Destino Incerto

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  1. Ryose
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    Cambio di Rotta



    Raizen rispose con una risata, solo allora mi resi conto della mia infelice scelta di parole. Per fortuna la prese sul ridere, forse qualcosa era veramente cambiato, o forse era solo stanco, difficile a dirsi.

    Mi chiese di aspettare e mi sforzai con tutto me stesso per mostrarmi d’accordo, feci solo un gesto di assenso con il capo.
    Capivo, ma non condividevo la scelta, nonostante anche io sapessi che per far avverare la mia visione dovevo agire nei “giusti tempi”. Quindi mi morsi le labbra e lasciai correre, avrei iniziato domani con il lavoro alle mura. Io per primo dovevo dimostrare di non essere stato sconfitto, dovevo mostrare coraggio, per ravvivare le braci ormai prossime a spegnersi nel cuore dei miei compagni. Dovevo sacrificare me stesso e ignorare ciò che ogni singola vocina nella mia testa consigliava per il bene comune, solo insieme a potevo sperare di recuperare Sho.

    Capii di aver fatto la scelta giusta pochi minuti dopo, quando Raizen parlò del Mizukage e del suo profondo legame con i demoni. Lui poteva essere l’anello mancante per collegare la situazione a quell’universo ancora immaginario.

    Certo, capisco. Sarebbe decisamente utile sapere dov’è. O come sta… spero di venire informato se scoprirete qualsiasi cosa.

    Anche Raizen sapeva che Sho era vivo, per il momento, come disse poco dopo. Qualcosa aveva impedito l’estrazione del demone, ma per quanto ancora avrebbe evitato che l’animo di mio fratello venisse fatto a pezzi?
    Direi che ora dobbiamo solo fidarci di lui. Tornerò a casa, non sarà facile. Vuoi che tracci un sigillo della comunicazione con te per mantenerci in contatto nel caso ci siano novità in giro per il villaggio o alle mura?
    Chiesi prima di congedarmi, la situazione richiedeva che Raizen fosse ovunque pur non potendo andare da nessuna parte, magari potevo aiutarlo a concentrarsi sul villaggio e rimettersi in sesto prima, fargli capire che qualcosa era rimasto.

    Quindi sarei andato a casa, i miei genitori dovevano sapere cos’era successo. Questa volta dovevo parlare con loro, anche se c’era poco da dire o da fare. I miei genitori in quel momento potevano aver perso un figlio e nessun genitore vorrebbe mai vivere un momento del genere.
     
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