Ogni Promessa è Debito

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  1. Waket
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    IV



    Non volle infierire ulteriormente. Sapere che comunque Raizen covava un senso di vendetta, significava che sapeva di poterli superare in forza ed astuzia. Le bastava quello per capire che non si era perso d'animo come credeva.
    La Vipera si calmò grazie alle scuse fattele. Il "ma" che le seguì non le permisero di spegnersi del tutto, ma abbastanza per ammettere che forse in parte la colpa era anche sua. Aveva pur sempre preteso qualcosa da una persona di cui era arrivata a fidarsi solamente per un particolarmente struggente episodio, ma non avevano ancora un legame al pari di quello con Febh. O almeno lo stava capendo dalle sue parole. Lei, dal momento in cui lo aveva chiamato ad entrare in quella botola infernale, sapeva di aver chiamato una persona di cui si fidava. I commenti in difesa del suo comportamento sul villaggio e sul come ignorarlo sarebbe stato un tradimento le fecero roteare gli occhi, annoiata:

    Tutti ti criticano, eppure tu continui a fare tutto per il villaggio. Forse sei solo un po' masochista. In fondo in fondo le rogne te le vai a cercare, come i bambini che fanno i dispetti per farsi notare.

    Ridacchiò dopo quella sorta di ripicca personale, usata come valvola di sfogo per non innervosirsi per un discorso tutto sommato campato in aria. Dopotutto si era comportato bene con tutte le regole che la rossa gli aveva imposto.

    Sto scherzando, sto scherzando. Inizio a capire un po' di più la fermezza di Febh nel non voler diventare Kokage.

    Hebiko sembrò irrigidirsi quando Raizen parlò di un "muro" tra di loro. Non capiva esattamente di cosa stesse parlando, ma era ben lontano dalle sue aspettative di quella serata. Fortunatamente, dopo aver confessato che il numero di suoi "haters" non era così gonfio come aveva fatto credere all'inizio, le fece ordinare del vino. Sentiva di averne parecchio bisogno. Durante la spiegazione del perché trasformare una cerimonia con tradizione centenaria in un concerto metal, il cameriere portò la bottiglia di vino che la rossa aveva ordinato, stappandola di fronte ad entrambi per poi riempire due calici. La ragazza non tardò nel berne un bel sorso, cercando di soffocare quel fastidioso pensiero delle mura a cui lui aveva accennato. Ma le cose non avrebbero fatto che peggiorare.

    Diventare un problema?

    Rimase a fissare il calice di vino tra le sue mani, con sguardo vuoto. Le parole di Raizen le stavano involontariamente uccidendo la speranza del riuscire ad avere una vita tranquilla se si fosse trasferita, e le proposte ed i suggerimenti di come sopravvivere ad Oto risuonavano nella sua testa come un triste canto funereo. Non ebbe il coraggio di guardare Raizen in faccia durante il suo discorso.

    Quindi è ad Oto che dovrei stare. Con in rischio che il nostro probabile nuovo Kage si faccia dei nemici che non è in grado di sconfiggere. Col rischio che poi mandi il suo piccolo esercito del quale sarò costretta a far parte ad occuparsi della guerra. Per poi magari dover morire per la patria.

    Era delusa, terribilmente. L'uomo di cui si fidava e che l'aveva personalmente invitata con discutibili scelte di parole a passare dalla sua parte, ora le stava voltando le spalle proprio quando lei sembrava propensa ad accettare. Perché? Doveva essere successo qualcosa in quell'arco di tempo. Non se lo spiegava. In meno di cinque minuti le sue speranze erano state infrante dallo stesso uomo che gliele aveva date.
    In un unico sorso, buttò giù l'intero contenuto del bicchiere, affrettandosi a riempirlo di nuovo.

    Sì, insomma. Finché non diventerò la concubina del Mikawa non sarò mai al sicuro, ed anche in quel caso ho i miei dubbi.

    Era pronta a scolarsi anche il secondo bicchiere se Raizen non l'avesse fermata in qualche modo.

    Quindi la tua era una bugia. O una frase tanto per dire. Volevi farti grosso per dirmi quanto fosse bella Konoha, ma alla fine non mi avresti accettata tra le tue fila, perché avrei portato problemi.

    Gli ricordò il giorno in cui era stata ospitata da lui la prima volta. Non c'era rabbia nel suo tono di voce, solo tristezza. Una tremenda tristezza che la stava assalendo all'improvviso, mentre sentiva tutti i suoi progetti fatti in diversi mesi distruggersi cadendo al suolo.

    Pensavo di aver capito cosa volessi da me. Credevo di essere un'alleata. Dopotutto mi hai chiesto di fare da spia al mio stesso villaggio, ma hai ascoltato la mia richiesta di aiuto in quel posto infernale. Anche tu mi hai invitata in un altro laboratorio infernale. E poi mi hai invitata a cena.

    Non lo guardava in faccia, troppo concentrata sul mettere in ordine i pensieri e cercare di decifrare cosa potevano significare per entrambi i loro precedenti incontri.

    Io non... mi sono fidata troppo di te? Non riesco a capire. La tua era tutta una tattica, di usarmi per evitare che Diogene potesse fare follie? Stavi solo giocando con me, per vedere fin dove un'otese insicura si sarebbe spinta??

    Non percepiva ancora Raizen come una minaccia o uno sfruttatore vero e proprio, ma c'erano diverse cose che non le tornavano in quel racconto. Probabilmente era troppo concentrata su se stessa e sui suoi desideri per capire cosa ci fosse dietro alle sue scelte, ma la delusione era stata troppo grande per poterla nascondere o rifletterci prima di potersi sfogare. Dopotutto erano mesi che cercava un modo per potersene andare senza creare troppi danni a se stessa o a Febh, e alla fine proprio l'uomo che per primo aveva cercato di convincerla a prendere quella decisione le aveva chiesto di fare un passo indietro.

    Mi spieghi cos'è che vuoi esattamente da me? Cosa significa questa cena? È solo un modo carino per addolcirmi prima di chiedermi di trovarti chissà che informazione facendo ancora la spia??

    La rabbia iniziava a farsi sentire, nonostante fosse ancora pesantemente soppressa da quel senso di delusione. Fino a due giorni prima fantasticava sulla possibilità di trasferirsi lì un giorno, di come sarebbe stato svegliarsi in un villaggio pieno di vita e privo di spacciatori e stupratori ad ogni angolo della strada. Mentre ora era lì, a cancellare quei pensieri con l'alcool, durante quello che immaginava essere il suo primo appuntamento.

     
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17 replies since 7/5/2018, 19:21   361 views
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