Il Peso del RisoQuest B

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  1. -Hidan
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    Il Peso del Riso


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    Fragore di spade e scudi, di urla e lamenti, fiamme e sangue.
    Un vorticoso scontro di volontà avverse in un luogo e in un tempo di un paradosso, fuori da tutto e, allo stesso tempo, dentro a tutto.
    Il Veterano non era stato minimamente sfiorato dai miei attacchi prima, ed ora era stato uno dei suoi sgherri ad impedirmi di disturbare il capo dei Cremisi dalle sue azioni.
    Atterrai sulle mie gambe dopo aver recuperato l'equilibrio in aria. Solo una manciata di secondi, e la testa dell'uomo con lo strano cristallo in testa venne sbriciolata, come se fosse una ciliegia nel palmo di un gigante.
    Non c'era nulla da poter fare, e nessuno che potesse sbarrargli la strada. Mi sentii nuovamente come quella volta davanti all'amministrazione di Kiri, alla presenza di Shiro di Cantha.
    Digrignai i denti, mentre i muscoli tesi e il Vuoto mescolata al mio chakra allentava la presenza dal mio corpo, lasciandomi più debole di come lo ero all'inizio.
    Avevamo perso.
    Con uno scrocchio di dita, il Veterano e i Cremisi sparirono in un varco, e lo stesso fine equilibrio di quel posto vacillò. Abbiamo fallito... Quasi sospirai, risentendomi come un insetto dinanzi a quell'essere.
    Forse dovevo reputarmi fortunato, così come tutti gli altri, dato che per qualche oscuro motivo il Veterano sembrò interessato a non eliminarci tutti... Ma non riuscivo a capacitarmene, e se avessi potuto scegliere, probabilmente, avrei optato per quella disastroso alternativa. Itai... Cosa...? Sentii il mio corpo sfarfallare, così come tutti gli altri presenti, mentre venivo inghiottito da un bagliore verde che sembrò quasi farmi perdere i sensi; lasciai quel paradosso, ma la sconfitta l'avrei portata con me.
    Insieme alle altre, sarebbe stato un tassello su cui costruire il castello della mia forza.

    [...]

    Anf... Anf... Anf... Ero in ginocchio, nel tempio di Yon, nuovamente nel Paese delle Valli. Ai miei lati, i tre compagni con cui ero partito all'inizio. Siamo... Tornati... Ignorai quasi l'uomo che corse via, verso l'uscita di quel posto, ormai solo un vecchio reliquiario del passato. Ma sembra che qualcosa sia cambiato, non trovate? Il posto era infatti spoglio e deserto, come se i segni di un tempo che non credevo potesse essere passato avessero agito su quel luogo. Andiamo a vedere cosa diamine è successo qui... Tanto non può essere peggiore o più incredibile di quello che abbiamo vissuto, o sbaglio?

    Usciti dal tempio, le mie impressioni mi diedero ragione, dato che il fiume dove si trovava prima il reliquiario era solo un lontano ricordo. Ci fu però una cosa che mi fece tornare il sorriso: la maledizione era spezzata.
    Fummo raggiunti ben presto da un gruppo di guardie, dalle quali emerse un uomo. E questo vecchio chi diavolo è adesso? Il Daimyo delle Valli, ovviamente.
    La situazione, malgrado la sconfitta subita in quell'evento che, forse, non c'era mai stato, sembrava migliore di quella che avevamo lasciato.
    Il vecchio daimyo, che si rivelò essere stato schiavizzato dal suo stesso potere, e la sua morte liberarono di fatto la città dalla maledizione... La gemma aveva assorbito centinaia di anni di forze vitali, e quell'energia immortale era ormai nelle mani del Veterano.
    Rabbrividii, per un attimo, ma evitai di tediare i presenti dei miei pensieri. Avrei avuto il mio tempo.

    Gli Tsuno erano stati sciolti da Shinken che, dopo aver seppellito la loro caduta, lasciarono il paese.
    Ma il ronin aveva lasciato qualcosa per me. Come? Una lettera e un oggetto? La ormai nuovo capo della polizia mi consegnò Gelida Notte, la katana di Shinken. La sconfitta lo aveva distrutto nell'orgoglio, e probabilmente quell'azione era la sua possibilità per cercare di colmare quell'incredibile vuoto.
    Presi la lama tra le mani, sguainando leggermente la lama. Era una spada di veramente eccezionale fattura. Custodirò io la spada. Che tu possa trovare la pace.
    Parlai, come se il ronin potesse sentirmi.
    Capii la sconsolazione di un uomo che aveva combattuto per una vita senza mai essere sconfitto e che aveva destinato il suo essere ad uno scopo, alla difesa di un uomo, che si è invece rivelato un tiranno maledetto.
    Aveva bisogno di ritrovare se stesso e, in un certo senso, speravo veramente che potesse farlo.
    Quindi dicevate che son passati qutattro mes.... QUATTRO MESI?! Urlai, come se non ci fossero presenti. Oh, per tutti i kami... Meika mi ucciderà... Sigh... Ritrovai compostezza. Ok, ho preso a schiaffi un po' di culi, il Paese è salvo, e noi siamo gli eroi. Tutto molto bello, grazie tante, ma adesso me ne devo andare. Anzi devo letteralmente volatizzarmi! Ci vediamo allora, eh! Mi raccomando, non sparite, anche per un ramen ogni tanto! Incominciai a salutare i presenti, con clamorose pacche sulle spalle o buffi gesti, sconosciuti compresi. Se volete, per la mia statua grandezza naturale, il vecchio tempio è un buon posto. Grazie, grazie, non dovevate, ma apprezzo il gesto! Ci vediamo ragazzuoli! E, con il mio solito sorriso sornione, incominciai a dirigermi verso il porto delle Valli, per salire sulla prima nave: destinazione Nebbia.

    C'era molto di cui parlare con Itai.
    Avevo ancora molto da imparare per crescere. Ma sarei diventato, come sempre, più forte.
    Anche dalla sconfitta.

     
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