Ogni Promessa è Debito

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  1. Waket
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    Appuntamento


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    La vacanza improvvisata a casa dell'Hokage aveva dato modo a Febh ed Hebiko di passare qualche giorno in tutta tranquillità, senza il peso e lo stress del lavoro a tormentarli. Febh era stato il primo ad ambientarsi, prendendosi la libertà di cambiare parte della casa di Raizen, e per tutta risposta la rossa aveva alzato le mani, indicando così come l'Amministratore non fosse una sua responsabilità in quel caso. La cosa le aveva permesso di sfruttare quei giorni come una vera e propria vacanza, ad eccezione di qualche sporadico momento dove cercava di assicurarsi che l'Hokage stesse bene, psicologicamente parlando. Non aveva avuto molta fortuna da questo punto di vista. Raizen era piuttosto chiuso su se stesso, e si lasciava distrarre dai suoi doveri e da pesanti allenamenti, con la scusa del dover "controllare che il braccio nuovo funzionasse a dovere".
    Al mattino, mentre la Vipera si ingozzava di pancake, l'altro parve ricordarsi della cena promessale prima del SOMA, dandole un paio di indicazioni per l'appuntamento e poi svignandosela fuori, lasciando la ragazza a fissarlo, vagamente confusa, ancora con le guance piene. Un flebile mugolio confuso eccheggiò nella cucina, lasciandola poi lì sola, vagamente stordita dalla proposta.
    Nel pomeriggio, scese a dare un'occhiata alla piazza indicatale: lei e Febh erano arrivati a Konoha con urgenza, e la ragazza era riuscita a portarsi dietro solo pochissime cose essenziali e solo il vestito che indossava, sparito durante la visita all'ospedale. Non sarebbe comunque mai andata ad un appuntamento con una divisa ninja.

    ...Appuntamento.

    Un sorrisetto sincero apparve sul suo volto, mentre quella parola rieccheggiava nella sua testa. Non si poteva dire che quello fosse il suo primissimo appuntamento (dopotutto Dorian l'aveva già invitata a cena, ed aveva ricevuto un invito persino da un certo Yato), ma di certo, confronto ai precedenti, era decisamente più emozionata. Stava uscendo con una persona con cui aveva condiviso (pessimi) momenti, anche personali, dato che oltre a Febh, Raizen era l'unico a conoscere le sue origini e lo stress che queste le davano. Doveva prepararsi al meglio.
    Non sapeva esattamente in quale locale l'avrebbe portata, ma dalla piazza intuì il livello di eleganza necessario. Le serviva un vestito, magari corto, non sembravano esserci ristoranti al livello di quello dov'era stata con Dorian. Fece un giro tra i negozi, soffermandosi a fissare un abitino più "vistoso" rispetto ai suoi standard. La commessa non perse tempo, notando l'interesse della ragazza e riempiendola di complimenti. Hebiko finì col convincersi, portandoselo così a casa, vagamente dubbiosa ma soddisfatta, con tanto di scarpette e borsetta abbinate (la commessa era stata piuttosto convincente).


    Al contrario dell'Hokage, Hebiko passò una giornata tutto sommato tranquilla ed insolitamente allegra, facendosi così trovare puntuale all'appuntamento. Lo intravide mentre si avvicinava a lei, notando come il suo abbigliamento fosse decisamente più semplice rispetto al suo vestitino, salutandolo timidamente e spostandosi leggermente i capelli:

    E-ehi. Ahm... Penso di essermi vestita un po' troppo elegante per l'occasione, eheh.

    Raizen non mancò di farle i complimenti, seppur aggiungendo un dettaglio che mandò a fuoco la faccia della ragazza.

    AH! Sì, cioè... La commessa diceva che quelle con un seno piccino come il mio potevano permettersi certi vestiti, e... mmmh... Mi piaceva come mi stava.

    Non appena entrarono la rossa si guardò attorno, curiosa, ascoltando ciò che l'uomo aveva da dirle riguardo il locale e ciò che avrebbero mangiato. Ridacchiò anche lei alla sua battuta finale, aggiungendo un appunto:

    Da Oto ci porti gli ospiti, allora.

    Aveva quasi digiunato a pranzo per potersi godere al meglio la serata, e già gli odori che provenivano dalla cucina le fecero venire l'acquilina in bocca. Nonostante il locale non fosse estremamente lussuoso, era comunque evidente il trattamento che veniva solitamente offerto all'Hokage, con un tavolo con già tutte le pietanze al loro posto. Sibilò quando venne distratta dalla domanda sulle pietanze otesi, alla quale rispose borbottando:

    Non voglio neanche pensarci. Prossima domanda?

    Stava per infilarsi in bocca il primo boccone quando le venne effettivamente posta una seconda domanda, dalla quale non poteva più scappare. Ritirò il cibo, ridacchiando nervosa, andando a toccarsi i capelli con la mano libera.

    Ma ancora ci pensi? Voglio dire, è rimasto pure Febh, insomma...

    Prese tempo mangiando il boccone in attesa, con le guance che iniziavano a colorarsi di rosso. Non era solamente l'imbarazzo della risposta, ma anche il non sapere il motivo. Aveva agito di puro istinto, sentiva che doveva stargli vicino, e pareva che nemmeno lei sapesse il motivo che Raizen tanto voleva sentirsi dire.

    Penso... Insomma, la verità è che non ne sono del tutto sicura. Sentivo di doverlo fare, tutto qui. Quando è arrivata la lettera in Amministrazione mi sono preoccupata da morire. E poi hai detto tu di essere solo e di non avere nessuno, volevo dimostrarti il contrario. Così magari la prossima volta mi chiami prima della battaglia e ci penso io ad evitare che tu faccia scemenze.

    Ingoiò un altro boccone, sicura che Raizen non si sarebbe fatto bastare quel tipo di risposta. Sarebbe bastato un po' di silenzio per farla scoppiare, rispondendo con un tono di voce più alto, enfatizzato dal suo gesticolare frenetico:

    Mi piace starti vicina, okai!? Sei uno dei pochi con cui sono riuscita a passare una serata tranquilla e senza stress, e sono riuscita a dimenticare tutti i miei problemi per una sera. Vederti così cupo mi ha fatto venir voglia di ricambiare il favore.

    Non lo avrebbe guardato negli occhi per tutta la durata della discussione, per poi fare una piccola pausa alla fine e tornare a riempirsi la bocca con altro sushi. Si poteva dire fosse stressata, ma un tipo di stress decisamente diverso rispetto a quello che sopportava di solito.
     
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