Destino Incerto

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  1. Yusnaan
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    ehm...da qualche parte

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    IV


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    La faccia di Kiyomi si pietrificò all'istante mentre si accingeva ad uscire dalla stanza, al suono di quelle crudeli ed offensive parole appena pronunciate da Raizen; nessuno si era mai permesso di chiamarla "capra" e la cosa fu tremendamente shockante, e se non fosse stato proprio Raizen, in quello stato, a proferirle, gli avrebbe già mozzato la testa. Anche se mal volentieri, accontentò la sua richiesta di voltarsi a guardarlo, e lui avrebbe potuto vedere il suo sguardo traboccante di furia omicida.

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    Dopo la sfuriata iniziale dell'hokage, i suoi muscoli facciali si distesero leggermente e la bocca si richiuse, restando ad ascoltare quel che avesse da dire, non battendo ciglio nemmeno quando gli mostrò le sue numerose ferite. Non c'era compassione nei suoi occhi, ma non perchè l'aveva appena insultata. Non era facile provare empatia per qualcuno, quando per la maggior parte della propria vita si pensa che l'unica cosa che conti è se stessi.
    Eppure lei era lì. Nessuno le aveva detto di andarlo a trovare, né nessun obbligo morale l'aveva fatta sentire in dovere di farlo, lo aveva fatto di sua spontanea volontà per vedere come stesse e cercare di tirarlo un po' su. Ma a quanto pareva, non era molto brava in quello e la reazione di Raizen riuscì a farglielo capire almeno in parte.

    Attese pazientemente che l'uomo finisse di parlare, per poi prendere parola in modo molto serio.
    "A volte bisogna Essere". Come al solito, straparli e ti dilunghi in frasi fatte ed inutili, e spesso e volentieri neanche ti capisco.
    Primo, non cercavo di certo di farti chiudere col passato portandoti una pianta. Si chiama "gesto di cortesia" e speravo ti potesse far piacere.
    E secondo...forse stai peggio di quanto pensassi. Non è il mio forte consolare le persone, non l'ho mai fatto e non posso capire come ti senti. Quindi è possibile che abbia esagerato.

    Continuando a parlare, si avvicinò lentamente al suo letto, e passo dopo passo, il suo tono di voce andava calmandosi.
    Speravo solo di farti distrarre dai tuoi pensieri per qualche minuto, ma forse non è il momento. Ci rivedremo quando starai meglio. Perchè tu starai meglio.
    Il mio consiglio non era quello di dimenticare, ma quello di accettare, perchè ciò che è fatto non si può cambiare.
    Dopo aver pronunciato quelle ultime parole, avrebbe preso un lembo del lenzuolo e lo avrebbe lanciato verso le spalle del degente, lasciandolo e facendo in modo che si posasse su di lui, andando a coprire il suo corpo mutilato, e il tutto senza distogliere mai lo sguardo serio dai suoi occhi. Non lo avrebbe mai ammesso neanche a sé stessa, ma in fondo quel gesto aveva un significato che si augurava gli arrivasse, ovvero che anche se perdeva tempo a lamentarsi, non era solo.
    E senza attendere un attimo di più, si sarebbe voltata per dirigersi verso la porta, solo per fermarsi e voltarsi nuovamente verso di lui dopo qualche passo, per urlargli contro tutta la sua rabbia e sbattergli in faccia il pigiama che gli aveva cucito.
    E TERZO, NON OSARE MAI PIU' DARMI DELLA CAPRA, SPORCO MAIALE! LA PROSSIMA VOLTA, TI AGGIUNGO ALTRI TAGLI ALLA TUA COLLEZIONE, SEI FORTUNATO CHE NON ABBIA PORTATO LA MIA SPADA!
    E detto ciò, se ne sarebbe andata senza ascoltare oltre, se il colosso avesso voluto aggiungere altro, seguita a ruota dalla piccola volpina.


    Edited by Yusnaan - 7/12/2017, 08:10
     
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59 replies since 4/10/2017, 11:57   1380 views
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