Le Porte dei Mondi

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    L'animo della Vendetta







    Lo spettro si oppose senza problemi all’azione di sbilanciamento, dopotutto era ben saldo sulle sue gambe, ma non potè evitare altrettanto bene la proiezione astrale di Oda, facendosi derubare della sua coscienza, ironicamente.
    Nel mondo interiore dello spettro ci si poteva aspettare di tutto, non era il primo ad essere visitato da Oda e sapeva che non si potevano fare previsioni di ciò che avrebbe potuto trovare li dentro, se un tempo era un luogo, qualcosa costruito dai ricordi, ora era totalmente in rovina.
    Era possibile tra le macerie fluttuanti distinguere un quartiere, quello Yamanaka, e tra le varie case che andavano disgregandosi a causa degli eventi che agitavano quell’anima, una si manteneva intatta pur essendo sventrata.
    Al suo interno era presente un uomo, piangeva le lacrime di chi non ha mai conosciuto disperazione più grande, tenendo tra le mani quella che poteva essere la sua famiglia, urlava verso il nulla e come era ovvio che fosse nulla otteneva come risposta.

    Perché ho cercato così tanto?
    Perché!
    Perché!
    Perché!
    Perché Perché Perché Perché!!!


    Quell’unica parola rimbombava ovunque li dentro, e quando Oda avesse deciso di recarsi alla sua fonte avrebbe visto che l’uomo in lacrime aveva il suo stesso simbolo rovente nella fronte.
    Sembrava che fossero ricordi, quelli che alimentavano l’ira dello spettro, un senso di colpa insolvibile.

    Perchè sei un essere umano.
    Uno di quelli ostinati.



    Quella che si avvicinò all’uomo, senza alcun dubbio uno Yamanaka, era una presenza che Oda avrebbe avuto il presentimento esser molto simile a Karikitori, la cosa strana era che quel ricordo era così vivido, reale, nonostante si disgregasse che se il Chunin avesse provato a sondare le capacità di quell’ombra avrebbe potuto sapere.
    E non gli sarebbe piaciuto scoprirlo.
    Era simile a Karikitori, certo, ma a dividerli c’era un abisso così vasto che al suo interno qualsiasi punto di riferimento diventava inutile, almeno fino a quando l’abisso non si fosse accorto che Oda guardava dentro di lui.

    Maledetto Terzo Occhio.



    L’ira non riuscì a incrinare il tono di voce serafico di quella presenza ma qualcosa avrebbe cercato di spingere via il giovane Yamanaka, crescendo di intensità fino a quando non l’avesse sollevato di peso.

    Tu… tu sei il fastidioso ragazzo!
    SEI VENUTO FINO A QUI!
    ODAAAAAAAA!


    L’uomo, che fino ad un momento prima piangeva i suoi cari si sarebbe alzato, trasformandosi rapidamente nell’abominio presente all’esterno, falciando via la presenza e dirigendosi verso il corpo spirituale del chunin.
    Sarebbe stato chiaro che quel terzo occhio in qualche modo aveva permesso ai due di condividere più dei ricordi, quello che Oda aveva davanti era un utilizzatore esperto a sufficienza da controllarlo mediante esso, sfruttando quella condivisione in chissà quale modo: il terzo occhio era in grado di connettere attraverso il tempo, attraverso i ricordi.
    Ma per quanto quel suo predecessore fosse diventato bravo forse non lo era a sufficienza per contrastare ciò che derivava da un simile potere che aveva evidentemente radici ben più oscure di quelle del solo clan che aveva imparato a sfruttarlo.
    Era chiara anche un altra cosa però da quei ricordi, lo Yamanaka sconosciuto era animato dalla vendetta ed il loro poteva essere un nemico comune.
    L’azione di Youkai però avrebbe fornito un aiuto inatteso, quella creatura spirituale veniva infatti letteralmente lacerata dagli attacchi del piccolo spettro, e questa volta non potè ignorarli, ritrovandosi inchinato davanti ad Oda, stremato, ma ancora furente.
    C’era ancora qualcosa da fare.
    All’esterno le azioni di Youkai non vennero interrotte, ma lo spettro a cui tentava di arrivare pareva ormai essere svanito, totalmente assorbito da quella presenza così malvagia.

    Era un anima Youkai.
    Tu lo sai cosa succede quando si assorbe un anima.
    Soprattutto se lo si fa con l’intenzione di assoggettarla totalmente.


    Lo sapeva, ed il fatto di distinguere solamente due anime gliene diede conferma: lo spettro non si era limitato ad assorbirli, li aveva integrati.

    Direi che questo è il momento giusto per andare.
    Qualcuno vorrà sicuramente essere informato di ciò che è successo qui.


    La falce di Karikitori infilzò l’aria, letteralmente, aprendovi uno squarcio che si sarebbe richiuso alle spalle, la sua dipartita era senza senso, almeno fino a che Oda non avesse riportato ciò che era successo dentro al suo antenato.
     
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