L'Arte di sorreggere i muri[Fudoh&Meika]

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    La parte difficile


    Non era quella di prima...



    Dov'ero rimasto? Ah sì, avevo iniziato la terapia consigliata in caso di ustioni, con tanto di calcolo via tabelline per quantità di liquidi e quant'altro che vi avevo accennato.
    Intanto l'infermiere che era andato a chiamare la Primaria era probabilmente arrivato, non so... a metà strada verso Oto per trovare Meika-san, dato che ci mise un paio d'ore a tornare insieme alla suddetta primaria.
    L'Akuma mi fece i complimenti per il lavoro fatto, io accennai un mezzo inchino con il capo: non era stata propriamente una passeggiata di salute.
    Poi affermò che dovevamo portare il ferito in "sala" e non ci volle il genio, che io non ero, per capire che intendesse quella operatoria.
    Va bene, Meika-san, affermai e chissà quanta della mia paura si poté intuire dalla mia voce.

    [...]

    Mai stato prima in una sala operatoria, c'è da dire, l'ambiente asettico, i guantini, la mascherina sul volto... probabilmente in una situazione differente avrei anche potuto trovare tutto ciò divertente, ma ero troppo spaventato concentrato, per riuscirci anche vagamente.
    La Primaria iniziò a spiegarmi cosa dovevamo fare: trattare le ferite con il chakra, per curare le zone ustionate. Meika si sarebbe occupata della mano, perché più complessa da gestire (e con tutti i tendini che c'erano in uno spazio così ridotto, complessa era una definizione più che accurata, direi), mentre a me sarebbe toccato di curare il petto, un'area molto vasta, ma con pochi muscoli "complessi".
    Il problema, per me, non sarebbe stato di concentrazione ed attenzione ai particolari, cosa su cui non è che brillassi (Meika-sama mi conosceva ormai, possiamo dirlo), ma di gestire la cura dei diversi strati fino all'epidermide... un problema di resistenza al consumo del chakra, se vogliamo.
    Mi disse persino che ormai facevo parte della squadra medica, fu gentile.
    Grazie, Capo, spero di meritarmelo questo posto., affermai con un mezzo sorriso, che probabilmente nemmeno si vedeva sotto la mascherina, prima di lasciar fluire il chakra alle mani, che divennero di un colore verde acceso, ed iniziare il mio lavoro di cura.
    I primi momenti fu la concentrazione per la ferita la cosa su cui mi focalizzai di più: erano ferite parecchio profonde e quindi già sapevo, ancor prima di cominciare, che ci sarebbe voluto tempo e chakra... voi direte: complici le parole di Meika? Sì, anche quelle mi avevano fatto intuire che non sarebbe stato facile, ma in fondo, lo avevo capito dal primo giorno che una carriera da ninja medico non era qualcosa di "facile".
    Comunque, sto divagando.
    Vi dicevo: mi concentrai sulla ferita. Una piccola area per volta, un poco per volta, iniziai dalla zona del pettorale sinistro, l'area del polmone, per poi muovermi verso la zona dove si trovava il cuore.
    Ma non furono movimenti veloci: per guarire completamente la pelle in una zona qualsiasi, mi ci voleva tempo, tanto tanto tempo.
    E tanto tempo ci misi: inizialmente, appunto, la concentrazione sulle ferite e su come guarirle era tutto ciò su cui si focalizzava il mio mondo in quel momento. Non c'era il resto dell'ospedale, non c'era Kiri, c'era la piccola area di pelle che stavo curando, pezzetto dopo pezzetto, strato dopo strato, stavo facendo qualcosa di veramente importante e stavo cercando di farlo il meglio possibile, anzi, stavo facendo il meglio possibile per le mie conoscenze e capacità, meno di così e quel tipo ustionato si sarebbe trovato con dei problemi a lungo termine... e sarebbe stata causa mia.
    Questo pensiero mi fece andare avanti, finché non ebbi curato una buona metà del petto di quel tipo, allora mi fermai un attimo per respirare e mi resi conto di una cosa: ero stanco, parecchio stanco!
    Cavolo!
    Avevo usato le mani curative su un tipo di Suna, una volta, durante un'assurda disavventura in quel del Paese del Gelo, ed un'altra volta su un altro sunese in quel di Genosha, ma mai così a lungo e così in profondità.
    Ero soddisfatto di quel che avevo fatto ed ero stanco non poco... peccato che, però, c'era ancora altrettanto lavoro da fare.
    Un secondo e riprendo..., dissi, più a me stesso che alla Primaria, che non sapevo nemmeno se mi stesse ascoltando, cercai nella tasca, sotto il camice, e trovai quello che cercavo: il mio tonico di recupero, che, indietreggiando di qualche passo e voltandomi, ingerii, alzando leggermente la mascherina.
    Sapete come funzionano i tonici per genin: non è che si recuperi chissà quanto chakra, ma almeno avevo un pò di forze in più e con quello ripresi il mio lavoro.
    Ancora una volta, cercai di estraniarmi, ma sarei un bugiardo se vi dicessi di esserci riuscito di nuovo facilmente: no, stavolta la stanchezza mi stava decisamente distraendo.
    Vi è mai capitato, che so, di allenarvi, iniziare con una corsa, lunga (fate un'oretta) e con una certa pendenza, poi passare a fare un pò di flessioni, ma dopo la sesta, settima, flessione, i muscoli non ne vogliono più sapere? Ecco, a me non capitava da tempo di sentirmi stanco in quel modo (a fare il ninja, un'ora di corsa ed un pò di flessioni non sono poi così impegnative)... invece, dopo un altro pò di lavoro su quelle ustioni, mi sentii veramente mancare il fiato.
    Arrivato ad aver curato per 3/4 buoni il petto di quel tipo, le gambe mi tremarono e per un secondo interruppi il flusso di chakra alle mani.
    Ce la faccio..., dissi, ma ero decisamente poco convinto, e stavo parlando più che altro con me stesso, e così ripresi: vidi una goccia di sudore, ad un certo punto, scivolare dal volto, ma mossi appena l'avambraccio e mi andò a scivolare sullo stesso, probabilmente intorno a me avevo fatto un bel laghetto di sudore per terra, il ché oggettivamente non era molto igienico, ma avrei comunque continuato.
    O almeno quello speravo: non durai tanto e, mi dispiace ammetterlo, non finii del tutto di curare le ferite del tipo, riuscii a curare un altro pò l'ultima zona ustionata rimasta, poi le gambe non ce la fecero più!
    Mi permisero di barcollare fino al muro alle mie spalle e sullo stesso mi appoggia, lasciandomi scivolare fino a fine con il sedere a terra.
    Meika-sama, mi riposo 5 minuti... poi riprendo, o quasi finito, ce la faccio... 5 minuti..., non so nemmeno, in tutta onestà, se la Primaria mi stesse ascoltando, o se fosse ancora lì.
    Dovevo riposarmi, mi serviva un pò di ossigeno.
    E, ora che ve lo sto raccontando, forse, avessi lavorato in modo più omogeneo, avrei potuto ridurre su tutta la pelle l'ustione equamente, anziché lasciare un ultimo pezzetto abbastanza grave. Ci avrei dovuto pensare prima, lo so.


    Ho volutamente fatto "sbagliare" Fudoh su come curare la zona ferita... volendo avrei potuto ridurre tutto il tronco ad ustione di primo grado e poi 3/4 sarebbero stati ridotti ad ustione di primo grado ed uno sarebbe stato guarito del tutto, ma, appunto: Fudoh è un genin che usava per la prima volta in modo impegnativo le mani curative, ergo ho scelto di farlo agire in modo più "settorizzato", da chi ha giusto più studiato che fatto esperienza (o almeno credo che sia così senza vera esperienza sul campo)
     
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13 replies since 22/9/2017, 11:57   261 views
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