And the Time will be his spouse[Add TSI Horla]

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  1. l'Horla
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    Questioni di Responsabilità


    III

    Alzai le sopracciglia a sentire le parole del Mizukage, apprezzavo il suo tentativo di non farmi pesare le colpa di quel traditore purtroppo però, fino a quel momento, avevo vissuto una gogna pubblica all'interno del clan e, per quanto mi rincuorasse sapere che il capo del villaggio non nutriva certi sentimenti di astio per la mia famiglia, non toglieva da me il profondo desiderio di rivalsa.
    Alzai lo sguardo verso Yogan quando intervenne mettendo in guardia Itai-sama, mi spostai di qualche passo e seguii con gli occhi la ragazza che si lanciò dal tetto. Stavo per dire qualcosa ma, stupito, rimasi a bocca aperta nel vederla tramutarsi in un drago e sfrecciare verso la figura che si stava avvicinando al villaggio da est. Mano a mano che si avvicinava potei vedere prima le ali e poi notare i vestiti logori e impregnati di sangue, l'uomo cadde riverso a terra e le ali che aveva sulla schiena scomparirono. Sembrava essere stremato, probabilmente a causa di un lungo viaggio aggravato dalle ferite che riportava e dalla fretta che lo spinse al limite delle sue capacità. Non potei non avvicinarmi a mia volte ed ascoltare le sue parole, alla richiesta del Mizukage di guarire le sue ferite per poi riportargli il messaggio questi si rifiutò e, poco prima di esalare il suo ultimo respiro, si strappò un medaglione dal collo e concluse così la richiesta d'aiuto.
    Io non dissi nulla, nemmeno mi mossi e guardai prima Yogan e poi Itai-sama la cui espressione mostrava una discreta inquietudine. Mi morsi le labbra per riuscire a rimanere in silenzio, non c'avevo capito molto ma sembrava che nemmeno ai presenti fosse chiara la situazione; inoltre, non potevo dare per scontato che la questione toccasse anche me, sembrava essere piuttosto urgente e delicata, dovevo rimanere al mio posto in attesa di istruzioni e così feci. Quando il Mizukage fece per imboccare la porta io mossi due passi verso la sua direzione e, attentamente, ascoltai le sue parole facendo brevi cenni di assenso rimanendo in rigoroso silenzio. Certo signore, può contare sulla mia riservatezza più assoluta e la mia completa disposizione
    Quindi lo guardai scendere le scale ed io mi voltai un'ultima volta a guardare il nostro villaggio che finiva di accendersi all'arrivo dell'oscurità, un rivolo di sangue del messaggero sporcava le piastrelle della terrazza, io mi avvicinai lentamente e, con il bordo del mantello nero, lo asciugai eliminandone le tracce. Aveva chiesto massima riservatezza e l'avrebbe avuta. Controllai che non ci fossero altre eventuali tracce del suo passaggio e quindi uscii dal palazzo amministrativo.

    [...]

    Ora che la mia vita era estranea al clan e alla mia famiglia, pensai camminando tra le vie del villaggio, avrei dovuto trovare un'economica situazione dove vivere. Ma la sera era appena scesa e avrei avuto tutto il tempo per trovare un luogo dove dormire, almeno per un paio di sere, grazie ai guadagni delle taglie che avevo riscosso durante il mio lavoro nel continente, avrei potuto affittare una camera in una delle tante locande.
    Gli avvenimenti di quella sera mi avevano turbato parecchio, per questo passai le ore notturne a camminare nel villaggio, le strade erano deserte e nel loro silenzio potevo affidare la mia mente svuotandola dalle preoccupazioni che mi attanagliavano. Quando vidi i primi uomini incamminarsi verso il porto e le luci dell'alba rischiarare l'orizzonte, mi imposi di andare a dormire, trovai una camera modesta in quel quartiere nei pressi del porto mercantile e lì crollai sentendo la città svegliarsi.

    [...]

    A passi rapidi salivo le scale che mi avrebbero condotto dal Mizukage. Con me avevo tutto il mio materiale ninja e, solo dopo aver ammutolito i pensieri e le paure, avevo ripreso il mio sguardo pragmatico e freddo.
    Quei giorni d'attesa erano stati snervanti, se da una parte il dolore e l'angoscia nel aver abbandonato la mia famiglia e il clan mi stava destabilizzando ma ero cosciente di ciò che stessi facendo, dall'altra gli avvenimenti che erano accaduti sui tetti dell'amministrazione non rientravano assolutamente all'interno di miei pensieri o scelte ponderate. Anzi, si trattava di avvenimenti a me del tutto estranei e la cosa, inevitabilmente, mi inquietava. La somma delle due cose mi portò a scambiare il giorno con la notte, dormivo nelle ore di luce o le passavo in camera steso a letto per uscire solo quando il sole era già tramontato ed il mare trasportava la fresca brezza marina. Per questo considerai una fortuna che la chiamata del Kage fosse giunta nelle ore serali cosicché potei rispondere immediatamente e correre a perdifiato verso il palazzo del Mizukage.
    Giunto al suo studio avrei bussato e, una volta ricevuto il permesso, avrei varcato la soglia della porta e porto i miei saluti a Itai-sama accompagnandoli ad un rapido inchino. Subito catturò la mia attenzione e lo ascoltai attentamente, feci brevi cenni di assenso, certamente doveva poter valutare le mie capacità non solo fisiche ma anche come sapessi comportarmi in situazioni avverse. Quindi mi presentò la situazione, saremmo dovuti andare in incognito a Kesshō, un villaggio del Paese del Miele, caratterizzato - così mi disse - da questa cava di minerali di cui il messaggero parlava ma, per quanto riguardava i cristalli citati dall'uomo alato, non eravamo in possesso di nessuna informazione. Feci un ultimo e più deciso segno di assenso con il capo per poi dire rapidamente Nessuna domanda signore, se non quando si parte Conclusi in un leggero sorriso lanciando una sguardo deciso in sua direzione. In realtà non sapevo minimamente dove si trovasse questo Paese del Miele ma non volevo mostrargli quanto fossi una capra in geografia, non avrebbe deposto a mio favore e l'avrei scoperto una volta arrivato, no?
     
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18 replies since 26/5/2018, 18:18   574 views
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