Destino Incerto

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    Qualche Avvertimento e un Funerale

    Curato? Ehi, io non ho curato proprio nessuno. Sono ancora dell'idea che sia stata Hebiko in qualche modo. Kappa sovrannaturali. Bah! Sbuffò quando venne sollevato quel punto, con un'insistenza tanto teatrale che nemmeno un bambino dell'asilo ci sarebbe potuto cascare, ma se non altro aveva sottolineato la sua versione. L'ingresso di Hebiko poi precipitò la situazione per qualche momento, finendo per aggiungere diverse etichette accanto al nome della segretaria nella mente dell'Amministratore...e ormai il danno era fatto, tanto che le proteste di lei gli entrarono da un orecchio e uscirono dall'altro.

    Un funerale, dici? Ah, si, il Daimyo. Mai visto... Si accigliò, per poi sgranare gli occhi con un pò di genuino terrore. Non è che inviti anche il Daimyo del Riso, vero? Dovrò procurarmi qualcosa per camuffarmi... Improvvisamente sovrappensiero, mentre il becco finto gli ondeggiava alla cintura, sembrò estraniarsi dall'ambiente circostante mentre elaborava squinternati piani di fuga casomai il viscido uomo-donna cercasse di avvicinarsi durante la cerimonia. Procurarsi dei vestiti non era difficile: le lucertole avevano dei cambi nelle loro tane ancestrali appositamente per l'occasione e poteva evocarle senza troppi problemi, ma lo stesso non si poteva dire di Hebiko. Tu decisamente non puoi venire vestita così...certi Hobby forse dovresti lasciarli a casa...non che io giudichi, eh. Vai a procurarteli, poi ci vediamo per decidere un alloggio. Ovviamente lui intendeva andare a casa di Raizen, ospite, e il "decidere un alloggio" indicava stabilire chi avrebbe dormito in quale letto, ma perchè essere chiari quando creare fraintendimenti involontari è molto più interessante? Questa almeno è l'opinione del narratore, sia chiaro.



    Abbandonato il Kage infermo, Febh trascorse buona parte della giornata a girovagare per Konoha, tanto che qualcuno ancora ripete che l'unica cosa peggiore dell'attacco di Cantha furono i giorni successivi, perchè sembrava che la sfortuna e i piccoli disastri si fossero moltiplicati, con case che crollavano, una muta di cani in fuga inseguiti da alcuni giaguari, svariati piccoli incendi che visti dall'alto tracciavano la scritta "E ora come la mettiamo, stupide stelle?" e un curioso episodio di una statua d'oro del Buddah trovata appesa a testa in giù in un pozzo con il cartello "Vendesi". Ovviamente lo Yakushi non aveva nulla a che fare con simili episodi.
    Assolutamente.

    Era venuto il momento del funerale. Funerale del quale in tutta onestà non gli poteva importare di meno, ma ormai era a Konoha e doveva fare come fanno i Konoh...i ninja della foglia. Indossato il suo (unico) abito buono in foggia occidentale, con una segretaria al fianco (si spera vestita un pò meglio) si era presentato nella sala dove si svolgeva la cerimonia, cercando di restare all'altro capo rispetto al Daimyo del Suono, se presente, in barba a etichette, protocolli, regolamenti o anche urla di richiamo, facendo orecchie da mercante se necessario. La bara del defunto leader non gli faceva né caldo né freddo, ma quelle dei bambini riuscirono a fargli fare una smorfia. Ammazzare bambini innocenti è qualcosa di immensamente stupido e inutilmente crudele. La morte è una conclusione, non porta a nulla...se fosse stato davvero intenzionato a creare danni avrebbe potuto rapirli e addestrarli per distruggere il villaggio, ma ucciderli, sprecare tutto quel potenziale, tutte quelle storie mai scritte, quello era qualcosa che meritava di essere punito senza alcuna pietà. Anche il rapimento sarebbe stato da punire, ovvio, ma almeno si poteva fare un plauso all'inventiva mentre si calpestavano i visceri di chi aveva perpetrato l'abominio, invece in questo caso la condanna era totale. Un appunto, Hebiko. Manda a promemoria che se incontro questo Shiro non devo ammazzarlo troppo in fretta. Un mese di dolore è poco, metti almeno sei mesi di tortura nella mia agenda. Lui non aveva un'agenda e Hebiko sicuramente non teneva un promemoria dei suoi impegni ma semplicemente glieli piazzava davanti e lo obbligava a rispettarli, ma gli suonava bene detta in quel momento, e a conti fatti era la frase più professionale e da Amministratore che Febh avesse mai pronunciato fino a quel momento.

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    Per il resto rimase perlopiù in silenzio. A volte persino sbadigliando mentre parlavano di ciò che era stato, e arrivando a sonnecchiare con un accenno di russamento...si svegliò solo quando prese la parola Raizen, a cerimonia già iniziata. Non era particolarmente interessato al suo discorso da perdente, e in effetti rimase comunque parecchio distratto, immaginando un omino che correva lungo le pareti della sala saltando dal battiscopa alle mensole e alle altre decorazioni, ma perlomeno non si mise a dormire. Non tanto per decenza ma perché non voleva essere svegliato da gomitate nei fianchi...era il modo peggiore per essere svegliati. Il suo essere del tutto distratto divenne evidente quando al "nessuno è solo" iniziò ad applaudire rumorosamente, da solo, invocando dopo poco un bis...prima di realizzare gli intenti omicidi di tutti e rallentare il battito fino a fermarlo. Poi si affrettò a uscire fischiettando, cercando (nella sua mente) di non dare nell'occhio. Probabilmente a Konoha non lo avrebbero visto di buon occhio per un pò...
     
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