Destino Incerto

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  1. Kairi Uchiha
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    Destino Incerto


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    Odiava i funerali con tutto il cuore...fortunatamente per lei era stato solo ad uno fino a quel momento, quello di sua madre, ma le era più che bastato. Tanto più che alla fine si era rivelato un falso funerale, un modo per suo padre e per le alte sfere del villaggio di coprire ciò che realmente era accaduto a Taka. Si poteva dire in qualche modo che quello fosse il suo primo...
    Per onorare le vittime nel modo più appropriato quel giorno aveva deciso di indossare il Mofuku, abito tradizionale utilizzato da secoli per quelle cerimonie, raccogliendo anche i lunghi capelli in un elegante concio. Uscita di casa non impiegò molto tempo ad arrivare al luogo prestabilito, assieme a lei molte altre persone, alcune mosse da puro e semplice cordoglio altre mosse forse principalmente dalla curiosità di capire meglio cosa fosse successo quel giorno. Arrivata al monumento ai caduti si mosse a passo spedito tra la folla: Shin era già lì e così la ragazza si avvicinò semplicemente a lui, portandosi al suo fianco ed accennando appena un sorriso quando lo vide Come stai? domando sotto voce: l'ultima volta che l'aveva visto era nel letto di ospedale con diverse ossa fratturate ma ora sembrava essersi ripreso, considerato il suo stare in piedi perfettamente. Non ebbero tuttavia tempo di parlare granché, la ragazza fu richiamata da un cenno della mano di suo padre: il clan chiamava ed in un'occasione simile gli Uchiha avevano deciso di presentarsi assieme a quella celebrazione, per indicare al villaggio come Konoha potesse contare su di loro in ogni momento. Dopo tutti quegli anni ancora lottavano per dimostrare quanto il loro passato fosse solo un pessimo ricordo Ora devo andare... senza dire altro si allontanò quindi dal Kinryuu fino a raggiungere gli altri membro del suo clan, posizionandosi di fianco a suo padre.

    Raizen fece ben presto la sua apparizione e nell'osservarlo Kairi sgranò gli occhi: non sapeva come fosse possibile, ma laddove qualche giorno prima vi era solo un moncone adesso si trovava un braccio sano ed intero, o almeno così sembrava attraverso gli scuri vestiti che portava.
    L'uomo non parlò, o perlomeno non lo fece aprendo bocca: i suoi pensieri arrivarono diretti nella loro mente, probabilmente grazie alla stessa capacità che Oda aveva utilizzato durante la loro missione. Quando poi un'ondata di tristezza, quasi di disperazione, la pervase strinse i pugni e digrignò i denti, tentando di trattenere le lacrime quando i suoi occhi si inumidirono reagendo a quella sensazione: guardandosi attorno, guardando Izuna e le persone poco distante da lei intuì come l'Hokage stesse trasmettendo quella sensazione a tutti i presenti, tentando di far capire oltre alle parole quale fosse il suo stato d'animo in quel momento. Kairi avrebbe volentieri evitato di provare quell'emozione così intensa che unita al suo stato d'animo quasi le strappò l'anima dal corpo, ma resistette alla tentazione di scappare ed andarsene il più velocemente possibile, rimanendo immobile in piedi mentre inevitabilmente una lacrima solcava il suo viso contro la sua volontà.

    Solo allora l'uomo decise infine di parlare e l'Uchiha ascoltò in silenzio le sue parole: non era sicura che sarebbero realmente bastate a consolare le famiglie che avevano perso un figlio, una madre, un padre o un fratello, ma il compito di un Hokage era quello di tenere unito il villaggio, di alimentare il fuoco dentro ogni abitante di Konoha e di impedire che si spegnesse. Sperò che in quel modo l'uomo fosse riuscito nel suo intendo, uno shinobi era addestrato per combattere e preparato alla possibilità di simili perdite (non che si potesse mai realmente esserlo...) ma per un civile la situazione doveva essere diversa, forse più difficile da digerire.
    Tuttavia quelle erano le conseguenze della guerra, e non erano che assaggi di ciò che poteva portare. Anche per quel motivo la kunoichi ripromise a se stessa che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per evitare che una situazione simile si ripetesse nuovamente, nonostante il fallimento della loro missione al palazzo del daymo: avevano perso una battaglia, ma alla lunga Konoha avrebbe trionfato. Ma fu proprio mentre l'uomo più forte di Konoha parlava che la disperazione e la tristezza pian piano scomparvero, lasciando spazio ad altro, qualcosa che inizialmente la ragazza non seppe identificare: sentì del calore accendersi pian piano attorno a lei, quasi fossero dei piccoli focolai sparsi che andarono via via a farsi sempre più forti, più caldi. Fu al culmine del discorso che essi arrivarono al suo picco di calore, avvolgendo l'Uchiha di un sentimento di coesione e di unione che non aveva mai provato prima. Era dunque questo ciò che provava il colosso?
    Sorrise, concordando su quel pensiero: nessuno era solo, era vero, non a Konoha. Non sapeva come ragionassero gli altri villaggi ma era certa più che mai che nel paese del fuoco avrebbe sempre trovato un supporto, se lo avesse cercato, il che era uno dei motivi principali per cui non era ancora impazzita dopo aver scoperto tutte le cose riguardanti la sua famiglia e sua madre. Doveva molto a tutte le persone di quel villaggio...

    Quando Raizen si allontanò dal leggio la ragazza poi attese paziente assieme al resto del suo clan che i presenti porgessero i loro omaggi come preferivano ed infine si mosse assieme agli altri suoi consanguinei. Lei come tutti gli altri avevano portato con loro un crisantemo bianco per l'occasione ed avvicinandosi al monumento ad uno ad uno ogni membro del clan lasciò il fiore davanti ad esso, un dono, un piccolo simbolo per commemorare tutti i caduti.

    WhiteChrysanthemum



    Giunta al suo turno Kairi appoggiò l'omaggio davanti al monumento per poi fare un profondo inchino, lo stesso inchino che riservò ad una ad una a tutte le tombe presenti, pregando e promettendo mentalmente ai defunti che la loro morte non sarebbe rimasta vana, e che la perdonassero per ciò che era successo: in fondo era anche sua responsabilità l'accaduto, così come era responsabilità di ogni altro partecipante alla missione nel palazzo. Una volta finito sarebbe poi tornata fra il pubblico, in mezzo agli altri Uchiha, in attesa di sentire eventuali altri discorsi commemorativi: lei come il clan avevano deciso di onorare i caduti con il silenzio.




    Edited by Kairi Uchiha - 21/11/2017, 18:05
     
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