[News GdR] La Trama della Vita - Umizaki

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Trama della Vita [Umizaki]


    I

    Se non ci fosse un emergenza in corso, Umizaki sarebbe stata una splendida città da visitare in tempo di pace per trascorrere del tempo in maniera tranquilla, al sole, davanti al mare. Non c'era mare migliore di quello che bagnava le coste del Paese omonimo, in tutto il mondo conosciuto. L'acqua era così trasparente e la sabbia così bianca che si potevano vedere i pesci a dieci metri di profondità e nel complesso sembrava molto più simile ad una piscina che ad una spiaggia.
    Sarebbe stato davvero un bel posto se non fosse per la Malattia.
    Quando una Malattia arriva, qualcosa nella popolazione si spezza. Gli abbracci diventano rari, tutti sono sospettosi di tutti. Non sai mai chi potrebbe infettarti ed ogni mattina finivi con lo svegliarti con addosso la paura di sentire qualche sintomo, ed ogni colpo di tosse, ogni debolezza ed ogni brivido di freddo spaventavano quasi quanto una spada puntata al collo.
    Chi fosse giunto ad Umizaki avrebbe percepito quell'aria di paura a primo impatto. La gente camminava per strada, ma ben pochi rispetto a quello che ci si poteva aspettare. Il porto, una struttura moderna e ben mantenuta, era una serie di banchine di pietra davanti ad un lungomare che un tempo doveva essere stato fervido: diverse vetrine di negozi e ristoranti di ogni genere si affacciavano sulla strada, eppure quasi la metà erano chiusi, le serrande abbassate e le vetrine oscurate.

    [Densen e Kuso]
    Quando Densen scese dalla nave fermò una donna che reggeva in una mano una busta con della frutta, nell'altra la mano della figlioletta che poteva avere sei anni. Sembrava stanca e provata.
    Siete qui per aiutarci? Qualcuno sta venendo qui? Vero? La sua voce era carica di speranze. Una malattia, non sappiamo come sia arrivata oppure il sindaco non vuole dircelo. Quando si sono resi conto di quanto fosse pericolosa aveva già infettato decine e decine di persone... Gli occhi le si riempirono di lacrime.
    Mamma... mormorò la bambina, triste.
    Scusate, è che anche mio marito... La donna si diede un contegno e non permise alle lacrime di cadere, strofinando vigorosamente gli occhi. Sembrava una febbre... solo una febbre. Quando però è calata mio marito ha iniziato a perdere coscienza di sé... a non rispondere agli stimoli. Non è morto, ma non è vivo... Potete guarirlo? Potete aiutarlo?
    Nel mentre un urlo agghiacciante squarciò l'aria. Una giovane ragazza aveva urlato alla visione del pene reciso, congelato ed infilato su uno spiedino che il folle le stava offrendo ed il suo ragazzo, un omaccione con una zazzera di capelli castani e dall'aria poco amichevole fissò Kuso con astio.
    TU SEI UN PAZZO MANIACO! GUARDIE! GUARDIE! A quel punto il grido aveva allertato un soldato che stava distrattamente a fare di guardia al porto che si avvicinò di corsa. Aveva una katana e si avvicinò alla coppietta. La donna piangeva, impallidita per l'orrore appena visto.
    Cosa è successo? Domandò la guardia.
    Quell'uomo... quell'uomo ha pezzi... umani recisi e li offre! Lo arresti per carità!
    La guardia, zelante, chiamata al dovere si avvicinò a Kuso. EHI TU FERMO! Ed iniziò a correre verso di lui [Velocità: 200]. NON FARE SCHERZI, GETTA LA BORSA, ALZA LE MANI E RESTA FERMO DOVE SEI!
    Basso profilo.

    [Torikeshi ]
    Recatosi all'ospedale a chiedere informazioni un infermiere dall'aria corpulenta e le mani grosse (poveri pazienti), lo bloccò.
    Sapevo che il sindaco aveva chiesto aiuto al di fuori del Paese del Mare, ma non è che sei un pensionato venuto qui a perdere tempo? Non hai un orto da curare? Un orto da curare a Suna. Bella questa. Comunque nonno, abbiamo portato i malati al vecchio manicomio. Esci da qui e guarda a sinistra, vedrai una collina con sopra una villa. Lì devi andare. E lo liquidò con ben poca gentilezza. Il tempo della gentilezza sembrava un lontano ricordo ad Umizaki.


    Non ci sarebbe voluto molto per sapere dov'erano i malati. Letteralmente chiunque avrebbe risposto alla domanda, senza esitare, probabilmente con fare sbrigativo perché i malati erano temuti. La Malattia era qualcosa di orribile a vedersi, del resto. Poco fuori Umizaki, su una collinetta verde da cui si dominava la città portuale, c'era una vecchia struttura in disuso. Un vecchio manicomio, che divenne una scuola per poi essere trasformato in caserma. Allo scoppio dell'epidemia i soldati di Umizaki erano stati trasferiti al posto di guardia al Porto e la casera era stata adibita a lazzaretto.
    Un posto tetro, circondato da un'inferriata nera, con diverse barre piegate. Il giardino era tenuto in maniera mediocre ed un albero enorme era più alto del grande palazzo a due piani vicino di esso e con i suoi rami lo copriva leggermente. Le foglie stavano iniziando a divenire gialle e cadere, rivestendo il manto erboso di uno strato giallo, arancio e marrone.
    Era lì che dovevano andare.
    Il cancello era aperto, così come la porta, che era solo socchiusa. Ci si aspettava grande caos, ma in realtà c'era un'aria lugubre. Infermieri camminavano silenziosamente, con mascherine sul viso, uomini e donne sedevano tristemente per i corridoi, probabilmente parenti delle vittime.
    C'erano poi due rampe di scale, una che portava ai sotterranei, l'altra che portava ai piani superiori, mentre tutto il piano terra sembrava essere dedicato ad accogliere gente che non sembrava essere malata, ma che voleva stupidamente rimanere vicina ai malati.
    Dove andare, cosa chiede a chi, era una scelta dei coraggiosi che si erano avventurati in quel posto. Ammesso che ci fossero mai arrivati.

    Post semplice, dieci giorni di tempo per postare. Potete fare tutti gli interpost che volete nelle interazioni con infermiere e parenti. Avete libertà sulla descrizione di questi se lo desiderate, altrimenti farò io.

     
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18 replies since 28/9/2017, 00:18   224 views
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