Le ricerche di Ame

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    Che ad Ame la pioggia fosse un classico immancabile era, ormai, noto a tutti e da troppo tempo. L'acqua piovana sovrastava gli edifici e le persone con un cadere veloce e aggressivo. "Problema di nubi," - commentava qualcuno raccontando il motivo per cui da quelle parti piovesse sempre. Altri dicevano, invece, che si trattava di una caratteristica fondamentale di quel villaggio. Che piovesse perché quella terra era sempre stata colpita da carestie e guerre. Perché le altre nazioni ne avevano fatto una terra di guerra per contendersi l'egemonia sul mondo. Eppure non era più così. Non era più la stessa cosa, a quel punto. Ora era soltanto un villaggio ripieno di nukenin, gente che per i motivi più vari cercava un rifugio lontano dai propri villaggi. Questo era accaduto anche a Minoru, che ora, pur avendo obiettivi prettamente economici, ne aveva anche altri. Secondari, se così li si poteva chiamare. - "Per colpa di quel giorno..." - Quando era stato morso da... quello. Alla fine aveva scoperto qualcosa, ma la sua vita era cambiata in peggio. Alla ricerca del potere non era più lo stesso: la fame eterna lo pervadeva, non permettendogli di vivere felice, di vivere libero. Se lo era meritato, - avrebbe detto qualcuno. Eppure non era propriamente così. - "Non lo avrei voluto," - pensò salendo le scale. Quel stesso giorno in cui era stato maledetto a una vita di completa deduzione a Somujo, - cosa che probabilmente non avrebbe mai voluto, - aveva scoperto dei dettagli importanti sulla sua vita, la prima delle quali era di non essere mai stato un sunese. Di essere stato portato nel villaggio da piccolo e di non aver mai dimostrato alcuna affinità con le tecniche della Sabbia e di Suna in generale. La sua passione per l'arte esplosiva, per l'argilla, l'Arte che non era riuscito a raggiungere, si era tradotta soltanto in un vano tentativo di essere un artista, di creare, di far esplodere, di vivere come un sunese. - "Ma un sunese non sono..." - Alla fine dei conti aveva scoperto molto da Somujo, quella voce che lo aveva maledetto poco dopo essere stato sfuggito. Per esempio, aveva scoperto la cognome della propria madre, sussurratagli tra una tortura e l'altra, mentre il tutto intorno non aveva iniziato a girare e il mondo non aveva assunto connotati strani, connotati oscuri. E da lì aveva deciso di partire, alla scoperta dei suoi origini, delle sue radici, conscio del fatto che qualcosa, prima o poi, sarebbe venuto a galla. O forse no? Inoltre, avendo a disposizione il cognome della madre, ce l'avrebbe, forse, fatta a capire anche il cognome del padre. Ma da dove partire? Da dove iniziare le ricerche? Inoltre una domanda non lo lasciava: la madre era un'adepta del culto; lo era anche il padre? E se sì, dov'erano finiti entrambi... padre e madre?

    Sulle tracce della madre, gli fu naturale prima andare alle mura, a cercare il suo cognome nel registro. Dovette sfogliare per molto tempo prima di trovare il suo cognome e vedere la scritta "Natsuko Satou", una donna alta e snella, con dei lunghi capelli corvini e occhi castani scuri. - "Proprio come i miei," - pensò Minoru, chiudendo il libro. Ora conosceva tutto di lei, ma... gli sarebbe bastato. E soprattutto: dove avrebbe potuto andare, conoscendo solo quello? Se la voce era stata giusta, ad Ame esisteva quel culto, il culto di Somujo, dove gli adepti della sua Strada praticavano le arti del sacrificio estremo. - "Mangiano esseri viventi... Proprio come me," - pensò il ragazzo sentendo la saliva in bocca a solo pensiero di uccidere qualcuno, sacrificarlo a Somujo e mangiarlo, piano-piano, gustandosi il suo sangue e i suoi organi interni. Scosse la testa, come a voler mandare via quella strana idea dalla sua mente. Aveva mangiato, aveva pregato... la sete di Somujo era stata saziata, ma le conoscenze non ancora.
    E aveva tutto un villaggio davanti: ospedale, torri, bar, case, luoghi. Da dove iniziare la ricerca? Fin dove spingersi? E cosa cercare? Scosse la testa.







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    Post Primo - Puzzi di Carne Umana



    Me ne stavo andando da Ame quel giorno. Come al solito aveva fatto rapporto al Mastino come da accordi su quanto avevo sentito dire in giro per il continente. L’amicizia con Ru Wai si stava rivelando proficua per le mie ricerche ed inserimento nelle varie organizzazioni criminali e sapevo che lui ne avrebbe tratto lo stesso vantaggio. Odiavo Ame, quel luogo umido e malinconico non rispecchiava affatto il genere di vita che avevo intenzione di fare una volta ottenuta la mia immortalità. Non me ne fregava un cazzo di organizzazioni criminali, ninja, onore o cose come il dovere verso un qualcuno o qualcosa, io volevo solo ottenere la mia immortalità e godermi il resto della vita senza pensare costantemente alla mia incolumità. Gli ultimi tempi erano stati proficui e finalmente sentivo di essere ad un passo dal riuscire ad inserirmi in una delle organizzazioni di Ame e non solo. Ciò a cui aspiravo maggiormente era di riuscire ad entrare nella schiera di coloro che si facevano chiamare Hayate tuttavia sapevo che la loro sola collaborazione non sarebbe stata sufficiente per ottenere rapidamente ciò che volevo. Avevo bisogno di soldi e risorse illimitate di materiale sul quale effettuare i miei esperimenti ed i Cuori di Ame erano l’organizzazione perfetta da sfruttare. Se fossi riuscito ad ottenere il loro aiuto il processo di ricerca sarebbe stato senza alcun dubbio più rapido ed efficace. Non mi restava che fare di tutto per entrare nelle loro grazie.



    Avevo terminato il mio solito giro e finalmente potevo andarmene da quel posto diretto verso l’Anal Gore e quel demente di Kuso. Lasciarlo solo per troppo tempo si era rivelato sempre una pessima scelta dato che l’eroe mascherato sapeva ficcarsi sempre in situazioni al limite del possibile. Kuso si era rivelato con il tempo non solo un fidato amico, ma anche una cavia perfetta sul quale poter testare ogni genere di pratica medica o droga, un colpo di fortuna che non faceva altro che rafforzare la mia convinzione che prima o poi avrei ottenuto l’immortalità. All’ingresso delle mura uno strano individuo sembrava concentrato a consultare il registro degli ingressi al villaggio. In lui non vi era nulla di strano almeno fino a quando i miei passi non mi portarono ad incrociarlo a pochi metri di distanza. Per un istante lo percepii quasi una glassa melliflua mi fosse stata rovesciata addosso rallentando i miei movimenti. Quell’uomo puzzava di morte in un modo che non avevo mai percepito prima. Non era il solito odore che si poteva percepire provenire da qualsiasi assassino, era diverso, come se quell’uomo li avesse uccisi nutrendosene.



    Lo superai senza dare nell’occhio mentre alzavo il cappuccio della giacca per ripararmi dalla pioggia per continuare a camminare fino a portarmi abbastanza distante da potermi fermare dietro ad un angolo ad osservare in silenzio -Mmh.. davvero interessante..- ormai era da tempo che studiavo l’arte medica e tutto ciò che poteva ricondurmi a modificazioni o particolari abilità legate all’immortalità ed in genere alla vita e alla morte delle persone. Il legame con il Re degli Inferi mi aveva dotato di un certo sesto senso che solo da poco cominciavo a capire come poter sfruttare -Quell’uomo ha qualcosa di strano.. devo seguirlo e scoprire chi sia..- ero appena uscito da Ame, ma ero già tornato sui miei passi. Chiunque fosse stato quell’individuo aveva colto la mia curiosità e non lo avrei mai lasciato andare via, non prima di aver scoperto qualcosa di più su di lui e perché non magari anche recuperato del materiale genetico con il quale studiarlo da vicino. Non sapevo quanto potesse essere pericoloso quindi avrei atteso l’uomo nascosto nell’ombra per poi cominciare a seguirlo nell’ombra per vedere dove fosse diretto. Non potevo immaginare in quale assurda situazione mi sarei presto ritrovato a lottare.

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    OT// Sento l’odore della gente che mangi! Densen ha deciso di seguirti nell’ombra per cercare di capire chi sei ma soprattutto cosa sei. Ricorda che Densen è una pippa Verde! XD
     
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    "Maledizione!" - esclamò il ragazzo che puzzava di morte prendendo in mano il registro delle entrate. Per poco non volle lanciare a 20 metri di distanza: non c'era niente lì. A parte il nome. Ma a cosa gli serviva un solo nome in una città così grande? A cosa gli sarebbe servito quel nome, quando era soltanto una traccia, un indizio, un ago in un immenso pagliaio? In un villaggio non proprio, che non gli apparteneva, di cui non conosceva nulla a parte un solo nome, la ricerca si sarebbe presto rivelata essere lunga, faticosa, noiosa e forse inefficace. L'unica cosa di cui era certo era che Natsuko Satou era entrata in quel posto, da qualche parte sarebbe pure dovuta andare. In una casa, in un bar, in un ristorante, nell'ospedale, in un albergo... Ripercorrere le sue tracce di quegli anni non sarebbe stato così facile. Anzi. Al momento, quando Minoru teneva il libro in mano guardandolo senza sapere cosa fare, o dove dirigersi, il rumore della pioggia sembrava soltanto prenderlo per il culo. Quasi come se volesse dirgli: "Ho cancellato le tracce! Io sono la responsabile! Non può essere altrimenti...!" - Eppure non poteva solo la pioggia cancellare i nomi e i ricordi delle persone. Non poteva soltanto la pioggia cancellare il nome di Natsuko Satou dalle menti. Non poteva essere soltanto la pioggia ad aver fatto dimenticare al villaggio tutto ciò che essi potevano conoscere a proposito di quella donna.
    Solo dopo, quando stava per mettere il registro al suo posto, un'idea balenò nella mente del giovane shinobi come un fulmine a ciel sereno: - "Se sono nato qui, ad Ame..." - Già! Se la sua madre era arrivata lì senza di lui, era probabile che lui stesso fosse nato lì, dall'unione di Natsuko Satou e qualcun altro che in quel momento era nel villaggio.
    Prese per un attimo il registro delle uscite, cercando il nome di Natsuko Satou, forse intuendo che dopo la sua madre sarebbe potuta uscire dal villaggio. Eppure non trovò quel nome, il che poteva significare due cose: la prima era che Natsuko sia scappata da Ame senza passare dal cancello e senza registrare la sua uscita; la seconda era, che fosse ancora tra quelle mura. E che sapesse rispondere alle sue domande; dare una risposta ai suoi segreti.
    Per via di quell'intuizione che lo aveva colpito, non ci pensò due volte: se era nato lì, Natsuko si sarebbe, probabilmente, rivolta all'ospedale per il parto. Difficilmente avrebbe partorito da sola; senza l'aiuto di altri era impossibile. In quel momento gli fu difficile capire chi erano quegli "altri": potevano essere i medici dell'ospedale, ma anche amici, altri shinobi, esterni e chissà cos'altro.
    "Non che abbia molta scelta..." - pensò il ragazzo guardando verso il villaggio. Dietro agli alti edifici e i vari livelli c'erano l'ospedale di Ame, il più povero dell'intero continente. Che fosse nato lì?.. Aveva ancora tempo per svolgere la sua preghiera serale, in calma e tranquillità; e anche per ingoiare la sua successiva preda. Il viaggio verso l'ospedale non era poi così lungo e avrebbe potuto dargli delle informazioni importanti, se solo fosse riuscito a estorcergliele. La gente di quel posto non amava le persone come lui, che facevano molte domande e non avevano un ryo in tasca. E allora come avrebbe potuto costringerli a parlare? A rivelare le loro verità? Quei segreti che egli voleva conoscere? Eppure non aveva altri metodi, né possibilità. Se qualcosa fosse andato storto, non avrebbe potuto che utilizzare la sua forza per cacciare le informazioni dalle menti altrui. - "Farò esplodere l'ospedale, ma verrò a conoscenza di quanto accaduto con Natsuko. E se servirà, farò esplodere l'intero villaggio. " - Per un attimo Minoru si guardò intorno, come alla ricerca di un aiuto o di un amico di cui poteva fidarsi; ma presto capì che in quel posto non aveva amici e non li avrebbe mai avuti.
    Sbuffò e sotto la pioggia si diresse in direzione del centro del villaggio. Presto quei passi lo avrebbero condotti all'ospedale, ma durante il suo spostamento pensò soltanto a come trovare indizi. Doveva scoprire chi era; da dove provenire; chi era sua madre e chi era il padre. Solo dopo avrebbe potuto lasciare Ame.





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    Post Secondo - Esattamente.. tu.. cosa saresti?!..



    Mi ero messo a seguire un perfetto sconosciuto solo ed esclusivamente perchè avevo avuto una strana impressione su di lui. La pioggia come sempre non ne voleva sapere di smettere, Ame era davvero troppo uggiosa per i miei gusti. Avevo mantenuto un profilo basso mentre mi muovevo per le strade cittadine senza dare nell’occhio. L’uomo dall’alito di carne umana sembrava perso in mezzo alle vie del grande villaggio quasi non fosse mai stato ad Ame prima di allora. Ero curioso di sapere dove mi avrebbe portato quell’inseguimento, ma mai mi sarei aspettato di finire all’ospedale del villaggio. Ame forse non era il massimo dell’urbanistica e della gestione delle infrastrutture del villaggio, ma i suoi servizi funzionavano come in ogni altro villaggio. Le mie sempre più frequenti visite all’obitorio mi aveva permesso di capire alcuni dei meccanismi che sottostavano all’interno del villaggio. Diverse organizzazioni facenti parte ad un'unica grande radice si erano spartite gli affari del villaggio solo ed esclusivamente per arricchire l’organizzazione ed il villaggio stesso. Non importava a quale infrastruttura si facesse capo, tutte erano state organizzate per fare montagne di soldi, e l’ospedale era sicuramente tra queste.



    All’interno della struttura avevo finalmente trovato un luogo asciutto lontano dalla pioggia. L’individuo che avevo seguito fino a quel momento sembrava diretto presso uno dei punti informazioni dell’ospedale, sapevo che non apparteneva ad Ame. Senza destare sospetti mi ero avvicinato all’uomo mentre cercava informazioni su una certa donna chiamata Natsuko Satuo. Il nome non mi diceva assolutamente nulla tuttavia l’uomo sembrava disposto a tutto pur di trovare qualche informazione accedendo ai registri dell’ospedale. Cosa impossibile per un non addetto. Ero li dietro di lui mentre provava a convincere l’infermiera in guardiola quando mi decisi ad intervenire per sbloccare la situazione -Scusate.. ehm.. scusate se vi interrompo..- mi ero fatto avanti interrompendo l’uomo e la donna mostrando subito dopo un tesserino che riportava la mia foto ed un nome che certo non mi apparteneva -Sono il Dottor Harakawa.. questo signore è con me.. abbiamo bisogno di accedere ai registri dell’ospedale per consultare qualsiasi cartella clinica riguardante la signora Natsuko Satou..- mi ero fatto avanti con sguardo deciso mentre mostravo il tesserino che avevo rubato ad uno dei cadaveri che mi erano stati portati all’obitorio. Di tanto in tanto passavo a trovare il vecchio per fare pratica sui cadaveri, dovevo diventare il migliore se volevo ottenere più conoscenze sulle funzioni del corpo umano e non solo e l’obitorio era il luogo perfetto dove mettermi alla prova. La signorina rimase in silenzio per qualche istante prima di scusarsi ed indicarmi l’area e la stanza dove avrei potuto cercare ciò che l’uomo aveva chiesto -Grazie mille!.. ora signore.. se vuole seguirmi..- ora che mi ero avvicinato tanto potevo percepirlo chiaramente, il fetore di carne umana che l’uomo esalava. Di sicuro nessuno in quel luogo lo avrebbe percepito tranne me, un fetore che ero abituato a sentire e che anche coprendo non si sarebbe allontanato dalle mie percezioni. Avevo fatto cenno all’uomo di allontanarsi con me mentre mettevo via il mio tesserino falso. Mentre mi muovevo per il corridoio dell’ospedale ero rimasto vigile per non rischiare di essere colto alla sprovvista dal misterioso straniero -Immagino tu ti stia chiedendo perché ti ho appena aiutato..- i corridoi dell’ospedale erano come sempre affollati di pazienti -Beh.. devi sapere che ti ho seguito da quando hai messo piede all’interno del villaggio.. ma non avere paura.. non sono una guardia o qualche genere di sicario.. sono solo un medico.. anche se occupato all’obitorio..- avevo alzato le mani per mettere subito in chiaro le cose, ero curioso di scoprire di più su quell’individuo, ma non certo di farmi uccidere o farlo arrabbiare in qualche modo -Ti ho seguito perché in te c’è qualcosa di strano.. qualcosa che mi ricorda la morte e io vedi.. sono il genere di persona che si interessa a queste cose.. insomma ti sembrerà strano ma ti ho seguito per pura e semplice curiosità..- e in effetti le cose stavano così anche se forse cominciavo ad essere un po’ troppo sincero per i miei standar. Raggiungere l’archivio generale dell’ospedale non era stato difficile, ero giunto prima dello strano individuo poggiando la mano sulla maniglia della porta solo per bloccarmi e chiedere ciò che realmente volevo -Ti ho aiutato prima.. credo tu sia in qualche modo in debito con me non credi?!..- non sapevo come avrebbe reagito lo sconosciuto, ma in quell’ospedale vi erano abbastanza ninja e persone da lasciarmi tranquillo in caso di una qualche aggressione -Quindi perché non ripaghi la mia gentilezza dicendomi chi sei.. anzi no.. forse è meglio dire.. cosa sei?!- avevo lanciato un sasso in uno stagno forse un po’ troppo profondo per le mie capacità, ma se volevo avanzare nei miei studi sull’immortalità e la medicina allora doveva rischiare il tutto per tutto. Se quell’uomo possedeva abilità o tratti anche solo lontanamente riconducibili ad essa allora per me sarebbe stata una grande vittoria e forse l’inizio di una vantaggiosa alleanza.

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    OT// Lascio a te decidere cosa succederà poi! :riot:
     
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    All'ospedale non tutto andava come previsto, il che... capibile. Era una struttura grande e grossa, abitata da gente strana e per niente benevola verso gli stranieri. Cercare qualcosa lì poteva essere inutile. Da moltissimo tempo ormai si sapeva, quasi certamente, che il desiderio di quei tizi era solo uno: soldi, soldi e soldi. Quello non era un ospedale come un altro. Lì dentro regnavano i soldi. Un po' come ovunque ad Ame. A prime due richieste ottenne dei secchi rifiuti; al terzo stava per sboccare: un'infermiera, - persino quella! - si rifiutava di dargli libero accesso ai registri di quell'ospedale. Volle chiederle se erano i soldi che la interessavano, ma poi pensò semplicemente a mettere le bombe ovunque in quell'ospedale e farlo saltare all'aria. La comparsa di un altro qualche strano individuo con occhi strani e un cappuccio. Per un attimo Minoru ebbe un'esitazione, come a voler far esplodere in aria anche lui, con qualche jutsu di sua inventiva. Poi, però, dovette desistere: così non avrebbe scoperto niente né sulla sua madre, né su suo padre. L'effetto sarebbe stato contrario a quello sperato e per giunta le sue ricerche sarebbero, forse, terminate lì. Però il suo tono gentile e quella finzione, - ma lo conosceva per davvero? - calmarono le acque e Minoru fece un cenno di sì con il capo. Come per dire: aha, devo davvero accedere ai registri dell'ospedale con questo signore qua, ma non capisco perché non l'ho chiamato prima. E nel mentre questo tirava fuori il tesserino, Minoru lo guardava senza a dar a vedere la sua stranezza. Perché sembrava una manna dal cielo, spuntata dal nulla, così, senza un motivo particolare. In più non fece alcun cenne nel sentire il nome di sua madre, anche se dentro si chiedeva come cazzo l'avesse scoperto: l'aveva seguito fin lì?.. In ogni caso, quando disse di seguirlo, Minoru non protestò. Non gli restava niente da fare, se non seguirlo fin lì. La sorpresa crebbe con il tempo: cosa voleva quello? Non aveva un ryo in cambio. Non aveva niente. E non mangiava il loro cibo. Mangiava corpi. Cadaveri. Quando parlò, alla fine si chiarì tutto. - «Un medico dell'obitorio?!» – chiese stranito. Non aveva mai pensato all'obitorio: anche quelli erano cadaveri; anche quella era carne umana, ma non era più fresca. In ultimo luogo poteva andare quella, certo, ma non era così gustosa. E poi... doveva comunque uccidere per sacrificare: rivolgersi a un obitorio per mangiare quei corpi era l'ultima delle possibilità. Una di quelle che lo avrebbe salvato per poco. E allora che cosa voleva quel tizio?.. La cosa si chiarì subito dopo: aveva sentito l'odore di morte. Probabilmente, dopo aver mangiato Minoru lasciava un qualche strano fetore sul suo corpo, che non tutti potevano percepire. E quel tizio, uno scienziato, sembrava averlo seguito per pura curiosità. Anche lì, ad Ame, accadeva qualcosa di quel tipo? - "Non sembra mentire, eppure... ho come se la sensazione che ci sia qualcosa di sotto. Entrambi raggiunsero l'archivio generale di quell'ospedale in pochissimo tempo, ma la situazione si bloccò improvvisamente. - «In debito? Non ho soldi e non ho cibo. Mi pare che tu mi abbia fatto un favore aggratis.» – Rispose corto, salvo poi ascoltare che voleva sapere soltanto cos'era Minoru. Quest'ultima si sorprese di una domanda del genere: nessuno glie l'aveva fatta. E anche... beh, non lo sapeva nemmeno lui che cos'era. Non volle rispondere; era un segreto quello. Se gli avesse detto la verità, quello avrebbe potuto metterlo in prigione oppure era uno scienziato che avrebbe voluto studiarlo. - «D'accordo,» – rispose. - «Ti dirò che cosa sono diventato. Tuttavia, a una condizione: man-mano che ti rivelerò che cosa sono, tu mi aiuterai a scoprire le mie radici: madre, padre, dove sono loro, dove sono nato, la mia storia da bambino... Andata?» – Se il dottore avesse risposto affermativamente, avrebbe avuto la prima dose della sua verità: - «Sono un adepto del Culto di Somujo. Io uccido le persone per offrirle al mio Dio. E poi le mangio. E in cambio ho la vita. E alcune... possibilità che altri non hanno.» – A quel punto il ragazzo si avvicinò alla porta e la aprì: il suo l'aveva fatto. Stava al dottore rivelare un'altra parte della Verità.



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    Una Setta Maledetta

    Post Terzo – E’ tutto molto interessante!



    Avevo rischiato e mi era andata bene. Aiutare quello sconosciuto mi aveva permesso di entrare in contatto con lui e di scoprire di più su quella stana presenza che emanava. Avevo imparato la lezione molti anni prima viaggiando di paese e paese senza una fissa dimora che nessuno fa mai niente per niente e l’uomo sembrava condividere quel mio punto di vista. Non mi importavano i soldi di quell’uomo, ma solo la sua storia ed il perché potevo percepire la morte attorno alla sua figura. Rimasi in silenzio mentre questo si raccontava cogliendo sempre più il mio interesse. Avevamo fatto un patto, la verità per il mio aiuto a scoprire di più sulla sua famiglia vissuta ad Ame molto tempo addietro -Comincia a raccontare amico.. aiutarti non sarà poi così difficile..- quello che raccontò poi stava tra una buona storia di fantascienza ed un horror poco credibile.


    Quell’uomo si era dichiarato un adepto del Culto di Somujo, un culto dedito all’assassinio di persone. La cosa non mi sorprese anche se ancora non spiegava l’odore che avevo percepito. Tutto fu più chiaro quando il ragazzo dichiarò apertamente di essere oltre che un assassino anche un cannibale, costretto a mangiare carne umana dal fantomatico Dio in cambio dei suoi favori divini. Rimasi in silenzio qualche secondo elaborando la cosa prima di parlare -Tu.. uccidi.. e mangi le persone?!- a quel punto l’individuo forse si sarebbe messo in guardia aspettandosi chissà quale reazione ma non certo da me -Uhuhuh.. davvero interessante!- avevo accennato un ghigno divertito mentre la mia curiosità non faceva altro che essere alimentata da quella strana scoperta. Sapevo che tra il mondo ninja esistevano numerose e strane sette, ma mai mi era capitato di entrare in contatto con una di esse o un qualche suo adepto -La tua storia è davvero affascinante.. ehm..- mi ero accorto di non sapere ancora il nome di quell’individuo -Non mi sono ancora presentato.. mio chiamo Densen Ryuko e come già ti ho detto mi occupo di medicina.. e altro qui ad Ame.. devo ammettere che la tua storia mi incuriosisce parecchio e sarei onorato di aiutarti nella tua ricerca se tu me lo permetti.. so muovermi bene qui ad Ame.. almeno tra i primi livelli.. una guida potrebbe esserti utile e.. questa volta non voglio nulla in cambio.. mi basterà assistere e condividere con te quanto riuscirai a scoprire!- il tizio aveva parlato dei favori concessi da Somujo senza però entrare nei particolari. Se tra questi vi era una qualche forma di immortalità o guarigione allora avrei fatto di tutto per scoprire di più sul fantomatico dio e la sua setta. L’uomo stava cercando informazioni sui propri familiari facendomi presumere che nemmeno lui fosse a conoscenza della loro fine -Ecco qui.. la cartella che stavi cercando..- sapevo muovermi bene tra quegli archivi e trovare la cartella clinica della tizia cercata prima sul registro non sarebbe stato un problema.


    Avevo aperto la cartellina poggiandola sopra una delle scrivanie lasciando modo al mio nuovo amico di recuperare tutte le informazioni necessarie. All’interno vi avrebbe trovato una foto, delle cartelle cliniche e l’indirizzo dell’ultima residenza nota della donna oltre ad altri dettagli che non ero riuscito a decifrare passando i documenti -Dunque tu.. mangi le persone?!.. e questo soddisfa il patto che hai stretto con.. Somujo..- non riuscivo a tenere a freno la curiosità consapevole che quello che mi aveva appena detto il tizio era la pura verità. Ora che sapevo esattamente di cosa si trattava potevo distinguerlo chiaramente l’odore di carne umana addosso ai vestiti dell’uomo -..spero tu non abbia intenzione di mangiare anche me una volta che ti avrò aiutato..- avevo parlato mostrando un ghigno divertito restando sempre in allerta. Non sapevo quanto forte potesse essere quell’uomo, ma non dava affatto l’impressione di essere uno sprovveduto -Nel referto medico sembra esserci scritto un indirizzo.. conosco quella zona e ti ci posso portare se vuoi.. magari quella donna vive ancora la..- avevo la sensazione che tutta quella storia mi avrebbe permesso di accedere a conoscenze legate alla vita e alla morte e non potevo assolutamente perdere l’occasione di approfittarne. Sapevo fin dal primo giorno in cui avevo messo piede in quel villaggio che Ame era una vera e propria miniera d’oro in fatto di studi ed esperimenti occulti sulla vita eterna e la non morte, non doveva fare altro che seguire la corrente e scoprire dove tutto ciò mi avrebbe portato.

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    OT// Leo lascio a te la costruzione del BG della madre del Pg ecc.. visto che è roba tua XD
     
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    Quando finì di raccontare la prima parte della sua storia, non seppe se crederci o no. Anche a lui, che con il tempo ci si era abituato a tutto questo, la cosa sembrava alquanto fantasmagorica. A dire la verità, se avesse mai raccontato a qualcuno che una voce gli aveva detto il nome di sua madre e qualcosa lo aveva morso durante una cerimonia in cui era mezzo drogato, non gli avrebbe creduto nessuno. O forse sì? Del resto a Suna non aveva lasciato una buona idea di sé; tutti lo ricordavano come il perdente di turno arrivato a essere chunin in un modo o nell'altro. Se un giorno gli avessero chiesto se tutto quello fosse un sogno, avrebbe probabilmente detto di sì. Perché aveva ricevuto più potere nello stesso momento in cui lo aveva chiesto. Ed era stato... maledetto? Scosse la testa a sentirsi parlare: chi cazzo gli voleva credere, se lui non credeva a sé stesso? Alla fine glie lo aveva raccontato; almeno la prima parte, per quel che era. Non ci aveva creduto, a quanto sembrava, ma non importava: aveva detto la verità. O almeno quella parte di verità che egli conosceva. Il tutto con fare alquanto monotono; quasi come se quella verità non gli importasse più di tanto, ma al termine aveva almeno capito che che quel tizio di fronte non lo avrebbe incarcerato. Anche perché la sua era una bella omissione di omicidio. E non di uno solo. Da quando era stato maledetto in quel cerchio, da quando Somujo lo aveva morso condannandolo a morire o a camminare sulla Sua strada, ne aveva uccisi parecchi di contadini vari. E non solo vecchi. Quando era affamato e sentiva il sangue pulsare da qualche parte intorno, non poteva controllarsi. Non poteva fare proprio a meno di gettarsi anche sui più piccoli. Non poteva fare a meno di mangiare i neonati, gustandosi le loro viscite: il loro sangue era il migliore. - «Minoru Satou..» – rispose accennando un sorriso. Non aveva mai avuto amici. A Suna aveva solo compagni che lo sfottevano: nemici. E quel tizio, che sembrava così benevolo verso di lui per motivi poco noti, non faceva che aumentare la sua curiosità. - «Sono un nukenin... di Suna,» – aggiunse dopo averci pensato un po'. - «Mi piacciono gli esplosivi. Sono qui per quello: voglio aprire un negozio di esplosivi!» – Gridò pieno di enfasi, quasi come se si trattasse di qualcosa d'importante. Come se il fatto che amasse gli esplosivi e volesse il suo negozio ad Ame fosse così particolarmente importante. - «Piacere di fare tua conoscenza!» – disse infine entrando nella stanza dei registri. Ci misero un attimo a trovare la cartella dei parti avvenuti in quell'ospedale. Senza pensarci Minoru iniziò a sfogliare il registro: se era nato in quel luogo, avrebbero dovuto segnare il suo nome e quello della madre. O forse anche del padre. Trovò subito la fotografia di sua madre prima del parto: era proprio come l'aveva descritta il guardiano di Ame all'entrata nel villaggio. Era un po' come... - "Come me..." - Capì Minoru sentenendo l'interesse salire. Dicevano che i figli assomigliavano un po' alla madre e un po' al padre. Ma se dalla madre aveva preso quei tratti, dal padre che cosa aveva appreso?.. In un attimo volle trovare uno specchio in quel posto: se avesse analizzato i tratti di lei e i suoi, avrebbe subito capito cosa Minoru non aveva della madre. Andando per esclusione, quei tratti dovevano appartenere al padre! - «Venderei l'anima al Diavolo,» – "se non l'avessi già venduta una volta..." - «Per parlare con lei. O per vedere almeno una foto di mio padre...» – disse sincero, con una nota di rancore nella voce. Tenne la foto della madre in mano per qualche secondo, prima di rimetterla al posto suo. Sotto vide una sua foto; una foto da neonato. Dietro lesse il suo nome scritto in corsivo, e ancor più sotto... - "Il simbolo di Somujo..." - Le cartelle cliniche gli dissero cose che poteva comprendere e cose che non poteva comprendere. In particolare si annotò che lei era proveniente da un villaggio nel Paese nella Neve. - "Ecco perché odio il caldo e la sabbia..." - Pensò Minoru, riferendosi al fatto che a Suna era come stare in un inferno durante tutto l'arco dell'anno: caldo affannoso e sabbia odiosa. Quella che entrava tra le dita e nei polmoni. - "Vaffanculo a Suna..." - Il resto erano dati generali di lei e qualche dato prettamente medico, che Minoru lasciò a Densen, che in quanto medico avrebbe certamente potuto capirne di più. - «Sai interpretare questi dati?» – gli chiese porgendogli la cartella con le informazioni mediche. Infine si annotò l'indirizzo di Ame della sua madre: aveva un altro posto da visitare per capire che fine aveva fatto lei. - "Dio come voglio rivederla..! Eppure... se sono nato qui, come conferma la mia cartella, perché mi sono ritrovato a Suna?" - Sapeva di non essere originario di Suna. Glie lo avevano detto gli stessi sunesi. Gli avevano detto che un bel dì lo aveva portato in quel villaggio uno straniero, ma chi? Quello, insieme all'indirizzo della madre, era un altro appiglio. Un appiglio vuoto, fintanto che sarebbe potuto essere chiunque quello. Piegò le foto di sé, di sua madre e le mise in tasca; poi ci mise anche l'indirizzo della sua abitazione.

    Alla fine dei conti, quando stette per andare, sentì l'interessamento di Densen. - «Purtroppo non c'è alcuna strada indietro, Densen,» – gli disse. - «Per vivere ho bisogno di mangiare solo carne umana e bere il loro sangue. Più è giovane la carne, meglio è. Preferisco le femminucce ai maschietti. Potrei smettere di mangiare, ma allora diventerei molto debole... e con il tempo morirei. In più, beh, vedi... Da quando mi hanno dedicato a Somujo, non posso mangiare niente di quello che mangiano gli altri. Riso, thè, pane, acqua... Niente. Solo carne umana e sangue. Il normale cibo è veleno per il mio corpo.» – Quando ascoltò quel che era la richiesta di non mangiarlo, sorrise. - «No, tranquillo,» – sorrise, - «Non ti mangerò, ma...» – si fermò per un istante, quasi come a voler capire come continuare quel discorso. - «E' che quando non mangio per due giorni divento... eeeeeh... poco controllabile. Ma ho mangiato oggi, prima di venire ad Ame.» – Gli disse come per tranquillizzarlo. E quando Densen suggerì di volerlo accompagnare a quell'indirizzo, Minoru non protestò affatto. Non conosceva Ame così bene come Densen e quello eraun valido aiuto.
    «Come ti dissi...» – gli disse mentre si sarebbero avviati verso l'indirizzo. - «Devo uccidere e dedicare le vittime a questa strana.... eeeeh... divinità, ma posso mangiare anche cadaveri di persone che non ho ucciso io. In tal caso mi sazierei, ma comunque mi sentirei male per un bel po' di tempo. Inoltre devo pregarlo perché mi doni le forze...» – Si fermò a quel punto sicuro che Densen ci avrebbe messo un po' prima di digerire tutte le informazioni.


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    Tonico di Recupero Medio x2
    Tonico di Ripristino Medio x1
    Tonico di Riprstino Minore x1

    Sigilli Rimasti:

    Attese:



    Slot Azione:
    I
    II
    III

    Slot Difesa:
    I ///
    II ///
    III ///

    Slot Tecnica:
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    II

    Slot Gratuito:
     
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    Una Setta Maledetta

    Post Quarto – Una terribile maledizione



    L’uomo che avevo aiutato ad intrufolarsi nell’ospedale di Ame portava il nome di Minoru Satou. Era palese che il tizio non fosse una persona psicologicamente stabile, ma non sembrava intenzionato a diventare pericoloso per il momento. Vera o falsa che fosse la storia che mi aveva raccontato su Somujo e tutto il resto volevo approfondire la cosa in quanto sentivo in cuor mio che dietro quell’individuo vi era molto altro. Se effettivamente una setta come quella si nascondeva ad Ame allora le cose si sarebbero fatte davvero interessanti per me e per ciò che avrei potuto fare con quelle informazioni. Il Mastino era costantemente in cerca di informazioni di ogni genere e per qualcosa come la scoperta di una setta segreta ad Ame, magari nel suo territorio avrebbe di sicuro ripagato bene il favore. Minoru sembrava disposto a tutto pur di poter rivedere le persone che lo avevano messo al mondo -Fammi vedere la cartella clinica..- quando mi chiese di decifrare per lui la cartella clinica della madre mi resi conto subito che il parto non era stata cosa facile per la madre. Ad ogni modo non vi erano informazioni su un probabile decesso quindi la madre dell’uomo doveva essere sicuramente ancora viva -..mmh.. non è stato un parto semplice la tua nascita.. i valori riportati sulla cartella clinica dicono che ci sono state delle complicazioni durante il parte.. tua madre ha perso molto sangue.. ma non viene citato alcun decesso pertanto potrebbe essere ancora viva anche dopo tutto questo tempo..- la carta della cartella medica era ormai ingiallita e indurita dal tempo, se quella donna fosse stata ancora viva allora avrebbe dimostrato molti più anni di quelli mostrarti nella foto trovata al suo interno.


    Quando Minoru accennò al fatto di voler vendere l’anima al diavolo pur di scoprire di più sui genitori non trattenni un ghigno divertito. Di fatto se era l’anima della madre che voleva vedere allora io lo avrei anche potuto accontentare se solo avessimo trovato il suo corpo ancora in buone condizioni. La conversazione con quell’individuo si faceva sempre più interessante mentre mi spiegava come funzionava il patto stretto con Somujo. Se per ottenere i suoi fantomatici poteri doveva continuare a mangiare ed uccidere esseri umani allora in me aveva sicuramente trovato la persona più adatta a soddisfare quella sua brama di sangue. Grazie alle mie capacità potevo riportare in vita qualsiasi cadavere per poi lasciarlo al mio nuovo amico per farci quello che meglio credeva -La tua storia è strana Minoru.. ma non ho nessun motivo per non crederti inoltre.. quel simbolo trovato nella cartella clinica sembra proprio quelli a cui le sette sono tanto affezionati.. lo sai.. credo tu una persona sfacciatamente fortunata..- mi ero spostato verso l’uscita, li dentro non avremo trovato altre informazioni ne su sua madre ne sul padre. Chiunque avesse fatto partorire la donna aveva appositamente nascosto o distrutto qualsiasi informazione sul padre quasi avessero fatto di tutto per nascondere la sua identità -..lo sai.. potrei procurarti un numero quasi illimitato di cadaveri e non solo se volessi.. come ti ho detto conosco un tizio all’obitorio che ha un grande debito con me e ogni tanto mi passa qualche cadavere per i miei studi anatomici.. se vuoi potrei procurarti io la carne di cui hai bisogno per mantenere il tuo legame con questo strano dio.. carne morta.. oppure carne viva.. a te la scelta..- era ovvio che non volessi aiutare l’uomo senza qualcosa in cambio. Se come diceva quella sua maledizione lo rendeva capace di cose fuori dal normale allora Minoru si sarebbe rivelato per me un prezioso alleato e perché no un compagno per qualche scorribanda. Avevo molti progetti che mi giravano per la testa e tra questi vi era un progetto che coinvolgeva un piccolo gruppo di persone ed il rapimento di un figlio di un ricco Daimyo solo per avere poi i soldi del riscatto. Non mi fidavo ancora abbastanza di Minoru per coinvolgerlo nella cosa, ma la sua presenza avrebbe sicuramente dato un nuovo e violento slancio al progetto.


    -Non credo che qui all’ospedale troveremo alter informazioni.. probabilmente qualcuno ha fatto in modo che chi cercasse tua madre o tue padre finisse per lasciare la presa e abbandonare.. tuttavia.. abbiamo trovato un indirizzo li dentro.. vale la pena andare a controllare..- dubitavo fortemente che la madre di Minoru si trovasse a quell’indirizzo, conoscevo la zona e non era di certo un posto dove una donna avrebbe potuto abitare felicemente, non se da sola. Cominciavo a temere che quella non fosse altro che una trappola escogitata dalla setta stessa per i curiosi che fossero andati a controllare quell’indirizzo. Minoru tuttavia sembrava troppo ansioso di scoprire di più e non dissi nulla facendo strada verso l’indirizzo -Ascolta.. cerchiamo di mantenere un profilo basso mentre ci avviciniamo alla zona..- avevo alzato il cappuccio per ripararmi dalla pioggia e coprirmi parzialmente il volto. Ame era divisa come un grande torta in molte fette e territori controllati dalla peggiore feccia sul continente. Muoversi per le sue strade non era mai sicuro e quella zona in particolare era famosa per le numerose sparizioni. Ora che avevo incontrato Minoru e conosciuto la sua storia cominciavo a capire perché da quel quartiere le persone semplicemente sparivano senza lasciare traccia -L’indirizzo è questo..- mi ero fermato davanti all’ingresso di una struttura piuttosto fatiscente e che sembrava abbandonata. Di sicuro chiunque vi vivesse non doveva navigare nell’oro anche se dubitavo che qualcuno potesse anche solo nascondersi al suo interno -E’ casa di tua madre credo.. o tuo padre.. a te gli onori di casa..- non sapevo cosa aspettarmi, se una trappola o chissa che abominio mangia umana. Se proprio qualcuno doveva farsi male allora sarebbe stato meglio se fosse capitato prima al mio nuovo amico. Ero curioso, ma non certo stupido.


    CITAZIONE
    Densen
    Vitalità: 10.50
    En. Vitale: 30/30
    Chakra: 30/30
    Recupero Abilità: ///

    Difesa1: /// Azione 1: ///
    Difesa2: /// Azione 2: ///
    Difesa3: /// Azione 3: ///
    Azione Bonus: ///
    Tecnica Base: ///
    Tecnica Avanzata: ///
    Equipaggiamento consumato:

     
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    «Dialoghi»


    Alla fine ebbe quel che cercava, più o meno. Densen gli disse che sua madre aveva partorito con il dolore e con molta perdita di sangue, ma che alla fine è sopravissuta. Se era così, significava che doveva ancora essere viva da qualche parte, magari proprio nell'attesa che qualcuno, come Minoru, fosse venuto a cercarla. In tutto questo gli appariva strano quel simbolo dietro al foglio. Era il simbolo di Somujo, ma proprio lì..? In quel posto? Se erano riusciti a metterlo sulla sua cartella clinica, significava che avevano degli agganci ovunque, anche in quell'ospedale. Setta potente, qundi, ma cosa volevano da lui e da sua madre? Perché proprio quella volta? Perché proprio così? Aveva dei brutti presentimenti al riguardo di tutto quello. Quasi come se qualcosa si stesse muovendo lì sotto. Quasi come se qualcosa non lo lasciasse in pace. Inghiottì la saliva e sentì il secco in bocca. Il simbolo di Somujo sulla sua cartella... Che fosse stato destinato a Somujo ancora prima della sua nascita? Che fosse quella la richiesta principale per farlo vivere? O che sua madre avesse ottenuto qualcosa, qualche potere, in cambio per averlo donato alla setta di Somujo ad Ame? Tutte le domande che non avevano una risposta, ma che dovevano, per forza di cose, averne una. Sì, anche guardando quel ghigno divertito di Densen, confermò il suo pensiero. Era troppa la curiosità e avrebbe volontariamente donato tutto quel che aveva pur di scoprire di più. L'Anima, forse, l'aveva già donata involontariamente, ma aveva ancora delle capacità ninja dalla propria. - «Accompagnami all'indirizzo,» - gli disse. - «Per favore. - Ora che sembrava così vicino a scoprire qualcosa di più del nome e delle semplici foto, il tutto sembrava allontanarsi, rimpicciolirsi sempre di più fino a diventare effimero. Voleva arrivare alla fine di quel tunnel, ma per ora non aveva che indizi sparpagliati qua e la e solo un posto che, si sperava, gli avrebbe dato qualche informazioni di più. - «Fortunata?» - Chiese Minoru incredulo, quando riuscì per un momento a tirarsi fuori dai pensieri per guardare l'amico. - «Io sono maledetto. Costretto a sacrificare vite a un Dio che non conosco e mangiare la carne dei bambini, il tutto pur di non morire.» - Poi ascoltò sull'obitorio, ma sebbene la cosa gli avrebbe permesso di sfamarsi nell'immediato, a lungo andare non sarebbe bastato. - «Io devo sacrificare vite, Densen. Per saziarmi posso anche mangiare i cadaveri uccisi da altri, ma le vite le devo sacrificare io.» - Ciononostante la proposta di Dense era abbastanza curiosa: mangiare sempre, la carne di cadaveri, la peggiore... pur di tenersi aggrappato alla vita. Nel cuor suo sperava di trovare sua madre all'indirizzo indicato, ma la probabilità di ciò era bassissima: troppo tempo era passato ed era probabile che li dentro vivesse qualcun altro. Quando gli disse di tenere un basso profilo lì, Minoru sorrise. - «Non temere, amico mio.» - Sicuro di sé si fermò dinnanzi alla vecchia porta in legno e bussò. Non aprì nessuno per molto tempo e solo quando Minoru fu, ormai, pronto a sfondare la porta con una delle sue tecniche esplosive, un'anziana donna la aprì. Guardandola attentamente Minoru pensò prima che fosse sua madre, ma poi decise che non poteva essere lei. Era troppo vecchia, mentre la mamma avrebbe dovuto avere un'età più giovane. In più era cieca.
    «Buongiorno,» - esordì Minoru. - «Mi chiamo Minoru Satou...» - Lei non rispose, ma una volta che il ragazzo ripeté il suo nome, ghignò leggermente entrando nell'appartamento. Era un appartamento vecchio e scuro quello. La ragnatela era ovunque negli angoli, insieme alla polvere. Era evidente come quella vecchia non riuscisse a pulirlo da sola. Perché da sola viveva. - «Sto cercando mia madre... viveva qui... Natsuko Satou... La conosce?» - La donna non rispose: probabilmente era anche muta, ma non era sorda. Quello no. Sentiva, pur male, ma sentiva. Si aggiustò i ciocchi biondi prima d'invitare i due ragazzi a sedere. Era un divano difficile da considerare come tale: sembrava che a breve si sarebbe sfondato. Ciononostante, Minoru si sedette in attesa di sentire cosa avrebbe detto quella donna; Densen poteva fare altrettanto. In primis, in un'atmosfera di silenzio assoluto interrotto solo da qualche fulmine fuori dalla finestra (era di nuovo iniziata la pioggia del cazzo), portò del tè che Minoru fu costretto di rifiutare: non poteva bere niente di quello e la donna sembrava saperlo bene. Il tè, difatti, era destinato a Densen.
    Solo dopo la donna cercò qualcosa negli scaffali vicino: un album con le foto, o qualcosa del genere, con il Simbolo di Somujo in grade impresso sulla prima pagina. - "Non male..." - Pensò Minoru prendendo l'album. Subito vide che non era un album comune. Era qualcosa di molto simile a una storia fotografica, per filo e per segno. Tutti quelli che vi apparivano gli erano sconosciuti e sfogliandolo quasi perse la voglia di guardarlo: non spiegava niente, se non come l'avevano destinato a Somujo e quali rituali avevano utilizzato. Solo alla fine dell'album vide di nuovo il volto di sua madre, un uomo vicino con degli occhi rossi, vestito in giacca e cravatta, e lui, il neonato in braccio della madre. Era una foto diversa da molte altre; una foto che non sembrava appartenere a quella collezione. Una foto normale... Sotto alla foto era scritto "Natsuko Satou e Minoru Satou". Mentre la spiegazione, quella vera, arrivò quando Minoru girò il foglio.
    "...quando al bambino diagnosticarono una grave patologia agli occhi che poteva ucciderlo, Natsuko si rivolse alla setta. Chiese di donare Minoru al Dio, che gli avrebbe dato la capacità di vivere. In cambio si offrì come vittima, sapendo che un giorno Somujo sarebbe venuto a prendersi anche il bambino. Il padre del bambino, un tale Seinji Akuma, era sparito già da molto tempo, forse ucciso o forse scappato da Ame. Natsuko non aveva altre possibilità".
    Incredulo, Minoru passò quella breve spiegazione a Densen, salvo poi chiedere:
    «Quindi è stata mangiata...» - La donna anziana fece un cenno affermativo con il capo. - «Come l'hanno uccisa?» - Ripeté due volte la domanda prima che la donna simulò dei morsi sulla carne: era stata mangiata viva dagli adepti di Somujo. E suo padre, in tutto ciò? Quale ruolo svolgeva? Forse era partito a cercare le cure? In ogni caso sembrava chiaro che senza la setta di Somujo, il ragazzo sarebbe morto molto prima, forse anche alla nascita. Con quel suo gesto Natsuko gli aveva salvato la vita, ma era morta pur di farlo.
    "Un'eroina..."
    «Conosci qualcuno che si chiama Seinji Akuma?» - Chiese a Densen. Non aveva mai sentito un nome e cognoem così. E poi... perché aveva preso il cognome della madre e non del padre? Tutto da chiarire, ma almeno ora aveva un altro nome. E un'altra speranza a cui aggrapparsi. Chissà se suo padre era ancora... vivo?
    Forse era meglio andare, quando gli venne in mente una stupida idea. Doveva, del resto, vendicare sua madre, no?
    Si gettò sulla vecchia donna senza preavviso, sotto gli occhi di Densen. Mentre si contorceva sul suolo cercando di urlare, affondò i denti nella carne e sentì il suo sapore. Un sapore vecchio, in via di decomposizione. Se ne saziò sbranando la carotide e i muscoli finché il pavimento del vecchio appartamento non venne intriso del suo sangue. Solo allora disegnò il simbolo di somujo lì, sui suoi resti, e pianse. Lacrime amare che scendevano lungo le guance, quando qualcuno aprì la porta.
    "Era in comunicazione con gli altri adepti..." - Capì Minoru.
    «Dobbiamo scappare!» - Prima di teletrasportare sé e l'amico sotto al ponte doveva aveva nascosto uno dei suoi sigilli, voleva vedere con chi aveva a che fare. Oh sì che lo voleva avere.

    E l'avrebbe avuto subito. Prima Densen, che girando la testa di lato, verso il corridio avrebbe visto almeno 4 persone incappucciate, tutte diverse, ma tutte con la stessa aura di morte vicino. Negli occhi. E nelle anime. Un momento di attesa, per guardare il cadavere della vecchia ormai dissanguato e poi l'attacco: un uomo con la katana che avrebbe cercato di affondare la lama dritto nella testa di Densen con un affondo verticale. [Velocità: 400]




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    Una Setta Maledetta

    Post Quinto – Gli Adepti di Somujo



    La casa dove la madre di Minoru forse viveva era uno stabile vecchio e malconcio. All’ingresso fu un’anziana donna ad accoglierci, una vecchia del cazzo che sembrava più morta che viva. La cosa era senza alcun dubbio più strana del previsto, ma decisi di entrare per seguire il mio nuovo amico nella sua disperata ricerca di informazioni. Era la curiosità per quella setta a spingermi ad andare avanti e a seguire quell’individuo che aveva ammesso di poter continuare a vivere solo nutrendosi di persone. Rimasi in silenzio mentre la donna ci faceva entrare per poi lasciarci accomodare su un vecchio divano impolverato. Sembrava quasi che la vecchia ci stesse aspettando mentre prendeva da uno scaffale un vecchio libro dove era riportato il simbolo della setta di Somujo. Minoru prese subito a sfogliarlo mentre la vecchia si era disturbata di portarmi un the caldo che all’olfatto non sembrava niente male, e di sicuro non avvelenato date le mie conoscenze basilari sull’argomento [Conoscenza dei Veleni][Abilità][Percezione: 6]

    Conoscenza dei Veleni [2]
    Conoscenza: L'utilizzatore può utilizzare l’equipaggiamento [Veleni]. Anche in combattimento, il veleno si può applicare a qualsiasi equipaggiamento tramite slot Gratuito Lento. Il veleno applicato somministra 1 dose ogni contatto diretto con strutture organiche. Esistono 5 mezzi di trasmissione dei veleni: contatto, iniezione, aereo, ferimento, ingestione.
    Le dosi somministrate per iniezione e ingestione sono considerate raddoppiate (x2); ogni dose di veleno aereo genera per 1 round una nube di diametro pari a 1,5 metri, all’interno della nube è somministrata solo 1 dose; il veleno da contatto riduce la durata di tutti i malus di 1 round. I malus alle stesse caratteristiche non sono cumulativi.
    .


    Minoru sembrava aver finalmente trovato ciò che stava cercando, il suo passato sembrava essere immerso nel dolore e nella sfortuna. Sembrava infatti che il suo destino fosse stato quello di morire appena dopo la nascita e che fu la madre a chiedere a Somujo di salvarlo ad ogni costo maledicendolo a quel modo. Una storia interessante che si era conclusa con due informazioni ancora più interessanti, la prima era che la madre del cannibale era stata uccisa tempo addietro divorata dagli adepti stessi del culto, mentre la seconda riportava il nome di un uomo che non avevo mai sentito prima, Seinji Akuma -No mi dispiace amico mio.. ma non conosco questo nome..- dissi socchiudendo gli occhi -Tuttavia..- avevo preso la tazza di the bollente specchiandomi nel liquido ambrato -..conosco sicuramente qualcuno che potrà dirci di più su questo nome..- il Mastino sapeva molte cose e se questo Seinji Akuma fosse stato qualcuno di importante allora lui ci avrebbe sicuramente saputo dire di più.


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    -Non sarà un problema trovarlo!-




    Ovviamente non potevo immaginare che Seinji Akuma fosse stato ucciso e ridotto in cenere, ma quella era tutt’altra storia. Minoru sembrava soddisfatto di ciò che aveva scoperto e la cosa doveva avergli messo appetito dato che senza alcun preavviso era scattato come un demone assetato di sangue contro la vecchietta azzannandola a morte per poi sventrarla come un animale selvaggio. Schizzi di sangue avevano preso a volare per tutta la stanza mentre osservavo la scena impassibile bevendo il mio the comodamente seduto sul divano -Tsk.. allora è vera la storia che mangi altri esseri umani..- e in effetti la cosa non poteva che farmi piacere dato che dimostrava che Minoru era stato semplicemente sincero con me per quanto incredibile potesse essere quella cosa. Avevo terminato il the mentre il cannibale finiva di fare le sue cose disegnando il simbolo di Somujo a terra e cominciando a pregare come aveva spiegato prima. La maledizione che affliggeva Minoru era semplicemente spietata, ma allo stesso tempo incredibile. Se Somujo aveva il potere di tenerlo in vita allora dovevo assolutamente studiare quel soggetto o qualcun altro della setta. Quel dio o chiunque fosse in realtà sapeva come ingannare la morte ed io cercavo esattamente il segreto per farlo. Vedere il cannibale eseguire il suo rituale giornaliero mi aveva affascinato tuttavia le cose non sarebbero rimaste serene a lungo. La vecchietta infatti non li aveva invitati semplicemente per offrire un the caldo a me e per raccontare una brutta storia a Minoru, ma più semplicemente per tenerci caldi per coloro che erano entrati in casa nascondendosi dietro a dei lunghi mantelli e pomposi cappucci -Dunque è come temevo.. in fondo si trattava solo di una trappola..- mi ero alzato in piedi preparandomi allo scontro, perché così non poteva che essere. Eravamo due contro quattro tuttavia non ero spaventato dalla situazione. Minoru nonostante tutto sembrava sapere il fatto suo ed io stavo diventando giorno dopo giorno più sicuro delle mie abilità sul controllo del mio potere Infernale.


    I tizzi erano senza alcun dubbio adepti e quindi persone maledette come Minoru. Non avevo alcun intenzione di finire divorato come la vecchia da uno di loro quindi se volevo uscirne dovevo rischiare il tutto per tutto e colpire forte fin dal primo istante. Uno degli adepti sembrava avermi puntato impugnando una lunga e pericolosa Katana. L’adepto era veloce, troppo per le mie capacità quindi decisi di aspettare l’ultimo secondo per schivare l’attacco utilizzando parte del mio chakra per scansare la testa e lasciare scivolare la fredda lama della spada lunga la mia guancia destra mentre mi muovevo a sinistra per essere pronto a contrattaccare [Schivata][Difesa 1][Riflessi: Verde+3 / Resistenza: Gialla+1 / Consumo: 1 Basso] [Ferita][Guancia Dx / 2 Leggere].


    Un fiotto di sangue avrebbe macchiato la lama nemica attirando forse la sua attenzione sul vermiglio liquido che quei maledetti da Somujo tanto anelavano mentre io mi ero posizionato perfettamente a sinistra del braccio armato del nemico tenendo la mano sul pugnale. Mentre la lama ed il braccio erano ancora distesi nell’affondo la mia mano destra si sarebbe mossa con una velocità sorprendente impugnando il Kaiken che sarebbe volato colmo di chakra verso il polso del nemico e più precisamente alla giuntura dell’avambraccio con la mano per staccare di netto l’arto e far cadere l’arma. Avevo studiato affondo l’anatomia umana ed un colpo come quello non avrebbe lasciato scampo all’adepto se fosse andato a buon fine. La lama del mio Kaiken forse non era lunga e temprata come quella di una katana ma era più che sufficiente per mozzare la mano di quello stronzo [Fendente al Polso][Tecnica Avanzata][Potenza: 15 / Forza e Velocità: Verde+6 / Consumo: 1 Basso]

    Kaiken [Mischia]
    Il Kaiken era un'arma definita tale per le proprie fatture e facilità d'uso. Usata preferibilmente dalle Ninja donna, ovvero dalle Kunoichi, aveva la stessa funzione e dimensioni del Tanto. Poteva essere nascosto tra le vesti, era un'affilata lama da taglio.
    Tipo: Lama-Taglio
    Dimensione: Mediopiccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 15 | Durezza: 2 | Crediti: 25)

    Conoscenza Medica (Base) [1]
    Conoscenza: L'utilizzatore può diagnosticare e trattare gli Status Leggeri; richiedono 3 slot azione/tecnica per eliminarli. Può eseguire interventi di pronto soccorso e medicare le ferite: l'entità della ferita medicata si ridurrà di ½ leggera ogni giorno. Possiede inoltre conoscenze anatomiche di base, potendo individuare con sicurezza la posizione degli organi interni, dei vasi e delle ossa.

    Estrazione Mortale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    Premessa un'arma non estratta, riposta o non impugnata, l'utilizzatore può estrarre la stessa effettuando un rapido attacco. La Forza e Velocità del colpo aumentano di 3 tacche.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 6 / Consumo: Basso )
    [Da studente in su]
    [OverCap][Braccio Dx / Semiparalisi 2 Round].


    L’azione aveva messo a dura prova il mio fisico ma sapevo che con quella mossa avrei ottenuto un vantaggio straordinario se fosse andata a segno. Quindi colpito o meno l’avversario e con il braccio destro semiparalizzato avrei sfruttato la situazione per tentare un poderoso calcio circolare all’addome avversario sfruttando la rotazione del bacino e la gamba destra che in quella posizione era estremamente avvantaggiata a colpire l’avversario. Il colpo sarebbe partito subito dopo il fendente senza lasciare spazio di manovra all’Adepto [Calcio Dx all’addome][Azione 2][Forza e Velocità: Verde+3].


    Quindi senza esitare colpito o meno l’addome avrei menato anche un terzo colpo, questa volta un colpo di taglio alla giugulare dell’adepto utilizzando il braccio sinistro data la posizione vantaggiosa dell’arto dopo il primo attacco. Mentre portavo il calcio infatti il braccio sinistro si era alzato alla mia guancia destra per poi scattare subito dopo il calcio e colpire l’avversario al collo all’altezza del pomo di Adamo, un punto sensibile che se colpito avrebbe soffocato il nemico e sicuramente lo avrebbe messo in difficoltà. Il braccio si sarebbe lanciato all’attacco disegnando un tondo dalla mia guancia ferita fino alla giugulare nemica cercando di colpire con il taglio della mano [Colpo Sx alla giugulare][Azione 3][Forza e Velocità: Verde+3].


    Quindi senza esitare sarei indietreggiato creando un po’ di spazio tra me e quei bastardi pronti ad uccidermi anche se le dimensioni della casa di certo non davano modo di frapporre più molti metri, giusto lo spazio per non stare uno sopra l’altro. Mi ero ritrovato con le spalle al muro e non sembravano esserci molte vie di uscita se non la porta dalla quale eravamo entrati e che ora ci era stata sbarrata [Movimento][Azione 3][Distanza: 7m].


    Avevo provato a sistemare uno degli Adepti anche se si era dimostrato più forte di me ed ora dovevo trovare una soluzione per non lasciarci le penne -Ehi spero tu abbia un’idea su come uscirne vivi..- mentre mi preparavo al secondo round avevo portato la mano sinistra alla guancia destra lasciando fluire una parte del mio chakra per curare la ferita e bloccare la fuoriuscita di sangue. Quei bastardi bramavano sangue e io di certo non avevo alcuna intenzione di offrire il mio in quel banchetto. La mano sinistra si sarebbe illuminata di chakra verdastro mentre richiudeva in un attino il sottile taglio procurata dalla lama nemica, per fortuna sapevo come curare le mie ferite con estrema facilità [Tecnica delle Mani Curative][Tecnica Base][Guarigione: 2 Leggere / Consumo: 2 Bassi]

    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO.

    Tecnica delle Mani Curative - Shousen Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco
    L'utilizzatore può ripristinare l'energia vitale guarendo i danni e status. La vitalità non verrà ripristinata, non rigenera arti amputati o organi interni distrutti, gli oggetti presenti all'interno delle ferite non sono rimossi. È possibile guarire ferite differenti, entro la Guarigione Massima; è possibile alleviare ferite d’entità superiore la Guarigione Massima.
    Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    (Livello: 3 / Consumo: Basso per Leggera guarita )
    [Guarigione Massima: Leggera per grado]
    .


    Ero pronto a scatenare il potere del Re degli Inferi se necessario anche se avevo intenzione di usare quella carta solo se strettamente necessario. Speravo vivamente che Minoru avesse qualche asso nella manica e che il suo dio, Somujo lo avesse benedetto con qualche miracoloso potere capace di ribaltare la situazione in un istante -..dannata setta del cazzo..- la situazione cominciava a rendermi nervoso, non avevo intenzione di morire in quella casa di merda.




    [...]




    Mentre Densen se la vedeva brutta con uno degli Adepti di Somujo, Minoru non se la sarebbe passata meglio. I quattro individui entrati in casa infatti non sembravano appartenere tutti allo stesso rango infatti solo tre passarono all’attacco, mentre il primo aveva tentato di uccidere Densen gli altri due si erano mossi per ferire a morte il cannibale. Da sotto al mantello quello a sinistra di Minoru avrebbe preso a far roteare la lunga catena di un Kusari Gama[Status: Intralcio Medio]

    Kusari Gama [Mischia]
    Il Kusari Gama è composta da una falce lunga un metro legata da una lunga catena di 2 metri con manico all' altra estremità. La catena può causare Intralcio Medio.
    Tipo: Lama/Catena - Taglio/Immobilizzo
    Dimensione: Grande
    (Potenza: 30| Durezza: 3| Crediti: 110)
    per poi lanciarla verso il cannibale con l’intento di aggrovigliarla attorno ad uno dei suoi avambracci oppure ad una gamba in base alla sua posizione, la catena sarebbe volata rapida e precisa e in quello spazio non sarebbe stato affatto semplice schivarla [Presa con catena][Azione 1][Forza: Rossa+3].


    Mentre la catena veniva lanciata il secondo Adeppto si sarebbe lanciato verso Minoru bruciando all’istante le distanze[Gratuito veloce][Distanza: 6m] che li separavano. L’Adepto quindi sfilate le mani da sotto al mantello avrebbe mostrato i due arti allungarsi verso destra e sinistra mentre al posto delle normali unghie delle falci nere e lunghe almeno mezzo metro si formavano rendendo di fatto le mani avversarie delle affettatrici ambulanti. Giunto a distanza ravvicinata l’adepto avrebbe così menato un colpo ad X con entrambe mirando al petto di Minoru per squartarlo come lui aveva fatto con la povera vecchietta poco prima. L’attacco era veloce e furioso e schivarlo non sarebbe stata cosa semplice in mezzo a quel cadavere e tutto quel sangue di vecchia [Doppio Fendente al petto][Azione 2 e 3][Potenza: 20x2 / Forza e Velocità: Rossa+3].


    Parlare con quegli individui non sarebbe stato semplice dato che il loro unico scopo sembrava essere quello di voler uccidere Densen e Minoru ad ogni costo. Di certo Densen in quella situazione non era altro che una preda succulenta, ma perché anche Minuro era stato preso di mira? Probabilmente il ragazzo non aveva ancora scoperto tutto ciò che c’era da sapere sul suo passato ed il collegamento che lo legava alla maledizione di Somujo.

    CITAZIONE
    Densen
    Vitalità: 8.50
    En. Vitale: 30/30
    Chakra: 27/30
    Recupero Abilità: ///

    Difesa1: Scivata Azione 1: Calcio all’addome
    Difesa2: /// Azione 2: Colpo alla giugulare
    Difesa3: /// Azione 3: Movimento
    Azione Bonus: ///
    Tecnica Base: Mani Curative
    Tecnica Avanzata: Estrazione Mortale
    Equipaggiamento consumato:

    OT// Maledetto culto di Somujo!!! Questi mi ammazzano!!!
     
    .
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    La carne della vecchia era buona, ma la sensazione di vendetta era ancora migliore. Mangiandola Minoru non poteva non pensarci di nuovo e di nuovo. Nel mentre i suoi denti affondavano nella carne e il sangue scorreva lento, egli non capiva. Perché tutto quello era successo? Per quale motivo le cose erano andate così? Inoltre nemmeno Densen sembrava essere di molto aiuto: non conosceva nemmeno il nome di quel tale Seinji Akuma. In tutto questo gli intrighi sembravano non finire, esattamente come i segreti. Fu a quello che pensò Minoru quando sentì di quel qualcuno, che poteva sicuramente rivelare di più su quel nome. Lì per lì fu proprio quella frase a tranquillizzaro un po': del resto, era proprio quello l'aggancio a cui sperava di arrivare. Era quello l'indizio da raggiungere: per il resto non doveva che muoversi portando via sé e Densen da quella stanza. Iniziava a voler bene a quel ragazzo. Forse perché era l'unico appiglio che lo divideva dallo scoprire di più su Seinji Akuma; forse perché Minoru in lui vedeva la sua unica sicurezza. Quella valvola necessaria per non vedere ogni cosa nella tonalità grigia, ma riuscire a intravedere anche una certa speranza oltre la nebbia. Fu un continuo ragionare e pensarci e ripensare in un vorticare infinito di idee. Seinji Akuma... Seinji Akuma... Seinji Akuma. Quel nome sembrava essere ovunque e da nessuno parte, quando il sangue della vecchia aveva formato una bella pozza sotto i piedi del ragazzo. Non ascoltò nemmeno la replica di Densen sul fatto che mangiasse per davvero gli esseri umani. Continuò semplicemente a sbranare la carne, le vene e gli organi interni lanciando il resto in giro per la stanza. - "E' questo il regalo per l'ospitalità..." - si disse fra sé e sé. - «Ti serve ancora un oggetto di studio?» – chiese alzando la testa verso l'amico. Negli interni della donna avrebbe potuto intravedere un bel po' di roba: tessuti, organi, ossa... Un bel studio anatomico era proprio lì, sul pavimento della stanza. Qualunque medico ne sarebbe stato felice, di poter migliorare le proprie conoscenze anatomiche grazie a una... casualità. Anche se, alla fine dei conti, dubitava che Densen non abbia già studiato a sufficienza l'anatomia degli esseri umani. La sua preparazione medica, però, non gli permise d'individuare subito il nocciolo della questione, quando 4 intrusi vennero nella stanza lanciandosi su di lui. - «Non era una trappola,» – bisbigliò Minoru. - «Probabilmente era in qualche modo collegata con gli altri...» – Il che significava che dopo quei 4 ce ne sarebbero venuti altri. E dopo gli altri, altri ancora. In quel posto si sarebbero presto ritrovati a un raduno della setta segreta di Somujo, con loro gli ospiti indesiderati e probabile cibo per gli altri.

    Il primo colpo venne scagliato contro il povero Densen, che riuscì a evitare la spada,c he però gli lasciò una riga rossa sulla guancia. Minoru apprezzò il suo movimento difensivo: fluido, preciso, mirato. Era ben preparato quel ragazzo, almeno sotto il punto di vista del taijtustu. Una schivata del genere, di certo, non era da tutti. Notò anche la mano sul pugnale: era pronto a scattare. Tutto in poco meno di un istante: la sua mano si mosse veloce all'insù, mentre il nemico aveva ancora la catana puntata in avanti. Riuscì a colpire il suo obiettivo, ma leggermente più in alto. E, pur mettendoci tutta la sua forza, non riuscì a staccare quella mano del tutto. La lacerò abbastanza perché un fiotto rosso spruzzasse dalla vena e la katana cadde con un sordo tonfo al terreno. - «Aaargh!» – Urlò il ferito non aspettandosi una simile reazione, nel mentre Minoru ghignava. Chi se lo sarebbe aspettato da Densen? Un ragazzo come un altro a prima vista, eppure con tanti scheletri nell'armadio! [MEDIA Al BRACCIO] Non felice Densen continuò il suo attacco con un rapido calcio. Il nemico, evidentemente provato per via del primo colpo, lo subì in pieno [MEDIO-LEGGERA ALL'ADDOME] e perse l'equilibrio cadendo all'indietro. Lì, però, si riprese e alla vista del potenziale colpo letale da parte di Densen usò la mano non colpita per estrarre velocemente un kunai intrapponendolo sulla traiettoria tra la propria giugulare e la lama di Densen. Le due lame si scontrarono tra di loro in un tonfo metallico, rimbalzando l'un l'altra. L'adepto, pur messo male, cadde subito a terra provato da quel primo approccio a un osso duro come lo era Densen. Quest'ultimo ci pensò bene ad arretrare. Quando si rivolse a Minoru, questi sorrise. - «Sì, ce l'ho...» – gli disse. Aveva sistemato un sigillo remoto in uno dei posti meno accessibili e più oscuri di Ame. E lo aveva adeguatamente mimetizzato. Gli sarebbe bastato trovarsi a poca distanza da Densen per portarlo via da quella stanza. - «Sei la mia unica ancora di salvezza. E voglio sapere chi è Seinji Akuma... » – gli disse, salvo poi rivolgersi agli altri adepti. - «Chi è Seinji Akuma?» – gli chiese guardandoli intriso di sangue della vecchia dai piedi al capo: aveva ovunque della macchie rosse. - «Sei noioso Benzan. Noioso. – gli rispose uno dei 4. - «Ti attendavamo, eppure... Il tuo Shinigami è morto.» – Con quelle parole il tizio scattò in avanti lasciando Minoru abbastanza interdotto. Cosa significava tutto quello? E perché il Dio della Morte era morto? Notò con un Kusari Gama, una lunga catena che avrebbe cercato d'immobilizzarlo: gli serviva vivo? - "Vogliono qualcosa da me..." - Pensò Minoru abbassandosi per evitare la catena, che gli passò giusto qualche centimetro sopra la testa. - "Lento..." - Pensò egli, perdendo in quell'attimo di distrazione il corpo del secondo adepto, con delle lunghe lame al posto delle mani. Delle lame che ora miravano a ferirlo il più possibile, forse perché in quel modo non sarebbe riuscito a combattere. In ogni caso non era un'opzione da considerare, quella. Un attimo, un solo sigillo gli bastò perché dal terreno si alzasse una cupola di roccia contro la quale impattarono entrambe le lame, nel mentre il ragazzo rimase nascosto al suo interno.

    CITAZIONE
    Casa di Roccia
    Villaggio: Specializzazione Esperto di Ninjutsu
    Posizioni Magiche: Capra (1)
    L'utilizzatore può alzare una barriera difensiva di terra intorno a sé stesso. La barriera avrà la forma di una cupola. La potenza difensiva della cupola è pari a 50, la durezza è pari 3; il raggio è pari a 3 metri. E' possibile mantenerla per un round.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Livello: 3 / Consumo: Alto )
    [Da chunin in su]

    Potenza: 60 (50 + Impronta)

    Nascosto nell'ombra di quella cupola Minoru avrebbe atteso un po' per capire che non ci sarebbe stati altri attacchi: era una specie di suo bunker, quello. E oltrepassarlo non era per niente facile. In ogni caso decise di non andarsene da lì insieme al suo amico. Fece crollare le mura della cupola e si alzò per vedere la situazione: due adepti erano vicino a lui, uno ferito vicino alla porta, l'altro era ancora inerme. - «Siete dei bastardi...» – gli disse severo. - «E vi sterminerò tutti. Fino alla fine.» – In un attimo avrebbe attivato e lanciato tutte le sue carta-bombe [7 cartabombe del II liv.] in giro per la stanza, sparpagliandole ovunque [1° SA]. Tre secondi di tempo, entro i quali avrebbe composto 2 sigilli avvicinandosi il più possibile a Densen, entrando in poco nel raggio di 3 metri richiesti. Nel mentre dalla sua bocca sarebbe uscita molta, molta cenere.

    CITAZIONE
    Nuvola Esplosiva - Haisekishou
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre, Capra (2)
    L'utilizzatore può emettere una nuvola di cenere e fumo solido dalla bocca, che andrà ad espandersi in una sfera avente raggio circa 3 metri. La Velocità dell'espansione sarà pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Quando l'utilizzatore interrompe il flusso di fumo, mordendo la nube, questa esploderà con potenza 30 nel raggio di 9 metri; può causare Ustione (Dnt Medio). L'utilizzatore non rientra nel raggio dell'esplosione.
    Tipo: Ninjutsu - Katon
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto )
    [Da genin in su]

    Tecnica Rapida
    Potenza: 30+20+10
    Raggio: 13.5 metri

    Avrebbe morso la cenere e smaterializzatosi nello stesso istante, portando via con sé anche Densen. Un veloce spostamento spazio-temporale; l'asse nella manica che aveva. Quello che gli aveva dato Somujo in compenso alla vita di sua madre. E quella di suo padre, forse. I due sarebbero apparsi non molto lontano da quel luogo, sotto un vecchio ponte dimenticato, in vicinanza della discarica, dove quel sigillo remoto non poteva essere intravisto. Solo in lontananza avrebbero sentito un potentissimo boato, che avrebbe mandato in frantumi quella stanza e tutti quelli che c'erano dentro. - [POTENZA ESPLOSIONE: 410] – «Devi aiutarmi a scoprire di Seinji Akuma,» – avrebbe detto Minoru fuoriuscendo da sotto al ponte per guardare un lungo fiotto di fumo nero in lontananza. - «E a eliminare tutta la setta di Somujo. – Ora che ci pensava la setta non l'avrebbe fatta passare liscia. Da lì a poco sarebbe divenuto un nemico da uccidere, ma non poteva fare altrimenti: ora era pericoloso. Qualcuno che voleva uccidere gli stessi suoi confratelli. Un adepto di Somujo che voleva distruggerne il culto. Sbarazzarsi di quella maledizione.
    E far tornare in vita la madre.
    E il padre.
    E qualcosa gli diceva che Densen gli avrebbe aiutato in tutto ciò.



     
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    Una Setta Maledetta

    Post Sesto – Fuochi d’Artificio



    Gli adepti del culto si erano presentati a casa della vecchia che Minoru aveva appena divorato. Era palese che quella struttura fosse in qualche modo collegata al culto di Somujo e forse avrei dovuto aspettarmi qualcosa del genere, ma ormai era tardi per rimuginare sul passato. Uno dei cultisti aveva appena tentato di uccidermi solo per finire con una mano quasi mozzata e un bel po’ di botte sul corpo. Se pensavano di aver trovato uno sprovveduto allora si sbagliavano di grosso. Forse non ero abile ed esperto come uno di quei fottuti shinobi Accademici, ma ero pur sempre un tipo tosto allenato a combattere e sopravvivere nella peggiore galera di Kumo. Gli anni passati in cella mi avevano insegnato l’arte della lotta e qualche trucchetto da usare in situazioni come quelle inoltre le mie ricerche mi avevano reso estremamente attento ai punti deboli del corpo umano. Non avevo bisogno di squartare il nemico o colpire con mirabolanti colpi di chakra e cazzate varie. A me bastava un colpo ben assestato per vedere il nemico cadere ai miei piedi. Minoru era stato bersagliato quanto e più di me, era ovvio che io fossi solo un intralcio al loro vero obiettivo, il mio nuovo amichetto. Il cannibale sapeva il fatto suo e la mia impressione fu giusta quando lo vidi difendersi abilmente dall’assalto nemico ciò a cui non ero preparato era la successiva serie di eventi che Minoru mise in moto. Il cannibale sembrava avere un piano per uscire vivi da li ma quando lo vidi lanciare bombe per tutta la casa il sangue mi si raggelò mentre il cuore si fermava -DANNAZIONE!!! COSA DIAVOLO STAI FACENDO?!!!- le bombe erano tutte attive ed uscire di li senza essere ridotti in pezzi era semplicemente impensabile. Istintivamente avevo messo le braccia di fronte al corpo per cercare di reggere il colpo anche se sapevo che uscirne vivi sarebbe stato solo un miracolo. Vidi il bagliore delle bombe accendersi nei miei occhi mentre l’onda d’urto esplodeva dirigendosi verso di noi, poi -Uh?!.. ma dove diavolo?!..- un istante dopo, non eravamo più dentro quella fottuta casa.


    Non so come o per quale strano scherzo del destino, ma io e Minoru non eravamo più dentro la casa che ora potevo vedere bruciare sopra di noi, ma sotto ad un ponte poco distante. La puzza di fogna di quel posto mi sembrava quasi odore di lavanda ora che avevo ritrovato la calma e sapevo di essere vivo -Che cosa è successo li dentro.. come abbiamo fatto a finire qui sotto al ponte in un istante?!- mi ero avvicinato a Minoru con espressione minacciosa, non avevo cattive intenzioni ma lo spavento mi aveva turbato più del previsto, la mia vita era la cosa più importante, poi realizzai -Somujo!.. quelle abilità di cui mi parlavi prima.. e che il dio ti ha concesso in cambio della tua maledizione.. si tratta di quello vero.. tu puoi.. spostarti da un luogo ad un altro in un istante..- quel potere andava addirittura oltre la mia capacità di riportare in vita i morti. Altro che maledizione, Minoru aveva un potere che sconfinava la realtà rendendolo di fatto capace di qualsiasi cosa. Con un potere come quello sarebbe stato un gioco da ragazzi ottenere qualsiasi cosa o anche semplicemente rapire una persona importante per poi chiedere il riscatto ed arricchirsi senza tante difficoltà -..uhuhuhuhuh..- non riuscivo a trattenere le risate dalla gioia. Avevo incontrato Minoru per puro caso e questi si era rivelato una fonte di informazioni ed abilità straordinarie, dovevo fare in modo che i rapporti con quel ragazzo fossero più chiari e saldi che mai, avevo assolutamente bisogno dei suoi poteri per raggiungere i miei scopi, saper teletrasportarsi a destra e manca poteva darmi accesso a qualsiasi luogo ed io avevo molti luoghi da visitare.


    -Minoru.. le tue abilità sono incredibili.. davvero..- avevo ripreso fiato e mi ero calmato tornando ad essere quello di sempre. Lo scherzetto delle bombe era stato un colpo di genio, ma non sapendo delle abilità del ragazzo aveva preso una paura boia -.. farò di tutto per aiutarti a scoprire chi sia Senji Akuma e dove si nasconda.. se lui è veramente tuo padre come abbiamo appena scoperto.. allora deve essere un tipo piuttosto interessante..- se il cannibale poteva viaggiare tra spazio e tempo allora forse il padre poteva fare anche di meglio anche se non credevo che fosse in combutta in qualche modo con la setta di Somujo. Minoru era intenzionato a distruggere la setta e anche se a me non interessava direttamente la cosa lo avrei aiutato in cerca di più informazioni su quei cannibali ed il loro dio -Ti aiuterò a distruggere questa setta di pazzi non ti preoccupare.. hanno appena cercato di uccidermi e non sono certo uno che perdona cosa del genere tanto facilmente..- non avevo intenzione di rischiare la vita per uccidere un gruppo di pazzi, ma l’amicizia di Minoru e le informazioni a cui avrei potuto accedere sarebbero state più che sufficienti come motivazione. Dovevo far capire al mio nuovo amico che non scherzavo quindi avrei scoperto le mie carte dimostrandogli la fiducia che riponevo in lui -Ora so quali sono i poteri che Somujo ti ha concesso tuttavia.. tu non sai quasi nulla di me.. quindi lascia che ti presenti un mio amico piuttosto intimo..- avrei così attivato il mio potere aprendo dietro di me il portale che avrebbe permesso al Re degli Inferi di emergere e presentarsi al nostro cospetto [Tocco Infernale][Tecnica Avanzata][Attivazione / Consumo: 3 Bassi]
    .


    -Lui è il Re degli Inferi!- avrei detto con naturalezza mentre muovevo le mie mani cariche dell’energia oscura del demone -Qualche tempo fa ho stretto un patto di reciproca fiducia con lui.. anche se contro la mia volontà.. come vedi non sei l’unico che ha legato la sua vita ad una divinità..- sapevo che così dicendo Minori avrebbe visto in me l’amico perfetto, colui che era stato maledetto similmente a lui e che portava sulla spalle lo stesso fardello -Non mi costringe a divorare corpi umani.. ma le loro anime..- le mie mani ribollivano di potere e mi sarebbe bastato mettere una mano sulla spalla di Minoru per fargli percepire la terribile sensazione di sentire la propria anima venire ridotta a pezzi dal mio potere. Non avevo alcuna intenzione di farlo quindi avrei semplicemente fatto scomparire il Re degli Inferi tornando ad essere una normalissima persona. Ora Minoru sapeva di cosa ero capace, forse mi stavo fidando troppo di quel ragazzo, ma non mi aveva dato l’impressione di essere un doppiogiochista, anzi, sembrava solo una persona confusa in cerca di risposte e io avrei fatto di tutto per aiutarlo a trovarle, in cambio del suo aiuto ovviamente.

    CITAZIONE
    Densen
    Vitalità: 8.50
    En. Vitale: 30/30
    Chakra: 24/30
    Recupero Abilità: ///

    Difesa1: /// Azione 1: ///
    Difesa2: /// Azione 2: ///
    Difesa3: /// Azione 3: ///
    Azione Bonus: ///
    Tecnica Base: ///
    Tecnica Avanzata: ///
    Equipaggiamento consumato:

    OT// Leo se vuoi continuare per me va benissimo lascio a te altrimenti possiamo continuare con una seconda giocata restando sempre sull'argomento!
    :sisi:
     
    .
11 replies since 23/6/2017, 20:53   163 views
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