Il destino degli Hyugafree tra shu e filira

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    Il destino degli Hyuga


    Post Primo



    Se c'era una cosa che piaceva a Judai era dormire. Assieme a bere, fumare e tutti quelli che il vecchio Goketsu considerava "vizi indegni di un vero shinobi del clan Hyuga". I suoi discorsi erano talmente ripetitivi che ormai persino lui stesso si annoiava a ripeterli al nipote quando all'improvviso, un lampo di genio!

    Aveva completamente sbagliato metodo di insegnamento! Judai era un ragazzo che imparava praticamente. Aveva bisogno di un modello della sua età. E quale metodo migliore del buon vecchio legame tra casata cadetta e principale per costringerlo a passare del tempo con uno shinobi che avrebbe potuto essergli d'esempio?

    Si mise quindi d'accordo con qualche vecchio amico ed alla fine il patto su siglato: Judai Hyuga sarebbe divenuto il protettore di Murasaki Hyuga. La giornata fatidica era giunta e, come ci si poteva aspettare, Judai stava dormendo. Sospirando il suo nonno e sensei lo svegliò per l'ennesima volta con un getto d'acqua gelata.

    Sveglia, pelandrone! Oggi è una giornata importante!

    E perché mai, vecchio pazzo? replicò Judai, che ormai si era abituato a quel trattamento ma non per questo aveva smesso di detestarlo.

    Te lo sei già dimenticato? Oggi presterai giuramento come protettore di Murasaki-sama, della casata principale!

    Che? Dici sul serio? Pensavo fosse solo una minaccia tipo "fai il bravo o ti mando a letto senza cena" o qualcosa del genere! Dicevi sul serio?! Col cazzo che diventerò il servitore di una stupida della casata "principale"

    Un colpo di mano lo rimise seduto sul letto

    Ricordati l'educazione. La dovrai chiamare "Murasaki-sama", è una signora non una di quelle sgualdrinelle che sei abituato a frequentare. E poi è una ragazza carina, simpatica, educata e molto a modo, sono sicuro che sarai entusiasta di proteggerla. Non servirla.

    Nomi diversi, stessa cosa. E poi "ragazza carina, simpatica, educata e molto a modo" è la stessa espressione che uso io quando voglio scaricare un'amica cessa a quello sfigato di Dorai.

    Cerca almeno di non farmi fare brutta figura fin da subito. E' più una cosa cerimoniale che altro, un modo per far incontrare giovani e promettenti membri del clan...

    Adesso ho capito il tuo sporco gioco! Vecchio pervertito! Lo sapevo! E' l'ennesimo tentativo di incastrarmi con un cessone della casata principale che non si caga nessuno per diventare anche tu della casata principale!

    Beh, tu e Murasaki-sama dovrete passare insieme molto tempo e quindi è possibile che si crei una certa "tensione romantica" che potrebbe sfociare nel matrimonio. E poi ti ho già detto che è molto carina.

    Questo non cambia il fatto che tu sia un vecchio sporcaccione. Visto che mi tocca speriamo almeno che questa "Murasaki-sama" non sia una pigna in culo.

    Come al solito, alla fine, Judai cedeva sempre al vecchio nonno. Era genuinamente curioso di conoscere questa Murasaki ed era sicuro che si sarebbe potuto presto svicolare da quell'impegno. Sarebbe bastato usare un po' di savoir faire o come si diceva, shockare il cessone rinchiuso nella sua gabbia dorata così che richiedesse un diverso membro della casata cadetta come schiavetto. Come al solito Judai si credeva più furbo del nonno, salvo poi immancabilmente dimostrare al mondo che era solo un ragazzino.

    Seguì il nonno fino alla casa della famiglia di Murasaki, nulla a che vedere con la "catapecchia" in cui vivevano Judai e la madre (Shingetsu si vedeva a casa meno spesso di Judai, il che era tutto dire).

    Fiuu, va che sventola di casa! Ci credo che vuoi accasarmi con sta tizia! Potrei quasi quasi starci solo per venire a vivere qua!

    Ora Judai già si immaginava gran seduttore di donne, dopotutto non sarà una gran fatica far innamorare di Judai il magnifico una tizia che probabilmente avrà visto solo il padre come uomo. Avrebbe iniziato come cavaliere scintillante per poi, dopo un paio d'anni, "esplorarne le grazie" e far costringere la famiglia di lei a farli sposare. Era un piano perfetto. A volte il vecchio pervertito ne sapeva una giusta. Ma solo se Murasaki fosse stata non dico "carina" ma perlomeno "passabile".

    Dopo qualche introduzione di rito tra le famiglie (e qualche noioso ed educato discorso) fu deciso di far incontrare i giovani. Si trovavano tutti nella sala principale, la famiglia di lei, Judai e Goketsu quando qualcuno li spinse avanti.

    Judai, questa è Murasaki Hyuga-sama, la giovane promessa del clan che tu dovrai proteggere.

    Judai rimase paralizzato. Altro che "carina" o "passabile". Murasaki era una gran figa!

    Ok Judai, non mandare tutto a monte. Educazione... educazione

    Blo, bloborf, coff coff. Ehm... scusate, un po' di reseghino. disse tossendo.

    Ok, ora trovo le parole

    Murasaki-sama sono incredibilmente felice di conoscervi e sono onorato di essere il vostro protettore! disse Judai chinandosi di fronte a lei.

    Non c'è che dire, da vero maestro Judai. Per una volta il vecchio pervertito ci ha visto giusto. Se questa è scema quanto è bella è fatta! Pacchia tutta la vita!



    OT

    Non preoccuparti della lunga introduzione a Judai, non serve che tu faccia altrettanto (l'ho fatta per farti capire subito con chi ti ritrovi a che fare XDD)
     
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    CITAZIONE
    «Parlato Murasaki»
    "Pensato Murasaki"

    «Parlato Judai»
    «Parlato PnG»

    «Penso ancora che sia una cosa stupida, comunque.»

    Tomoe sbuffò, mentre l’obi del suo leggero kimono da bambina veniva stretto dalle sapienti mani di Kanae, la sua tutrice personale.

    «Questo non cambia che si debba fare. Sai quanto sia importante il cerimoniale del Clan, specialmente per la generazione di nostro padre.»
    “Tuttavia, capisco il tuo sentimento Tomoe, vorrei proprio essere da tutt’altra parte oggi…”
    «Signorine, è ora di andare, i vostri ospiti saranno qui a breve.»

    […]

    L’edificio in cui sarebbe avvenuto l’incontro non era di certo il più sfarzoso nella tenuta della famiglia di Genji Hyuga: il tatami che fungeva da pavimento era semplice, le porte scorrevoli non erano finemente decorate, e i paraventi che dividevano a metà il grande salone dove si sarebbe svolta la cerimonia non erano decorati in modo particolarmente sfarzoso, dal momento che riportavano una semplice prospettiva dall’alto di Konoha o qualche motivo floreale. Niente a che vedere, insomma, con il riccamente decorato padiglione dell’entrata principale, in cui venivano ricevuti i più importanti nobili del paese e dall’estero, e, all’occorrenza, anche i Kage.
    Murasaki camminava lentamente, stando appena dietro a suo padre e sua madre, accompagnati dagli altri membri della casata principale. Per il momento, anche a sua sorella era permesso di rimanere con loro, ma sapevano entrambe che sarebbe presto arrivato il momento in cui Tomoe avrebbe dovuto lasciare la loro casa e la loro famiglia, per andare a ingrossare le fila della casata cadetta. Ed era proprio un membro di quella casata che avrebbero incontrato oggi. Da generazioni era prerogativa del Clan che ad ogni membro della casata principale venissero assegnati dei “Protettori”, di modo che venisse effettivamente messo a frutto quanto la casata cadetta si prefiggeva: proteggere quella principale.

    “Eppure, non penso di aver bisogno di un protettore. Sono stata educata sin da bambina per essere al meglio delle mie capacità, per diventare un giorno la prima esponente del Clan. Che senso avrebbe continuare ad aver bisogno di protezione?”

    Murasaki deglutì, cercando di relegare in un angolo della sua mente questi pensieri. Tuttavia, continuava a percepire una certa pesantezza sul petto, come se una strana sensazione riguardo a quella giornata si aggirasse nell’aria.

    “Devo ricordarmi che tutto ciò che faccio, lo faccio per il Clan. Mai per me, mai per la mia sola famiglia, per tutti quelli che un giorno dovrò proteggere e guidare…”

    Una volta giunti all’esterno dell’edificio, fu richiesto alle ragazze Hyuga di aspettare che gli adulti delle famiglie si incontrassero prima privatamente, al fine di scambiare i soliti convenevoli che tanto erano amati all’interno del Clan. Tomoe e Murasaki, dunque, si sedettero su una panchina del grande chiostro centrale della tenuta. Murasaki indossava un kimono lungo a maniche larghe, color blu scuro decorato da fini peonie bianche, tratteggiate solo nei loro contorni. I capelli erano raccolti in uno chignon tenuto in posizione da un piccolo fermaglio.

    «Pensi che sarà simpatico almeno? Oppure potrebbe essere un vecchio pedante come papà, ti immagini?»

    Tomoe si mise a ridere, mentre di fronte a loro Kanae trasaliva per il commento della piccola Hyuga.

    «Tomoe! Non dovresti parlare in questo modo di nostro padre, specialmente in presenza di altri o in circostanze come queste. Comunque, penso che avrà la mia stessa età, o solo qualche anno di più. Questa è la consuetudine, almeno, e lo sapresti anche tu se ti concentrassi un minimo durante le lezioni di Sarutobi-sensei…»

    Nemmeno il tempo di finire la frase, che la porta scorrevole dietro di loro si aprì lentamente. Era arrivato il momento.

    «Hyuga-sama, è ora di entrare.»

    Salì con non poca difficoltà gli scalini che separavano il terreno dal piano rialzato dell’edificio, e quando entrò tutti gli occhi puntarono sulla sua esile figura. Davanti a lei suo padre e sua madre si aprirono per farle spazio tra di loro. L’aria profumava di incenso.
    La scena che le si parò di fronte non era certo quella che la ragazza si era immaginata la notte precedente, quando, troppo agitata per prendere sonno, si era messa a rimuginare su come si sarebbe svolta la cerimonia dell’indomani mattina. Infatti, il ragazzino che le si era parato davanti agli occhi era totalmente diverso da quanto Murasaki avesse previsto: la prima cosa che la ragazza notò furono i capelli chiari dello Hyuga, così diversi rispetto alla marea di teste nere e castano scuro che lo circondavano; inoltre, non sembrava avere molti più anni rispetto a lei, anzi, probabilmente era anche più piccolo vista la statura e la costituzione così esile.

    “Come potrebbe un ragazzino piccolo quanto me, se non anche più basso, farmi da protettore?”

    Fu solo in un secondo momento che la ragazza si accorse del peculiare vecchietto che accompagnava il ragazzo del ramo cadetto. Murasaki non lo riconobbe, ma si appuntò mentalmente di chiedere successivamente a suo padre, che l’aveva di sicuro identificato. Mentre era persa in questi pensieri, qualcuno del Clan si accinse a presentare i due ragazzi:

    «Judai, questa è Murasaki Hyuga-sama, la giovane promessa del clan che tu dovrai proteggere.»

    Per un attimo parve che Judai stesse per soffocare, dal momento che le uniche parole che riuscì a proferire furono dei vaghi farfugli, che Murasaki non comprese. Tuttavia, parve poi riprendersi, riuscendo finalmente a parlare:

    «Murasaki-sama sono incredibilmente felice di conoscervi e sono onorato di essere il vostro protettore!»
    «Judai-san, l’onore è mio. Sono sicura che questa giornata porterà grande beneficio sia alla vostra famiglia, che alla nostra.»

    Murasaki rivolse uno sguardo in cerca di approvazione al padre, mentre il maestro della cerimonia, situato fra i due schieramenti, cominciò a recitare il suo discorso:

    «Siete qui convenuti oggi per assistere in qualità di testimoni al giuramento di protezione che Judai Hyuga, membro della Casata Cadetta, figlio di Shingetsu, presterà in favore di Murasaki Hyuga-sama, membro ed erede della Casata Principale, prima figlia di Genji Hyuga e Principessa del Byakugan. Prego, Judai, avvicinati e pronunzia il giuramento»

    […]

    Dopo i vari rituali, fu lasciata libertà ai membri del Clan di scambiare qualche parola, accompagnata da del raffinato tè verde e qualche dolcetto tradizionale, quali mochi, dango, e yokan. Murasaki si sarebbe portata nella parte più a nord-est del grande salone, dietro una serie di paraventi decorati con dei glicini, dove era stata preposta la zona del rinfresco. Sembrava piuttosto provata dalla cerimonia, e sembrava discutere fittamente della stessa con la sorella. Qualora qualcuno avesse voluto parlarle, avrebbe dunque dovuto prima riuscire a catturare la sua attenzione, e lei avrebbe risposto in modo cortese ma un po’ distante.

    OT: Scusa per il ritardo, finalmente ce l'ho fatta ahahah! :riot: Vediamo ora come interagiscono i nostri piccoli Hyuga!
     
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    Il destino degli Hyuga


    Post Secondo

    Siete qui convenuti oggi per assistere in qualità di testimoni al giuramento di protezione che Judai Hyuga, membro della Casata Cadetta, figlio di Shingetsu, presterà in favore di Murasaki Hyuga-sama, membro ed erede della Casata Principale, prima figlia di Genji Hyuga e Principessa del Byakugan. Prego, Judai, avvicinati e pronunzia il giuramento

    Judai pronunciò il giuramento quasi senza pensarci, non aveva mai dato peso a quel genere di cose. Se mai avesse voluto proteggere Murasaki lo avrebbe promesso a lei mica ad un clan del piffero che si era fatto vivo solo quando a loro serviva Judai. Non sentiva alcun gran legame con gli Hyuga ed il fatto di aver accettato di essere erede di Goketsu (e anche questo ruolo di protettore) era solo uno: guadagnare potere, rispetto e una sicurezza economica. I suoi non glielo avevano detto ma Judai ben sapeva che gli affari del padre non andavano più così bene ed invece di unirsi a fare il mercante, e buttare nel nulla quel dono che erano i suoi geni, aveva di gran lunga preferito diventare un ninja.

    La cerimonia terminò relativamente presto e lui e Murasaki non scambiarono più parole per il momento ma alla fine venne servito il buffet. The verde e dolci. Che, per carità, non erano male ma lui preferiva altro. Si ciulò qualche dango, secondo lui comprato da qualche bottega da nobili e si bevve una caraffa di the trangugiandolo come se fosse acqua, senza rendersi conto dello spettacolo indecoroso che stava dando. Goketsu, che sapeva che c'era ancora molto lavoro da fare su Judai, lo spinse ad andare a scambiare qualche parola con Murasaki impegnata a discutere con la sorella in un angolo.

    Judai si avvicinò lentamente e decise di "toccarla piano" come piaceva dire a lui. Non sapeva il nome della sorella di Murasaki per cui si sarebbe rivolto solo a lei.

    Murasaki-san, vi dispiacerebbe venire con me un attimo fuori? Avrebbe accettato anche la presenza della sorella, se avesse voluto venire, non è che volesse fare qualcosa di stupido: voleva solo uscire di li, trovava quell'atmosfera incredibilmente falsa e soffocante.

    Se Murasaki fosse uscita con lui si sarebbe seduto da qualche parte riposandosi un attimo e, accertatosi che non ci fossero adulti presenti, avrebbe estratto la propria fiaschetta d'alcool ne bevve un sorso e chiese alla Hyuga... Cicchetto? Un modo come un altro per rompere il ghiaccio.
     
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    Homo homini aut deus, aut lupus - II



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    «Parlato Murasaki»
    "Pensato Murasaki"
    «Parlato Judai»
    «Parlato PnG»

    «... Sì, le sete ordinate da papà dovrebbero arrivare presto, così almeno dice Kanae.»
    «Bene, non vedo l'ora di vedere quel tessuto cremisi. Sono sicura che su di te starà benissimo Tomoe.»

    Persa in futili discorsi con la sorella, Murasaki non si era nemmeno accorta che qualcuno si era avvicinato furtivamente al loro duo. Le servì un lieve gesto di sua sorella, che si limitò a inclinare un po' la testa, per far sì che lo notasse. Fece un respiro profondo e si girò lentamente, trovandosi di fronte proprio Judai, il ragazzo della cerimonia.

    «Murasaki-san, vi dispiacerebbe venire con me un attimo fuori?»
    «È Murasaki-sama per te, temo.»

    Tomoe se ne stava lì impalata, appena dietro a Murasaki, con un'espressione tra il perplesso e l'infastidito dipinta in volto. Murasaki si voltò rapidamente verso di lei, con sguardo severo.

    «Tomoe! Puoi lasciarci adesso, padre e madre ti staranno cercando.»
    «Eh, okay. A dopo.»

    Riservò un'ultima occhiata tagliente al ragazzo del clan cadetto, salvo poi dirigersi a passo spedito verso l'altro lato della sala.

    «Devi scusarci, Tomoe è ancora molto giovane e parecchio indisciplinata. Ti prego di perdonare la sua sconsideratezza. Accetto volentieri il tuo invito, ho proprio bisogno di uscire da qui. Seguimi.»

    Passarono da una delle porte posteriori della sala. Murasaki fece strada, essendo abituata a muoversi in quegli ambienti. Non appena furono all'esterno, la ragazza assaporò finalmente la freschezza dell'aria primaverile. I primi ciliegi in fiore adornavano con i loro colori il cortile interno in cui i due ragazzi si trovavano. Voltandosi per vedere se Judai la stesse seguendo o meno, si accorse con sorpresa che lui si era fermato su uno degli ampi sedili in pietra disposti ai quattro lati del karensansui, il giardino secco in sabbia centrale al piccolo cortile. Murasaki si avvicinò, portandosi a distanza di conversazione dal giovane, rimanendo in piedi di fronte a lui. Sembrava che egli stesse cercando qualcosa tra le sue vesti.

    «Cicchetto?»

    Esclamò all'improvviso, tirando fuori una piccola fiaschetta, contenente probabilmente qualche alcolico. Murasaki fu divertita dalla spontanea proposta del giovane, e sorrise lievemente:

    «Ti ringrazio, ma penso passerò. Non credo che mio padre vedrebbe di buon occhio la cosa.»

    Voltò lo sguardo verso le rocce disposte accuratamente nel giardino, continuando a rivolgersi a Judai.

    «Innanzitutto, ti prego di scusare ancora mia sorella. Pur avendo solo un anno di differenza, ha atteggiamenti ancora parecchio immaturi. Immagino sia una conseguenza del differente modo in cui siamo state cresciute.»

    Murasaki sembrò rabbuiarsi per un secondo, salvo poi sorridere e rivolgersi nuovamente al ragazzo

    «Allora, parlami un po' di te. Non mi sembra di averti mai visto alle funzioni della famiglia. È strano, considerato che sono diverse le occasioni in cui il Clan si riunisce...»
    "Chissà qual è la storia di questo strano ragazzo..."

    Murasaki avrebbe ascoltato attentamente le parole del ragazzo, annuendo e seguendolo con lo sguardo. Nel caso in cui il racconto di Judai si fosse prolungato, si sarebbe seduta con lui, sempre mantenendo però una certa distanza.
     
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    Il destino degli Hyuga


    Post Terzo


    È Murasaki-sama per te, temo
    Judai girò a malapena la testa, come se non avesse sentito bene quello che gli era stato detto (anche se in realtà ci sentiva benissimo).

    Appunto mentale: farsi chiamare "Judai-sama" dalla stronzetta

    Come diceva il buon Shingetsu Judai era "tutto sua madre", suscettibile e vendicativo specialmente sulle piccole cose.

    Fu però molto stupito dell'atteggiamento di Murasaki invece, non si aspettava che si scusasse per la sorella, specialmente con lui.

    Vuoi vedere che ho beccato l'unica ragazza della casata principale che non è una pugna in culo?

    Nessun problema

    Si aspettava invece che rifiutasse l'alcool ma, a parte pensare che dovesse sciogliersi un po' non ci fece troppo peso anzi, decise di fare una sorta di scenetta. Fece finta di guardarsi attorno, ovviamente esagerando i movimenti e le espressioni per poi rivolgersi sussurrando alla ragazza: io qui non lo vedo, ma come preferisci le disse bevendo un altro sorso.

    Innanzitutto, ti prego di scusare ancora mia sorella. Pur avendo solo un anno di differenza, ha atteggiamenti ancora parecchio immaturi. Immagino sia una conseguenza del differente modo in cui siamo state cresciute.

    Non devi scusarti per lei. Se non è chi ha commesso lo "sbaglio" a farle le scuse sono inutili... no? Manco avesse fatto qualcosa di grave poi...

    E tranquilla che tanto prima o poi la sorellina me la paga

    Allora, parlami un po' di te. Non mi sembra di averti mai visto alle funzioni della famiglia. È strano, considerato che sono diverse le occasioni in cui il Clan si riunisce...

    Per niente strano se consideri che non ho mai partecipato. Judai sospirò, prendendo fiato. Non gli piaceva molto parlare, specialmente di se stesso (argomento che non toccava mai, se non per vantarsi a vanvara) Mia madre era un membro della casata cadetta, almeno fino a quando si innamorò di mio padre, un commerciante e decise di sposarlo. Non chiedermi cosa ci abbia visto in lui, è uno dei grandi misteri del cosmo. Di conseguenza è stata cacciata dal clan, o almeno così mi ha detto lei. Fino ad un anno fa gli Hyuga erano solo un nome per me... poi Goketsu, mio nonno, il vecchietto dallo sguardo furbo che mi ha accompagnato oggi, è arrivato a casa e ha chiesto... anzi no, diciamo le cose come stanno, ha costretto i miei a farmi addestrare per diventare il suo "erede". Come se non sapessi che per lui io... ma lasciamo perdere. Il volto di Judai si era arrossato e la voce si era alzata di tono mano a mano che il discorso continuava e sicuramente Murasaki avrebbe capito che non era a causa dell'alcool (nonostante anche quello facesse la sua parte).

    Scusa ma questo argomento mi fa arrabbiare. Tu invece? L'unica cosa che so della casata principale sono le voci, le brutte voci che girano per Konoha e Judai aveva diversi lividi che lo dimostravano. Nei quartieri "bassi" i suoi occhi non facevano una bella figura. Prima di oggi manco sapevo come ti chiamavi, figurati.

    Anche Judai era curioso di conoscere meglio Murasaki, forse anche per capire quanto le famose voci fossero fondate (ma una cosa era sicura, non avrebbe mai detto a nessuno che aveva fatto "amicizia" con una Hyuga della casata principale)
     
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    Homo homini aut deus, aut lupus - III



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    «Parlato Murasaki»
    "Pensato Murasaki"
    «Parlato Judai»

    «Mia madre era un membro della casata cadetta, almeno fino a quando si innamorò di mio padre, un commerciante e decise di sposarlo. Non chiedermi cosa ci abbia visto in lui, è uno dei grandi misteri del cosmo. Di conseguenza è stata cacciata dal clan, o almeno così mi ha detto lei.»

    Murasaki annuì brevemente, continuando ad ascoltare Judai.

    "Ecco perché non ero a conoscenza dell'esistenza della sua famiglia. Quando qualcuno viene cacciato dal Clan, solitamente, viene compiuta una specie di damnatio memoriae: il suo nome non verrà più pronunciato, e verrà disconosciuto da entrambi i rami del Clan..."
    «Fino ad un anno fa gli Hyuga erano solo un nome per me... poi Goketsu, mio nonno, il vecchietto dallo sguardo furbo che mi ha accompagnato oggi, è arrivato a casa e ha chiesto... anzi no, diciamo le cose come stanno, ha costretto i miei a farmi addestrare per diventare il suo "erede". Come se non sapessi che per lui io... ma lasciamo perdere»

    A giudicare dal colorito che stava assumendo il viso del ragazzo e dal suo sempre più alto tono di voce, sembrava che questo non fosse un argomento particolarmente facile da discutere per il membro della casa cadetta. Murasaki, forse per dare inconsciamente un po' di conforto a Judai, si sedette sullo stesso sedile in pietra, mantenendosi a circa 30cm di distanza dal giovane. Sedeva con la schiena diritta, il kimono ben sistemato, e le mani raccolte in grembo. Proprio come le era stato insegnato.

    «Scusa ma questo argomento mi fa arrabbiare. Tu invece? L'unica cosa che so della casata principale sono le voci, le brutte voci che girano per Konoha. Prima di oggi manco sapevo come ti chiamavi, figurati.»

    Murasaki sorrise pensierosa, prima di rispondere con tono calmo e contenuto

    «Certamente questa è una sensazione nuova, per me. Ritengo di non aver mai incontrato qualcuno che non conosca quantomeno il mio nome. E non lo dico certo per superbia, credo sia più un dato di fatto dovuto alle personalità che mi capita di incontrare di solito: membri di altri clan, alte cariche del villaggio, mercanti. Non capita spesso che io incontri qualcuno fuori da un contesto ufficiale.»

    Rivolse lo sguardo di fronte a sé, come a voler analizzare le intricate linee tracciate sulla sabbia.

    «Mi presento, dunque. Sono Murasaki, figlia maggiore di Genji Huyga. Sono l'erede della casata principale, e sono stata cresciuta secondo le antiche tradizioni e i severi dettami del nostro Clan. Ho una sorella più piccola di un anno, come hai potuto ben osservare prima, che il giorno del mio terzo compleanno...»

    Murasaki deglutì appena, mentre inconsciamente aveva cominciato a tormentarsi le mani.

    «Dicevo, il giorno del mio terzo compleanno mia sorella venne allontanata dalla nostra casa, per un rituale. Scoprii solo qualche anno dopo che proprio quello fu il giorno in cui le marchiarono la fronte.»

    Si girò verso il ragazzo, con la terribile urgenza di chiedergli se anche sotto i suoi capelli biondi si nascondesse il segno della sudditanza della casata cadetta. Trattenne però quella curiosità, lasciando a Judai la libertà di rivelarle o meno quel dettaglio.

    «Ho vissuto la mia vita piuttosto tranquillamente, credo. E questo è quanto, in futuro spero di potermi allenare con costanza, al fine di diventare una kunoichi abbastanza forte da poter guidare saggiamente il nostro Clan. Vorrei avere la possibilità di proteggere tutti, nessuno escluso.»
    "Vorrei... Vorrei che situazioni come la tua non si ripetessero, Judai. Vorrei appianare tutte le divergenze interne al nostro Clan. Tuttavia..."

    Murasaki si interruppe improvvisamente. Perché stava condividendo tutto questo con un ragazzo appena conosciuto? Era la prima volta che trascorreva del tempo da sola con qualcuno al contempo così diverso e così simile a lei. Entrambi avevano il tipico sguardo bianco degli Hyuga e possedevano geni simili, ma di certo Judai era lo Hyuga meno "Hyuga" che lei avesse mai conosciuto. Cosa più importante, era la prima persona che sembrava non provare alcun sentimento di riverenza - genuina o forzata che fosse - verso di lei. Questo al contempo la incuriosiva e intimoriva parecchio.
    Parve ponderare un attimo le parole, prima di sbilanciarsi in un commento che sperava non avrebbe fatto infuriare il ragazzo.

    «Mi dispiace molto per quanto accaduto a tua madre. Sono sicura che il Clan ha perso un elemento valido espellendola. È stato comunque un vero gesto d'amore verso tuo padre, il suo.»

    Una volta ascoltata la risposta del giovane, Murasaki si sarebbe guardata intorno, cercando di verificare quanti adulti della casata principale fossero nelle vicinanze.

    «Mi sembra scortese, essendo la tua prima volta qui, mostrarti solo la parte più spoglia della tenuta! Qualora ti facesse piacere, sarebbe un mio onore mostrarti il Giardino dei Glicini. È il mio posto preferito della casa, e questo è il momento perfetto per vederne la fioritura.»

    Si alzò dunque, attendendo la risposta del ragazzo.

    «Così potrai dirmi di queste cattiva reputazione che il Clan avrebbe a Konoha. Mi incuriosisce molto.»
     
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    Il destino degli Hyuga


    Post Quarto

    Mi presento, dunque. Sono Murasaki, figlia maggiore di Genji Huyga. Sono l'erede della casata principale, e sono stata cresciuta secondo le antiche tradizioni e i severi dettami del nostro Clan. Ho una sorella più piccola di un anno, come hai potuto ben osservare prima, che il giorno del mio terzo compleanno...

    Persino Judai notò il nervosismo che esprimeva la voce di Murasaki (e Judai a malapena notava se calpestava una cacca di cane) ma non capiva il perché

    Dicevo, il giorno del mio terzo compleanno mia sorella venne allontanata dalla nostra casa, per un rituale. Scoprii solo qualche anno dopo che proprio quello fu il giorno in cui le marchiarono la fronte.

    Ne aveva sentito parlare dai suoi quando Goketsu era giunto a casa loro (o meglio era rimasto sveglio ad origliare) ed era poi riuscito a raccogliere qualche informazione in merito al "sigillo degli Hyuga". Non sapeva venisse ancora praticato.

    Judai non era stato marchiato, grazie al suo status di "rinnegato" e sia sua madre che Goketsu erano d'accordo in merito: Judai non avrebbe mai ricevuto quel sigillo. Una specie di rivincita nei confronti della casata principale. Forse fu fiducia nei confronti di Murasaki, forse un qualche messaggio non verbale che la ragazza gli aveva dato o, forse, pura e semplice ignoranza in materia che spinse Judai a sollevare i capelli e a mostrare la propria fronte... candida come quella di un bambino.

    Ho vissuto la mia vita piuttosto tranquillamente, credo. E questo è quanto, in futuro spero di potermi allenare con costanza, al fine di diventare una kunoichi abbastanza forte da poter guidare saggiamente il nostro Clan. Vorrei avere la possibilità di proteggere tutti, nessuno escluso.

    Un bel sogno Come al solito Judai aveva la delicatezza di una frana Spero tu riesca a realizzarlo era troppo presto per parlarle dei propri progetti per il futuro. E di come gli obiettivi di Murasaki fossero in netto contrasto con essi. Ma la ragazza non gli sembrava malvagia, forse solo un po' inesperta del mondo rinchiusa nella sua gabbia dorata. Judai voleva cambiare le cose e non sarebbe stata "l'erede della casata principale, cresciuta secondo le antiche tradizioni e i severi dettami del Clan" ad aiutarlo. Perlomeno non consciamente, ma quella posizione, solo ora Judai se ne rendeva conto, lo metteva nella posizione perfetta per riuscire nell'obiettivo del vecchio Goketsu. Chissà se un giorno avrebbe dovuto lottare con quella ragazza che ora gli sembrava così simpatica.

    Mi dispiace molto per quanto accaduto a tua madre. Sono sicura che il Clan ha perso un elemento valido espellendola. È stato comunque un vero gesto d'amore verso tuo padre, il suo.

    Ahahahaha Judai rispose con una risata sincera E come potresti saperlo? Da quel che ne sappiamo mia madre potrebbe non essere mai stata una kunoichi, o un elemento valido. O potrebbe aver acchiappato il primo che passava solo per sfuggire dalla vita del clan.

    Sentiva però di essere stato un po' duro con lei, dopotutto aveva solo cercato di... consolarlo?

    Ascolta, non so come tu sia stata cresciuta ma ti chiedo, come favore personale, di non usare questa educazione, questa ipocrisia. Ti chiedo di essere completamente sincera con me. Lo so che la tua non è cattiveria o apparenza e che magari pensi sul serio quello che dici ma... non ho bisogno che mi venga indorata la pillola. Io non sono Goketsu, non sono mia madre e non sono nemmeno un membro del clan Hyuga. Io sono Judai.

    Forse ho appena detto una cagata... non dovevo fidarmi così troppo di sta ragazza. E' proprio come dice quello stronzo di Goketsu: sono troppo impulsivo. Devo tenere più a freno la lingua.

    [...]

    Se l'offerta di Murasaki di visitare il giardino dei Glicini fosse stata ancora valida dopo quell'uscita quantomeno irrispettosa Judai avrebbe accettato volentieri, anche se solo per educazione. Non era mai stato un tipo da giardini o fiori.

    Così potrai dirmi di queste cattiva reputazione che il Clan avrebbe a Konoha. Mi incuriosisce molto.

    Fondamentalmente che siamo dei pali in culo che si credono meglio di tutti. E che sacrificheremmo tutto e tutti solo per mantenere il nostro benessere. E che pensiamo che tutti quelli che non siano "hyuga" non siano degni neppure di leccarci i piedi. Devo continuare o ti sei fatta un'idea? e quelli erano solo gli insulti più leggeri che Judai aveva ricevuto negli ultimi anni.
     
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    «Parlato Judai»

    Con sorpresa di Murasaki, il ragazzo scoppiò in una fragrante risata.

    «E come potresti saperlo? Da quel che ne sappiamo mia madre potrebbe non essere mai stata una kunoichi, o un elemento valido. O potrebbe aver acchiappato il primo che passava solo per sfuggire dalla vita del clan.
    Ascolta, non so come tu sia stata cresciuta ma ti chiedo, come favore personale, di non usare questa educazione, questa ipocrisia. Ti chiedo di essere completamente sincera con me. Lo so che la tua non è cattiveria o apparenza e che magari pensi sul serio quello che dici ma... non ho bisogno che mi venga indorata la pillola. Io non sono Goketsu, non sono mia madre e non sono nemmeno un membro del clan Hyuga. Io sono Judai.»


    La ragazza chiuse un momento gli occhi, tentando di mantenere un aspetto più calmo e rilassato possibile. Questo era quello che aveva visto fare a suo padre, sempre impassibile anche nei momenti di maggiore criticità.

    «Judai-san, mi scuso. Le mie parole sono state affrettate, ovviamente non sono a conoscenza della storia della tua famiglia. Tuttavia, temo che tu possa aver frainteso la mia gentilezza come debolezza. Ti prego di rivolgerti a me sempre con la cortesia dovutami non in quanto Murasaki Hyuga, ma in quanto tua compagna di villaggio. Non posso comprendere quali siano le tue animosità nei confronti del Clan, o quale sia la motivazione che ti ha spinto a presentarti qui assieme a tuo nonno oggi, ma non tollererò più che tu ti rivolga a me in questo modo. Mi dispiace, ma il giuramento che abbiamo portato a termine non ha solo valore simbolico. Ci incontreremo altre volte terminata la giornata di oggi, e vorrei che questo rapporto, per quanto possa esser stato forzato da altri, non sia di ostilità.»

    Fino a quel momento aveva pensato di invitare il ragazzo a fare una passeggiata nei giardini della villa, ma la rivelazione riguardo all'assenza del marchio sulla fronte di Judai, unita alla sua improvvisa animosità, avevano risvegliato un forte istinto di protezione nella ragazza.

    "Vorrei proteggere tutti, Judai-san. Vorrei davvero. Tuttavia, a volte sembra che anni di conflitto abbiano generato delle ferite profonde tra i membri del clan, ormai troppo infette per poter essere curate..."
    «Quello che ti chiedo è di cercare di mettere da parte quello che sai o pensi di sapere riguardo a me. Non sono qui per arrecarti danno o riportarti controvoglia tra le file del clan cadetto. Qualora te ne servisse una prova: non penso che tu abbia studiato il rituale del clan, da quanto mi hai detto. Io l'ho fatto, e so che un protettore deve sempre provenire dal clan cadetto ufficiale, e che deve necessariamente essere marchiato dal sigillo dello stesso. Ora, mi pare che tu non soddisfi questi due criteri. Judai-san, il mio intento non è quello di continuare ad alimentare il fuoco che sta lentamente consumando il nostro clan, quindi per il momento questa tua situazione non sarà un'informazione che non condividerò con mio padre, nonostante questo possa mettere me stessa in pericolo. Spero che questo possa metterti in condizione di capire di più la persona in favore di cui hai pronunciato un giuramento. Ora, se vuoi scusarmi...»

    Murasaki si voltò, con l'intenzione di tornare dentro al salone. Aveva parlato con tono misurato e diretto, cercando di nascondere i propri pensieri. Ma non appena si voltò, sentì il sangue correrle veloce alle guance, simbolo dell'agitazione che l'aveva pervasa. Si era svegliata quella mattina credendo di andare incontro ad una giornata di riti e incontri noiosi, invece si ritrovava in compagnia di un ragazzo che - probabilmente - non era esattamente come era stato presentato alla sua famiglia.

    "Sono stata cresciuta per proteggere il Clan, per guidarlo. Ma nessuno mi ha mai spiegato fino a dove dovrei spingermi per proteggerlo da chi, pur facendone parte, se ne proclama così liberamente estraneo. Padre, cosa dovrei fare adesso?"

    Mentre pensava ciò, mosse i primi passi per allontanarsi. Sarebbe toccato a Judai decidere se fermare la ragazza per continuare il loro discorso, o se lasciarla rientrare nel padiglione principale, dove avrebbero trovato il padre di Murasaki ad attenderla con impazienza, circondato dagli altri membri della casata principale. Di certo l'assenza della ragazza non era passata inosservata.

    FIGHT FIGHT FIGHT :ph34r:


    Edited by Filira - 13/4/2018, 18:01
     
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    Il destino degli Hyuga


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    Judai-san, mi scuso. Le mie parole sono state affrettate, ovviamente non sono a conoscenza della storia della tua famiglia. Tuttavia, temo che tu possa aver frainteso la mia gentilezza come debolezza. Ti prego di rivolgerti a me sempre con la cortesia dovutami non in quanto Murasaki Hyuga, ma in quanto tua compagna di villaggio. Non posso comprendere quali siano le tue animosità nei confronti del Clan, o quale sia la motivazione che ti ha spinto a presentarti qui assieme a tuo nonno oggi, ma non tollererò più che tu ti rivolga a me in questo modo. Mi dispiace, ma il giuramento che abbiamo portato a termine non ha solo valore simbolico. Ci incontreremo altre volte terminata la giornata di oggi, e vorrei che questo rapporto, per quanto possa esser stato forzato da altri, non sia di ostilità.

    Però, la ragazza ha le palle! Mi piace! Mi raccomando non farle capire che la prendi per il culo

    Vi chiedo perdono Murasaki-san se le mie parole affrettate vi hanno arrecato offesa, non ho intenzione di creare un'atmosfera di ostilità tra noi e sono sicuro che in futuro riusciremo a creare una proficua relazione tra protettore e protetta.

    Forse ho un po' esagerato. Come al solito devi rovinare tutto Judai.

    E, come avveniva sempre, Judai affogò il suo dispiacere svuotando la fiaschetta.

    Quello che ti chiedo è di cercare di mettere da parte quello che sai o pensi di sapere riguardo a me. Non sono qui per arrecarti danno o riportarti controvoglia tra le file del clan cadetto. Qualora te ne servisse una prova: non penso che tu abbia studiato il rituale del clan, da quanto mi hai detto. Io l'ho fatto, e so che un protettore deve sempre provenire dal clan cadetto ufficiale, e che deve necessariamente essere marchiato dal sigillo dello stesso. Ora, mi pare che tu non soddisfi questi due criteri. Judai-san, il mio intento non è quello di continuare ad alimentare il fuoco che sta lentamente consumando il nostro clan, quindi per il momento questa tua situazione non sarà un'informazione che non condividerò con mio padre, nonostante questo possa mettere me stessa in pericolo. Spero che questo possa metterti in condizione di capire di più la persona in favore di cui hai pronunciato un giuramento. Ora, se vuoi scusarmi...

    Se volete io posso pure tirarmi indietro. Non è stata una mia scelta tutto questo. Non è stata una mia scelta essere uno Hyuga, o venire qui oggi! Non è stata una mia scelta essere il vostro "protettore". E se non mi ritenete "degno" sarò ben lieto di farmi da parte e lasciare che qualcuno di più qualificato prenda il mio posto. Ma dovrete essere voi a rifiutarmi.

    Non parlò per cercare di minare l'autorità (per lui fittizia) di Murasaki, o per mancarle di rispetto. In un certo senso la sua era la rassegnazione di chi era stato costretto ad interpretare un ruolo che odiava per motivi che non capiva. Sarebbe riuscito ad ottenere quello che voleva anche senza essere il "protettore di Murasaki", un ruolo che secondo lui voleva dire semplicemente "fatti ammazzare al posto suo".

    Vi chiedo però di valutare una cosa: perché pensate che il fatto che io non abbia il sigillo vi possa mettere in pericolo?

    Le lasciò un secondo per vedere se quell'interrogativo fosse sufficiente a risvegliare la sua curiosità. Erano le sue parole, ma era conscia del loro significato?

    Vedete, prima mi avete chiesto di illuminarvi su alcune dicerie sul clan Hyuga. Siete curiosa di sapere cosa pensano di noi gli abitanti di Konoha? "Gli Hyuga, se solo potessero si ammazzerebbero tutti tra loro". "Non si fidano neppure dei loro parenti, come possiamo noi fidarci di loro"? Io mi sono fidato di voi, Murasaki-san. Sono curioso di vedere se voi farete altrettanto oppure se preferirete circondarvi di schiavetti costretti ad assecondarvi in tutto e per tutto.

    Forse aveva esagerato. Anzi, sicuramente. Si diceva che l'alcool tirasse fuori la verità dalle persone e questo era assolutamente vero da parte di Judai che, però aveva risparmiato il vero interrogativo che voleva porre a Murasaki.

    Ti fidi di tua sorella, Murasaki-san o hai forse paura che se non fosse per quel sigillo ti si rivolterebbe contro?

    Forse quella sarebbe stata la sua ultima giornata da uomo libero. Ma poco sarebbe importato. Era mai stato veramente libero del proprio destino o era stato sempre schiavo di quei maledetti occhi bianchi?
     
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    «Parlato Judai»

    «Se volete io posso pure tirarmi indietro. Non è stata una mia scelta tutto questo. Non è stata una mia scelta essere uno Hyuga, o venire qui oggi! Non è stata una mia scelta essere il vostro "protettore". E se non mi ritenete "degno" sarò ben lieto di farmi da parte e lasciare che qualcuno di più qualificato prenda il mio posto. Ma dovrete essere voi a rifiutarmi.»
    «Non è mia intenzione.»

    Judai aveva pronunciato queste parole mentre Murasaki stava già incamminandosi. Si fermò dunque, respirando profondamente prima di voltarsi verso il giovane.

    «Vi chiedo però di valutare una cosa: perché pensate che il fatto che io non abbia il sigillo vi possa mettere in pericolo? Vedete, prima mi avete chiesto di illuminarvi su alcune dicerie sul clan Hyuga. Siete curiosa di sapere cosa pensano di noi gli abitanti di Konoha? "Gli Hyuga, se solo potessero si ammazzerebbero tutti tra loro". "Non si fidano neppure dei loro parenti, come possiamo noi fidarci di loro"? Io mi sono fidato di voi, Murasaki-san. Sono curioso di vedere se voi farete altrettanto oppure se preferirete circondarvi di schiavetti costretti ad assecondarvi in tutto e per tutto.»

    Proprio come Murasaki aveva pensato, la maggior parte del giudizio che Judai aveva sul Clan era basato non su una diretta conoscenza, bensì su una risposta emozionale a quanto il ragazzo aveva dovuto affrontare all'esterno.

    «Judai-san. Io non ho paura di te perché non porti il sigillo in fronte, so bene di potermi difendere da sola. Non sei nella posizione di capire il mio pensiero su questa faccenda, è troppo distante dal tuo vissuto.»
    "Cosa ne puoi sapere di come ci si senta a sapere di aver condannato il sangue del proprio sangue ad essere marchiato? Cosa puoi sapere della vergogna e del dolore che mi crea il solo guardare il simbolo sulla fronte di Tomoe? Questo sistema non ha penalizzato solo te, Judai. Vorrei te ne rendessi conto."

    Parlò serenamente, guardando il giovane negli occhi. Era il momento di capire le reali intenzioni di questo Hyuga atipico.

    «Mi inquieta tuttavia il tuo comportamento, mi sto chiedendo quale tipo di persona io mi trovi davanti, visto che pur essendo nostro ospite oggi ti scagli così veementemente verso di me. Mi inquieta il pensare a che fili tuo nonno avrà dovuto muovere per farti essere qui oggi, viste le tue credenziali.»
    "Mio padre deve essere all'oscuro del passato di questo ragazzo. Non avrebbe mai acconsentito a tutto questo, se avesse saputo."

    Si avvicinò ancora di più al ragazzo, portandosi a brevissima distanza da lui. Questo le permise di abbassare il tono di voce al minimo. Quanto stava per dire non era riservato ad orecchie altrui.

    «Potrò anche essere chiamata principessa, potrò anche essere l’erede, ma questo non vuol dire che io accetti questi titoli e li porti con leggerezza. Non ho intenzione di fare a gara con te su chi abbia avuto una vita più difficile, non mi interessa, ma rispetto il tuo passato quanto tu dovresti rispettare il mio. So solo che entrambi siamo stati schiacciati dalla situazione attuale. Se le cose andranno secondo i miei piani, sarò l’ultima a portare questi titoli. Come nuova generazione abbiamo il dovere morale di far meglio dei nostri padri e delle nostre madri, dobbiamo provare con tutte le nostre forze a cambiare le cose. Ma questo non accadrà in una notte, Judai. Tu non conosci il Clan, non sai come funzionino le cose qui. Tutto quello che pensi di sapere di noi è stato filtrato da tuo nonno. Io sono nata e cresciuta in questo ambiente. Mio padre ritiene che ognuno nasca con un destino prefissato, io ritengo che ognuno sia artefice del proprio. E io penso di aver scelto il mio, Judai. Quando i tempi saranno maturi, quando tutto sarà predisposto, anche gli Hyuga cambieranno. Ma non attraverso l’aggressività e la violenza, bensì tramite la diplomazia e la pazienza. Accadrà, Judai, se non subito, certamente in un futuro non troppo lontano. E quando accadrà, nessuno Hyuga toccherà più un familiare, un fratello o una sorella per marcargli la fronte. Mai più. Tu puoi partecipare a questo cambiamento, Judai. Oppure puoi continuare per la tua strada, non ti fermerò. Ma in questo progetto esistono solo due possibilità: con me o contro di me.»

    Murasaki si ritrasse, riprendendo fiato. Judai era solo la seconda persona al mondo a cui aveva confidato questo suo progetto. La prima era stata Tomoe. Qualsiasi fosse stata la risposta del ragazzo, qualora avesse avuto qualcosa da dire, Murasaki si sarebbe comunque ricomposta, sistemandosi con gesti misurati il kimono, e ricomponendosi i capelli.

    «Una prima lezione sulle dinamiche del Clan.»

    Murasaki si voltò verso sinistra, dove un suo cugino e membro della casata principale li stava osservando, incuriosito. La ragazza continuò a parlare sottovoce, salutando il cugino con un sorriso.

    «Qui tutto ha occhi e orecchie, anche i muri. L'unico posto in cui si può parlare in libertà è il Giardino dei Glicini, dove il rumore costante dei grilli copre i sussurri più da celare. Per oggi, Judai-san, il nostro discorso sul futuro del Clan finisce qui.»
     
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    Il destino degli Hyuga


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    Mi inquieta tuttavia il tuo comportamento, mi sto chiedendo quale tipo di persona io mi trovi davanti, visto che pur essendo nostro ospite oggi ti scagli così veementemente verso di me. Mi inquieta il pensare a che fili tuo nonno avrà dovuto muovere per farti essere qui oggi, viste le tue credenziali.

    Oh, su questo potete stare tranquilla. Oggi ho già rovinato tutti i "piani" che lui potesse avere per questa riunione.

    Perché una cosa era sicura: dopo quel primo incontro era impossibile che Murasaki potesse mai accettare di sposare Judai, o che lui potesse sedurla.

    Dovrò farmi il culo per ottenere soldi e potere. Chissene, non ho mai avuto bisogno di nessuno figurarsi di Murasaki. La rottura sarà dover sopportare quel cazzo di sigillo se la stronza deciderà di "tradirmi". Stupido, mai fidarti di nessuno non importa quanto siano carine.

    Quando la ragazza gli si avvicinò Judai rimase interdetto, non si aspettava di certo una cosa del genere, ed il profumo di Murasaki gli impregnò le narici quasi stordendolo. Non era mai stato così vicino ad una ragazza (nonostante le arie da gran conquistatore che si dava con i pochi amici che aveva).

    Potrò anche essere chiamata principessa, potrò anche essere l’erede, ma questo non vuol dire che io accetti questi titoli e li porti con leggerezza. Non ho intenzione di fare a gara con te su chi abbia avuto una vita più difficile, non mi interessa, ma rispetto il tuo passato quanto tu dovresti rispettare il mio. So solo che entrambi siamo stati schiacciati dalla situazione attuale. Se le cose andranno secondo i miei piani, sarò l’ultima a portare questi titoli. Come nuova generazione abbiamo il dovere morale di far meglio dei nostri padri e delle nostre madri, dobbiamo provare con tutte le nostre forze a cambiare le cose. Ma questo non accadrà in una notte, Judai. Tu non conosci il Clan, non sai come funzionino le cose qui. Tutto quello che pensi di sapere di noi è stato filtrato da tuo nonno. Io sono nata e cresciuta in questo ambiente. Mio padre ritiene che ognuno nasca con un destino prefissato, io ritengo che ognuno sia artefice del proprio. E io penso di aver scelto il mio, Judai. Quando i tempi saranno maturi, quando tutto sarà predisposto, anche gli Hyuga cambieranno. Ma non attraverso l’aggressività e la violenza, bensì tramite la diplomazia e la pazienza. Accadrà, Judai, se non subito, certamente in un futuro non troppo lontano. E quando accadrà, nessuno Hyuga toccherà più un familiare, un fratello o una sorella per marcargli la fronte. Mai più. Tu puoi partecipare a questo cambiamento, Judai. Oppure puoi continuare per la tua strada, non ti fermerò. Ma in questo progetto esistono solo due possibilità: con me o contro di me.

    Questo discorso, che gli parve incredibilmente sincero, toccò il ragazzo nel profondo.

    Non pensavo fosse così... matura.

    Si... penso di poterti dare una possibilità sussurrò il ragazzo all'orecchio di lei Ho deciso di fidarmi di te, Murasaki. Ma me la toglieresti una curiosità? E' vero che voi... noi Hyuga abbiamo questa abitudine di sposarci tra cugini? No perché credo di aver appena fatto crepare di gelosia quel tizio là.

    Soltanto Judai poteva mandare a puttane una confessione così intima come quella di Murasaki con una bieca battuta sull'incesto. Lui però ne era sicuro: Murasaki avrebbe fallito e quando ciò sarebbe avvenuto sarebbe toccato a lui terminare l'opera come lui sapeva doveva fare. Dimostrando a tutti di essere il miglior ninja del clan. E prendendoli tutti a "jukenate sul culo"

    Qui tutto ha occhi e orecchie, anche i muri. L'unico posto in cui si può parlare in libertà è il Giardino dei Glicini, dove il rumore costante dei grilli copre i sussurri più da celare. Per oggi, Judai-san, il nostro discorso sul futuro del Clan finisce qui.

    Aveva capito che era appena stato congedato. E se una parte di lui voleva dire "nessuno congeda Judai Hyuga, troia!" quel briciolo di raziocinio che gli era rimasto gli suggerì che era il caso di andare a casa a farsi una bella dormita. Tanto lui e Murasaki si sarebbero sicuramente rivisti e allora... allora le avrebbe ricambiato il favore.

    Ogni scarrafone è bello a mamma sua, come diceva un suo conoscente Akimichi. E Judai Hyuga era tutto sua madre.
     
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    Homo homini aut deus, aut lupus - VI



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    «Parlato Murasaki»
    "Pensato Murasaki"
    «Parlato PnG»

    Murasaki stava ancora sorridendo lievemente per l'ultima uscita di Judai, quando si voltò, salutando brevemente il ragazzo.

    «A presto, Judai-san. Sono sicura che le nostre strade si incroceranno presto.»

    Senza aspettare ulteriore risposta si incamminò verso suo cugino Shinichi, che l'aspettava con sguardo impaziente sull'uscio della porta.

    «Murasaki-san, quello vi stava forse infastidendo?»

    Le chiese, porgendole il braccio per aiutarla a salire gli scalini.

    "Come è possibile che questo kimono sia così scomodo, non posso nemmeno salire le scale da sola. Per fortuna ho Shinichi qui con me."
    «Non temere, caro cugino. Ho avuto una piacevole conversazione con il nostro compagno di Clan, riguardo alle diverse stagioni di fioritura delle specie presenti nella tenuta. Sai quanto ami conversare di fiori.»

    Procedettero dentro il salone, dove rivedere quelle facce a lei così familiari la trasportò nuovamente nella realtà attuale delle cose. Suo padre, in piedi a qualche metro da lei, la stava attendendo con stoica impazienza.

    «Murasaki, è ora di ritarsi.»

    Ancora pensierosa per l'incontro appena conclusosi, si affiancò alla sorella Tomoe, che la guardava con fare interrogativo, e seguì la famiglia nei meandri della casa.

    Edited by Filira - 14/4/2018, 21:34
     
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