Solo... una questione di Tempo

Sgranai gli occhi quando vidi il giovane studente della Foglia comporre cinque sigilli a me molto cari. Un Katon, che ormai avevo visto numerose volta da Kairi. Stava per colpire il traditore! Mi alzai, per scattare verso Indra ma fu troppo tardi. Le fiamme, per quanto mitigate volutamente dal Ninja, furono sufficienti ad innescare una fiamma potente e bruciare letteralmente le gambe dell’uomo. Grida di dolore ruppero il silenzio che aleggiava in quella foresta. Per un attimo temetti che pure dal Villaggio, o dalla più vicina taverna, qualcuno sarebbe giunto a vedere cosa stava effettivamente succedendo.

L’omone, trasformato in pecora, non si fece di certo attendere. Rotolando su se stesso, per terra e cercando inutilmente di controllare le fiamme n preda al panico gridò al vento: - VI PREGO LASCIAMI STARE. AAAAH – Mi avvicinai alle spalle di Indra intromettendomi io stesso: - Sono stato io, Indra. O meglio ho pagato il tizio che è stato pestato. Volevo scatenare una reazione in quell’uomo… una sorta di conferma sulla sua sfacciataggine. –

Mi inginocchiai, avvinghiando con la mia mano destra il suo collo: - Ascoltami, Setzu. Ti prometto che ti curerò e toglierò queste fiamme… ma te devi dirmi due cose: dove sono i tuoi compagni e come li riconosco. – l’uomo mi fissò. Gli occhi rossi, dai capillari rossi sangue. La puzza di bruciato stava lentamente invadendo la radura: - AAH… LORO SI. SI TROVANO A IKITURA. LORO… SONO DUE. UNO HA… - a fatica Setzu riusciva a parlare – IL PRIMO E’ ALTO COME ME, MAGRO… HA UN TATUAGGIO A FORMA DI LACRIMA SUL COLLO. Il secondo… Yumi… è il mio amore… - Abbassai lo sguardo e il viso. E con un leggero movimento di polso spezzai il collo a Setzu, portandolo così ad una morte immediata. Tuttavia seguii un secondo colpo, estremamente più violento del primo. Un colpo secco, potente e diretto rivolto al centro del suo viso con il mio tirapugni. La sua testa, il suo cranio implose distruggendo ogni suo connotato. Rendendolo virtualmente irriconoscibile. Il sangue colava dalla mia mano.

Mi alzai e guardai Indra: - Non ti giudico per il tuo gesto, piccolo Uchiha. Avrei fatto lo stesso o di peggio al tuo posto… ma ricordati una cosa: tu sei di Konoha. Queste cose sono… inconcepibili per dei Ninja così ligi al dovere e alla giustizia. La tua azione… difficilmente sarebbe stata perdonabile agli occhi dei tuoi consanguinei e compagni. - mi allontanai – per quello l’ho ucciso e distrutto la sua faccia. Meno probabilità che questa storia esca. Ricordatelo, nulla di tutto ciò dovrà essere riportato per iscritto. Per il tuo bene.- Presi a muovermi di nuovo verso l’interno del bosco: - Taglieremo per l’interno e sbucheremo a Ikitura. Non è altro che un paesino, simile a questo. SI sono divisi ma li ritroveremo quei bastardi… questa volta però vivi. – dissi con un tono di voce che suonò molto più come un ordine più che come una semplice affermazione.

Sbucando dalla foresta ci trovammo davanti ad una situazione molto simile a Shinbungo. Una villaggio cresciuto troppo nel quale non si capiva bene esattamente il senso della sua espansione. Guardai il mio compagno: - Dividiamoci, è più probabile trovare i nostri obbiettivi così. Decidi dove dirigerti e io opterò per l’alternativa. Appena individuato inseguilo e se vedi la possibilità di rapirlo o immobilizzarlo discretamente fallo. Io arriverò, non ti preoccupare. –