Punti di VistaFree con Murasaki

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    Passaggio a Otafuku [1]



    Il tramonto, quel sabato, si era appena concluso, e il cielo era quasi ormai del tutto scuro. Murasaki era stata promossa genin da pochi giorni, e al momento si trovava da qualche parte nella sua tenuta, a cena, o a riposo, agli estranei non era dato saperlo. Il padre Genji, attirato all'esterno da una qualche sorta di richiamo, o di sensazione, avrebbe lasciato da parte chiunque avesse vicino, per recarsi in cortile, dove avrebbe iniziato a guardarsi attorno, come se si aspettasse qualcosa. Non troppo tempo sarebbe passato, prima che una farfalla dal corpo verde e dalle ali ricamate di nero si facesse strada tra le siepi del grande giardino, e arrivasse sul palmo della mano che l'uomo le aveva rivolto, una volta scoperta. La farfalla, toccata la pelle, cambiò completamente forma, rivelandosi niente altro che un rotolo sigillato con una sola parola scritta sopra. L'uomo, letta tale parola, spalancò gli occhi, e chiamò una guardia della tenuta perchè mandasse a chiamare Murasaki con grande fretta, ma discrezione. Quando la ragazza fosse arrivata dal parte, questi le avrebbe consegnato il rotolo, aggiungendo solo poche parole, prima di lasciarla in compagnia dell'oggetto, da sola nel giardino notturno.

    - C'è il sigillo delle squadre speciali, e il tuo nome. Qualcuno ti ha notata. Leggi con attenzione, è solo per i tuoi occhi. -

    Quando Murasaki avesse osservato il rotolo con attenzione, avrebbe notato un sigillo di contenzione con i kanji della parola "vespa" e il proprio nome. Staccando l'adesivo avrebbe potuto aprire l'incartamento e scoprire poche righe indirizzate a lei, con qualche informazione riguardante una missione che sarebbe dovuta iniziare presto.

    " Ti ho scelta per seguirmi in una missione, non sei obbligata a seguirmi e potrebbe essere pericoloso. Se accetterai, ti aspetterò per 30 minuti all'entrata del villaggio. Decidi in fretta. "



    Chiunque avesse mandato il messaggio non aveva speso troppo tempo nella scelta delle parole, che a malapena spiegavano qualcosa. Per certo, Murasaki avrebbe incontrato una figura incappucciata alla porta del villaggio, se avesse accettato di preparare il suo equipaggiamento e recarsi all'uscita di Konoha con la sola luce della luna ad illuminarla. La figura in questione era impossibile da riconoscere nei lineamenti, a causa di una maschera, ma nel complesso, Murasaki avrebbe potuto riconoscere la postura e la forma del corpo, proprie della stessa donna che pochi giorni prima l'aveva scortata via dall'incontro diplomatico. Era nuovamente lei.
    Quando la Hyuga si fosse avvicinata, la donna l'avrebbe salutata con un cenno del capo, aggiungendo poche altre parole a quelle contenute nel rotolo, prima di partire a passo svelto per la boscaglia, evitando la strada principale.


    - Felice che tu abbia trovato il coraggio, sarà un ottimo banco di prova per te e per le tue qualità. Ti spiegherò lungo la strada. -

    Ma la strada per dove?

    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 450
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 525
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
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    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
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    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Fukibari × 10
    • Kunai × 3
    • Shuriken × 5
    • Cerbottana × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Gambali in Ferro × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Mantello × 1
    • D-Visor × 1
    • Maschera × 1
    • Parabraccia in Ferro × 1

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    Punti di Vista


    I



    E com'è stato?
    Come me lo aspettavo, da una parte. Dall'altra, terrificante.

    Mentre Tomoe sfogliava distrattamente il grosso tomo intitolato "Cronache della Quarta Guerra Ninja", Murasaki continuò a tenere lo sguardo fisso sui tenui colori del tramonto che riempivano il cielo sopra Konoha.

    Sai, la cosa peggiore è stata vedere i suoi occhi... Spegnersi, letteralmente.

    La ragazza spostò lo sguardo sul libro che la sorella teneva in grembo. Crude illustrazioni rappresentavano gli orrori della guerra, in tutta la sua capacità distruttiva.

    È comunque certo che, rispetto alle generazioni precedenti, la nostra si possa definire fortunata. Almeno non abbiamo mai dovuto affrontare orrori del genere.

    Tomoe la guardò con aria corrucciata. Murasaki sapeva quanto la sorella fosse turbata dalla sua recente promozione a Genin. La più giovane delle due sorelle Hyuga non aveva mai nascosto la sua avversità alle arti della guerra, avendo sempre preferito dedicarsi allo studio di complessi tomi e rotoli.

    Per ora, sorella. Non possiamo sapere quando la situazione precipiterà. Murasaki, devi fare attenzione, sai che...

    Le due ragazze vennero interrotte bruscamente dall'apertura della porta che dava sul cortile interno della residenza Hyuga. Un membro della servitù comparve, dirigendosi a passo spedito verso Murasaki.

    Murasaki-hime, Tomoe-sama, perdonate il disturbo. Vostro padre mi ha mandato a chiamarvi, signorina Murasaki. Vi aspetta nelle sue stanze, con urgenza.

    Così com'era arrivato, l'uomo si dileguò.

    Principessa, ti chiamano.

    Tomoe la guardò con quel suo tipico mezzo sorriso, un misto tra tenerezza e presa in giro. Murasaki sapeva bene che ogni qualvolta qualcuno la apostrofava come "principessa", Tomoe non poteva esimersi dal canzonarla almeno per il resto della giornata. Tuttavia, in quel momento la giovane Hyuga si fece insolitamente seria.

    Murasaki, ti prego. Non fare niente di avventato.

    La più grande delle due sorelle si alzò, sistemando distrattamente la veste da camera. Sorrise dolcemente alla sorella, dandole un veloce buffetto sulla guancia. Avrebbe voluto prometterle che sarebbe andato tutto bene, che non l'avrebbe mai lasciata da sola. Ma in cuor suo sapeva bene che la vita da ninja che aveva deciso di intraprendere l'avrebbe presto o tardi portata a fronteggiare situazioni decisamente più grandi di lei.

    Non temere, sorella.

    [...]

    C'è il sigillo delle squadre speciali, e il tuo nome. Qualcuno ti ha notata. Leggi con attenzione, è solo per i tuoi occhi.

    Genji Hyuga guardò attentamente la reazione della figlia, studiandone i movimenti. Murasaki appariva distesa, anche troppo. Contando che la missiva portava la firma delle squadre speciali, il contenuto non poteva che essere di massima importanza.

    Grazie, padre. La leggerò con la massima attenzione.

    Murasaki inspirò lievemente, cercando di contenere l'ansia che pareva averle attanagliato lo stomaco.

    Squadre speciali, cosa mai vorrà dire?
    Bene, mi raccomando Murasaki. Il Clan ha molto apprezzato e lodato sia il tuo successo durante l'incontro dei mercanti, sia la tua recente promozione a Genin. Continua ad impegnarti e potrai portare il nome Hyuga con orgoglio e cognizione di causa.
    Sì padre, non vi deluderò.

    Murasaki chinò il capo in segno di saluto, congedandosi poi e dirigendosi verso i suoi appartamenti.

    [...]

    Murasaki lesse e rilesse innumerevoli volte quella strana comunicazione.

    CITAZIONE

    "Ti ho scelta per seguirmi in una missione, non sei obbligata a seguirmi e potrebbe essere pericoloso. Se accetterai, ti aspetterò per 30 minuti all'entrata del villaggio. Decidi in fretta."


    Una missione? Potrebbe essere pericoloso?

    La ragazza si massaggiò le tempie, cercando di riordinare le idee. Era passato solo qualche giorno dalla sua promozione a Genin. Il suo tanto agognato coprifronte giaceva sulla scrivania, ancora intonso. Da una parte, qualcosa dentro di lei la spingeva ad afferrarlo e precipitarsi fuori. Dall'altra, non poteva smettere di pensare alla preoccupazione di sua sorella.

    Sono una kunoichi, adesso. Una kunoichi al servizio del villaggio della foglia.

    E quando la foglia chiamava, era compito dei suoi sottoposti rispondere.

    È deciso, allora.

    Si cambiò velocemente, indossando dei vestiti comodi, delle sue tonalità preferite. Un regalo della madre per la recente promozione. In una decina di minuti, tutto fu pronto per partire. Mancava solo il coprifronte.

    Mi sembra di aver atteso questo momento per tutta la mia vita.

    La giovane sorrise lievemente quando lo specchio le resitituì la sua immagine. Una ragazza Hyuga, giovane e inesperta, forse. Ma anche e soprattutto una shinobi di Konoha.

    Bene, è ora di andare.

    [...]

    Lo sapevo!

    Murasaki accelerò il passo, arrivando quasi a correre incontro alla figura incappucciata che l'attendeva al limitare del villaggio. Avrebbe riconosciuto quella figura rigida e austera fra migliaia. La sua salvatrice, la donna dalla voce metallica era lì, ed aspettava proprio lei.

    È stata una sorpresa ricevere quella comunicazione. Ma ho subito pensato a lei, non potevo tirarmi indietro.
    Felice che tu abbia trovato il coraggio, sarà un ottimo banco di prova per te e per le tue qualità. Ti spiegherò lungo la strada.

    La donna si incamminò senza molto cerimoniale. Era anche questo che rendeva Murasaki così curiosa nei confronti dell'ANBU. La giovane Hyuga, abituata all'affettata cortesia del suo Clan, trovava la praticità della donna stranamente confortevole.

    Certamente, farò del mio meglio.

    La ragazza si guardò attorno, mentre il verde avvolgeva le due donne.

    Immagino che sia impossibile per lei darmi il suo vero nome. Tuttavia, immagino che per questa missione sarebbe funzionale almeno un alias, non crede?

    Murasaki sorrise brevemente, sperando di riuscire ad ottenere dalla donna almeno uno pseudonimo.

    Dunque, che tipo di missione ci aspetta?


    Chakra: 2020
    Vitalità: 10/10
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 175
    Velocità:  225
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 5
    • Fukibari × 3
    • Tonico Coagulante Inferiore × 2
    • Kunai × 5
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Bende Rinforzate × 1
    • Cartabomba I × 2
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Fumogeno × 2
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Wakizashi × 1
    • Sonagli [x5] × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Accendino × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1

    Note
    ///


    Edited by Filira - 26/5/2018, 11:29
     
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    Resoconto


    [2]



    La giovane cercò un contatto con la sua accompagnatrice prima di iniziare il viaggio, ma questa, forse sorprendendola, le avrebbe rivelato un bassissimo grado di segretezza, forse per spiazzarla, o forse per iniziare la missione mentendo e mettendola alla prova.

    Al contrario, il mio nome è Oboro, puoi usarlo tranquillamente quando siamo sole. Posso dirtelo poichè ora lo conosci unicamente tu, quindi venisse esso scoperto, saprei da chi andare.

    Il Murasaki non avrebbe così chiaramente capito se il tono del discorso era scherzoso o minaccioso, meglio non indagare in merito con la donna che aveva davanti, della quale al momento, non aveva ancora mai intravisto il volto.
    La velocità con la quale Oboro aveva abbandonato la strada battuta, sarebbe presto diminuita; le interessava togliersi di mezzo ma non aveva affatto fretta di raggiungere il luogo in questione; come avrebbe entro breve, spiegato alla ragazza.

    Complimenti per la promozione. Ero sicura non avresti impiegato molto a ricoprire il nuovo ruolo. Siamo diretti alla città industriale della Foglia, Otafuku si trova sul fiume, più a sud. Non è solo il punto di appoggio economico di Konoha, è anche una fogna a cielo aperto per le feccia di questo paese. Stiamo cercando informazioni riguardo un fuggitivo.

    Iniziò Oboro, mentre entrambe le donne camminavano di buon passo sul sottobosco, rallentate, ma non troppo, dalla flora del posto. La donna non sembrava assolutamente diversa dal loro primo incontro, se non per il fatto che stavolta non sembrava avere la minima fretta di spingere Murasaki in chissà quale direzione, e non avevano individui particolari a seguirle.

    Un gruppo di 3 ninja della Foglia è partito per una missione molto semplice, di classe D ormai quasi due settimane fa. Nel peggiore dei casi avrebbero dovuto tornare al villaggio nel giro di 48 ore, invece non se ne hanno notizie, capirai che qualcosa non torna, dato che la loro missione doveva svolgersi a mezza giornata di corsa da Konoha. Non fossimo in piena emergenza contro Shiro e il suo circo di pezzenti, sarei già andata a cercarli, ma la situazione purtroppo è questa.

    Dopo circa venti minuti, nei quali Oboro avrebbe risposto più o meno precisamente un po' a tutte le domande, non personali, avanzate da Murasaki, la donna mascherata si sarebbe rivolta alla giovane, sempre senza smettere di camminare.

    Sei già stata addestrata nell'uso del chakra che non sia lo sparare tecniche a caso? In caso contrario potremmo approfittare del viaggio...

    Chakra: ???/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 450
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 525
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
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    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Fukibari × 10
    • Kunai × 3
    • Shuriken × 5
    • Cerbottana × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Gambali in Ferro × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Mantello × 1
    • D-Visor × 1
    • Maschera × 1
    • Parabraccia in Ferro × 1

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    II



    Al contrario, il mio nome è Oboro, puoi usarlo tranquillamente quando siamo sole. Posso dirtelo poiché ora lo conosci unicamente tu, quindi venisse esso scoperto, saprei da chi andare.

    Murasaki guardò la donna con fare interrogativo, senza però avere il coraggio di chiederle quanto le sue parole fossero una presa in giro, e quanto invece fossero state pronunciate seriamente. Di certo, le battute non parevano il punto forte dell'ANBU.

    Complimenti per la promozione. Ero sicura non avresti impiegato molto a ricoprire il nuovo ruolo. Siamo diretti alla città industriale della Foglia, Otafuku si trova sul fiume, più a sud. Non è solo il punto di appoggio economico di Konoha, è anche una fogna a cielo aperto per le feccia di questo paese. Stiamo cercando informazioni riguardo un fuggitivo.
    La ringrazio, Oboro-san. È anche e soprattutto grazie a lei che ho raggiunto questo primo obbiettivo. Quanto successo qualche settimana fa... Mi ha fatto realmente capire quanto importante fosse cominciare ad impegnarmi seriamente per diventare una shinobi di Konoha.

    La ragazza sorrise appena, ripensando al coprifronte che ora portava con orgoglio.

    Capisco. Chi stiamo cercando, dunque?
    Un gruppo di 3 ninja della Foglia è partito per una missione molto semplice, di classe D ormai quasi due settimane fa. Nel peggiore dei casi avrebbero dovuto tornare al villaggio nel giro di 48 ore, invece non se ne hanno notizie, capirai che qualcosa non torna, dato che la loro missione doveva svolgersi a mezza giornata di corsa da Konoha. Non fossimo in piena emergenza contro Shiro e il suo circo di pezzenti, sarei già andata a cercarli, ma la situazione purtroppo è questa.

    Murasaki annuì, pensierosa. La sua compagna di viaggio non sembrava tuttavia troppo pensierosa riguardo questa scomparsa. Le due donne procedevano infatti a passo costante, senza che Oboro mostrasse una particolare fretta di arrivare a destinazione.

    Non sono mai stata ad Otafuku.

    Rivelò la ragazza, guardando fisso la strada di fronte a sé.

    In realtà, non sono stata quasi da nessuna parte. In quanto erede designata di mio padre, il Clan ha sempre proibito che mi allontanassi troppo da Konoha. Evidentemente temono per la mia incolumità, nessuno vuole che la principessa si faccia male.

    Murasaki sbuffò impercettibilmente, sollevando i bianchi occhi al cielo.

    All'inizio, tutti i consiglieri erano contrari al fatto che intraprendessi la carriera militare. Avrebbero preferito che mantenessi un approccio più tranquillo e diplomatico. Ma mia madre si è battuta perché potessi seguire le sue orme. È solo grazie a lei e a mio padre che posso trovarmi qui, oggi. Una genin della Foglia.

    Si voltò poi verso Oboro, che, imperscrutabile, le stava a fianco.

    Mi scusi, non volevo tediarla con queste stupide problematiche da Clan. Dunque, Otafuku. C'è qualcosa in particolare che dovremmo tenere a mente prima di addentrarci in questa... Fogna?

    [...]

    Il paesaggio pareva ripetersi immutato di fronte agli occhi delle due kunoichi. Stavano camminando oramai da circa una mezz'ora, quando Oboro avanzò una proposta.

    Sei già stata addestrata nell'uso del chakra che non sia lo sparare tecniche a caso? In caso contrario potremmo approfittare del viaggio...

    Murasaki incespicò un attimo, arrossendo lievemente. Aveva sempre subito le pressioni paterne, e ogni qualvolta qualcuno le faceva notare le sue mancanze, la ragazza aveva la fastidiosa tendenza ad andare subito in difficoltà.

    Ecco, diciamo che in accademia abbiamo studiato principalmente le basi teoriche e pratiche del combattimento, tralasciando il resto. Ci è stato accennato qualcosa a livello teorico riguardo le tecniche di controllo del chakra, ma non abbiamo mai fatto allenamenti in proposito.

    La ragazza guardò Oboro, con fare speranzoso.

    Le sarei per sempre grata se accettasse di farmi da insegnante.


    Chakra: 20/20
    Vitalità: 10/10
    En. Vitale: 30/30
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    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
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    Tappe Fondamentali


    [3]



    Niente di particolare, tieniti stretta il portafoglio.

    Terminò Oboro riguardo la fogna a cielo aperto dove erano dirette. Quanto all'allenamento invece, il volto mascherato annuì alla richiesta della ragazza, invitandola a seguire le sue direttive. Inizialmente Oboro indicò un albero situato a una trentina di metri da loro, senza smettere di camminare. L'albero era un pioppo piuttosto sottile, ma alquanto dritto.

    Corri a quell'albero e scalalo utilizzando unicamente il chakra e le piante dei piedi prima che io sia arrivata lì.

    La donna non stava correndo, ma a passo rilassato sarebbe arrivata al punto in questione piuttosto in fretta, Murasaki avrebbe dovuto scattare immediatamente per avere il tempo di potersi quantomeno concentrare per riuscire a compiere il primo passo non avendo mai provato, fino a quel momento, ad utilizzare il chakra adesivo.
    Oboro non aggiunse altro, nè elargì consigli alla ragazza, continuando a camminare inesorabilmente fino al momento in cui avesse raggiunto l'albero.
    Se la ragazza fosse ancora stata a terra, le avrebbe indicato un altro albero, trenta metri più avanti, e la prova sarebbe ricominciata.

    Continueremo senza fermarci, una volta a Otafuku avrai imparato, in un modo o nell'altro.

    Se invece la giovane fosse riuscita a compiere un passo o due in verticale, Oboro, giunta in prossimità dell'albero, avrebbe eseguito un movimento dolce con il braccio destro, come per scacciare una foglia che le stava cadendo lentamente addosso, in quel momento, il solito pulviscolo nero che Murasaki aveva già visto in precedenza, sarebbe uscito dalle sue maniche e da un'intercapedine sotto il braccio, assumendo una forma simile ad una goccia; colpendo in un attimo l'albero con estrema forza, sradicandolo e facendolo crollare in un solo colpo. Con la ragazza ancora sopra, che in base all'altezza, sarebbe caduta a terra in maniera più o meno rovinosa.

    Quando la giovane si fosse rimessa in piedi, Oboro le avrebbe dato pochi vitali consigli.

    Devi creare una patina adesiva sotto la pianta dei piedi, troppo spessa e la superficie che cerchi di scalare ti scaccerà, troppo sottile e non farai presa. Serve concentrazione. Eppure la concentrazione era esattamente l'unica cosa che Oboro non le stava permettendo di raggiungere, così come non le stava dando quasi il tempo di esercitarsi. La ragazza avrebbe dovuto comprendere il significato di quella prova, perchè era stata sviluppata in quel modo. Le due avrebbero continuato, albero dopo albero, km dopo km. Se Murasaki avesse preso la prova di petto, si sarebbe presto accorta di come, dopo una ventina di alberi, il suo corpo stesse iniziando a cedere, ed erano appena all'inizio.

    Otafuku dista parecchie ore. Ci arriverai con le tue gambe dopo aver appreso questa capacità, oppure la tua missione avrà termine.

    Che la sua salvatrice fosse in realtà più crudele del previsto? Murasaki doveva raccogliere tutta la sua forza di volontà per non crollare stremata, in quella che era soltanto la prima fase del suo primo vero addestramento, fuori dalla bambagia della villa del padre.


     
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    Punti di Vista


    III



    Corri a quell'albero e scalalo utilizzando unicamente il chakra e le piante dei piedi prima che io sia arrivata lì.

    Murasaki guardò con fare confuso la donna, che non accennò a fermarsi. Guardò poi l'albero, cercando di capire quale fosse l'intenzione della sua maestra.

    Io... Mi ricordo di aver letto qualcosa a proposito delle tecniche di controllo del chakra, ma niente di particolarmente dettagliato. Ho bisogno...

    Nel breve tempo in cui Murasaki aveva parlato, le due erano già giunte a destinazione. Oboro non accennò a fermarsi, passando inesorabilmente oltre l'albero che le aveva prima indicato.

    Ho bisogno di più informazioni.

    La ragazza continuò a seguire l'ANBU, con l'intenzione di ricavare qualche consiglio.

    Continueremo senza fermarci, una volta a Otafuku avrai imparato, in un modo o nell'altro.

    Disse la kunoichi più esperta, indicando il prossimo albero di fronte a loro. Murasaki inspirò profondamente. La situazione non le era per niente chiara, e Oboro non pareva essere intenzionata a dare ulteriori spiegazioni. Improvvisamente, scattò verso l'albero indicato dalla donna.

    Dovrò cavarmela da sola.

    La giovane genin arrivò presto alla meta, fermandosi di fronte all'albero. Ne osservò il nodoso spessore. Il legno pareva solido e robusto, di sicuro un ottimo piano d'appoggio.

    Devo concentrarmi. È tutta una questione di bilanciamento del chakra.

    Chiuse gli occhi, portando le mani congiunte di fronte al petto. Intorno a lei, la vita del bosco continuava rumorosa; in sottofondo, la ragazza riuscì a percepire il ritmico e inesorabile incedere di Oboro.

    Devo riuscire a percepire il flusso del chakra, e poi a dirigerlo dove voglio io.

    L'aveva fatto diverse volte, in allenamento come durante il suo primo combattimento. Poteva sentire il familiare formicolio che accompagnava lo scorrere dell'energia pervaderle le gambe, e concentrarsi poi ai piedi. In quanto Hyuga, lo studio del chakra e del suo sistema circolatorio era stato un punto fondamentale della sua educazione. Una manciata di secondi dopo aprì gli occhi, decisa a muovere i primi passi sull'albero.

    Dovrei esserci.

    Con quanto più chakra possibile concentrato nella pianta del piede, la ragazza si apprestò a compiere il primo passo. Poi successe tutto in un attimo.

    Ma cosa?!

    Murasaki venne sbalzata via violentemente, e atterrò a un paio di metri dall'albero.

    Com'è possibile?

    Proprio mentre si stava rialzando, l'ANBU si palesò vicino a lei.

    Devi creare una patina adesiva sotto la pianta dei piedi, troppo spessa e la superficie che cerchi di scalare ti scaccerà, troppo sottile e non farai presa. Serve concentrazione.
    Sì signora, riproverò.

    La giovane si rialzò, pronta a correre verso il prossimo obbiettivo.

    [...]

    Da qualche parte nelle vicinanze, un timido grillo salutava l'approssimarsi dell'estate, cimentandosi in un flebile gracidare. Intorno a lei, gli alberi pullulavano di energia vitale. Sotto le fronde di un monumentale acero secolare, vi era Murasaki. Ferma, ansimante, il busto piegato dalla fatica e dalla mancanza di forze.

    Venti... cinque.

    Era il venticinquesimo albero che la giovane aveva provato a scalare. In lontananza, Oboro continuava imperterrita la sua passeggiata. Con le lacrime agli occhi, la ragazza si rimise in posizione eretta, congiungendo nuovamente le mani di fronte al petto.

    Le ho provate tutte. Ho provato ad attaccarmi agli alberi modificando la forma del chakra, ho provato a cambiarne lo spessore. Ho provato persino ad ancorarmi orizzontalmente rispetto al terreno col chakra.

    Ma niente pareva funzionare. Albero dopo albero, kilometro dopo kilometro, la sicurezza di Murasaki aveva cominciato a vacillare, mentre il suo corpo si era riempito di tagli ed ematomi. In tutto questo, la sua compagna di viaggio aveva taciuto.

    Posso implorare, posso gridare, ma niente sembra smuoverla. Comincio a pensare che non sia stata un'ottima idea quella di chiederle di allenarmi.

    Scosse la testa, cercando di riprendere concentrazione. Poteva chiaramente sentire le gambe tremare, mentre la gravità pareva costringerla a terra con una forza sempre maggiore.

    Riproviamo.

    Per l'ennesima volta, il chakra prese a scorrere nelle sue oramai esauste membra. Non vi era un centimetro del corpo che non le facesse male, e le pareva che al posto del chakra nei suoi arti inferiori scorresse veleno. Veleno freddo e denso. Provò a modificare la forma del chakra, nuovamente, dandogli questa volta l'aspetto di tanti, piccoli rampini.

    Qualsiasi superficie, anche quella che ad occhio nudo appare più liscia, ha delle imperfezioni, delle fessure. A maggior ragione, dovrei riuscire ad ancorarmi ad un albero.

    La ragazza fece un passo, poi un altro, tanto che le parve di aver finalmente raggiunto la soluzione di quell'enigma. Poi, quasi si trovasse in un sogno, sentì il proprio corpo cadere nel vuoto. Un secondo dopo, la sua schiena trovò il terreno, con un impatto che le fece perdere il respiro, e per poco non i sensi. Un rivolo di sangue sfuggì dalle sue labbra.

    E ora... Eccola che arriva.

    Murasaki si mise sulle ginocchia, voltandosi verso Oboro. In pochi secondi, la donna fu di fronte a lei.

    Otafuku dista parecchie ore. Ci arriverai con le tue gambe dopo aver appreso questa capacità, oppure la tua missione avrà termine.
    Non riesco. Mi dispiace, non ce la faccio. Ne ho provate di ogni, questo è il venticinquesimo albero che provo a scalare. Non ho più energie, Oboro-san, di questo passo io...

    Ma la donna non sembrava nemmeno ascoltarla. Continuò a camminare, precedendola in direzione del prossimo albero. Murasaki sentì la rabbia e la disperazione crescerle dentro. Aveva provato, e aveva fallito. Portava sul suo corpo i segni di ogni tentativo, e internamente i danni di ogni fallimento. Era distrutta nel corpo e nell'animo. E di questo, la sua maestra pareva non essersene nemmeno resa conto.

    IO NON RESISTERÒ! DI QUESTO PASSO, NON ARRIVERÒ MAI AD OTAFUKU!

    Alla fine, la calma che contraddistingueva la giovane Hyuga pareva averla abbandonata. Provata fino alla sconfitta, la parte più fragile e infantile della ragazza pareva aver preso il sopravvento.
    Con le lacrime agli occhi, Murasaki corse verso Oboro. Voleva che le rispondesse, voleva che la guidasse. Non era forse questo il compito di un maestro?

    NON MI STA NEMMENO ASCOLTANDO! LA PREGO...!

    Era a meno di un metro dalla donna, eppure non accennava a calmarsi. Poi, un tremito scosse la ragazza, che si accasciò a terra.

    Non ce la faccio, Oboro-san. Non ne sono all'altezza.



     
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    Crescita Interiore


    [4]



    Oboro seguì ogni singolo progresso della ragazza, sin dal primo albero. Il suo controllo del chakra era grezzo, ma non perchè non fosse capace; mancava semplicemente di tanta pratica. Doveva essere stata talmente protetta durante gli "addestramenti" alla sua magione, da non permetterle di esprimere il suo potenziale. Forse nemmeno assistita da un vero e proprio maestro ma dalla servitù di casa che dovevano averla viziata. La sua prima missione era stata un successo grazie alla presenza della donna, ma se fosse stata da sola, con quelle capacità, sarebbe stata catturata sicuramente.
    La prossima missione di Murasaki, se le cose non fossero cambiate, sarebbe potuta essere la sua ultima, e questo la Vespa non poteva permetterlo. Rivedeva molto di se stessa in quella ragazza, forse qualcosa di umano era rimasto in quell'alveare antropomorfo, tanto da spingere la donna a prendere la ragazza in carico e addestrarla. Evento fino a quel momento mai accaduto.

    Dopo appena una ventina di alberi, e altrettanti fallimenti, Murasaki prese a urlare e scalpitare, accasciandosi a terra in preda all'isteria. Chiaramente non era abituata a uno sforzo mentale, più che fisico. La sua volontà era ancora acerba, e probabilmente non aveva mai dovuto combattere per ottenere qualcosa. Doveva avere una dimostrazione.
    Dopo averla oltrepassata, Oboro si fermò per un attimo, dando le spalle alla ragazza, quindi tornò indietro senza dire una parola. Si fermò davanti all'albero che per ultimo la giovane aveva provato a scalare, quindi praticamente davanti a lei, e si tolse uno dei guanti neri che portava.
    Murasaki avrebbe visto una pelle molto, molto strana. Era giallastra, grinzosa, aveva lo stesso aspetto di una ustione diffusa su tutta la pelle, anche se il colorito non corrispondeva a quello di una bruciatura. Sembrava quasi che la mano fosse marcita dall'interno e che si fosse svuotata delle sue strutture fondamentali. Il colorito giallastro era così chiaro da poter vedere quasi l'interno dell'arto, come fosse più un bozzolo, che la mano di una persona.
    Oboro piegò leggermente le ginocchia, e saltò sul posto di circa 3 metri, per raggiungere il primo ramo disponibile, nemmeno troppo robusto.
    La donna arrivò a contatto con il ramo con il polpastrello dell'indice destro, che aveva appena liberato dal guanto, e quando l'inerzia venne sconfitta e la donna cominciò a scendere nuovamente, restò attaccata a suddetto ramo con l'ausilio del solo polpastrello, che si portò dietro il ramo fino a quasi spezzarlo sotto il peso del corpo della donna.

    Questo però non avvenne, nel giro di qualche secondo, il ramo assorbì il peso e tornò in posizione naturale, con Oboro attaccata sotto di esso, con l'impronta di un dito che si era incollata al ramo come fossero una cosa sola. Restando lì, immobile, senza dire una parola, con un braccio disteso lungo il corpo, e uno sollevato per restare attaccata, appena smossa dal vento. Sembrava un'alveare, più che una persona.
    Quindi improvvisamente la presa terminò e la donna tornò a terra, inserendo nuovamente la mano giallastra dentro al guanto che prima la conteneva.
    Per la prima volta dalla scenata di Murasaki, la donna insetto le parlò, non per darle un ordine, ma un consiglio molto accorato.

    Ti sei lasciata sconfiggere da un albero. Torna a casa, questa vita non fa per te. Proseguendo per questa strada affronterai scelte peggiori di questa.

    La voce stridula risuonava nelle orecchie della ragazza, mentre Oboro, con la mano destra cingeva la maschera che da sempre l'aveva contraddistinta.
    Un "click" preannunciò il distacco della copertura, e quando la mano destra calò fino al bacino assieme alla maschera che teneva, Murasaki avrebbe potuto vedere il volto della donna.



    Forse non era la maschera a produrre quella voce stridula. Murasaki avrebbe potuto posare gli occhi su qualcosa di orripilante. Simile a nessuna strana pratica ninja presente nel villaggio, il volto della donna era completamente sfigurato, privo di qualunque traccia pilifera, la pelle era completamente gialla, esattamente come la mano che aveva visto poco prima, ma a differenza della mano, la pelle del volto era di un giallo spento, quasi color ocra, piena di cicatrici e forme particolari, come se la donna avesse immerso la testa in una vasca di acido ma in qualche modo la pelle fosse tornata liscia. Nuovamente sembrava che qualunque cosa fosse successa, fosse avvenuta all'interno del corpo. Gli occhi poi, erano vitrei, di un giallo cadavere terrificante, con due punte nere come spilli al loro interno. Sembrava più il volto di un insetto che quello di una donna.

    Non sei adatta a questa vita, torna a casa...

    Concluse Oboro, prima di rimettere la maschera, voltarsi, e partire nuovamente a passo lento verso Otafuku.

     
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    Punti di Vista


    IV



    Stava ancora fissando il terreno con gli occhi pieni di lacrime, quando percepì Oboro fermarsi di fronte a lei. Si aspettava un rimprovero, una constatazione dell'inutilità della sua scenata. Invece la donna si limitò a rimanere ferma e in silenzio. Dopo qualche secondo, che a Murasaki parve eterno, l'ANBU si mosse in direzione dell'albero che la ragazza aveva appena provato a scalare. Murasaki la seguì con lo sguardo, e per un secondo - quando Oboro si tolse il guanto così da mostrare per la prima volta qualche centimetro di pelle - le parve di vedere un riflesso giallastro scaturire dalla mano della donna. Equamente incuriosita e spaventata, la ragazza osservò in silenzio mentre la kunoichi più esperta si cimentava in una dimostrazione pratica dell'esercizio che sarebbe dovuto toccare a lei replicare, ma che nella realtà era terminato con una imbarazzante scenata di nervi.

    Io... Mi deve scusare per il mio comportamento. Non accadrà più. È che a volte sono proprio una...

    Una bambina. Murasaki, sei ancora una bambina.

    Sua madre aveva teneramente preso le sue piccole mani nelle proprie.

    Sei così dolce e innocente, bambina mia.

    Le sue parole erano risuonate dolci come il miele nelle orecchie di Murasaki. Eppure, ricordava bene che quando aveva focalizzato l'attenzione sugli occhi della madre, vi aveva scorto solo tristezza.

    Il giorno in cui sei nata, tutto il clan si è riunito per festeggiare la sua nuova principessa. Hanno appeso festoni e bruciato incensi. Giorno e notte hanno festeggiato e sono venuti a congratularsi con noi. Ma io non riuscivo a smettere di guardarti, Murasaki. E come adesso, vedevo solo una bambina.
    Madre...

    Non aveva saputo cosa rispondere. Era rimasta immobile di fronte al dolore del genitore. Se da una parte il suo animo le aveva suggerito di consolare la madre, dall'altra il suo essere figlia l'aveva relegata ad un ruolo di protetta, non di protettrice.

    Eppure, il tuo destino era già chiaro, piccola mia. Ancora prima che venissi al mondo, così come lo era quello di tua sorella. Col tempo capirai quanto il nome Hyuga sia una benedizione e una maledizione allo stesso tempo. Il tuo destino, Murasaki, sarà quello di guidare. Quando io e tuo padre non ci saremo più, gli anziani ti convocheranno e sarai tu a doverti assumere la responsabilità di questa famiglia, di queste persone.

    Poi, una lacrima silenziosa aveva solcato la bianca guancia della madre. Murasaki aveva percepito il suo dolore, quasi fosse stata una coltellata tangibile al petto. Di rimando, anche i suoi occhi si erano inumiditi.

    Ma non sei pronta, amore mio. Tuttavia, dovrai esserlo. Temo quali sofferenze dovrai sopportare, quali perdite ti segneranno, quali orrori questi tuoi occhi dovranno vedere. Ma solo allora sarai pronta. Quando le tue spalle rischieranno di spezzarsi sotto il peso delle responsabilità, quando non avrai altra scelta che guidare, solo allora principessa mia tu non sarai più una...


    Bambina.

    La donna terminò il suo lento dondolio, interrompendo il flusso di chakra che l'aveva resa un tutt'uno con l'albero. Poi, finalmente, le rivolse la parola.

    Ti sei lasciata sconfiggere da un albero. Torna a casa, questa vita non fa per te. Proseguendo per questa strada affronterai scelte peggiori di questa.

    Poi, accadde qualcosa che Murasaki non avrebbe mai potuto prevedere. La donna portò lentamente la mano al viso, e lì si liberò della maschera. La giovane Hyuga si era più volte chiesta quale fosse la motivazione che spingeva la shinobi a portare quel travestimento anche nei momenti di tranquillità, ma aveva sempre imputato questo suo atteggiamento al voler mantenere un certo alone di segretezza.

    Oboro-san, cosa...?

    Quando per la prima volta incontrò lo sguardo della maestra, fu come se mille spilli le stessero trafiggendo gli occhi. Per tutta la vita aveva ritenuto che il suo sguardo risultasse inquietante agli altri, così bianco, asettico e distante. Tuttavia, quelle due sfere vitree animate solo da due nervosi puntini neri, le parvero il paio di occhi più spaventosi che avesse mai visto. Solo in un secondo momento lo sguardo le cadde sulla distesa di pelle gialla che ricopriva il volto della donna - se così poteva ancora chiamarla - che le si parava di fronte. Un senso di paura e orrore viscerale la colse, e d'istinto si alzò, compiendo un paio di passi indietro. Vi era qualcosa di ancestralmente sbagliato nella figura di fronte a lei, e l'urgenza di fuggire era l'unica cosa che il suo cervello pareva trasmetterle. Tuttavia, si impose di rimanere lì, ferma. Di non distogliere lo sguardo.

    Cosa le è successo? È stato durante...?

    Una missione? Una guerra? Oppure era nata così, vano tentativo della natura di evolvere? O forse ancora, quale folle esperimento di qualche scienziato pazzo? Nei suoi studi, Murasaki aveva di sovente incontrato resoconti riguardo a mutazioni genetiche forzate ed esperimenti al limite del credibile.

    Non sei adatta a questa vita, torna a casa...

    Poi Oboro parlò di nuovo, e parve a Murasaki di riuscire quasi a sentire nella sua voce stridula una note triste, lontana.

    Lo stesso tono di mia madre, quel giorno.

    Dal momento in cui aveva preso a sbraitare, aveva avuto ben chiara quale sarebbe stata la reazione della sua maestra. Sapeva che aveva tradito qualsiasi aspettativa - anche minima - che la donna aveva nutrito nei suoi confronti prima di quell'incontro. E ora, toccava a lei ricostruire quella fiducia, albero dopo albero, caduta dopo caduta.

    Aspetti! Io, non tornerò indietro. Anche a costo di doverla inseguire, anche se lei dovesse ignorarmi per tutto il tempo.

    Trotterellò al suo fianco, raggiungendola in pochi secondi. Esserne così in prossimità, dopo aver visto la situazione in cui il suo corpo versava, le incuteva un nuovo timore. Tuttavia, quanto più quelle cicatrici avevano segnato il suo volto e il suo corpo, tanto più Murasaki riteneva che la donna avesse da insegnarle. Le parole di sua madre parevano rieccheggiarle in testa, più attuali che mai in quel momento. Avrebbe dovuto aver paura, avrebbe dovuto scappare, lontano da lì, lontano da lei. Eppure le sue gambe parevano muoversi da sole.

    Lo so, il mio atteggiamento è stato infantile. Ho ancora molto da imparare, questi non sono che i miei primi passi nel mondo dei ninja. Sono consapevole che il mio non è l'atteggiamento giusto da assumere di fronte al fallimento, e le prometto qui e ora che non accadrà più. Per quanto io possa non credermi all'altezza, ci sono persone che non posso deludere.

    La ragazza inspirò, mantenendo lo stesso passo della donna più grande.

    Ho un dovere verso il mio clan, che si aspetta che io ne diventi la guida. Ho delle persone da proteggere, che a lungo andare non potranno contare su altri che non sia io. Non da ultimo, ho un dovere verso me stessa, il più imprescindibile: ho il dovere di coltivare quelle abilità che mi sono state trasmesse, e di diventare la versione migliore possibile di me stessa.

    Chiuse i pugni, esibendosi persino in un mezzo sorriso.

    Per cui, maestra, la prego di dimenticare il mio atteggiamento di prima. Certo, non posso nasconderle che preferirei una spiegazione dettagliata su come scalare questi alberi. Tuttavia, se ritiene che questo sia il metodo migliore, mi fido di lei. Arriverò a Otafuku, sulle mie gambe o strisciando. È una promessa.

    Così disse, aumentando poi il passo. Arrivò all'albero successivo che era oramai di corsa. Come le precedenti venticinque volte, chiuse gli occhi e congiunse le mani, andando alla ricerca di una profonda concentrazione. Tuttavia, stavolta, la prima immagine a balenare nella sua mente non fu quella del solito chakra azzurrino. Al suo posto, vide materializzarsi la scena di qualche minuto fa. Oboro dondolava, lentamente, appesa al ramo con un solo dito. C'era in quella scena un dettaglio, tanto evidente da sfuggirle. Poi, focalizzò: la donna aveva utilizzato un solo polpastrello per tenersi ancorata all'albero. Questo poteva voler dire solo una cosa: la riuscita della cosa non dipendeva dalla forma che di per sé veniva data al chakra, piuttosto alla sua natura. Doveva renderlo adesivo, appiccicoso e colloso, per poi aggiustarne lo spessore.

    È il momento di riprovare.

    Inspirò, mentre un tremito d'ansia la scuoteva intimamente. Aveva promesso a Oboro e a sé stessa che non si sarebbe più fatta intimidire dal fallimento. Ma trovarsi lì, di fronte all'inerzia di quell'albero secolare, rischiava di ritrascinarla nello sconforto. Cercò di concentrarsi sul dolore pungente che il chakra le procurava alle gambe, scorrendo lento e viscoso. Se prima questo l'aveva portata sulla strada della deconcentrazione e della sconfitta, aveva ora deciso di assaporarne ogni sfumatura, ogni momento. Era il dolore, lo sforzo, che portavano al miglioramento e alla crescita. Le parole di sua madre di qualche tempo prima e le cicatrici di Oboro ne erano una conferma. Quando il chakra si fu accumulato alla pianta dei piedi, Murasaki si occupò di percepirne dapprima la natura. Era fluido, scorrevole, scivoloso come acqua. Il suo obbiettivo era quello di renderlo come colla, così si concentrò su quell'immagine mentale.

    Questo deve essere il mio ultimo tentativo.

    Tutto parve fermarsi quando mosse il primo passo. Poi un altro. Poi un altro ancora. Poteva percepire la viscosità del chakra ai suoi piedi, e come esso riuscisse a stabilire un punto di contatto e ancoraggio tra lei e l'immobile albero. Prima che se ne rendesse conto, era arrivata circa a metà tronco. Stava per mettersi ad esultare, quando la momentanea perdita di concentrazione le fece perdere l'equilibrio, costringendola ad un atterraggio di emergenza.

    Oboro-san, come promesso. Questo era l'albero giusto.

    Avrebbe sorriso, per la prima volta in quella giornata non di nervosismo. Che la sua maestra lo vedesse come un successo o meno, l'aver compiuto quella decina di passi pareva a Murasaki come il più grande e più difficile successo della sua breve vita.


    Edited by Filira - 7/6/2018, 19:25
     
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    La fogna di Konoha


    [5]



    Il risultato di una tortura. Avrebbe tagliato corto Oboro prima di rimettere la maschera e proseguire verso la sua strada. Non le avrebbe detto la verità, sempre ammesso che quella frase, in qualche modo non fosse verità a sua volta. In fin dei conti, era stata vittima di un esperimento che avrebbe potuto ucciderla, o peggio, renderla quella che era al momento, semplicemente per la curiosità del suo Kage. Da qualche parte forse, nei meandri di ciò che restava della donna che un tempo era Oboro, covava un forte odio verso ciò che l'aveva resa quello che era oggi.
    Avrebbe voluto dire a Murasaki che lei non era il suo clan, che loro non l'avevano creata e che lei non doveva loro niente, ma non disse nient'altro. Era la prima volta che aveva un'allieva per le mani, e probabilmente sarebbe stata l'ultima. In ogni caso, quando la ragazza provò nuovamente l'esercizio, riuscì con successo a svolgerlo, anche se con un'esecuzione grezza. Prima che lei atterrasse malamente, una nuvola di insetti proveniente da sotto il mantello di Oboro, intercettò la ragazza, facendola atterrare su di essa, e portandola, fluttuando, verso Otafuku, appena dietro Oboro. Murasaki avrebbe potuto approfittare del "passaggio" per riposarsi e recuperare chakra; dopotutto il viaggio sarebbe durato ancora un po'.

    [...]

    Quando finalmente giunsero a Otafuku, la giovane Hyuga avrebbe potuto finalmente rendersi conto perchè Oboro disprezzava quella città. Era molto più piccola del villaggio della Foglia, ma decisamente molto più densamente popolata. Sorgeva sulle due rive del fiume che attraversava il Paese del Fuoco e arrivava al mare. La periferia era tappezzata di edifici industriali mentre nel centro sorgevano decine di baracche di pescatori e attracchi sul fiume, per le varie barcacce, inoltre per risparmiare spazio, erano state costruite tantissime abitazioni di vari piani, compresse tra loro per ospitare il massimo numero di persone. Murasaki aveva probabilmente studiato la storia di quell'insediamento; era sorto dopo la grande guerra, per risollevare l'economia del villaggio della Foglia, e per fornire una produzione ittica di rilievo più vicina al villaggio rispetto al mare, dal momento che durante la guerra, gran parte delle coltivazioni erano andate distrutte, e la gente moriva letteralmente di fame. La zona industriale invece aveva rifornito le casse dell'Accademia per i decenni successivi al conflitto. Si trattava quindi di un insediamento-dormitorio con il posto di lavoro direttamente sotto casa. La feccia del paese del fuoco, era in gran parte compressa a Otafuku, proprio per i motivi appena elencati.

    [...]

    All'entrata della città, Oboro fornì a Murasaki ulteriori informazioni riguardo le persone che stavano cercando. Si sarebbero divise e avrebbero cercato di localizzare i ninja in questione, chiedendo nelle locande, nei negozi, e presso quel poco di forza di controllo presente nella città. Non perchè la polizia non fosse presente, ma perchè era insufficiente a tenere d'occhio tutta la criminalità che scorreva tra i vicoli di Otafuku.

    Stiamo cercando due uomini e una donna. Tutti genin. Tra i 20 e i 30 anni, sono arrivati tutti e tre assieme a Otafuku, di questo ho la certezza.

    Quindi la chunin avrebbe passato alla ragazza le informazioni riguardo le loro generalità e la loro descrizione fisica in modo da poter chiedere in giro con maggiore precisione. Se fossero stati ancora vivi, forse nella città avrebbero potuto ottenere qualcosa su cui lavorare.


     
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    V



    Aveva passato tutta la mattinata a cercare di estorcere informazioni ai vari negozianti e loschi abitanti di Otafuku. Quanto più, però, la ragazza cercava di dimostrarsi gentile e affabile con loro, tanto più essi parevano volersi rinchiudere nel loro spesso guscio di omertà. Possibile che in città nessuno avesse visto tre genin della Foglia, con tanto di coprifronte e parafernali tipici dei ninja di Konoha?

    È proprio come aveva detto Oboro, questo posto è pieno di persone mosse da paura ed egoismo.

    In tale ambiente, anche l'aspetto della Hyuga non pareva aiutarla. Ogni qualvolta i suoi interlocutori incontravano i suoi occhi bianchi, la sua palese appartenenza ad uno dei clan più antichi e nobili del paese del fuoco diveniva chiara, portandoli ad insospettirsi ancora di più riguardo la sua presenza in quelle zone così laboriose e al contempo malfamate.

    Mantenendo quest'aspetto, non combinerò mai nulla, devo trovare un posto appartato in cui nascondermi per un momento...

    Trovò rapidamente un antro deserto di una viuzza poco frequentata, e lì praticò la sua trasformazione.Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra (1)
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da studente in su]
    Fu questione di secondi, poi da una nuvola di fumo bianco emerse una figura del tutto diversa dall'esile kunoichi della Foglia: una donna di circa trent'anni, dagli occhi e carnagione scura, segnata da anni di duro lavoro su diverse imbarcazioni da pesca. Il volto era segnato da una lunga ferita appena rimarginatasi, che lo tagliava in diagonale. Uscì a passo svelto dalla stradina, mescolandosi facilmente al resto dell'indaffarata popolazione di Otafuku.

    [...]

    Rigirò lentamente il bicchiere che le stava di fronte, cercando di non apparire infastidita dall'odore pungente che il liquore in esso contenuto emanava. Intorno a lei, il vociare che riempiva l'angusto bar in cui era entrata qualche decina di minuti prima era quasi assordante. Dovette piegarsi in avanti per capire quello che il barista stava cercando di dirle.

    Allora, tesoro, hai deciso di farlo fermentare ancora di più?

    Murasaki guardò prima il bicchiere, poi l'uomo sulla cinquantina di fronte a lei

    No, è solo che...

    Si guardò intorno con fare circospetto

    Sto aspettando qualcuno, ma è parecchio in ritardo.
    E chi sarebbe questo qualcuno? Uno spasimante?

    L'uomo si mise a pulire dei bicchieri con uno straccio nero e ammuffito. Istintivamente, Murasaki lasciò la presa sul proprio drink.

    Quello che mi ha fatto questo

    Disse, indicando il taglio sul suo viso.

    Anzi, quelli. Dannati ninja. Sai, io ho avuto una vita semplice, sono nata e cresciuta su una barca. Poi, un giorno giù alla pescheria Tanaka, arrivano questi e che fanno? Attaccano briga. Proprio con una come me, mai niente ho fatto io per meritare una cosa del genere.

    L'uomo di fronte a lei annuì brevemente, versandole un altro drink, nonostante quello di prima giacesse ancora lì, intonso.

    Lascia che ti dica una cosa, bellezza. Qui la gente è stufa di tutti questi bellimbusti che si aggirano per la nostra città. Arrivano con i loro cerchietti luccicanti e le loro spade da femminucce, e pensano di aver potere su di noi. Ma prima o poi il popolo si ribellerà, e allora sì che se ne pentiranno. Se ne pentiranno, ti dico io!

    Pareva che un altro paio di avventori del locale avessero udito la loro piccola discussione, perché si avvicinarono alla donna e al titolare, sedendosi e ordinando da bere.

    Mio angelo, chi è che ha osato sfregiare questo bel visino?

    Murasaki poteva sentire il fetido alito del suo nuovo vicino scaldarle la pelle, tanto le si era avvicinato. Poi, cercò di accarezzarle il viso. La ragazza si mosse rapidamente, afferrando il polso dell'uomo a mezz'aria.

    Non provare nemmeno a toccarmi. Se pensi che sia sopravvissuta in mare per vent'anni lasciando che viscidi come te avessero la meglio, ti sbagli di grosso.
    Oooh, la ragazza qui è una lottatrice Kuro!

    Il polso dell'uomo aveva cominciato a scricchiolare pericolosamente, quando Murasaki allentò la presa, lasciando il viscido libero di indietreggiare.

    Mi piaci, ragazzina.

    Disse l'altro uomo, prendendo uno dei due drink di fronte a lei e bevendolo.

    Allora dimmi, chi stai cercando? Chi è che ha osato deturpare il viso di questa... Principessa?

    Murasaki ebbe un sussulto. La voce vellutata dell'uomo si era davvero soffermata su quell'ultima parola, o era stata solo una sua suggestione? Possibile che avesse capito l'identità della Hyuga?

    Tre ninja di Konoha. Due uomini, una donna. Tutti con coprifronte identificativo. Secondo le mie ricerche, l'ultima volta sono stati avvistati qui due settimane fa. Quindi, li sto aspettando.

    Disse, prendendo il drink rimasto e buttandolo giù tutto d'un fiato. L'alcool parve bruciarle la gola quando lo inghiottì, ma la ragazza cercò di non tossire.

    Ninja della Foglia, un paio di settimane fa dici? Ah, ragazzina, questo dev'essere il tuo giorno fortunato. Stavamo proprio parlando con Kuro, qui, un nostro... associato, diciamo, ha avuto il piacere di incontrare la piccola squadra che cerchi quattro giorni fa, all'uscita della città. Sembravano malmessi, ma non in pericolo di vita. Uno dei due continuava a blaterare qualcosa su una certa Kayato. Ah, sì, solo i due uomini sono stati avvistati.

    Murasaki si alzò, lasciando qualche ryo sul banco per il barista.

    Grazie, li cercherò ai confini della città, allora.
    Sì, porta est per la precisione.

    L'uomo la guardò un secondo inclinando appena la testa verso destra.

    Ma stai attenta, ragazzina. Cose terribili accadono alle principesse che si aggirano per Otafuku facendo troppe domande.

    Alzò il bicchiere verso di lei, in segno di saluto. Poi bevve tutto d'un sorso. In un secondo, Murasaki fu di nuovo fuori, all'aria aperta. Il battito accelerato dovuto all'ansia le fece girare la testa, i rumori e i colori di sottofondo parevano bombardarla da ogni lato. Appoggiò la schiena al muro di una casa, cercando di riacquistare la calma.

    È impossibile che sappia chi sono, ho controllato più volte che nessuno mi avesse seguita. Ma allora...?

    Allora possibile che quell'uomo l'avesse apostrofata in tal modo solo per una fortuita coincidenza? Scosse il capo, cercando di riprendersi. Ora doveva trovare Oboro, e raccontarle quanto aveva scoperto. Riprese a camminare, nonostante le gambe le tremassero appena.

    [...]

    Questo è quanto. Quattro giorni fa i due genin uomini sono stati avvistati alle porte est della città, in condizioni non critiche, ma di sicuro feriti. Uno dei due continuava a ripetere il nome di una donna, Kayato. Da lì, nessun avvistamento.

    Murasaki guardò Oboro, ancora attraverso gli occhi della donna della cicatrice. Non aveva sciolto la tecnica della trasformazione. Finché fossero rimaste ad Otafuku, la ragazza non avrebbe più mostrato il suo vero aspetto. Nella sua mente, le parole dell'uomo del bar continuavano a rimbombare, minacciose.

    Cose terribili accadono alle principesse che si aggirano per Otafuku facendo troppe domande.


    Chakra: 19/20
    Vitalità: 10/10
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 175
    Velocità:  225
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Tecnica della Trasformazione
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 5
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Fukibari × 3
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Kunai × 5
    • Bende Rinforzate × 2
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Cartabomba I × 2
    • Fumogeno × 2
    • Wakizashi × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Sonagli [x5] × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Accendino × 1

    Note
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    La Fogna di Konoha


    [6]



    Quando le due donne si ritrovarono, Murasaki aveva avuto molta più fortuna di Oboro, in quanto la donna insetto, sebbene avesse avuto molte informazioni, erano decisamente più vaghe di quelle ottenute dalla ragazza. Al punto da far alzare un sopracciglio all'Aburame, se il suo volto fosse stato visibile e non nascosto dalla maschera.

    Sono stupefatta. Ottimo lavoro. Tutto questo nel giro di così poco? Non è un risultato da poco, specialmente se questa è la tua prima volta nella ricerca di informazioni.

    Quindi rimase in silenzio per alcuni istanti, grattandosi il mento e riflettendo. Non avevano molte informazioni su quello che era accaduto al gruppo, ma sapevano che il gruppo non era più integro, dato che come avrebbe presto rivelato Oboro, la ragazza che faceva parte del gruppo, era proprio la Kayato in questione.

    Kayato. Si è lei la genin che faceva parte del gruppo. Se gli altri due la cercavano ed erano feriti, la cosa non si mette bene, potrebbero essere caduti in una imboscata e lei potrebbe essere stata rapita, oppure potrebbe essere rimasta indietro per permettere la fuga degli altri due, in entrambi i casi, data la loro missioni, non avrebbero dovuto trovare imprevisti di questa entità, così vicini a Konoha. Alla porta est non c'è un bel niente, solo foresta per centinaia di km fino alla costa, se si sono avventurati in quella direzione, ho paura che ormai le tracce siano scomparse, ma per ora non abbiamo altro.

    Quindi fece cenno alla ragazza di seguirla, assieme avrebbero perlustrato il sentiero che da Otafuku si inoltrava verso Est. Murasaki si era comunque ben guardata dal riferire a Oboro la sua preoccupazione, e la sua caposquadra non aveva rilevato in lei modifiche al suo stato d'animo, quell'incontro avrebbe potuto nuocere al loro compito ?

    [...]

    Dopo circa una mezzora di cammino verso Est, avevano battuto solo poca distanza. Il passo era stato lento, alla ricerca di tracce di qualunque tipo, fino a che, ad un certo punto, Oboro venne allarmata da un dettaglio, al lato della strada, cosa che la fece fermare improvvisamente. Si rivolse a Murasaki.

    Guarda lì. Qualcosa è uscito dalla boscaglia in quel punto e si è immesso sul sentiero, verso di noi. I rami sono spezzati in questa direzione, ci sono tracce di sangue sulle foglie e sono sicura ne troveremo a terra. Le tracce sono troppo in alto per essere di un animale, qualcuno stava scappando dal bosco, in direzione della città. Non sono negli Inseguitori, ma probabilmente le tracce sono vecchie di alcuni giorni. Potrebbe essere una pista.

    L'Aburame invitò Murasaki a seguirla nella boscaglia, inserendosi proprio nella zona dove erano presenti le tracce, che si estendevano per un centinaio di metri, fino a quella che sembrava la baita di un guardaboschi. Una casa in legno piuttosto elaborata, con le finestre e le porte chiuse, con all'esterno gli spellatoi per le bestie e gli arazzi dove attaccare le prede.

    Le tracce sembrano condurre lì dentro. Dobbiamo introdurci. Illustra il piano d'azione.


     
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    VI



    Durante il breve tragitto, Murasaki era stata insolitamente taciturna. Una volta fuori dalla cittadina, la genin aveva rilasciato la tecnica della trasformazione, tornando al suo regolare aspetto. Tuttavia, nemmeno l'essersi allontanate da Otafuku aveva reso la Hyuga più tranquilla. Continuava a voltarsi, cercando nelle ombre degli alberi il volto dell'uomo del bar. Non aveva proferito parola dell'accaduto con Oboro, era certa che la stoica anbu avrebbe considerato veniali tali preoccupazioni.

    Eppure, se dovessero averci seguite...

    Per l'ennesima volta Murasaki si guardò intorno, all'erta. Fu proprio in quel momento che la sua compagna di viaggio si fermò, richiamando la sua attenzione. Che i timori della genin si fossero avverati?

    Guarda lì. Qualcosa è uscito dalla boscaglia in quel punto e si è immesso sul sentiero, verso di noi. I rami sono spezzati in questa direzione, ci sono tracce di sangue sulle foglie e sono sicura ne troveremo a terra. Le tracce sono troppo in alto per essere di un animale, qualcuno stava scappando dal bosco, in direzione della città. Non sono negli Inseguitori, ma probabilmente le tracce sono vecchie di alcuni giorni. Potrebbe essere una pista.

    Murasaki guardò in alto, focalizzando l'attenzione sul fogliame smosso.

    Sì, il sangue non sembra fresco, parrebbe quasi rappreso.
    Almeno posso essere sicura che non si tratti dei tipi loschi del bar. Non sembravano certamente feriti.

    Camminarono per un centinaio di metri nel bosco, seguendo la scia lasciata da chissà chi. Dopo qualche minuto, all'orizzonte comparve una costruzione di dimensioni modeste, composta da un edificio principale con annesso baracchino. Ad uno sguardo più attento, si rivelò essere un qualche edificio in uso ad un frequentatore abituale della foresta. Il baracchino, infatti, pareva essere uno spellatoio.

    Le tracce sembrano condurre lì dentro. Dobbiamo introdurci. Illustra il piano d'azione

    Murasaki aggrottò le sopracciglia, scandagliando attentamente la casa con lo sguardo.

    Finestre e porte chiuse, se vogliamo mantenere un vantaggio e non farci scoprire, è da escludere la possibilità di sfondarne una ed entrare. Potremmo verificare la presenza di un passaggio interno che colleghi l'edificio secondario a quello principale, ma suppongo che in caso anche questo sarà chiuso.

    Pensò alla struttura, e alla tipologia di attività che vi si poteva svolgere all'interno.

    L'edificio secondario pare essere uno spellatoio, dobbiamo presumere che i proprietari si occupino personalmente di procacciarsi il cibo. Una volta spellato, l'animale dovrà pur essere cotto...

    Guardò Oboro, o per meglio dire la sua maschera.

    Dobbiamo cercare ed individuare un camino. Sono sicura che ve ne sia uno, deve esserci.

    Fece una pausa, di solo qualche secondo.

    Poi ci caliamo. D'altronde, oramai dovrei sapere utilizzare il chakra adesivo, no?

    Sorrise appena, cercando di smorzare la tensione. Sperava che Oboro approvasse il suo piano, ma soprattutto che quella casa non riservasse loro spiacevoli sorprese.
     
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    [7]



    Il piano di Murasaki prevedeva di entrare nell'abitazione passando dal camino, che effettivamente era presente. L'analisi della ragazza probabilmente era corretta; se davvero si trattava del rifugio di un cacciatore, era plausibile la presenza di materiali all'interno per il trattamento delle pelli. Oboro ebbe da aggiungere molto poco in realtà.

    Prima di entrare servirebbe analizzare meglio la situazione, ma suppongo non ci sia molto altro da fare. Entrerò prima io, appena riceverai il segnale, potrai entrare.

    Su questo, l'anbu sarebbe stata drastica. Non avrebbe fatto entrare la ragazza senza prima un sopralluogo, non era chiaro da cosa fossero fuggiti i loro compatrioti, e qualunque cosa fosse, probabilmente si trovava dentro quella casupola, o almeno aveva avuto a che farci. Il piano era semplice, Murasaki si sarebbe avvicinata alla casa, e Oboro sarebbe entrata dal camino. Una volta dentro avrebbe segnalato alla ragazza di entrare, aprendo una finestra, o la porta, dopo aver garantito la sicurezza di entrambe le kunoichi.

    Pochi istanti dopo, Oboro stava terminando la discesa dal camino, mentre Murasaki si sarebbe trovata praticamente nei pressi della dimora. Passarono pochi istanti, durante i quali Murasaki non avrebbe udito o percepito nulla dall'interno della dimora.
    Poi la casupola sarebbe esplosa.

    [...]

    L'onda d'urto, seguita dalle fiamme, avrebbe sbalzato via Murasaki e tutto ciò che non era stato fissato al terreno. Parte dei muri, degli infissi, e il tetto, vennero praticamente obliterati. Il colpo avrebbe investito la ragazza improvvisamente, e con forza brutale. [Pot 80][Stat 100]. Se Murasaki avesse perso i sensi, nessuno l'avrebbe disturbata per ore, fino a che non si fosse ripresa. In ogni caso, quando e se si fosse avvicinata a ciò che restava della dimora ormai cancellata dalla faccia della terra, non avrebbe trovato traccia di Oboro. Molto probabilmente era stata obliterata dall'esplosione.

    Sola, probabilmente ferita, e senza una pista da seguire, la giornata di Murasaki si prospettava peggiore del previsto. Restare lì non sarebbe servito a nulla. Nessuno sarebbe giunto, e dentro la casupola ogni possibilità di trovare informazioni era del tutto andata in fumo.
    Tutto però non era forse perduto. A Otafuku, Murasaki aveva avuto un incontro particolare, un individuo, in una taverna, che aveva dimostrato di essere....strano. Che avesse riconosciuto la ragazza, o sapesse più di quanto volesse far credere, non era chiaro, qualcosa in Murasaki però, avrebbe spinto la ragazza a non eliminare completamente la possibilità.

    Infatti, se prima o poi si fosse recata in quello stesso luogo e avesse chiesto dell'uomo, sarebbe stata invitata a restare e ad attenderlo, cosa che non avrebbe richiesto molto tempo. Nel giro di una ventina di minuti, lo stesso individuo, accompagnato dallo stesso spalleggiatore dell'ultima volta, avrebbe fatto il suo ingresso nel bar, invitando Murasaki al suo tavolo, lontani dagli sguardi di altri individui, mentre la sua "guardia del corpo" avrebbe piantonato la porta per tutto il tempo.

    - Sentiamo, principessa, cosa ti porta di nuovo...a bere? -

     
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    VII


    Si trovò a fluttuare nel nulla. Intorno a lei, un'intensa luce bianca riempiva lo spazio infinito, estendendosi in ogni direzione. Il suo corpo era al contempo leggero e pesante, compatto e in pezzi. Era ovunque e da nessuna parte. Poi, un un'eco lontana sembrò chiamare il suo nome.

    Quando finalmente Murasaki aprì gli occhi, la prima cosa che vide furono le fronde degli alberi, attraverso cui filtrava qualche timido raggio di luce. Eppure, qualcosa in quella visione idilliaca le parve estremamente sbagliato. Dopo qualche secondo, si accorse che non udiva alcun suono. Quando provò ad alzare la testa, un dolore lancinante le percorse la spina dorsale. Fu quel dolore ad innescare la sequela di ricordi di ciò che era successo.

    Oboro era appena scomparsa all'interno del camino, e la Hyuga si era avvicinata alla casa. Non era passata che una manciata di secondi, poi la piccola radura si era riempita di una luce intensa, accompagnata da un forte boato. Murasaki aveva fatto appena in tempo a portare le braccia di fronte al petto e a concentrare un'ingente quantità di chakra nella parte frontale del corpo. Era atterrata malamente contro un albero, perdendo poi subito conoscenza.

    Non sapeva per quante ore fosse rimasta svenuta, alla mercé degli eventi. A fatica si mise in posizione seduta, mentre un fastidioso ronzio le riempiva le orecchie, impedendole di percepire alcun suono. Nella sua mente, un solo nome continuava a ripetersi.

    Oboro

    Si alzò, andando contro ad ogni indicazione che i suoi muscoli parevano darle. A fatica si trascinò verso ciò che rimaneva della casupola, di fronte a lei solo polvere e macerie. Della sua maestra non vi era alcuna traccia. Guardò in basso, attirata da un dolore intenso alla gamba; vi trovò conficcata una lunga scheggia di legno. Sospirò, sentendo il mondo crollarle lentamente intorno.

    [...]

    Dopo averConoscenza Medica (Base) [1]
    Conoscenza: L'utilizzatore può diagnosticare e trattare gli Status Leggeri; richiedono 3 slot azione/tecnica per eliminarli. Può eseguire interventi di pronto soccorso e medicare le ferite: l'entità della ferita medicata si ridurrà di ½ leggera ogni giorno. Possiede inoltre conoscenze anatomiche di base, potendo individuare con sicurezza la posizione degli organi interni, dei vasi e delle ossa.
    [Da genin in su]
    medicato Kit di Primo Soccorso [Vario]
    Si tratta di un set di accessori medici, ad uso unico dei ninja medici. Può essere utilizzato per 10 medicazioni. Richiede le Conoscenze Mediche Base.
    Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 50)
    [Da genin in su]
    la ferita, Murasaki si era diretta nuovamente in direzione di Otafuku. Aveva tentennato parecchio prima di lasciare quella che era stata la casa del guardaboschi, ma alla fine l'ineluttabile verità che Oboro non sarebbe ricomparsa si era resa palese, e la ragazza si era vista costretta a tornare sui propri passi. A costo di perlustrare ogni centimetro della cittadina, avrebbe trovato i responsabili dell'accaduto. E aveva anche già una vaga idea di chi potessero essere.

    Non posso entrare così in città, si ripeterebbe la stessa situazione di stamattina.

    Unì le mani, e in un secondo al suo posto comparveTecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra (1)
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da studente in su]
    di nuovo la donna mulatta in cui si era trasformata qualche ora prima. Zoppicando, si diresse verso il centro della città.

    [...]

    Quando entrò nel bar, il cameriere dietro il bancone la riconobbe istantaneamente. Le fece segno di avvicinarsi, con aria festosa.

    Ehi bambina, che brutta cera che ti ritrovi. Cosa posso offrirti?

    Murasaki guardò l'uomo, poi inclinò la testa leggermente.

    Voglio i due uomini di stamattina, qui. Al più presto. So che avrai modo di contattarli.

    Il barista di fece serio, squadrando la giovane di Konoha. Poi, chiamò un suo sottoposto, bisbigliando qualcosa al suo orecchio.

    Va' a sederti, arriveranno a breve.

    Murasaki afferrò il bicchiere che l'uomo le stava porgendo, trascinandosi poi fino ad una vecchia panca in legno consumata dal tempo e dalle termiti. Poggiò il bicchiere su di un altrettanto vetusto tavolo, composto da un'asse in legno sorretta da quattro gambe macilente conficcate nel terreno.

    Devo fare attenzione. Ho sottovalutato quei due, e questo mio errore ha portato a...

    Scosse la testa, mentre un misto di terrore e senso di colpa le attanagliò lo stomaco. Era stata una sua mancanza a portare le due kunoichi alla casa nella foresta. Era colpa sua se Oboro era... morta?

    Passarono una manciata di minuti, poi la porta del locale si aprì con un sinistro cigolio. Così, fecero la loro entrata l'uomo misterioso e il suo compare. Il viscido incrociò subito lo sguardo stravolto della giovane, studiandone i finti occhi color cioccolato, che nascondevano i ben più freddi occhi bianchi della ragazza. Le fece segno di seguirlo, dirigendosi verso un tavolo separato dal resto del locale. Dietro di lui, il suo scagnozzo pareva controllare la situazione.

    Sentiamo, principessa, cosa ti porta di nuovo... a bere?

    L'uomo si sedette a cavalcioni della panca, allungando poi il busto sul tavolo, in direzione della Hyuga. Murasaki poteva sentire l'odore stucchevole del profumo con cui aveva prodigato di cospargersi. La ragazza guardò il bicchiere, facendo roteare il liquido denso presente all'interno.

    Qualcuno ha fatto del male ad una persona a cui tenevo.

    Poggiò il bicchiere, sciogliendo contemporaneamente la tecnica della trasformazione. Indietreggiò appena, appoggiando la schiena alla parete retrostante.

    Sono qui per uccidere chiunque sia il responsabile.

    Alzò gli occhi bianchi, incontrando quelli dell'uomo con aria di sfida.

    E qualcosa mi suggerisce che quel qualcuno siate voi.


    Chakra: 18.5/20
    Vitalità: 7/10
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 175
    Velocità:  225
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Tecnica della trasformazione
    2: ///
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    [8]



    Quando Murasaki sciolse la tecnica della trasformazione, l'uomo viscido si rivolse alla sua guardia del corpo che stava piantonando la porta, e al barista.

    - Shintaro, oggi chiudi prima. -

    Il barista sbuffò, divincolandosi nelle stanze posteriori, mentre il tirapiedi chiuse la porta a chiave, per poi schioccare le dita, gesto che fece cadere all'unisono, tutte le tende del locale, rendendo di fatto il locale impossibile da scrutare dall'esterno. Quindi fece per avvicinarsi all'angolo dove si trovavano Murasaki e il suo ospite, per superarli e arrivare a pochi metri da loro, su di un grosso tappeto, che afferrò e spostò con forza, rivelando una botola piuttosto grande, in legno, mista con le assi del pavimento. Attese, osservando il suo capo.

    Il viscido fece un cenno col capo, ignorando per un attimo la ragazza, per poi assumere la posizione della capra, e sciogliere a sua volta la tecnica della trasformazione. Al posto del corpulento uomo viscido, una figura molto alta, magrissima, e completamente ammantata di nero, fece la sua apparizione davanti a Murasaki. Sul volto portava una maschera molto simile ad Oboro; i suoi movimenti erano cambiati, persino il tono di voce era diverso.

    - Sono sicuro che troverai quello che cerchi principessa. Andiamo ora, la Vespa ci aspetta. -

    Allo stesso modo, anche il tirapiedi sciolse la tecnica della trasformazione, rivelando lo stesso equipaggiamento, anche se, fisicamente, era lui ora l'individuo più robusto. Rivelando una calma e una voglia di scontro pari a zero, i due si avviarono alla botola, precedendo Murasaki, e iniziarono a scendere. Forse la ragazza aveva avuto un'idea molto, molto sbagliata su quello che stava accadendo sotto al suo naso. La botola nascondeva una scala che scendeva per una decina di metri sotto il locale, in quella che sembrava una grotta scavata nella roccia sotto il vecchio borgo, con un ulteriore corridoio, illuminato da torce, che proseguiva per un paio di centinaia di metri. Le due figure in nero, armate solo di torce, avrebbero preceduto la ragazza. In prima fila quello che fino a poco prima era il tirapiedi, subito dopo, avanti a Murasaki, se li avesse seguiti, l'ex uomo viscido.
    Alla fine del percorso, lasciandosi dietro la botola, che il barista aveva richiuso appena i tre erano discesi, si trovava una parete in metallo, con una porta dello stesso materiale, incastonate nella roccia, come se fossero state creare proprio dentro lo scavo. I due si fermarono proprio davanti alla porta, il capo si rivolse a Murasaki.

    - Mentre tu e il clone della Vespa fungevate da esca per attirare l'attenzione dei fuggitivi, abbiamo trovato e bloccato i responsabili della trappola in cui sei caduta. Sono oltre questa porta. Lei è già con loro. -

    Quindi il tirapiedi aprì la porta, rivelando una stanza non troppo grande, quadrata, circa 7 metri per lato, con un tavolo, un paio di sedie, un secchio che a giudicare dal contenuto era utilizzato come latrina, e una ulteriore porta spessa in metallo. La stanza era illuminata da torce, come il corridoio che Murasaki si sarebbe lasciata alle spalle, e ospitava 3 persone.
    La prima, ammantata, era chiaramente Oboro, in piedi davanti a due figure, appese per le mani al soffitto tramite delle catene. Le due persone, a giudicare dal modo in cui erano vestiti, erano chiaramente ninja della foglia. Un ragazzo e una ragazza. Entrambi erano feriti in maniera mediamente grave, forse erano privi di sensi. La donna era in evidente stato di gravidanza.

    Vieni.

    La voce metallica e graffiante di Oboro fu inconfondibile per la ragazza.
    Murasaki avrebbe potuto notare come Oboro avesse in mano quella che aveva tutto l'aspetto di una wakizashi riposta in un fodero, oggetto che non aveva mai visto addosso alla sua maestra. La teneva in maniera rilassata, come se aspettasse di farci qualcosa.

    I due individui che hai erroneamente accusato, e che ti hanno fiutata per la Hyuga che sei, nel momento esatto in cui ci siamo divise precedentemente stamattina, sono miei sottoposti. Calabrone e Fuco. Sono stati loro a passare al villaggio le informazioni riguardo i nostri fuggitivi. Fuggitivi che ora posso presentarti. Toru, e Kayato.

    Fuggitivi. Oboro non li aveva ancora mai chiamati così. Quella che fino alla mattina sembrava una missione di soccorso, stava rapidamente prendendo tutta un'altra piega. Murasaki aveva perso qualche dettaglio per strada, o semplicemente Oboro non le aveva detto tutta la verità ?

    I due genin che hai davanti hanno indugiato in una relazione intima, come puoi ben vedere. Disse Oboro indicando con il fodero, la pancia della donna.

    Il che, di per sè, non è minimamente un problema per il villaggio.

    - Lo diventa se cercano di uccidere un compagno per venderne il corpo a un villaggio nemico, e scappare col malloppo. -

    Oboro annuì quando Fuco, il capo dei due Anbu, completò la frase. A quel punto, la donna, che non era affatto priva di sensi, prese a contrarre il viso, e delle copiose lacrime iniziarono a solcarle il volto. Toru, l'altro genin prigionero, prese a parlare all'indirizzo del gruppo di carcerieri.

    - Volevamo...volevamo solo cambiare vita, per nostro figlio...Seiko ci ha ricattati, dicendo che avrebbe fatto del male a Kayato se non lo avessimo aiutato, che ci avrebbe rivoltato tutta la Foglia contro, facendoci passare per traditori. NON SIAMO TRADITORI, HO DOVUTO DIFENDERMI, HO DOVUTO DIFENDERE MIO FIGLIO, HO DOVUTO UCCIDERLO! -

    Oboro si voltò di scatto verso Murasaki, e alzò la spada, parallela al terreno, rivolta con l'elsa verso la ragazza, perchè lei la estraesse.

    Siete colpevoli di diserzione. Dell'omicidio di un compagno di squadra, e di aver teso una trappola che avrebbe ucciso altri ninja della Foglia che avessero cercato di trovarvi. Siete condannati a morte.

    Concluse Oboro, tenendo la spada sempre rivolta alla ragazza.
    Ora era chiaro, quale fosse in realtà la sua missione.
    Aveva svelto di diventare un soldato, aveva imboccato una strada, ora doveva accettare il risultato della sua scelta.

    Per un ninja non ci sono punti di vista. C'è la giustizia del villaggio, e ci sono obiettivi. L'obiettivo della tua missione oggi, è di porre fine a queste vite.

     
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