mi svegliai di buon ora, il sole era appena sorto, superando di poco l'orizzonte e dissipando la frescura della notte e con essa, i rassicuranti sogni o terrificanti incubi. il riposo era stato ristoratore e privo di tormenti come troppo poco spesso capitava ultimamente. mi rivestì e decisi che era tempo di lasciare quel posto, Sho mi aspettava, aveva soggiornato anche lui, lì in quella locanda e scoprì in seguito che aveva accettato il mio invito a cena, se così si poteva chiamare, quando pagai il conto all'oste. dopo una lauta colazione, c'incamminammo. così come aveva preannunciato la destinazione era il paese del Thè, ai confini con il paese del fuoco.
il viaggio fu lungo ma passò, tra pause, lunghe chiacchierate e silenzi riflessivi, così come è giusto che sia un viaggio. in una delle pause serali, attorno ad un falò allestito per la notte, parlai a Sho.
sai Sho, apprezzo tanto il tuo ideale, la fiducia di cui ti circondi e che riversi nella gente. credo che credere, in qualcosa o in qualcuno, sia fondamentale. feci una pausa fissando le fiamme, che irrompevano dal braciere di rovi e carboni. il cogito ergo sum, cartesiano riversato su un progetto, su un ideale. a questo proposito io credo di non essere più sorrisi amaramente, quasi fosse una battuta ma in realtà si trattava della pure e semplice verità. mi sentivo un burattino vuoto. non un ideale, non una ragione di vita. semplicemente sopravvivevo. non avrei approfondito ulteriormente il discorso, dopotutto era come se parlassi a me stesso. quella notte non riuscì a dormire e come recitavano le scritture: e fu sera e fu mattina, secondo giorno.
ci ritrovammo così in una vallata ampia al calare del sole, il paesaggio era surreale e non ci vollero di certo i miei occhi per capire che qualcosa non tornava. colsi l'invito di Sho ad accamparci, non poteva che essere una buona idea. dopo aver montato le tende, restai da solo a fissare il panorama. non so se Sho se ne fosse accorto, ma rapido il sangue irrorò le iridi e il chakra con esso e subito l'abilità fu attiva.
o merda... fu quando entrambi ci ritrovammo accanto al fuoco che feci le mie valutazioni. credo che gli spiriti lupo avessero ragione, poco fa ho attivato la mia innata... e ciò che ho visto non è affatto rassicurante. non ho innanzi tutto scorto nulla che mi possa far pensare a Hi, nessuna impronta di chakra caratteristico. ma tutto questo... Sho... indicai il paesaggio che si stagliava di fronte a noi, tutto da lì dove eravamo sino alle montagne che prima avevamo visto a delimitazione della vallata.è un illusione... gli avrei spiegato che tutto il paesaggio era irrorato di una strana forma di chakra, al crepuscolo vi era stato un sospetto e repentino cambio di forma, come se il chakra fosse mutato in qualcosa di più oscuro... più demoniaco... e si era intensificato con il passare dei minuti. gli avrei spiegato inoltre che quella che vedevamo era solo una facciata, che in realtà lo spazio era suddiviso in 3 grandi settori, ognuno collegato e propedeutico all'altro, ognuno profondamente diverso dall'altro. l'indomani mattina mi sarei proposto per cercare l'ingresso a quel mondo illusorio, gli avrei spiegato che all'interno tutto sarebbe potuto essere ogni cosa e tuttavia niente. mi sarei assicurato che tutto fosse chiaro.

AL MATTINO

al sorgere del sole saremmo dovuto essere operativi, come avevo preannunciato la sera prima, avremmo dovuto concludere la ricerca entro il crepuscolo, non sarebbe stato prudente, rimanere bloccati in quell'illusione oltre quell'ora. avrei riattivato la mia abilità, notando subito qualcosa, che la sera precedente non avevo potuto notare.
lo vedo... vedo una leggera fiammella tenue, arde nel terzo settore, una piccola luce nelle tenebre, potrebbe essere lui? avrei chiesto a Sho. avremmo camminato per un pò inoltrandoci per un sentiero nel bosco, sentiero che dopo un centinaio di metri, da battuto, si sarebbe ritrovato brullo, per poi terminare in una foresta a cui l'accesso era precluso da una fitta vegetazione. se Sho avesse provato ad oltrepassarla distruggendo rovi e sradicando piante, si sarebbe trovato altri rovi, rami e fogliame a bloccare il tragitto. non avrebbe inoltre avuto l'aiuto di Etsuko che invece costeggiava la barriera, continuando a camminare. si sarebbe fermato dopo oltre un ora di cammino davanti ad un grande e fitto muro d'edera. Eccoci improvvisamente, l'edera si sarebbe dissipata lasciando spazio ad in ingresso in pietra.

proseguendo i due si sarebbero addentrati in quello che Sho avrebbe scoperto essere il primo dei tre settori di cui parlava il ninja di Kiri.
Attento Sho, percepisco una presenza. è poco più avanti. se avessero proseguito i ninja si sarebbero trovati dinnanzi una figura fatata, nelle sembianze. che li aspettava sorridendo e danzando come se attorno ad ella, potesse sentire vibrazioni di una qualche melodia, che per altri non esisteva.

Al pozzo dei pazzi
c’era una pazza
che lavava le pezze.
Andò un pazzo
e buttò la pazza
con tutte le pezze
nel pozzo dei pazzi

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farfugliava parole senza sense, si sarebbero guardati i due... e senza che lei potesse udire: Sho... percepisco un sistema circolatorio di chakra, molto simile a quello che impregna questo, posto... non ho tuttavia una buona impressione... sii, cauto. avrebbe lasciato Etsuko, che a parlare fosse il compagno di missione. lui si sarebbe concentrato sul perlustrare e scoprire le insidie che quel luogo custodiva.

non appena mi voltai, vidi lo stiletto di ametista fermo nelle mani di Sho, fui sollevato nel non vedermi trafitto, o forse era proprio quello che desideravo? perchè avevo deciso di partecipare a quella missione? volevo davvero uscire da quell'illusione? o desideravo viverla in eterno? non puoi e lo sai... hai promesso. osservai di nuovo Sho e sebbene non potessi vedere i suoi occhi, era di spalle, li immaginai. immaginai il fuoco che ardeva in essi, spinto da tenacia, da grinta e da ideali, gli stessi che avrei dovuto ricercare io, per trovare di nuovo un senso.
la teatralità con cui seguirono le risposte fu da standing ovation, se ci fosse stato un pubblico, si sarebbe alzando in piedi applaudendo, come quando al termine di un opera, l'eroe trionfa sul male, riequilibrando il destino e salvando la sua bella. beh, in questo caso la bella sarei io e non c'è neppure troppa voglia di essere salvato. se qualcuno mi avesse osservato, mi avrebbe visto sorridere sarcastico, seppur la situazione nulla aveva di ridicolo.
svelati e sciolti gli indovinelli, adesso Ananke avrebbe dovuto darci le risposte ma era davvero quello che avrebbe voluto fare?
una risata vibrò nell'aria e la voce da stridula e piccina si fece profonda e minacciosa, la piccola fata si accasciò al suolo, le risa si trasformarono in pianto e seppur non potessimo vederla effettivamente, qualcosa cambiava ancora nel suo aspetto.



tu, lurido bastardo, hai osato sfidare Ananke, dea dell'astuzia... e a quanto pare i presupposti non sono dei migliori.
tu hai barato, hai sottratto sangue alla terra, questa terra si nutre di sangue, senza, tutto muore... non vedi?
e così sembrava, mentre Ananke pronunciava quelle parole, così come ella era mutata nell'aspetto, il paesaggio mutava con lei, quello che poco prima appariva come luogo fiabesco, andava via via modificandosi, i fiori e la fauna rigogliosa, appassiva, le foglie trasudavano un liquido nerastro che si riversava sulla terra accumulandosi. gli alberi appassivano, come colpiti da una piaga a cui non vi era rimedio, così l'atmosfera appariva cupa, seppure il sole fosse alto nel cielo e filtrava tra le fronde, la sua luce pareva offuscata e resa più scura.
Ananke non mente, mantiene la parola, non come voi sporchi mortali
si sarebbe scostata e dietro di se a una ventina di metri si sarebbe materializzata una porta, era l'accesso al secondo ambiente.
non ci sta ingannando Sho, avverto il passaggio, quello che prima non riusciva ad individuare è come una falla nella barriera di chakra circostante, non credo che avremo altre occasioni, andiamo.
avrebbe atteso, che i 2 ninja muovessero i primi passi verso l'uscita. poi ancora una sonora risata e si sarebbe nuovamente rivolta a Sho.
credevi davvero che non avrei preso precauzioni, dopotutto sono la dea dell'Astuzia...
a questo punto qualcosa che forse non avevi preventivato accade, il tuo quadricipite, risente dell'effettoutilizzati 2 dosi veleno della ferita che ti sei causato con il pugnale che l'essere ti aveva dato, che fosse questo il suo scopo sin dall'inizio.
e Adesso è giunta la vostra fine...
come una Arpia si fionda nella direzione del ninja della foglia, Etsuko, resosi conto della tua situazione di difficoltà, avanza di 2 metri e si interpone tra te e il mostro, a baluardo della tua incolumità, nell'incedere la strega colpisce con la destra l'avambraccio sinistro posto a protezione del corpo e il ninja di Kiri viene scagliato a 2 metri di distanza.
ed ora a noi due
ormai ha ricoperto la distanza che vi separa, con la destra e il suo artiglio, cerca un affondo al torace, rapidamente poi si piega in avanti, poggiando lateralmente la mano sinistra al suolo, ruota il bacino di 180° provando a colpirti con il tallone sinistro sul volto, in un calcio rovesciato. terminata la successione di colpi scatta indietro di 4 metri, distanziandosi nuovamente. infine utilizzando dei simboli per te indecifrabili, avrebbe generato rapidamente attorno a se un tornado di lame di ametista che ti avrebbe scagliato contro con un un diametro di 2metri.

con un rimbombo, si sarebbe chiusa alle spalle dei due ninja la porta che separava i due ambienti, lanciando un ultimo sguardo dietro di loro, i ragazzi avevano potuto osservare Ananke liberarsi del costrutto demoniaco e lanciarsi all'inseguimento alla cieca in direzione dell'ingresso, ma ormai il vantaggio degli accademici era incolmabile e così l'astuzia era stata battuta al suo stesso gioco.
appena il tempo per riprendersi, Etsuko osservava le ferite riportate, nulla di grave. osservava però ancor di più, perplesso e sospettoso il ninja della foglia. Il ragazzo si era dimostrato sorprendente. aveva dimostrato pietà persino per una vecchia megera, aveva stretto tra le sue braccia Etsuko, facendosi carico della sua incolumità e l'aveva condotto in salvo.
credi sia stato un bene lasciarla vivere?
il Kiriano avrebbe espresso le sue perplessità, lasciare indietro un nemico, senza sapere cosa avrebbero trovato avanti, gli sembrava avventato. ma si fidava, questo era certo.
girandosi si sarebbero trovati in un corridoio, lungo, sterile, asettico, probabilmente ad Etsuko, sarebbe parso un corridoio come tanti altri ma non per Sho. Al ragazzo, quel corridoio riesumava ricordi, piacevoli? forse... tutto sarebbe dipeso dalle immagini che avrebbe estratto dalla sua mente, legate a quel luogo.
Procedendo, quel tunnel si apriva in un'ampia architettura, un palazzo probabilmente. a guardarlo meglio era spoglio, sembra disabitato eppure a negare l'evidenza, la presenza di lanterne accese, delle fiamme si alzavano da dei bracieri alti da terra all'incirca due metri. Fuori pioveva, un temporale, di quei temporali che spaventano, lampi, fulmini e saette e il rumore della pioggia era forte.
il Ragazzo della foglia si sarebbe voltato verso Etsuko, sembrava parlargli il kiriano, lo scuoteva ma Sho non riusciva sentire nulla, solo la pioggia, scrosciante e continua.
anche quell'architettura era famigliare era inconfondibile, aveva passato lunghi giorni di prigionia lì, torturato e seviziato, che quel posto avesse aperto un varco verso Cantha? si diceva che fosse impossibile da raggiungere che non vi fosse una mappa, esisteva solo un modo per arrivarci e quel modo era da ricercare dentro di se. Chissà se Jotaro avesse mai svelato i modi attraverso i quali era giunto lì.
procedendo si sarebbero ritrovati in un nuovo ambiente, non era definibile inizialmente, quasi fosse offuscato alla vista. un'altro senso era stimolato e una litania, si levava fin dove erano presenti i ragazzi:

- La tua infanzia. -
- Il tuo primo amico. -
- La tua prima ferita fisica importante. -
- Il nome di tuo padre. -
- Il nome di tua madre. -
- Il nome del tuo animale domestico. -
- Il nome dei tuoi vicini di casa. -
- Il tuo primo allenamento. -
- Il tuo primo Kage. -
- La tua adolescenza. -
- La tua prima tecnica. -
- Il tuo incontro con la morte di qualcuno.


sarebbe risultato inutile, provare a raggiungere la fonte di quella voce. almeno per 10 minuti, i ragazzi furono costretti semplicemente ad ascoltare. 
poi d'improvviso fu tutto chiaro e Sho riusci da lontano a vedere chiaramente cosa stesse accadendo. un corpo giaceva su una seggiola, infilzato da 32 lame, sembrava non avesse resistito ad una simile tortura. la Litania era cessata, quando i tizi che erano presenti accanto al corpo, assieme con una figura animale, sembrarono essersi teletrasportati altrove, lasciando quel recipiente incustodito. Sho riconobbe per un attimo, in quell'individui, L'Oni, Shiro e il lupo che per tanti giorni l'aveva nutrito. 
Preso da tutto ciò che accadeva, Sho non si sarebbe accorto dell'assenza di Etsuko, il ragazzo sembrava essersi volatilizzato nello stesso istante i cui i figuri si erano trasportati. Si poteva trattare di una coincidenza? 
Ora Sho aveva diverse cose a cui pensare.

ALTROVE

Sho... Sho... Rispondimi

le urla d'Etsuko si perdevano tra le pareti alte in quei luoghi, coperte dal rumore della pioggia.