Era stato come immergersi in un caotico mercato di mare di quelle citta' lontane del sud. Effluvi di persone che seguivano una marea scostante, dove alcol, cibo grasso e donne dalla moralita' discutibile si mescolavano a uomini naufraghi nelle loro stesse vite. Galleggiavano tutti nel fumo leggero delle torce e delle candele, con il loro vociare che dipanava la trama dei suoi sussulti compositi in un leggero bordone, come una rete tesa sotto le travi nere del grande salone, tra i muri ricoperti di tappezzerie sciupate e rivestimenti di quercia, sotto gli sguardi lucidi di ritratti e dipinti dalle cornici massicce. Talvolta una voce superava la cresta del flutto attorcigliato su se stesso, talvolta la punta di un riso femminile cinguettava nel brusio.
" Uno spettacolo deprimente " penso', mentre come un pesce fuor d'acqua cercava un modo per superare le correnti avverse al suo passaggio senza sfidare la marea, che come gli era stato insegnato, a nulla serviva contrapporsi alla sua forza. E fu proprio prestando quest'attenzione, alla ricerca di un segno che potesse rivelare l'identita' del suo contatto, che i suoi occhi neri si trovarono a fissarsi nuovamente in quelli del ragazzo visto pochi minuti prima al limitare della foresta, che non era piu' un signor nessuno, ma diventava qualcuno da cui guardarsi, forse. " Che sia lui il mio contatto?"
Una domanda fugace, soppressa mentre lo perdeva fra la folla, ma che lo aveva distratto abbastanza da commettere l'unico errore che non avrebbe dovuto fare, resistere alla marea.
Indra era tante cose, era giovane, inesperto, orgoglioso e intimamente facile all'ira. Una personalita' perfetta per chiunque fosse in cerca di qualcuno con cui menare le mani. Ma fortunatamente non era stupido. Visto il suo naturale temperamento, l'accademia ed il clan si erano premurati di lavorare molto sulla sua disciplina per iniziarlo alla via degli shinobi. Se fosse stato un ragazzo qualsiasi quindi, forse avrebbe reagito d'istinto rispondendo a tono a quell'energumeno ed il suo atteggiamento di sfida. Ma Indra era un Uchiha ed un futuro ninja della Foglia, aveva una missione e non l'avrebbe compromessa per mettere a posto un ubriaco. Rimase quindi saldo, senza proferire parola, aggrappandosi a quell'autocontrollo costruito con fatica, mentre gli occhi, pozzi neri di petrolio, tradivano il suo reale pensiero " Non reagisco molto bene alle minacce" che in situazioni diverse si sarebbe concretizzato in una sequenza di sigilli e probabili feriti. Quella tensione sospesa crollo' non appena il terzo figurante di quel teatrino fece la sua comparsa innescando la rissa. Brutale ed incontrollata, sarebbe continuata sia che lo shinobi della foglia fosse intervenuto o meno e benche' quel gesto di "violenza gratuita" lo avesse fatto sussultare, come e' umanamente comprensibile, preferi' sfruttare la confusione per defilarsi da quello scontro non voluto. Non doveva nulla all'uomo che si era intromesso, ne dimostrare nulla a quel branco caotico di "naufraghi". Se fosse riuscito, avrebbe individuato la scala lignea, che con scalini ripidi e alti, saliva fino al primo piano, caratterizzato da una balaustra che si affacciava sull'ampia sala, dal quale avrebbe potuto osservarla e cercare chi doveva incontrare. Tentando di sfruttare il chakra, facendolo fluire fra i muscoliImpasta un bassissimo per migliorare di una tacca agilita, avrebbe provato a scivolare sinuoso ed elegante fra gli abbracci violenti, le bottiglie lanciate e le sedie rotte, senza farsi tirare a fondo da quella caleidoscopica spirale d'insensata baraonda, fino a ritrovarsi appoggiato a quella balaustra, guardando dall'alto verso il basso "La Bianca Fanciulla" e chiedendosi:
"Dove e' finito? "