Il Ruolo del Garth

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    Falce dei Kaguya


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    Aveva vinto tutti gli avversari e tutte le prove che gli si erano poste davanti come Mikawa, negli anni, fino allo scontro finale contro quello che era il capoclan del suo casato in quel della Rosa, il IV Garth, ottenendo così il titolo di V Garth.

    Aveva superato diverse missioni come membro del villaggio di Oto, da quando aveva abbandonato la Sabbia per raggiungere il Suono; ottenendo il sigillo del Lupo, rendendo il Cancello sotto il suo diretto controllo il più temuto e degno di lode nell'intero villaggio, tanto che ora dirigeva, con precisione ed attenzione, molti shinobi ed uomini di valore del villaggio, alcuni attratti dalla nomea del Mikawa, altri da lui stesso ricercati per quelli che erano i suoi progetti.

    Aveva scalato diversi gradi nell'Accademia, sopravvivendo alle più variegate missioni e combattimento, vincendo un ninja del clan del Drago della Rosa per ottenere il grado di chunin e recuperando contro uno shinobi consacrato al Sekai una reliquia, per confermarlo; fino al superamento di un'ardua missione nel Mare di Giada assieme ad altri shinobi, che gli permise di diventare il secondo Jonin del Suono.

    Tutto questo aveva portato a Aloyseus Diogenes Mikawa la fama e dei doveri, molti dei quali lui rispettava e ricopriva ogni giorno, ma c'era un ruolo il cui peso, forse, non aveva ancora avvertito pienamente sulle sue massiccie spalle, un ruolo a cui ora doveva dempire non solo fregiandosi del titolo, ma anche con i fatti.
    Forse quel ruolo che gli spettava di diritto ormai già era passato alla sua mente, forse non ci aveva ancora pensato, forse pensava già di ricoprirlo adeguatamente, ma di certo le certezze sarebbero arrivate sotto forma di una missiva, giunta ad Oto e recapitata nella sua villa.
    Una missiva che aveva una Rosa stilizzata ed un sigillo dalla forma piuttosto particolare, una forma che ricordava, in qualche modo, un orso, o comunque una qualche sagoma piuttosto massiccia e minacciosa.

    Una volta aperta, la missiva avrebbe riportato poche semplici e dirette parole:

    All'uomo che ha sconfitto il IV Garth,

    Mikawa che puoi, per legge del clan, appellarti come il V Garth, è richiesta la tua presenza presso la sede Principale del clan, nel villaggio della Rosa, dove i Mikawa hanno avuto origine.
    Importanti decisioni devono essere prese e, per quanto il Gran Consiglio del Clan possa prenderle comunque senza la necessità di un Capoclan, all'atto di agire il tuo ruolo è richiesto, così come è tuo dovere capire cosa i Mikawa si aspettano da te e soddisfare tali richieste.

    Ti attendiamo qui alla Rosa entro breve,

    Il Gran Consiglio Mikawa.


    Poche parole, non esattamente un esempio di cordialità nei confronti del Jonin e capoclan da parte di questo "Gran Consiglio Mikawa", stava ora al ninja del Suono scegliere se andare ad adempiere al suo ruolo e, soprattutto, come arrivare alla Rosa.

    ----

    OT: Intro con tanto di viaggio tutto per te, che la Rosa la conosci bene/OT
     
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    Erano passati anni da quando quella missiva giunse a Villa Mikawa e, per un motivo o per un altro, Aloysius non aveva mai avuto tempo di ottemperare ai suoi doveri di Ghart nei confronti del clan situato nel Kotetsu Bara. In effetti le informazioni che aveva sul clan nativo che aveva dato origine alla filiale otese erano poche e fumose: aveva saputo della loro esistenza del precedente capoclan, che anni orsono sconfisse in duello, da Livon, il mastro fabbro che da tempo immemore custodiva alcuni dei segreti del clan, e dalla cavia di laboratorio generata dal suo stesso sangue che ora marciva negli Inferi.

    Si ritrovò quel pezzo di carta ingiallito sotto le mani per puro caso: Anteras stava dando una pulita al suo studio, collocato nella biblioteca, e nello scatolone delle cose che non sapeva se buttare o meno quel documento era finito proprio in cima.

    " Mmm perchè no..."

    Alla Villa tutti sapevano cosa fare in quel periodo ed Eiatsu poteva benissimo gestire le varie operazioni per il poco tempo che sarebbe stato lontano dalle mura di Oto. Febh anche si trovava al villaggio in quei giorni e, checché se ne dica, averlo come difesa era un valore aggiunto non indifferente rispetto a tutti gli altri accademici (soprattutto ora che Cantha sembrava intenzionata a fare danni seri).

    Portò Mumei e l'armatura con se, i due oggetti che lo identificavano come Garth senza alcuna esitazione, e partì alle prime luci dell'alba. Il tragitto per la Rosa d'Acciaio non era poi così lungo.



    CITAZIONE
    OT/ Riapro questa giocata mai iniziata in realtà per riportarla al presente ;) Leo hai campo libero! /OT
     
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    «Come dici nonno?» – alzò la testa colui che si definiva "il più piccolo dei Mikawa" per guardare suo nonno, sempre giovane e fresco come la rugiada mattutina. - «Andare fin lì?» – La strada fino a quel temibile villaggio di cui fino ad ora aveva solo sentito parlare, tra storie e leggende, si apriva in mezzo a diversi ettari di terra. Non era un villaggio lontanissimo, ma il percorso per arrivarci non sembrava del tutto adatto a un studente delle arti ninja. Uno di quelli che nemmeno riusciva a distinguersi dagli altri, incollato alla mediocrità fisica e completamente dedicato allo studio. Però si trattava di andarci con il V Garth, - forse anche lui era capace di caricare le nubi col sangue e spostarle a chilometri di distanza? - una figura leggendaria e misteriosa, che proprio non poteva ignorare. Insomma, oltre a essere un ottimo ninja era anche un profondissimo pozzo di conoscenza. Uno di quelli che gli avrebbe potuto raccontare di più delle divinità dei Mikawa (a quale divinità era legato lui? Quale preferiva?) e parlargli dei fasti e nefasti di quel clan così antico. Insomma, nonostante si sentisse in imbarazzo ad andare con uno come il V Garth così lontano, di certo non era un'occasione che poteva sprecare così facilmente, lasciandola cadere nel vuoto. Così accettò di buon grado la richiesta del nonno, che da sé pensò a presentare il piccolo Akihiro Mikawa al Gigante Capoclan. - «La prego di prendermi in viaggio con Lei, – s'inginocchiò Akihiro Mikawa. - «Ho sentito parlare moltissimo di quel lontano villaggio e non vedo l'ora di scoprirlo da solo, se posso!» – disse mostrando rispetto al superiore.

    Preparata la pergamena e l'inchiostro (non sapeva lanciare bene i kunai, ma sapeva scrivere...), si presentò al cancello di Oto all'orario indicato, munito della buona volontà e della voglia di scoprire. Aveva atteso a lungo quel giorno e sapeva che sarebbe stato al sicuro col Garth durante il viaggio. Niente e nessuno lo avrebbe suddiviso dalla sua volontà: quella di scoprire le origini della sua famiglia in quella terra così lontana.
     
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