Le Porte dei Mondi

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    La Grande Fuga





    Oda non stava facendo troppi errori nel decifrare quel nuovo mondo che gli si parava davanti, ma forse disorientato com’era da quelle nuove esperienze dimenticò che in quella stanza, a scanso di interazioni ad impedirlo, non era lui a detenere il controllo.
    Vedeva il vecchio sigillo, e probabilmente riscrivere quello gli avrebbe concesso di stare all’interno di quella stanza… ma chiudersi nella gabbia insieme al leone era davvero una buona idea se questo ti stava già usando come chiave?
    Lo spirito non si preoccupò minimamente di interrompere il chunin, semplicemente continuò ad agire indisturbato ed il suo controllo sul corpo di Oda andò rafforzandosi, come se le due anime si stessero sovrascrivendo, per questa ragione la mano intenta a correggere il sigillo, dopo appena pochi simboli, smise di fare il suo dovere, iniziando a riscriverlo secondo i comodi dello Spirito.
    Focalizzarsi su ciò che la mano scriveva avrebbe permesso ad Oda di accorgersi che anche la sua mente cominciava a giocargli strani scherzi, ben più che permettergli di vedere momenti passati sovrapposti.

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    Era un chiaro sintomo che persino la sua mente stesse venendo corrotta, questa volta però quell’anima rancorosa non disse nulla, forse concentrata, forse lievemente in ansia, dopotutto malgrado non avesse corpo era pur sempre una coscienza, e stava cercando di possedere la mente di uno dei pochi clan avvezzi a combattere entità come lui, fortunatamente il ragazzo era a dir poco un novellino e se stava zitto e concentrato gli toglieva la possibilità di comprendere e dedurre dalle sue parole.
    L’avrebbe posseduto prima ancora che potesse capire che solo una coscienza può possedere una seconda, prima ancora che imparasse ad usare i suoi poteri e non le parole come un ciarlatano da strapazzo per interagire col mondo che grazie al suo potere poteva vedere.

    Non devo signore?
    Ma è così brutto!
    È cattivo!
    Le sta facendo fare un sacco di cose che non vuole e io non riesco nemmeno ad aiutarla!
    Io volevo essere un ninja mi piaceva allenarmi con dei kunai!
    E invece non posso neanche aiutarla!


    E più parlava più tirava, con sempre maggior foga, forse diventando più forte… era possibile che uno spirito stressato si potenziasse?
    Da un momento all’altro correva il rischio di avere due problemi anziché uno, sempre che non riuscisse a trovare il modo di fare virtù di quell’animo così puro desideroso di aiutarlo.

    [Hai un turno per reagire, in caso contrario brutte cose :zxc:]




    Nel Mondo di Sotto





    Lo shinigami annuì soddisfatto quando Youkai riuscì ad allungarsi, era un processo su cui non si poteva fantasticare tanto ma su cui si poteva solamente metterci l’anima, come spingere un muscolo al potenziamento mediante la fatica.

    Eccellente.
    Almeno questo.
    Dovresti essere pronto.


    Karikitori gli fece segno con la mano di seguirlo ma ci volle un po' di tempo per arrivare a destinazione, un luogo particolare. Se attorno a se stesso, fino a poco prima, poteva percepire dei limiti, dei confini come se fosse in una gigantesca grotta. Adesso sopra la sua testa non vedeva niente, solamente l’oscurità più totale un vuoto così profondo da perdersi al suo interno.

    Quella è l’entrata.

    Rivelazione per la quale sarebbe stato logico chiedersi cosa mai ci facessero li se l’obiettivo di Youkai era uscire.

    Almeno, per la stragrande maggioranza delle entità che stanno qua sotto, per un numero estremamente ridotto di esse è anche l’uscita, il punto in cui sei arrivato tu… diciamo che puoi vederlo come una calamita, un buco che attrae similarmente alla gravità, e le anime hanno un peso.

    Motivo per il quale Karikitori poteva uscire, lui aveva perso i suoi ricordi, il suo “peso”

    Come te.
    Tu però hai un vantaggio, te lo da il tuo chakra, puoi diventare più veloce mano a mano che stai lontano dal tuo corpo.
    Dovresti essertene accorto ormai.
    Sali, non devi far altro che uscire, però…


    Qualsiasi persona dotata di un minimo di saggezza sapeva che quel “però” rendeva futile qualsiasi cosa che l’avesse preceduto.

    Non sarà una passeggiata, in questo momento tu sei fatto per stare qua sotto, devi trovare il modo di alleggerirti.

    Lottare contro la gravità di quel luogo sarebbe stato per Youkai uno sforzo superiore a qualsiasi fatica mai provata prima, probabilmente jonin ben più esperti di lui non avevano mai provato una simile sensazione, quella di aver la possibilità di volare ma non riuscirci perché un ancora troppo pesante li teneva inchiodati a terra, e più ci provava più si sarebbe allungato fino a sentirsi strappare, fino a che non si sarebbe reso conto che quello strappo se incoraggiato, gli avrebbe portato via qualsiasi ricordo.
    Doveva alleggerirsi, ma come?
    Cosa significava essere “leggero” in quell’ottica?
     
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