Assassinio

Post I

Kimie la Maestrina di certo non si poteva definire una scansafatiche. Genin di Suna, promettente a dire la verità. Era sicuramente quella che si poteva dire perfettina. Cercava di ottenere il meglio. Sempre, comunque e dovunque. Era fiera del suo Villaggio ed era contenta della promozione. Questo significava qualcosa per lei. Un impulso che la spingeva a migliorarsi a confrontarsi. E a volte a rischiare troppo. Già perché i suoi atteggiamenti, il suo modo di fare non passava di certo inosservato e sebbene all’interno di Suna la cosa poteva definirsi relativa… questo di certo non poteva valere in altri contesti.

Per Yozo lo xenofobo l’esistenza di Kimie era assolutamente un affronto stesso alla sua dignità personale. Una donna come quella doveva semplicemente fare una cosa: morire. L’aveva sentita parlare fuori Suna, in un locale qualunque… e fu sufficiente per decretare la sua condanna a morte. La sua impertinenza, la sua appartenza ad un Villaggio così inutile era oltremodo fastidiosi. Ora per Yozo non rimaneva che distruggerla, spezzarla, annientarla. Renderla un ammasso di frattaglie.

Il Nunkenin spese dei soldi, si informò e si preparò. L’avrebbe colta alla sprovvista, alle spalle. L’avrebbe uccisa come un ratto, in un imboscata. Lui sapeva infatti che Kimie si sarebbe trovata ad un certa ora al centro del mercato di Yoko, una cittadina come tante altre del Paese del Vento. Lì, in mezzo alla gente, l’avrebbe colpita. E non era da solo. Diversi tipi loschi erano appostati, in vari angoli della piazza. Avrebbe sicuramente puntato la donna, forse tradendo insicurezza o uno sguardo di troppo. Un punto debole della strategia? Difficile a dirsi.

In ogni caso era arrivato il momento, l’aveva vista in lontananza e non restava che agire. Quello che però il Nunkenin non poteva sapere che nella stessa via si sarebbe trovato anche Shunsui, il Chunin della Sabbia. I motivi che lo avevano portato in quel luogo erano probabilmente i più disparati e sicuramente esterni al tentativo di omicidio di Kimie.

I dadi erano stati tratti. Ora non rimaneva che vedere come il gioco si sarebbe sviluppato.

Assassinio

Post II

IKimie era contenta, finalmente si stava godendo il suo giorno di ferie. In mezzo a quella gente, in mezzo a tutte quelle bancarella ricolme di oggetti, di antiquariato e di monili. Tutto perfetto finché un uomo, dall’aspetto rude e sicuramente ben poco rassicurante, non apparsa davanti a lei.

In un certo senso la bloccò, alzando il braccio in modo tale da richiamare la sua attenzione: - Sei un Ninja di Suna? Avrei bisogno di chiederti una cosa! – probabilmente per Kimie si sarebbe trattata della solita scocciatura, il peso della sua professione. Peccato che distratta dalla comparsa di questo estraneo non si accorse di quanto le stava per succedere dietro di lei. Infatti un secondo uomo si palesò alle sue spalle e in un movimento veloce menò un affondo al centro della sua schiena. La Genin, grazie alle sue abilità sviluppate, realizzò la minaccia ma troppo tardi e l’unica cosa che riuscì fu quella di scartare lateralmente così da evitare il peggio. Fortunatamente per lei la cotta di maglia assorbì in pieno il colpo, salvandola da una brutta situazione.

Ma era già troppo tardi. Le persone accanto alla donna si accorsero del tentato omicidio e iniziarono a spostarsi, ad urlare e a scappare richiamando l’attenzione di tutta la folla e probabilmente anche del Chunin, in lontananza. Degli aggressori invero nessuna traccia. Allora Kimie comprese: era finita in una trappola. E se aveva imparato qualcosa all’Accademia era proprio quella di evitare di coinvolgere innocenti. Così decise di spostarsi il più velocemente possibile in una delle vie secondarie lì vicino. Decisamente deserta e molto più discreta. Doveva prima mettersi al sicuro, ragionare su quanto accaduto e pensare ad un piano d’azione. Esattamente quello che Yozo sperava. Infatti dall’ombra di quella via, in lontananza sarebbe apparsa una figura che passo dopo passo si sarebbe rivelata esattamente Yozo stesso.

- Ora, morirai. –

Il Nunkenin avrebbe prima lanciato tre kunai contro la donna, ad altezza bacino [S. Azione I]. Poi sarebbe scattato in avanti muovendosi con destrezza e velocità, grazie alla sua tecnica. Ed ad un certo punto sarebbe apparso alle spalle della donna tentando un fendente micidiale. Un colpo da destra verso sinistra portato con il braccio destro e con la sua tagliente doppia lama. Altezza collo, un colpo per decapitare! [S. TA + S. Azione II]S. Azione II per movimento.

Forza&Velocità: 275.

Potenza: 25.


Corsa Fulminea
Villaggio: Generico
Posizioni Magiche: Nessuna (0)
L'utilizzatore può scattare rapidamente diritto verso un avversario, compiendo una circonferenza attorno l'avversario, ad una distanza minima di 3 metri; la distanza percorribile con uno slot è raddoppiata. In qualsiasi momento può decidere di concludere la corsa per scagliarsi verso l'avversario, per effettuare un singolo colpo che avrà Forza e Velocità aumentate di 3 tacche. Da questa posizione può effettuare altri colpi, senza bonus.
Tipo: Taijutsu -
(Consumo: Medio)
[Da genin in su] A cui sarebbe seguito un affondo, sempre con lo stesso braccio, che avrebbe mirato al centro del petto [S. Azione III].

Shunsui invece non sarebbe stato difficile notare la confusione e seguire con un occhio sicuramente più esperto i movimenti successivi. Avrebbe sicuramente visto una figura scattare laterlamente, verso una via secondaria. Se l’avrebbe seguita sarebbe giunto proprio nel momento topico in cui Yozo avrebbe attaccato Kimie. Il Sunese avrebbe realizzato e compreso appieno la situazione? Avrebbe riconosciuto la sua compagna? E l’avrebbe aiutata? Domande che meritavano una risposta.

Assassinio

Post III

Il disastro più totale. L’apocalisse. La fine della logica e della giustizia sociale. Questo fu esattamente il pensiero di Yozo quando vide davanti ai suoi occhi fallire miseramente ogni suo attacco. E questo perché la comparsa improvvisa di un salvatore permise alla donna di scampare ai suoi colpi premeditati e calcolati con cura! Ecco perché doveva sottomettersi! La sua vita era un affronto.

La puttana doveva morire, non c’erano alternative. Eppure una forza ben superiore alla sua, una potenza che andava oltre alla sua comprensione impedì di portare a compimento il fato sperato. Questo logicamente era inaccettabile. Così quando Yozo vide i cavi avvolgerlo completamente, oltre a possibilità di reazioni o controffensive, si arrese. La forza e la stretta che lo costringevano erano insormontabili.

Fu così che Yozo lo Xenofobo realizzò l’ineluttabilità della situazione: era spacciato. Ascoltò con disinteresse le domande del Chunin. Poco sarebbe servita la comunicazione diretta. Anzi il Nunkenin avrebbe spedito un messaggio molto diretto al duo accademico.

Dopo qualche secondo di immobilità Yozo avrebbe aperto la bocca e portato in avanti la lingua avrebbe richiuso con altrettanta velocità e forza la bocca. L’intenzione sarebbe stata chiara: tranciarsi la lingua. Mai avrebbe ceduto a quei figli di puttana. Piuttosto sarebbe morto sanguinante.

Difficile per Shunsui reagire a quel gesto, e impedirlo. Di conseguenza come avrebbe reagire al gesto disperato dell’uomo?