L'Arte di sorreggere i muri[Fudoh&Meika]

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  1. Shiltar Kaguya
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    Dunque, dov'ero arrivato?
    Ah sì, avevo detto a Meika-san di essere un senzatetto, assicurato che avrei lavorato per ottenere quel ruolo di medico e fatto una battuta su quanto fosse grosso il libro che mi aveva dato da studiare.
    La battuta, posso assicurarvi, non le fu molto gradita, tant'è che, prese il libro e me lo sbatté a qualche millimetro dalle dita prima che potessi anche solo pensare di ritirare la mano, cosa che, comunque, con un discreto ritardo feci, più per istinto di sopravvivenza.
    Il mio primo pensiero? Un minimo più vicino e mi staccava due dita!
    Il secondo, un pò più coraggioso: Meglio no scherzarci troppo su questa storia dei libri in battaglia...
    Ma come arma da lancio sarebbe perfetta!, fu il terzo pensiero, lo ammetto, mentre il quarto fu, sorpresa sorpresa, autocritico: Sono ancora parecchio lento!
    Solo a quel punto mi decisi a parlare: Va bene, Meika-san, i libri non si portano in uno scontro, capito!
    Poi, per quanto si fosse evidentemente calmata, ecco che pensò bene di farmi la seconda domanda fatidica!
    Perché la gente, quando scopre che sono un senzatetto, mi fa sempre la domanda sulla doccia? Pensano che non ci tenga alla mia igiene privata? Insomma!
    Bé, Meika-san, stamattina sono andato in un bagno publico e giusto un paio di notti fa mi sono lavato nella grande fontana che c'è nella piazza centrale! Sa quella che hanno ricostruito dopo non so che attentato di mezza dozzina d'anni fa? Ecco, lì mi faccio una lavata completa almeno una volta a settimana, seppur d'inverno fa un pò freddino la notte per starsene ammollo o ad asciugarsi, devo ammettere., spiegai con un largo sorriso ,senza ricordarmi che da almeno un mesetto non mi lavavo per bene i denti... e facendo un cenno affermativo con la testa nel frattempo.
    Ad ogni modo, la capa pensò bene di non cacciarmi mia né per la questione "senzatetto", né per la domanda sui libri, anzi mi disse persino che potevo usare lo studiolo, cui mi accompagnò, vicino al suo ufficio, comprensivo di letto e di una doccia con acqua calda!
    Era quasi dai tempi dell'orfanotrofio che non vedevo una doccia con l'acqua calda! Ma quell'informazione non la condivisi con la primaria... sarò scemo, ma non da capire che mi sarebbe costata il posto e relativo alloggio.
    Grazie mille, Meika-san., esclamai sorpreso e ben lieto, mentre facevo un leggero inchino ed entravo nella stanza, con libro appresso e l'augurio, che tanto tale non mi parve, di un "buono studio".

    Ora. Vorrei dirvi che mi sono messo subito a studiare da quel bravo aspirante medico che ero in quel momento, ma mentire.
    Chi vogliamo prendere in giro? Potevo farmi una DOCCIA CALDA!!!! Sapete da quanto tempo non avevo a che fare con dell'acqua calda? Dall'ultima missione con un tizio di Konoha (avevo esagerato prima, lo ammetto), cioé almeno un paio di mesi!
    Così, mi buttai nella doccia con l'acqua calda, finché le dita mi si seccarono tanto che pensai che stavo per diventare un anfibio dalle mani palmate.
    Una volta uscito dalla doccia valutai le mie opzioni.
    Mi vesto e studio. Studio senza mettermi i miei vestiti sporchi. Mi metto a fare addominali con il libro sull'addome., ovviamente scartai l'ultima per paura che la primaria, con quei suoi occhi inquietanti, lo scoprisse e m'ammazzasse sul colpo.
    Poi valutai anche di starmene mezzo nudo a studiare, ma sempre per la questione degli occhi inquietanti prefereii di no, così, mi rivestii ed iniziai a studiare.
    Nel giro di mezz'ora, mi addormentai sul libro decisi di far riposare un poco gli occhi, poi ricominciai a leggere e prendere appunti su muscoli, vene ed affini.
    C'era anche qualche nozione su come poter usare il chakra per aiutare nelle cure, informazioni parecchio interessanti, come l'anatomia umana in generale.
    Ad un certo punto, bussarono e mi trovai un infermiere, credo fosse quello, che mi dava un vassoio con un formaggino, del pane ed una mela.
    Grazie!, fu la mia unica risposta (ringraziare sempre quando qualcuno ti porta del cibo è la prima regola dell'educazione e della sopravvivenza per strada), data anche al sorpresa.
    Continuai il mio studio, mangiando nel frattempo.
    Riposai un altro poco gli occhi dopo, quindi ripresi a studiare.
    Una giornata un pò monotona, lo ammetto, ma che volete? Dovevo fare il mio dovere di aspirante medico, no?
    Non so a che ora, comunque, la primaria bussò di nuovo, mi alzai da terra, dove stavo a studiare e mi diressi verso la porta, quando la sentii chiamarmi.
    Certo, capa, l'ospedale è il tuo, entra pure., dissi facendomi da parte.
    Meika avrebbe potuto notare che avevo disteso una coperta a terra e che, dalla disposizione delle cose, non era difficile immaginare che stavo studiando con il libro davanti a me ed il vassoio, con i resti del pranzo, poco lontano. Non avevo toccato né il tavolo, né il letto per dormire studiare o mangiare.
    Dimmi pure, avrei semplicemente chiesto con la massima cordialità ed un largo sorriso.
     
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