[News GdR] La Trama della Vita - Umizaki

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    Infectious Disease

    Post Primo – Sono pur sempre un medico..



    Mi trovavo nella cantina dell’Anal Gore quella mattina. Avevo deciso di riallestire quel postaccio per creare il mio laboratorio di ricerca, almeno fino a quando io e Kuso non avremmo avuto abbastanza fondi per creare una vera e propria base per coordinare le nostre operazioni criminali. Come stavo dicendo, quella mattina stavo vivisezionando il corpo di un poveraccio che avevo trovato nelle campagne limitrofi e su cui stavo compiendo un semplice esperimento. Ero curioso di vedere quanto sarei riuscito a tenerlo in vita mentre lo smontavo come un giocattolo per bambini. Prima le dita, poi un paio di arti e infine parte degli organi, solo ed esclusivamente per capire ed imparare sempre di più su come poter rendere il mio corpo e la mia anima immortale. Era già la quarta volta che il bastardo moriva quella mattina, per fortuna non era un gran problema per uno come me dato che ogni volta mi bastava riportarlo in vita -Ecco qua.. sette metri di budella.. off.. che schifo.. lo stronzo stava ancora digerendo..- stavo sfilando via dall’addome del tizio il suo intestino mentre mi osservava drogato dalle sostanze che gli avevo somministrato. Usare lo Stocazzius come base per i miei farmaci stava dando risultati inaspettati anche se avevo davvero molto da imparare. Ero quasi riuscito a compiere l’operazione quando uno dei sottoposti di Kuso o non so chi irruppe nella stanza facendomi scivolare con il bisturi dentro il corpo della cavia. Inutile che vi racconti come andò a finire quella storia, beh una cosa la posso svelare, dopo quell’interruzione un nuovo corpo si era aggiunto a quello del poveraccio che nel frattempo era morto.


    Quel deficiente aveva fatto irruzione nel mio laboratorio solo per portarmi un messaggio, una notizia che sembrava aver fatto il giro di tutto il continente -Mmh.. l’isola di Taro eh.. cazzo è in culo ai lupi.. nemmeno io mi sono mai spinto così lontano durante i miei viaggi.. Tsk..- sembrava che da quelle parti se la stessero passando parecchio male. Una qualche strana epidemia stava creando non poco scompiglio e se nessuno aveva ancora trovato una risposta al problema allora la cosa doveva essere più seria di quanto ci si potesse aspettare -Mmh.. potrebbe essere un’occasione più unica che rara..- sugli scaffali e nelle celle frigorifere del mio laboratorio avevo già raccolto qualche batterio e virus da studiare, campione che le Arterie di Ame mi avevano passato per prendere confidenza con quel campo della medicina, ma nulla che potesse realmente essere utilizzato come un’arma o altro. Se quella piaga stava decimando l’isola di Taro allora doveva essere qualcosa di speciale e per cui valeva sicuramente la pena fare un viaggio. Avevo deciso ormai, io e Kuso saremmo partiti per il Paese del Mare in direzione dell’isola di Taro.


    -Kuso!.. ehi Kuso dove sei?!..- non avevo idea di dove si trovasse il mio amico del cuore tuttavia sapevo che il folle non si allontanava mai per troppo tempo dall’Anal Gore senza di me. Una volta trovato l’Immortale avrei cercato di distogliere la sua attenzione da qualsiasi follia in cui fosse immerso per convincerlo a partire con me per l’Isola di Taro -Ah sei qui.. su forza fa le valige.. stiamo per partire!- non mi sarei preoccupato di spiegare dove o come stavamo andando. Sapevo che Kuso mi avrebbe seguito ovunque senza fare storie se ne avesse avuto voglia altrimenti mi sarei mosso da solo in quella avventura. L’isola di Taro poteva essere un ottima esperienza formativa oltre che un’opportunità di imparare e affinare le mie abilità.


    Il giorno seguente mi sarei così imbarcato su di una nave mercantile diretta verso l’Isola infetta nel Paese del Mare. Ero abituato a viaggiare in barca quindi non sarebbe stato un gran fastidio per me. Se Kuso fosse stato con me gli avrei spiegato cosa stava succedendo a Taro ed il perché stavamo andando proprio li inoltre fissandolo negli occhi gli avrei intimato di -..mantenere un profilo basso.. è chiaro?!- sapevo bene che quelle parole erano dette al vento, ma continuavo ad ostinarmi a provare a spiegare le cose a quell’individuo -Andiamo sull’isola per dare un’occhiata e capire se possiamo recuperare in sicurezza qualche campione del virus che sta infettando quella gente.. forse tu sarai anche Immortale o quasi.. ma io non ho nessuna intenzione di venire infettato quindi muoviamoci con calma per il momento.. poi si vedrà..- sapevo già che i mie propositi mi avrebbero portato a commettere omicidi e chissà quali crimini, ma più potevo ritardare quel momento meglio sarebbe stato per me e Kuso. Una volta giunti sull’isola avrei atteso prima di scendere dalla nave, non sapevo ancora che tipo di malattia stesse contagiando quella gente e come potesse essere trasmessa. Se avessi avuto modo di chiedere a qualcuno del posto non infetto o ad altri giunti li per aiutare quella gente avrei chiesto semplicemente poche cose -Che cosa sta succedendo esattamente su quest’Isola?!.. e cosa è stato fatto dalle autorità che governano l’Isola per contenere l’epidemia?!.. Quali sintomi si presentano una volta che le persone sono state infettate?.. Qualche medico esperto sta già cercando una cura?- oltre a chiedere i nomi e ruoli delle persone che avrebbero in qualche modo potuto aiutarmi nell’impresa di “aiutare” quelle persone. Mi ero presentato a tutti come un medico freelance mentre Kuso era ovviamente la mia assistente crocerossina. Non restava che scoprire di più di quel posto maledetto.


    CITAZIONE
    Densen
    Vitalità: 12.50
    Vitalità Temporanea: ///
    En. Vitale: 30/30
    Chakra: 40/40
    Recupero Abilità:

    Difesa1: /// Azione 1: ///
    Difesa2: /// Azione 2: ///
    Difesa3: /// Azione 3: ///
    Tecnica Base: ///
    Tecnica Avanzata: ///
    Equipaggiamento consumato: ///

     
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    Gli era stata data una branda e un piccolo spazio per i suoi esercizi, questo serviva a Torikeshi per vivere.
    Hohenheim, il giovane che lo aveva condotto a Suna, aveva insistito per fornirgli anche un fornello per cuocere gli alimenti ma erano anni che ormai il vecchietto solo carne ed ossa mangiava frutta e verdura cruda per sopravvivere; a volte, quando riusciva a reperirle, si concedeva una manciata di edamame o di soia, sempre al naturale, ma erano almeno quarant'anni che non accendeva un fuoco. Vegano, dunque, e per giunta crudista.
    Ambientarsi a Suna non era stato così facile: nella sola piazzetta del quartiere dove era stato ubicato c'era in media più gente di quanto avesse ancora memoria di aver conosciuto e sinceramente non sapeva per certo un soggetto in particolare fosse reale o solo il frutto della sua immaginazione. Il jonin finito per puro caso nel suo monastero aveva messo a nudo le crepe negli unici ricordi in suo possesso che pensava corrispondessero a verità e questo, sebbene distruggerlo nell'animo, in un secondo momento gli aveva dado il giusto input per iniziarsi a fare domande sulla sua condizione. Era vecchio, questo era indubbio, e forse era anche normale dover convivere con la demenza senile ma a quel punto era anche chiaro che ci doveva essere qualcosa oltre questo: la fonte della sua forma di schizofrenia non era solo naturale.
    La mattina si svegliava all'alba, faceva i suoi esercizi di yoga e allungamento e poi andava a lavarsi sfruttando la fontana poco distante dalla sua "abitazione". Lì lavava anche l'unico indumento che possedeva, il kimono Uttarasangha appartenuto al suo maestro, e nelle poche ore necessarie a farlo asciugare (visto il sole cocente della Sabbia) girava in fundoshi per le vie del villaggio. Per il cibo ovviamente lo reperiva dagli alberi o rubava dalle bancarelle del mercato centrale; a volte lo elemosinava anche.
    Il pomeriggio andava nel deserto e ogni giorno cercava di arrivare sempre più avanti per riuscire a scrutare la sua casa, tra le nuvole, prima che una tempesta lo costringesse a tornare indietro; era chiaro che non aveva ancora trovato un senso a quella nuova vita che gli si era posta d'innanzi. Socializzare con gli altri era così difficile, soprattutto dopo tanti anni di isolamento: non riusciva a regolare la voce, alternando sbraiti a sussurri, cambiava discorso all'improvviso e a volte si rivolgeva a persone che in realtà vedeva solo lui.
    Il giorno che gli portarono il coprifronte di Suna rimase tutto il giorno a fissarlo tra le sue mani, nel costante dubbio di averlo già visto o magari indossato in passato...ma non poteva essere no? Lui dopotutto aveva vissuto sempre al monastero.
    Apparte questo, ovviamente meditava molto, soprattutto quando il sonno tardava a sopraggiungere....forse, la cosa che gli mancava di più dell'Heiwa no Shinden era proprio la statua del Buddha.

    :::

    Fu sempre Hohenheim, che probabilmente aveva continuato a monitorare l'inserimento del vecchio all'interno del villaggio, a cercare di fornirgli uno stimolo nuovo per distoglierlo dalla routine: una missione. Nulla di complesso, anche se l'isola di Taro era lontana, ma Torikeshi gli aveva già dimostrato di saperne di medicina (dopotutto lo aveva curato lui in occasione del loro primo "precipitoso" incontro) e probabilmente il ninja delle squadre speciali aveva pensato che applicarsi in qualcosa di sufficientemente impegnativo avrebbe fatto solo del bene al neo sunese.
    In altre parole, lo raggirò fingendo di portarlo al monastero e lo condusse lungo la costa bagnata dal Nanmen, doveva assoldò un'imbarcazione per condurlo nel Paese dei Demoni, infilandogli nella sacca porta oggetti un cocco e le specifiche sulla missione giunte dall'Accademia. Per assurdo l'anziano uomo era più al sicuro da solo in un posto sconosciuto che circondato da centinaia di persone nella sua nuova casa; dopotutto era sopravvissuto in qualche modo fino ad allora in quel luogo sperduto dal mondo no?

    Durante il tragitto leggere cosa avrebbe dovuto fare sarebbe stata l'unica attività degna di nota, apparte riuscire a capire come quell'aggeggio riuscisse ad andare così veloce su quello specchio di terra fangosa e azzurra che non sapeva, o forse non ricordava(?), si chiamasse mare. Aprì la mappa del mondo e anche lì ci mise un po a raccapezzarsi:

    " Mai stato qui..."

    Davvero? Apparte il fatto che stava indicando un punto completamente a caso...
    Ad ogni modo realizzare di avere a che fare con una malattia lo mise ancor più di pessimo umore, vistolo già lo scherzetto del suo nuovo "amico": le informazioni sui suoi effetti e le modalità di contagio erano approssimative; inoltre non aveva mai sentito parlare di strane creature sul generis...apparte i wurm dell'Aunaroch.

    " Servirebbe uno studio epidemiologico più accurato ma almeno immagino che un gruppo di ricerca stia lavorando all'estrazione del batterio o del virus artefice dell'infezione...magari sono già arrivati a sintetizzare un vaccino. "

    Tz9Nnki

    A tratti era estremamente lucido sebbene l'esigua memoria a breve termine ne vanificasse praticamente l'utilità.
    Almeno, quando scese dalla sua nave e mise piede sull'isola in questione, sapeva cosa fare: trovare i centri che stavano studiando l'evoluzione e la natura del fenomeno. Secondo il monaco, infatti, sarebbe stato praticamente inutile cercare di acquisire informazioni random dagli abitanti, se ancora non avessero evacuato la zona, o dai non addetti ai lavori: la gente comunque può sbagliare facilmente nel parlare di cose che non conosce, soprattutto in ambito medico.
    La struttura ospedaliera principale del villaggio di Umizaki poteva essere un buon punto da cui partire per capire fin dove erano arrivate le ricerche; all'ingresso avrebbe mostrato il coprifronte accademico (che aveva capito fosse come un lasciapassare in molte circostanze) e chiesto di parlare con chi ne sapesse della malattia. Dati alla mano avrebbe potuto formulare domande più acute ai medici che già lavoravano al caso.

     
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    Come far danno subito




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    Oddio ti prego no, partiamo dal prossimo giro.

    Ma come partiamo dal prossimo giro? C'è la gente si prepara da un botto, Hoshi ha pure già postato con Densen non possiamo mandarlo da solo.

    SI MA IO NON LO VOGLIO FARE!

    O madonna santa, non puoi fare così tutte le volte che c'è da fare un post di presentazione.

    Ma a me fanno schifo al cazzo...

    Lo so, anche a me, poi ti tocca inventare un'introduzione " e stavo facendo questo.. e stavo facendo quello.. e gni gni gni e gne gne gne".

    Ecco appunto, esattamente quello di cui stavo parlando.

    Eh lo so vai, non ti dimenticare che sono comunque una persona sola e triste che parla se stessa in questo momento, quindi presumo di capire quello che pensi.

    Ah. Giusto. Scusa.


    No, fa niente, ho solo qualcosa in un occhio, non è che sto piangendo. Concentriamoci su di te, cos'è che stavi facendo quando hai ricevuto la notizia?

    Un'idea ce l'avrei....

    LO SO! TI HO DETTO CHE LO SO!

    E ALLORA PERCHE' CHIEDI?

    SONO COSE CHE SI FANNO, SONO DOMANDE RETORICHE DIOSANTISSIMO.

    SI MA NON TI INCAZZARE CHE POI MI FAI URLARE E MI FA MALE LA GOLA.

    Si hai ragione, scusami.

    Ma no dai, ho sbagliato anche io, scrivi che ti passa.

    Come ogni terzo mercoledì dei mesi dispari Kuso era nella sua cameretta a scuoiare viva una puttana, le sue mani, pregne di sangue, affondavano l'affilatissima lama che brandiva con entrambe le mani.
    Vi assicuro che affilare una lama non era stato affatto semplice, la povera bestia si dimenava di brutto e Kuso era più volta stato colpito da un suo calcio finché, finalmente, non era morta ed aveva potuto continuare a renderla assai tagliente in un processo che a noi è ancora sconosciutonon lo volete sapere.
    Più volte si era chiesto se non avesse sbagliato, ma non poteva essere così, Densen era stato chiarissimo: "Se vuoi fare una taxodermia come si deve ti serve una lama affilatissima".
    Eppure l'arma ricavata dal peloso animale era ben lontana dall'essere adeguata per il lavoro che stava facendo, magari esemplare maschio avrebbe fatto più al caso suo.
    Le urla della donna distrassero il folle dal volo pindarico che la sua mente stava facendo sull'arma che stringeva tra le mani, con un movimento distratto il suo sguardo si discostò dalla sua vittima ed il ninja si fece istantaneamente di sasso. Lentamente riportò lo sguardo sugli occhi della donna, pieni di terrore.

    Io... io mi scuso profondamente... non... non so cosa mi sia preso... ommioddio, ma che sto facendo? Oggi è Giovedi! Beh... ci vediamo domani eh....

    Così dicendo posò la strana arma ed uscì tranquillo dalla sua cameretta mentre la donna continuava ad urlare.

    O ehy Densen!

    Disse incontrando il suo amico, anch'esso sporco di sangue.

    Anche tu pensavi fosse mercoledì, eh? Ahahahah, pazzesco! Partiamo? oh... ok, lascia che mi prepari un attimo.

    Così dicendo Kuso si strappò di dosso tutti i vestiti al di fuori della maschera, sulle gambe e sulle braccia erano legate delle piccole sacche dove il suo equipaggiamento era contenuto, fatta eccezione per le bombe, nascoste sotto la maschera.

    Prontissimo! No, aspetta un attimo!

    Così dicendo corse via per poi tornare pochi istanti dopo con sulle spalle un piccolo zaino di pelle, umana.

    Eccomi, andiamo!

    [...]



    La barca, ricca di marinai nerboruti, rinfrancava lo spirito di Kuso, che con attenzione ascoltò le spiegazioni dell'amico.

    Andiamo a Taro a dare il colpo di grazia alle persone che stanno male e spacchiamo di botte sto tipo di nome virus. Capito. Per quanto riguarda il profilo basso non ti preoccupare, sono un mago di queste cose!

    Esclamò Kuso accucciandosi immediatamente.

    Visto? Ora però merenda! Che mi pari tutto sciupato poverino.

    Il ninja cremisi si tolse quindi lo zainetto dalle spalle e ne trasse fuori due peni congelati identici infilzati su uno stecco.

    Non ti preoccupare, è il mio, tutta carne di qualità, mangia che son tutte proteine e non temere di chiedermene un altro che ne ho portati una ventina.

    Nelle settimane precedenti Kuso si era infatti tagliato continuamente il pene ogni volta che gli ricresceva per poi infilzare il moncherino su di uno spiedo e metterlo in freezer generando così dei simpatici e pratici peneghiaccioli.

    Ora che ci penso però ci sta che si scongelino da qui a quando arriviamo, meglio se li offro a giro.

    Il folle si diresse quindi, sempre accovacciato, verso una coppia poco distante da lui e Densen.

    Salve signori! Posso offrivi.... signorina non c'è bisogno che urli, non ha mai visto un uomo nudo? Sono qui solo per offrivi gentilmente un pene ghiacciolo... Signore sua moglie pare svenuta, magari le fa male la nave... si ma non c'è bisogno si arrabbi....madonna la maleducazione....

    Sconsolato Kuso proseguì, sempre ricordandosi di stare accucciato in modo da mantenere il profilo basso che Densen tanto voleva, la sua ricerca di qualcuno che volesse un delizioso manicaretto.

    PENEGHIACCIOLI! DELIZIOSI PENEGHIACCIOLI! ADATTI ANCHE AI BAMBINI!
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Trama della Vita [Umizaki]


    I

    Se non ci fosse un emergenza in corso, Umizaki sarebbe stata una splendida città da visitare in tempo di pace per trascorrere del tempo in maniera tranquilla, al sole, davanti al mare. Non c'era mare migliore di quello che bagnava le coste del Paese omonimo, in tutto il mondo conosciuto. L'acqua era così trasparente e la sabbia così bianca che si potevano vedere i pesci a dieci metri di profondità e nel complesso sembrava molto più simile ad una piscina che ad una spiaggia.
    Sarebbe stato davvero un bel posto se non fosse per la Malattia.
    Quando una Malattia arriva, qualcosa nella popolazione si spezza. Gli abbracci diventano rari, tutti sono sospettosi di tutti. Non sai mai chi potrebbe infettarti ed ogni mattina finivi con lo svegliarti con addosso la paura di sentire qualche sintomo, ed ogni colpo di tosse, ogni debolezza ed ogni brivido di freddo spaventavano quasi quanto una spada puntata al collo.
    Chi fosse giunto ad Umizaki avrebbe percepito quell'aria di paura a primo impatto. La gente camminava per strada, ma ben pochi rispetto a quello che ci si poteva aspettare. Il porto, una struttura moderna e ben mantenuta, era una serie di banchine di pietra davanti ad un lungomare che un tempo doveva essere stato fervido: diverse vetrine di negozi e ristoranti di ogni genere si affacciavano sulla strada, eppure quasi la metà erano chiusi, le serrande abbassate e le vetrine oscurate.

    [Densen e Kuso]
    Quando Densen scese dalla nave fermò una donna che reggeva in una mano una busta con della frutta, nell'altra la mano della figlioletta che poteva avere sei anni. Sembrava stanca e provata.
    Siete qui per aiutarci? Qualcuno sta venendo qui? Vero? La sua voce era carica di speranze. Una malattia, non sappiamo come sia arrivata oppure il sindaco non vuole dircelo. Quando si sono resi conto di quanto fosse pericolosa aveva già infettato decine e decine di persone... Gli occhi le si riempirono di lacrime.
    Mamma... mormorò la bambina, triste.
    Scusate, è che anche mio marito... La donna si diede un contegno e non permise alle lacrime di cadere, strofinando vigorosamente gli occhi. Sembrava una febbre... solo una febbre. Quando però è calata mio marito ha iniziato a perdere coscienza di sé... a non rispondere agli stimoli. Non è morto, ma non è vivo... Potete guarirlo? Potete aiutarlo?
    Nel mentre un urlo agghiacciante squarciò l'aria. Una giovane ragazza aveva urlato alla visione del pene reciso, congelato ed infilato su uno spiedino che il folle le stava offrendo ed il suo ragazzo, un omaccione con una zazzera di capelli castani e dall'aria poco amichevole fissò Kuso con astio.
    TU SEI UN PAZZO MANIACO! GUARDIE! GUARDIE! A quel punto il grido aveva allertato un soldato che stava distrattamente a fare di guardia al porto che si avvicinò di corsa. Aveva una katana e si avvicinò alla coppietta. La donna piangeva, impallidita per l'orrore appena visto.
    Cosa è successo? Domandò la guardia.
    Quell'uomo... quell'uomo ha pezzi... umani recisi e li offre! Lo arresti per carità!
    La guardia, zelante, chiamata al dovere si avvicinò a Kuso. EHI TU FERMO! Ed iniziò a correre verso di lui [Velocità: 200]. NON FARE SCHERZI, GETTA LA BORSA, ALZA LE MANI E RESTA FERMO DOVE SEI!
    Basso profilo.

    [Torikeshi ]
    Recatosi all'ospedale a chiedere informazioni un infermiere dall'aria corpulenta e le mani grosse (poveri pazienti), lo bloccò.
    Sapevo che il sindaco aveva chiesto aiuto al di fuori del Paese del Mare, ma non è che sei un pensionato venuto qui a perdere tempo? Non hai un orto da curare? Un orto da curare a Suna. Bella questa. Comunque nonno, abbiamo portato i malati al vecchio manicomio. Esci da qui e guarda a sinistra, vedrai una collina con sopra una villa. Lì devi andare. E lo liquidò con ben poca gentilezza. Il tempo della gentilezza sembrava un lontano ricordo ad Umizaki.


    Non ci sarebbe voluto molto per sapere dov'erano i malati. Letteralmente chiunque avrebbe risposto alla domanda, senza esitare, probabilmente con fare sbrigativo perché i malati erano temuti. La Malattia era qualcosa di orribile a vedersi, del resto. Poco fuori Umizaki, su una collinetta verde da cui si dominava la città portuale, c'era una vecchia struttura in disuso. Un vecchio manicomio, che divenne una scuola per poi essere trasformato in caserma. Allo scoppio dell'epidemia i soldati di Umizaki erano stati trasferiti al posto di guardia al Porto e la casera era stata adibita a lazzaretto.
    Un posto tetro, circondato da un'inferriata nera, con diverse barre piegate. Il giardino era tenuto in maniera mediocre ed un albero enorme era più alto del grande palazzo a due piani vicino di esso e con i suoi rami lo copriva leggermente. Le foglie stavano iniziando a divenire gialle e cadere, rivestendo il manto erboso di uno strato giallo, arancio e marrone.
    Era lì che dovevano andare.
    Il cancello era aperto, così come la porta, che era solo socchiusa. Ci si aspettava grande caos, ma in realtà c'era un'aria lugubre. Infermieri camminavano silenziosamente, con mascherine sul viso, uomini e donne sedevano tristemente per i corridoi, probabilmente parenti delle vittime.
    C'erano poi due rampe di scale, una che portava ai sotterranei, l'altra che portava ai piani superiori, mentre tutto il piano terra sembrava essere dedicato ad accogliere gente che non sembrava essere malata, ma che voleva stupidamente rimanere vicina ai malati.
    Dove andare, cosa chiede a chi, era una scelta dei coraggiosi che si erano avventurati in quel posto. Ammesso che ci fossero mai arrivati.

    Post semplice, dieci giorni di tempo per postare. Potete fare tutti gli interpost che volete nelle interazioni con infermiere e parenti. Avete libertà sulla descrizione di questi se lo desiderate, altrimenti farò io.

     
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    Ma ti pare il modo?




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    Come? COME? Kuso aveva offerto, e sottolineiamolo , OFFERTO GRATUITAMENTE, degli squisiti e rinfrescanti stuzzichini e loro si permettevano non solo di rifiutarli, ma perfino di denunciarlo per questo.

    Te lo avevo detto erano maleducati.

    E avevi pure ragione, schifosi ingrati.
    La guardia cominciò a correre verso il folle ad una velocità che non gli sarebbe stata difficile da superare, ma quando uno sbirro dice ad un fratello nero di alzare le mani e rimanere immobile è bene che lo faccia o la successiva cosa che accade è che si ritrova sei ccolpi di avvertimento nella schiena.

    Come fratello nero? Chi è nero?

    Te sei nero.

    S.. sono nero?

    Sei nero dentro.

    Ah, menomale.

    Che vuol dire menomale? Sei razzista?

    No! Certo che no! Cioè dicevo solo che...

    Stai tranquillo, ti sto prendendo in giro, lo so che sei razzista solo con gli scozzesi.

    Maledetti scozzesi, hanno rovinato la Scozia!

    Ben detto! Comunque, dove eravamo? Ah, sì.
    Lo sbirro stava correndo "rapido" verso il ninja cremisi che immediatamente si mise in piedi, mantenere un basso profilo non sembrava aver funzionato, ma più basso di così proprio non gli era possibile, aveva fatto il massimo.
    Il folle alzò le mani ed urlò.

    E' PERCHE' SONO NERO? EH? UN FRATELLO NON PUO' NEMMENO PROVARE A CAMPARE CHE SUBITO VIENE ETICHETTATO COME UN DELINQUENTE? CAZZO FRATELLO UNO CERCA DI USCIRE ONESTAMENTE DAL GHETTO E VOI LO RIPAGATE COSI'? ED IO CHE ERO VENUTO QUI PER SALVARVI!

    Kuso, calmandosi improvvisamente, abbassò le mani e diminuì il tono della voce per poi togliesi lo zaino e poggiarlo davanti a se.

    Permettetemi di spiegare!

    Affermò svuotando a terra il contenuto dello zaino.

    Come potete vedere queste non sono semplicemente parti umane, sono la STESSA parte! Non solo , sono la MIA parte!


    Per tutti i presenti non sarebbe stato difficile notare come i peneghiacioli derivassero essettivamente dallo stesso pene, quello di Kuso.

    Vedete, io ho il potere della guarigione, e non solo per me! Ma non dovete credermi sulla parola!

    Con la mano destra intimò quindi a Denesn di avvicinarsi a lui.

    Questo è il mio assistente., nonché valletta, Densen Maneggiascroti. Densen, la mano sinistra per favore.

    Non appena l'amico gli porse la mano Kuso, con un gesto fulmineo, estrasse un Kunai da una sacca sulla coscia sinistra e tagliò di netto le due falangi distali del mignolo sinistro di DensenAutoconclusivo perché accordato con Hoshi, che lui lo voglia o meno..

    Calmi! Calmi! Signor sbirro, potrebbe controllare che il dito del mio amico è effettivamente stato reciso? Molto bene, adesso osservate!

    Senza esitazione Kuso infilò il proprio indice destro nella bocca di Densen, come se questo dovesse succhiarlo, ma, una volta che il dito fu nella cavità orale, lo preremette sull'arcata dentaria superiore dell'amico abbastanza forte da ferirsi, poi rigenerò istantaneamente la piccola ferita ed estrasse il dito, che non avrebbe riportato alcuna alterazione, tutto durò non più di un secondo.
    Un attimo dopo, incredibilmente, il dito di Densen cominciò a ricrescere fino a che non fu come nuovo!

    Avete visto? Io ho il potere di guarivi e ve lo stavo offrendo gratuitamente, questi pene ghiaccioli sono infatti parti congelate di me ed hanno effetti benefici sull'organismo, soprattutto in ambito sessuale, ma QUEST'UOMO...

    Indicò quindi il bastardo che aveva chiamato la guardia.

    Ha pensato bene di DENUNCIARMI per questo, nonostante io volessi solo il meglio per tutti voi! Quindi adesso l'offerta non è più valida.

    Kuso rimise i peneghiaccioli nello zaino e lo lanciò in mare.

    E voglio che sia chiaro che la colpa è solo SUA e della sua MALEDUCAZIONE. Non sono però un mostro e sono ancora disposto ad aiutare i vostri malati, con l'aiuto del dottor Maneggiascroti qui, anche lui un luminare nel campo della medicina. Volete per cortesia portarmi dove posso ottenere più informazioni e magari aiutarvi? O devo tornarmene a casa?

    Ahhh, cosa non si deve inventare un fratello pur di sopravvivere.

    Amen.


    Non sapendo che fine faccio mi fermo qui XD
     
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    Post Secondo – Peni gelatooo.. peni gelato signore e signori!!!



    Sapevo che muoversi per il continente non sarebbe stato semplice dopo il mio incontro con Kuso. Avevo deciso di stringere con lo strano individuo un legame speciale trovando in lui una persona abbastanza imprevedibile e eccentrica da non dovermi preoccupare di cosa e perché. Quando l’eroe mascherato tirò fuori dallo zaino una serie di peni congelati non potei far altro che sospirare divertito, quel pazzo non aveva fatto altro che tagliarsi il pisello tutti i giorni nelle ultime settimane solo per provare a rifilarlo a qualche stolto. Dovevo ammettere che nessuno a parte Kuso sapeva farmi divertire e sorprendere a quel modo. L’unica pecca era che nonostante i miei avvertimenti il folle aveva rovinato ogni nostro tentativo di starsene buoni ad osservare la situazione. Non eravamo sull’isola nemmeno da un paio di minuti che già una guardia si era fatta avanti a spada tratta per cercare di sedare la situazione. Stavo parlando con una donna quando Kuso preso dall’entusiasmo si era messo a vendere cazzi congelati. Una ragazza spaventata si era messa ad urlare ed anche la donna che sembrava avere il marito malato richiamando tutte le attenzioni su di noi -Credo che questo sia un tuo nuovo record personale.. uff..- non mi ero agitato più di tanto, quella situazione per quanto assurda poteva sicuramente essere risolta. Quella gente era semplicemente disperata e dove regna la disperazione tutto è lecito.


    -Calma.. calma.. si calmi la prego.. c’è una spiegazione a tutto!!!- mi ero fatto avanti mostrando un sorriso imbarazzato anche se dentro di me avrei semplicemente ucciso tutti per farli stare zitti. Kuso era ormai fuori controllo mentre offeso gettava cazzi congelati ovunque -Siamo dei guaritori venuti fino a qui per aiutarvi a debellare la terribile epidemia che ha colpito la vostra gente..- per quel che mi riguardava potevano morire anche tutti quei cani bastardi, ma prima volevo approfittarne per imparare qualcosa di più -Sono un medico.. e..- guardai perplesso Kuso prima di dire spaesato -..il tuo assistente?!!- non ebbi nemmeno il tempo di rendermi conto mentre cercavo di capire che Kuso aveva preso la mia mano sinistra tagliandomi di netto la falange del mignolo strappandomi di bocca non poche imprecazioni soffocate solo dall’imperversare del suo dito nella mia bocca -AARGH..NGH.. CHEZ@à][.. ARGH.. NGH!!!- per mia fortuna Kuso non sarebbe mai riuscito a capire cosa stavo dicendo nei suoi confronti nemmeno usando il gioca traduci. Mentre il sangue zampillava avevo alzato la mano monca al cielo ineggiando alla santità di Kuso -MMh.. EEEH.. OOOH.. EEEH.. MARONN.. IL GIALLO!!!-[Ferita][1/2 Leggera][Falange mignolo Sx].


    La rabbia svanì in pochi istanti mentre mordevo il dito di Kuso per attivare le sue mirabolanti abilità di guarigione. Sapevo bene di quel suo straordinario potere e ci misi poco a capire che tutta quella messa in scena serviva solo a sedare la guardia armata e la gente che ormai ci vedeva come dei pazzi. Kuso era folle, ma non stupido e quella sua mossa di sicuro poteva far presa su gente disperata come quella. Il mignolo della mia mano si sarebbe rigenerato in pochi istanti mentre sentivo i tessuti sfrigolare tornando come nuovi. Quando la mano dell’eroe mascherato allentò la presa sulla mia bocca non trattenni un -Ta-daaannn!..- quanto mai scocciato. Aveva fatto un male bestia e l’azione improvvisa mi aveva fatto girare non poco i coglioni, ma Kuso sapeva sempre come farsi perdonare inoltre era la mia cavia preferita quindi potevo sorvolare su quel gesto tanto sconsiderato. Ormai Kuso si era offeso e sapevo bene che le cose di li in poi potevano solo andare peggio, dovevo usare la sua improvvisazione per trarne i maggiori benefici -Come potete vedere il mio amico è dotato di straordinari poteri di guarigione.. la sua saliva è un potentissimo agente rigenerante capace di curare qualsiasi male!.. quei membri congelati in realtà non sono altro che delle culture antibatteriche e antibiotiche che da mesi il Dottore sta preparando per aiutare la vostra gente.. non giudicate il nostro aiuto con occhi pieni di pregiudizio! Forse potrà sembrarvi strano o grottesco.. ma questi ghiaccioli potrebbero essere l’unica cura alla malattia che ha colpito le vostre terre..- e in quel momento mi sarei abbassato verso la bambina mostrandole un gran sorriso mentre le porgevo un ghiacciolo dicendole -Su forza.. prendi bambina.. che ti fa bene!-.


    Speravo che la nostra messa in scena potesse funzionare, in fin dei conti le nostre abilità come medico e uomo dei miracoli erano innegabili quindi non ci sarebbe rimasto che fare qualche domanda per capire come muoverci -Io ed il Dottore vorremmo davvero potervi aiutare efficacemente ma per farlo abbiamo bisogno di parlare con chi prima di noi ha studiato questa strana malattia e capirne i sintomi.. signora mia ha detto che suo marito è stato colpito da una forte febbre prima di cadere in coma una volta che questa è passata.. esistono moltissime malattie con sintomi simili tuttavia non posso dire con certezza di cosa si tratta fino a quando non avrò modo di vedere da vicino un paziente o di parlare con un esperto che ha avuto modo di vedere un malato.. inoltre ci sarebbe un’altra cosa che vorrei sapere.. qualcuno è già morto a causa della malattia?!.. o si è risvegliato dal coma?- se qualcuno fosse morto a causa della malattia allora sarebbe bastato riportarlo in vita per capire meglio come avesse fatto a contrarla. Era necessario fare un quadro clinico chiaro e completa della situazione prima di cominciare a curare qualcosa che per il momento non aveva nessuna identità

    CITAZIONE
    Densen
    Vitalità: 12.00
    Vitalità Temporanea: ///
    En. Vitale: 29.5/30
    Chakra: 40/40
    Recupero Abilità:

    Difesa1: /// Azione 1: ///
    Difesa2: /// Azione 2: ///
    Difesa3: /// Azione 3: ///
    Tecnica Base: ///
    Tecnica Avanzata: ///
    Equipaggiamento consumato: ///

     
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    " Che maleducazione, ragazzino. raramente essere scontrosi paga, anche se si ha ragione. "

    L'infermiere, che poi tanto piccolo sia di stazza che di età non era, non fu affatto carino nei confronti del medico mandato per aiutare a risolvere la questione. Torikeshi, dunque, si limitò a fare dietrofront con le mani incrociate dietro la schiena ed incamminarsi verso il posto che il corpulento uomo aveva chiamato "manicomio"...non sapeva cosa fosse realmente in realtà, non ne aveva mai sentito parlare (?), ma dall'etimologia della parola si poteva dedurre fosse un ospedale (komion) per la pazzia (Mania). Quindi tra i sintomi della malattia vi era una qualche forma di alterazione della mente, il che non era affatto un bene visto che con buona probabilità ottenere informazioni dai malati stessi sarebbe stato molto più complesso rispetto ad averli lucidi e recettivi.

    Il lazzaretto nasceva in realtà in quello che prima doveva essere un complesso militare; non sembrava un posto di cui il villaggio andava molto fiero, sia per la poca cura con il quale veniva tenuto sia per il fatto stesso di averci messo "i malati". All'interno la situazione peggiorò solamente: come in tutti i luoghi di malattia c'era del dolore, manifestato in primis dai parenti delle vittime e poi anche da chi lavorava in quel posto. Torikeshi non si sentiva propriamente a suo agio nella stanza principale adibita ad hall, già le persone lo mettevano a disagio, figuriamoci chi doveva essere nelle loro condizioni...quindi si defilò cercando di bloccare uno degli infermieri sul piano. La prima che trovò fu una giovane ragazza con l'aria abbattuta e il viso segnato dallo sconforto, nonostante la mascherina che portava glie lo coprisse quasi del tutto.

    " Mia cara, forza e coraggio...a queste persone serve speranza, se non siamo noi a dargliela chi lo farà mai? Hai un viso così dolce poi, la sofferenza non dovrebbe proprio intaccare quelle gote rosate. Salve, sono il medico fatto chiamare da Suna. Necessiterei anche io di una di quelle mascherine, inoltre desidererei parlare con il team di medici che si sta occupando della malattia, grazie. "

    HwnY4Mr

    Da quando si era messo in testa di debellare il male che stava affliggendo quelle terre sembrava molto più lucido e recettivo del solito; che quello fosse davvero lo stimolo giusto per fargli tornare la voglia di mettersi alla prova? Qualora l'operatrice sanitaria non fosse stata in grado di ottemperare alle sue richieste o se ci fosse stato del tempo da aspettare, il monaco non avrebbe perso occasione per perlustrare le aree accessibili della struttura. In particolar modo si sarebbe concentrato sui piani inferiori dove poteva aspettarsi di trovare delle vecchie prigioni ora adibite a zone di reclusione o perché no, camere mortuarie. Sarebbe stato attento a notare eventuali discussioni sospette [Percezione 9, Occhio di Falco] e annotare sulle sue carte ninja tutto ciò che altrimenti gli sarebbe stato difficile ricordare. Sicuramente avrebbe inciso le impressioni che aveva avuto sull'infermiera di prima e l'omone che lo aveva bloccato all'ospedale, aggiunto le loro carte alle altre del mazzo (che, per inciso, al momento annoveravano solo il profilo di Hohenheim e quale nota sugli scorci di Suna che aveva avuto modo di studiare) [Carte Ninja]. Quello era per lui il modo più rapido per andare a ripristinare ogni informazione posseduta prima di uno dei suoi frequenti black out, che potevano arrivare da un momento all'altro. Era stato proprio il ragazzo di Suna a consigliargli quel metodo basilare per fargli tornare la memoria a breve termine e doveva dire che funzionava molto bene!

    Non avrebbe assolutamente adottato una strategia furtiva, anzi, appena incrociata una persona che poteva avere un ruolo di comando in quel manicomio non avrebbe esitato a presentarsi come Torikeshi, spingendo per essere messo al corrente sullo stato attuale delle cose. Gli interessava soprattutto il parere medico, poiché la prima voce dalla quale sentire la verità doveva essere la più attendibile e precisa possibile...per questo avrebbe evitato di parlare, per ora, con i parenti dei malati.

     
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    La Trama della Vita


    II - Umizaki


    [Densen e Kuso]
    Dire che la guardia fosse leggermente perplessa dalla paradossale situazione che si era creata. Da un lato aveva avuto l'ordine di accogliere i medici e dare loro le corrette indicazioni per raggiungere l'ospedale e qualsiasi altra cosa avrebbero ritenuto utile, dall'altro non poteva ignorare un uomo che stava distribuendo peni congelati come se fossero ghiaccioli.
    Il fatto che però avesse capacità curative così estese rendeva Kuso un soggetto largamente interessante e le guardie non potevano ignorarlo. Però poi Densen arrivò, in tutta la sua baldanza, con il chiaro scopo di prendere in giro tutti quanti.
    Non bisognava essere medici per capire che i peni erano soltanto peni che l'uomo si era staccato e poi si era fatto ricrescere e si era staccato ancora. Ed ovviamente pensò bene di offrirlo alla bambina.
    Una guardia allora si mosse, si mise tra Densen e la bambina e cercò di spintonare il ragazzo [Azione]Forza: 200
    Velocità: 200
    .
    Umizaki ha sofferto abbastanza senza che due pazzi si mettano a terrorizzare la popolazione. Andate via, non siete i benvenuti qui, anche se siete... medici.
    Densen e Kuso avevano sorpassato il limite di decenza accettabile. Anche nella più nera disperazione c'era una dignità da difendere che non sarebbe stata lesa da due pazzi senza criterio che intendevano distribuire alla popolazioni prti anatomiche rimosse.
    Nel mentre però una piccola folla si era riunita attorno alla scena, c'erano almeno altre dieci persone ed altre due guardie si erano avvicinate.
    Jugo, che succede? Cos'è questo baccano? domandò una di queste.
    Due simpaticoni che si credono medici venuti solo a piantare grane. Stavano giusto andando via, vero?
    Densen e Kuso avevano decisamente sorpassato il limite. La follia poteva essere divertente quando la città non era sull'orlo di una crisi per una malattia che non riuscivano a sconfiggere.

    [Torikeshi]
    Il viso dell'anziano era affabile e le sue parole, anche. Forse per questo che la giovane infermiera che bloccò gli sorrise caldamente, come se le sue parole le avessero scaldato il cuore ferito da ciò che stava succedendo nella sua città.
    Chissà se qualcuno che conosceva era rimasto colpito da quella malattia. Probabile, ed il fatto che continuasse a lavorare dimostrava la sua grande forza d'animo.
    Mi avevano detto che avevano chiesto l'aiuto all'Accademia, ma non speravo che qualcuno arrivasse davvero..., la donna sembrava sollevata. Venga, abbiamo istruzioni di accogliere i medici che intendono dare una mano. La conduco in sala medici. Le mascherine sono nei contenitori appesi al muro, così come i guanti. Se vuole, abbiamo anche dei camici usa e getta disse l'infermiera. Il mio nome è Akiko.
    Torikeshi fu dunque condotto al primo piano e dunque entrò in un corridoio con diverse porte sulla sinistra. Non c'erano parenti lì, solo infermieri o altri medici.
    Questi un tempo erano degli alloggi militari, spiegò Akiko, entrando nell'ultima porta in fondo al corridoio.
    La sala medici era una stanza spoglia, con due tavoli, con molte cartelle cliniche sopra di esse, diverse sedie ed un solo uomo all'interno. Era un uomo sui quarant'anni, con i capelli ingrigiti ed un paio di occhiali eleganti.
    Akiko? Chi è quest'uomo? Domandò l'uomo, con una note i gentilezza mista a stanchezza nella voce.
    Un medico, proviene da Suna. È venuto a dare una mano. Io vado dottor Kōsen.
    Kōsen la salutò con un gesto gentile e dunque rivolse la sua attenzione all'anziano uomo.
    Ammetto che non so bene cosa fare... mi perdoni, non ci siamo presentati. Io sono Ryutaro Kōsen, uno dei medici che sta cercando di capire come salvare quelle povere anime. Dicevo, non so bene come... comportarmi. Il Paese dell'Acqua ha chiesto aiuto, ma le nostre competenze scientifiche non sono da meno di quelle di voi ninja Sospirò Tuttavia, le nostre capacità di cura sono notevolmente inferiori e forse qualcosa ci sfugge in come questa malattia sia arrivata e si sia propagata. In ogni caso, queste sono cartelle cliniche, se vuole consultarle, faccia pure. Ammetto però che i sintomi sono così aspecifici che dubito possa cavarci davvero un ragno dal buco.
    Le cartelle lì presenti sul tavolo alla rinfusa erano solo alcune delle molte che erano state compilate dall'inizio dell'epidemia. Con una rapida analisi Torikeshi avrebbe scoperto che tutte le cartelle sul tavolo erano di pazienti con la malattia in fase acuta: l'infezione era presente, ma non era stata debellata. Il problema era che quando questa veniva debellata dal sistema immunitario (non c'erano prove che le cure funzionassero davvero) lasciava il paziente in uno stato comatoso e non responsivo.
    Come il dottor Kōsen aveva annunciato, non c'era davvero nulla di particolare in quelle cartelle. Le analisi del sangue mostravano una formula leucocitaria che era quella di quadro tipico di un'infezioneConoscenze mediche Base: capite che si tratta di un'infezione
    Intermedie: Capite che si tratta di un'infezione parassitaria
    .
    Le analisi del sangue inoltre non mostravano alterazioni particolarmente importanti, anche se alcuni valori fuori scala potevano saltare all'occhio [Informazioni]Conoscenze mediche Base: capite che c'è uno stato infiammatorio.



    Hoshi e Sho: Sto cercando di mantenere le reazioni il più normali possibili alle vostre azioni :ghu:
    Gene: Se vuoi info più particolari, o vuoi chiedere qualcosa al dottore, va pure senza fare grossi post. Questa è una vera e propria indagine!
    Tempo limite fino al 5 Novembre :zxc:
     
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    " Il conteggio differenziale dei leucociti mostra un'infezione, è evidente, mentre dall'esame del sangue si deduce uno stato infiammatorio..."

    Disse tra se e se; Torikeshi si era già messo all'opera senza badare troppo ai convenevoli: la sua decennale esperienza in ambito medico gli suggeriva che le infezioni, di qualsiasi tipo, sono uno degli stimoli più comuni per l'insorgenza dell'infiammazione e spesso le tossine prodotte dai patogeni sono una delle cause principali di infiammazione. Quindi le probabilità che dietro tutto ciò si nascondesse un "organismo estraneo" erano elevate.
    Chiuse le cartelle per poi rivolgersi al dottore il quale aveva già confessato di non sapere che pesci prendere: serviva un approccio meno cervellotico e più operativo per andare al nocciolo della questione.

    " Mi dica riguardo gli effetti della malattia e le modalità di contagio. Tutti i casi che mi ha sottoposto sono relative ad uno stato avanzato e in quale modo debellandola si manda k.o. anche l'ospite...sembra quasi un comportamento simbiontico, non trova? Come le ife delle micorrize, mi verrebbe da dedurre; la natura ci può sempre fornire un esempio per aiutarci a capire. In quanto tempo si arriva ad una situazione critica? E soprattutto il profilo medico e psicologico dei pazienti come evolve durante l'accrescersi della malattia? I pazienti hanno per caso manifestato sensazioni particolari anche non prettamente mediche? Oppressione o anche semplici sbalzi di umore? "

    Doveva avere un quadro generale più ampio possibile per iniziare a capire come agire ma ciò che gli premeva più di ogni altra cosa era di entrare subito a contatto con uno dei pazienti della struttura, qualora questo non fosse troppo pericoloso per la sua salute. Se le informazioni sui modi di diffusione fossero state dunque in accordo con i suoi piani, ad esempio pericolo di trasmissione aerea, il vecchio monaco avrebbe proposto di scendere in prima fila per osservare son i suoi occhi il "nemico".

    " Andrei a fare visita ai degenti. Se possibile, quattro cinque malati, da chi ha contratto da poco la malattia a chi è arrivato allo stato comatoso. Qualora l'infezione si manifestasse tramite vesciche, croste o quant'altro vorrei prendere dei campioni per studiarli attentamente; avete dei laboratori qui, giusto? "

    Aveva portato con se le sue erbe ed intrugli fitoterapeutici e poi aveva il suo chakra mediante il quale sapeva di poter debellare ogni male, o almeno in un ricordo lontano (o forse un sogno) era così. Indossò quindi mascherina, camice e guanti gentilmente forniti dall'infermiera del quale nell'immediato non ricordava il nome ma che aveva appuntato sulle sue carte ninja, così come le conclusioni tirate riguardo quel primo incontro con Kōsen.

    " Ah, un'ultima cosa: l'autopsia sui cadaveri ha evidenziato qualcosa di particolare? Qualsiasi cosa, anche fosse l'ingrossamento di un organo interno oppure un dato non anomalo ma comune a tutti i malati, potrebbe aiutare. "



    CITAZIONE
    OT / Premetto che le mie conoscenze mediche sono pari a 0; tutto quello che ho scritto l'ho trovato cercando su internet ahahha /OT
     
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    Come se me ne sbattesse




    Legenda
    Narrato Giocatore
    Parlato Kuso
    Pensato Kuso


    Iniziò piano la risata di Kuso, quasi some un sussurro, poi divenne più forte sempre di più fino a costringere il folle a portare entrambe le mani sull'addome e piegarsi in avanti come se questo stesse per esplodere dalla forza delle contrazioni conseguenti alle tante risa.
    Durò poco, circa trenta secondi, prima che il ninja cremisi riuscisse ad assumere nuovamente una posizione eretta, fortunatamente la posizione era ppunto l'unica cosa eretta in quel momento.

    Non che non ci riesca eh, per l'amor di io, mi dici quando e SBAM, come il metallo, ma non mi pareva il caso suvvia, già Densens mi mette nei casini, gli erigo anche il cazzo in faccia, magari è troppo.

    Portò quindi la mano destra sulla maschera, in corrispondenza dell'occhi destro, come se volesse asciugare le lacrime che quel momento di ilarità gli avevano fatto sgorgare da esso, poi, con fatica, prese la parola.

    Ma... ahahahah... ma....ahahahaha... Scusate scusate

    Disse Kuso dando un paio di colpi di tosse per tornare il più serio possibile.

    Cioè davvero? Dai su! Vi ho beccato, tirate fuori la telecamera... No, perché questo è chiaramente uno scherzo, giusto?

    Lentamente il simpatico pervertito di quartiere cominciò a camminare, non con una meta, ma semplicemente tra la gente che si era radunata, come se volesse che lo seguissero anche con lo sguardo oltre che con l'udito.

    Se non è uno scherzo allora siete più pazzi di me, lasciatemelo dire. Analizziamo la situazione, vi va? Vediamo se vi riesco a far capire il mio punto di vista: Io ed il mio compagno Maneggiascroti siamo qui perché VOI avete chiesto aiuto, non abbiamo chiesto soldi, non abbiamo chiesto ricompense, siamo arrivati in un posto che ci hanno comunicato essere DISPERATO per la presenza di questo morbo e voi, nonostante abbiate con i vostri occhi visto le nostre capacità curative ci trattate così? Per cosa poi? Perché il nostro concetto di medicina, di cura e persino di normalità è diverso dal vostro? Guardatemi!

    Disse Kuso allargando le braccia in modo che tutti potessero vedere il suo corpo nudo pieno di cicatrici.

    Il mio corpo è marchiato da mille battaglie, se fossi qui per creare problemi pensate che non lo avrei già fatto? Fatemi il favore, se non è il nostro aiuto quello che cercate, basta dirlo. Comunicheremo a chi di dovere che avete già abbastanza aiuti, tanti da rifiutare quelli in arrivo, perché sembra proprio che sia quello che state facendo. Sbaglio?

    Il folle si avvicinò quindi al compagno.

    Dottor Maneggiascroti, sembra proprio che non vogliano il nostro aiuto? E lei che c teneva così tanto ad aiutare queste persone...

    Pose entrabe le mani sulle spalle di Densen e lo trasse a sé, come per confortarlo, per poi rivolgersi alla madre della bimba a cui Densen aveva offerto il peneghiacciolo.

    Mi dispiace molto se il nostro dono è risultato offensivo per sua figlia. Mi raccomando, faccia le mie scuse anche al padre.

    Il folle si discostò da Densen per rivolgersi nuovamente alla folla battendo le mani in un singolo e poderoso applauso, quasi come per siglare un accordo.

    Bene allora, se nessuno qui ha bisogno di noi qui, questo è un addio! Buona fortuna pudicini miei.

    Con quelle parole Kuso si sarebbe quindi avviato verso la nave che li aveva portati in quel luogo.
     
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    La Trama della Vita


    III



    [Torikeshi]
    Il medico ascoltò le parole dell'anziano Shinobi con interesse ed ovviamente, tutte le deduzioni a cui era arrivato non erano una reale novità per lui. Però rimase disponibile a rispondere alle domande, perché magari con quel confronto poteva nascere una nuova idea, un nuovo percorso per risolvere quella disperata situazione.
    La malattia esordisce come una banale sindrome respiratoria acuta, febbre, tosse. Dopo alcuni giorni, da quattro a cinque, inizia una fase di vero e proprio delirio. Il paziente non riconosce più i propri cari, è agitato, ma non violento. La cosa interessante è che tutti sembrano lamentare la stessa cosa..., il medico aggrottò le sopracciglia. Lamentano la mancanza di qualcosa, qualcosa di non specifico. Una frase che ho sentito spesso è "Dov'è la madre?", a volte anche quando la madre stessa era lì. Ho ipotizzato che qualche parte del cervello venisse irrimediabilmente compromessa. È l'unica spiegazione. Poi, dopo circa dieci giorni la febbre sparisce ed il delirio si attenua finché i pazienti non diventano semplicemente... apatici. Vivono, si nutrono se avvicinato loro del cibo, ma non sembrano provare alcuna reale emozione. Nessuno è morto. Non abbiamo fatto alcuna autopsia. Tutti i pazienti, dal primo all'ultimo, sono ancora vivi.
    Ed appunto, era dai vivi che lo avrebbe accompagnato. Così come fece Torikeshi il medico si munì di protezioni basilari per la sua salute. I nuovi arrivati erano in isolamento totale, giacché era stato dimostrato che finché durava la febbre il paziente era ancora contagioso.
    Stipati in stanze che potevano normalmente accogliere metà delle persone, l'aria lì dentro era soffocante ed insalubre ed il suono dei colpi di tosse riempiva l'aria. Sia al medico che a Torikeshi fu dato un camice usa e getta da indossare, che sarebbe stato incenerito per evitare il diffondersi del patogeno.

    Quei pazienti non sembravano mostrare nulla di particolare a prima vista. Se però Torikeshi avesse effettuato un'indagine particolare avrebbe notato che scottavano, la febbre non scendeva mai sotto i trentanove e che erano pallidi e smunti. Eppure non sembravano esserci lesioni cutanee di nessun tipo, il tutto sembrava assai simile ad una banale influenza.

    Coloro che invece stavano iniziando a sviluppare il delirio erano decisamente più interessanti. Molti di essi avevano il capo tra le mani ed un'espressione disperata in viso. Alcuni borbottavano cose incomprensibili, altri invece avevano gli occhi spalancati e facevano saettare la testa in tutte le direzioni come alla ricerca di qualcosa. Solo uno era abbastanza lucido da avere una conversione, un giovane sui trent'anni, magro per la malattia, con un nervoso tic oculare.
    Sei fortunato, mormorò il medico a Torikeshi. Quel paziente potrebbe risponderti.

    Infine coloro che erano guariti, perché tutti guarivano, guardavano semplicemente in avanti. Non si muovevano se non mossi, ma non opponevano alcuna resistenza. Non parlavano, non rispondevano. Uno spettacolo a dir poco orribile.




    Aspetto la parte di Hoshi perché sennò non so che scrivere in quella di Kuso. Per Gene, hai 10 giorni di tempo :zxc:
     
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    Chiamate aiuto



    Sanjuro era consigliere da qualche settimana. Un ufficio per lui era stato predisposto in una stanzetta salubre nel palazzo amministrativo della Nebbia, ma lui questo non lo aveva mai saputo; non perchè nessuno lo avesse avvertito, aveva avuto almeno due avvisi a voce e uno cartaceo, ma li aveva del tutto ignorati. Che non volesse o non gli interessasse comprenderli, non era risaputo.
    Aveva comunque bisogno di espletare quei compiti propri di un consigliere, qualunque fossero. La carica era importante e certamente alcune incombenze dovevano essere risolte, per liberare il Kage di quei compiti amministrativi che potevano essere svolti da altri, individui fidati, ma comunque altri.
    Più che altro questioni economiche che esulavano il governo militare, o la gestione di risorse secondarie, argomenti certamente importanti per il villaggio, ma che potevano passare sotto l'occhio di coloro che erano stati ritenuti fidati dal Daymio. Beh, Sanjuro ricopriva questo ruolo, e dal momento che non voleva rinunciare all'influsso che la palude gli offriva, aveva predisposto una sorta di "ufficio" sul pontile di legno presso la palude, alcuni metri prima della sua capanna.


    Wl15afm
    (Così, ma più grande.)



    Chiamarlo ufficio era in effetti forse un eufemismo, dal momento che a voler essere fiscali, si trattava più che altro di una grossa tenda a cono, di colore blu-kiri. Una struttura interessante e certamente degna di un consigliere, ma era la locazione ad essere alquanto strana, e il fatto che al suo interno, la disposizione aveva ancora meno senso. La tenda era abbastanza grande da bloccare quasi del tutto l'accesso alla palude; quindi per raggiungere la casa di Sanjuro era necessario passarvi dentro, oppure attorno, rischiando di cadere nelle acque limacciose. Nella tenda, al centro esatto, era presente un braciere, perennemente acceso, dove lo sciamano trascorreva il suo tempo da indovino, da oracolo, da esperto delle previsioni del tempo, e da podologo.
    Sul lato sinistro della grande tenda era presente un banco di legno che ricordava più una bancarella malmessa di un mercato molto infame. La bancarella era circondata di libri, rotoli e documenti vari. In quel luogo, Sanjuro svolgeva i suoi compiti di consigliere, firmava moduli, osservava autorizzazioni, e controllava missioni che i messi accademici portavano lì, oltre che presso l'ufficio di Itai.
    Fortunatamente per Kiri, era Gassan ad occuparsi di questo spazio, e considerate le stranezze di Sanjuro, i messaggeri del villaggio e dell'accademia, erano molto contenti di trovare un bastone di legno appoggiato al banco ad accoglierli, e non lo sciamano pazzo.


    iJ1FG9S
    (Così, ma senza il negretto)



    Era sabato mattina. Le 18 di sera del giorno prima erano passate, e Sanjuro stava facendo un bagno in mare sul pontile della palude, quando un commesso di Itai fece il suo ingresso nella tenda dello sciamano, muovendosi con circospezione, non solo perchè il suo consigliere stava dando bracciate come se nuotasse, stando disteso sul pavimento, che era appunto il pontile di legno, ma poichè era la prima volta che entrava nella tenda.
    E si, si trattava proprio del poveretto che era stato "caprizzato" durante il primo incontro di Sanjuro con Itai, dopo la sua nomina.
    Il ragazzo si avvicinò al banco, lasciò una cartelletta su di esso, fissando Gassan, CON UNA GIUSTA PAURA, e abbandonò la tenda.
    Sanjuro interruppe la nuotata, e notando l'aria preoccupata di Gassan, si recò presso il bancone, tenendo un asciugamano addosso dopo la nuotata.


    - Uhmmmm come dici? Un'epidemia? E cosa hanno aspettato a chiamare l'unico in grado di risolvere il problema? Andiamo Gassan, c'è un'epidemia da riparare! -

    E così, convinto che un'epidemia fosse un problema di manutenzione a chissà quale congegno sciamanico, Sanjuro si sistemò la maschera, afferrò Gassan, e uscì dalla tenda, lasciando un cartello affisso, con una lunga ed epesegetica spiegazione sul motivo della sua assenza.

    HTmtPRz
    (Così, ma senza le ciambelle)



    Quindi, lo sciamano inserì Gassan sotto il proprio sedere, e convogliò abbastanza potere sciamanico da partire con uno scoppio, lasciando solo un residuo di ceneri e capelli di pelato bruciacchiati, nel punto in cui si trovava, scomparendo alla vista dei presenti. Non se ne seppe più nulla.

    CITAZIONE
    Fulcro del Potere
    Abile: L'utilizzatore può volare posizionando Gassan tra le natiche e mantenendo il contatto con esso. La velocità degli spostamenti in volo è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore aumentata di 3 tacche .[Da chunin in su]

    [Alcuni giorni alterni dopo]

    Mentre altri accademici si trovavano probabilmente sull'isola di Umizaki, una strana figura sembrò oscurare il cielo sopra la formazione di terra in mezzo all'oceano, qualcosa che ricordava vagamente un gabbiano, o uno sciamano in fiamme; ma qualunque cosa fosse, tagliò le nuvole a metà con terrificante maestria, dirigendosi verso la cittadina come una meteora.

    2gaj46S





    Con il vento nei fluenti capelli biancoargento, lo sciamano del mondo era appena giunto ad Umizaki utilizzando per la prima volta il potere che aveva scoperto dentro Gassan per caso, dopo il ritorno da Azumaido; ma non sapeva ancora come atterrare. Per questo dopo un arrivo degno dell'ultimo dei supereroi, andò a conficcarsi, in fiamme, nelle fronde di un albero situato nel cortile dell'edificio che era stato adibito a lazzeretto. Ora che era sul posto poteva riparare l'epidemia.


    Edited by Jotaro Jaku - 30/11/2017, 13:41
     
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    Il giro di visite diede finalmente qualche risposta alle domande del vecchio monaco.

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    I pazienti che avevano contratto da poco la malattia manifestavano un semplice stato influenzale e la febbre sembrava il sintomo più rilevante. Ne scelse uno tra i tanti e, dopo averlo fatto adagiare sul lettino, ne misurò pressione e battiti cardiaci; seguì quindi un normale controllo medico sebbene sufficientemente approfondito per indagare lo stato di polmoni, spina dorsale, sistema nervoso, vista e capacità di ragionamento. Tutte cose che sicuramente i medici di lì avevano già fatto ma che potevano rivelare qualche informazione aggiuntiva ad un veterano come Torikeshi...una volta, in un sogno, aveva immaginato di essere in grado di di capire cosa non andasse in un paziente semplicemente guardandolo. Un'abilità che ora gli sarebbe tornata molto utile!

    Ad ogni modo, come suggerito anche dalle parole del dottore di cui non ricordava minimamente il nome, l'apporto maggiore che poteva dare era nella bontà delle cure da fornire quindi non avrebbe aspettato molto prima di imporre le sue mani sul torace dell'uomo per rinfondervi il suo chakra [Tecnica delle Mani Curative].

    " Dovresti sentire beneficio in pochi secondi; cerca di descrivermi quello che senti... "

    Ovviamente non sperava di guarire il paziente in quel modo banale bensì il suo vero scopo era vedere in quanto tempo e il quale misura il male che lo affliggeva avrebbe respinto la cura: la febbre sarebbe tornata dopo un po di tempo? Oppure l'Hikariton non avrebbe proprio sortito alcun effetto? Avrebbe annotato tutto su una carta ninja relativa al malato e poi si sarebbe allontanato alla volta della stanza successiva, quella dove il malanno aveva progredito fino ad uno stadio più avanzato, o forse sarebbe stato meglio dire più maturo. E le iniziali ipotesi di un agente patogeno simbiontico non fecero che consolidarsi nella sua mente quando poté constatare con mano lo stato mentale precario di quei pazienti: tutti o quasi avevano perso la ragione nella disperata ricerca che il medico stesso aveva capito fosse per loro "la madre".

    Di certo il neo sunese non avrebbe avuto timore nel camminare in mezzo a loro: era cresciuto in povertà (che il più delle volte è sinonimo di malattia), quindi si sentiva perfettamente a proprio agio nel suo avvicinamento verso l'unico ragazzo che sembrava potergli dare ancora delle risposte.

    " Immagino ti dia fastidio...fai come me, la meditazione più darti sollievo. "

    Si riferiva a quel movimento stereotipato, senza uno scopo preciso, che stava tartassando la palpebra del giovane, il quale non poteva averne il controllo. Quindi incrociò le gambe e assunse una delle sue tipiche posture di raccoglimento interiore ed in particolare quella asanam, poco rigida e sufficientemente confortevole....voleva che il paziente lo emulasse, dunque era quella la scelta migliore.

    " Chiudi gli occhi e fai respiri profondi. Isolati dal mondo circostante e concentrati sulla mia voce; quando senti di aver trovato una certa stabilità cerca di rispondermi, ok? Sono qui per capire cosa non funziona dentro di te ma per farlo devi guidarmi nella tua mente... "

    Stava cercando di entrare in connessione, quasi telepatica (sebbene fosse un'arte ben più avanzata delle due attuali capacità la sentiva propria come poche cose), con il ragazzo per creare uno strato di comunicazione più solido delle semplici parole, le quali potevano sembrare asettiche e prive di grande significato vista la situazione. In genere i malati che sono ancora consapevoli della propria condizione tendono a chiudersi a riccio, figuriamoci poi se l'aspettativa è finire in uno stato comatoso senza apparente via di scampo.

    "Stai cercando qualcosa, vero? Sapresti dirmi che aspetto ha? Ognuno qui pensa sia la propria madre, anche per te è così? "

    Non voleva forzarlo a dire cose che non voleva quindi ci stava girando attorno, limitandosi a poche domande per volta; il suo intento era capire qualche fosse il legame che univa la malattia a questa condizione di follia e in che modo questa cerca disperata vi si agganciasse. Con menti instabili una pratica comune era non fare alcuno tipo di riferimento a cose negative, anche solo per voler ammette di non volerne prendere parte: dire, ad esempio, di non essere intenzionati ad uccidere l'anelata persona o cosa in questione non sarebbe stata una buona idea!
    In base alle risposte del paziente il suo "interrogatorio" sarebbe continuato e l'anziano monaco avrebbe preso nota di ogni dettaglio che ne sarebbe emerso cercando costantemente di mettere a proprio agio il ragazzo.

    :::

    Quanto ai malcapitati già arrivati al punto di non ritorno, Torikeshi aveva ben in mente cosa fare con loro. Un primo approccio per provare rompere quel tremendo "incantesimo" sarebbe stato far chiamare i pazienti di ognuno di loro sperando che le emozioni suscitate potessero in qualche modo causare un qualche tipo di reazione. Dopotutto, se lì dentro c'era una persona ancora recettiva tramite almeno un senso, un qualche tipo di segnale sarebbe sopraggiunto...fosse anche solo l'odore di una sorella o il tatto della mano calda di un padre.

    Qualora questa prima strada non avesse portato a nessun risultato, il genin avrebbe provato con una strategia leggermente più rischiosa: avrebbe chiesto di mettere insieme nella stessa stanza due malati, uno allo stadio intermedio con la psiche alterata e uno in modalità off. Magari il primo avrebbe trovato nel secondo una qualche risposta al suo quesito oppure vedere ciò che a breve sarebbe diventato avrebbe fatto scattare in lui una qualche reazione...E viceversa per coloro i quali stazionavano tra la vita e la morte, in questo limbo indefinito, i quali avrebbero potuto anche riattivarsi in qualche modo ricordandosi quella che sembrava l'unica ragione della propria esistenza.

    Poi, d'un tratto, gli si illuminò qualcosa nel cervello: magari si erano solo arresi perché erano arrivati ad un qualche tipo di conclusione. Forse avevano smesso di cercare perché avevano capito di non avere modo di fuggire da li, oppure perchè avevano realizzato che la propria madre era morta; più semplicemente la cosa dentro di loro poteva essere morta perchè aveva scaduto il suo tempo, portandosi con se il contenitore che la ospitava...

    " Dottore...immagino che anche lei ci abbia pensato ma potremmo essere difronte ad un primo stadio, una forma embrionale magari, covata all'interno della popolazione a seguito di un qualche tipo di contagio ad opera dei Shishihebiari. Non se so molto sul loro conto, ma sembra che siano dei veri mostri...ha provato a far vedere ai degenti una foto o una immagine di uno di quegli esseri? Ad ogni modo quello che voglio fare ora è molto semplice: faccia preparare una sala chirurgica, è il tempo di vedere se c'è qualcosa di strano all'interno dei malati...se le mie supposizioni sono esatte, non mi meraviglierei di trovare qualcosa di estraneo o anomalo nei pazienti in stato comatoso. "

     
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    Infectious Disease

    Post Terzo – Ecco.. ora Kuso si è offeso..



    Offrire un Peneghiacciolo ad una ragazzina non era stata una mossa molto intelligente, ma almeno ora sapevo che quella gente non era poi così disperata come si diceva in giro. Insomma, avevo visto la disperazione molte volte da quando conoscevo Kuso e la gente alla fine arrivava sempre a fare qualsiasi cosa pur di tenersi stretta la vita, e di questo non li biasimavo. Come loro anche io sarei stato disposto a tutto per tenermi stretta la mia vita. La situazione si era scaldata rapidamente e mi resi subito conto che quel ghiacciolo doveva sparire alla svelta, per questo con un gesto lo buttai in acqua -Tsk!.. che ingrati..- mi sarei lasciato scappare dalle labbra voltando lo sguardo.


    Una guardia si era frapposta tra noi e la bambina mentre Kuso si faceva avanti per spiegare la situazione. N fin dei conti non avevamo fatto nulla di male se non importunare una ragazzina e spacciare dei peni congelati come una panacea miracolosa. Mentre Kuso parlava non avrei proferito parola stando al suo gioco mostrando un’espressione indispettita. Se la situazione era così grave nemmeno quegli idioti si sarebbero lasciati scappare delle persone capaci di rigenerare le proprie e quelle degli altri come avevano visto pochi attimi prima. In ogni caso se anche non avessero abboccato a quella farsa io e Kuso non avremmo dovuto far altro che trovare un contagiato per cominciare a studiarlo e raccogliere qualche campione. Avrei atteso la reazione delle guardie senza dire nulla voltandomi come aveva proposto Kuso verso la nave. Se non ci avessero fermato avrei continuato a camminare tenendo il broncio fino a salire nuovamente sulla nave dove avrei comunicato a Kuso di aspettare che le acque si calmassero un po’ prima di scendere nuovamente e cercare un paziente malato in qualche casa o semplicemente dove li tenevano.


    Al contrario se la guardia si fosse calmata richiamandoli li mi sarei voltato avvicinandomi con le mani in tasca senza cambiare la mia espressione stizzita -Va bene!.. Va bene!.. è stato tutto un grosso malinteso.. evidentemente non siete abituati alle nostre pratiche taumaturgiche.. ricominciamo tutto da capo che ne dite?!.. come ha già detto il mio amico siamo qui per aiutare e non certo per appesantire ancora di più i vostri cuori..- mi sarei fatto avanti verso la ragazzina fissandola negli occhi per poi poggiare la mia mano sulla sua testa, se solo lo avessi voluto avrei potuto strapparle l’anima con un semplice gesto -Ti chiedo scusa ragazzina.. ti prometto che salverò questo villaggio e tutti i tuoi amici e parenti..- le sorrisi da vero eroe anche se in realtà non avevo assolutamente alcun interesse per quella banda di sfigati del cazzo. Dovevamo farci un’idea della situazione e almeno poter consultare qualche esperto già informato e che avesse avuto modo di studiare il caso. Cominciare da zero avrebbe reso tutto più complicato -Tu..- mi ero rivolto alla guardia che ci aveva minacciato pochi istanti prima -..immagino abbiate raccolto i malati da qualche parte e che li abbiate messi in quarantena.. vorrei che ci portassi li in modo da poterci fare un’idea di ciò che sta realmente succedendo in questo posto!- quindi sforzandomi di sorridere cordialmente avrei pronunciato due semplici parole -.. per piacere..- fare i buoni mi costava davvero molta fatica [Recitazione]

    Recitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.[Da genin in su]
    .



    CITAZIONE
    Densen
    Vitalità: 12.00
    Vitalità Temporanea: ///
    En. Vitale: 29.5/30
    Chakra: 40/40
    Recupero Abilità:

    Difesa1: /// Azione 1: ///
    Difesa2: /// Azione 2: ///
    Difesa3: /// Azione 3: ///
    Tecnica Base: ///
    Tecnica Avanzata: ///
    Equipaggiamento consumato: ///

     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Trama della Vita


    IV

    [Torikeshi]
    Quando il chakra fluì nel petto dell'uomo, non parve cambiar molto. Il paziente fece scattare una mano, afferrando quella dell'uomo anziano, stringendola tra le dita scheletriche senza alcuna reale forza. Era debole, lo si percepiva.
    Madre. Manca... manca la madre..., l'uomo riuscì a sussurrare quelle parole. Lo sento... lo sento nella testa... Manca... manca qualcosa... sento che manca qualcosa.... Ma l'uomo non poteva dire chi fosse la madre. Non ne aveva la più pallida idea!
    Al consiglio della meditazione non seguì risposta, probabilmente non sarebbe riuscito a meditare nemmeno in un milione di anni.
    Non lo so... so solo... che è la Madre... ma la Madre non è qui... Non è qui..., l'uomo si prese le mani tra i capelli ed iniziò a piangere, come un bambino indifeso.

    Il dottore rimase estremamente sorpreso quando sentì il nome delle Shishiebiari. Da abitante dell'isola sapeva vagamente cos'erano e sentirle nominare lo inquietò. A Taro tutti sanno delle Shishiebiari. Sono localizzate tutte al centro dell'isola, in una riserva protetta nella quale l'accesso è severamente vietato. Si dice siano animali pericolosissimi dal quale tenersi alla larga. Non avevo motivo di sospettare che centrino loro, perché lei lo ha? Il dottore si grattò la testa. Ah non importa. Non so che pesci prendere, per cui un'ipotesi è buona come qualsiasi altra. In ogni caso, qui siamo di fronte ad un problema etico... non ho motivo di credere che qualcosa ci sia dentro quegli uomini, per cui aprirli potrebbe essere... poco etico. Sia chiaro, sono d'accordo con te, ma a questo punto abbiamo bisogno dell'autorizzazione di due parti in causa. Il mio capo ed i parenti di uno dei pazienti in stato comatoso. Allora, Torikeshi-san, a te la scelta. A chi preferisci andare?

    [Sanjuro]
    Una donna, con un bambino per mano, dall'aspetto triste e smunto guardò l'uomo atterrare tra le foglie dell'albero il quale, incapace di reggere il seppur leggero peso dell'uomo, cedette: i rami si piegarono e Sanjuro fu sputato fuori dalle frasche come un frutto troppo maturo, cadendo davanti alla donna ed al bambino. Quest'ultima emise un'urlo spaventato ma il bambino, forse pervaso dal misticismo traboccante di Sanjuro, rimase fermo, incantato a vedere l'uomo caduto dall'albero.
    Dunque si chinò su di lui, scuotendolo con una mano.
    Ehi signore, sta bene? Signore?
    L'urlo però aveva attirato due infermieri che arrivarono ansimando sotto l'albero. Cosa è successo? E questo chi è? Un paziente? Quelli del secondo piano sono pazzi, magari qualcuno ha deciso di andare a cercare la madre di cui blaterano tanto. Ehi, Toshi, dammi una mano a riportarlo dentro!
    Ma vedi tu, chissà dove sono i vestiti. Ehi amico, come ti chiami? Tutto bene? Niente di rotto? I due cercarono di sollevare Sanjuro per le braccia e dunque, con una discreta forza [Energia Verde] cercarono di trascinarlo dentro, per allettarlo, esattamente dove credevano Sanjuro dovesse trovarsi.

    [Il magnifico duo]
    La tensione fu difficile da sciogliersi, ma qualcosa forse scattò nella mente della guardia. Forse si rendeva conto che non poteva impedire a qualcuno di entrare in una città senza mura, che se anche i due "fossero andati via" avrebbero semplicemente potuto fare il giro lungo ed arrivare da tutt'altra parte. Così, lanciando una monetina mentale, decise che valeva la pena provare a fidarsi e si avvicino a Densen, afferrandolo per la collottola.
    Fuori dalla città, sulla collina, alla vecchia caserma. Teniamo i malati lì. Se fate ancora casino vengo a cercarvi.
    Detto ciò lascio Densen e si rivolse alla folla. Lo spettacolo è finito! Sgombrate il molo!
    Ora, stando alle indicazioni ricevute i due potevano trovare facilmente la caserma. Ma sopratutto, avrebbero potuto ammirare qualcosa che volava dal cielo verso la caserma, carico di energia mistica che avrebbe sicuramente ispirato i due a fare in fretta. E se avessero seguito quella sciamanica meteora si sarebbero trovati a vedere la scena di Sanjuro che, creduto un paziente impazzito dalla malattia, veniva forzatamente trascinato via. O almeno, così provavano.
    Piccola nota: Densen e Kuso forse non conoscevano Sanjuro. Se così era, allora non avrebbero mai potuto accorgersi dell'errore e chissà, magari avrebbero persino aiutato l'infermiere a portarlo dentro. Nel rinnovato spirito di collaborazione, si intende.


    Nulla di difficile per chiunque.

    Gene, se vuoi porre anche altre domande al paziente, fa pure!
     
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