E così me ne andavo allegramente in giro per il corridoio, finché non mi fermò un
vecchio anziano signore, sottolineando che non sarei riuscito a diventare un armoraro in qualche giorno, ma, cosa ben più lieta, mi indicò dove si trovava Poo-sama e non ci misi molto a raggiungerlo, sbirciando nel frattempo fra i vari punti in cui si lavoravano armi d'ogni tipo, fra cui, per l'appunto, anche tirapugni ed oggettini simili!
Forte!!!, Pensiero semplice, ma schietto.
Poo-sama era da solo in una stanza e non sembrava proprio felice, per quanto parve elettrizzato nel vedermi (o forse me lo immaginai), mentre estraeva un rotolo da cui richiamò una serie di martelli, pinze ed altri oggetti metallici.
Non chiedetemi perché, probabilmente gli risultavo molto simpatico, ma Poo-sama decise che mi avrebbe spiegato le basi per diventare armoraro lì sul posto, usando l'attrezzatura della Gechi Company!
Direi che ero felice, sarebbe stato riduttivo! Così guardai l'armoraro accendere una fornace, ficcarci dentro il blocco di metallo, estrarlo ed iniziare a colpire il blocco.
Nel frattempo mi spiegava i diversi passaggi: servivano tanti martelli perché i blocchi dovevano essere piccoli, il ché era logico: un tirapugni non è una katana, non serve un quintale di metallo, ma giusto un pezzo probabilmente di poco più grande di una mano.
Mi chiese se avevo domande, ma sul momento ne avevo troppe per farne qualcuna sensata, così scossi educatamente il capo, guardandolo lavorare ed alla fine mi lasciò campo libero per agire, mentre lui si occupava di un paio di tirapugni con lama.
Ok, ora mi diverto! pensai, prendendo un blocco di metallo, pronto a lanciarlo nella fornace per poi fermarmi: mi stavo dimenticando delle pinze, così mi girai, presi le suddette pinze, un paio bello lungo, ci presi il blocco metallico prescelto e lo buttai così nella fornace.
Voi direte: ma Fudoh non potevi buttarlo e poi prendere le pinze? Forse sì, ma mi sono detto che se poi sbagliavo lunghezza delle pinze, rischiavo di riscaldare troppo il blocco e poi sarebbe stato inutilizzabile, così, blocco nel fuoco, attesi, guardandolo riscaldarsi, memore di quanto l'aveva fatto riscaldare Poo-sama.
Aspettai, sbirciando anche un pò che stava facendo l'Armoraro esperto, e quando il colore mi parve adatto, usai le suddette pinze lunghe per prendere il blocco e piazzarlo su un tavolo. A quel punto, tutto contento, mi girai verso i martelli.
Ora, io non sono un fabbro, ma nel mio immaginario (ed in alcune delle stanze della GC) c'erano martelli che richiedono l'uso di due mani, pure belle grosse, per sostenerli e colpire con violenza, invece cosa c'era lì? Decine di martelli ad una mano, alcuni anche piuttosto buffi, con teste (credo si chiamino così, no?) più piatte che non gonfie.
Oh cavolo! Mi devo sbrigare!, pensai mentre le guardavo, prendendo un paio di martelli e girandomi, per poi dare i primi colpi, al pari di come aveva fatto Poo-sama prima di me: dovevo dare una forma al metallo, disegnarne i bordi a colpi di martello!
Il più evidente risultato furono le scintille: non so nemmeno io quante volte dissi
AHI!, mentre mi si bruciacchiavano le braccia: con la destra colpivo e con la sinistra tenevo via pinze il metallo.
Il secondo risultato? Non avevo fatto un tirapugni con lama, non è la mia arma preferita, bensì avevo creato dei tekken
storti dalla forma non convenzionale.
Rimasi a guardare il "risultato", il secondo intendo, chiedendomi se buttarlo via, ma voi mi conoscete: sono un senzatetto, quello che gli altri buttano, io lo riciclo (bella questa, me la devo segnare!), così presi, con le dovute pinze, il blocco di metallo storto, lo spostai leggermente e tornai al tavolo degli utensili.
Un martello dalla testa un pò più larga ed un chiodo grosso! Ecco!Sapete cosa volevo fare con quelli? Ecco la mia idea: ho fatto la forma con il primo martello, ora devo "svuotare" l'interno del tekken, se no, l'eventuale individuo, come lo poteva stringere nelle mani?
E con il grosso
chiodo e lo piazzai con la mano sinistra sul bordo, feci due conti di distanza per farlo abbastanza spesso, il tekken, quindi iniziai a colpire.
Una martellata, la successiva, una dopo l'altra, perforando e distaccando il metallo dalla struttura.
Andai avanti, colpo dopo colpo, scintilla dopo scintilla, finché non mi fermai alla fine, la forma, per quanto storta, speravo desse l'idea.
Poo-sama, com'è andata secondo lei?, avrei chiesto, guardando prima il mio lavoro e poi l'armoraro,
E cosa posso usare per non bruciacchiarmi tutto?, aggiunsi in più.
Vediamo cosa mi avrebbe detto Poo-sama.