Million Dollar Shinobi

[Paese dei Demoni]

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  1. Ersapo
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    La spada era con successo penetrata una volta, e una seconda volta, e pure una terza volta. Il vecchio non poteva essere vivo dopo quei colpi mortali. Quando esegui l'ultimo affondo Jou rimase immobile qualche secondo con entrambe le mani che tenevano la spada, e questa che passava da parte a parte il vecchietto. Piano alzò lo sguardo verso l'alto e quello che vide lo raccapricciò.
    Il vecchio era vivo e illeso a quanto pare, sembrava davvero che non percepisse il men che minimo dolore: i suoi occhi iniziavano a diventare di un verde quasi radioattivo, come quelli della bestia su cui si trovavano adesso; e qualcosa si muoveva all'interno di quell'uomo, Jou poteva percepirlo dalle vibrazione della spada. L'afro lascio la presa della spada lasciandola infilzata nel petto di quello lì e indietreggiò qualche passo, senza mai togliere lo sguardo di orrore dal vecchio.
    Così preso da mille spasmi avvenne l'incredibile: un rumore stridulo di pelle lacerata anticipò qualcosa che Jou sperava di non dover mai vedere. Come se fosse stata una muta, dal corpo del vecchietto uscì un mostro orrendo, una fusione tra un umanoide e un insetto, una figura che provocava orrore e disgusto, e tanta paura. Questo essere non sembrava avere tanto di umano, e dall'alto dei suoi metri e passa iniziava ad avvicinarsi al povero afro, che quasi immobilizzato dalla paura non riusciva a muoversi.
    Se ne stava lì in piedi, impotente davanti al suo nemico. Urlò forte, come sei fosse l'urlo di un animale stato fin troppo in cattività e che finalmente poteva tornare alla sua routine: cercare prede da uccidere. Alzò in alto il suo lungo e pericoloso braccio atto a dilaniare il corpo del povero sunese. Jou non poteva nulla, erà già pronto a subire l'ira di quel mostro. Certo che sfiga, non avrebbe mai immaginato di morire quello stesso giorno.

    Poi un rumore tonfo e un forte movimento brusco fecero perdere l'equilibrio a tutti e due, facendo cadere rovinosamente Jou. La bestia su cui era non era più tanto stabile e emetteva versi di dolore, segno che stava subendo dei danni, e da ciò che aveva visto prima poteva essere che fosse proprio il ragazzo che si spacciava suo allenatore a provocare tutto quel danno al mostro di 10 metri. Dopo altri forti boati con seguenti perdite di equilibrio, il mostro cedette e cadde rovinosamente al suolo. Jou che si trovava sulla testa sentì tutta la pericolosità e la velocità di quella caduta: infatti non era mai caduto da un'altezza simile e di certo non se l'aspettava così spaventosa. Così precipitò verso il basso cercando al momento di impatto con il terreno, di cadere il meno rovinosamente possibile riparandosi la testa e stando lontano da più macerie possibili.
    Un polverone immenso circondò l'intera piazza e Jou era abbastanza messo male: tra le botte prese dal primo scarafaggio e dopo una caduta del genere, sentiva il suo giovane corpo veramente stanco e provato. Così si prese qualche secondo in più per terra, per riprendere fiato, se non fosse stato che il chunin lo avesse spostato di peso senza interessarsi di lui, preoccupato dalla sua tutina da allenatore -Ma insensibile sarai te! Hai visto in che situazione mi hai messo in mezzo? Sono completamente distrutto mannaggia a te!- Era veramente stanco e non ce la faceva più, voleva solo tornarsene a Suna. Poi ascoltò le parole successive di quel tipo, che parlavano di un'imminente esplosione -EHHHHHH? MA TU SEI UN MATTOOO- urlò mentre cercò di rimettersi in piedi velocemente per poter correre a cercare un riparo, ma fu troppo lento.
    Un susseguirsi di esplosioni fece letteralmente saltare per aria il cadavere del mega mostro: un mare di schifo nero e verde inondò tutta la piazza e con forza colpirono anche il povero Jou che stava cercando di scappare. Si ritrovò nuovamente con la faccia a terra, come se quel giorno non ne avesse già prese abbastanza.

    Qualche decina di secondi passarono prima che Jou ebbe le forze di alzare la testa e rimettersi in piedi. Attorno a sè c'erano solo macerie e confusione, non sembrava nemmeno la piazza che aveva visto quasi un'ora fa. Per terra a qualche metro di distanza da lui c'era però la giacchetta da allenatore del ragazzo che svolazzava, ormai ridotta a brandelli. Jou si alzò per andarla a prendere e notò che sotto c'era un bigliettino scritto sicuramente dal chunin: lo incitava ad allenarsi di più e smettere di fumare. E diceva che gli doveva una tuta -Pff, io di sto qua non so nemmeno il nome e si è improvvisato mio allenatore. certo che è proprio un bel tipo- se ne stette lì un minuto circa a contemplare il casino intorno a lui, e a pensare che se il chunin se ne era andato allora anche Jou poteva tornarsene indietro. Così si accese una sigaretta e si diresse verso l'uscita della cittadella, per poi voltare verso Suna -Non ci metterò ma più piede in questo paese maledetto. Brrr, ho ancora i brividi per quei scarafaggi-
     
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