Tomodachi

[Free Kairi - Shin]

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    Tomodachi

    VIII



    Il giovane non pote fare a meno di lasciarsi andare in un sorriso, mentre con la mano si scompigliava i capelli, una sua abitudine dura a morire. Hai proprio ragione, scus... Volevo dire, non lo farò più! In quel caso sarebbe stato arduo mantenere la promessa, ma ci avrebbe provato. In effetti, così come era giunto il momento di smettere di lagnarsi, era ora di mettere al bando anche l'auto commiserazione. Essere severi con se stessi faceva parte della vita di un ninja: nel loro ambiente non si ottenevano risultati senza una dura disciplina. Tuttavia, anche l'eccesso poteva risultare altrettanto se non addirittura più dannoso. Kairi, in quanto amica oltre che compagna, rappresentava per Shin la possibilità per cercare il giusto equilibrio nel suo animo in tumulto.

    Come era prevedibile le notizie raccontate dal Kinryu suscitarono la curiosità della giovane. In effetti potrebbe anche essere, ma non ho neppure pensato ad incrociare i dati per verificare tale ipotesi. Rimase un attimo pensieroso di fronte ai ragionamenti dell'Uchiha. Penso di poter fare in modo che tu lo incontri. Alla fine si lasciò sfuggire quella frase con un tono di voce piuttosto basso. Non che fosse esattamente in contatto con l'uomo, piuttosto sapeva dove cercarlo, anche se alla fine sarebbe stato lui a trovare loro, se ne avesse avuto voglia. Non sarà una passeggiata, ti avviso. Però, se ci tieni, possiamo tentare. Anche io vorrei incontrarlo nuovamente, se possibile. Lui aveva imparato quasi tutto da solo per quanto riguardava le proprie tecniche, ma capiva il desiderio di Kairi di affidarsi ad un maestro. Il peso di una fama e di una tradizione antichissima gravavano sulle sue spalle, e per la prima volta il ragazzo si rese conto di quale pressione ciò significasse. Le aspettative di un intero clan, se non di un intero Villaggio, dovevano pesare come macigni. Stringendo il pugno, alzò l'avambraccio di fronte a sé, con le nocche rivolte verso l'alto. Sono certo che un giorno anche il tuo nome sarà ricordato, come i grandi Uchiha del passato! Ed io ti sosterrò, non temere. Indicandosi con il pollice della mano levata, esclamò gioviale con un sorriso stampato in volto. Parola di Shin del Miraggio! Poi, appoggiando la mano davanti la bocca, con una serietà artificiosa del tutto fuori luogo, finse si riflettere a voce bassa, ma perfettamente udibile. Dobbiamo trovarti un soprannome figo... Qualcosa tipo Kairi, l'illusionista della Foglia... no, sembra troppo il titolo di un film così... Scopo di quel siparietto era sfruttare l'atmosfera distesa che stava venendo a crearsi per diradare ulteriormente le nubi scure che attorniavano l'animo della kunoichi; nel pensiero del padrone di casa la miglior cura non poteva essere che una risata in quel frangente. In ogni caso sarebbero probabilmente sopraggiunte delle proteste da parte della ragazza, più o meno velate, perciò agitando una mano davanti al busto, il genin si sarebbe interrotto. La smetto, la smetto! Ma hai capito cosa intendevo, no? Datti tempo. Con un occhiolino avrebbe chiuso la questione, prima di sbadigliare di nuovo.

    Giunto il momento del congedo, il padrone di casa si alzò per accompagnare l'ospite all'uscita. Attraversando la stanza Shin raccolse un poco di polvere con il dito da uno dei mobili. Sospirando, mormorò rassegnato. Credo che domani dovrò dedicarmi alle pulizie. Non pensavo che fosse così faticoso badare ad un'abitazione da solo. All'eventuale sguardo interrogativo dell'amica, avrebbe spiegato come stavano le cose. Qualcosa di grosso di sta muovendo. Le nuvole si sono ormai raccolte all'orizzonte. Dopo le parole dell'Hokage alla riunione ho ritenuto saggio mandare la mia famiglia lontano da qui, in un posto sicuro. Guardò dritto negli occhi Kairi. Si fidava di lei più di chiunque altro, e se glielo avesse chiesto le avrebbe rivelato dove si trovavano in quel momento. Qualcosa nel suo sguardo però avrebbe fatto intuire alla giovane che sperava non gli fosse posta quella domanda. Ormai con la porta aperta, i due rimasero a scambiarsi gli ultimi convenevoli sulla soglia. Al momento del saluto, il ragazzo sfiorò appena il braccio di lei con un tocco delicato, simile a quello riservato ad un bene prezioso e delicato, quasi temesse di romperla. Buona notte Kairi, riposa bene. Con un tenue sorriso quella giornata ebbe termine per il Kinryu, ben lungi dalla cupa angoscia con cui era cominciata.
     
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