Un Ritorno Inatteso

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    Una Lunga Attesa


    - I -




    Mentre l’Hokage guardava il soffitto contava i giorni passati in ricerche ed esperimenti infruttuosi, era ormai passato oltre un mese, ma sapeva che per quanto si trattenesse a letto non sarebbe giunta alcuna risposta, l’aveva già provato.
    Come ogni mattina si sarebbe alzato, spuntando mentalmente la lista delle cose da fare, quelle in corso d’opera e quelle concluse. Mentre si lavava i denti lo specchio gli restituì l’immagine di un uomo concentrato ma annoiato, sfibrato. Il suo fisico non ne risentiva, ed anzi lo stress facendogli perdere qualche chilo probabilmente l’avrebbe anche reso più appetibile se non fosse per l’aria di intoccabilità che lo avvolgeva ormai sempre più densa e tangibile.
    Mentre consumava la sua colazione, scorrendo la sua lista mentale, arrivò agli impegni della mattinata, tra i quali era presente l’ennesimo tentativo di invasione mentale, ci contava sempre meno, ma se non altro i vari tentativi restituivano qualche dato che a qualcosa li avvicinava, non sapevano cosa, ma li faceva avanzare.

    O Sho o gli alieni.
    Se non altro passiamo comunque alla storia e Oda sarà felice lo stesso.


    Dopo la breve considerazione, e mentre ancora indossava il pigiama, gli bussarono alla porta, un tocco frettoloso che lo spinse a precipitarsi, riconobbe subito dall’uniforme uno dei guardiani delle mura.

    Hokage-sama!

    In persona.

    Rispose prontamente. Il guardiano riferì frettolosamente di un uomo al gate che diceva di essere Sho Saitama, cosa che per poco non fece andare la spremuta di traverso a Raizen.

    Aspettami qui.

    Ci sarebbero voluti pochi secondi perché Raizen tornasse, vestito di tutto punto e… armato.

    Mi spiegherai meglio strada facendo che ha detto.
    Ci sono non poche probabilità che non sia chi dice di essere.


    Dopotutto erano in pochissimi a sapere della sua assenza, una manciata di persone che di sicuro non avrebbero nemmeno immaginato uno scherzo simile. Sfortunatamente per Sho, al momento, non erano presenti sensitivi alle mura.
    Dopo il guardiano che lo aveva accolto dalla cima delle stesse la prima figura a mostrarsi sarebbe stata proprio Raizen, gli enormi cancelli della foglia si sarebbero aperti esclusivamente per far uscire lui, le cui intenzioni erano abbastanza chiare.
    Nonostante la distanza che separava i due il Primo uomo della foglia mise subito la mano sull’elsa della zambato, era fin troppo chiaro che volesse estrarla per caricare un colpo durante l’avvicinamento, un passo, due, tre… e svanì!
    Sarebbe ricomparso a poco più di un metro dall’individuo pronto a tagliarlo a metà, cosa curiosa: la spada si era ingrandita in maniera spropositata, effettuando un tondo che dava ben poche speranze di essere schivato. Poteva non essere più un jinchuriki, ma di certo questo non gli impediva di combattere come se fosse un gigante.
    Menato il primo fendente avrebbe portato la lama dietro le spalle per poi saltare ed effettuare una capriola mentre ancora sorreggeva la spada, era evidente che viste le dimensioni questa avrebbe impattato col terreno prima ancora di essere un problema per il suo avversario, per questo mediante l’arte della terra avrebbe permesso alla lama di affondare nella stessa come se fosse acqua e trasformando quel basico esercizio ginnico in una sega circolare gigantesca.

    Ah…

    Avrebbe continuato il suo attacco, del tutto convinto che era meglio porre domande ad un uomo che doveva supplicarti di aver salva la vita piuttosto che ad uno che poteva togliertela quando SHO iniziò a sudare.

    Ahah…!

    Poteva essere chiunque, uno sconosciuto con le sembianze del suo amico, che indossava i suoi vestiti… ma di certo non poteva sudare nella stessa identica maniera! Quell’attacco così improvviso e violento era l’unico modo per causare una reazione così veloce, e Raizen lo sapeva.

    Ahahah!

    Lasciò cadere la zambato a terra che in pochi istanti riacquisì la sua normale dimensione mentre quelli che prima erano temibili attacchi si trasformavano in pesanti pacche, quasi volesse essere certo di non avere un illusione.

    Che… che diavolo ci fai qui?
    Perché?
    Come?!?


    Si, era Raizen, e si, era abbastanza disorientato, ma felice. Gli strinse le spalle tenendolo a distanza e guardandolo, raramente aveva visto l’Hokage sorridere, forse mai. Tuttavia il peso e le opportunità di quell’esperienza non tardarono a farsi sentire e pur mantenendo la sua serenità tornò serio.

    Andiamo, questo non è il luogo migliore per parlare.
    Ti darò un ceffone, attiva la trasformazione, sembrerà che l’hai rilasciata e ci darà modo di gestire meglio questa storia.
    Trasformati in Shin.


    Era uno schiaffo pesante, e si sarebbe sentito tutto, ma doveva recitare per bene. Dopo il manrovescio l’avrebbe preso per la collottola, quasi trascinandolo.

    Me ne occupo io di questo imbecille.

    Avrebbe detto ai guardiani, trasportando quel finto problema dritto in amministrazione.


     
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    Un'ottima accoglienza


    Post primo



    E chi altro dovrei essere? Dissi infastidito al guardiano che stava cercando di fermare il mio passaggio all'intero del tanto amato villaggio. Ascoltami proseguii io sono Sho Saitama, chiama chi ti pare per confermarlo ma voglio tornare a casa mia, mi stai facendo alterare. Non mi aspettavo di certo di venir fermato all'ingresso; dopo tutto quello che avevo passato venir fermato a così poco dall'arrivo sembrava un terribile scherzo.
    Eppure vuol dire qualcosa... pensai mentre l'uomo era andato a convocare Raizen in persona. Gli eventi di quella notte hanno reso di certo tutti più sospettosi ed impauriti, niente di tutto ciò si può scordare, anche il mio ritorno così improvviso può sembrare sospetto, eppure... Eppure non ero disposto a tollerare un ulteriore secondo di attesa.
    Nonostante il mio pensiero logico potesse dirmi che tutto quel procedimento fosse necessario per una corretta protezione di Konoha l'unica cosa che volevo fare era sfondare con la forza l'enorme porta e correre a dire mio fratello che ero tornato. Chi avrebbe potuto fermarmi alla fine?
    No, mantieni la calma, sei arrivato, un paio di minuti non cambieranno niente, respira... respira. Fu in quel momento che l'enorme porta si aprì davanti a me, ma non nella sua interezza, le ante di discostarono solo il necessario a far passare una persona per poi richiudersi dietro di essa: era Raizen. Maledizione vecchio, non sai quanto sono fe... La mia frase di gioia fu istantaneamente interrotta dall'evidente intento omicida del decimo che, brandendo un 'enorme zambato, scattò verso di me per poi sparire nel nulla.
    Riapparve a circa un metro da me e tentò di colpirmi con la mastodontica arma. Ma che cazzo?! A fatica evitai quell'assalto repentino indietreggiando con un agile salto. MI SPIEGHI CHE CAZZO FAI? Esclamai tentando di difendermi dal suo continuo assalto come meglio potevo. Fu allora che il colosso lasciò cadere la sua arma e sembrò riacquistare la ragione, riconoscendomi e colpendomi con fragorose pacche sulle spalle.Che vuol dire che ci faccio qui? Non sarei dovuto tornare? Per il che ed il come il discorso è un po' più complesso, io...Cosa? Domandai stupito alla strana richiesta del Kage, perché mantenere il mio ritorno un segreto? Che cosa aveva in mente? Discutere di tutto quello in quel frangente mi pareva inutile, così accettai il piano di Raizen e lasciai che mi colpisse con una manata tutt'altro che farlocca. Ben tornato, Sho. Pensai mentre la guancia mi pulsava e venivo trascinato da Raizen per il colletto. Mi è proprio mancato questo posto.
     
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    Il Soldato dell'Hokage


    - II -




    Il tragitto in amministrazione non fu affatto lento, i due shinobi, ormai molto vicini in quanto a preparazione fisica, impiegarono poche falcate prima di giungere negli appartamenti di Raizen.

    C’è una ragione se ti ho fatto fare la trasformazione, vedrai, piuttosto…

    Prese l’interfono e contattò la sua segretaria.

    Hitomi, senti, chiama Oda, digli pure che per oggi può bastare, eventualmente riprenderemo più tardi.
    Fallo salire qui, ho da parlargli di un piccolo problema.


    Si rivolse nuovamente a Sho.

    Era un po’ anche per questo, quindi rilasciala al momento opportuno, direi pochi istanti dopo che ti poggia gli occhi addosso, quel rompipalle scansiona sempre il chakra altrui, e se gli mostri il viso dopo che lo guarda infarta doppio.

    Ci poteva fare poco, amava la teatralità.

    Per il resto immagino ti convenga parlare per due anziché due volte.
    Intanto ti aggiorno su ciò che è successo qui.


    Nei minuti che lo separavano dall’arrivo di Oda avrebbe dato a Sho notizie che probabilmente avrebbero intaccato la gioia del loro incontro dopo così tanto tempo, da Raizen orfano del suo demone, alla morte del Daymio, fino ai tentativi fatti per comunicare con lui o comunque trovare un modo per salvarlo.

    Ma non tutto è andato così male a quanto sembra, Kiri ha subito di peggio, e di certo non gli siamo dietro.
    Il tempo ha sanato queste piccole ferite, e col tuo ritorno le malefatte di Cantha si dimezzano.
    Resta solo da rintracciare qualcuno che sappia l’attuale posizione della Volpe.
    Se riuscissimo a ritrovarla l’Oni perderebbe gran parte della sua aura di invincibilità e noi avremmo una rivincita non da poc…


    Il suo discorso venne interrotto dall’arrivo di Oda, non fece alcuna presentazione, anzi, si zittì, indicandogli la sedia per poi incollargli gli occhi addosso, non avendo la minima intenzione di perdersi nemmeno uno dei movimenti del suo viso. Lo fece con un mezzo sorriso stampato in faccia per poi osservare quella scena con curiosità, non sapeva cosa voleva dire avere un fratello e tantomeno una famiglia, quelle per lui erano emozioni sconosciute, legami di cui non sapeva nulla, qualcosa che poteva però apprendere, e magari sfruttare.
    Attese sorreggendosi il capo con la mancina, dando ai due un po’ di tempo.

    Non so se darvi o meno la giornata.
    Ditemi voi, se volete un po’ di tempo possiamo aspettare un giorno, non credo ci crolli il mondo addosso per così poco.
    Tuttavia dovrai nascondere la tua faccia Sho, per quella piccola questione che ti avevo accennato alle mura.


    L’indomani o in quel momento se avessero voluto rinunciare alla loro giornata di tranquillità, Raizen sarebbe passato alle spiegazioni.

    In realtà mi sembra abbastanza elementare come cosa, un azione professionale, ecco.
    Devi semplicemente smettere di esistere.
    Non si hanno molte possibilità come queste, e quando si presentano credo vadano sfruttate, per il guardiano alle mura non ci sarà problema, il suo è un ricordo abbastanza fragile, basterà sigillarlo e nessuno saprà niente.
    Sei stato preso per una ragione, Sho, perché portavi il 5 code in corpo, ma se sparisci, insieme a lui il problema si annulla, no?
    Puoi gestire la cosa come meglio credi, ma credo che modificare i tratti del viso sia abbastanza necessario se non vuoi tenere questa in eterno.


    La buttò giù così, quasi senza interesse: uno degli artefatti più preziosi della foglia, la maschera della tigre, sempre per quella passione per le sorprese e i colpi di scena. Era stata conservata per lui ed ora a lui sarebbe appartenuta fino a che l’avesse ritenuto necessario.

    Dovrebbe essere adatta al tuo stile di combattimento, ma ti diletterai dopo, Oda l’ha già avuta se ti serve qualche dritta sull’utilizzo chiedi pure a lui.
    Dicevo, abbiamo buoni chirurghi e non sono interventi troppo complessi, non dopo quello che hanno dovuto fare a me quantomeno.
    Tra l’altro, sarà bene che espandi un po’ le tue conoscenze, un jonin con così poche nozioni non è un buon jonin.
    Se può servirti una dritta, sarebbe comodo avere qualcuno che capisce qualcosa di sigilli, ma insomma, va a tua totale discrezione, saprai cosa è meglio per te.
    Inoltre, andrai sicuramente ricollocato, le prigioni non ti si adattano più di tanto, penso le assegnerò a Yato se accetterà l’incarico, non mi fido minimamente di quella piattola traditrice, ma li posso tenerla d’occhio.
    In compenso mi farà comodo avere un consigliere di cui non posso mettere in dubbio la fiducia.
    Ma, prima di programmare al meglio… parola a te, dicci cosa è successo.


    Si poggiò sulla sua sedia e ascoltò con attenzione il rapporto.


     
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    Di nuovo assieme


    Post secondo




    Il tragitto fu percorso rapidamente dai due ninja più forti del villaggio della foglia; durante il poco tempo in cui lo seguii osservai con attenzione Raizen,
    dalle parole di Jotaro avevo capito che della montagna del fuoco fosse rimasto ben poco, eppure il colosso davanti a me si presentava in piena salute, forse con un paio di chili in meno.
    La prima azione di Raizen quando fummo arrivati fu quella di far convocare Oda, solo a sentirne pronunciare il nome percepii i miei battiti farsi più frequenti ed intensi, stavo davvero per rivedere mio fratello, neppure le successive parole del Kage poterono deprimere il mio animo. Questo spiega molte cose, sapevo già qualcosa, come poi ti dirò. Dissi brevemente per non interrompere il discorso di Raizen più del dovuto; nonostante tutto quello che era successo, sapere che mi avevano cercato era una notizia che mi riempiva il cuore di gioia. Non si sono scordati di me. Le parole del decimo si interruppero quando un rumore di passi annunciò l'arrivo di qualcuno, mi voltai quasi senza pensare ed a stento riuscii a rimanere fermo e trattenere le lacrime quando davanti ai miei occhi si parò mio fratello. Come per cercare di frenarmi affondai con forza le dita delle mani nelle cosce sulle quali poggiavano attendendo che mio fratello si sedesse, non riuscii ad aspettare oltre.
    La tecnica della trasformazione si sciolse in una piccola nuvola di fumo che occultò per pochi istanti il mio aspetto originale. Mi sei mancato, Oda. Furono quelle le parole che proferii, ancora occultato dal fumo, prima di scattare ad abbracciare mio fratello tanto forte quasi da stritolarlo.
    Le lacrime non potevano più essere controllate e bagnavano completamente il mio volto fino quasi ad inumidirmi la maglia. Mi sei mancato... così tanto... Dissi singhiozzando , senza mollare la presa. In tutto quello che mi era accaduto,
    durante tutte le torture ed i rituali, l'unico punto fermo era sempre stato lui ,
    Oda, il mio appiglio alla realtà, il motivo per cui ce l'avevo fatta.
    Passarono minuti prima che decidessi di staccarmi da mio fratello e ricompormi. Finiamo qui, poi io e mio fratello avremmo modo di parlare ancora. Dissi asciugandomi il volto con la manica destra e rimettendomi a posto sulla sedia.
    Non lo so , Raizen. Capisco quello che vuoi dirmi, la mia scomparsa può adesso fungere da arma in nostro vantaggio, ma se c'è una cosa che ho capito da quello che mmi è accaduto è che devo essere Sho. Manterrò la mia identità segreta per il bene del villaggio, ma preferirei portare questa maschera piuttosto che modificare la mia persona. Tu che ne pensi, Oda? Fu allora che la mia attenzione si spostò sull'oggetto che Raizen mi aveva porto con estrema naturalezza. Ma questa... Era la maschera della tigre, della guardia di Shiro, non c'erano dubbi. Il discorso del Kage non era però concluso.
    Jonin? Come Jonin? Consigliere? Con estrema semplicità e naturalezza, come se non fosse nemmeno importante, Raizen mi aveva promosso al rango più alto che un ninja potesse aspirare e mi aveva donato il ruolo di consigliere della foglia. Io... grazie, farò del mio meglio per meritarmi questa fiducia. Per quanto riguarda quello che mi è successo, beh, mettetevi comodi.
    Raccontai quindi quello che mi era successo, dal momento del rapimento fino a che Jotaro non mi aveva lasciato sulle coste del continente del fuoco, non omisi niente, neppure la misteriosa forma di lupo che il demone nel mio mondo interiore aveva assunto, magari avrebbero potuto aiutarmi a risolvere quel mistero.
     
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    The Bros Are Back!


    Come ogni altro giorno negli ultimi mesi mi svegliai di soprassalto, come se stessi soffocando, spalancai la bocca cercando aria mentre gli occhi si spalancavano e riprendevo, improvvisamente, conoscenza.
    Avevo ormai smesso di farmi la barba, non che ne volessi una bella per fini estetici, dopotutto la mia barba era piena di buchi ed era effettivamente inguardabile, ma semplicemente avevo smesso di farla.

    Da quando Sho era stato portato via da Konoha, forse a Cantha o chissà dove, avevo smesso di preoccuparmi di tante cose, camera mia aveva assunto una leggerissima sfumatura grigiastra per il manto polveroso che la ricopriva costantemente. Le finestre venivano aperte raramente durante la notte, mentre meditavo, per non rischiare che le candele esoteriche che avevo comprato si spengessero o il loro fumo uscisse fuori dalla stanza e quella era la mia fortuna, al tempo non sapevo che le candele fossero semplicemente profumate o che il venditore fosse un parolaio, ma almeno la camera non puzzava di tutti gli intrugli che provavo notte dopo notte.

    Dopo essermi fatto una doccia e aver bevuto un po’ d’acqua fresca, avevo la bocca completamente secca al mattino, constatai che non era il mio turno alle mura. Andai comunque al palazzo dell’amministrazione, c’erano ancora dei progetti da portare avanti con Raizen, prima di poter partire per cercare Sho.
    Ad un certo punto decisi di concedermi una pausa e iniziai a meditare, aprendo l’occhio interiore e cercando di percepire il chakra intorno a me.
    Stavo cercando Sho, come ogni notte e ogni giorno libero da quando era sparito, ma non ero fiducioso, sapevo che sarebbe tornato ma ancora la mia visione non era completa, mancavano dei dettagli fondamentali
    Non oggi, ma presto. Le cose si stanno muoven...
    Al limite del mio campo di percezione avevo riconosciuto qualcuno, anche se per essere più sinceri erano due in un corpo solo.
    Scattai in piedi in un attimo, correndo come un pazzo verso la porta e quando andai a toccarla per aprirla la mia mano scivolò sull’impugnatura, completamente priva di forze, vedevo sfocato ed in un attimo mi ritrovai al buio. Sho era tornato.
    Mi risvegliai poco dopo, confuso. Davanti a me c’era la segretaria di Raizen, ma io sentivo ancora mio fratello. Vivo. A Konoha. Nell’ufficio di Raizen!
    SHO!
    Spinsi la signorina da una parte senza ascoltarla e iniziando a correre come un pazzo, arrivai nell’ufficio di Raizen in 30 secondi netti.
    Spalancai la porta e trovai Raizen e Sho, trasformato in Shi. Ancora oggi non ho mai capito perché si fosse trasformato in Shin.
    Ancora una volta, tutto nero e la mia faccia sul pavimento, non proprio un’entrata trionfale, per fortuna questa volta si trattò solo di un lieve mancamento da cui mi ripresi subito, sedendomi accanto a mio fratello.
    Mi sei mancato anche tu, Sho…
    Dissi rispondendo all’abbraccio con altrettanta forza, singhiozzando tremendamente e piangendo, iniziai a parlare come un macinino, interrompendo di tanto in tanto per tirare su con il naso.
    Per tutti i Kami erano tutti così preoccupati, la mamma non ha mai smesso di piangere un giorno e anche il babbo e poi tutti mi dicevano che ci avrebbero dato una mano a trovarti ma prima dovevamo sistemare le cose qui e poi non potevo permettere che gli altri vedessero quanto ero triste perché sennò avrebbero pensato che Cantha aveva vinto.
    Ma io sapevo... che saresti tornato... prima o poi!

    Smisi di piangere non appena smettemmo di abbracciarci, asciugandomi gli occhi e soffiandomi il naso con forza, ero stremato, il mio cuore era quasi esploso due volte.
    Si avremo tempo per parlare, quanto vuoi.
    Sorrisi debolmente, quindi ascoltai Raizen e Sho.
    Sono d’accordo, sei il simbolo del fallimento di Cantha. Se scoprissero che sei tornato qui e tu glielo sbattessi in faccia la gente impazzirebbe potresti essere preso come simbolo, saresti l’eroe che è fuggito da Cantha. Saresti troppo in pericolo per ora, magari modificare la faccia è un po' troppo, la maschera basterà...
    Dovremo mentire a tutti?

    Intendevo ai nostri genitori, soprattutto a mia madre, quella santa donna non era pronta a seppellire un figlio.
     
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    - III -




    Raizen era evidentemente dubbioso su quella situazione, lo sfregare continuamente le dita sul mento era un segno chiaro, ma durante il racconto non potè evitare di trasalire quando Sho gli rivelò di avere con se la Bussola.

    Tu hai portato cosa?

    Aveva gli occhi sgranati e la prese quasi timidamente quando Sho la mostrò.

    Non posso crederci.
    Un mese quasi buttato al cesso e il tutto è stato deciso da un suono misterioso e da una… bussola.


    L’avrebbe guardata come il più prezioso degli oggetti.

    L’accademia fonderà su di essa la sua vendetta... a tempo debito.
    Se non hai niente in contrario mi occuperei personalmente di nasconderla.


    Se gli fosse stato concesso o domandato avrebbe risposto evocando Kubomi a cui, dopo un rapido saluto, avrebbe ceduto l’importante artefatto, non era il primo che gli dava ed era certo che il piccolo drago se ne prendesse la massima cura.

    Vuoi sapere dove finirà?
    Nel cesto di giocattoli di un piccolo rettile di due anni, il cui intelletto è paragonabile al nostro.
    Disperso tra altri oggetti altrettanto preziosi.


    In caso contrario avrebbe annito, raccomandandogli attenzione prima di sedersi.

    Sono preoccupato, devo ammetterlo.
    Forse potrà sembrarti poco gentile, e stupida come domanda ma… ti senti affidabile?


    Avrebbe annuito alla sua risposta.

    E poi questa cosa del demone… non sei il primo a cui capita, però generalmente è il demone a volersi nascondere, a volte non dicono il loro nome, altre nascondono le loro sembianze.
    Il demone del mizukage un tempo era una specie di felino, magari gli fosse rimasto quello, ora è una blatta volante, vederlo volare fa ribrezzo.
    A volte brilla pure.


    Visto il ritorno di Sho il clima si era leggermente disteso e riuscì a concedersi una risata.

    Ma ve lo immaginate?
    Un insetto di oltre trenta metri, orrendo, cornuto e col culo intermittente.
    Io boh… vabè


    Si sfregò le tempie per riprendere la concentrazione.

    Comunque, la chirurgia non è l’unica via, potremmo far studiare anche un fuuinjutsu.
    Paradossalmente anche questa mutazione da parte del demone ci viene incontro.
    Tutti sanno com’è fatto il cinque code, e non è un lupo.
    Il che ci porta un passo avanti, da questo punto di vista, riguardo il fuuinjutsu potrebbe tranquillamente essere una trasformazione più stabile.
    Viene applicato e finchè mantenuto il viso ha quel apparenza, magari modificando anche il tuo odore e il colore del chakra, non me ne intendo troppo, ma ad occhio e croce dovrebbe essere fattibile.
    Questi ultimi sono importanti a prescindere dal cambiamento del viso, quindi lavoraci, direi che tuo fratello può aiutarti.
    Muoverti senza questi accorgimenti renderebbe inutile il nostro lavoro di copertura.
    Riguardo chi deve sapere e chi no…


    Le labbra gli si strinsero in maniera particolare.

    …non lo so.
    Comprendo che i vostri genitori dovrebbero rinunciare ad un figlio, ma di contro se sapessero di te potresti addirittura metterli in pericolo, i tuoi familiari son le prime persone da cui ti cercherebbero.
    E non sarebbe difficile, per come l’hai raccontato quel rituale permetteva anche di vedere di cosa ti stessero privando, e se, pure per poco tempo, son riusciti a privarti di tutto, vuol dire che sanno tutto.
    Tutto su di te e sulle cose che controllavi, per una volta mi fa piacere aver tenuto per me qualche segreto.
    Prima di abbandonare il tuo ruolo nelle prigioni riorganizzale, se necessario cambia anche la loro posizione.


    Nella mente gli frullava ancora un particolare che non riusciva a mettere perfettamente a fuoco, solamente dopo vari tentativi la soluzione gli si mostrò chiara.

    E il sigillo.
    Se non ho compreso male hai raggiunto un buon livello di intesa, ci lavoreremo sopra se necessario, ma il sigillo allo stato attuale è fragile.
    Non è un nostro sigillo, e dio solo sa quanto fummo ingenui allora a non pensarci, ma sta di fatto che è non è inchiostro del nostro pugno, cosa che probabilmente li ha aiutati sia a corrompere Kokuo che a frugarti dentro senza alcun tipo di ostacolo.


    In quelle parole era evidente che Raizen stesse pensando ad un futuro ben poco roseo ma che comunque andava programmato.

    Sistemato tutto potrai iniziare la tua nuova vita.
    Sho.
    Non fare niente di fretta, preparati al meglio.
    Un passo falso, una persona sbagliata, anche un amico sincero.
    E non potresti essere fortunato quanto me.


    Gli posò una mano sulla spalla con fare amichevole, un contatto che si sentiva di dover instaurare ma che quasi al cospetto dell’affetto tra lui e il fratello perdeva di senso.

    Possiamo essere un buon team.
    Il più forte da non so quanto tempo, ma dovremmo anche imparare a proteggerci.


    A quel punto li guardò entrambi.

    Ma soprattutto smettete di fare le checche, se formiamo un team con voi mi tocca girarci, non voglio reggervi il moccolo mentre limonate o mettermi il cazzo tra le gambe per adeguarmi alla vostra pisella.

    Il tono giocoso evidenziava la scherzosità di quell’appunto, che poi potesse risultare ironia sgradita era normale, dopotutto era Raizen, non poteva mica cambiare nel giro di un mese.


     
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    Una nuova vita


    Post terzo




    Sta attento. Dissi a Raizen porgendogli la sfera di color smeraldo. Portare questa qui mi è costato tutto. Sono lieto che tu capisca che non è ancora il momento di andare a Cantha, le parole non possono farti capire a cosa ho assistito.
    Rabbrividii un attimo ripensando a quei momenti. Shiro... tutti abbiamo visto di cosa è capace, quale sia la sua forza, eppure l'altro uomo,
    quello che chiamava maestro, lo trattava con non più importanza di un animale domestico. Sentivo la paura e la riverenza che Shiro aveva verso questo individuo, dovremo formare un esercito se vogliamo sconfiggerlo.
    Vidi la sfera scomparire assieme al piccolo drago e non posso negare che con essa se ne andava parte della mia preoccupazione, come se non vederla e non averla con me mi sollevasse dalle responsabilità che questa comportava, un pensiero effimero ed errato, certo, eppure sollevala il mio spirito.
    Penso di sì. Risposi onesto a Raizen. Sono sicuro che, qualunque cosa abbiano provato a farmi, non sia andata come prevedevano, mi hanno tolto qualcosa,
    certo, ma non la mia volontà.
    Passai quindi una mano sul sigilli che compariva sul mio ventre. Anche la corruzione del Gobi sembra essersene andata e con essa anche quella che si celava nella mia anima. La rabbia, la paura, tutto quello che si era condensato nella mia seconda personalità, non esiste più. Non so cosa mi abbiano fatto , ma per questo devo essergli grato, son convinto che il mio nuovo rapporto con il cinque code ed il suo nuovo aspetto siano dovuti a questo.
    Sorrisi assieme a Raizen, ascoltando le sue battute, il suo volto che tanto era invecchiato dopo gli avvenimenti di quella notte riacquistava distensione e giovinezza nel tempo di un sorriso, un grande peso si era sollevato dal suo spirito.
    Va bene, Raizen. Nasconderò il mio vero aspetto per proteggere i miei cari, cercherò qualcuno che sia in grado di offrire i servizi che mi hai consigliato,
    ma sappi che, quando sarà il momento, io sarò Sho, il mondo ha bisogno di sapere che Cantha non è invincibile, con il potere del demone posso far molto,
    ma come simbolo posso fare molto di più.

    Posi a mia volta la mano sulla spalla della montagna del fuoco, ricambiando il gesto amichevole e sorridendo alle battute. Tranquillo, no homo.
     
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    Ex Jinchuriki


    - IV -




    Guardò Sho fingendo sorpresa.

    Portare questa?
    Da che ho capito portare tutto il resto intero ti è costato tutto.
    Fosse stato difficile come la sfera ora potremmo andare a Cantha e minacciarli con uno scopino per il cesso!


    Annuì mentre il neo Jonin parlava di Shiro, aveva notato le stesse cose quando aveva visto quell’individuo per pochi istanti, e i racconti su lui e Shiro non facevano che confermarlo.

    Si, avevo notato anche io questa cosa, non so immaginare ancora chi sia, sappiamo troppo poco su di lui, ma se non abbiamo intenzione di fare alcun passo falso o scherzare con Shiro capirai quanto abbiamo intenzione di farlo con lui.
    Ma un esercito…?
    Non lo so…


    Scosse la testa, mentre pensava a ciò che era capitato a Kiri e di come fosse stato messo il morso alla potenza di Konoha.

    Probabilmente più che un numero è la potenza smodata di pochi individui a servirci, tra cui rientra la tua e la mia… prima o poi.

    Quando l’argomento virò sul Gobi Raizen si fece pensieroso.

    Mh. Senti.
    Non sono un jinchuriki è vero, ma questa è una delle poche volte in cui essere un ex di qualcosa abbia un valore.
    Se il tuo rapporto col Gobi è buono posso sicuramente entrare nel tuo mondo interiore, purchè ci sia un contatto tra noi e tu me lo consenta.
    Avessi ancora il kyuubi non te l’avrei chiesto il permesso,ma tant’è…


    Se avesse accettato si sarebbe reso conto che l’incursione di Raizen, al contrario della prima volta non sarebbe stata ingombrante ne tantomeno invasiva, sarebbe semplicemente apparso, di fronte a lui e al Gobi, con le mani dietro la schiena, guardandoli entrambi per poi rivolgersi al demone.

    Come stai?

    Una domanda semplice, posta con una naturalezza che qualsiasi persona all’infuori di un Jinchuriki con un legame non paragonabile a quello che lui aveva con la volpe avrebbe trovato quantomeno strano.
    Quando ebbero concluso il piccolo colloquio all’interno del mondo interiore di Sho, Raizen si sarebbe seduto nella scrivania, posizione più comoda per rovistare tra i cassetti.

    Prima che me ne dimentichi.

    Interloquì porgendo un piccolo cartoncino, una piccola ID card con foto nome e contatti di un ninja, uno Yamanaka.

    Forse tuo fratello lo conosce, non lo so, ma è uno dei jonin del clan di cui mi fido maggiormente, uno strizza cervelli di quelli antipatici da fregare.
    Ha tutto quello che ti serve, un sensitivo con conoscenze da eliminatore di cadaveri e fuuinjutsu.
    Se cambierai idea riguardo la tua brutta faccia potrà darti una mano.


    Attese che Sho lo prendesse per poi congedare entrambi.

    Andate pure, in qualche modo penso vorrete festeggiare.
    E no, non voglio sapere come, non mi piacciono queste cose.


    Alzò le mani con una faccia leggermente disgustata.


     
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    Nella tana del lupo


    Post Quarto



    Niente di tutto quello che ho passato è stato facile, Raizen. Risposi serio al Kage.
    Ascoltai quindi le sue parole, non solo trovandole corrette,ma anche d'ispirazione. Ma certo, una supersquadra... Avevo sentito di ninja dalle capacità mirabolanti, alcuni avevo avuto modo anche di vederli in azione; il primo nome che mi saltò in mente fu, oltre a Raizen ovviamente, quello dell'amministratore di Oto, Febh, avevo visto di cosa era capace quando la scienziata pazza aveva utilizzato il mio corpo come piattaforma dell'antico chirurgo, abilità decisamente straordinarie. Tuttavia vi erano altri elementi che sarebbero stati più che qualificati per rientrare in questo mirabolante team. Jotaro ha detto una nave... La bussola non poteva guidarne di più, avremmo quindi dovuto caricarla con le persone giuste.
    Fa pure. Dissi affermativo al decimo permettendogli così di entrare nel mio mondo interiore. Al contrario dell'ultima volta non sfondò la porta d'ingresso,
    ma si limitò ad entrare come un ospite invitato, avvicinandosi all'enorme gabbia del demone, con quali sembianze lo vedesse a me non era dato saperlo, l'unico con cui lo vedevo io era quello di un enorme lupo.
    Ero tuttavia sicuro che si sarebbe accorto della differenza dell'ambiente circostante, la pece era infatti sparita ed il miasma che intasava l'aria se ne era andato.

    Libero. Come ci si sente dopo che un profondo dolore che ti attanaglia l'anima viene a mancare. Bene come non mi sentivo da tempo.



    Rispose il demone.
    Usciti dal mio mondo interiore presi il biglietto offertomi da Raizen, ma la mia idea era un'altra. Non lo so , Raizen. Preferisco utilizzare un aiuto esterno, potrebbe essere un rischio, ma sono convinto che potrebbe rafforzare i nostri rapporti futuri. Pensavo ad Oto, lì sicuramente avranno qualcuno in grado di farlo, dargli un segreto di questa importanza dovrebbe dimostrare le buone volontà della foglia nei confronti del suono ed iniziare la squadra d'elité che mi hai citato. Spero tu ti possa fidare del tuo consigliere.
    La mia decisione era presa, non sapevo come il kage avrebbe reagito, ma volevo credere che fosse quella giusta, in una situazione come quella in cui ci trovavamo dovevamo cercare alleati e non tagliarli fuori.
    Accettai quindi il congedo concessomi ed uscii dalla stanza con mio fratello.
    Allora? Gli dissi mettendomi la maschera della tigre prima che qualcuno potesse scorgere il mio volto. Cosa ti va di fare? Ci saranno un sacco di cose che mi dovrai dire. Oda non poteva vederlo, data la maschera, ma sul mio volto era stampato un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
     
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    The Bros Are Back!c


    Post II


    Una volta congedati da un Raizen particolarmente schifato, ma un po' rincuorato dalla buona notizia, mi ritrovai da solo con mio fratello che rapidamente indossò la maschera della tigre.
    Credo che la cosa fondamentale sia camuffarmi, le voci girano e se mi vedessero ridere e scherzare con un ninja mascherato ci metterebbero poco a svelare la tua identità... o comunque ci sarebbe un dubbio con motivazioni più che ragionevoli
    Indossai anch'io la maschera, attivando un illusione che ne modificava l'aspetto, trasformandola in una maschera completamente bianca con due puntini neri sugli zigomi. Quindi feci cenno a Sho di seguirmi, mentre andavamo alla pietra dei caduti.
    Ci sono diverse cose che non sai..... Tora
    Fantasia incredibile nella scelta del nomignolo per mio fratello, ma andare in giro per il villaggio urlando "SHO" poteva essere la mossa sbagliata.
    La notte della luna rossa ha spezzato il villaggio, gli abitanti sono ancora spaventati il solo sentire il nome di Shiro li terrorizza. Lui... ha ucciso dei bambini, quando Raizen è riuscito a scappare dal jutsu e ha utilizzato il loro sangue per imbrattare il monte dei Kage, capisci bene che la gente è ancora scossa. Raizen è stato riconfermato Kage, dal nuovo Daimyo, ma la situazione è ancora in divenire. Mi sembra di vedere più gente che la pensa come Yato da queste parti, alcuni credono che Raizen sia diventato debole, che sia incapace di ricoprire il suo ruolo. Durante la tua assenza io ho deciso di offrirgli il mio aiuto, sperando di dare speranza al villaggio, facendo vedere che non tutti erano stati spezzati e sperando di riuscire a trovarti utilizzando i mezzi di cui Raizen dispone. Ne abbiamo provate tante, ma a quanto pare hai fatto tutto da solo, sembrerebbe.
    Sorrisi debolmente dietro la maschera, ancora stentavo a credere che Sho fosse tornato, non ero abituato a sentirmi così leggero da molto tempo.

    Nel frattempo eravamo giunti davanti al monumento ai caduti, non c'era nessuno. La gente aveva preso a temere quel posto. Non era più il simbolo degli eroi che erano morti per il Villaggio della Foglia, ma per morti era più semplice accostarlo alla morte e alla sofferenza, recentemente in diversi se ne tenevano alla larga.

    La notizia del tuo rapimento è stata tenuta il più confidenziale possibile, ma Keiji... Kensei lo è venuto a sapere. O ha intuito qualcosa, è venuto qui, ma è... diverso
    Per un istante ripensai, a tutto quello che era successo il giorno successivo al rapimento di Sho. Il mio incontro con Kensei, la scoperta di quello che era successo al suo corpo e soprattutto alla sua anima.
    Credo che tu debba parlare con lui al più presto...
     
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    Fratelli e padri


    Post Quinto




    Sì, una pensata decisamente buona. Sussurrai a mio fratello mentre questo eseguiva la tecnica della trasformazione, dal canto mio era abbastanza inutile, visto che comunque ero già mascherato. Cominciai quindi a camminare al suo fianco, cercando di reprimere al massimo l'euforia di essere di nuovo assieme, di essere di nuovo a casa. Lo so. Sussurrai cupo.
    Le notizie della notte delle luna rossa alla foglia mi sono state riferite. So personalmente di cosa è capace Shiro. Un brivido percorse la mia schiena a ripensare a quell'uomo e sembrò portarsi via tutta la gioia che essere di nuovo a Konoha mi aveva procurato. Raizen ha sacrificato tanto quella notte, capisco che la gente lo possa vedere sconfitto, ma non è un demone che ci rende forti, questo io lo so bene. Chi altro avrebbe potuto prendere il suo posto come Kage? Konoha ha ancora bisogno di lui che lo voglia o no. Un giorno, quando sarà il momento di farsi da parte, sono sicuro che sarà Raizen stesso ad ammetterlo. Presi una pausa, ripensando a quello che avevo passato, a come avevo sperato, ogni singolo giorno, che sarebbero venuti a riprendermi. Immagino. Capisco che abbiate voluto tenere nascosta la scomparsa di un secondo demone, per non far apparire Konoha ancora più vulnerabile , ma io vi ho odiato. Ogni giorno in cui venivo torturato, ogni momento in cui non varcavate la soglia di quel maledetto posto per venirmi a riprendere. Piano piano , dentro di me, si faceva avanti l'idea di essere stato dimenticato e non posso negare che tutto questo me lo confermi. Erano parole dure, ma non potevo mentire a mio fratello. Ma ora non sono arrabbiato, ho capito, sono solo uno strumento per questo villaggio e, come ogni strumento che viene perso, ci se ne scorda rapidamente. Strinsi con forza i pugni mentre acceleravo involontariamente il passo, come guidato da un fiume di adrenalina. Ma so che per te non è stato così. Immagino che stare qui , con le mani legate, impossibilitato a far nulla, sia stata una tortura alla pari della mia.
    Poggiai la mano sulla grande pietra dei caduti, un monumento che sentivo oramai mi rappresentasse. Dimmi quello che è successo con lui. Dissi quindi ad Oda, riferendomi a mio padre.
     
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    Tuo Padre


    Post III


    NO!
    Sbottai con forza mentre mio fratello si sfogava con me ammettendo quanto aveva sofferto nel vedere che non eravamo stati in grado di aiutarlo.
    Nessuno l’ha mai pensato, quando sei stato preso da quella Nukenin di Oto, siamo arrivati subito… ma come potevamo cercarti in un posto che non sembra esistere? Ti abbiamo cercato tutti… Io, Raizen e tutti i suoi mezzi, i suoi contatti… ma tu non c’eri. Jotaro, è un amico di Raizen da quel che ho capito, ti ha salvato, ma non ci ha chiesto aiuto e nessuno sapeva che lui conoscesse la strada per Cantha.
    Presi fiato, ero chiaramente arrabbiato dal fatto che Sho potesse pensare una cosa del genere.
    Raizen nel frattempo ha creato uno strano marchingegno per venirti a prendere, una sorta di amplificatore delle mie capacità da sensitivo. Ti ho visto, ma quasi non ti riconoscevo. La corruzione del cinque code era dappertutto, non mi stupirei se il cambiamento del demone fosse dovuto a qualcuno degli esperimenti di Shiro. Tu non sei un’arma o uno strumento. Sei un idiota a volte, un guerriero, un fratello, un figlio, un amico… quello che voglio dirti è che puoi scegliere di essere tante cose, se vuoi essere un’arma per Raizen fa pure, ma sicuramente potresti scegliere di meglio.

    Forse il mio discorso ebbe qualche effetto, Sho mi disse che capiva la mia scelta che capiva la mia sofferenza.
    Ho fatto ciò che avresti fatto tu... Ho tenuto duro per il villaggio. Sei sempre stato tu quello che ci teneva, certo è la mia casa ma solo perché c’è la mia famiglia. Costruiamo i muri, chiudiamo i nostri nemici fuori, ma chi lo dice che è giusto… forse tutti quelli che sono fuori diventano automaticamente nemici, capisci?
    Se tu e i nostri genitori spariste, io non avrei niente a trattenermi qui, ma tu sei diverso. Tu ami questo posto, tu sei molto simile a loro.

    Dissi riferendomi ai nomi incisi sul monumento ai caduti, eroi che avevano salvato il villaggio della Foglia a costo della propria vita.

    Quando me lo chiese, parlai anche dei Keiji.

    Cantha ha attaccato Kiri, Keiji è rimasto ferito mortalmente mentre difendeva il proprio villaggio. Eppure non è morto, un potere oscuro lo ha salvato, l’ho visto nel suo spirito… è odio, rabbia.Vive solo per vendicarsi ormai.
    Ticchettai sulla maschera con indice e medio, cercando di ricordare più particolari possibili.
    Ha perso le gambe e un braccio, che ha sostituito con protesi all’avanguardia., indossa un elmo e si fa chiamare Kensei, l’inquisitore di Kiri. Non appena ha saputo dell’attacco è venuto a cercarti, io non gli ho voluto dire che eri stato rapito, oltretutto non l’ho riconosciuto dato che aveva l’elmo e... non l’ha presa bene.
    Presi fiato di nuovo, cercando di riorganizzare le idee, quante cose erano successe.
    Ci siamo scontrati, è riuscito ad interrompere il mio controllo mentale grazie al nuovo potere che lo mantiene in vita, un drago scheletrico risiede nella sua anima. Dice che deve uccidere il passato per diventare qualcos’altro, sembrava volermi uccidere, ma poi si è fermato. Mi ha detto che avrei dovuto proteggerti.
    Mi ha ricordato che quella notte ho fallito.



     
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    Casa


    Post sesto




    Non è per questo. Risposi a mio fratello. Non è per i nemici che costruiamo le mura, ma per la nostra famiglia. Tu, i nostri genitori, ma anche tutte le persone di questo villaggio, tutti voi siete la mia famiglia, e la famiglia si protegge, sempre. Staccai la mano dal monumento portandomela di nuovo lungo il fianco. Ma su una cosa hai ragione: non dobbiamo permettere che le mura sanciscano come nemico chi ne è fuori. Abbiamo bisogno di essere uniti , soprattutto adesso che Cantha ci attacca. Da una tasca sfilai in kunai con il quale feci un incisione sul mio palmo destro per poi stringerlo e lasciare che il sangue sgorgasse sulla terra ai piedi del monumento ai caduti.
    Giuro , sull'anima di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per gli altri, che creerò un unica grande alleanza tra tutti i villaggi per combattere Shiro, dovesse anche costarmi la vita.
    Ascoltai quindi le parole su Keiji. Sembra proprio che ci sia una maledizione sul nostro sangue. Pensai con un sorriso amaro. Se non altro è vivo, facciamogli sapere che sono tornato. Mio padre sembrava essere divenuto il mostro che aveva sempre avuto paura di diventare, ma se questo serviva per sconfiggere Cantha allora mi andava più che bene. Non potevi farci niente, non te ne fare una colpa. E non avrai bisogno di proteggermi mai più, nessuno ne avrà. Conclusi estremamente serio, prima di cambiare completamente tono, come se tutta la tensione fosse immediatamente crollata. Beh, adesso che ne dici di mangiare qualcosa? Sono giorni che non magio decentemente!
     
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