Due viaggi nel Paese del FerroNamae & Fudoh

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    Fiori, Droghe ed Ormoni

    L'effetto eccitante del veleno era passato: Namae si sentì improvvisamente calmo, non galleggiava nel cielo, come gli era stato promesso, ma era di nuovo focalizzato, apparentemente.
    Quando però cercò di muoversi? Si sarebbe scoperto fisicamente debole, non era proprio affaticato, ma la muscolatura non funzionava al meglio, avesse cercato di stringere il pugno, se ne sarebbe di certo reso conto, i muscoli non reggevano bene! E la sua attenzione? Sembrava fallace anch'essa!
    E' di nuovo in piedi? Il tuo amico è una sorpresa., esclamò la voce alle spalle di Namae e stavolta il nukenin riuscì a voltarsi e vedere chi lo aveva colpito: un samurai che ora sembrava sorpreso, mentre sollevando una mano lanciava al suolo un fumogeno, approfittando della sorpresa per fuggire!
    Namae non avrebbe avuto la forza per impedirlo, mentre Jaro era decisamente più preoccupato delle condizioni del Taiyo, tanto che gli si avvicinò, pronto, se necessario, a curarlo: Come stai, Namae-san?, avrebbe chiesto, Aspetta un secondo a muoverti: se ho ragione, sei stato colpito da un veleno di natura biologica, a cui hai resistito incredibilmente bene., affermò, prendendo uno spiedo che era al suolo, Ci ha provato anche con me, però con te aveva consumato l'effetto sorpresa..., ghignò Jaro sicuro, avvicinando poi lo spiedo alle labbra.
    Il musico parve gustare la sostanza, per poi sputarla al suolo, quindi si voltò verso Namae, Ti è rimasta qualcuna di quelle pillole? Ho un sospetto..., chiese e se l'altro gliene avesse data qualcuna, Jaro avrebbe assaggiato anche quella ed i suoi occhi si sarebbero allargati dalla sorpresaAnalisi Accurata
    Abile: L'utilizzatore, bagnando le labbra o le gengive con Tonico o Veleno anche in minima quantità tale da non attivarne gli effetti, può capirne grossomodo gli effetti.[Da chunin in su]
    e consapevolezza.
    Spostiamoci, Namae-san, il samurai lo ritroveremo, senza problemi., rassicurò Jaro, aiutando, se necessario, l'altro ad alzarsi e poi spostandosi con lui.

    Si sarebbero mossi i due, fino ad un palazzo nella zona più esterna del villaggio, oltrepassando ed andando fino al breve bosco nelle zone di confine di Koje, lì si sarebbero fermati.
    Namae-san, il veleno e la droga sono stati prodotti dalla stessa persona, o almeno da persone che utilizzano una particolare abilità che avevo già visto in uso da alcuni ninja di Oto.
    Ho conosciuto alcuni elementi delle squadre speciali del Suono che le usavano, prima di andarmene... erano medici ed avvelenatori che lavoravano nelle squadre di eliminazione.
    , spiegò ancora l'uomo dei Fiori, Questa particolare abilità permette di generare dal proprio corpo diversi tipi di sostanze, controllando gli ormoni, generando adrenalina, somatropina... cose così, non sono un medico esperto a sufficienza per spiegarti meglio la parte sul corpo umano, ma il risultato è quello che hai visto veleni e farmaci., continuò, sollevando tanto lo spiedo, quanto la dose comprata, Tu hai avuto una sorprendente fortuna, Namae-san: la dose era minimale, forse il produttore, per così dire, è ancora inesperto nell'uso di queste abilità, forse l'essere un uomo dei Fiori ti ha fatto stare così tanto a contatto con veleni e droghe da aiutarti a controllare gli effetti abbastanza da prendere la pillola., suggerì ancora, alzando lo sguardo verso l'altro.
    Quale che sia stata la ragione, Namae-san, adesso abbiamo notizie in più su cosa ci aspetta: almeno un samurai ed un ninja che conosce abilità delle squadri speciali otesi.
    Inoltre, grazie ad un piccolo dono che mi fece Lashmi-sama, posso ritrovare il nostro samurai, quindi riprenditi, Namae-san, ben presto andremo all'attacco!
    , e detto questo, il nukenin-musico si mosse, portandosi sul bordo del bosco, di vedetta, lasciando l'Oleandro di Ame a riposare, con le pillole generate da questa misteriosa abilità lì vicino a lui.
    Chissà l'Oleandro cosa avrebbe fatto in quel tempo libero.

    Martelli, tanti martelli


    Un martello non basta mai...



    E così me ne andavo allegramente in giro per il corridoio, finché non mi fermò un vecchio anziano signore, sottolineando che non sarei riuscito a diventare un armoraro in qualche giorno, ma, cosa ben più lieta, mi indicò dove si trovava Poo-sama e non ci misi molto a raggiungerlo, sbirciando nel frattempo fra i vari punti in cui si lavoravano armi d'ogni tipo, fra cui, per l'appunto, anche tirapugni ed oggettini simili!
    Forte!!!, Pensiero semplice, ma schietto.

    Poo-sama era da solo in una stanza e non sembrava proprio felice, per quanto parve elettrizzato nel vedermi (o forse me lo immaginai), mentre estraeva un rotolo da cui richiamò una serie di martelli, pinze ed altri oggetti metallici.
    Non chiedetemi perché, probabilmente gli risultavo molto simpatico, ma Poo-sama decise che mi avrebbe spiegato le basi per diventare armoraro lì sul posto, usando l'attrezzatura della Gechi Company!
    Direi che ero felice, sarebbe stato riduttivo! Così guardai l'armoraro accendere una fornace, ficcarci dentro il blocco di metallo, estrarlo ed iniziare a colpire il blocco.
    Nel frattempo mi spiegava i diversi passaggi: servivano tanti martelli perché i blocchi dovevano essere piccoli, il ché era logico: un tirapugni non è una katana, non serve un quintale di metallo, ma giusto un pezzo probabilmente di poco più grande di una mano.
    Mi chiese se avevo domande, ma sul momento ne avevo troppe per farne qualcuna sensata, così scossi educatamente il capo, guardandolo lavorare ed alla fine mi lasciò campo libero per agire, mentre lui si occupava di un paio di tirapugni con lama.

    Ok, ora mi diverto! pensai, prendendo un blocco di metallo, pronto a lanciarlo nella fornace per poi fermarmi: mi stavo dimenticando delle pinze, così mi girai, presi le suddette pinze, un paio bello lungo, ci presi il blocco metallico prescelto e lo buttai così nella fornace.
    Voi direte: ma Fudoh non potevi buttarlo e poi prendere le pinze? Forse sì, ma mi sono detto che se poi sbagliavo lunghezza delle pinze, rischiavo di riscaldare troppo il blocco e poi sarebbe stato inutilizzabile, così, blocco nel fuoco, attesi, guardandolo riscaldarsi, memore di quanto l'aveva fatto riscaldare Poo-sama.
    Aspettai, sbirciando anche un pò che stava facendo l'Armoraro esperto, e quando il colore mi parve adatto, usai le suddette pinze lunghe per prendere il blocco e piazzarlo su un tavolo. A quel punto, tutto contento, mi girai verso i martelli.
    Ora, io non sono un fabbro, ma nel mio immaginario (ed in alcune delle stanze della GC) c'erano martelli che richiedono l'uso di due mani, pure belle grosse, per sostenerli e colpire con violenza, invece cosa c'era lì? Decine di martelli ad una mano, alcuni anche piuttosto buffi, con teste (credo si chiamino così, no?) più piatte che non gonfie.
    Oh cavolo! Mi devo sbrigare!, pensai mentre le guardavo, prendendo un paio di martelli e girandomi, per poi dare i primi colpi, al pari di come aveva fatto Poo-sama prima di me: dovevo dare una forma al metallo, disegnarne i bordi a colpi di martello!
    Il più evidente risultato furono le scintille: non so nemmeno io quante volte dissi AHI!, mentre mi si bruciacchiavano le braccia: con la destra colpivo e con la sinistra tenevo via pinze il metallo.
    Il secondo risultato? Non avevo fatto un tirapugni con lama, non è la mia arma preferita, bensì avevo creato dei tekken storti dalla forma non convenzionale.
    Rimasi a guardare il "risultato", il secondo intendo, chiedendomi se buttarlo via, ma voi mi conoscete: sono un senzatetto, quello che gli altri buttano, io lo riciclo (bella questa, me la devo segnare!), così presi, con le dovute pinze, il blocco di metallo storto, lo spostai leggermente e tornai al tavolo degli utensili.
    Un martello dalla testa un pò più larga ed un chiodo grosso! Ecco!
    Sapete cosa volevo fare con quelli? Ecco la mia idea: ho fatto la forma con il primo martello, ora devo "svuotare" l'interno del tekken, se no, l'eventuale individuo, come lo poteva stringere nelle mani?
    E con il grosso chiodo e lo piazzai con la mano sinistra sul bordo, feci due conti di distanza per farlo abbastanza spesso, il tekken, quindi iniziai a colpire.
    Una martellata, la successiva, una dopo l'altra, perforando e distaccando il metallo dalla struttura.
    Andai avanti, colpo dopo colpo, scintilla dopo scintilla, finché non mi fermai alla fine, la forma, per quanto storta, speravo desse l'idea.
    Poo-sama, com'è andata secondo lei?, avrei chiesto, guardando prima il mio lavoro e poi l'armoraro, E cosa posso usare per non bruciacchiarmi tutto?, aggiunsi in più.
    Vediamo cosa mi avrebbe detto Poo-sama.
     
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