutto per liberare il Daimyo. Diede a ciascun ninja una piccola sfera di metallo che la ragazza conservó gelosamente all’interno del suo marsupio. Grazie a quelle sfere l’Hokage poteva raggiungere ognuno di loro, anche se Asami non riusciva a capire come. Forse tramite una tecnica.
    Tra teorie e varie strategie, gli shinobi dovevano capire come liberarsi dei simboli che comparvero precedentemente sulla loro pelle, salvare il Daimyo e fermare l’oscuro rituale.
     
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    Post ii - Guanto di sfida



    Il genin della Foglia ascoltò un po' perplesso lo scambio di battute tra Kairi e Yato, ma non ebbe ulteriori reazioni. Tuttavia persisteva in lui una fastidiosa sensazione riguardante al Senju, sebbene non ne capisse la causa. Scrollando le spalle, tornò a concentrarsi sul compito che li aspettava, ma ancora la voce del ragazzo attirò la sua attenzione. Più correttamente, fu la risposta che ottenne dalla kunoichi a risvegliare la sua curiosità. Inclinò leggermente la testa, dando un'occhiata alla giovane che si era presentata come Asami. Conosceva molto bene la famiglia Hoshiyama, di cui faceva parte: in un certo senso erano la concorrenza. Al pari dei Kinryu non era un clan originario di Konoha, piuttosto una serie di famiglie sparse per tutto il continente e dedite parimenti al commercio, anche se da quel che sapeva non avevano la stessa propensione per la raccolta e manipolazione di informazioni e influenze. Non che fossero nemici dichiarati, tutt'altro. Anche se poteva capitare che si soffiassero gli affari a vicenda, ne concludevano molti tra di loro o collaboravano in quelle regioni dove il controllo dell'Accademia era più debole. Considerando le circostanze, dovette riconoscere che sarebbe stato opportuno condividere con i presenti almeno il suo nome. Io sono Shin, molto piacere. Aveva rivolto la parola ad Asami, ma il tono di voce era sufficiente perché anche gli altri lo intendessero. Poco dopo vennero catapultati tutti nel palazzo del daimyo, ed iniziò il divertimento.

    Tutti gli alleati vennero uniti per mezzo del jutsu di comunicazione mentale dello Yamanaka. Shin annuì piano, senza dubbio sarebbe potuto risultate piuttosto utile se fossero stati separati.
    Seguendo il loro comandante uscirono dalla rimessa, affacciandosi sul cortile. L'attenzione di tutti fu attratta in qualche forma dall'enorme simbolo luminoso che già avevano intravisto dalla finestra. Certo che sono proprio degli esibizionisti. Il commento, espresso con il suo consueto sarcasmo, serviva parzialmente a stemperare la tensione. Era palese che Cantha si stava prendendo gioco di loro perché sapeva di poterselo permettere. Si trovavano in una situazione di svantaggio, sprovvisti di informazioni e, ironico a dirsi, in campo nemico. Lo sguardo di Shin si spostò sulla luna, per notare dopo una frazione di secondo che si stava tingendo di una innaturale quanto macabra colorazione vermiglia. Una parte della sua mente, quasi sovrappensiero, registrò il racconto dell'Uchiha. Akatsuki...la luna rossa... Aveva udito anche lui quelle storie in passato, come la maggior parte dei bambini del villaggio. Storse appena le labbra. Qualsiasi piano stessero architettando, dovevano fermarlo. Le sue elucubrazioni furono interrotte dall'apparizione di una nutrita schiera di shinobi di fronte a loro. Erano giunti a gettar loro il guanto di sfida.

    Il comitato di benvenuto fu di scarne parole. Le teste mozzate di quelle che dovevano essere le guardie del daimyo rotolarono sul selciato, mentre il gruppo scompariva in una nube di cenere scarlatta. Lungo la schiena di Shin corse un brivido: ciascuno di quegli individui sembrava incredibilmente forte. La sensazione di pericolo provata incrociando il loro sguardo oltre le maschere che ne coprivano i volti non era ancora scomparsa, quando venne trafitto in due punti da un'acuta fitta dolorosa. In pochi istanti si trasformò in un fastidio sopportabile, ma il cuore del Kinryu ebbe comunque un sobbalzo quando ne cercò la causa. Due simboli si erano impressi sulla sua pelle, uno sul fianco destro sotto le costole con impresso il kanji cinghiale e uno sull'interno dell'avambraccio sinistro, volpe. Kitsune eh? Qualcuno deve avere senso dell'umorismo qui... Dopo l'osservazione amara si guardò intorno, notando che tutti i presenti erano stati colpiti da quella inaspettata tecnica, ad eccezione dell'hokage. Per di più, sembravano in qualche modo accoppiati. Il sensitivo aveva infatti gli stessi animali a cui era associato il Kinryu, mentre Kairi li condivideva con Yato. Shin rimase in silenzio, rimuginando. Quell'invito a completare l'opera rivolto a Raizen, unito a tutto il resto, gli faceva sospettare che ci fosse un qualche rituale in atto, e loro ne facevano parte. Ci erano cascati come allocchi. Come era meglio agire a quel punto? Nessuno di loro aveva la risposta. Dannazione... Nel frattempo il kage dava ordini, lanciando a ciascuno delle piccole sfere metalliche. Il giovane prese la propria, infilandola nella sacca porta oggetti, a comoda portata di mano. Venne attirato poi dalla strana, ma non più della situazione in cui si trovavano, richiesta di Kairi. Eh? Ah, ok... Prese poco convinto un sasso di dimensioni sufficienti dal selciato e, caricato il braccio oltre la spalla destra, lanciandolo poi alla volta della kunoichi cercando di imprimervi una forza accettabile.



    Gli faceva un po' strano vedere tutti prendere precauzioni, testando le proprie capacità sotto l'influsso dei simboli. Dal canto suo era per qualche irragionevole motivo che avrebbero scoperto molto presto la loro funzione. Di certo erano in qualche modo legati agli avversari che avevano incontrato poco d'innanzi. Restava da capire solo una cosa: come. Rimase in attesa, con i sensi allerta, di un responso da parte dei suoi compagni più versati per farsi una chiara idea della situazione. Avvicinandosi a Kairi, che aveva finito di compiere i suoi test, le mormorò sottovoce una raccomandazione di sicuro superflua, dopo aver dato una rapida occhiata al Senju di fianco a lei. Stai attenta, per favore.


    So che l'immagine non c'azzecca molto, ma non vedevo l'ora di usarla ^^
     
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68 replies since 24/5/2017, 22:26   2527 views
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