Destino Incerto

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Destino Incerto


    II

    Mentre Raizen parlava, raccontandomi ciò che era successo, mi avvicinai al letto dell'Hokage, sedendo alla sedia che era stata lasciata lì, vuota. Ancora Chanta. Kiri non si era ancora del tutto ripresa dalle conseguenze di quell'attacco ed anche Kiri aveva perso il Daimyo, corrotto da una moglie infame, ma pur sempre il Daimyo.
    Adesso anche Konoha stava sperimentando qualcosa di simile. Il Daimyo morto, il villaggio instabile ed altri nemici che si sommavano a quelli che già avevamo. Come se non bastasse però l'Hokage era debole e sopratutto, aveva perduto il suo potere più grande.
    Le ferite si sarebbero rimarginate. Un nuovo braccio avrebbe sostituito quello che aveva perduto, ma la Volpe era andata via. Distaccatasi dal suo corpo. Se non la individuano e non la recuperavano Raizen non avrebbe più riavuto i poteri di un tempo.
    Il tuo Jinchuuriki è vivo, per quanto posso dire almeno. Il cinque code non è mai passato dal piano condiviso, il che significa che non è mai stato libero. Non è molto, ma è qualcosa.
    Almeno su quello potevo rassicurarlo. Perdere la Volpe era già stato un brutto colpo, perdere anche il Gobi significava perdere tutti e due i Demoni di Konoha. Il mondo era un sistema precario basato su un equilibrio di forze. Konoha, con i suoi Bijuu, aveva perduto parte della sua. Le forze avrebbe reagito di conseguenza, in qualche modo.
    Pessimo esempio. Quando sono tornato a Kiri e l'ho trovata distrutta ero incazzato nero, ma Kiri non è stata piegata. I miei shinobi l'hanno protetta meglio che potevano, non è stata spezzata. Ma c'è stato un momento della mia vita in cui sono stato spezzato, totalmente, Raizen. I miei occhi cercarono la finestra. Ripensare a quei momenti mi rendeva ancora triste.
    Prima che conoscessi Ayame, vivevo con una donna. L'avevo salvata e ci avvicinammo, avevamo programmato di vivere una vita assieme. Beh, lei rimase incinta e tre mesi dopo fu rapita dagli stessi da cui l'avevo salavata. La fecero esplodere davanti ai miei occhi Parole sbrigative, per un racconto che non valeva la pena rivangare più di tanto, ma per fargli capire che io comprendevo il peso del fallimento. Il dolore senza fine della perdita ed il difficile percorso che era la rinascita.

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    Ciò che è perduto è perduto Raizen. Stare con lo sguardo basso a pensare al fallimento non farà altro che rendere più difficile la risalita. Kurama... Kurama non c'è ora. Forse un giorno sarete nuovamente uniti, forse no, non posso leggere il futuro, ma la tua vita, Raizen, non può finire per questo Puntai gli occhi sul viso dell'Hokage. Ma se la forza per rialzarti devi trovarla da te, ricorda anche che non sei solo. Non sono corso da Kiri a Konoha per parlare al tuo funerale, Raizen. Sono qui perché anche se siamo diversi, anche se siamo come il bianco ed il nero, rimango tuo amico... e sarei un amico davvero pessimo se non fossi qui ora. Per cui, quando avrai voglia di spaccare qualche profumato culo Chantiano per recuperare Kurama... conta su di me.
    Nei momenti di disperazione, quando non potevi far altro che sprofondare sempre più in basso, si doveva trovare la forza di fermare la caduta. Ma una volta alzato appena lo sguardo, non appena resosi conto che il mondo non era finito Raizen si sarebbe reso conto che c'erano mani tese verso di lui, pronte ad aiutarlo.
    Una di quelle era la mia.


     
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