L'Arte di sorreggere i muri[Fudoh&Meika]

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    L'arte di sorreggere i muri


    IV

    Come avevo immaginato, quel ragazzino era davvero un senzatetto. Lo guardai per qualche istante pensando al fatto che lui avesse voluto intraprendere quella strada. Probabilmente intendeva diventare anche uno Shinobi di Kiri a tutti gli effetti.
    Mi sedetti sulla prima sedia di fronte a lui e presi il libro che gli avevo dato, alzando lo sguardo per lanciargli una mezza occhiata tagliente, non troppo severa. Perché, intendi usarlo come scudo? Mossi il libro nella mano, che riusciva a tenerlo a malapena. Dunque con un movimento rapidoVelocità: 600 lo sbattei con forza sul tavolo a davvero pochissimi millimetri dalle dita di Fudoh. Oppure lo vuoi usare per spaccare le dita degli altri?
    Quella era la risposta alla sua domanda: no. Quel libro era un libro e come tale sarebbe dovuto essere usato come tale.
    Alla fine però sorrisi, distendendo l'atmosfera Non posso lasciarti andare in giro per l'ospedale conciato ancora così, Fudoh. Da quand'è che non ti fai una doccia come si deve? Feci cenno al giovane di alzarsi e seguirmi. Puoi rimanere qui in ospedale per il momento, finché non trovi un tetto sotto cui stare. Non sarebbe possibile in teoria, ma se prometti di non far casino, puoi usare il letto nella stanza di fianco al mio ufficio. In teoria lo uso io quando rimango qui, ma ho in mente di non farlo più per un bel po'. Ah, c'è anche una doccia, con l'acqua calda, nel bagno affianco. Sentiti libero di usufruirne Fudoh.
    Accompagnai il ragazzo nella stanza di fianco al mio ufficio. Era una normale sala medici, con un letto asettico, un tavolino ed un bagnetto annesso.
    Ovviamente, il tutto finché continui a lavorare per me, sottolineai con un sorriso, lasciandolo con il grosso libro sulla soglia. Buono studio, Fudoh-kun! E quelle ultime parole furono pronunciate con tono musicale, quasi minaccioso, che lasciava intendere quanto quello "studio" sarebbe stato duro.



    Quando uscii dalla stanza, lasciando Fudoh da solo con i suoi studi, tornai nel mio ufficio. Il mio pensiero tornò allo sciatto ragazzo, di fatti l'unico che si era presentato. Dopo qualche minuto di riflessione mi alzai dalla sedia ed uscii, dall'ufficio, dall'ospedale e mi diressi verso il primo negozio di vestiti che trovai. Non ce la facevo a guardarlo conciato in quel modo e di certo non potevo permettergli di girare tra i pazienti conciato come un barbone.
    Poteva avere anche piacere a star così, ma lì, nel mio ospedale, doveva essere almeno presentabile.
    Tornai con una busta ma non andai subito da Fudoh. Tornai nel mio ufficio e posai la busta sul pavimento vicino la scrivania, tornando a lavorare finché non arrivò il tramonto. Nel mentre avevo contattato chi di dovere per far portare tre pasti al giorno (gli stessi del menu dei pazienti) in quella stanza. Non sarebbero stati un granché, ma sarebbe stato qualcosa per Fudoh.
    Al termine della giornata, prima di andar via, bussai alla porta di Fudoh, attendendo risposta. Nella mano sinistra tenevo la busta con i miei acquisti per lui.
    Fudoh-kun, posso entrare? Chiesi ad alta voce subito dopo aver bussato.
     
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