La Corte Suprema

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  1. leopolis
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    "Pensieri"
    «Dialoghi»


    Ore 12:00,0000000001 – Locanda di Himotara
    «QUEL CAZZONE DI UN SHINKEN HA FATTO TARDI!» – urlò il ragazzo prendendo la prima cosa che gli era capitata sotto mano per tirarla con inaudita forza e violenza contro un muro. Non vide nemmeno che oggetto era (del resto che glie ne importava..?), quanto guardò l'impronta che aveva lasciato sul muro. Shinken, sporco, grasso traditore di merda alla fine non era venuto laddove diceva che sarebbe venuto all'ora indicata. Era forse in ritardo? Non gli importava niente a nessuno il suo ritardo. - "Un ritardo per un ritardato..." - Pensò il ragazzo capendo che ormai non aveva alcun ordine da Shinken, non doveva rispettare alcuna gerarchia e poteva agire come credeva meglio... di testa propria. Non voleva nemmeno aspettare oltre il ritorno di quell'idiota di un Jonin (ma quanti aveva pagato a Oto per ottenere quel grado?), che già aveva deciso cosa fare. Le esplosioni erano avvenute, nella città regnava il Caos assoluto (alla faccia di Minoru, che all'inizio della missione aveva sperato di fare una missione silenziosa volta all'eliminazione dei giudici...), aggiungere al Caos altro Caos non era poi così difficile. Probabilmente, viste le esplosioni al mercato e alla sede della Corte Suprema, la Polizia di Himotara e anche i corpi speciali (se c'è n'erano) erano in pieno regime allarme. I giudici (se non erano morti tutti dopo la prima esplosione), ora, probabilmente, venivano ancora più nascosti, celati e difesi. Anche se, alla fine dei conti, all'udienza mancava ancora moltissimo tempo. In un attimo Minoru aveva analizzato tutto ciò che poteva fare (e quello che, invece, non poteva...), scendendo le scale per raggiungere l'entrata. Si sarebbe, però, fermato prima alla ricerca dell'oste di quell'albergo.
    «Scusi, non è che ha visto mio padre..? Quello alto? Con la faccia buffa e gli occhi scemi? E' che lo aspetto da un po', ma temo si sia perso. » – Sbuffò fingendosi preoccupato per Shinken mentre in realtà sperava che si fosse perso tra le macerie: odiava le persone non puntuali. - «In ogni caso non sa che cosa sta succedendo?.. E non sa mica dove è possibile trovare una... come dice mio padre... banca? Forse è andato la» – Avrebbe atteso le risposte dell'oste prima di procedere oltre. E avrebbe proceduto, come al suo solito, a modo suo: avrebbe atteso il momento giusto. Quando non ci sarebbe stato nessuno in quella sala d'entrata, si sarebbe avvicinato all'oste da dietro in modo silenzioso cercando di rompergli il collo con un unico movimento velocizzato.
    Se ci fosse riuscito avrebbe nascosto il suo corpo (doveva ancora stare in quel villaggio e beh... doveva pur mangiare qualcosa...) e chiuso la locanda dall'interno. Quindi avrebbe cercato i soldi dell'oste: gli sarebbero sicuramente serviti quando si sarebbe recato a Getto per cercare di scoprire di più a proposito dei giudici, sempre se fosse riuscito a scoprire di più a proposito dei giudici, il che non era affatto certo. Trovati i soldi, avrebbe provato a cercare le chiavi dell'albergo. Dovevano essere vicino all'Oste, oppure da qualche altra parte... nascoste. Prese le chiave sarebbe uscito dalla locanda chiudendola dall'esterno, in modo che nessuno di coloro che vi sostava potessero uscire (la merenda...).
    Sarebbe prima andato verso Getto, cercando di stare attento agli sguardi altrui, di non capitare tra i poliziotti e di evitare tutte le zone sovraffollate. Giunto a Getto per la seconda volta in una giornata sola e senza i stupidi limiti del Jonin pirla si sarebbe dato alla scoperta. Avrebbe bussato dapprima alla location più vistosa di Getto:
    «Devo parlare con chi conta...» – avrebbe detto "il bambino" con la faccia seria di chi ha molto da offrire e molto da nascondere. Nel caso dei bisogni avrebbe fatto vedere i soldi sottratti all'oste. In ogni caso, avrebbe provato a bussare alle porte degli edifici più vistosi di Getto finché non avrebbe trovato qualcuno che gli avrebbe dato un po' di credito. Se lo avesse trovato avrebbe agitato i soldi dinnanzi alla sua faccia:
    «Li vedi i Ryo?» – Avrebbe chiesto cercando di compromettere le anime. - «Sono una parte del patrimonio di mio padre, un Jonin di Oto che si chiama Shinken Takatsui. Lui ha anche una spada tutta di diamanti e d'oro e poi è bravo ad agitarla e a non venire agli appuntamenti. Anche pensare gli viene male, ma quando si tratta di me, suo figlio legittimo e unico, è disposto a pagare delle grandi somme di denaro. Perciò sarà breve e schietto: devo scoprire dove sono i giudici della Corte Suprema di Himotara e sono disposto a tutto per farlo.» – Avrebbe terminato il bambino sorridendo. Aveva detto qualche mezza verità, ma... hey, era pur sempre interessante scoprire dove si trovavano le prede.


    Vitalità: 14 leggere
    Chakra: 75 Bassi -1(Trasformazione), -40 Bassi (Sigilli Esplosivi),-3Bassi(Camuffamento Oscuro)

    Equip.: CartaBomba II x0/7
    Tonico di Recupero Medio x2
    Tonico di Ripristino Medio x1
    Tonico di Riprstino Minore x1

    Sigilli Rimasti:

    Attese:



    Slot Azione:
    I ///
    II ///
    III ///

    Slot Difesa:
    I ///
    II ///
    III ///

    Slot Tecnica:
    I-
    II-

    Slot Gratuito:
     
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