Le Porte dei Mondi

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  1. Waket
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    Alleati dimenticati


    VII



    Al sentire da parte di Karikitori che lui ormai era "pronto", anche se non sapeva esattamente per cosa si sentì pieno d'orgoglio. Il suo allenamento si era dimostrato efficace, forse ciò significava che una volta tornato al suo corpo sarebbe riuscito a rifare tutto quello che gli era stato insegnato!
    L'entusiasmo di Youkai si spense. Il suo corpo! Si era distratto così tanto lì sotto che quasi se lo stava dimenticando. Fortunatamente, il passo successivo era esattamente quello di riavvicinarsi al proprio corpo. Il ragazzetto ascoltò Karikitori con crescente interesse, volenteroso di voler tornare a controllare dove fosse il suo corpo... quando venne interrotto da un "però".

    Oh no.

    Anche uno come lui sapeva che quel "però" non portava buone notizie. Doveva alleggerirsi, secondo lo shinigami. L'albino sbattè un paio di volte le palpebre, sorpreso. Ora che sapeva che la sua immaginazione poteva fargli fare quasi tutto quello che voleva, gli sarebbe bastato immaginare di volare. Chiunque sognava di poterlo fare, e lui non era da meno. Forse Karikitori stava solo esagerando. Si piegò, come a volersi dare la spinta, per poi partire verso l'alto... bloccandosi come trattenuto. Un sussulto di paura si fece spazio tra le labbra. L'immaginazione non bastava?
    Ci riprovò. Testardo, non poteva credere di aver sbagliato nell'immaginare di poter volare. Eppure la cosasembrava non funzionare. Si sforzò, concentrandosi al massimo sul suo obiettivo, ovvero arrivare a quell'uscita. Notò che più si concentrava, più rapidamente riusciva a darsi la spinta, ma nonostante tutto lo sforzo sembrava insufficiente. Spingeva, cercando di arrampicarsi verso l'alto quasi stesse scalando una montagna, ma non c'erano appigli a sostenerlo, e più si sforzava di spingere, più sentiva qualcosa trattenerlo, come se decine e decine di mani lo tenessero avvolto in quel posto oscuro dove le anime venivano dimenticate, cercando di assorbirlo. Si stava sforzando così tanto che nonostante fosse ormai uno spirito gli sembrava di percepire dolore, e fatica, una tremenda fatica. Venne sbattuto con violenza a "terra", ansimante. Cosa stava sbagliando? Perchè Karikitori diceva di poter uscire senza fatica, ed al contrario lui sembrava essere intrappolato lì?
    Si ricordò delle parole dello shinigami. Il suo aspetto, ed il suo compito. Lui era così perchè non aveva i ricordi. Youkai, seppur pochi, ne possedeva. In quei due anni a Konoha aveva avuto modo di conoscere cose che non voleva dimenticare, non di nuovo. Le anime rinchiuse lì con lui avevano un'anima, ne aveva avuto la prova! Aveva assorbito parte di quell'anima, e con essa dei ricordi. I ricordi di...

    ...Io non... Non mi ricordo...

    Era sicuro di aver assorbito i ricordi di quella che era una persona. Ne era terribilmente certo. E ricordava la sensazione che quell'assorbimento gli aveva lasciato. Allora perchè non riusciva a ricordare esattamente cosa gli aveva lasciato? Una lampadina si accese nella sua testa.
    Mise le mani dentro di se, a livello del petto. Chiuse gli occhi, immaginando di concentrare i suoi ricordi in un unico punto. Non fu facile. Nel momento in cui iniziò a tirare, sentiva che non era salutare per il suo spirito. Non poeva fare altrimenti. Doveva estrarre quei ricordi per potersi alleggerire. Gli shinigami erano spiriti senza ricordi, e come tali potevano permettersi di viaggiare a loro piacimento in quel mondo, distinguendosi così dalle anime più comuni, che venivano risucchiate in quel flusso.
    Youkai iniziò a gridare mentre estraeva letteralmente un pezzo di se, una sorta di fuoco fatuo parte di se stesso, contenente i suoi ricordi. Sarebbe bastato estrarre solamente i ricordi della vita terrena? Stava rischiando di dimenticare tutti coloro che aveva conosciuto al villaggio, ma loro poteva semplicemente conoscerlidi nuovo. Una cosa però non voleva, non poteva dimenticare. Il suo assassino. Doveva estrarre quel ricordo per poter uscire, ma allo stesso tempo doveva creare una consapevolezza: quel fuoco fatuo era parte di lui, e doveva tenerlo con se, a tutti i costi.
    Se fosse riuscito, dopo un terribile sforzo, a fare quello che per uno spirito sarebbe apparso come mutilarsi, sarebbe rimasto con una specie di sferetta in mano. La sfera fluttuò davanti a lui, mentre Youkai, chinato su se stesso, ansimava, riprendendosi dal dolore. E, con sorpesa di entrambi, la sfera... sbattè gli occhi?

    ...Ah?

    La sfera sembrava avesse preso vita propria. Ronzò intorno al ragazzo, che la fissò confuso. Lo spirito del pesce che lo accompagnava da Genosha, dimenticato ormai da tempo, creduto un illusione data da una delle pessime bevande di Sanjuro (che ora non ricordava). Era ancora lì! E sembrava aver assorbito al suo interno i ricodi di Youkai, impedendo che andassero perduti durante l'estrazione. L'albino, stordito dalla sua mutilazione, non sembrava del tutto sicuro di cosa dovesse fare in quel momento. Ma la palletta spirituale era stata con entrambi per tutto il tempo, e sapeva bene cosa fare. Iniziò a volare verso l'alto, dirigendosi all'uscita. Trasportava ricordi non suoi, non avrebbe avuto problemi nell'uscire con leggerezza, ed ora che Youkai non ne possedeva, sarebbe stato facile anche per lui uscire. Grazie alla consapevolezza mantenuta che quel fuoco fatuo fosse importante per lui, il ragazzo seguì l'istinto, rincorrendo la palla con il solo obiettivo di recuperarla, prima che potesse fuggire troppo lontano. E senza nemmeno accorgersene, sarebbe uscito da quel luogo che fino a pochi istanti prima lo teneva prigioniero come una morsa.
    Una volta fuori pericolo, lo spiritello avrebbe roteato un paio di volte attorno a Youkai, per poi infilarsi all'improvviso nella sua testa, inondandolo dei ricordi estratti poco prima. Il ragazzo rimase in trance per qualche minuto, recuperando lentamente coscienza, prendendo lunghi respiri come se stesse respirando aria fresca dopo anni di prigionia. Stordito, fissò il fantasmino che lo accompagnava, uscito dalla sua testa ora alleggerito dai suoi ricordi, confessando senza pudore:

    Ah... Mi... Mi ero quasi dimenticato di te. Grazie, cosetto.

    Il piccolo spettro roteò allegramente un paio di volte. A quanto pare l'essere stato utile era una soddisfazione maggiore della delusione dell'essere stato dimenticato. Così com'era apparso, sparì di nuovo dentro Youkai stesso. Qualsiasi sguardo dubbioso da parte dello Shinigami sarebbe stato condiviso dal ragazzo:

    So-Sono confuso quanto te. Mi accompagna da... da quando sono tornato in vita diciamo. Ancora non so esattamente cosa sia.
     
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